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Lettera di un condannato alla ghigliottina
Di Franz Reiter (condannato alla ghigliottina) alla madre, 6 gennaio 1940, dal penitenziario di Berlino-Plötzensee:
"Sono
profondamente convinto di fare la cosa giusta. Finché sono in
vita potrei ancora cambiare idea, ma di fronte a Dio questa
sarebbe slealtà. Tutti noi qui desideriamo essere fedeli a Dio,
a suo onore. . . . In base a ciò che ho imparato, se avessi
pronunciato il giuramento [militare] avrei commesso un peccato
che merita la morte. Sarebbe una disgrazia per me. Non avrei
risurrezione. Ma mi attengo a ciò che ha detto Cristo: 'Chi vuol
salvare la sua vita la perderà; ma chi perde la sua vita per
amor mio, la riceverà'. E ora, cara mamma e tutti voi fratelli e
sorelle, oggi mi è stata comunicata la condanna e, non siate
atterriti, è a morte, e sarò giustiziato domani mattina. Ricevo
la forza da Dio, com'è sempre avvenuto nel caso di tutti i veri
cristiani del lontano passato. L'apostolo scrive: 'Chi è stato
generato da Dio non può peccare'. Lo stesso vale per me. Ve l'ho
dimostrato, e voi avete potuto verificarlo. Mia cara, non ti
addolorare. Sarebbe bene per tutti voi conoscere ancora meglio le
Sacre Scritture. Se vi manterrete saldi fino alla morte, ci
rivedremo nella risurrezione. . . .
"Vostro Franz
"Arrivederci".
Fonte : 'I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio'. (Pubblicato da : Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma 1993) pag. 662.
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