DITTATURA COSTITUZIONALE

Le SWAT: reparti speciali paramilitari con armamenti pesanti ed ad alta tecnologia per gestire situazioni non a rischio.

 

Territori Occupati USA

Gli abitanti di Atwater, Wiggins e quelli dello stato di Washington sono stati testimoni di un fondamentale passaggio nel modo di "fare polizia": la militarizzazione delle strutture di polizia territoriale locale.
Questa trasformazione è principalmente dovuta alla cosiddetta "guerra alla droga" che si è trasformata in una vera e propria offensiva interna, con tutte le caratteristiche di una guerra. Ad alta intensità specialmente contro le comunità delle minoranze che cominciano ad essere trattate e considerate come territori occupati.

Negli ultimi 25 anni i vari uffici di polizia hanno organizzato unità paramilitari (PPUs) variamente denominate: SWAT (Special Weapons And Tactics) e SRT (Special Response Units), equipaggiati per operare in tenuta da combattimento con armi automatiche ad alto potenziale come fucili d’assalto e granate assordanti, accecanti, gas paralizzante ed automezzi corazzati. Il numero di queste unità ed il numero delle situazioni nelle quali vengono dispiegate sono aumentate rapidamente. Con i prevedibili risultati: civili coinvolti, poliziotti uccisi da fuoco amico; ed un crescente inquietante antagonismo tra i "peace-keepers" e la popolazione.
All’interno della polizia questi corpi d'élite altamente militarizzati hanno accresciuto la cultura della violenza e dell’antagonismo razziale. Uno studio fondamentale dei professori Peter Kraska e Victor Kappeler della Scuola di studi di polizia della università dell’Eastern Kentucky rivela il livello di inaccettabilità che queste squadre di polizia paramilitare hanno raggiunto nelle comunità afro americane e ispaniche degli Stati Uniti. Per prima cosa queste squadre non sono più una peculiarità delle grandi metropoli. Nel 1982 il 59% dei dipartimenti di polizia aveva tra i suoi effettivi una unità paramilitare. Quindici anni dopo con un enorme incremento, quasi il 90% dei 548 dipartimenti interpellati ha in attività unità paramilitari. Molti incidenti ovunque hanno evidenziato a Kraska e Kappeler che le unità paramilitari vengono chiamate a svolgere compiti di normale amministrazione per le forze di polizia, come pattugliare le strade od eseguire mandati di perquisizione.

Naturalmente l’istituzionalizzazione di queste forze di polizia paramilitari ha portato al fatto che alcune i dipartimenti di alcune città come Fresno (California) ed Indianapolis (Indiana) mandano la polizia a pattugliare situazioni non di emergenza in tenuta da combattimento - dando a queste comunità l’aspetto della West Bank dei territori occupati in Palestina. Dei 487 dipartimenti che hanno risposto a domande sul tipo di scenario che prevede l’utilizzo di corpi speciali, più del 20% ha affermato che i loro SWAT team vengono usati per comuni pattugliamenti, normale amministrazione. Ironicamente, il crescere del numero di PPUs ha corrisposto allo stesso tempo allo stesso tempo all’affermarsi della richiesta da parte dell’opinione pubblica della figura del "poliziotto di quartiere" [del resto chi pretende un poliziotto di quartiere il minimo che si può aspettare è una unità paramilitare che controlla il suo giardino di casa N.d.T.. Un comandante di una unità paramilitare di una città del midwest di 75.000 abitanti ha descritto come la sua squadra pattuglia in BDUs, girando per le autostrade con un automezzo blindato. "Noi fermiamo ogni cosa che si muove. Spesso circondiamo case sospette, tiriamo fuori gli MP5 (un’arma automatica tra le preferite dei reparti speciali militari e fabbricata da Heckler and Koch). Di solito non abbiamo alcun problema nelle crack-house".

Appena 15 anni fa, i dipartimenti cittadini chiamavano all’azione le unità speciali con una media di poco più di una volta al mese, solitamente per situazioni piuttosto rare - situazioni con ostaggi, eventi di terrorismo, oppure nei casi di sospetti barricati in casa. Il numero di richieste di intervento per queste unità è aumentato precipitosamente così da raggiungere una media di 83 eventi - circa 7 per mese - nel 1995. Di questi più del 75% sono stati episodi senza tensione o rischi come l’operazione Readi Rock.
Il tenente Tom Gabor del dipartimento di polizia di Culver City - California, afferma che la richiesta d’intervento di una unità paramilitari non ha niente a che vedere con la sicurezza degli altri agenti o dei civili, ma servono solo a giustificare il costo del loro mantenimento... Esistono letteralmente migliaia di unità non necessarie. Ed aggiunge che i normali agenti di polizia possono risolvere il 99% dei casi nei quali vengono utilizzate unità SWAT.

