Non e' finita li': Maurizio e Fabio riescono
a rientrare, mentre io cado per la terza volta su quella fottuta salita dove Maurizio era
caduto ieri, stavolta polverizzandomi il mio gomito ... era diventata nuovamente una pista
ghiacciata quella salita e quei maledetti l'hanno presa meglio di me, che dalla paura l'ho
cercata di vincere con i piedi a terra ... ma il vento mi ha fatto sgambetto e mi ha
letteralmente fatto scivolare per terra come un castello di carte. Un passante mi aiuta a
salire e mi ricovera la moto in casa sua, dandomi un passaggio in macchina verso l'Albergo
(erano sempre e solo 200 metri, ma io ero a tocchetti piccoli piccoli ed il Sig. Schuhbaum
ha capito e cristianamente ha tirato fuori la sua macchina e mi ha riaccompagnato) ...
mentre Maurizio e Fabio, arrivati mezz'ora prima di me, partono un po' a piedi ed un po'
con autostop per venirmi a recuperare ... incredibile vero? Ci siamo cercati per una buona
ora, poi a fischi e improperi in genovese antico ci siamo ritrovati e finalmente siamo
rientrati in senno, stabilendo che il giorno dopo sarebbe stato riposo assoluto per tutti
e tre, previo recupero del mio BMW ferito piu' nell'onore che nelle borse. Al Sig.
Schuhbaum ho lasciato della Grappa Piemontese che avevo nella borsa del serbatoio come
ringraziamento ed era piu' contento lui di avermi aiutato che io di essere stato
recuperato e scarrozzato in auto: "Italienische Grappa? Ganz Gut! Danke!" sono
state le sue parole commosse di ringraziamento ...

Il terzo giorno dei "Turisti" e dei "Cuochi"
(Venerdì 29 Gennaio)
Terzo giorno del
Raduno, ci svegliamo stanchi come camalli che hanno scaricato tutta la notte...e la
colazione massiccia riesce solo a farci rabbrividire dei pericoli di ieri e delle gran
facciate prese per terra...condizioni meteo variabili, temperatura -12. Alle 11.30 vado a
recuperare la moto verso casa Schuhbaum, dove mi accolgono in pompa magna, con caffe'
caldo, brioche e guanti e casco riscaldati; che simpatia in quella casa: gran risate, gran
bicchieri di grappa piemontese (da me nuovamente portata come ringraziamento
dell'incomodo) e alle 13 parcheggio la moto in Albergo ... Maurizio su California III
mezza aggiustata con nastro americano e corde elastiche e Fabio su TransAlp con forcella
svergolata tentano alle 12.45 di tornare al Raduno, mentre io resto a leccarmi le ferite e
ad ovviare alle rotture degli attacchi delle borse con mezzi di fortuna, peraltro
stranamente riuscendovi...ma dopo meno di un'ora il tempo peggiora e nell'arco di un
quarto d'ora ecco nuovamente la fottuta tempesta di neve, paura folle immediata per quei
due "incoscienti"...chiamiamo adunata con gli altri motociclisti che come me
avevano optato di restare in Albergo per organizzare le "ricerche", ma la
fortuna stavolta ci aiuta e vediamo i "figlioli prodighi" rientrare mezzi
congelati ma felici di essere scampati ad altre sonore facciate per terra.
"Siamo arrivati lassu' alle 13...il
tempo di scendere, fare 500 metri verso il raduno ed il tempo e' improvvisamente
cambiato", dice Maurizio, "...in 5 minuti la strada si e' ricoperta di neve per
oltre 5 centimetri, e li' noi abbiamo immediatamente levato le ancore".
E allora stabiliamo
di ritirarci in contemplazione nelle stanze dove, finalmente, ci prendiamo un pomeriggio
di assoluto riposo sino all'ora di cena, quando abbiamo dato fondo alle nostre arti
culinarie, preparando un monumentale e formidabile pentolone di trenette al pesto (in
vasetti portato da casa nostra assieme alla pasta), insegnando ai crucchi come mangiamo
noi la pasta in Italia e con fette di salame di S. Olcese tagliato a sciabolate e
distribuito come se piovesse, abbiamo concluso il terzo giorno da eroi...persino il cuoco
e' uscito dalla cucina per assaggiare ed apprezzare trenette e salame...mentre la Grappa
italiana l'ha fatta da padrone(nella foto, l'immagine digitalizzata dal depliant
dell'Albergo "Gasthof Zur Post" di Riggerding)!
E' tardi: sono le 00.30 e ci ritiriamo in buon ordine, per prepararci per domani:
se il tempo lo permettera', passeremo l'intera giornata al raduno. Prima di chiudere gli
occhi, un'occhiata al termometro esterno: -14 gradi !

