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Johann Wolfgang Goethe nacque a Francoforte sul Meno il 28 agosto del 1749.
Nel 1771 si laureò in giurisprudenza a Lipsia, dove aveva seguito corsi di disegno, medicina e scienze naturali. Tornato a Francoforte conobbe Herder, Jacobi e Klopstock, lesse autori mistici e neoplatonici e si avvicinò alla filosofia di Spinoza. Fu in questo periodo che compose I dolori del giovane Werther.
Nel 1775 si trasferì a Weimar come membro del Consiglio Segreto del Duca Carlo Augusto di Sachsen-Weimar, al servizio del quale si dedicò a studi di botanica, di mineralogia e si occupò di problemi politici.
Gli anni che seguirono furono molto felici per l'attività letteraria di Goethe, che compose le liriche Il Divino e Limiti dell'Umanità ed iniziò le stesure dell'Urfaust, dell'Ifigenia in Tauride, del Wilhelm Meister, del Tasso e dell'Egmont.
Nel 1782 gli fu conferito il diploma di nobiltà dall'imperatore Giuseppe II, che gli consentì di porre la particella von davanti al suo cognome. Il 3 settembre 1786 partì per Roma.
Tornato in Germania, nel 1789, gli nacque il figlio Augusto da Christiane Vulpius e, negli anni seguenti, strinse una profonda amicizia con Schiller, che lo esortò a non abbandonare mai la redazione del Faust e con il quale collaborò alla stesura della raccolta di epigrammi Xenien. Nel 1808 fu insignito della Legion d'Onore da Napoleone.
Nel 1830, a Roma, gli morì il figlio Augusto. Goethe lo seguì il 22 marzo del '32, alcuni mesi dopo aver sigillato il manoscritto del Faust II.
Trama del romanzo: il giovane Werther racconta all'amico Guglielmo tramite alcune lettere la sua sfortunata vicenda amorosa. Werther, infatti, è innamorato di Lotte, già promessa e poi sposa di Alberto, arido, ma di buoni sentimenti, di cui peraltro il protagonista diviene amico. Durante la lettura dei versi di Ossian, Werther strappa l'unico bacio all'amata; poi, però, tormentato dalla gelosia, si uccide con le pistole di Alberto consegnategli dalla stessa Lotte, quando già aveva deciso di intraprendere un lungo viaggio.
Temi:
I dolori del giovane Werther fu scritto nel 1774 da Wolfgang Goethe, il
quale trascrisse in parte la sua vicenda biografica, ed è quindi permeato da
temi tipicamente romantici: l'amore, sublimato ed unico conforto al deludente
presente e la natura, portatrice di serenità e consolatrice. La natura, in
particolare, diventa lo spazio complice ed assonante con i sentimenti del
protagonista; l'amore, capace di scatenare tempeste emotive e dispensatore di
grandi gioie, ma anche di grandi dolori, è vissuto intensamente ed
interamente, pur concretamente irrealizzabile. Al contrario de Le ultime
lettere di Jacopo Ortis di Foscolo, nel romanzo di Goethe le vicende
passionali non si alternano a quelle politiche.
Struttura e forma: il romanzo è scritto in forma epistolare e le
vicende sono narrate per mezzo di lettere che il protagonista invia all'amico
Guglielmo. L'intervento esterno di quest'ultimo, comunque, è circoscritto
all'inizio del romanzo ed alla fine, quando Guglielmo descrive il suicidio di
Werther. Gli avvenimenti sono narrati in modo analettico e non sempre l'ordine
cronologico viene rispettato; questo accade soprattutto nella seconda parte del
romanzo dove il ritmo appare più concitato e le riflessioni del Werther sono
guidate dall'emotività e dai ricordi per Lotte, Alberto, Guglielmo e la madre.
La prima parte del romanzo, invece, più rilassata, ospita ampie descrizioni
ispirate alla natura e ricche di dettagli.
Personaggi: il protagonista è il giovane Werther, il cui profilo fisico
non viene mai delineato. Possiamo comunque trarre un'immagine perfettamente
nitida del suo carattere e del suo pensiero dagli indizi che lui stesso
fornisce tramite le epistole. È un uomo colto, ama la letteratura e nelle sue
epistole cita numerose letture quali Omero e Ossian; ama, inoltre, la vita
semplice ed agreste, caratteristica che lo fa ben volere dal popolo e dai
bambini. Come ogni eroe romantico è dotato di un'estrema sensibilità agli
eventi esterni ed alterna momenti ottimistici, di passione e di amore per la
vita ad altri di sconforto e depressione che lo porteranno al suicidio. Lotte,
invece, viene connotata ampiamente dal Werther sia fisicamente (dalla bella
figura, di media statura, con lineamenti pieni di grazia ecc…), sia
intimamente come una ragazza ingenua, ferma, serena, attiva; Alberto, ponderato
e calmo, si configura caratterialmente come l'opposto dell'eroe, d'animo
tempestoso e passionale, con il quale stringe comunque amicizia in un rapporto
di reciproca stima. Alberto, dunque, non può esser definito antagonista,
quanto piuttosto rappresenta l'impedimento e l'ostacolo contro cui si imbatte
il Werther.
Stile: nel racconto il tono drammatico prevale su quello puramente
descrittivo e l'uso del discorso indiretto su quello diretto. Il tono è
semplice e puro come le passioni che sono rappresentate, tuttavia sono presenti
francesismi di cui l'autore si serve di sovente. L'organizzazione sintattica
predilige l'ipotassi per sottolineare situazioni e stati d'animo tormentati,
mentre la paratassi accompagna le descrizioni della natura ed i momenti
bucolici.
Naturale il confronto con Le ultime lettere di Jacopo Ortis del Foscolo.
Testi tratti da I dolori del giovane Werther: