Premessa

 


Ignoratur motu, ignoratur natura.

Aristotele

 

 

L'attività  empirica di laboratorio è sicuramente uno dei momenti più importanti e significativi nello studio e nell'indagine dei fenomeni fisici. Essa è insostituibile in un corso di Fisica che ha pretese di modernità e significatività. Mediante essa si possono realizzare importanti momenti di arricchimento culturale personale, volti a sviluppare le capacità logiche del pensiero divergente, nonché  significative attività di integrazione tra teoria ed esperimento. Uno degli scopi della sperimentazione di laboratorio è  la possibilità di interagire con le metodologie tipiche della ricerca  scientifica, perseguendo l'importante obiettivo di rendere consapevoli gli allievi del ruolo e del significato che l'esperimento gioca nell'apprendimento della Fisica.

Nella introduzione alla sua opera "Aspetti della spiegazione scientifica", Carl G. Hempel scrive : «Tra i numerosi fattori che hanno stimolato e sorretto la ricerca nei diversi  campi  della scienza empirica, due fondamentali interessi umani hanno fornito l'impulso essenziale agli sforzi dell'uomo per le  sue  imprese scientifiche. Uno di essi è di carattere pratico. L'uomo non vuole soltanto sopravvivere nel  mondo, ma anche migliorare la sua posizione strategica in esso. Per questo si rende importante per lui scoprire metodi attendibili per prevedere i mutamenti dell'ambiente che lo circonda e, quando sia possibile, controllarli a suo vantaggio. La formulazione di leggi e teorie che permettano la previsione di eventi futuri è una delle  più superbe conquiste della scienza empirica, e il modo in cui  essa soddisfa  la  ricerca da parte dell'uomo della previsione e del controllo è indicato dall'immensa portata delle sue applicazioni, che vanno dalle previsioni astronomiche a quelle meteorologiche, demografiche ed economiche, e dalla  tecnologia fisico-chimica e biologica al controllo psicologico e sociale. Il secondo motivo basilare della  ricerca  scientifica è indipendente da interessi pratici di questo genere; esso  risiede nella  pura curiosità intellettuale, nel profondo e  persistente desiderio dell'uomo di conoscere e comprendere se stesso e il suo mondo».[1]  «Formulare  leggi e teorie e «conoscere  e comprendere significano qui spiegare i fatti del mondo attraverso  procedure  che seguano il più possibile criteri di oggettività nel  quadro di  una  unità  metodologica  delle  scienze  empiriche  che è essenzialmente rappresentata dal metodo sperimentale. E' a tutti noto che la Fisica è una scienza  empirica. Il punto di partenza delle conoscenze fisiche è costituito sempre dalla consapevolezza dell'importanza del momento empirico attraverso il quale  lo scienziato sottopone a conferma le leggi e le teorie riguardanti i fenomeni naturali. Per studiare un fenomeno dal punto di vista  delle  scienze empiriche è necessario osservare con attenzione  il  fenomeno, individuare le grandezze fisiche che lo determinano quantitativamente, il modo in cui esso si manifesta ed evolve, e stabilire,  se  possibile, una relazione di  interdipendenza (la legge  del  fenomeno) che caratterizza, in senso matematico, l'aspetto quantitativo del fenomeno stesso. Per poter conseguire il suo obiettivo la Fisica  si  affida ad  una indagine sperimentale del fenomeno. Essa consiste  in  un accurato  e critico esame del fenomeno, eseguito con  criteri  e strumenti  matematici  che permettano di investigare   i  diversi fattori e le variegate circostanze che appaiono influenzarlo. Spesso  però  i  fattori  che  intervengono  nei   fenomeni naturali sono molti, di difficile comprensione e, in alcuni casi, pressoché impossibili da descrivere e da prevedere con una certa precisione. Si pensi per esempio al moto disordinato di caduta di una  foglia in una giornata di forte vento, oppure al  moto,  non proprio semplice, dell'acqua in una cascata.

