Crimini

- le sostanze chimiche furono usate sporadicamente in Libia, dal 1928 al 1930, i gas vennero impiegati durante il conflitto Italo-Etiopico del 1935-36 e nelle successive operazioni di “grande pulizia coloniale” e di contro guerriglia. L’Italia fascista aveva firmato a Ginevra il 17 Giugno 1925, un trattato internazionale che proibiva l’utilizzo delle armi chimiche e batteriologiche, ma tre anni dopo lo violò usando fosgene ed iprite contro le popolazioni Libiche.

- I campi di sterminio. Dall’esproprio dei terreni dalla confisca dei beni dei “ribelli”, dal diffusi esercizio del lavoro forzato, si passò alle deportazioni di intere popolazioni e alla loro segregazione in campi di concentramento. Quando i lager vennero definitamente chiusi nel 1933, i sopravvissuti erano appena 60000

- Le stragi. L’intera storia delle conquiste coloniali Italiane è punteggiata da stragi e da esecuzioni sommarie. Ma è in Etiopia che furono consumati i più orrendi eccidi, per esempio al generale Pietro M’aletti venne affidato l’incarico di punire i religiosi della città conventuale di Debba Libano. Vennero uccisi 449 monaci e diaconi.