Racconti
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Billy Bon
Testi di Paolo Accorsi
e Fabrizio Tesini
illustrazioni Alessandro Forti
questo
racconto appartiene agli autori secondo la legge 22 aprile 1941 n.633
: tutti i diritti riservati.
Se sei interessato alla sua riproduzione scrivimi (SOLEGEMELLO EDITORE) e contatterò
gli autori.
Avv. N° 5 “ Il leggendario Graal “Quella sera, il fumo si poteva quasi bere. Bon aveva di fronte a sé l’ ennesimo bicchiere di rhum Portoricano e da ore stava chiacchierando intensamente con la leva di una slot machine.
( 37° Episodio “ Un eroe allo sbando “ )
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La sacra coppa possiede dunque un terribile potere.
E’ un tramite tra uomo e Dio.
Fonte di eterna giovinezza.
Di potere assoluto.
Ma nasce forse dalle brame del maligno?
Come esso…..
E’ enigmatica e sfuggevole…
... Calma un attimo, adesso entro in gioco io...
Billy Bon
- Ah le donne!… Dammi retta amico… Lasciale perdere e pensa a te stesso…...
La donna ti ruba il cuore e poi lo schiaccia sotto il suo tacco…. Non lo sapevi?…
Poi, completamente inebetito, continuò:
- Ma tu non parli ! Bene, mi piacciono le persone che sanno ascoltare…
Improvvisamente, una poderosa bracciata lo spostò di lato.
- Scansati amico ! Se ti piace parlare con gli oggetti, parla con quell’attaccapanni…
Dopo aver inserito le monetine, l’omone tirò con forza la leva. Bon divenne una belva.
- Lascia stare il mio amico !
Estrasse la sua 38 a tripla canna e cominciò a sparare a raffica, demolendo il soffitto e facendo franare di sotto un letto matrimoniale, su cui il vice governatore Parson stava spudoratamente tradendo la moglie con la sorella del governatore. Nel locale scoppiò il finimondo e un nugolo di paparazzi si precipitarono per immortalare quell’ atto osceno.
Quella stessa sera, alla centrale…
- Cosa diavolo hai combinato !
Urlò Bonner, sceso personalmente nella zona delle celle per redarguire il suo pupillo.
- Ora Parson verrà sbattuto in prima pagina senza alcun ritegno ! In questi ultimi tempi ti comporti peggio di un asino bollito ! Resterai qui per almeno due mesi, a schiarirti le idee, poi vedremo…
Sentenziò il gigantesco capo della Polizia sempre gridando. Poi, per calmarsi, estrasse dalla tasca della giacca una confezione di quagliette al cioccolato e se ne andò mangiandosele. Pochi minuti dopo…
- Eh eh eh...Tu non hai idea del luogo in cui sei finito…Questo ramo della prigione è peggio della morte e io mi chiamo Gennarino Cravets…
Disse il secondino a Billy, col suo dentone d’ oro che scintillava in quel ghigno satanico.
Bon, ancora semi ubriaco, non sapeva nemmeno dove si trovava.
- Ma qua non c’ è niente da bere ? Ho qualcosa da dimenticare…
- Eh eh eh...
Rise ancora Cravets, che poi se ne andò scomparendo nel buio dei corridoi.
Sopraffatto dall’ oscurità, Bon precipitò in un tremendo incubo, fatto di alcool e voci di donna.
- Billy…Billy…non ci lasceremo mai…tu sei la musica della mia vita…su cui danzare per sempre…
E nella sua mente, si materializzò l’immagine della bella ballerina Wandy Bach, che da poco l’aveva scaricato fuggendo con uno sconosciuto. Danzava spensierata su di un primaverile prato fiorito, abbracciata ad una gigantesca bottiglia di whisky dalla quale spuntavano braccia e gambe umane. Bon seguiva la danza battendo a tempo le mani e inviando baci alla sua nuova fiamma, che rispondeva sbattendo dolcemente le ciglia. Ma ecco che ad un tratto, da un boschetto vicino uscì un uomo travestito da lupo, con in testa un turbante da fachiro. Questo bizzarro personaggio, strappò con violenza la bottiglia dalle mani della bella Wandy, per poi sfracellarla in testa a Bon. I due scoppiarono in un riso di scherno e poi abbracciati si allontanarono.
Bon si risvegliò urlando:
- Maledette ballerine, pronte subito a scappare col primo lupo che trovano !
Per colpa vostra sono qui solo…Ma dove sono ?
Finalmente, dopo giorni era sveglio. Proprio in quel momento udì alcuni rumori provenire dalla cella accanto. Percepì chiaramente delle voci…
- Fai piano Gennarino…
- Queste sono le mie prigioni, io qui faccio quello che voglio ! Portate il prigioniero…
IL corridoio s’ illuminò e Bon udì i passi di alcuni agenti, che trascinavano qualcosa o qualcuno. Poi, di nuovo, sentì la voce di Gennarino.
- Eccoti qua, maledetto Armeno ! Ora ci dirai tutto, se no ti strappo la lingua con questa tenaglia !