Il quarto giorno: tutti insieme al Raduno!
(Parte quarta: Sabato 30 Gennaio 1999)
Ore 08.00 sveglia: la brutta sorpresa di
trovare il tempo coperto e neve leggera che cade ci lascia purtroppo molto sconfortati...e
allora decidiamo di fare i turisti veri e propri: scendiamo a Schollnach, a 7 km da
Riggerding, e ci infiliamo nei classici negozietti tedeschi per regali (con la speranza
che nel frattempo smetta di nevicare), scoprendo l'artigianato bavarese e scambiando due
parole con la simpaticissima e cordialissima gente della zona. Ma alle 11.30 finalmente la
neve smette di cadere ed uno scampolo di cielo azzurro ci riscalda immediatamente il cuore
e l'anima; le moto, pur rabberciate, sono pronte e in mezz'ora siamo arrivati al raduno.
Finalmente, Thurmansbang ed il raduno ci attendono...in ogni caso, memori di
giovedi' scorso, lasciamo le moto proprio in cima al paese e scendiamo a piedi la strada
di accesso di 2,5 km per poi accedere all'area del raduno.
Li' scopriamo che in
questa edizione sono presenti circa 4000/5000 persone contro le solite 11000/12000 a causa
delle condizioni meteo impossibili in tutta Europa: pochissimi norvegesi e svedesi,
pochissimi olandesi, belgi e italiani, i tedeschi erano con targhe locali entro 100 km di
raggio (Passau, Deggendorf, Iggensbach, Monaco) e la zona del raduno sembra quasi spoglia.
I nostri soci in tenda se la passano assai bene: Tepee indiano a 8 posti con una
caldissima stufa a legna all'interno, per terra la paglia e di lato alla tenda una
attrezzatissima cucina campale degna dei migliori accampamenti sioux, mentre uno
striscione del Moto Club delimita l'accesso al campo...complimenti, veramente bravi!
Foto, acquisti, risate...ma il tempo cambia di nuovo e ricomincia
per l'ennesima volta a nevicare fortissimo. Noi cerchiamo di sveltire le nostre operazioni
di sgombero immediato...ma prima di salutare i nostri (che rientreranno in Italia senza
grossi problemi martedi' 2 febbraio, n.d.r.), di fare i 2,5 km di sa lita, di posare
macchine fotografiche ed acquisti...passa una buona ora. Pronti finalmente a partire, sono
le 16.30 e la strada che porta all'uscita di Thurmansbang e' completamente ricoperta di
neve sino allo svincolo con la Strada Provinciale: ricordate quella mega-salita pari al 14
per cento di pendenza? Bene, ora si tratta di discenderla, ed il piu' velocemente
possibile prima che la neve si ghiacci. Credetemi, qui non mi sento di esagerare: 2 km di
discesa ripidissima innevata al centro e ghiacciata ai lati, in procinto di ghiacciare
ulteriormente entro un'ora, e' stato terrificante.
Tutti in coda a 10 metri di distanza l'uno
dall'altro, piedi per terra, cercando di non mettere le ruote sul lato della strada,
frenare dolcissimamente dietro e con i tacchi degli stivali, neve e vento che non ti
permettono ne' di vedere la moto davanti a te ne' di aprire la visiera del casco. 65
minuti di discesa al cadiopalma, mai passato nella mia vita motociclistica un'esperienza
simile, per poi infine riuscire ad arrivare al famoso bivio con la Strada Provinciale e
scoprire la Polizia tedesca che blocca l'accesso al paese attraverso questa famosa
salita/discesa persino alle auto con le catene. In fondo a questa discesa ci siamo
abbracciati come dei bambini all'asilo, abbiamo aiutato alcuni motociclisti di Venezia a
fermarsi (la neve sulla strada era a livelli preoccupanti e bastava frenare un po' di piu'
che volavi come un uccellino per terra) e in attesa dello Spazzaneve che su Strada
Provinciale passava ogni 30 minuti, ci rendiamo conto che nessuno piu' puo' scendere da
quella discesa poiche' si e' tutto ghiacciato e la Polizia pertanto chiude la strada verso
Thurmansbang. Finalmente, intirizziti ed ancora tremanti da questo episodio, rientriamo
nel nostro caldissimo Albergo alle ore 18.30 stremati dalla fatica fisica e mentale, mentre
scopriamo con orrore che un motociclista di Milano ha perso la vita cadendo da quella
maledetta discesa, sbattendo contro un camion.
Non c'e' molto da aggiungere: dopo questa
incredibile notizia ci siamo spenti tutti come una candela al vento, pensando a quel
povero giovane che ha perso la vita.
Dopo cena, prepariamo le borse per la
partenza di domani e ci ritiriamo in camera. Nessuno di noi ha dormito quell'ultima
notte.

