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In questa pagina web vi è
descritta, in ordine cronologico, l'esperienza maturata "sul campo"
relativamente al percorso di indagine che riguarda lo sviluppo di una
tesina di Esami di stato. E' un esempio, probabilmente limitato ma
concreto e visibile, di come
si può seguire una studentessa di ultimo anno di liceo scientifico
nell'aiutarla a sviluppare il suo interesse nell'approfondire un tema di
suo gradimento.
A
questo link [1] il blog originale
e un altro
esempio [2] interessante di una tesina costruita
mediante blog.
A
questo link
i suggerimenti per costruire una tesina apprezzabile.
[1]
29 Gennaio - Mission
Teoria del Caos è un
weblog che ha lo scopo di favorire la costruzione di una tesina di
Fisica da presentare ai prossimi Esami di Stato di maturità scientifica.
Si tratta di un luogo virtuale per costruire e far crescere il
progetto di lavoro che interessa una studentessa della classe 5B del
Liceo-Ginnasio "Bertrand Russell" di Roma, raccontarne i progressi,
raccoglierne e coordinarne i contenuti, sollecitare ricerche,
approfondimenti e, non ultimi, commenti e suggerimenti anche da parte di
persone esterne. Nel mondo anglosassone questo tipo di weblog lo
chiamano research blog. Io potrei definirlo, come suggerisce Gino
Roncaglia, un weblog "tessitore", perchè tenta di tessere quella
particolare tela culturale che dovrebbe aiutare la studentessa a
realizzare una ricerca di qualità e nello stesso tempo farla crescere
sul piano dello sviluppo delle competenze e delle capacità
intellettuali. Se ci riusciremo lo vedremo alla fine. Intanto buon
lavoro a tutti noi!
Roma, Mercoledì 29
Gennaio 2003 L'insegnante di Fisica prof. Vincenzo Calabrò
inviato dall'insegnante
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[2] 30
Gennaio - Teoria del caos:
elementi del progetto
Gli elementi
organizzativi della tesina riguardano le discipline coinvolte e i titoli
provvisori del lavoro da effettuare. Eccoli così come scelti dalla
studentessa: 1) Italiano: aggancio con Calvino; 2)
Matematica: aggancio con i frattali e con un eventuale programma
informatico; 3) Scienze: aggancio con il Big Bang; 4) Fisica:
aggancio con aspetti inerenti all'entropia o alla meccanica
quantistica.inviato dall'insegnante
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[3] 2
Febbraio - Work in progress
e consigli
Ecco i primi consigli
operativi che mi sento di proporti per un efficace e significativo
lavoro di ricerca. Devi: -effettuare delle ricerche nelle biblioteche (su
supporto cartaceo), in rete (con internet) mediante i motori di ricerca,
nei newsgroup (come it.scienza.fisica), alle voci: caos, teoria del caos,
attrattori, entropia, irreversibilità, complessità, struttura frattale,
meccanica statistica, calcolo stocastico, sistema ergodico, turbolenza,
perturbazione, disordine, fluttuazioni statistiche, ecc.. ; -leggere il
manuale di Umberto Eco, Come si fa una tesi di laurea, Milano,
Tascabili, Bompiani,1991; -leggere i seguenti libri che introducono il
discorso del caos. -David Ruelle, Caso e caos, Torino,
Boringhieri, 1992; -James Gleik, Caos.La nascita della scienza,
Milano, Rizzoli, 1987; -AA.VV., Caos e complessità, Napoli,
CUEN, 1996; -I.Prigogine, Le leggi del caos, Bari, Laterza,1993; -I.Prigogine, La fine delle certezze. Il tempo, il
caos e le leggi della natura,Torino, Bollati Boringhieri,
1997; -Angelo Vulpani, Determinismo e Caos, Firenze, Ed. La
Nuova Italia Scientifica; -AA.VV., Gli ordini del caos, Roma, Il
Manifesto Libri, 1991; -Ivar Ekeland, Il caos, Milano, Il
Saggiatore, 1995; -John C.Polkinghorne, Quark, caos e cristianesimo.
Domande a scienza e fede,Roma, Claudiana, 1997; -Giulio Casati,
Il caos, le leggi del disordine, LE SCIENZE; -Shawn Carlson,
Scivolare nel caos, in Le SCIENZE, Febbraio 2000, 378; -R.L.
