Montagna, casere e bivacchi

Gli itinerari


Val Gares e Pale di San Martino - Agosto 2003

La Val Gares, splendida verde valle che si chiude con il “Circo di Gares” e la sua cascata, è un ottimo punto di partenza per girovagare tra le Pale di San Martino (soprattutto versante Ovest). La più rapida via di accesso è il sentiero 704 che da Capanna Cima Comelle, in località Pian delle Giare, passando per la cascata di Gares e l’orrido delle Comelle (attrezzato con cordino e scalette), porta al Pian delle Comelle - 2 chilometri pianeggianti - dove già si inizia ad assaporare il silenzio e la quiete che caratterizzano questi luoghi.

A nemmeno metà piano (indicazione su un grosso sasso) si può salire a sinistra, percorrere il “Viaz del buz” e passare dalla valle delle Comelle alla Valbona, toccando l’omonima Casera Valbona e rientrando al punto di partenza per il sentiero 756.

Percorrendo invece il Pian delle Comelle per tutta la sua lunghezza e seguendo il sentiero si giunge dapprima ad alcune lisce rocce (laste moie o lastedel, cavetto di acciaio) e poi ad una diramazione del sentiero: il 704 prosegue verso sinistra per il Rifugio Rosetta mentre, proseguendo a destra, si incrocia il sentiero 703 delle Farangole per il Rifugio Mulaz oppure ci si addentra nella selvaggia Val Strut (716) e, attraverso ghiaioni, si raggiunge il Bivacco Brunner da dove si può proseguire fino al Passo di Val Strut e di lì, per la ferrata Gabitta D’Ignoti e la Cima della Vezzana, al Passo del Travignolo e al bivacco Fiamme Gialle.

Il Passo del Travignolo, tra la Cima Vezzana e Cimon della Pala, (che dal versante del ghiacciaio, con percorso alpinistico, congiunge alla Val Venegia) è anche raggiungibile, sempre percorrendo l’ormai consueto Orrido delle Comelle e Lastedel, proseguendo verso sinistra per il sentiero 704 fino al Pian dei Cantoni. Di qui, senza risalire fino al rifugio Rosetta, si lasciano i piccoli invitanti praticelli verdi e, tagliando a destra, ci si ricongiunge, all’inizio della Val dei Cantoni, con il sentiero, ora sì ben segnato, che Altipiano e ghiacciaio della Fradustaproviene appunto dal rifugio. Dal passo è splendida la vista verso l’Altopiano e la Fradusta con il ghiacciaio.

Per arrivare all’Altopiano, dal pian delle Giare, si può seguire il sentiero 756 fino alla forcella Cesurette e, lasciata sulla sinistra la Casera Campigat si procede costeggiando il Sasso Negro, sentiero 761, fino allo splendido verde Campo Boaro e al Passo dell’Antemarucol (dove il sentiero si ricongiunge con quello proveniente dalla Valbona) e quindi, su mulattiera, le Sponde Alte e l’Altopiano, immersi in un paesaggio surreale tra grigi lastroni di pietra.

É dunque possibile, da queste parti, raggiungere mete, anche abbastanza frequentate, attraverso persorsi, al contrario, selvaggi e solitari. Il Rifugio Mulaz, ad esempio, da Gares è raggiungibile attraverso il sentiero 755. Io l’ho fatto a ritroso, dal rifugio attraverso la Forcella Margherita e il Passo delle Farangole, ignorando il bivio con il sentiero 703 e proseguendo per la Banca delle fede, su traccia a volte incerta, percorrendo una cengetta (funi metalliche) che, ad una prima, veloce, occhiata non si individua Banca delle fedeneppure. Superato il Passo delle fede, seguendo il sentiero 755, si arriva al Pian del Campido, verde ed invitante (Ettore, che in quell’occasione era con me, lo aveva già adocchiato da un pezzo e aveva dichiarato la sua ferma intenzione di volersi distendere sul praticello). Si procede poi su tratti un po’ erbosi e un po’ boscosi fino alla biforcazione per Gares, da una parte, e per Malga Stia dall’altra, ora il sentiero è il 755 bis. Volendo proseguire si arriva alla Malga (Agriturismo nella stagione estiva) e poi, ancora, per un sentiero che a tratti è solo traccia, fino alla Casera Vecia e, di qui (sentiero 754) per il Monte Palmina, Casera Nova, Pian di Costa, raggiungere Canale D’Agordo.

Da Canale D’Agordo, in altra occasione, siamo partiti (Andrea, Cristiana, Ettore, Giovanni, Maria Cristina e Maurizio), per raggiungere il bivacco Bedin (sulle Pale di San Lucano). Seguendo il sentiero 758 abbiamo superato la Casera del Pian del Sais la Casera Campedel o del Vecio (che rimane sulla sinistra del percorso), i fienili di Campigol (sentiero 759 in direzione della Forcella di Pape), lasciando il sentiero all’altezza dei ruderi della Malga Pape e iniziando la discesa che ci ha portati dapprima alla Casera Prademur e successivamente alla Malga d’Ambrosogn. Abbiamo quindi ripreso a salire (sentiero 765) fino alla la Forcella della Besausega, da dove, ormai in quota, si percorre tra le stelle alpine, il bellissimo sentiero in costa fino al Bivacco Bedin. Al bivacco c’erano già 6 persone che si accingevano a passare lì la notte. Fortunatamente la provvidenziale veranda ha consentito a tre di noi, spostando il tavolo, di sistemarci a terra e di dormire sufficientemente comodi, dopo la consueta minestra calda e una tranquilla serata davanti al sempre suggestivo fuoco. La mattina successiva puntata al Mul e al Monte San Lucano, poi, tornati un po’ indietro abbiamo cercato la labile traccia che, tagliando, permette di raggiungere la Forcella di Gardes senza perdere quota. Dalla forcella abbiamo optato per il percorso che passa per la Malgonera, risale alla Casera ai Doff e alla Forcella Caoz. Da qui in avanti quasi solo discesa, dapprima fino alla Casera Caoz, davvero invitante dall’alto su fiorito pianoro, poi, appena prima della casera, per il ripido sentiero che rapidamente, dando il colpo di grazia alle gambe e ai piedi, già lessati negli scarponi, ci siamo ricollegati alla pista da fondo o bicicletta che collega Canale D’Agordo a Gares. La povera Penelope (4 zampe piuttosto corte) nonostante un paio di passaggi nello zaino, è rientrata alla base distrutta e ha fatto il suo ingresso al Campeggio Lastei spudoratamente in braccio.


Maria Cristina

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