CAPITOLO III

3.2 Linea metodologica


Per insegnare efficacemente Fisica, consentire di sviluppare capacità superiori del pensiero divergente, fare apprendere agli allievi  abilità specifiche e di comportamento nel settore  delle scienze fisiche e permettere, in definitiva, di conseguire obiettivi  didattici  efficaci, verrà utilizzato un preciso  piano di strategie metodologiche e procedure didattiche.

Premesso che il metodo di insegnamento, in generale, riguarda molto da vicino il modo della comunicazione e la maniera  con la quale si consapevolizzano le informazioni, la base logica e la struttura di partenza attinente l'elaborazione della strategia di insegnamento  sarà costituita dalla gestione completa di un complesso  di informazioni che faranno capo alla Programmazione Didattica  da un lato, e dal tenere  conto, dall'altro,  di alcune fonti di informazione quali la Psicologia dell'apprendimento,  lo studio dell'evoluzione post-adolescenziale, la logica, la struttura e il tessuto epistemologico della disciplina.

Dal   punto   di  vista   metodologico,   quindi,   verranno considerati fondamentali quattro momenti:

1.   il momento della elaborazione teorica : intendendo  con  ciò che  l'allievo deve essere portato a comprendere come  a  partire dalla formulazione di alcune ipotesi sia possibile  interpretare, e  unificare, un'ampia classe di fatti empirici nel complesso  di una  teoria, rendendo possibile la realizzazione dell'aspetto esplicativo e predittivo della scienza fisica;

2.   il momento della elaborazione sperimentale : intendendo  con ciò che l'allievo (preferibilmente in piccoli gruppi di lavoro) e il docente, realizzano esperimenti di fisica (riscoperte, misurazioni  indirette) secondo una attività di laboratorio variamente gestita e caratterizzata da una continua, intensa e mutua  fertilizzazione tra teoria e pratica, con strumentazione semplice, che veda,  comunque, sempre i giovani protagonisti attivamente impegnati anche nella redazione di una Relazione (critica) dell'attività di laboratorio;

3.  il momento della applicazione pratica dei contenuti acquisiti: intendendo con ciò l'impegno in prima persona degli allievi  a risolvere problemi di Fisica che ineriscono  ai programmi  in studio. Tale attività non deve essere intesa  come un'automatica applicazione di formule. Al contrario deve intendersi come una analisi critica dei fenomeni in studio, come strumento idoneo ad educare gli allievi  a giustificare logicamente le varie fasi del processo di risoluzione e soprattutto deve sviluppare, sul piano razionale ed operativo, abilità metacognitive di controllo esecutivo del compito;

4.  il momento della riflessione storico-epistemologica : intendendo con ciò

il tentativo di fare apparire la scienza nella sua concretezza, evitando  di  ridurre  l'insegnamento  ad una paccottiglia di fatti sperimentali, di osservazioni empiriche, di assiomi  e  postulati, di leggi, di  teorie che ben poco o nessun legame sembrano avere con il tempo, con la realtà della particolare società in cui dette teorie sorsero o si svilupparono. In poche parole si tratta  di  ricercare la genesi  storica  dei concetti della Fisica e fornire la possibilità agli allievi  di comprendere il filo logico che lega le idee  della  Fisica  per poi sviluppare, in  un  secondo  momento,  i problemi  relativi all'opera di chiarimento e  precisazione di alcune nozioni strutturali del discorso scientifico. [1]

Ne discende l'esigenza di un approccio critico ai fatti,  in cui è  necessario  enfatizzare la riflessione  intorno  ai  nodi strutturali del sapere fisico e al quadro d'insieme entro il quale si intende inserire lo svolgimento dei contenuti. In  prospettiva sincronica e diacronica,  i quattro  momenti  sono attraversati e intersecati dal metodo scientifico di cui si già detto.

Sul  piano metodologico, la parola d'ordine che dà  senso  e caratterizza  la proposta pedagogico-formativa è l'insegnare per problemi, seguendo il metodo della ricerca. Si tratta di un tipo di approccio con la fisica che tenta di evitare apprendimenti ottenuti per ricezione e ripetizione di formule e concetti da imparare a memoria, senza consapevolizzazione e rielaborazione personale. Si tratta invero del tentativo di affrontare ogni problema fisico come un fatto culturale, dalle molte valenze e sfaccettature che stimolino, per quanto possibile e nei limiti della  statica organizzazione scolastica, l'intelligenza critica e la creatività. Si vuole fare in modo, cioè, di simulare e realizzare attività di studio, di analisi, di ricerca e di riflessione dei modi caratteristici nei quali si è realizzata la conoscenza  scientifica, tentando, in conclusione,di imparare le effettive  procedure  di ricerca attraverso le quali il sapere scientifico si è consolidato nel tempo. Implicitamente ciò dovrebbe realizzare un aumento dell'interesse e delle motivazioni che sono alla base di un effettivo ed efficace apprendimento.