Devaney,CAOS E FRATTALI. Matematica dei sistemi dinamici e applicazioni
al calcolatore, Milano, Addison -Wesley, 1990; Per ora è
abbastanza. Buon lavoro!
inviato dall'insegnante |
[4] 3
Febbraio - Suggerimenti
bibliografici
Molti dei libri che seguono possono avere attinenza
con la Teoria del caos, almeno nella prospettiva di introdurre
l'argomento che, certamente, non è un tema facile e semplice da
sviluppare. Vedi di leggerne qualcuno che ti interessa particolarmente: - P.W.Atkins, Il secondo principio, Bologna,
Zanichelli, 1988; - O.Costa de Beauregard, Il 2° principio della
scienza del tempo. Entropia, informazione, irreversibilità, Milano,
Franco Angeli, 1983; - Matilde Vicentini Missoni, Dal calore
all'entropia, Roma, NIS, 1992; - Jeremy Rifkin, Entropia,
Milano, Interno Giallo, 1992; - E. Bellone, Le leggi della
termodinamica da Boyle a Boltzmann, Torino, 1978; - E. Bellone,
Aspetti dell'approccio statistico alla meccanica, Firenze,
1972; - E. Bellone, I nomi del tempo. La seconda rivoluzione
scientifica e il mito della freccia temporale, Torino, 1989; - I.
Prigogine-I.Stengers, La nuova alleanza, Torino, Einaudi, 1991; -
I. Prigogine, La nascita del tempo. Le domande fondamentali della
scienza dei nostri giorni, Roma, Theoria, 1991; - I.
Prigogine-G.Nicolis, Le strutture dissipative, auto-organizzazione dei
sistemi termodinamici in non equilibrio, Firenze, Sansoni, 1982; -
Fantappiè, Teoria unitaria del mondo fisico e biologico, Roma,
1944; - O.Costa de Beauregard, Il corpo sottile dell'evanescente
realtà, Roma, Di Renzo, 1995; - Vittorio Silestrini, Che cos'è
l'entropia. Ordine e disordine ed evoluzione dei sistemi, Roma,
Editori Riuniti, 1985; - J. Monod, Il caso e la necessità,
Milano, Mondadori, 1984; - E.Tiezzi, Il capitombolo di Ulisse,
Milano, Feltrinelli, 1992; - A.Gamba, Uno studio in griglio,
Savona, Sabatelli Editore; - G. Bocchi, M. Ceruti (a cura di), La
sfida della complessità, Milano, Feltrinelli, 1997; - I.Stewart,
Dio gioca a dadi?, Boringhieri, Torino, 1993; - G. Bocchi, Dal
paradigma di Pangloss al pluralismo evolutivo: la costruzione del futuro
nei sistemi umani, in G. Bocchi, M. Ceruti (a cura di), La sfida
della complessità, Milano, Feltrinelli, 1997; - I. Ekeland, Il re
Olaf tira i dadi, in K. Pomian (a cura di), Sul determinismo, Milano,
Il Saggiatore, 1991; - E. Morin, Il Metodo. Ordine, disordine,
organizzazione, Milano, Feltrinelli, 1998;
- Trinh Xuan Thuan,
Il caos e l'armonia. Bellezze e asimmetrie del mondo fisico,
Bari, Dedalo, 2000; - H. Atlan,
Complessità, disordine e autocreazione del significato, in G.
Bocchi, M. Ceruti (a cura di), La sfida della complessità, Milano,
Feltrinelli, 1997; - G.Dabini, Introduzione alla termodinamica,
Firenze, Sansoni, 1973. Buona lettura! inviato dall'insegnante
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[5] 4
Febbraio - Link sul
rapporto frattali-caos
Eccoti alcuni link che possono interessare
il tuo
l'approfondimento in relazione ai
frattali. -http://www.webfract.it -http://www.galileimirandola.it/frattali/teoria.htm -http://www.geocities.com/g_gosti -http://copernico.dm.unipi.it/~milani/dinsis/node60.html -http://www.ba.infn.it/~zito/dba.html -http://ojps.aip.org/chaos/top.jsp?jsessionid=3211251044288570623 -http://www.dst.unipi.it/fist/geoitalia9/ricerca2.pdf -http://www.nemesi.net/farf.htm -http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/010701h.htm -http://www.deltacomweb.it/caos/folium51.htm -http://www.deltacomweb.it/caos/frattali.htm -http://physics.units.it/Didattica/aa0203/orari/teoricaIIaIp.html -http://guide.supereva.it/esperimenti_e_laboratorio/interventi/2000/09/12155.shtml -http://www.incontrisulpianeta.it/incontri/news/userNewsState.asp?NAV=28 -http://www.vialattea.net/esperti/fis/caos/ -http://www.rcs.re.it/rcs/ruffini/zucchelli/ Buona
navigazione! inviato dall'insegnante |
[6] 7
Febbraio - Teoria del
caos: che cos'è? (Prima parte)
Nonostante io non abbia quasi mai
approfondito il tema delle teorie del caos, non ho alcuna difficoltà a
riconoscere che esso è un tema interessante e, fors'anche, entusiasmante.
