regime trascorrente è la dislocazione verso Nord del margine settentrionale del  bacino Pliocenico.
Infine vanno segnalati gli effetti della “neotettonica” nei processi di erosione accellerata riscontrati in vari settori dell’area studiata: l’evoluzione del Bacino di Caltanissetta, infatti, dal Pliocene ad oggi è stata caratterizzata da elevati tassi di sollevamento; aree di questo tipo presentano un’elevata propensione all’instabilità dei pendii che risulta maggiormente accentuata in presenza di versanti disposti a franapoggio.

______________________________

Rapporti tra evoluzione tettonica e geometria dei depositi pliocenici

La geometria dei depositi pliocenici è stata notevolmente condizionata dagli eventi tettonici,  verificatisi prima e durante la loro deposizione. L’attività tettonica precedente alla deposizione ha disegnato la fisiografia del bacino di sedimentazione e di conseguenza, condizionato lo stile deposizionale dei sedimenti pliocenici; la tettonica sin-sedimentaria è stata invece responsabile delle parziali deformazioni sin-sedimentarie marcate dalle discordanze angolari fra l’intervallo basale, mediano e superiore del ciclo pliocenico. Nelle pagine seguenti viene ricostruita la cinematica degli eventi deformativi e i rapporti stratigrafici esistenti fra i terreni coinvolti al fine di valutare il ruolo giocato dalla tettonica sin-sedimentaria  sulle geometrie deposizionali dei depositi pliocenici e di definire i modi ed i tempi delle fasi tardive della deformazione.Nello stadio finale del processo collisionale è avvenuta una propagazione del fronte di compressione verso le aree esterne di avampaese su cui già erano sovrapposte le falde alloctone di derivazione interna. La deformazione si è esplicata nella formazione di scaglie tettoniche che deformando le successioni di avampaese sepolte sotto le falde hanno generato una geometria a duplex. La deformazione a thrust in profondità si è

 

manifestata con una serie di rampe che hanno ritagliato la pre-esistente geometria a falde di ricoprimento (LENTINI et al., 1994; 1996). Questa  strutturazione  a  thrust  tardiva  è  stata  caratterizzata da notevoli sollevamenti delle  aree assiali dell’orogene con la creazione nelle aree esterne antistanti di una zona di basso strutturale nella quale ha avuto luogo la deposizione del ciclo pliocenico. Questa è avvenuta sotto il duplice controllo dell’eustatismo e della tettonica sinsedimentaria. Dal punto di vista giaciturale i conglomerati e le sovrastanti marne argillose azzurre sono caratterizzati da un contatto basale con geometria di tipo on-lap, evidenziato dal progressivo appoggio, procedendo verso NW, dei termini via via più recenti sul substrato. L’appoggio trasgressivo sul substrato interessa anche la transizione da  marne ad arenarie. In questo caso la variazione verticale di facies è giustificata dalla crescita di strutture nella catena a retro del bacino, che produceva una ripresa dell’attività erosiva ringiovanendo il sistema drenante che forniva il materiale sabbioso per la sedimentazione piuttosto che a fenomeni eustatici che contrasterebbero con la geometria dei depositi. La variabilità delle caratteristiche litologiche, già elencata nel capitolo della stratigrafia, delle arenarie plioceniche nei vari affioramenti riflette condizioni batimetriche differenti; in particolare le arenarie della dorsale di M. Callo sembrano suggerire una condizione di prossimalità al margine settentrionale del bacino. Nello schema 1 è stata effettuata una ricostruzione della distribuzione delle facies degli orizzonti pliocenici in senso N-S; si può notare la sovrapposizione dei diversi intervalli discordanti. Per ciascuno di essi è stata ricostruita la distribuzione delle facies. Nei livelli basali è ipotizzabile un passaggio laterale tra i conglomerati, affioranti a nord e le marne affioranti a sud al tetto dei Trubi . Nell’intervallo mediano è stata rappresentata la variazione di facies riconosciuta sul terreno tra arenarie e alternanza arenaceo-marnosa. E’ stato inoltre rappresentato l’appoggio di tipo on-lap lungo il margine settentrionale del bacino. Infine sono rappresentate la

Pagina successivaPagina precedente

Torna al Sommario