A quel punto, ebbe inizio un vero e proprio pestaggio, con tanto di rottura d’ossa, in conseguenza del quale, un uomo, con voce stridula, urlò:
- Aurg !!
- Allora, parli o no !?
Domandò Gennarino ansimante.
Ed ecco, che la voce di un poveraccio invase i corridoi delle celle.
- Allì ollà, sangùt burdhòk cyabath! Toch lamèt tuches e gratèhss!....
- Ma che lingua è !?
Domandò il giovane ed inesperto Jimmy Binoche.
- Taci cretinetti ! Questo è Armeno !
Rispose Gennarino adirato, che poi domandò :
- Ma dov’ è l’ interprete !?
- Scusaci capo…ci ha informato prima che è a casa con l’ influenza…
- Dannazione ! Siete un branco di somari Egiziani !
- Egiziani ?
Domandò candidamente il maldestro Binoche.
Bon a quel punto, udì il suono di un poderoso pugno e poi il tonfo a terra come di un sacco di patate. L’ interrogatorio comunque continuò ed il poveraccio tentò in tutti modi di spiegarsi, ma purtroppo per lui, nessuno lo poteva capire. Minuto per minuto, il pestaggio diventava sempre più violento e ad un certo punto, Cravets sentenziò:
- E’ andato…
- Se lo è meritato ! Questa è la fine che fanno tutti quelli che non parlano
l’ Americano…eh eh eh…
Si azzardò a commentare il vecchio agente Leslie Wood.
Un altro potente pugno rimbombò tra le celle.
- Imbecille !
Urlò Gennarino.
- C’ è poco da ridere ! Adesso cosa gli racconto al signor Steiner !?
- Potresti dirgli che il prigioniero aveva una capsula col veleno e che piuttosto di parlare ha preferito morire…
Osò proporre il magrissimo Jack Costolett.
Dopo l’ ennesimo pugno, regnò il silenzio: Cravets era rimasto solo…Passando davanti alla cella di Bon, il crudele secondino notò Billy steso sulla branda, col cappello che gli copriva il viso e le braccia a penzoloni ed inermi. Vedendo ciò, Gennarino sputò per terra e poi disse:
- Bell’ eroe questo qua ! Sono due giorni che dorme…Quando lo avrò tra le mani, gli annoderò le gambe attorno al collo !
E se ne andò.
Ma il nostro Billy, era ormai più che sveglio, e dopo aver sollevato il cappello disse:
- Steiner…questo nome me lo voglio proprio ricordare…
L’ indomani, di buona mattina, Bon fu scortato insieme a tutti gli altri detenuti di quel reparto, in sala mensa per la colazione. Essendo ormai considerato un criminale di prima fascia, fu aggregato al gruppo dei più pericolosi. Infatti, al suo fianco sedeva il boss dei prigionieri, noto col nome di “ il disumano “. Bon subito si presentò, allungando la sua mano incatenata.
- Piacere, io mi chiamo Bon, Billy Bon…
Per tutta risposta, “ il disumano “ gliela infilzò con la sua forchetta.
- Aaaahh !!
Pochi minuti dopo, il nostro eroe era già in infermeria. Mentre veniva medicato, domandò:
- Ho sentito che c’ era un Armeno in questo ramo della prigione, chi era ?
IL dottore smise di medicarlo per riflettere, poi scosse il capo contrariato e rispose:
- E’ impossibile, non abbiamo mai avuto Armeni qui…..
- Eppure, un Armeno è stato torturato e giustiziato a sangue freddo, proprio questa notte…e io ho sentito tutto…
- Mi sa tanto che lei lavora un po’ troppo di fantasia…Ormai non è più il grande investigatore Bon, ora lei è un normalissimo criminale da quattro soldi…Quindi, le consiglio di rigare dritto e di non creare problemi…
Mentre il medico continuava la sua ramanzina, Bon posò gli occhi sulla bella ed esordiente infermierina Ginetta Gere, futura nonna del noto attore. Una sola occhiata del nostro eroe e la dolce ragazzina era già sciolta nel più profondo degli oceani amorosi.
- Dottor Floyd, so che lei ha molto da fare…Se vuole finisco io la medicazione di questo paziente…
- Signorina Gere, si ricordi che questo non è un paziente ma bensì un volgare criminale…e che qui siamo in una prigione, non al cinema…
E gli indicò la gomma da masticare che maleducatamente mordicchiava.
Proprio in quel momento, il dottore venne chiamato d’ urgenza per un improvviso parto capitato ad una donna delle pulizie.
- Ma porc…
E se ne andò adirato.
La bella Gere, finalmente realizzò il sogno della sua vita, e porgendo un cerottino a Bon gli domandò:
- Posso avere un suo autografo signor Bon ? Questo cerotto lo attaccherò sul mio cuore…
Un arrossato Bon, sbagliò completamente la firma, scarabocchiando al posto del suo nome quello di Frank Sinatra. La ragazza, da tanto che era raggiante, nemmeno se ne accorse. Poi però, il nostro eroe, senza farsi scoprire dall’ agente che li sorvegliava, scrisse un breve messaggio e poi chiese alla bella fanciulla di farlo pervenire al Sergente Coyote. La sua indagine iniziava ora.
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