Penso che si tratti di un tema che vada oltre il semplice significato
semantico del sostantivo "caos". In particolare, sono dell'idea che le
questioni del caos possono essere affrontate da un doppio punto di vista:
quello più conosciuto e sicuro, detto "termodinamico-statistico" e quello
meno noto di tipo "frattale", ovvero della complessità. Il primo
approccio è quello classico, e si riferisce a un corso normale ma nello
stesso tempo completo di termodinamica, in cui cioè oltre ai principi
classici, trattati anche dal punto di vista entropico, si aggiungono gli
importantissimi aspetti statistici, direi boltzmanniani, che spiegano
l'origine e il significato dell'irreversibilità attraverso i concetti di
ordine-disordine e della degradazione-dissipazione. Fin qui si parla di un
normale corso di fisica di 4° liceo scientifico. Nel momento in cui, però,
si tenta di utilizzare l'altro approccio, quello complesso,
frattale, il confine non è più netto e definito come nel primo caso
ma diventa pericoloso e poco conosciuto. Personalmente i nomi dei fisici
più importanti che si sono occupati di caos e che mi vengono in mente sono
Prigogine, Monod e la scuola di Bruxelles. Orbene, il problema è quello
di rimanere con i piedi per terra sul terreno solido della fisica
istituzionalizzata piuttosto che saltare su teorie poco note e spesso
indeterminate. Su questo tema, molte delle idee scientifiche più
interessanti di questi ultimi lustri sono state sviluppate intorno alle
idee di Prigogine, il quale, penso, ha avuto un particolare fiuto che gli
ha permesso di indirizzare molta della nuova ricerca della scienza lungo i
sentieri, in verità molto scoscesi, della irreversibilità termodinamica,
della complessità e dei fenomeni caotici.(segue) inviato dall'insegnante
|
[7] 8
Febbraio - Teoria del caos:
che cos'è? (Seconda parte)
Sul caos non fanno ricerca solo i
fisici, ma anche i matematici, i biologi, i chimici, gli ingegneri, gli
economisti, ecc... La ragione è che il tema del caos è complesso e non
certo scontato nei suoi contenuti tematici come apparentemente può
intendersi a una lettura superficiale. La scienza, a tutt’oggi, non è
ancora riuscita a mettersi d’accordo sui contenuti e i temi in grado di
assicurare l’accettazione di un contesto epistemologico coerente e
universalmente accettato. In poche parole, ognuno fa per sé. Brutta
conclusione per iniziare un lavoro di approfondimento, ma necessaria per
comprendere il quadro degli interventi di ricerca che riguardano questa
tesina e le difficoltà alle quali si va incontro nel suo sviluppo. La
ricerca attuale sul caos opera in diversi settori ed è una ricerca
pluridisciplinare. Il tema, a mio giudizio solido e concreto, su cui si
può lavorare riguarda la teoria delle strutture del caos, cioè del
concetto di struttura come configurazione di atomi, molecole o ioni dei
solidi e dei liquidi, (dei gas non si può parlare di struttura ordinata)
dal punto di vista dell’insieme caotico di particelle che sono in maggiore
o minore relazione con le strutture dissipative della natura (per esempio
biologiche), in grado cioè di esistere in ragione della velocità di
produzione dell’entropia dell’universo nel mentre loro la riducono
localmente. Si tratta dello studio dei processi che stanno alla base delle
attività vitali, come l’aumento della popolazione di animali come
conseguenza della loro evoluzione di vita biologica. La coerenza (ordine)
di una struttura può manifestarsi solo se è accompagnata da generazione di
incoerenza (disordine) altrove: come si vede ci si ritrova a parlare del
2° principio della termodinamica. Il più semplice esempio di costruzione,
a spese di caos, si ha così in una macchina termica! L'argomento è
scabroso perchè non riguarda i programmi liceali. Non si ha cioè contezza,
né esperienza didattica dell'argomento. Quindi, sarà opportuno intervenire
con delle scelte mirate sul taglio da dare alla tesina e sull'opera di
approfondimento da effettuare dal doppio punto di vista contenutistico e
metodologico. Prevedo pertanto dei possibili cambiamenti in corso d’opera
come si suol dire i questi casi in itinere. Certamente è necessario
leggere molta bibliografia, altrimenti si rischia o la banalizzazione o,
peggio, una impostazione concettualmente errata! (segue) inviato dall'insegnante
|
[8] 8
Febbraio - Teoria del caos:
che cos'è? (Terza parte)
Volendo adesso introdurre il discorso
sulla teoria del caos in relazione alla teoria dei frattali, avverto la
necessità di dover iniziare da un'idea semplice e, tuttavia, molto
efficace. Ecco un esempio banale ma classico e forse molto
conosciuto. Se su di una cartina geografica si osservano le coste di un
paese, come l'Italia, si nota che esse sono molto frastagliate. Se si
prende una analoga cartina geografica, questa volta con una scala
maggiore, si osserva che le stesse coste sono ancora frastagliate alla
stessa maniera e con poche differenze con la situazione precedente. Se si
ingrandisce ancora di più la cartina si nota che ad ogni ingrandimento la
lunghezza dei tratti, che prima sembravano molto frastagliate e
irregolari, aumenta sempre di più facendo perdere l'irregolarità che si
notava prima ma mantenendo intatta la forma. Cosa significa questo?
