HATHOR: La Madre del Faraone

La dea Hathor è rappresentata da una vacca, una divinità universale associata al parto. Si dice che il suo ventre proteggesse Horus, il dio falco. Il suo nome infatti significa casa di Horus. E' spesso rappresentata come una donna con una parrucca sul capo, un copricapo costituito da corna di vacca e da un disco solare. Un'altra sua immagine è quella di una grande vacca selvaggia o di una colonna con la raffigurazione di un volto umano, con una parrucca e le orecchie di vacca. Al pari di Iside, ella è spesso rappresentata come la madre del faraone ed è perciò associata alla primogenitura e al diritto alla sovranità. Hathor è una divinità sensuale dell'amore, della musica e della bellezza. I Greci la associavano alla dea dell'amore Afrodite. I colori di Hathor sono le tonalità comprese tra il rosa e l'arancione: i colori della vitalità.

 

La Madre Hathor

Nell’antico Egitto la vacca era un simbolo positivo del potere femminile e della forza materna; una prospettiva, questa, abbastanza diversa dalla visione contemporanea di questo animale nel mondo occidentale. La sua simbologia esprime la natura prevalentemente benigna di questa divinità; essa è infatti una figura di sensualità, nutrimento e maternità. In alcune narrazioni, più che Iside la madre di Horus è Hathor ed è probabile che la sua connessione ad Horus preceda il mito di Osiride, nel quale Iside è una figura centrale. Hathor è anche una divinità del cielo e in questa versione si diceva che proteggesse il dio aquila Horus nel suo ventre. Essa è il suo luogo di residenza e di dominio, ovvero la “casa di Horus”. E' appunto per la sua connessione materna ad Horus che Hathor è spesso descritta come la madre del faraone: come Iside e altre divinità del pantheon egiziano, essa era associata alla primogenitura e al destino del principe. E spesso rappresentata nelle sembianze di una vacca che allatta il faraone dalle sue mammelle.

 

La Divinità dell'Amore e della Musica

Hathor è una divinità sessuale collegata all’amore romantico, ai piaceri della vita e alle arti sensuali. E associata alla musica, al canto e alla danza, e molte danze erotiche erano a lei dedicate; il suo strumento musicale era il sistro. L’influenza di Hathor è sia celebrativa che di seduzione. Essa è collegata al maquillage, alla gioielleria, agli ornamenti e alle sensuali abilità culinarie. Hathor possedeva anche una natura guerriera che generalmente veniva utilizzata nella difesa di qualcuno che ella amava o nutriva. Come Bastet, era a volte collegata alla divinità leonina sputafuoco Sakhmet, ed era in questo caso rappresentata come una leonessa anziché come vacca. Durante la contesa tra Horus e Seth ella manifesta il suo ingegno per difendere il figlio e in questa storia sfrutterà, più che la propria indole guerriera, astuzia e sessualità. Fu in questa circostanza che Hathor creò una situazione imbarazzante sollevandosi l’abito e mostrandosi a suo padre Ra, che era il presidente del tribunale. Con questo gesto ella ne provocò la risata, dissipando il suo cattivo umore così da permettere la continuazione del procedimento. Hathor, “la signora del sicomoro del sud” (un riferimento al suo antico albero cultuale), è anche una divinità funebre. In questo ruolo ella offre un passaggio sicuro a chi va nell’oltretomba, fornendo anche la protezione di un abito, il tjesten. Il papiro era consacrato ad Hathor e il suo principale centro di culto era situato a Dendera.

 

Le Sette Hathor

Le sette Hathor erano figure non dissimili dalle buone fate del folklore europeo. Il loro compito era quello di definire il destino di un individuo alla nascita, determinando il cammino della sua vita o gli insegnamenti spirituali per il suo futuro. Come la stessa Hathor, erano rappresentate come vacche e le loro immagini appaiono nelle tombe e nel Libro dei morti. Annunciavano l’arrivo delle grandi anime e manifestavano la loro angelica influenza guidando il destino di tutti gli esseri umani.

 

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© 2000 Sara Rinaldo