La gente nera nel mirino

Uno dei costi più gravi che si stanno pagando con questa militarizzazione delle autorità di polizia da parte della pubblica opinione, lo afferma Joseph McNamara ricercatore all’Hoover Institution all’Università di Stanford, ed aggiunge che spesso una rotazione del servizio in queste unità viene data come ricompensa.
"Quando avete polizia in uniformi militari, con armi da guerra, qualche volta con carri o automezzi blindati, beh questo rinforza nella comunità l’idea di un esercito di occupazione che gli si contrappone e - continua McNamara - la gente sa bene che questi raid non avvengono nei quartieri della classe media bianca".
Questa alienazione tocca il suo apice nella comunità afro americana. Nell’operazione Readi Rock un intero isolato di un quartiere nero è stato assaltato e più di 100 persone sono state fermate e perquisite. Dopo l’operazione Readi Rock una querela presentata dimostrava che tutti i fermati erano neri, ai bianchi era stato permesso di lasciare la zona. Alla fine di questo raid poi non venne effettuata alcuna denuncia contro le centinaia di fermati e perquisiti.

La ricerca di Kraska e Kappeler ha evidenziato che le comunità nere delle città stanno per prime subendo l’impatto con i gruppi e le attività paramilitari della polizia. In successive 126 interviste telefoniche comprese nella loro ricerca Kraska ha scoperto che il primo e principale bersaglio contro il quale vengono scagliate le unità paramilitari è solo una piccola parte della popolazione - le gang e gli spacciatori di droga. Kraska ha anche rilevato che il razzismo nei ranghi di queste unità paramilitari viene amplificato dalla loro cultura e dalla loro esperienza. Come risposta a quanto affermato dalla ricerca di Kraska e Kappeler, un comandante di una squadra SWAT ha così descritto la sua pattuglia: "Quando irrompono i soldati devi vedere quei neri fuggire dappertutto". Aduna sessione di addestramento i ricercatori hanno potuto osservare come i membri di 3 polizie di uno stato degli USA, stavano sviluppando una unità paramilitare multi giurisdizionale (composta cioè da elementi di località differenti). Gli agenti sparavano con armi automatiche a delle brocche d’acqua piazzate all’altezza della testa. Uno degli agenti aveva casualmente addosso - ed apparentemente senza farci caso - una maglietta con su disegnata una città in fiamme e con la scritta: Operation Ghetto Storm (fa riferimento alla guerra del golfo ed il bombardamento delle città irachene dell’operazione Desert Storm. Evidentemente questo sbirro spera di poter bombardare e far piazza pulita anche dei ghetti neri, mentre, in teoria, suo compito sarebbe quello di portare sicurezza in quei quartieri N.d.T.).
Riguardo l’aspetto amministrativo e politico, l’arrivo di questi poliziotti ninja è stato preceduto da diversi fattori che inizialmente avevano deboli legami l’un con l’altro. Le unità di polizia paramilitare sono state istituite in due differenti ondate. La prima moderna unità di polizia di questo tipo venne messa in piedi dal capo della polizia di Los Angeles (LAPD), il tristemente noto, Daryl Gates quando a metà degli anni 60 fondò il primo SWAT team del paese. Los Angeles e le altre grandi città che ne seguirono l’esempio, crearono queste unità SWAT per rispondere alle lotte ed ai movimenti degli anni 60 e 70. All’inizio queste unità erano guardate con sospetto e venivano utilizzate in rare occasioni (come assaltare le sedi del Black Panther Party N.d.T.)

 

La Guerra a casa

Poi negli anni 80 è stata la volta della "guerra alla droga". Improvvisamente c’era una nuova copertura per la violenza di stato ingiustificata. Ogni ragazzino che va al cinema ha imparato che gli spacciatori di droga sono pazzi, diabolicamente violenti, armati fino ai denti e pronti a combattere fino alla morte, e, per principio, non sono bianchi.
Dal 1985 al 1995 la ricerca ha individuato una nuova ondata nella istituzione di unità paramilitari - molte nelle province più piccole e meno abitate - per combattere la guerra alla droga.

