E'
da quando sono nato, alla fine del 1969, che una voce buccinante e davvero
cattiva mi perseguita. Non un pettegolezzo: si tratta proprio di una voce
fisiologica e tonale. Parla un idioletto americano irritante soprattutto
per le cose che dice, oltre che per le modulazioni foniche. E' la voce del
padrone che si fa sentire qui in Italia. E' la voce di Edward Luttwak.
Questa voce ha una faccia. Che è brutta, il che non aggrava affatto la
posizione dello stratega dei servizi segreti di Oltreoceano: anche io non
sono propriamente bello, ma sento di avere il diritto di parlare.
Soltanto, io non parlo in ogni momento storico in cui viene deciso, con
malizia arroganza e crudeltà, l'assetto geopolitico mondiale. O, se
parlo, non parlo alle masse come se incarnassi una verità metafisica. Il
che, invece, fa Luttwak. Chiunque assista al pietoso spettacolo
antropomorfo di Porta a Porta, appena la tensione internazionale
reclama attenzione, avrà visto e sentito sproloquiare questo supposto
studioso. Studioso di cosa? Del colpo di Stato segreto. Davvero. Nel 1968
Luttwak ha pubblicato Strategia del colpo di Stato: libro quasi
introvabile, da cui adesso estraiamo alcuni passi significativi: per farvi
capire chi è davvero il prestigioso ospite di Vespa e che cosa è
accaduto in America negli ultimi due anni.
Non sono l'unico a denunciare questa
situazione di controllo di massa attrverso il media televisivo. E non
stiamo parlando di politiche berlusconiane. Come ricordava Furio
Grimaldi, giornalista del Tg3 pittoresco (è quello del meteo col
cagnolino) e straordinariamente impegnato sul piano civile (avendoci
parlato, credo si tratti di una delle firme più credibili del panorama
giornalistico italiano), è circa vent'anni che questo maestrino
strapagato dall'intelligence Usa pretende di venire qui in Italia a
insegnarci che cos'è la democrazia - cioè la democrazia secondo i
dettami Cia. Grimaldi disse queste cose in diretta, sputandole sul
faccione di Luttwak, alla presenza della sua allora direttrice Lucia
Annunziata, la sosia di Jimmy il Fenomeno che attualmente siede sulla
poltrona del presidente Rai. Infatti abbiamo visto tutti che rilievo è
stato dato a Grimaldi negli ultimi anni.
Ma non è di Grimaldi che desideriamo scrivere. E' proprio di Edward
Luttwak, teorico del "turbocapitalismo", teoreta dello
spionaggio e del condizionamento di massa e, infine, asceta del colpo di
Stato. Ci sono due modi di scrivere delle tecniche con cui si attua il
colpo di Stato. La prima è quella che, prima dello scoppio della Seconda
guerra mondiale, adottò Curzio Malaparte: denunciando le falle di
un sistema politico, metteva sull'avviso i governi, per additare in Hitler
e Mussolini i pericoli imminenti di una deriva autoritaria in Europa (il
testo, Tecnica del colpo di Stato, con splendida autoprefazione di
Malaparte, è appena stato ripubblicato dagli Oscar Mondadori). La seconda
intenzione con cui si scrive un manuale simile è invece quella di
insegnare davvero come si fa un colpo di Stato. Adesso vi citaniamo, in
maniera del tutto asettica, alcuni passi del "manuale pratico"
che Luttwak vergò nel '68 (in Italia, l'editore fu Rizzoli). Soltanto,
invitiamo a confrontare queste righe con ciò che è accaduto
dall'elezione di Bush jr (imposta dalla Corte Suprema) fino all'attuale
"guerra preventiva" in Iraq, con tutto quanto accaduto in mezzo
(dagli attentati dell'11 settembre 2001 alla propaganda antipacifista
irradiata dal regime americano):
"Il colpo di Stato non deve essere necessariamente assistito
dall'intervento delle masse né, in grado significativo, dalla forza di
tipo militare. [...] Se un colpo di Stato non fa uso delle masse e delle
forze armate, quale strumento di potere si userà per prendere il
controllo dello Stato? La risposta, in breve, è la seguente: il potere
verrà dallo Stato stesso".
