Genova e Pisa, intenzionate a non permettere a terzi di insediarsi lungo le coste corse e sarde, decisero di unire le flotte per affrontare le galee saracene. Il primo scontro fra le due flotte avvenne nel 1015, ma fu solo una scaramuccia. La battaglia decisiva si svolse nelle acque sarde l'anno dopo. Le galee arabe, investite con violenza da ogni parte, furono volte in fuga e per buona parte distrutte.Genova e Pisa rimasero così padrone di un mare che era loro destinato, per prestigio e per posizione. Una eventuale lotta tra di loro per la supremazia di quel mare, liberato dai Saraceni, era per il momento ancora lontano. Unico intento era solo quello di perseguire comuni interessi che culminarono nell'apertura di punti di commercio sulle coste africane e orientali. Durante il pontificato di papa Gregorio settimo, intorno al 1080, si assistette ad un periodo di pace in tutto il Mediterraneo:Cristiani e Musulmani
sembravano intenzionati a non combattersi. Nel 1095 papa Urbano secondo nel concilio di Piacenza prima e dopo in quello di Clermont bandiva la prima Crociata contro i Turchi che occupavano Gerusalemme e tutti i luoghi Santi. Un grido d'entusiasmo per l'impresa cristiana si sollevò in tutta Europa, e vari eserciti di crociati si preparavano a far rotta ad Oriente sotto il comando di Pietro Eremita, Goffredo di Buglione, Roberto di Fiandra e altri ricchi feudatari. A Genova, dalla chiesa di San Siro affollata di fedeli d'ogni ceto, dove Ugo di Chateauneuf Isère e Guglielmo primo, vescovi
francesi, avevano predicato la necessità di una Crociata contro gli infedeli, il grido «Dio lo vuole!»
si era sparso per tutta la città. Nel luglio del 1097 12 galee e un sandalo, salutati dalle grida festose e dagli auguri che la gente lanciava dalle calate gremite, salparono alla volta della Siria. Dopo 4 mesi le mura di Antiochia, tenacemente difese dagli abitanti, si profilarono agli occhi dei crociati liguri. L'apporto della flotta genovese si rivelò determinante, anche se a decidere le sorti di Antiochia fu il tradimento di un difensore arabo che, per denaro, permise ai crociati di entrare in città (1 giugno 1098). Alla vittoria seguì l'usuale saccheggio che fruttò un ricco bottino. Oltre a questo Genova, quale compenso per l'aiuto offerto, ottenne una chiesa con un fondaco, un pozzo e trenta case e in più l'esenzione dei tributi per sempre. Di ritorno in patria le galee genovesi toccarono le coste della Licia trovarono le ceneri di San Giovanni Battista trovate in un convento vicino alla città di Mira. Questo fatto, apparentemente insignificante, ebbe una grande importanza nella vita religiosa della città perchè da allora San Giovanni Battista venne considerato il patrono di Genova Col bottino le navi portarono anche la notizia che se Antiochia era caduta, Gerusalemme, era pur sempre in mani infedeli. Non mancava altro per spingere nuove forze verso la città santa. La guida di esse venne affidata a Guglielmo Embriaco detto Testa di Maglio e a Primo di Castello.