Gola di Siusi - 20 agosto 2003

Basta sedersi sulla panchina del sagrato della chiesa di Siusi, ai piedi dell’altipiano dello Sciliar, e alzare la testa verso la montagna che sovrasta il paese. Tra la Punta Santner , la montagna per eccellenza per questi paesi, e il Gabels - Mull, una delle tante propaggini dello Sciliar, è stata intagliata dalla natura una profonda gola che sale più o meno ripidamente sui pianori dello Sciliar. Non ci sono sentieri che la risalgono né rifugi, solo alcune labili tracce e qualche ometto indicano il saltuario passaggio di qualche persona. Certamente è uno dei rari posti in queste zone affollate delle dolomiti dove ci sono più camosci che umani. Da un po’ di tempo avevo l’idea di percorrere per intero la gola, ma non sapevo se la cosa era fattibile: non sono riuscito infatti a trovare da nessuna parte una qualche indicazione su questa salita. Così anche questa giornata doveva essere solo un’ennesima esplorazione.

Lasciata la macchina un chilometro prima dell’Albergo Ratzes (1100 m circa) e superati i ruderi del Castello di Castelvecchio (per gli amanti delle falesie, sulla roccia dove è sorto il castello sono stati allestiti vari brevi monotiri con difficoltà dal 5° in su), per traccia di sentiero non segnalato si raggiunge l’imboccatura della Gola. La traccia sparisce e ci si addentra nella gola seguendo il greto del torrente. Il vallone va restringendosi fino a quando diventa una stretta gola a gradoni. Senza lasciarsi ingannare dalla logica prosecuzione all’interno della stretta gola, si affronta il pendio sulla destra (sinistra orografica - roccette con difficoltà contenute), apparentemente senza via di uscita, ma che risulta essere un ottimo passaggio per superare gli ostacoli della gola stessa. A questo punto, riguadagnato il centro del vallone, ci si inerpica nelle successive due gole. Le pendenze aumentano notevolmente e la progressione si fa via via più lenta, anche perché i ghiaioni sui quali si risale sono abbastanza instabili. L’ultimo canale, il più ripido, porta direttamente al pianoro dello Sciliar. Senza affrontare direttamente gli ultimi 10 metri, si seguono le tracce degli animali sulla sinistra (destra orografica) e senza fatica si esce sui prati, in vista della teleferica del Rifugio Bolzano (2444 m. – 3 ore circa dalla macchina). In 10 minuti si arriva al bellissimo, ma affollatissimo, rifugio. Il rientro a valle avviene seguendo il solitario Sentiero dei Camosci, tralasciando sulla destra quello dei turisti, una vera autostrada dei monti.

Senza averlo programmato, sono riuscito a percorrere tutta la gola. Non avevo con me nessuna attrezzatura, e d'altronde in giornate e stagioni come questa non sarebbe servita. Solo il caschetto può rilevarsi utile: i camosci scaricano parecchie pietre e sul pianoro sommitale pascolano beatamente le mucche fin sull’orlo della gola! In presenza di neve nelle gole (del tutto assente quest’anno), corda e piccozza sono indispensabili. In seguito a forti piogge, la parte alta dell’itinerario dubito sia percorribile: le gole si trasformano in torrenti.


Andrea

Torna all'home pageHome page ItinerariI nostri itinerari ArchivioArchivio Casere LinkI nostri Link