"Un golpe consiste nell'infiltrare un segmento anche piccolo, ma
cruciale, dell'apparato statale, che poi verrà usato per togliere al
governo il controllo di tutto il resto".
"La prima condizione preliminare per un colpo di Stato è la
seguente: le condizioni economiche e sociali del paese bersaglio devono
essere tali da limitare la partecipazione politica a una piccola frazione
della popolazione" [è esattamente la condizione degli Usa, dove
vota una irrisoria minoranza].
[...] La seconda condizione preliminare del colpo di Stato è per
conseguenza: lo Stato bersaglio dev'essere sostanzialmente indipendente e
l'influenza delle potenze straniere nella sua vita politica interna deve
essere il più possibilmente limitata. [è esattamente la situazione
degli Usa: nessun alleato protegge la più grande potenza mondiale, che è
totalmente autonoma]".
"Se i burocrati sono collegati alla leadership politica, la presa di
potere illegale deve avere la forma di una 'rivoluzione di palazzo', ed
essenzialmente consiste nella manipolazione della persona del governante.
Egli può essere obbligato ad accettare politiche e consiglieri, può
essere ucciso o tenuto prigioniero, ma tutto ciò che accade nella
rivoluzione di palazzo deve essere condotto solo 'all'interno' e da 'interni'".
"Tutto il potere, tutta la partecipazione, è nelle mani di una
piccola élite istruita, benestante e sicura, e quindi radicalmente
differente dalla vasta maggiornaza dei suoi concittadini - praticamente
una razza a parte".
"Noi vogliamo prendere il potere all'interno del sistema presente.
[...] Noi dunque avremo un compito duplice: imporre il nostro controllo
alla macchina dello Stato e allo stesso tempo usarla per imporre il nostro
controllo al paese nel suo complesso".
"Siano in un sistema bipartitico come nel mondo anglosassone, dove i
partiti sono in realtà coalizioni di gruppi d'interesse, siano partiti
basati su valori di classe o religione come nell'Europa continentale, i
principali partiti politici negli stati evoluti e democratici non
presentano una minaccia diretta a un golpe" [l'atipicità
istituzionale del Movimento pacifista, quindi, rappresenta una minaccia a
un golpe].
"Il nostro strumento sarà il controllo dei mezzi di comunicazione di
massa. [...] Le trasmissioni radio e televisive avranno lo scopo non già
di fornire informazioni sulla situazione, bensì di controllarne gli
sviluppi grazie al nostro monopolio sui media".
"Dobbiamo fare ogni sforzo per sopprimere quel genere di notizie [trattasi
della controinformazione]. Se qualche resistenza compare, dobbiamo
sottolineare con forza che essa viene da 'isolati' ostinati individui, mal
informati o disonesti, che non sono affiliati a nessun gruppo o partito
importante. [...] L'inevitabile sospetto che il colpo di Stato è opera
delle macchinazioni della Compagnia [la CIA], può essere stornato
attaccandolo violentemente e l'attacco sarà tanto più violento quanto più
questi sospetti sono giustificati. Faremo uso di una selezione adatta e
opportuna di frasi sgradevoli, [...] che restano utili come indicatori del
nostro impeccabile nazionalismo".
L'autore di simili vergogne è l'uomo che nei momenti importanti appare in
diretta televisiva sulle reti italiane di massima diffusione, non per
darci informazioni sulla situazione, bensì per controllare gli sviluppi
dei commenti, intervenendo col suo supposto prestigio (accordatogli da
operatori mediatici di regime) a censurare le voci che innalzano la
coscienza democratica a livelli di democrazia partecipativa e attiva
preoccupanti. Preoccupanti per Luttwak e per il suo padrone, ovviamente.
Pubblicato da giuseppe
genna at Marzo 21, 2003 01:22 PM
http://www.carmillaonline.com/archives/2003/03/000105.html#000105
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