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distribuzione e la
successione verticale di facies nell’orizzonte sommitale. Una prima
discordanza è relativa ad una intensa fase deformativa che ha coinvolto i
sedimenti supramiocenici e si è realizzata dopo la deposizione dei livelli
basali pliocenici. Il movimento trasmesso attraverso i thrust profondi si è
propagato in superfice con la formazione di fronti che affiorano in
località Ex Feudo Criscinà; una successiva riattivazione delle strutture
profonde bordiere del bacino è responsabile del successivo piegamento dei
sovrastanti terreni marnoso-arenacei evidenziato dalle giaciture degli strati
pliocenici mediani in corrispondenza di Poggio Pellegrino (con inclinazioni fino
a 40°) e M. Criscinà (con inclinazioni comprese fra 0° e 20° ) dove affiora
il nucleo di un’ampia sinclinale. In una visione in pianta i piani di taglio
relativi a questa seconda fase deformativa mostrano una articolazione a rampe
frontali e laterali ben evidenziate dalla distribuzione degli alti e bassi
strutturali suturati dai diversi orizzonti del
pliocene.
Il diverso grado di avanzamento dei singoli thrust è
stato accomodato attraverso la creazione di “tear fault”, cioè di rampe
laterali di svincolo sviluppate con orientazione parallela alla direzione di
trasporto tettonico. Dalle relazioni tra depositi e strutture risulta evidente
un progressivo ringiovanimento delle rampe laterali verso SE. A scala regionale
tale articolazione può essere messa in relazione ai differenti spessori dell’avampaese
in collisione con l’orogene che avrebbe favorito un maggiore avanzamento della
catena verso SE. Questa fase tettonica genera perciò una discordanza,
all’interno delle marne argillose azzurre, riportata nella carta
geologica allegata. E’ possibile peraltro notare che lo spessore delle marne
argillose azzurre dell’intervallo mediano del ciclo pliocenico è alquanto
differente nel fianco settentrionale e meridionale della sinclinale: la
spiegazione potrebbe ricercarsi in un differente tasso di sedimentazione,
decrescente da N verso S, ma più probabilmente
è dovuta all’effetto della discordanza
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mediopliocenica che avrebbe obliterato parte del fianco meridionale della
struttura infra-mediopliocenica. Tali rapporti indicherebbero una traslazione
verso sud del depocentro dei depositi dell’intervallo superiore del ciclo
pliocenico. Le deformazioni medio-plioceniche non hanno comportato comunque una
sostanziale variazione del regime tettono-sedimentario in quanto la deposizione
delle marne argillose azzurre è proseguita anche dopo il piegamento eccetto a
M. Callo dove si ha la sedimentazione di un’alternanza di livelli
marnoso-arenacei.. Lo schema 1 evidenzia questo passaggio eteropico; lo
schema 2, invece, illustra i rapporti esistenti fra le facies Plioceniche in senso E-W.
Gli effetti del sollevamento della catena a monte, conseguente alla
tettonica sin-sedimentaria vengono registrati nei livelli più alti della
successione in seguito alla riorganizzazione del reticolo drenante, nei
rilievi in erosione che forniscono addizionamenti di
materiale terrigeno ai corsi d’acqua che depositano sabbie e
argille con geometrie e variazioni di facies tipiche di zone profonde ad alta
velocità di sedimentazione e prossimali alla terra emersa. Nella zona di
Centuripe, così come a Leonforte più ad W, affiorano i massimi spessori delle
sabbie plioceniche; in corrispondenza di quest’area è possibile ipotizzare la
presenza di un importante reticolo fluviale ad asse N-S caratterizzato da un
delta che evolvendosi, progradava verso le aree meridionali. La regressione
per colmamento del bacino, è avvenuta per la deposizione di livelli
arenacei con geometrie a stratificazione obliqua sul sottostante fondo marnoso;
geometrie di questo tipo sono state riscontrate a contrada Zotta Campana
nell’alternanza di marne ed arenarie (foto 19) e vengono
interpretate, quindi, come depositi
di ambiente fluvio-deltizio. Nel Pliocene medio si ha un
rallentamento apparente dell’attività tettonica con blande deformazioni
dei livelli del ciclo
superiore del Pliocene, che ha determinato la
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