"La donna esteriorizza, l'uomo somatizza!" Questa
frase, entrata ormai nel quotidiano di tutti noi, è frutto del
genio comico uno dei personaggi più eclettici del panorama
televisivo attuale: Raul Cremona, alias mago
Oronzo, alias Manipolini e moltissimi altri
protagonisti di show e spettacoli teatrali. Figura portante de
clan di Zelig fin dagli esordi del programma, Raul
Cremona torna in questa nuova edizione con il personaggio di Omen,
operaio misogino succube della moglie, che ha il coraggio di
sfogarsi solo alle sue spalle. Ecco Omen raccontato da Raul.
Come nasce Omen? Perchè questa scelta dellla
misoginia? Tutti gli uomini sono un po' come Omen, un
oratore da bar che cerca di ribellarsi alla sua realtà, ma non
appena arriva la telefonata della moglie ( nella vita di ogni uomo
c'è una telefonata) riesce solo a rispondere di si. L'unico modo
che ha per ribellarsi è sfogarsi al bar; anche nella
caratterizzazione ho voluto sottolineare l'aspetto dell'uomo
lavoratore incallito e incazzato che vede nella donna una vendetta
per tutte le sue frustrazioni. E' un cattivo, ha una connotazione
di detestabilità, ma tutto sommato è un povero cristo.
Lei nasce come prestigiatore, quindi conosce il mondo
della magia dall'interno: quali sono gli aspetti che enfatizza e
ridicolizza nei suoi personaggi? Io racconto la
componente stupefacente della magia, che a volte, come nel caso di
Oronzo risiede proprio nel suo non essere stupefacente, anzi direi
laido e volgare, praticamente l'esatto opposto di come dovrebbe
essere un mago, ma proprio per questo stupisce. Con l'imitazione
di Silvan invece cerco di recuperare i miei sogni infantili che
appartengono all'immaginario comune della mia generazione:
l'eleganza, il modo di parlare forbito e quasi stucchevole. Il
ruolo del prestigiatore comico è quello di andare a toccare tutte
queste fisime ed è quello che faccio io, sono le due componenti
che fanno parte di me, le mie due anime.
Secondo lei il prestigiatore è ancora una figura
attuale o appartiene ormai al passato? Quello con il frac
e lo smoking è roba d'altri tempi, mentre non passa l'attrazione
che suscitano sulla gente i giochi di prestigio, che puntano
sull'illusione, sull'oscuro rapporto di amore-odio per ciò che
non si conosce. L'uomo ha sempre voglia di farsi incantare e
abbindolare. Oggi il mago, inteso come ciarlatano trova sempre un
modo per reinventare la propria immagine e la gente finisce sempre
per cercarlo e sarà sempre così.
I suoi personaggi l'accompagnano anche nella vita?
Certo...mi tormentano! A volte mi trovo a parlare con le voci dei
miei personaggi senza rendermene conto. Per Omen ho coinvolto
anche mia moglie che mi ha aiutato a capire come poteva essere la
conversazione di una donna che dà delle direttive a suo
marito.
Lei ha lavorato sia in Tv che in teatro: quali sono le
differenze tra i due mondi per un comico? Come si trova in tv con
il clan di Zelig? La televisione richiede un ritmo molto
più veloce e quindi una sintesi immediata del personaggio, che è
una cosa difficile, ma il teatro, per contro, non accetta
compromessi: o sei bravo o no lo sei. Quando devi tenere la scena
davanti ad un pubblico per 20 minuti devi saper fare il tuo
mestiere ed è lì che si vede se hai stoffa. Il teatro è la
dimensione più naturale per un comico, ma in generale per ogni
attore. Con il gruppo di Zelig mi trovo bene, c'è una grande
collaborazione e capacità di confronto: è un gruppo vero e
voglio entrare a farne parte a pieno titolo.