DITTATURA COSTITUZIONALE Una legge preparata in gran segreto: «dovrà essere la persona arrestata a dover dimostrare di non essere pericolosa»
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BUSH ROVESCIA I DIRITTI CIVILI (11/02/03) Il governo americano ha messo a punto una legge destinata a espandere ulteriormente gli enormi poteri che già si è dato in termini di violazione dei diritti e nessuno lo sa. O meglio nessuno lo sapeva fino all'altro ieri, quando un gruppo impegnato nella difesa delle libertà civili chiamato Center for Public Integrity ha «ottenuto» e diffuso il testo della nuova legge di cui per mesi il dipartimento della Giustizia aveva negato la stessa esistenza. Si chiama Domestic Security Enhancement (incremento della sicurezza interna) e sembra fatto apposta per dare ragione a tutti quelli che non hanno mai smesso di denunciare che con la scusa del terrorismo George Bush sta realizzando passo passo un progetto al fondo del quale c'è meno libertà per tutti, ma anche più libertà per le corporation che non sopportano di dover sottostare a leggi che «ostacolano» la loro attività. Un esempio? Fra gli «enhancement» che la nuova legge prevede c'è anche la proibizione di rendere pubblici i rapporti sull'uso di agenti chimici da parte delle fabriche. Le compagnie, attualmente, sono obbligate a redigere quei rapporti e a renderli pubblici perché si ritiene giusto che coloro che abitano nei pressi delle fabbriche sappiano a quali eventuali pericoli vanno incontro. Ma ora il dipartimento della Giustiza, che è quello che materialmente ha preparato il testo della nuova legge, dice che quei rapporti potrebbero dare «suggerimenti» ai terroristi e vuole che restino segreti, il che significa che le compagnie potranno fare quello che vogliono senza quei rompiscatole degli ambientalisti fra i piedi. Un concetto che fa il paio con il divieto ai dipendenti del nuovo dipartimento della Sicurezza Interna di organizzarsi sindacalmente perché «per combattere il terrorismo ci vuole flessibilità». Per il resto, la nuova legge, sembra un Patriot Act al quadrato, nel senso che tutte le restrizioni previste da quella legge votata nell'ottobre 2001, all'indomani dell'attacco alle Torri Gemelle, vengono inasprite a livelli inusitati. E infatti subito dopo che il Center for Public Integrity ne ha diffuso il testo tutti hanno cominciato a chiamarla «Patriot Act numero due». Fra le cose che prevede, oltre al «regalo» alle fabbriche inquinanti, ci sono cose come la sostanziale estensione del concetto di «enemy combatant» a tutti quelli che vengono arrestati. Attualmente, per mantenere il segreto sull'arresto e sulle sue ragioni uno deve essere dichiarato «nemico combattente», con la nuova legge non più, si arresta uno e non si dice nulla semplicemente perché il dipartimento della Gistizia ritiene che sia meglio così; si stabilisce che deve essere l'arrestato a «dimostrare» le ragioni per cui ritiene che gli debba essere concessa la libertà su cauzione e non il contrario (attualmente è l'accusa, ovviamente, a dover dimosrare la sua «pericolosità»); si riconosce il diritto al governo di espellere chiunque venga accusato (non riconosciuto colpevole, semplicemente accusato) di terrorismo o di fiancheggianento, e se si tratta di un cittadino americano lo si può privare della sua cittadinanza. Insomma «la legge sui diritti viene completamente rovesciata», dice John Conyers, un deputato democratico del Michigan che è stato uno dei primi, ieri, a commentare la novità. Un altro è stato David Cole, professore alla facoltà di legge della Georgetown University e autore di Terrorismo e Costituzione. «E' impressionante - ha detto - che siano stati capaci di arrivare fino a questo punto e abbiano continuato a dire che non c'era niente di nuovo». Già perché questa bella pensata è stata accompagnata dalla negazione sistematica che qualcosa si stesse preparando. «Non abbiamo avuto nessuna comunicazione di una nuova legge in arrivo», dice Jeff Lungren, il portavoce della commissione Giustizia della Camera, e perfino Mark Corallo, il vice direttore dell'ufficio affari pubblici del dipartimento della Giustizia, quando gli è stato mostrato il testo della nuova legge è caduto dalle nuvole, o ha fatto finta. La spiegazione di ciò potrebbe risiedere nell'amore sviscerato che John Ashcroft, il segretario della Giustizia, nutre per il segreto, ma la teoria del professor Cole sembra un po' più consistente. «Secondo me stavano aspettando il momento propizio per presentare la nuova legge, per esempio il momento in cui la guerra sarà già scoppiata. A quel punto, le possibilità di discutere a fondo la nuova legge saranno certamente minori e l'amministrazione potrà avere più agio nel sostenere che ha bisogno della nuova legge immediatamente». Se quello era il piano, il Center for Public Integrity lo ha fatto saltare. Ma il problema ora è quanti saranno al Congresso quelli disposti a rischiare l'accusa di «antipatriottismo» pur di vederci chiaro. |