Nonostante tutto, si nota che dietro all'infinita varietà e complessità dei fenomeni possono celarsi leggi sorprendentemente semplici  purché  si riproducano in  laboratorio  in  condizioni controllate, facendo, cioè, variare in modo conosciuto i  valori di  alcune delle grandezze fisiche in gioco e misurando come le variazioni apportate  influiscano  sui  valori  assunti dalle grandezze stesse. In altre parole è come se la Fisica guardasse al mondo dei fenomeni naturali «[...] da un punto di vista privilegiato, come, cioè,  se scegliesse degli occhiali con  un  filtro  colorato attraverso  il quale alcune caratteristiche risultano evidenti  e altre  scompaiono. In questo modo si "semplifica" la realtà,  la si "riduce" a solo alcuni dei suoi aspetti, ma nello stesso tempo si  riesce  a scoprire molto più facilmente  se esistono delle regolarità  nel comportamento della natura, delle 'leggi', che permettano poi di fare delle previsioni».[2]  Questi  processi  semplificativi  possono essere spiegati meglio esaminando il seguente schema:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In  laboratorio,  come  in  nessun  altro  luogo,  si   può utilizzare, al meglio, il metodo sperimentale secondo  lo  schema seguente:

Come mostra lo schema precedente, partiremo dall'osservazione  sperimentale del fenomeno, seguendo una  linea induttiva  che da tanti fatti particolari ci permette di  indurre «un  fatto  generale : la legge del fenomeno. In  altre  parole, mediante   misurazione  di  grandezze  fisiche, i cui   valori costituiscono le informazioni che noi   chiamiamo "dati", formuleremo delle ipotesi di  lavoro (altrimenti  chiamate «asserzioni di carattere generale», oppure «enunciati causali», o «asserti  esplicativi»,  o  «costrutti  ipotetici»,  ecc..)  in maniera  tale  da  individuare  un  modello teorico col quale formalizzare una certa rappresentazione concettuale della realtà che si sta  indagando. Le ipotesi, a seconda che potranno  essere confermate,  o meno, permetteranno di ottenere la legge  empirica del fenomeno indagato.Dopo  aver esaminato un semplice modello teorico, utile  per comprendere le caratteristiche più significative del comportamento del  sistema  fisico  in  osservazione,   ci   si preoccuperà  di  proporre  dei raffinamenti  successivi  che  è necessario  compiere sul modello, perchè da essi possano  essere dedotti  le  leggi  e i concetti  essenziali  che  permettano  di fornire  una  chiave  di lettura  efficace  e  significativa  del settore fisico indagato.

Consapevoli,  poi,  del fatto che non  esistono  «regole  di induzione  applicabili  in generale, mediante le  quali  possano venire  derivate o inferite in modo meccanico ipotesi o teorie a partire dai  dati  empirici,  possiamo tuttavia  ritenere che l'aspetto metodologico che questo processo di indagine mette  in moto è fortemente importante nell'educazione scientifica,  in quanto permette di individuare una direttrice di marcia  corretta e sicura nel processo di costruzione del sapere scientifico.Le difficoltà nascono quando si dovrà procedere con immaginazione creativa  o,  meglio, con  ragionamenti  logici  e coerenti - che prendono spunto sia da osservazioni  sperimentali, sia da idee precedenti che nulla hanno a che vedere col  momento empirico ma  che attengono alla  dimensione  della  speculazione teorica - per formulare proposte e progetti di sistemazione delle conoscenze scientifiche. Non  è nostra intenzione, dunque, commettere  l'errore  di considerare la concezione induttivistica, cosiddetta «ristretta», della ricerca scientifica come l'unica e corretta possibilità di indagine, sul  piano metodologico, che la Fisica,  come  Scienza empirica, adotta. Sappiamo  bene   che   questa    posizione metodologica,  alla  luce della critica epistemologica antica e recente, è insostenibile.[3] Il  fatto che in questo lavoro si attinge a  piene  mani  a questa  struttura  conoscitiva  è  dovuto alla necessità di indirizzare  gli allievi lungo un percorso di tipo empirico   che evidenzi le maniere attraverso le quali si articolano i  processi di scoperta delle leggi scientifiche. L'intento è, dunque, solo  quello di sottolineare l'aspetto metodologico, ovvero il  percorso operativo che permetta di sottolineare i procedimenti e le tecniche di scoperta delle leggi fisiche come «riscoperta guidata».


[1] C.G. HEMPEL, Aspetti della spiegazione scientifica, MILANO, Il Saggiatore, 1986, pp.9-10;

[2] E.BONI-F.DE MICHELE-M.MAYER, Approccio alla  Fisica,TORINO, Paravia, 1990, pp.8;

[3] C.G.HEMPEL, Filosofia delle scienze naturali, BOLOGNA, Il Mulino, 1968.


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