Dagli anni 70, i militari sono stati coinvolti solo casualmente in qualche operazione contro il traffico di droga. La loro partecipazione dava luogo a cause in tribunale per violazione del Posse Comitatus Act, che era stato emesso per porre fine allo stato di legge marziale che regnava negli stati del sud (USA) dopo la guerra civile. Durante quel periodo di repressione dove passaporti interni, perquisizioni ed arresti arbitrari, pubblici pestaggi e linciaggi erano la norma, la norma che divideva le operazioni di polizia da quelle dei militari era confusa. Il Posse Comitatus Act divenne una dottrina guida dei governi democratici americani e i militari sono preposti a combattere le guerre e la polizia civile ha il compito di far rispettare la legge.
Poi due cambiamenti nella legge, uno del 1983 e l’altro nel 1989, hanno portato l’istituzione militare e quella poliziesca fianco a fianco - formalmente e legalmente - esattamente nello stesso momento in cui, dopo la fine della Guerra Fredda, i militari erano in cerca di una nuova missione. Dopo questi emendamenti al Posse Comitatus Act, i militari hanno potuto fornire servizi di intelligence, materiali, mezzi ed addestramento così come partecipare ad operazioni antidroga in pratica pressoché tutte le attività di ricerca, sequestro ed arresto. Successivamente, attraverso programmi tipo il Joint Task Force Six di Fort Bless - El Paso Texas - le polizia locali hanno iniziato a ricevere lo stesso tipo di addestramento dei reparti speciali dell’esercito. Più di 20, tra quelli che hanno risposto alle domande di Kraska e Kappeler, hanno affermato che le loro unità vengono addestrate direttamente o dai Rangers dell’esercito o dai Seal della marina - unità militari specializzate in operazioni di commando. Uno dei comandanti ha detto a Kraska in una successiva intervista: "Noi abbiamo avuto squadre dei Seal e dei Rangers che sono venute qui e ci hanno insegnato ogni cosa. Noi ora dobbiamo però utilizzare il nostro giudizio ed eliminare insegnamenti tipo: a questo punto tiriamo fuori i mortai e facciamo saltare tutto".

La somiglianza tra le attività di polizia e quelle dei militari ha creato un forte allarme riguardo le libertà civili. Nel maggio 1997 una squadra dei marines che stava portando avanti una missione di "addestramento antidroga" sul confine messicano, ha ucciso un pastore di pecore che stava portando la sua lana dal Messico al Texas. I quattro soldati che agivano a volto coperto, affermarono che il pastore - armato con un fucile a colpo singolo tipo II guerra mondiale che usava per difendersi dai coyote e dai serpenti a sonagli - aveva fatto fuoco contro di loro. Ma laddove alla polizia è imposto dalla legge di annunciarsi e di fare fuoco solo se le loro vite sono in pericolo, i soldati rimasero nascosti e mai si annunciarono, nelle diverse ore nelle quali seguivano/cacciavano il giovane pastore, studente alla High School Ezequiel hernandez. Così come l’esercito va assumendo funzioni di polizia civile, così la polizia agisce - ed appare - sempre più come un reparto di soldati.
McNamara che è stato capo della polizia a san ose ed a Kansas City dopo 15 anni nel dipartimento di polizia di New York, in parte biasima l’utilizzazione dei reparti di polizia soprattutto riguardo la proliferazione di armi da guerra come fucili d’assalto:"Io già lo dissi molto tempo fa, il fallimento nel controllare le armi di tipo militare tra la popolazione avrebbe portato ad una successiva militarizzazione della polizia". La strada verso gli armamenti high tech è stata spianata quando, appena dopo la fine della Guerra Fredda, ci sono state riduzioni di spesa militare, e questo ha portato sul mercato del materiale da guerra in surplus a prezzi stracciati (la polizia di St.Petersburg - Florida - ha comprato, questa primavera, il suo primo veicolo corrazzato - per 1000$ - dall’Esercito degli Stati Uniti).
I fabbricanti di armi, hanno capito il trend favorevole ed hanno iniziato un aggressivo marketing verso i dipartimenti di polizia al fine di poter piazzare armi automatiche ed altro, infatti le aziende tengono seminari e spediscono depliant colorati con tutte le figurine ed i manichini abbigliati "ninja-style".

