L'impatto delle basi militari sul territorio italiano

Dalla base di Aviano ai casi di tumore nella popolazione sarda di Quirra. I terribili effetti dell'uranio impoverito.

Sul rischio nucleare nel porto di Cagliari interviene inoltre il senatore Malabarba: "Premesso che Cagliari figura tra i 12 porti di interesse nazionale scelti dal ministero della Difesa per la sosta dei sommergibili nucleari e delle navi con armamenti nucleari (tra questi anche La Maddalena)", il parlamentare chiede ai ministri della Difesa e dell'Ambiente se non si ritenga urgente "rendere noti alle popolazioni civili i piani di emergenza esistenti". Al momento è stato divulgato solo il piano di evacuazione di La Spezia. I piani di evacuazione delle altre 11 città italiane restano segreti persino al Parlamento!

Ed intanto a Quirra cosa succede? Non molto se si escludono dodici decessi per leucemia su una popolazione di 150 abitanti!
La realtà supera in orrore le più cupe dicerie che hanno sempre aleggiato intorno alla sterminata base militare di Perdasdefogu-Salto di Quirra dove al "segreto militare" si somma il "segreto industriale". Finalmente la stampa affronta con decisione il "mistero" delle troppe vite distrutte nelle zone coinvolte, loro malgrado, nelle attività di guerra. I sospetti cominciano a trovare drammatiche conferme: si sono verificati altri casi di tumore del sistema emolinfatico nell'area di Quirra, oltre quelli denunciati nei giorni scorsi da uno dei medici di base del paese di Villaputzu, Paolo Pili: "Basta infatti solo allargare l'arco temporale di riferimento, per trovare ulteriori conferme: intorno alla base militare di Quirra-Capo San Lorenzo, è accaduto qualcosa di terribile. Qualcosa che ha contribuito ad elevare oltre ogni soglia statistica fisiologica, l'incidenza di leucemie e linfomi. In parole povere: a Quirra c'è un'anomalia nell'insorgenza e nella diffusione di malattie come la leucemia, i mielomi e i linfomi. Ma c'è di più: il dato è infatti purtroppo parziale. Perché in questa triste contabilità devono essere computati altri tre casi che, pur essendosi verificati tra persone che hanno vissuto in questa area ristretta, sono stati denunciati altrove. Per essere più precisi, quindi, si deve parlare addirittura di tredici casi di tumore al sistema emolinfatico. Troppi, decisamente troppi per codificare il fenomeno in una semplice anomalia statistica, dettata dal caso. E' perciò necessario cercare di capire, tentare di verificare se esiste un rapporto di causa-effetto che possa spiegare l'alta concentrazione di queste patologie nella frazione di Quirra. L'elemento che colpisce, è che tutti questi casi sono stati riscontrati in un'area molto circoscritta: si tratta di persone che vivevano e lavoravano nel raggio di quattro chilometri intorno alla base militare di Capo San Lorenzo. Per far capire meglio le dimensioni dell'incidenza di questo tipo di tumori, è importante dire che, nei dieci anni precedenti, a Quirra non sono stati diagnosticati linfomi e leucemie.
Per far capire ancora meglio le dimensioni del fenomeno, Pili offre un altro elemento di riflessione: "In tutta Villaputzu, oltre cinquemila abitanti, i casi di tumore del sistema emolinfatico nello stesso arco di tempo, sono stati solo due. Un'incidenza, insomma, che mi sembra in linea con la media statistica generale". Infatti c'è un dato che, anche se indirettamente, sembra confermare quanto dice Paolo Pili. Nei primi anni Novanta, l'Istituto di Igiene dell'Università di Sassari pubblicò una mappatura sulla diffusione dei diversi tipi di tumore in Sardegna nel periodo compreso tra il 1984 e il 1987. Per essere più precisi, la base di quel lavoro era il rilevamento del tasso di mortalità e non l'incidenza delle patologie neoplastiche. Facendo una comparazione con le altre aree dell'Isola, e adottando l'indicatore omogeneo della mortalità da leucemie, la zona di Villaputzu, Muravera e San Vito non presentava anomalie statistiche. Insomma, la situazione non era diversa da quella del resto della Sardegna. Ecco perché la denuncia di Paolo Pili appare ancora più dirompente: molti elementi fanno infatti pensare che, negli ultimi dieci anni, in quella zona sia accaduto qualcosa che ha favorito l'insorgenza di alcuni tumori. Come non può sfuggire un'altra osservazione del medico: i casi sono concentrati in un'area molto, molto ristretta. Cioé intorno alla base di Capo San Lorenzo e alla Vitrociset, una fabbrica che produce componenti per sistemi d'armamento molto sofisticati. Impossibile, a questo punto, non porsi la domanda: ma c'è qualcosa, nella base o nel poligono, che può avere concorso a questa drammatica escalation di casi di tumore? Come è impossibile non riconsiderare le denunce fatte lo scorso anno dall'ammiraglio Falco Accame: "Nei poligoni sardi - aveva detto Accame - è stato fatto uso di armi all'uranio impoverito". I militari hanno sempre smentito, ma Accame non ha ceduto di un millimetro: "Quello del Salto di Quirra è un poligono sperimentale e pertanto è del tutto logico che venga verificata l'efficacia offensiva delle nostre armi e quelle dei nostri potenziali nemici. Proprio per questo motivo, sono convinto che nelle esercitazioni svoltesi nel poligono siano state utilizzate armi all'Uranio impoverito. Poi ci sono i militari...".
E qui il problema si complica, perché poco o nulla filtra dall'"universo delle stellette".