Significa che si hanno proprietà di invarianza di scala. Più o meno del
tipo: "se si ingrandisce una parte si ritrovano strutture simili". Ecco un
esempio che ho trovato in un post di un NewsGroup che ci può aiutare. «Se
prendiamo un triangolo equilatero e su ogni lato si disegna un altro
triangolo, di lunghezza 1/3 di quella iniziale, e si continua via via a
disegnare triangoli sui lati così ottenuti, mediante triangoli sempre più
piccoli che fanno aumentare sempre di più la lunghezza totale, si può
immaginare che, nonostante si tenda all'infinito, l'immagine rimane
relegata in un'area relativamente poco più grande di quella iniziale. Con
questo esempio, possiamo avere un'idea, sebbene riduttiva ma precisa, di
un fenomeno "caotico" che chiamiamo "frattale". Se si osserva un
cavolfiore: la più piccola struttura alla sua periferia rispecchia
fedelmente l'intera struttura del cavolfiore. Altro suggerimento che
ritengo importante e che ho trovato in un altro NewsGroup è quello che ci informa
che il caos può essere scatenato, anzi lo è sempre, da cause strettamente deterministiche: ma dal punto di vista deterministico, oltre tre livelli
di intervento fisico non si può andare altrimenti si ha il caos. Ecco un
altro esempio. Se con una stecca da biliardo si colpisce una pallina, si può prevedere abbastanza facilmente, in base ai principi di conservazione
della q.d.m. e dell’energia, dove essa andrà a finire. Se la pallina ne
colpirà un'altra, anche in questa nuova situazione non sarà difficile
prevedere dove quest’ultima andrà a finire. Il calcolo sarà solo un po’
più complesso, ma si potrà lo stesso concludere con una conoscenza
abbastanza precisa del risultato. Se invece questa seconda pallina ne
colpisce una terza allora la previsione diventa impossibile. Si badi bene
che questa incapacità a prevedere l’evoluzione completa del fenomeno non è
dovuta a difficoltà del calcolo ma a cause intrinseche, perchè si è ormai
nel caos, che ha quest'altra importante caratteristica: basta una
lievissima variazione iniziale in un certo processo perché il risultato
finale si allontani in modo esponenziale rispetto ad un altro processo che
inizialmente era leggermente diverso. Questa è la ragione per cui è molto
difficile fare le previsioni meteorologiche oltre un giorno o
due. Esistono anche delle semplici equazioni che raffigurate su di un
piano cartesiano e partendo da certi valori "critici" continuamente
reiterati (ovvero la soluzione di questa è il nuovo valore) danno dei
disegni caotici veramente notevoli. Ingrandendoli sempre più si scoprono
sempre maggiori complessità e meraviglie, come gli insiemi di Julia o
quelli di Mandelbrot». Poi ci sono gli attrattori. Raffigurando su di un
piano cartesiano (che qui si chiama piano delle fasi) il movimento
periodico e oscillatorio di un pendolo semplice quello che se ne ricava è
una linea curva che verrà "attratta" da un punto centrale, perchè prima o
poi si fermerà. Un processo caotico invece produce sul piano delle fasi
degli "attrattori strani", nel senso che l'attrattore non è costante come
nell'esempio precedente e la forma che ne viene fuori è un disegno come le
ali di una farfalla (il famoso attrattore di Lorenz) la cui linea non
passa "mai" nello stesso punto. Per quanto lo si porti avanti nel tempo,
non passa "mai" nello stesso punto, e pertanto viene fuori un groviglio,
sempre più fitto ma sempre passante da punti diversi. Penso che possa
bastare. inviato dall'insegnante
|
[9] Teoria del caos: scelta
del percorso di ricerca e definizione di una scaletta provvisoria del
progetto di tesina.
Premesso che non è consigliabile mettere troppa
carne al fuoco, penso che sia giunto il momento di: -scegliere una
linea di sviluppo della tesina, -inventare un titolo, naturalmente
provvisorio, -articolare concretamente l'ordine dei temi da
sviluppare, e -proporre una linea concettuale che partendo da qualche
riflessione giustificabile alla luce di certe esigenze culturali permetta
di entrare nei contenuti concettuali chiaramente definiti. La
scienza del caos come titolo può ingenerare molta confusione a causa della
enorme quantità di temi che essa può indagare. Ecco, a mio giudizio, alcune
possibili scelte: - lo sviluppo di una linea concettuale che
partendo dall'esigenza di chiarire la natura del caos, del determinismo,
della freccia del tempo e dell'entropia esamini, o riesamini, il ruolo
della probabilità in fisica in qualche limitato e preciso caso.