Il quinto giorno della partenza, della bomba, del gelo!
(Parte quinta: Domenica 31 Gennaio 1999)
Ci alziamo alle 07.30 e prepariamo le moto
prima della colazione: tutte le serrature delle borse, delle chiavi di accensione e delle
selle sono bloccate dal gelo notturno. Acqua calda e alcool ci aiutano a liberare le
serrature ed avviamo i motori per il necessario riscaldamento... -18 gradi, eppure non si
direbbe: un tiepido sole fa capolino dal monte...boh, staremo diventando dei bei pinguini!
Colazione iper-calorica (in previsione di saltare il pranzo di mezzogiorno ci siamo
riempiti come dei tacchini a Natale) e alle 09.45 partiamo con il sole che ci accompagna
praticamente sino al tramonto, la temperatura e' di -12 e quindi accettabilissima.
Proseguiamo in autostrada verso Rosenheim,
poi verso il confine con l'Austria a Kufstein e scopriamo che il Passo del Brennero,
aperto solo da sabato pomeriggio, verra' chiuso nuovamente dalle 08.00 alle 17.00 per far
brillare un ordigno della seconda guerra mondiale rinvenuto alcuni giorni or sono ... In ogni caso la percorribilita' e' assicurata, le
strade sono solo sporchissime di sale e bratta e continuiamo l'avvicinamento verso il
confine con l'Italia con la temperatura che si mantiene a -8/-10.
Alle ore 15.30 saliamo il Passo del Brennero
(aperto, e chi l'ha detto che lo chiudevano?) e rientriamo nella Madre Patria superando la
dogana a -18 gradi, mamma mia che freddo che comincia ad entrarci nelle ossa...
Al primo Autogrill di
Vipiteno/Sterzing ci catapultiamo ad ordinare secchielli di caffe' espresso bollente (in
Germania il caffe' e' sciacquatura di piatti sporchi e unti, te ne servono una tazza
intera da latte, ti rubano 4 marchi pari a circa 4 mila lire ed il caffe' e'
luuuuuuungoooooooooo e slavato e vorresti affogarci dentro il cameriere che le lo porta) e
il benzinaio ci confessa che e' chiuso il tratto Bolzano Nord-Bolzano Sud per quella
famosa bomba. Facciamo due calcoli mentre continuiamo a bere caffe' serio e dopo mezz'ora
di sosta ripartiamo, certi di arrivare in tempo per la riapertura del tratto autostradale,
mentre il concessionario BMW di Genova Massimo Panfili, anche lui salito in Germania con
un vecchio sidecar, si ferma per la rottura definitiva del cardano causa il gelo...mamma
mia, anche lui dovra' "portarsi" ad aggiustare la moto, eh eh!
Accade dunque che arriviamo a Bolzano Nord
mentre la Polizia Stradale sta rimuovendo il blocco (troppo precisi, noi!) e felici
scendiamo verso Paganella, poi Affi, Desenzano e Peschiera sul Garda, mentre la
temperatura si alza, si alza, si alzaaaaaa !!!! fino a +4, incredibile, sembra di
rinascere. Poi Brescia, Cremona, Piacenza sempre a temperatura umana, sino all'ultima
immane prova da superare: maledetta Serravalle e i suoi -5 gradi che ci
"congelano" letteralmente: mai avuto piu' freddo in vita mia, nemmeno in
Norvegia a Capo Nord quando ero sotto le armi in un esercitazione NATO con gli Alpini,
l'umidita' della Valborbera ti fa sembrare di essere bagnato, mentre il gelo ti schianta
le labbra e i piedi... Ci rifugiamo in un Autogrill e dalle facce degli inservienti
capiamo che assomigliamo a dei Merluzzi Findus: tutti zozzi, bianchi di sale, le giacche
gelate e le grinte con gli occhi scavati...
Per di piu' poi sentiamo Onda Verde che
avverte che "...a Busalla ghiaccio in autostrada"...
OK, Gelo Maledetto non avrai il nostro
scalpo! e ripartiamo, dopo aver giustiziato il barista che faceva battute inopportune
("eh, belin, ci vuole mica tanto per arrivare a Genova"), ormai certi di essere
vicini all'arrivo. Ma Busalla ci attendeva a braccia conserte, sembrava volesse dirci:
"Brutto il tempo in Germania? Ed ora cuccatevi Busalla-Bolzaneto versione
Siberiana!" e alla prima curva dopo il ponte di accesso all'autostrada, eccolo li' il
ghiaccio fottuto ai lati della strada, guarda come brilla e come ti invita a posarci sopra
una facciata...
Erano le 22.00 precise quando abbiamo attaccato il tratto, piedi a terra (toh, che
combinazione) in prima o seconda e ad una velocita' di 20 km/h saliamo sino alla galleria
Campora e poi giu' per le curve sino a Bolzaneto, sempre con il terrore di volare per
terra...
Alle 23.15 (un'ora e un quarto per fare 14
km, di solito ci vogliono 10/12 minuti ad andatura turistica!) usciamo indenni a
Bolzaneto.
Abbiamo fermato le moto e ci siamo guardati
negli occhi...e' bastato questo per sentirci finalmente a casa, di sentirci riscaldati
moralmente per aver terminato questo Elefantentreffen 1999 nel migliore dei modi a noi
concessi e di aver portato a casa la pellaccia (sporca, salata come un'aringa ma intera).
Ben vengano i danni materiali alle motociclette, le rotture si aggiustano...ma l'incidente
occorso a quel povero ragazzo e' stato un avvenimento che ha colpito tutti noi e
stabiliamo di comune accordo di ringraziare il Signore di averci aiutato.
Martedi' 2 febbraio infatti saliamo al
Santuario N.S. Madonna della Guardia, dove accendiamo una candela per quel nostro fratello
motociclista e una candela a nome del Moto Club Touring Genova '91, "per aver aiutato
i motociclisti a tornare a casa durante l'Elefantentreffen 1999 in Germania", dice
testuale la frase scritta nel libro degli ospiti dagli ex-voto in Basilica.
Alla sua decima uscita in Germania, il
Presidente Maurizio Parodi ha dichiarato che questa e' stata l'ultima sua partecipazione
all'Elefantentreffen.
(scritto da Alessandro Vassallo)


