ETIOPIA

Il paese a cui miravano veramente le spedizioni italiane era l’ Etiopia che si sospettava ricca di oro, di platino e di petrolio. Dopo le sconfitte subite alla fine dell’ ottocento (in particolare ad Adua e a Dogali), la riconquista dell’ Etiopia avvenne nel 1935-36, durante il periodo del regime fascista che rivendicava il paese anche per lo “spazio vitale”.    
La guerra di conquista fu forse una delle peggiori che l’ Italia abbia mai combattuto. Sotto le direttive di Mussolini furono compiuti atti brutali, infatti vennero usati i gas asfissianti (vietati dalle convenzioni internazionali), creati campi di concentramento, distrutti luoghi di culto e di cultura locali, massacrata la popolazione, tutto giustificato dalla teoria della superiorità razziale italiana. Tuttavia la resistenza etiope fu molto tenace e fallì il tentativo di annientarla dal 1936 al 1941. Tutte le colonie italiane (che erano state unificate come “Impero” negli anni del fascismo) furono perse  nel 1945, alla fine della seconda guerra mondiale(eccetto la Libia nel 1943).

l mito degli “Italiani brava gente” comincio ad affermarsi quando ancora l’Italia era impegnata in Africa a difendere i suoi territori. Il regime fascista tentava di costruire il mito di un Italiano più intraprendente e dinamico ma anche più buono, più prodigo, più tollerante. Insomma il prodotto esemplare di  una civiltà millenaria, illuminato dalla fede cattolica, fortificato dalla dottrina fascista.

La propaganda fascista era segnata dal trinomio «Dio, Patria, Famiglia»: «Dio, andare in Africa significava evangelizzare, essere missionari, pionieri in terre sconosciute e abitate da popoli primitivi; Patria, assicurare al proprio paese le materie prime, il lavoro e la possibilità di emigrare, accrescere il prestigio del nostro popolo; Famiglia, una via sicura per trovare un impiego al termine della campagna della conquista coloniale, nella stessa terra africana per la quale avevo rischiato la vita».

Oggi si può fare un bilancio dei crimini, e smentire il mito di "Italiani brava gente, come ci conferma Angelo Del Boca. Deportazione di massa, bombardamenti, campi di concentramento, rappresaglie indiscriminate, stragi di civili, confisca di beni e terreni: le pagine nere dei crimini commessi dalle truppe italiane in Eritrea, Somalia e Libia. La politica coloniale all’insegna del mito sugli “Italiani , brava gente”.
 

 
E' soltanto da qualche decennio che è iniziata un'obiettiva rivisitazione del Colonialismo Italiano. Negli anni immediatamente successivi all'"Impero Fascista" fu dato poco peso ai crimini, per questo i processi di chi si era macchiato di tali colpe non sono mai avvenuti.