Attraverso le classiche idee che partono da Laplace e Boltzmann, si
può sviluppare il tema della irreversibilità, arrivando fino a Prigogine e
alle strutture dissipative del caos. A proposito di queste ultime idee, ci
si può porre l'ambizioso obiettivo di esaminare alcune tematiche
specifiche e chiarirne la logica e lo sviluppo per mettere a fuoco l'idea
che il determinismo non è più possibile difenderlo a nessun titolo. Cioè,
partendo dall'idea della funzione della categoria della probabilità, in
contrapposizione con la visione del determinismo, si può sviluppare un
discorso che coinvolga la nozione del caos in modo da ripensare la nozione
di legge naturale classica, sostituendo per esempio la obsoleta categoria
scientifica della traiettoria, con la descrizione statistica e
probabilistica dei fenomeni microscopici che tanto successo hanno avuto
nella meccanica quantistica. - un'altra possibile modalità di
ricerca potrebbe essere quella che potrebbe ipotizzare una analisi delle
applicazioni dei ragionamenti del caos e del probabilismo ai complessi
fenomeni biologici della vita, alla luce dei contributi della biofisica e
dell'ingegneria genetica che tentano di spiegare il comportamento
dell'ordine del DNA come aspetto centrale delle leggi entropiche del 2°
principio, recuperando la visione di Prigogine e della scuola di Bruxelles
come tentativo euristico di trovare conferme nello sviluppo della biologia
molecolare. Questa possibile linea di ricerca mi ricorda i cosiddetti
sistemi lontani dall'equilibrio che evolvono spontaneamente verso
uno stato ordinato con conseguente diminuzione dell'entropia. La
dimostrazione di tale fenomeno fu data uno scienziato russo che fu per
questo insignito del premio Nobel. Questo principio è la spiegazione
migliore per giustificare la domanda del come noi essere umani esistiamo
se nell'universo l'entropia aumenta costantemente? In effetti un sistema
lontano dall'equilibrio (ad esempio un organismo vivente) sfrutta la sua
organizzazione interna per mantenere alto il grado di ordine a scapito
dell'ordine distrutto nell'ambiente. - un'altra linea di ricerca
potrebbe essere quella che parte dall'idea che è ammissibile che alcuni
fenomeni deterministici, perfettamente prevedibili da leggi causali, alla
fine non obbediscono più a leggi classiche per ragioni da esaminare.
Questa potrebbe essere la strada del rapporto tra caos e frattali alla
quale si è particolarmente interessati. - last but not least,
recuperare alcuni concetti succitati e svilupparli in un fenomeno
inerente al programma d'esame dell'elettromagnetismo, come i modelli
moderni della conduzione elettrica dal punto di vista microscopico. Mi
vengono in mente il modello di Drude e quelli quantistici alla luce delle
categorie dell'entropia e dell'informazione. Aspetto novità. inviato dall'insegnate
|
[10] Finalmente riesco a
scriverle!
Ho letto con attenzione le proposte inerenti allo sviluppo del
mio approfondimento e le trovo tutte molto convincenti. Sono consapevole
della complessità dell'argomento e del rischio di produrre un lavoro che
può risultare banale o inesatto sotto diversi aspetti. Per tentare di
evitare questi problemi, dal momento che ho le idee ancora un po' confuse,
sto cercando di circoscrivere il campo di indagine e di chiarire
l'impostazione da dare alla mia ricerca. Penso, comunque, di evitare un
percorso di approfondimento incentrato sul confronto tra la visione
deterministica dei fenomeni e la nozione di caos. Nonostante sia
particolarmente interessante, preferisco concentrarmi su un unico aspetto soprattutto in vista del poco tempo che avrò a disposizione in sede d'esame.