Il 21 febbraio 2002 il quotidiano "La Nuova Sardegna" porta alla luce un altro fatto inquietante: ad Escalaplano un piccolo paese dell'entroterra ad un tiro di schioppo dal poligono del Salto di Quirra , nel solo 1988 ben 8 bambini sono nati con malformazioni gravi, tanto gravi che diversi non sono sopravvissuti. Altra inspiegabile anomalia statistica per un paese di 2600 abitanti con un tasso medio di natalità annua di 21 neonati.
Dopo un anno di richieste, denunce e lotte,finalmente alla fine del febbraio 2002 prendono avvio le indagini sul poligono della morte. Si chiude il balletto delle smentite/rassicurazioni parolaie e si replica il balletto della "Approfondita Indagine Scientifica" giocato la primavera scorsa, con un certo successo, dalla commissione Mandelli. Nel Sarrabus caleranno gli Esperti, scelti dal ministro della Difesa, sorvegliati dal sottosegretario della Difesa, per cercare le prove dell'innocenza di vertici militari e ministro della Difesa sulla contaminazione del poligono di Quirra. La conclusione è scontata: il ministro, indagato e giudice al tempo stesso, assolve se stesso, tacita l'indignazione popolare riproponendo una "ricerca accurata" delle "cause oscure", responsabili dell'abnorme percentuale di malformazioni genetiche e leucemie nel poligono Salto di Quirra e dintorni.

Sarà certamente una ricerca infinita, come quella della commissione Mandelli "che ha individuato - dice il ministro della Difesa A. Martino - un aspetto non facilmente spiegabile, e cioè che l'incidenza del linfoma Hodgkin è più alta fra i militari italiani nei Balcani".
"Aspetto inspiegabile" spiegato per altro in altre sedi chiaramente dai comandi militari: "inalazioni di polvere insolubile UI sono associate nel tempo con effetti negativi sulla salute quali il tumore e disfunzioni nei neonati" (K-FOR Multinational Brigade West G3-Nbc 22/11/1999). Però, l'agente killer individuato metterebbe in discussione pesanti responsabilità dei vertici militari e politici, innescherebbe cause miliardarie di risarcimento danni e bonifica ambientale e, inoltre, colpirebbe gli interessi dell'immenso impero economico costruito sull'Uranio. Pertanto, sconosciuti esperti analizzeranno "accuratamente" 130 Kmq di terra e 30.000 kmq di mare (una superficie che supera quella della Sardegna: kmq 24.000). Ovviamente, non si troverà traccia di contaminazione riconducibile alle attività del poligono. Saranno testimoni giornalisti e troupe televisive al seguito della carnevalata. Déjà vu: anche in Bosnia e in Kosovo i reparti Nbc non hanno rilevato traccia dell'Uranio impoverito sparso a tonnellate dagli Usa. Politici "che contano" e il direttore generale dell'ASL 8 hanno già espresso il loro "stupore e delusione per le preoccupazioni" manifestate dal sindaco di Villaputzu sull'abnorme percentuale di leucemie. Facile dedurre che la "scienza di Stato" confermerà quanto già pubblicamente annunciato: a Quirra "non si riscontrano significative differenze rispetto alla situazione generale della Sardegna" ( E. Aste, 21-2-02). Una formula identica fu usata per dare in pasto all'opinione pubblica il primo rapporto della commissione Mandelli, ritirato, è bene ricordarlo, anche a causa di "grossolani errori di calcolo".

Intanto il ministro della Difesa A. Martino assicura: "vanno date risposte convincenti (..) altrimenti intaccheremo la nostra credibilità" (3/3/02). Affidi, dunque il signor Ministro le indagini a un istituto che offra almeno alcune garanzie d'indipendenza e autonomia (Croce Rossa, Università..), fornisca le mappe dettagliate dei depositi e delle posizioni bersagliate con proiettili, razzi, missili e quant'altro dalle forze armate Nato e dalle imprese private "affittuarie" del poligono. Indichi i siti teatro dell'attività sperimentale svolta dai militari e dalle ditte che hanno "noleggiato" il poligono (Fiat, Melara, Alenia, Aerospatiale, Meteor, CSM...). Dica dove sono state sperimentate, usate, stoccate le armi tossiche e chimiche fino al 1972, anno in cui sono state messe al bando, e dove sono state smaltite dopo il trattato del '72.

E l'indagine ambientale tanto sperata finalmente arriva un'approfondita indagine durata ben cinque ore!!!!
I risultati sono strabilianti : nessuna traccia di uranio, solo tanto tanto arsenico che certo bene non fa alla salute. I commenti possibili non sono molti: il poligono si autoassolve ma in compenso "scopre" un crimine vecchio di trent'anni da sempre volutamente ignorato: : scoperte a Quirra ingenti quantità di arsenico.

http://italy.indymedia.org/news/2002/08/74267.php