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Testimoni
di Geova:
Prima delle SS arrivò il fascismo
Articolo da
Triangolo Rosso: 03 Novembre 2001 (Aned)
La
persecuzione religiosa
Due
incontri
Testimoni
di Geova
Prima
delle SS arrivò il fascismo
Arrestati e confinati a cominciare dal 1927 anche per
compiacere le autorità della
Chiesa in vista del Concordato – Dichiarati fuori legge in Germania nel
1933: iniziava il genocidio per soffocare la loro obiezione di coscienza
di Pietro Ramella
Prima di rievocare la drammatica repressione nazista
occorre ricordare, a chi in Italia vuole riscrivere i testi di storia, che il
fascismo fu maestro di repressione: oltre agli antifascisti infatti perseguitò,
ben prima delle ignobili leggi razziali del 1938 che avrebbero colpito i
cittadini di razza ebraica, i seguaci della Bibbia, come risulta dall’esame di
cinque circolari diramate dal ministero dell’Interno nel periodo 1929-1940,
contenute nei fascicoli depositati presso l’Archivio centrale dello Stato a
Roma.Non può passare sotto silenzio il fatto che la discriminazione fu
dettata da un calcolo meschino, volto a compiacere le autorità religiose con
cui il regime, per allargare il suo consenso, stava intessendo i contatti, che
avrebbero portato al Concordato dell’11 febbraio 1929 tra lo “Stato italiano
e la Santa Chiesa”.
Tra il 1927 ed il 1943 in un elenco di 142 persone
arrestate e mandate al confino per motivi religiosi, 83 erano Testimoni di
Geova. Con lo scoppio della guerra ventisei furono condannati dal tribunale
speciale fascista, a quasi 190 anni complessivi di carcere per aver diffuso
pubblicazioni bibliche che, secondo gli inquirenti, prendendo posizione contro
il conflitto, avevano offeso la dignità del duce, del re, del papa e di Hitler.
Tra gli arrestati alcune donne, Maria Pizzato e le sorelle Protti. Riferendosi
ad Albina Protti Cuminetti, una detenuta comune fece la seguente dichiarazione:
“A lei che non vuole uccidere hanno dato undici anni e a me che ho ucciso mio
marito ne hanno dato dieci…”
Due Testimoni italiani conobbero l’agghiacciante
esperienza dei lager nazisti: Salvatore Doria, detenuto nel carcere di Sulmona
dove scontava undici anni inflittigli dal Tribunale speciale fu deportato prima
a Dachau e poi a Mauthausen. Liberato dagli alleati, ritornò in Italia, ma
duramente provato nel fisico morì nel 1951 a 43 anni.
Narciso Riet, nato in Germania da genitori italiani,
braccato dai fascisti repubblichini e nazisti per diffusione di pubblicazioni
bibliche, venne arrestato a Cernobbio e deportato a Dachau. Sottoposto ad atroci
torture, fu assassinato prima della liberazione dei campi.
I relativamente pochi casi d’arresto e deportazione
che colpirono i Testimoni italiani, si spiegano con la loro scarsa presenza
nella penisola, che secondo le fonti variava da un minimo di 100 ad un massimo
di 250 seguaci.
In Germania all’avvento di Hitler al potere, i
Bibelforscher (Studenti Biblici) erano circa
20.000. Nel luglio 1933, con le leggi che sopprimevano ogni parvenza di
democrazia, furono dichiarati fuori legge.
L'unica opposizione tra le confessioni
religiose
Le motivazioni? Ha scritto Bruno Segre: “Per i
nazisti i testimoni incarnavano tutto ciò che i tedeschi odiavano. Il Movimento
era internazionale, influenzato dall’ebraismo attraverso l’utilizzo
dell’Antico Testamento e la sua escatologia; predicava il comandamento che
ordinava di non uccidere e quindi rifiutava il servizio militare…”
Essi, infatti, pur essendo
scrupolosi nell’osservare le leggi, si scontrarono con l’ideologia
totalizzante del nazismo, poiché si rifiutavano, per una questione di fede, di
imbracciare le armi, di lavorare per l’industria bellica, di aderire al
partito nazista e di osannare il Furher. Bibbie e pubblicazioni bibliche furono
confiscate e date alle fiamme, i credenti picchiati e arrestati per aver
partecipato a riunioni di culto, alcuni internati nei campi di concentramento di
recente istituzione. Quelli impiegati nelle amministrazioni pubbliche, vennero
licenziati, i loro figli pesantemente discriminati a scuola e bocciati, malgrado
gli ottimi voti, perché si rifiutavano di partecipare alle adunanze
paramilitari. Unici tra tutte le confessioni religiose, i Testimoni di Geova
presero posizione contro il regime denunciando sulle loro pubblicazioni
clandestine la barbarie dell’ideologia hitleriana, tanto che la Gestapo formò
un’unità speciale per perseguitare quanti, di nascosto, continuavano a
praticare e diffondere i precetti della loro fede.
Nel 1938, anno della “notte dei
cristalli”, (una notte di terrore, che scatenò con la distruzione dei negozi
ebraici, un’ondata di uccisioni, violenze e arresti), su 20.000 Testimoni
circa la metà finì nei campi di internamento, dove furono contraddistinti
dagli altri prigionieri da un triangolo viola cucito sull’uniforme. Per il
trattamento spietato 2.000 di loro vi trovarono la morte. Nei lager essi
continuarono coerenti a resistere passivamente tanto che per rompere la loro
solidarietà si decise di sparpagliarli in blocchi diversi. Ma poi si dovette
fare marcia indietro quando ci si accorse del pericolo rappresentato dal loro
attivismo “missionario”.
Nel corso della seconda guerra mondiale, circa 300 Testimoni
furono condannati alla pena capitale dai tribunali militari quali obiettori di
coscienza ed in gran parte decapitati, perché la fucilazione era ritenuta una
pena troppo mite.
Nello stesso periodo, approfittando
dell’isterismo bellico, i nazisti presero nei confronti dei figli dei
“geovisti” misure inumane. Infatti, negando ai genitori la patria potestà,
li strapparono alle famiglie per affidarli a “centri di rieducazione”,
affinché fossero educati all’ideologia nazista.
La
storia dei Testimoni di Geova nella Germania nazista ha avuto un aspetto
singolare: essi , unici tra tutti i dissidenti, avevano la possibilità, sia da
internati che da obiettori, di riacquistare la “libertà” con un atto di
abiura del loro credo, il che si spiega perché i nazisti si accanirono tanto
contro di loro, non ritenendo infatti , che le motivazioni di fede di un gruppo
numericamente limitato potessero opporsi alla trionfante ideologia nazista.
L’atto di abiura
Ecco l’atto di abiura che i
Testimoni di Geova potevano sottoscrivere per uscire dai campi di
concentramento:
“Ho lasciato completamente
l’organizzazione degli Studenti Biblici [o Testimoni di Geova] e mi sono
liberato nel modo più assoluto degli insegnamenti di questa setta. Con la
presente assicuro che mai più prenderò parte all’attività degli Studenti
Biblici. Denuncerò immediatamente chiunque mi avvicini con l’insegnamento
degli Studenti Biblici o riveli in qualche modo di farne parte. Consegnerò
immediatamente al più vicino posto di polizia tutte le pubblicazioni degli
Studenti Biblici che dovessero essere inviate al mio indirizzo. In futuro stimerò
le leggi dello Stato, specie in caso di guerra difenderò armi alla mano, la
madre patria e mi unirò in tutto e per tutto alla collettività”.
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