Esempio di risoluzione di un problema di fisica
La seconda fase dell'attività di risoluzione: analisi e discussione del problema.
15 - Prima domanda.
Partiamo subito dalla condizione di scontro dei due treni. Affinchè essi si
urtino si deve verificare la condizione (1), laddove
SM=So+VM t |
ed |
SR=VoR t-½ a t². |
Quindi:
So+VM t=VoR t- ½ a t² |
Ordinando rispetto a t:
½a t²+(VM-VoR) t+So=0 | (3) |
La (3) è un'equazione letterale di 2º grado nell'incognita t. Risolvendola si
saprà se la soluzione sarà di tipo reale o meno. Prima però, è necessario
calcolare un dato mancante, cioè l'accelerazione aR posseduta dal rapido e da
noi indicata col solo simbolo a che al momento non è conosciuta (il treno merci
infatti non ha accelerazione e quindi non ci corre il pericolo di confondere le
due accelerazioni).
In effetti avevamo visto giusto quando ritenemmo precedentemente che sarebbe
stato necessario calcolare qualche altro dato per poter risolvere il problema.
Diremo che questo "imprevisto" rappresenta un classico nella risoluzione dei
problemi di Fisica, perchè nella quasi totalità dei casi di risoluzione di
problemi complessi è determinante calcolare, per altra via, dei dati mancanti
essenziali per la risoluzione del problema.
Per ottenere l'accelerazione del rapido ricorriamo all'equazione oraria della
velocità del rapido in funzione del tempo nella forma:
VR=VoR-a t | (4) |
e ragioniamo un momento. Nel punto X del percorso rettilineo, cioè nel punto
finale della traiettoria rettilinea in cui il rapido si fermerà (che rappresenta
il punto in cui il rapido si arresta con velocità finale nulla), evidentemente
la velocità VR sarà uguale a zero, quindi:
0=VoR-a tF |
essendo tF il tempo di arresto del rapido in frenata. Facilmente si ottiene:
tF=VoR/a | (5) |
Sempre in X, lo spazio di frenata, o spazio d'arresto SF, sarà:
SF=VoR tF-½a tF²=(VoR²/a)-½(VoR²/a)=½VoR²/a |
In definitiva:
a=VoR²/2SF=5/27 ~ 0,185 m/s² | (6) |
il tempo di arresto, secondo la (5), sarà:
tF=VoR/a=180 s | e lo spazio di frenata | SF=2VoR²/a=3000m . |
Nella (6) il valore dell'accelerazione è risultato positivo perchè nella (4)
abbiamo precedentemente inserito il segno negativo. Se viceversa avessimo messo
il segno positivo avremmo ottenuto la (6) col segno negativo giustificando
comunque la caratteristica di una decelerazione.
A questo punto possiamo risolvere l'equazione (3). Sostituendo in essa i valori
numerici, avremo:
t²-165t+10800=0 | (7) |
che è la forma normale dell'equazione di 2º grado nell'incognita t che si
ottiene inserendo al posto dell'accelerazione a il valore ottenuto con la (6),
al posto delle velocità VM e VoR, nonchè della distanza So, i valori dati dal
testo, così come si riconoscono nella TAB.2.
Se calcoliamo il discriminante Δ, avremo:
Δ=b²-4ac=-15975<0. | (8) |
Come era prevedibile il discriminante risulta negativo. Non esistono dunque
radici reali : i due treni non si scontreranno mai, in quanto non esistono
intersezioni fra i due diagrammi orari individuati nel grafico a) della fig.2
dalla retta SM=So+VM t per il moto rettilineo uniforme del treno merci e dalla
parabola SR=VoR t-½a t² per il moto rettilineo uniformemente ritardato del treno
rapido.