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Il Decadentismo europeo come fenomeno culturale e artistico
Il movimento dei decadents (decadenti) nacque a Parigi nella prima metà degli anni Ottanta. Del movimento se ne cominciò a parlare in seguito alla pubblicazione di un sonetto di Paul Verlaine sulla rivista “le Chat Noir” [Il gatto nero], nel maggio 1883.
LANGUORE Sono l'impero alla fine della decadenza, che guarda passare i grandi barbari bianchi componendo acrostici indolenti dove danza il languore del sole in uno stile d'oro.
Soletta l'anima soffre di noia densa il cuore. Laggiù, si dice, infuriano lunghe battaglie cruente. O non potervi, debole e cosi lento ai propositi, e non volervi far fiorire un po' quest'esistenza!
O non potervi, o non volervi un po' morire! Ah! Tutto è bevuto! Non ridi più, Batillo? Tutto è bevuto, tutto è mangiato! Niente più da dire!
Solo, un poema un po' fatuo che si getta alle fiamme, solo, uno schiavo un po' frivolo che vi dimentica, solo, un tedio d'un non so che attaccato all'anima! |
Vi affiorava il concetto che la raffinatezza e l'eleganza sono proprie appunto delle epoche storiche di decadenza. La nuova tendenza è caratterizzata dalla sensazione di un eccesso di civiltà e dell'imminenza di una catastrofe e, nello stesso tempo, dell'orgogliosa rivendicazione del valore positivo dell'artificio e della raffinatezza tipici delle epoche al tramonto.
Nel
1884 uscì il romanzo A rebours [Controcorrente] di Huysmans. Il libro,
fondato sulla convinzione della superiorità di una vita fondata sugli stimoli
artificiali e sull'estetismo, divenne la bibbia del Decadentismo. In esso
l'aristocrazia dello spirito è polemicamente contrapposta alla volgarità
della vita borghese. Controcorrente fece scuola in Inghilterra e in
Italia con la figura del dandy (personaggio eccentrico ed estetizzante)
creata da Huysmans, nel romanzo di Oscar Wilde Il ritratto di Dorian Gray (1890)
e nel Piacere (1889) di D'Annunzio.
Il
Decadentismo francese si caratterizza dunque per la percezione di una svolta
della storia, che si accompagna a un senso di estenuazione e di morte, di
“stanchezza, di saturazione culturale e degenerazione” a cui si unisce però
”un'idea di nobiltà spirituale” (Hauser). Come movimento organizzato esso
si esaurisce rapidamente, sostituito da altri movimenti, come il Simbolismo.
Alcuni
dei tratti del Decadentismo come movimento confluiscono nel Decadentismo come
civiltà culturale e artistica, che fiorisce in tutta Europa fra il 1890 e i
primi anni del nuovo secolo.
Le basi culturali e filosofiche del Decadentismo
Il
Decadentismo come fenomeno culturale e artistico nasce dalla rottura
epistemologica di fine secolo, cioè dalla rivolta antipositivistica in
filosofia (determinata dal pensiero di Nietzsche e di Bergson) e
antinaturalistica in letteratura. Il termine fu usato all'inizio in accezione
negativa, mentre oggi designa, in modo neutro, una particolare civiltà
letteraria e artistica.
I caratteri del Decadentismo
I
tratti fondamentali del Decadentismo come fenomeno culturale e artistico sono
diversi:
il
rifiuto del metodo scientifico e razionale;
soggettivismo
e individualismo, in modo che l'arte esprima le sensazioni del soggetto,
la sua vita interiore e sensuale. L'artista si presenta come un soggetto
isolato ed eccezionale, dotato di valori aristocratici e raffinati che lo
contrappongono alla “volgarità della borghesia” e della vita
quotidiana. Il poeta si trasforma in dandy, che disprezza la massa e
ispira la propria vita al gusto della distinzione e dell'artificio.
la
scoperta dell'inconscio, perché l'arte tende a esprimere le
associazioni profonde dell'io, la complessità dei pre-sentimenti, e a
collegare il mistero dell'anima a quello della Vita stessa dell’universo;
il
ricorso al simbolismo, poetica dominante del Decadentismo: di qui la
prevalenza dei procedimenti analogici, la ricerca delle corrispondenze fra
l'anima del soggetto e la vita dell'universo, il ricorso alla metafora e
soprattutto alla sinestesia;
l'estetismo
e la religione dell'arte.
I decadenti affermano non solo l’autonomia dell'arte, ma la sua superiorità,
Per sostenerne l'autonomia, diffondono la teoria dell’arte per l'arte: l'arte
deve obbedire solo a se stessa, liberandosi da qualsiasi criterio estrinseco
di natura morale, politica o sociale, Per sostenerne la superiorità,
promuovono il culto della forma come parte integrante del culto dell'arte,
intesa come pura Bellezza, ragione di vita, e vera e propria religione, La
vita stessa deve ispirarsi a criteri unicamente estetici, e deve risolversi
in arte.
Una
concezione del poeta come artefice supremo o come profeta e vate:
poiché la poesia è concepita come rivelazione dell’Assoluto, il poeta è
immaginato come il mediatore e il sacerdote di tale rivelazione. L'artista
è un inventore e un creatore: non
deve più imitare la vita, come facevano gli scrittori naturalisti, ma
crearla.
Il Decadentismo in Italia
In
Italia il Decadentismo si affermò all'inizio come reazione spiritualeggiante,
che contrapponeva i valori dell'anima a quelli materiali promulgati dalla
cultura positivistica e dalla letteratura veristica. Il Decadentismo italiano
si afferma a partire da Il piacere di d'Annunzio nel 1889 e da Myricae
di Pascoli nel 1891.
Gli eroi del Decadentismo (Baldi)