Gruppo Palermo III
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RESPIRAZIONE ARTIFICIALE

 

La respirazione artificiale serve ad ossigenare artificialmente un infortunato che ha un arresto respiratorio, tipico per esempio nei casi di asfissia, annegamento, avvelenamento da farmaci, overdose e altro.
In questi casi i muscoli involontari che dilatano la gabbia toracica sono bloccati e l'infortunato non può ossiggenare il sangue. In queste condizioni, dopo pochi minuti, anche l'attività del cuore si blocca. E' perciò necessario agire tempestivamente per ossigenare il sangue in modo artificiale.


COME FARE

Respirazione bocca a bocca
Distendere l'infortunato a pancia in su e iperestendere la testa appoggiando una mano sotto la nuca e spingendo verso l'alto mentre contemporaneamente con l'altra mano si può esercitare una pressione sulla fronte verso il basso.
Chiudere con due dita il naso dell'infortunato per evitare che l'aria insufflata fuoriesca.
Dopo avere inspirato profondamente, far aderire le proprie labbra con quelle dell'infortunato (meglio dopo aver apposto un fazzoletto) e insufflare con forza. Quindi sollevare la testa e controllare che il torace si sollevi per poi abbassarsi immediatamente dopo.
Per ridurre gli effetti dannosi sulla circolazione indotti da una respirazione artificiale a pressione positiva, è necessario che il tempo di insufflazione sia limitato alla durata di circa 1 secondo.
Ripetere l'operazione al ritmo di circa 12 insufflazioni al minuto (1 ogni 5 secondi) nell'adulto e 20 al minuto (1 ogni 3 secondi) nel bambino., fino a quando l'infortunato non riprende la respirazione autonoma o sino all'arrivo dei soccorsi.
Controllare ogni tanto che l'infortunato non vada in arresto cardiaco.



Respirazione bocca a naso

Se l'infortunato presenta delle fratture alla mandibola o alla mascella, si può procedere come nel caso della respirazione bocca a bocca con la differenza che la bocca viene tenuta chiusa per evitare che fuoriesca l'aria insufflata, e le insufflazioni vanno fatte attraverso il naso.

Respirazione bocca a bocca naso

Nel caso l'infortunato sia un bambino piccolo, il soccorritore può aderire le proprie labbra sul viso del bambino effettuando le insufflazioni contemporaneamente attraverso la bocca e il naso dell'infortunato. In questo caso la quantità d'aria insufflata e la forza dell'insufflazione devono essere ridotte.

Respirazione manuale di Nielsen
Se non è possibile la respirazione boca a bocca si può tentare una respirazione manuale la cui efficacia è molto inferiore.
Questa manovra è controindicata in caso di traumi o fratture agli arti superiori o alla colonna vertebrale.
Dopo aver steso l'infortunato a pancia in giù, su un piano rigido, con la testa iperestesa e gli arti speriori piegati, il soccorritore, inginocchiato, posiziona le mani sulle scapole dell'infortunato, con le dita ben aperte e, sfruttando il peso del proprio corpo, esercita una compressione sulla schiena che serve a far espirare l'aria. Successivamente afferra i gomiti dell'infortunato tirandoli verso di sè per favorire l'allargamento della gabbia toracica e quindi l'inspirazione. L'operazione va ripetuta con un ritmo di 15 atti al minuto.

Respirazione manuale di Silvester
Se non è possibile la respirazione boca a bocca si può tentare questa respirazione manuale la cui efficacia è molto inferiore.
Questa manovra è controindicata in caso di traumi o fratture agli arti superiori o alla colonna vertebrale.
Dopo aver steso l'infortunato a pancia in su, su un piano rigido, con la testa iperestesa, il soccorritore, inginocchiato dietro la testa del paziente, dovrà afferrargli i polsi, incrociarli sull'addome, portarsi in avanti e, sfruttando il proprio peso, comprimere l'addome per produrre l'espirazione. A questo punto dovrà portarsi all'indietro sedendosi sui talloni e aprire le braccia dell'infortunato per allargare la gabbia toracica e produrre l'inspirazione.

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