Al centro, la carissima amica Sig.ra Kristine Orlowsky
con ben 36 presenze all'Elefantentreffen ...
nella vetrina, l'adesivo del Moto Club Touring Genova '91:
Danke, Frau Kristine!

Lo Stendardo Ufficiale della Baviera

Ecco la motocicletta cui e' dedicato il Raduno:
DKW "Elefanten" ... sommerso dalla tempesta!

Un Tepee stile indiano in mezzo al bosco

Panorama verso l'ingresso del Raduno, ritratto il sabato mattina ...
come si puo' vedere, ben poca gente rispetto alle edizioni precedenti

Ecco il Campo Base del Moto Club Touring Genova '91:
teneda riscaldata con stufa a legna, cucina genovese ...

...e la voglia di tornare al mare!

Parcheggiando nel bosco ...
si rischia di congelare la moto!

Ma l'allegria e' stata veramente tanta: eravamo talmente in pochi ...
che ci si sentiva un po' degli eroi

Un "Presepe di Elefanti" sul parafango anteriore di un BMW
R-1100 GS!

Ed ecco in fondo dall'Arena, un Elefante in moto ...

... mentre quest'altro Elefantino preferisce scaldarsi sul fuoco!

... mentre questo piccolo Elefantino non vede l'ora di ritornare a casa
(naturalmente in moto)!

Vi ricordate l'amico tedesco "tettone" che abbiamo
fotografato
nell'edizione passata? Ebbene si', anche quest'anno l'abbiamo scovato
ed ha voluto posare per noi in atteggiamento "provocatorio"!

Sergio Rava, il Vice-Segretario del Moto Club Touring Genova '91
in versione "spaventato in tenda": mentre lo si fotografava,
dall'esterno
alcuni giannizzeri scrollavano la tenda causando l'effetto panico,
come si puo' chiaramente leggere negli occhi di "Sergione" (che dopo
la foto
ha letteralmente giustiziato alcuni degli scuotitori di tenda)!