Il dio Api era una divinità vivente. Egli era rappresentato da una serie di tori vivi, ciascuno dei quali veniva specificatamente scelto da una mandria e decorato per scopi cerimoniali. Si riteneva che Api fosse una manifestazione del dio creatore Ptah ed era venerato come l'energia della creazione. Era spesso chiamato il figlio di Ptah ed era visto come il suo araldo o messaggero. Frequentemente rappresentato con un disco lunare o un disco solare poggiato fra le corna, porta al centro di esse l'Ureo, il cobra emblema della regalità. Spesso è rappresentato con le ali protettive della dea avvoltoio poggiate sul dorso. I crini della sua coda erano divisi in due ciuffi, forse a simboleggiare il duplice regno dell'Alto e del Basso Egitto. Il suo colore è il viola.
Api era
originariamente un simbolo di fertilità e più tardi venne
associato al dio Ptah. Entrambe le divinità avevano il loro
centro di culto a Menfi, capitale politica dellantico
Egitto. Si riteneva che il dio creatore Ptah avesse plasmato le
altre divinità e tutte le creature viventi. I suoi sacerdoti gli
attribuivano anche la paternità di Atum, il dio creatore di
Eliopoli. Api era ritenuto una manifestazione vivente di Ptah o
laraldo e lintermediario tra il dio e i suoi
adoratori mortali. In sostanza il toro Api era una sembianza
fisica dellenergia divina della creazione e forniva agli
Egiziani un riferimento per il loro culto.
Col tempo Api acquisì altre qualità e associazioni. Fu infatti
collegato ad Osiride e si trasformò in una divinità mortale. Si
riteneva che alla morte un toro Api fosse assimilato nella
personalità di Osiride, trasformandosi nella divinità associata
di Osiride-Api. Stranamente è a Iside, moglie e sorella di
Osiride che è più comunemente attribuito il ruolo di madre del
toro sacro.
Il toro vivente
Api veniva selezionato da una mandria ed era scelto per le sue
macchie e le sue caratteristiche. Si riteneva che Api fosse stato
concepito attraverso un lampo di luce e il toro Api era sempre
completamente nero tranne che per uno schizzo di bianco sulla
fronte a forma di triangolo e unaltra macchia a forma di
luna crescente sul fianco. Il suo ruolo era cerimoniale, limitato
a speciali apparizioni alle feste di Menfi, e riceveva il tipo di
attenzione normalmente riservata alla regalità. In media un toro
Api viveva quattordici anni e anche la sua morte era vissuta come
evento cerimoniale, con lo stato di lutto e la rituale
mummificazione. I tori Api venivano sepolti, ornati con gioielli,
in speciali tombe scavate nella necropoli nel deserto che
sovrastava Menfi.
Oltre che attraverso un fascio di luce, si riteneva talora che
Api fosse stato concepito da Ptah che, sotto forma di fuoco
celestiale, aveva fecondato una giovenca vergine. Il vitello nero
sarebbe nato da questa unione e si riteneva che fosse una
reincarnazione dello stesso Ptah, riconoscibile ai sacerdoti di
Menfi per il mistico marchio di uno scarabeo sulla lingua, oltre
che per la già menzionata chiazza bianca. Limmagine dello
scarabeo serviva a collegare Api con il dio Sole.
I movimenti ed i comportamenti di un toro Api erano interpretati
come portatori di un grande senso religioso e spirituale. Spesso
le sue azioni erano interpretate come auspici. Perfino il suo
interesse per una offerta di cibo poteva indicare vita futura e
benessere, mentre un netto rifiuto, al contrario, era annuncio di
morte prematura.
Api è il più noto dei tori sacri dEgitto, ma il culto di questi animali era certamente presente in più di un centro, e altre divinità oltre a Ptah erano ad essi associate. Ad Eliopoli il toro sacro a Ra-Atum era chiamato Merwer o Mnevis e, in una sembianza simile ad Api, era visto come il messaggero della divinità più importante, il dio Sole.