I LUOGHI COMUNI DI NAPOLI
foto Andrea Liguori
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CHIST’ E’ O’ PAES’ DO’ SOLE ( ? )
Partendo dalle più celebri foto da cartolina finendo alle frasi dei quizettini televisivi, ogni volta che si parla di Napoli, la si immagina sempre illuminata dal sole, quasi come se non esistesse pioggia. La tropicalizzazione meteorologica, in corso, negli ultimi anni, non ha risparmiato la nostra città. Certo, rispetto ai capoluoghi del nord, qui, si può trovare un clima più mite ma sicuramente non immune da temporali, spesso, anche violenti. Sorge spontanea una domanda:  “Com’è Napoli coperta dalle nuvole ?” I puristi dell’immagine tutta sole e mare, vi risponderanno che può essere paragonata ad un volto senza occhi. Chi, invece, l’ha osservata bene ( come il sottoscritto ) non può fare a meno di esaltarla ancora di più. Un mantello grigio, quasi impercettibile sembra avvolgerla e il mare assume delle tonalità differenti , dal verde al blu cobalto, che sembra si tratti dell’arte di un pittore. Inevitabile sarà per voi camminare lungo via Caracciolo, se il vento non è troppo forte e, se siete in compagnia della vostra dolce metà, non potete esimervi da dolci effusioni avendo come sottofondo lo scroscio del rumore del mare, le cui onde s’infrangono sugli scogli. Se, invece, vi trovate lungo il corso del centro storico, sarà interessante, osservare come il cittadino “azzurro” sia l’antitesi di quello inglese. Il napoletano d.o.c. lo si riconosce dall’insofferenza che nutre nei confronti dell’ombrello; vedrete così ragazzi e ragazze camminare placidamente sotto la pioggia mentre i loro corpi gradualmente s’inzuppano d’acqua. In loro soccorso, pronti, ci sono i venditori ambulanti. Se vi eravate convinti che quest’ultimi vendessero accendini, fazzoletti, occhiali da sole a buon mercato e prevalentemente utensili per la casa vi riconvincerete, notando, che al calar delle prime gocce, in un batter d’occhio le piccole bancarelle non offrono  che ombrelli, dalla misura small sino a quella doppio uso: diluvio/ombrellone mare.
 
“Napoletanità”
Napoli è senza dubbio, fra le città, la vittima più illustre dei luoghi comuni. Il più delle volte, si è voluto dare un immagine particolarmente distorta in altri casi invece il quadro della città è piuttosto oleografico. Indichiamo, di seguito, a tutti i nostri amici una sorta di vademecum, che sarà aggiornato, anche grazie alle vostre segnalazioni: 
CIBO: CROCE E DELIZIA DI NAPOLI
Oltre all’odore del mare, camminando per la città, non potrete fare a meno di sentire i profumi che dai vari ristoranti, rosticcerie, pasticcerie,  bar e dai semplici focolai domestici esalano fondendosi in un aroma che solleciterà il vostro appetito. Non esiste rimedio alcuno che possa trattenervi da un pasto lauto o fugace che sia. Attenzione, però, a discapito della leggenda che vuole tutte le massaie e i cuochi regine e re della “dieta mediterranea” e perfetti maghi nel trasformare i semplici ingredienti in un vero e proprio nettare per dei, non tutte le “locande” napoletane sapranno soddisfare il vostro appetito. I nostri itinerari servono proprio a suggerirvi delle dritte e ad indicarvi delle chicche preziose di cui il vostro palato ci ringrazierà all’infinito un po’ meno la vostra linea. Pertanto, queste poche righe si trasformeranno in una possente antidoto che v’impedisce di entrare in determinati luoghi acerrimi nemici del fegato e complici di colesterolo e diabete.
 
