Roma, 27 Dicembre 1996
Caro Prof. Selleri,
innanzitutto un particolare e
sentito ringraziamento per la Sua squisita cortesia nell'inviarmi
copia della tesi di laurea promessami durante il seminario
riguardante le radici della Meccanica Quantistica svoltosi presso il
Liceo "Tasso" di Roma. Questa Sua gentilezza mi permette altresì di
digerire più agevolmente la Sua ironia sulle mie scelte didattiche
in merito al tentativo di sbalordire, come Lei mi rimprovera,
i miei studenti con il paradosso del gatto di Schroedinger. Ma
procediamo con ordine. E' vero. Riconosco che quella sera sono rimasto
disorientato nell'ascoltare, per la prima volta concretamente, un
sostenitore dell'idea contraria alla Scuola di Copenaghen. Di solito
chi è fuori dei circuiti universitari difficilmente viene a conoscenza
dell'esistenza di questa categoria di persone e rimane confinato nel
conformismo esistente. Conoscevo l'esistenza di scuole di pensiero anti-Bohr
e su più di un manuale di fisica dell'ultimo anno di liceo
scientifico esistono informazioni più o meno superficiali circa i
contenuti che caratterizzano queste proposte e che ineriscono, se non
sbaglio, all'idea di certi "parametri occulti" o di qualcosa di
simile. Tuttavia vedersi materializzare in carne ed ossa un
personaggio che propaganda queste idee fa un certo effetto.
Molto brevemente desidererei
dirLe che ho riflettuto un po' sulle Sue considerazioni e Le anticipo
immediatamente che ho deciso di accettare il Suo consiglio a
proposito del fatto che quando parlerò ai miei studenti dei
paradossi della M.Q. (se mai riuscirò quest'anno dopo il solito rito
delle occupazioni delle scuole) non sarò più apodittico come lo sono
sempre stato. Li informerò viceversa non solo dell'esistenza di
oppositori ufficiali del calibro di Einstein (per correttezza
l'ho sempre fatto) ma anche - e qui è la novità - della possibilità
di principio concreta di teorie dei fatti atomici differenti da quella
ortodossa lasciando posto al dubbio che possono esistere
teorie equivalenti alla M.Q. che spiegano i fatti in modo diverso.
Nel frattempo,
in pochi giorni, ho comprato e letto il Suo breve ma interessante
saggio sui Fondamenti della Fisica Moderna della JacaBook. Ho
intenzione in futuro di proseguire con gli altri due riguardanti
La causalità
impossibile
e La Fisica senza dogma. L'avverto che ho già comprato anche
il libro di Gilmore, Alice nel paese dei quanti del quale
non ne conosco ancora il contenuto senza dimenticare che ho finito di
leggere da poco Le avventure di Mr. Thompkins, compresa la Sua
postfazione.
Non intendo assumere la difesa
d'ufficio dell'interpretazione ortodossa della M.Q. (che
immagino è ben difesa da ottimi difensori) ma non intendo neanche
mostrare troppo entusiasmo per la rottura dell'osservanza del
paradigma dominante da Lei propagandata, in quanto questa storia del
realismo locale e della disuguaglianza di Bell, che è
interessante di per sè e avvincente nella logica falsificazionista,
al momento non mi permette di dire niente di più di quanto possa dire
chi ne viene a conoscenza da poco.
E' chiaro che conosco la
lezione epistemologica che nessuna teoria può, come afferma Agazzi
nel suo bel libro Temi e problemi della Filosofia della Fisica,
in linea di principio, pretendere assolutezza e definitività ma non
riesco a immaginare il prezzo che sarebbe necessario pagare per il
superamento dell'attuale programma conoscitivo della Meccanica
Quantistica.
Aggiungo altresì che sono
abbastanza popperiano da vedere con favore ogni tentativo di
delegittimare le teorie che non appaiono solide quanto devono esserlo
e avrà un quadro parzialmente completo di ciò che penso. Quello che
posso ragionevolmente fare in questa fase è impegnarmi a seguire il
caso e gli eventi futuri augurardoLe nel frattempo tanti successi.
Per parte mia sarei molto
lieto se Lei accettasse - senza impegno - un invito nella mia scuola
(Liceo Classico Sperimentale Statale "B.Russell" di Roma) per la fine
dell'anno scolastico per riproporre la medesima interessante
conferenza agli allievi del mio liceo.
P.S. Che ci fosse una
corrente contemporanea di ricerca che si ritrova nella convinzione
dell'esistenza di un etere (cioè di un SR assoluto) devo confessare
che è stata la prima volta che ne ho sentito parlare. Evidentemente
non c'è più da stupirsi di nulla. Il mio stato conoscitivo delle
novità più recenti della Fisica Moderna è fortemente deficitario. E
dire che insegno a Roma non certo nel più sperduto paesello di
provincia. Com'è possibile tutto questo? Mi chiedo come mai è
possibile che nei Congressi degli insegnanti di fisica e nei Convegni
di Didattica della fisica non se ne parla per niente? Fiumi di
inchiostro hanno sempre detto tutto il contrario di quello che Ella
ha asserito quella sera.
Diciamo che considero con
profondo rispetto le Sue convinzioni a proposito della crisi della
scuola ortodossa della Meccanica Quantistica. I punti di partenza,
alcuni fatti e diverse dichiarazioni forti non mi trovano in
disaccordo ma da qui ad assicurare la morte della M.Q. nella
versione ortodossa credo che ci corra molto.
Per quanto poi riguarda le
perplessità di Feynmann c'è da dire che è un po' pericolosa l'extrapolazione
di una sola frase da un contesto più generale.
E' vero, i dubbi di Popper e di Kuhn
esistono, ma forse da qualche parte nelle loro opere, esisteranno
analoghe dichiarazioni contrarie. Mi scusi ma Lei mi ha disorientato
non poco. Dimenticavo. Fra un po' le rispedirò la tesi che ancora non
ho potuto fotocopiare. Ancora tanti saluti.
Voglia ricevere i sensi della
mia più profonda stima.
Prof. Vincenzo Calabrò |