HORUS: Il Signore dei Cieli

Il dio Horus, figlio di Iside e Osiride, simboleggia l'energia medianica. E' il signore della profezia, della musica, dell'arte e della bellezza. Horus era il dio dei cacciatori ed era rappresentato da un falco. Successivamente fu identificato con il sole, divenendo il simbolo della nobiltà, archetipo dei faraoni. Horus, il falco divino, divenne quindi il dio del cielo, che aveva il sole come occhio destro e la luna come occhio sinistro. La sua natura comprendeva una chiaroveggenza che gli consentiva di vedere ogni cosa, una capacità visiva molto acuta e una sviluppata consapevolezza. I quattro elementi naturali, terra, vento, fuoco e acqua erano al suo comando. Horus, che rappresenta quindi l'equilibrio del mondo naturale, è anche associato all'orizzonte orientale e alle terre straniere. Il suo colore è il giallo.

 

Il Concepimento di Horus

In seguito all’uccisione di Osiride da parte di Seth, le dee Iside e Nefti vagarono sulla terra alla ricerca dei resti del suo corpo smembrato, che Seth aveva sparso in varie parti dell’Egitto. Riassemblato il corpo di Osiride, Iside utilizzò le sue arti magiche per resuscitarlo almeno temporaneamente, così da potersi unire a lui e concepire un figlio. Fu allora che Horus, l’erede vendicatore di Osiride e il legittimo successore al trono d’Egitto, fu concepito.
Molte leggende identificano Horus come un bambino nato segretamente a Khemmis e tenuto nascosto in paludi di papiro. Iside, con tutta la sua magia ed astuzia, lo avrebbe nascosto e protetto fino a quando non fosse stato abbastanza grande da sfidare suo zio Seth per la successione al trono.

 

Horus e la divina regalità

La disputa per la sovranità tra Horus e Seth è una lunga e complessa situazione che riflette l’importanza delle due divinità nella mitologia e nella cultura dell’antico Egitto. Si dice che il dio del sole Ra sia stato il giudice che, presiedendo al tribunale, divise in origine il territorio fra di essi: a Seth offri il dominio dell’Alto Egitto mentre a Horus quello del Basso Egitto. Alcune fonti, però, narrano che Ra cambiò successivamente idea e non favori Horus in alcun modo. Ne seguì una contesa di otto anni durante la quale Horus e Seth tentarono di superarsi l’un l’altro in astuzia. In diverse occasioni sarà ancora la magia di Iside a proteggere Horus. Con il suo aiuto, Horus riuscirà anche a vanificare un episodio di aggressione sessuale da parte dello zio, disonorandolo pubblicamente nel corso del processo.
Horus nel suo tentativo di essere riconosciuto come legittimo pretendente al trono dell’Egitto unificato, rappresenterà il diritto divino del faraone alla sovranità, e sarà una delle divinità la cui influenza conferisce regalità e potere.

 

L'occhio di Horus

Durante la disputa fra Horus e Seth, quest’ultimo insegue il nipote nel deserto e lo acceca cavandogli gli occhi dalle orbite. Horus è poi trovato da Hathor, in alcuni casi ritenuta sua madre più di quanto non lo sia Iside. Sarà lei a restituirgli la vista sanandogli gli occhi con il latte di gazzella. L’occhio lunare di Horus o udjat divenne una potente immagine che simboleggiava la regalità, la forza, la purificazione e la protezione. Per gli Egiziani l’udjat era un totem di protezione che veniva frequentemente indossato come collana, collocato sulle fasciature dei corpi mummificati e, in alcuni casi, dipinto sopra i feretri. Più tardi i Greci, che furono fortemente influenzati dalla cultura egiziana, dipinsero il simbolo di un occhio analogo sulla prua delle loro barche, affinché fosse di buon auspicio per la navigazione.
Ancora oggi, l’occhio di Horus ha una notevole influenza: le sue sembianze ricorrono, infatti, nella gioielleria popolare, nell’arte e nel disegno. Molti ne sono attratti senza conoscerne il significato, forse perché esso risveglia l’innato legame con gli antichi egiziani e con i miti di Osiride.

 

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© 2000 Sara Rinaldo