inviato dalla studentessa
|
[11]
Il mio approfondimento: finalmente concluso
Questa è una breve presentazione
del mio approfondimento di matematica e fisica. Mi limito a citare gli
argomenti affrontati e i relativi collegamenti, in modo da darle un'idea
del mio percorso. Naturalmente, non ho la pretesa di avere esaurito
l'argomento o di averlo trattato in maniera completa. Inoltre, dal momento
che nono sono in possesso delle conoscenze e delle competenze necessarie
per affrontare questo tema da un punto di vista strettamente tecnico, ho
cercato di concentrarmi sull'aspetto più teorico della questione. Quello
che vorrei fare è fornire alla commissione un quadro sintetico dei
problemi che portano alla nascita della teoria del caos e degli obiettivi
che tale teoria si propone di raggiungere. Spero di
riuscirci. L'esposizione si articola nei seguenti punti: -
Presentazione dei "pionieri" della teoria del caos e insuccesso
iniziale; - portata rivoluzionaria della teoria e breve confronto con
le precedenti rivoluzioni scientifiche del Novecento(relatività
einsteiniana e meccanica quantistica); - elementi di innovazione
introdotti dalla teoria del caos (eliminazione delle linee di demarcazione
tra le varie discipline scientifiche, opposizione al riduzionismo,
importanza attribuita all'uso del computer e della matematica come scienza
sperimentale, possibilità di applicazione della fisica al campo
dell'esperienza quotidiana, , messa in discussione della prevedibilità
deterministica), La parte successiva dell'approfondimento è volta a
dimostrare che, nonostante la teoria del caos abbia messo in discussione
l'idea della prevedibilità, alcuni fenomeni ritenuti "aleatori" seguono
delle leggi ben precise e sono più prevedibili di quanto si
pensi. - descrizione dell'esperienza di Lorenz e spiegazione dei
concetti di "dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali" e di "effetto
farfalla"; Il riferimento a Lorenz offre lo spunto per parlare
di: - cosa è un sistema dinamico; - come un sistema semplice (quale
quello studiato da Lorenz, costituito da tre sole equazioni non lineari),
possa generare un comportamento complesso; - cosa si intende per
"spazio degli stati" "attrattore" e "attrattore caotico" (con riferimento
ai sistemi fisici che sono rappresentati dai diversi tipi di
attrattori); - come si studia un attrattore caotico(tecnica della
proiezione e mappa di Poincarè); - attrattori come risultato di un
processo di stiratura e piegamento dello spazio degli stati (riferimento
agli esponenti di Ljapunov), che comporta un aumento dell'incertezza con
la quale si può definire la condizione di un sistema in un determinato
istante; - spiegazione della differenza tra comportamento caotico e
instabilità di un sistema L'ultima parte dell'esposizione si
propone lo scopo di mostrare come attrattori caotici siano alla base di
numerosi sistemi fisici ritenuti aleatori. A tale scopo viene considerato
come esempio i moto dei fluidi, studiato attraverso la realizzazione della
Cella di Couette. - Descrizione dettagliata dell'esperimento di Gollub
e Swinney; - illustrazione della regola di Takens, volta a risolvere il
problema della rappresentazione, nello spazio degli stati, di un sistema
dinamico in cui sono presenti numerose variabili Conclusione: il
fatto che il comportamento di sistemi fisici "caotici" sia descritto da
attrattori strani implica che tali sistemi siano soggetti a determinate
leggi, anche se non è possibile conoscerne gli stati futuri. Segue la
definizione di "caos deterministico" e la differenza tra "caos
deterministico" e "casualità". All'interno di questo
approfondimento, la matematica viene inserita partendo dalla spiegazione
del concetto di attrattore caotico, che offre lo spunto per parlare delle
strutture frattali. Il precorso prevede, dunque, una sezione dedicata al
concetto di dimensione frattale, allo studio delle principali figure
frattali, al legame tra frattali, iterazione e caos e al Teorema del
collage(per lo studio del grado di complessità della funzione che,
iterata, ha dato origine alla struttura frattale stessa). inviato dalla studentessa |
[12]
Precisazioni
Nessuno ha mai
preteso che il tema da te scelto, che ti ricordo essere un tema complesso
e impegnativo, fosse sviluppato in modo completo e approfondito. Nessun
insegnante liceale penserebbe di poter portare a termine un’impresa cos?