ITINERARIO
L’itinerario che v’indicheremo, può essere definito come un percorso “cenerentola”. In effetti, nessuna guida ve lo consiglierà, anzi, al contrario, caldamente, vieteranno la visita di  determinati posti. Si astenga chi ama, fortemente, l’immagine oleografata, tipo “Un posto al sole”, che oltre a rivelare le bellezza della città non sa nemmeno minimamente riprodurne l’anima. Prima di congedarvi dalla città, in questo piccolo viaggio, da tenere presente come ultima tappa.  Il punto di partenza sarà Piazza Borsa, in particolar modo via San Felice, dove a testimonianza del contrasto vivente che è Napoli, vedrete posti l’uno di fronte l’altra il famoso fast-food (rimando ai “Luoghi Comuni”) frequentato da famiglie con i propri bambini  e un cinema porno. La finta indifferenza, gli sguardi bassi, furtivi dei passanti è un piccolo saggio antropologico sull’ipocrisia e l’imbarazzo sessuale dei napoletani, davvero divertente. A pochi metri, in una parallela di Via San Felice, ci sono degli “archi” che collegano Piazza Borsa con ......In realta sono dei gradini, stretti ed angusti che rappresentano uno squarcio nella Napoli più popolare e verace. Dimenticherete, così, i negozi futurusti con luci artificiali e sgargianti e rimarrete sospesi nel tempo in un vero e proprio presepe fatto di lenzuola ed indumenti stesi ad asciugare, di piccole case uguali più a tane per topi dove il sole non batte mai, donne procaci , boccacesche dai colori mediterranei che non vi negheranno mai un sorriso, bambini che giocano a calcio con lattine e quant’altro.
PRIMO COMANDAMENTO:
 sarebbe oltremodo triste se anche a Napoli vi recaste in quel famoso fast food, il cui logo appare nelle catene a franchising di tutto il mondo e di cui, per evitare querele non vi diciamo il nome , certi che avete capito di chi o cosa si tratta. Innanzitutto i panini sono sempre gli stessi, gli hamburger pure, le patatine, invece, a seconda della “tuttofare” di turno possono essere bianche al sapore del ghiaccio oppure bruciate. Le file, come al solito, chilometriche e i nomi del menù decisamente cacofonici, vi faranno compiere l’ennesima imitazione di Sordi in “Un americano a Roma”.
PREZIOSI SUGGERIMENTI:
-          Della magnificenza del Mare di Napoli, ne abbiamo scritto di parole ( e non solo noi ) così come è oramai accertato da tutti che a pochi chilometri dal capoluogo esiste la deliziosa Pozzuoli, terra di miti e leggende, che dà i natali. oltre che alla straordinaria Sophia Loren, anche a prodigiosi pescatori. Tuttavia, per non ritrovarvi al “Cotugno” che non è un museo “dimenticato” di Napoli, piuttosto un ospedale specializzato in malattie infettive, diffidate di tutte quelle trattorie che annunciano pesce fresco o “zuppa di mare” a prezzi stracciati, come da anni, sapientemente recitano le insegne di molti punti ristoro di p.zza Sannazaro. Il pesce, quello fresco, costa ovunque un po’ di più e per trovarlo succulento a Napoli, vi consigliamo di fare una capatina a Posillipo ( vedi itinerario ), in particolar modo è consigliabile “A’fenestella”    ( a Marechiaro, ovviamente) “La fazenda”, “A’ Lampara” e “La Sierra”.
-          Prima di ordinare, in quantità industriale, crocchette di patate, arancini e quant’altra frittura all’italiana, che a Napoli conosce l’unico sinonimo di “zeppole e panzarotti”, è consigliabile una leggere ispezione: se l’odore di fritto ha un qualcosa di strano, non pensate ad un particolare olio prodotto con un metodo artigianale, piuttosto dileguatevi da questa sospetta rosticceria; le vetrine non devono essere troppo opache e soprattutto assicuratevi che chi vi precede dopo il primo boccone non si ritrovi ad innaffiare i propri indumenti con l’olio. Meglio buttarsi sulla classica “pizzetta”, sconsigliata quella cotta al forno elettrico, preferibile quella, tradizionalmente cotta al forno a legna che è divina a Montesanto in quasi tutte le rosticceria della traversa via Portamedina..
-         Per la pizza, mangiata comodamente a tavolino, fate riferimento a i locali, testati, indicati negli itinerari, Gli altri sono a vostro rischio e pericolo.
 
 Anziane donne col volto segnato dalla sofferenza che ad alta voce raccontano i loro ricordi di guerra, l’odore del ragù  e soprattutto del caffè che si espande a tutte le ore insieme alle “ruffiane” e lacrimevoli  canzoni a tutto volume dei neomelodici. Vi sembrerà di essere in un film di Pappi Corsicato e capirete come Napoli, non possa mai diventare, fortunatamente, una città borghese. Se questo mondo è lontano, anni luce, dal vostro, sarà commovente notare il fatalismo con cui questa gente vive, nonostante le mille difficoltà. Dopo una quarantina di gradini, arriverete a Mezzo Cannone, tempio napoletano dei vari e variopinti studenti universitari. Continuando a salire questa stradina fatta di tipografie, librerie antichissime e piccoli punti ristoro, vi ritroverete direttamente in una delle arterie principali della città, Piazza S .Domenico Maggiore, dove nel bar principale “Scaturchio”, vi potranno far gustare un ottimo caffè e se volete i migliori pasticcini e dolciumi vari ( al top è il bignè alla fragola, i babbà, le sfogliatelle frolle e ricce ) di Napoli.
“Pacco, doppio pacco e contropaccotto” di Nanny Loy, oltre ad essere un film precursore di certe tematiche, esasperate poi dalla cosiddetta “scuola napoletana”, mostra, con precisione, le microtruffe che a pochi metri dalla stazione di Napoli, accadono quotidianamente. Fortunatamente non in tutte le strade e arterie della città, ritroverete questi loschi individui; tuttavia una sorta di terrorismo informativo, vuole, a forza di ogni ragione, spingere il turista ad essere diffidente verso determinati quartieri che invece non possono separati da Napoli poiché l’alimenta e la rende quella unica e surreale città che ha. L’itinerario 5, v’indicherà i dettagli del percorso che meglio rappresenta questa parte di Napoli.