Pomarance 3  -  Il Palio Storico delle Contrade 

XXXI Palio Storico delle Contrade

Palio è Toscana, e Pomarance può vantare il proprio. Quello che segue è il "racconto" della edizione 2001 narrato da un abitante di Pomarance.

XXXI PALIO STORICO DELLE CONTRADE

Siamo così arrivati ai XXXI Palio Storico delle Contrade di Pomarance.
Anche quest'anno, come vuole la tradizione, il suo inizio è stato preceduto da polemiche, litigi, e divisioni ma poi, come sempre, lo spirito dei rione ha vinto su tutto e il Palio Storico ha avuto il suo tradizionale svolgimento.

Tutto è cominciato la prima domenica di settembre con la cerimonia dei Giuramento dei Capitani. Nel pomeriggio, in Piazza S. Anna, sono sfilati i tradizionali corteggi delle contrade e l'esibizione del gruppo Musici e Sbandieratori con i nuovissimi costumi
Dal Palazzo Comunale sono uscite le autorità con i Capitani dei Rioni e il Il Palio 2001 - Click per ingrandire tradizionale "Palio" eseguito quest'anno dall'artista di Lustignano Fabio Batini.
Il tema dei Palio, come segnalato dall'autore è: "Terzo Millennio, interrogativi, ansie, aspettative." Questa, direttamente dalle parole dell'Autore, la spiegazione dei dipinto:
'E' un olio su tela con parte dipinta, La bordatura e frangia inferiore de dipinto è stata curata da Dunia Susanna.
Il dipinto raffigura una vecchia carta da gioco Il grande gioco della vita).
All'interno della carta vi sono quattro quadrilateri con i colori contradaioli e con al centro una mano aperta, simbolo dei popolo che con le mani lavora, protesta, plaude, saluta e a volte mena...
In primo piano vi sono tre torri refrigeranti di cui due inattive, trasformate in vuoti contenitori dal processo tecnologico; dalla terza torre s'innalza nel cielo il vapore a formare un grande punto interrogativo e sullo sfondo il panorama ridente di Pomarance.
Un palio "nostrale", tipicamente pomarancino-boracifero, ovvero l'antico connubio tra le energie della terra profonda e l'agricoltura.
Le grandi trasformazioni in atto con miti nuovi e miti in crisi inducono interrogativi inquietanti.
Clonazione, deforestazione, globalizzazione, desertificazione, strapotere tecnologico, conflitti razziali e religiosi, ricchezza mai distribuita ed effetto serra stimolano a chiedere al Padreterno: "Signore, dove stiamo andando".
Mi devo sinceramente complimentare con Fabio Batini che è riuscito attraverso il Palio a creare una sorte di ponte per unire la tradizione rappresentata dal Palio Storico delle Contrade all'attualità mettendo in evidenza la situazione densa di problematiche che stiamo vivendo nella nostra zona.