impegnativa nei pochi mesi di fine anno che ci hanno preceduti. Cerchiamo,
viceversa, di affrontare le questioni più significative che interessano il
tuo percorso di approfondimento in modo concreto, nella prospettiva di
costruire un discorso scientifico che abbia senso compiuto e originalità,
in modo tale che la tua fatica possa essere premiata. Cominciamo
col dire che il tuo proposito di sviluppare il tema secondo la scaletta
che hai proposto mi sembra adeguato e corretto. Quando affermi di voler
fornire alla commissione di esami un quadro sintetico dei problemi che
hanno portato alla nascita della "teoria del caos" e una presentazione
degli obiettivi che essa si propone di conseguire, penso che ti muovi in
un’ottica propositiva corretta che la commissione non mancherà di
apprezzare. La prima osservazione che mi sento di proporti è
questa: in cosa consiste questa "teoria del caos" e per quale ragione
l'hai scelta. La curiosità riguarda soprattutto il contenuto di questa
teoria e il perché della tua preferenza. Dunque, quali sono i punti
essenziali di questa teoria, i suoi presupposti, la ragion d'essere e le
motivazioni della sua nascita e del suo sviluppo? In secondo luogo,
ti chiederei chi sono questi pionieri della teoria del caos che citi nella
premessa e quale insuccesso iniziale essi hanno commesso. Passerei poi a
una seconda serie di domande. Partendo dal fatto che non mi sembra per
niente scontato che la "teoria del caos" abbia una portata rivoluzionaria
(dovresti giustificarlo) ti chiedo in cosa consisterebbe questo aspetto
rivoluzionario? E poi, visto che lo citi, come proporresti il confronto
con le precedenti rivoluzioni scientifiche del primo novecento (relatività
e quantistica)? Mi piacerebbe che tu potessi sviluppare, brevemente,
questi elementi di innovazione che la "teoria del caos" avrebbe introdotto
nel panorama della cultura scientifica. Potresti essere, per favore, più
puntuale e analitica nel descrivere questi elementi? Cerca di comprendere
che la questione è importante e non si può lasciare nel vago. La
parte successiva del tuo proposito mi sembra che tocchi temi meno concreti
del precedente per il semplice motivo che entrano in questioni che non mi
sembra abbiano una giustificazione nel contesto di un programma di
matematica e di fisica d’esame svolto in modo tradizionale come quello che
abbiamo sviluppato io e la tua prof.ssa di matematica. Quello che mi rende
un po' perplesso nella linea giustificativa che hai scelto riguarda la
poca chiarezza nel riuscire a individuare i temi specifici di fisica che
entrano nella tesina. In altre parole, la fisica che tipo di contributo dà
alle idee presenti nel tuo approfondimento? Devo dire la verità, non mi è
chiaro. Scusami se sono esigente nel parlare di contenuti, ma ho
qualche anno più di te per credere che la significatività di una tesina
non sta, a mio parere, né nelle parole ad effetto, né nella serie di temi
più o meno entusiasmanti che possono essere sviluppati. Quello che è
importante in una tesina di approfondimento è che essa possa permettere di
sviluppare temi e implicazioni che abbiano senso compiuto e
giustificazione chiara nel panorama epistemologico che la riguarda. E mi
rimane difficile comprendere la logica dei temi da te scelti nello
scenario di un corso di fisica inerente all’elettromagnetismo classico
come quello che abbiamo studiato quest’anno. Dunque, mi sta bene che tu
parli della "teoria del caos" in relazione a frattali e cose del genere ma
io, come docente di fisica, ti chiedo di informare chi ti ascolterà agli
esami del tipo di idee fisiche che hanno a che vedere con il caos. E'
ovvio che se la tesina ha a che vedere, per esempio, con effetti
dissipativi, ovvero entropici, avrei visto bene delle disquisizioni di
meccanica statistica, che invece nel tuo lavoro mancano. Se invece lo
sviluppo della tua tesina prevede questioni inerenti a sistemi dinamici,
ovvero sistemi complessi o sistemi a più corpi allora il discorso cambia
perché si tratta di improvvisare risoluzioni di equazioni differenziali
che non abbiamo sviluppato né in fisica, né in matematica. E la questione
cambierebbe ancora una volta se tu avessi previsto temi che potessero
interagire con la relatività e la quantistica. Ti chiedo solamente di
evidenziare le ragioni delle tue scelte, nulla di più. Credo,
altresì, che è necessario mettersi d'accordo anche sui termini della
questione. Che cosa intendiamo per "teoria del caos"? Se intendiamo che
non c'è una legge deterministica che descrive il sistema in esame e che
non è possibile dire quello che accadrà all’evoluzione di un sistema se
non in termini probabilistici allora la questione assume una direzione più
chiara e convincente. Da questo punto di vista la "teoria del caos" ha
fatto capire che anche nell'ambito della meccanica classica il futuro è
impredicibile. Ma questi sono discorsi troppo vaghi e certamente poco
convincenti. Tra le tante cose sono dell’opinione che non si possa parlare
concretamente di una teoria del caos in fisica. La "teoria del caos", se
vogliamo essere più precisi, è essenzialmente un ramo della matematica,
più precisamente della teoria dei sistemi dinamici non lineari. Il
discorso corretto diventa allora il seguente. Un sistema, che presenta
delle condizioni iniziali esattamente note, è deterministico se la sua
evoluzione è esattamente determinata. Se per? si considera un moto con
condizioni iniziali anche pochissimo differenti, queste differenze vengono