Più esplicitamente si prevede :

1)  la  presentazione,  quando  si  riterrà  opportuno,  storico-problematica di alcuni argomenti da studiare, in modo da privilegiare entrambi gli aspetti, e in modo equilibrato, quello forma­tivo e quello nozionistico;

2)  il riferimento continuo e costante alla  parte  sperimentale, vista  non tanto come momento di verifica di leggi  acriticamente conosciute, quanto come cammino da percorrere per giungere alla scoperta (riscoperta guidata e personale) delle leggi di comportamento della natura;

3) l'insistenza sui concetti principali del corso e sui fondamenti della  disciplina nella prospettiva di fornire  agli  allievi spettri di conoscenza completi ed organici del sapere scientifico;

4) l'uso intensivo e privilegiato dello strumento  grafico  come metodo di analisi e di elaborazione dei dati sperimentali;

5) la sistemazione razionale dei contenuti della Teoria del  moto di  Newton, della Teoria termodinamica e della Teoria elettromagnetica  di Maxwell, polarizzando l'attenzione sullo sviluppo  di alcuni concetti informatori di teorie, modelli fisici e  implicazioni storiche sui problemi che ineriscono alle tre teorie di Fisica Classica;

6)  l'introduzione delle principali tematiche di  Fisica  Moderna (Teoria  Quantistica e Teoria della Relatività), in maniera  tale da proporre una conoscenza non superficiale, critica e articolata del sapere scientifico in Fisica;

7) l'inquadramento, in prospettiva storica, delle più importanti e significative scoperte della Fisica Classica (Copernico, Keplero, Galileo,  Newton, Joule, Carnot, Kelvin, Clausius, Boltzmann, Oersted,  Faraday,  Maxwell, Hertz, etc...) e della  Fisica  Quantistica (Plank,  Einstein,  Bohr, De Broglie,  Schrodinger,  Heisemberg, Born,  etc.. ) effettuando alcuni collegamenti con la storia  del pensiero scientifico;

8)  da ultimo, la ricerca operativa, per gruppi di studio, di  un esempio  significativo  di riflessione sulla  dimensione  storica della scienza, mettendo in evidenza che il lavoro scientifico  di ricerca non segue un cammino lineare, facile, ma è uno sforzo faticoso  dell'uomo per comprendere la natura, spesso contrastato Galileo), mai definitivo. In particolare, si tratterà di mettere a fuoco, nell'arco triennale, la teoria meccanica del moto, quella termodinamica  e quella  elettromagnetica  che  costituiscono l'ossatura della Fisica e un ottimo esempio significativo del mo­do in cui si formano, in Fisica, le teorie scientifiche.

Si valuterà, a tale proposito, la possibilità di far produrre agli  allievi una "tesina"

non intesa come raccolta di nozioni ma come elaborazio­ne critica di una esperienza, come acquisizione  di una capacità (buona per  la  vita futura) a  individuare i problemi, ad affrontarli con metodo, ad esporli secondo certe tecniche di comunicazione [2]

che possa dare spazio alla loro personale iniziativa e alla  loro libera inventiva.

La  questione della produzione di tesine è molto  importante in un curricolo triennale, perchè non è pensabile costruire una formazione liceale che non preveda di offrire agli allievi l'opportunità di svolgere in maniera completa e significativa un lavoro di ricerca e di approfondimento di un argomento sia dal punto di vista teorico, sia dal punto di vista empirico come lavoro di laboratorio, sia, infine, come indagine pluri-, o interdisciplinare, di applicazioni scientifiche o di ricerche culturali  di grande rilievo nella storia del pensiero scientifico.

La tesina deve certificare l'avvenuto possesso di capacità e di abilità specifiche di rilievo nel campo di un  settore  della fisica e contribuire a consolidare nell'allievo l'orientamento  a scelte di studio consone con gli interessi e le motivazioni possedute.

L'attività del

fare ricerca, di consultare e frequentare biblioteche, di arricchire le proprie conoscenze, di comunicare agli altri  le scoperte alle quali si è giunti sono  compiti nobilissimi, nei quali gli individui esprimono la parte migliore di loro stessi. Lo studente che  prepara  una tesi, come lo studioso che prepara un libro, penseranno spesso  a come gli altri giudicheranno il loro  lavoro. Questo  pensiero  li  indurrà a  essere  chiari,  seri, scientificamente onesti.[3]

In  questa prospettiva, non sarà per niente secondario l'obiettivo didattico di insegnare ai giovani a sapersi destreggiare nel lavoro di una ricerca bibliografica, acquisendo così capacità di elaborazione di argomenti su testi di fisica differenti.


[1] P.PRIORI, Viaggio nella storia delle idee della  Fisica, Cremona, Ed. Pace, 1978, p.1;

[2] U. ECO, Come si fa una tesi di laurea, Milano, Bompiani, 1977, p.9.

[3] P.MELOGRANI, Guida alla tesi di laurea, Milano, Rizzoli, 1993, p.13.


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