Dopo la sfilata nel centro storico del Paese, il corteo si è diretto nella chiesa parrocchiale dove Don Piero Burlacchini ha officiato al rito dei Giuramento dei Capitani.
Quest'anno però una piacevole novità ha caratterizzato la giornata. Alle 21, infatti, si è svolto il lo TORNEO Di DAMA VIVENTE IN COSTUME". E stato veramente un bellissimo spettacolo che si è svolto nella Piazza de Larderel illuminata a giorno dove era stata allestita una scacchiera, con le tribune strapiene di pubblico che circondava anche tutta l'area di gioco.
A questo punto sono entrate le squadre: ogni rione, vestito con gli abiti dei corteggio indossava i suoi colori e ogni figurante teneva fra le mani una paletta che indicava il suo numero.Il gonfalone del Comune - Click per ingrandire
Nella prima partita che si è conclusa velocemente, si sono sfidati il Rione Centro e il Rione Paese Nuovo, quest'ultimo risultato peraltro vincitore.
La seconda partita Rione Gelso contro Rione Marzocco, si è invece conclusa, dopo un avvincente combattimento con la vittoria dei Marzocco. Ed infine, la partita finale: Rione Paese Nuovo contro Rione Marzocco, una partita estenuante conclusasi con la piena vittoria dei Marzocco.
Veramente un bello spettacolo, vivace, scorrevole e avvincente che ci auguriamo possa continuare anche negli anni prossimi per rendere la manifestazione dei Palio Storico delle Contrade ancora più incisiva.
Ma veniamo a domenica 14 settembre, giornata in cui si è svolto il XXXI Palio.
L stata una bellissima giornata di sole e come al solito, nel primo pomeriggio le piazze di Pomarance erano già gremite di persone mentre i più previdenti stavano procurandosi un comodo posto in prima fila nel campo in Via dei Fossi.
Finalmente sono iniziate le sfilate dei Rioni.
Quest'anno, per la prima volta, dopo le autorità e prima che iniziassero i corteggi dei Rioni di Pomarance, abbiamo avuto le rappresentanze dei paesi dei Comune, ognuno con i suoi figuranti e con il loro stendardo, offerto dall'Amministrazione Comunale.
Quindi anche Montegemoli, Montecerboli, Larderello, Serrazzano, Lustignano, Micciano, Libbiano e San Dalmazio hanno dato la loro graditissima partecipazione.
Ed ecco le sfilate dei Rioni, sempre bellissime, (anche quest'anno le lavoranti dei Rioni non ci hanno tradito), che hanno percorso il centro storico per recarsi in Via dei Fossi dove tutti attendevano l'inizio delle rappresentazioni.
E' stato il Rione Centro che ha dato inizio allo spettacolo con la realizzazione della Marcia degli uomini spenti". La frase di Primo Levi: "Esiste un delitto più tremendo che uccidere è spegnere nell'uomo la scintilla divina, demolirlo, ridurlo gregge abbietto, incapace di rivolta o anche soltanto di uno sguardo giudice" è stata presa ad esempio per sensibilizzare sul tema dell'Olocausto. Tale sensibilizzazione era diretta soprattutto alle nuove generazioni nel ricordo o nel rispetto di coloro che sono morti o portano ancora i segni tangibili di quest'immane tragedia.Rione Centro - Click per ingrandire
Ha veramente colpito la sfilata dei Rione. I figuranti sui cui vestiti spiccava la stella di David, erano donne anziane, giovani, uomini distinti, bambini con in mano gli unici giocattoli che avevano potuto portare via dalle loro case. Era una processione di uomini che si avviavano verso un destino sconosciuto che certo non avrebbero mai pensato fosse di un orrore quale è stato. Dopo seguivano i guardiani con vestiti metallici che rendevano veramente l'idea di soldati senza anima. In mezzo a loro il ragazzo, un adolescente dei nostri giorni reso protagonista della rappresentazione. Il Centro ha voluto infatti evidenziare la prospettiva con cui un adolescente di oggi si pone nei confronti di un avvenimento accaduto oltre 60 anni fa, legando così la stessa realizzazione ad una visione surreale e molto personale.
L'azione prende spunto dall'atteggiamento indifferente e irrispettoso di un giovane nei confronti di un luogo degno invece di ossequio quale appunto è un campo di concentramento. L'apparizione di un personaggio della Tragedia provoca nel ragazzo un tale turbamento da catapultarlo nel passato e costringerlo a vivere sulla propria pelle la dura esperienza dei Lager.
A parole e musiche forti, sono contrapposte immagini dolci e inconsuete. I deportati, infatti, non svolgono le normali attività dei campo ma giochi tipici dei bambini. Questa scelta non vuole né offendere né sminuire le sofferenze dei prigionieri ma evidenziare la crudeltà con cui i nazisti conducevano uomini e donne diversi per lingua e per cultura alla morte e l'ipocrisia di quanti hanno continuato a negare l'esistenza dei campi e delle pratiche crudeli che vi si attuavano.
Al ritorno da questo viaggio immaginario il ragazzo capisce che le vittime dell'olocausto rischiano di morire una seconda volta poiché l'oblio può essere talvolta un'arma molto crudele.
Una rappresentazione di grande incisività che non vuole né giudicare gli avvenimenti né proporre falsi moralismi ma solo far capire che l'uomo non deve mai perdere l'occasione per diventare migliore. Essenziale la scenografia, volutamente di colore nero a sottolineare la drammaticità dei tema: drammaticità interrotta solo alla fine con la costruzione di una mano colorata come simbolo della libertà, mentre si odono parole di speranza. Su un muro bianco impronte di mani rappresentano coloro che hanno vissuto l'esperienza dei campo a perenne ricordo per le generazioni future.

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