amplificate esponenzialmente nel moto successivo, fino a produrre un moto
totalmente diverso dall'altro. Di fatto quindi, essendo impossibile dare
con precisione assoluta le condizioni iniziali, è certo che dopo un tempo
sufficientemente lungo il moto sarà del tutto imprevedibile. La
scoperta del "comportamento caotico ha portato a tentativi di trovare
leggi generali divenute possibili solo da quando si è potuto disporre di
computer dalle potenze di calcolo e di rappresentazione grafica
adeguati. L'argomento è comunque molto complicato da affrontare perché
credo che sia innanzitutto difficile intendersi su che cosa si stia
effettivamente parlando ed è questo il motivo della mia contrarietà a
portare agli esami una tesina del genere. In ogni caso buon
lavoro. inviato
dall'insegnante
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[13] Ulteriori
precisazioni
Dalle cose che hai detto ultimamente mi sembra di
capire che lo sviluppo della tua tesina prevede la trattazione di un
percorso culturale di tipo trasversale, interdisciplinare, che partendo
dalla definizione di processo lineare, sviluppa tutta una serie di
approfondimenti volti a mettere a fuoco sia il concetto di "processo non
lineare", sia il passaggio dalla "non linearità" al "caos" (con i loro
rispettivi modelli matematici) e, infine, l'idea di "complessità" con la
quale si chiude una linea di riflessione che permette di comprendere quali
sono state le principali tappe di questa nuova scienza. Se le
cose stanno così, mi permetto di stimolare i tuoi interessi mediante i
seguenti suggerimenti. - Per quanto riguarda il contrasto tra processi
lineari e processi non lineari, vedrei bene una riflessione
circa le origini della meccanica classica dei sistemi con la
preoccupazione di giustificare il tema con l'analisi di un caso specifico,
che potrebbe essere la linearità del modello di un pendolo semplice, in
modo da far vedere come si studia e si analizza concretamente un modello
classico di sistema dinamico. Ti ricordo che ho parlato di pendolo
semplice, cioè matematico, ovvero ideale, che non esiste in natura
perché sono assenti in esso le forze dissipative. La ragione di questa
scelta è da ascrivere alla particolare modalità di analisi
fisico-matematica di come si analizza uno dei sistemi naturali più
importanti e, nello stesso tempo, più elementari di tutta la fisica. Kuhn
chiama questi esempi classici e fondamentali con il nome di "esemplari"
intendendo con ciò l'acquisizione, nella prassi della scienza normale, di
casi fisici primitivi che soddisfano le condizioni di semplicità,
accuratezza e fecondità. Con queste premesse segue che la linearità
diventa una interessante categoria scientifica da intendere come
prima approssimazione nell'evoluzione di un processo fisico. - Il
successivo passo sarebbe l'analisi della "non linearità" mediante, anche
qui, un coerente esempio, che potrebbe essere benissimo il "pendolo
fisico" o composto. - Da qui, il passaggio ai sistemi dinamici e allo
spazio delle fasi potrebbe portare all'analisi del pendolo caotico che
concluderebbe questa prima fase di indagine. - A questo punto le cose
si complicano un po' perchè il successivo passaggio, dalla non linearità
al caos mediante l'analisi di esempi che introducono il concetto di
attrattore strano e attrattore caotico, diventa un momento importante
della significatività del tuo approfondimento. Certo, porsi il problema di
giustificare questi processi mediante, per esempio, la descrizione del
caos nei sistemi reali con modelli matematici adeguati, potrebbe portare a
giustificare l'esistenza del caos nei sistemi dinamici. Il che non è poco.
Anzi. Diciamo che la questione centrale e fisica dell'intero
approfondimento sarebbe delineata nella sua strategia generale. - La
"complessità" completerebbe, infine, il quadro concettuale del tuo
approfondimento. Piatto forte delle tue riflessioni in sede di esame
dovrebbe essere, a mio parere, l'evidenziazione della tua capacità di
saper rielaborare l'inadeguatezza del riduzionismo e, pertanto,
riuscire a evidenziare in maniera semplice e schematica le lacune e le
insufficienze della visione classica della scienza. Il come
evidenziare questa linea di insufficienze dovrebbe essere centrato
delineando il quadro delle scoperte della scienza contemporanea che vanno
dal determinismo alla complessità. In altre parole si tratterebbe di
introdurre prima il determinismo classico di Newton, Laplace, Lagrange,
Eulero e la meccanica analitica, passare successivamente all'indeterminismo statistico di Clausius e Boltzmann e, infine, ma qui
cade l'asino perchè noi non abbiamo completato il programma, passare alla
indeterminazione quantistica (diciamo Plank, Bohr ed Heisemberg, ma ce ne
sono tanti altri) e concludere con il caos deterministico che va da
Poincarè a Prigogine. E' ovvio che la traccia che ti ho suggerito,
riguardante in particolare l'esempio del pendolo, potrebbe essere
affiancata, in elettromagnetismo, dal modo in cui si presenta la scarica
della corrente elettrica in un circuito LC e/o RLC che fa parte integrante
del programma d'esame. Se le cose stanno cosi' il mio consiglio è di
andare a sfogliare il libro di C.S.Beruglia-F.Vaio, Non linearità,
caos, complessità. Le dinamiche dei sistemi naturali e sociali,
Torino, Bollati-Boringhieri, 2003. Vedrai che ti aiuterà
molto. Saluti. inviato dall'insegnante |
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