Questa confluenza di esperienze, con artiglieria militare, immersione nella cultura militare e l’immaginario creato dai media stanno velocemente creando un nuovo tipo di agente, di forza dello stato, che si comporta sempre più come un soldato in guerra e non come un poliziotto in pattuglia. Quasi immediatamente dopo che questo tipo di addestramenti ed armamento d’élite è stato disponibile anche per i dipartimenti di polizia più piccoli, nello stesso tempo poliziotti, passanti e sospetti iniziarono a cadere in circostanze "curiose" accerchiate da poliziotti in BDUs armati pesantemente.
Quando squadre SWAT della polizia ed i Seal della US Navy hanno lavorato insieme ad Albuquerque nel 1990, usarono la motrice di un camion per abbattere il portone di un edificio ed appena entrati fecero fuoco due volte ed uccisero il sospetto, che poi aveva addosso gli unici due spinelli di maijuana trovati nel palazzo.
Un assalto SWAT del 1994 all’indirizzo sbagliato causò la morte di Accelyne Williams, un vecchio ex-ministro di culto, settantacinquenne di Boston che venne assalito nel suo appartamento e ammanettato faccia a terra... ed è così che il suo cuore ha battuto per l’ultima volta. A Marzo del 1996 ad Oxnard, California un raid paramilitare finì con l’uccisione dal "fuoco amico" di un membro di una unità SWAT in seguito alla confusione derivata dall’esplosione di una granata flash-bang (assordante-accecante). L’altr’anno a Reno un altro poliziotto membro di uno SWAT team è morto dopo un lancio col paracadute da un elicottero della Marina.
Pare che ogni mese un’altra squadra di superzelanti poliziotti paramilitari uccida un’altro poliziotto, un passante o un sospetto - oppure inizia una causa con i sopravvissuti.

Quanto durerà la tolleranza dell’America verso questo tipo di gestione della pubblica sicurezza e della violenza della polizia in nome della prevenzione del crimine e per quanto la gente continuerà a tollerare questa distorta interpretazione del crimine. I politici sono avidi di voti, la polizia spera di aumentare i suoi budget ed il suo campo d’azione, i militari stanno cercando di trovare una nuova missione dopo la fine della Guerra Fredda, e i venditori di armi ed addestramento cercano il profitto, tutti questi soggetti hanno interesse ad esagerare la minaccia alla popolazione posta dal crimine e dalla microcriminalità. Così mentre le misure adottate per combattere la criminalità stanno fallendo in molte zone, nell’opinione pubblica aumenta la paura che la spirale del crimine vada fuori dal controllo - così come aumenta la richiesta di misure straordinarie per rispondere alla minaccia, anche soluzioni militari. Nè la polizia, nè tantomeno la popolazione vioene aiutata dalla manipolazione di questa interpretazione che a lungo termine porranno la polizia a combattere contro la comunità che invece è chiamato a servire, in uno scenario hollywoddiano di ostentazione di forza contro i più deboli.
Questa gestione dell’ordine puntata tutta contro i ghetti e la comunità alla fine fa credere che questa sia davvero la strada da seguire.
Kraska non è ottimista, non pensa che questo tipo di approccio avrà successo. Egli immagina che a questo schieramento militar poliziesco si opporrà uno schieramnento fuorilegge più pesantemente armato ed attrezzato e teme un escalation degli armamenti, tipo Guerra Fredda, nelle strade d’america.
Per le comunità assediate - spesso sottoservite dal servizio di polizia di routine - l’arrivo di squadre paramilitari è spesso visto come un sollievo.
Joseph McNamara crede che la riduzione del crimine associata al dispiegamento di unità paramilitari ha solo un effetto temporaneo, perchè queste unità devono sempre tenere sotto pressione la comunità. La più grande preoccupazione riguarda il fatto che a lungo andare queste forze paramilitari potrebbero essere viste e percepite come un’ esercito di occupazione. Ma quanto a lungo può essere presidiata militarmente una comunità? Kraska teme che questo porterà ad un innalzamento della tensione e poi ad un corto circuito. Basta immaginare cosa succederebbe nella comunità fosse ucciso a colpi di M16 da una unità paramilitare.
Filosoficamente l’America è arrivata ad un punto limite tra il suo militarismo, il puritanesimo patologico ed il suo inestirpabile razzismo.

Dopo dieci anni di isteriche campagne nazionali per inculcare la "Guerra alla Droga" - si è invece perlopiù dato vita ad una guerra contro le minoranze etniche indifese - il dispiegamento di poliziotti vestiti come Sylvester Stallone che agitano nervosi armi da guerra nei quartieri è sembrato pressochè inevitabile. E dopo aver vissuto come nazione per 50 anni in una pace che era uno stato di emergenza gestito dai militari, il fatto di veder pattugliare le strade da poliziotti in assetto da combattimento su mezzi corrazzati per porre rimedio ai problemi culturali politici ed economici non dovrebbe poi essere così sconvolgente.

Peter Cassidy autore dell’articolo è direttore di ricerca al TriArche Research Group, è un analista industriale e scrive di affari interni, crimini nella pubblica amministrazione e tecnologia. Ha scritto su Forbes, Economist e Wired.
Per contatti: pcassidy@delphi.com

da http://www.tmcrew.org/csa/l38/wwi/wwi.htm