Intervista ai Delta V

 

Roma 08/07/2002

Siamo a Roma, nella suggestiva Valle Giulia, al Cornetto Free Music Festival... Ancora non capisco perche' "Free"... Doppio concerto: Delta V e Cornelius. Aprono i mitici 3, le luci vanno giu, e Gi inizia a cantare. Vestita con una gonna nera alla Peron e una maglietta con bretelline blu. Si inizia con "A l.c"... "Sul filo" è più incalzante, mentre Flavio "gioca" con un aggeggio elettronico che emette suoni distorti al passaggio della sua mano... La voce di Franco Califano introduce "Un colpo in un istante", mentre "Il mondo visto dallo spazio" sa quasi di reggae, forse dovuto al volume alto della chitarra, rispetto agli altri strumenti... Bella "Army of me" di Bjork: più melodica. "Il primo giorno del mondo" molto molto ritmata... E si conclude così: Gi dice "E' un grande onore per me cantare questa canzone"... e si parte con "Se telefonando". Ripetendo alla fine per un po' di volte "...è gia finito...". Forti emozioni, voce stupenda, e ottima musica.

Grandi, grandi, grandi.

 

INTERVISTA

Flavio Ferri

Il singolo “Un’estate fa” è uscito a maggio dell’anno scorso. Ora è uscito “Un colpo in un istante”… “Monaco ‘74” è quindi un album con una vitalità molto lunga. Alcuni cd si “spengono” dopo 3 mesi…A cosa è dovuta secondo te questa longevità?

Probabilmente la gente si sta affezionando, e per questo lo tiene vivo… La cosa bella di questo disco è che a settembre uscirà in Inghilterra, in inglese, col titolo “Summer Ending”, e la sua vita può durare ancora per un po’…

Oltretutto “Monaco ‘74” è rientrato in classifica…          

Si, perché finalmente c’è stata questa cosa geniale, cioè la BMG ha messo in vendita il disco ad un prezzo giusto per tutti i cd. (10 Euro ndr).

La cover di Bjork nel concerto di stasera?                               

Eh, ci piace! Ma ne abbiamo anche altre in scaletta. Abbiamo ad esempio anche un pezzo dei Casino Royale…

Il cd “Spazio” è un inno allo spazio, al cosmo, “Psychobeat” alle emozioni interne, ai sogni. “Monaco ‘74” sembra invece più terreno...

Io trovo che sia un album sul tempo. In ogni pezzo c’è il riferimento al tempo… Sia in “Un’estate fa”, che non abbiamo scritto noi, che nel resto, c’è sempre il concetto del tempo: il tempo che passa, il tempo che rimane… Credo che per ogni album siamo riusciti a fare qualcosa che avesse un senso logico. E’ più terreno per il modo in cui è stato concepito: sono tutti strumenti veri. E’ un album molto suonato, e anche questo ti aiuta a riportare i piedi per terra. Poi la spinta per i pezzi è più o meno sempre la stessa: mantenere lo stesso modo di scrivere, variando la forma in cui pezzi vengono presentati. Trovo che per noi è molto stimolante… Non abbiamo mai cercato di consolidare quel poco che avevamo costruito facendo la stessa cosa che avevamo gia fatto…

La tappa “Sanremo” può costituire una definitiva affermazione per i Delta V? 

Non lo so, siamo combattuti… Trovo che il problema fondamentale in Italia è che o c’è la musica di massa o quella settaria, e in mezzo non si riesce a trovare un compromesso. E purtroppo noi siamo in quel limbo… sospesi tra la musica pop e l’underground. Per scelta: la scelta più difficile in assoluto… Non so se una ribalta come Sanremo ti possa dare qualcosa… è una cosa a cui pensiamo ogni anno, ma che puntualmente rimandiamo all’anno dopo. Vedremo: se ci si presenta l’occasione di fare un pezzo che possa funzionare, che però abbia il nostro gusto, e riproporlo in quel contesto… Senza sembrare però né forzato, né spocchioso… Insomma, riuscire a trovare la coerenza.

State scrivendo gia nuovi pezzi?                       

Assolutamente, e non se ne parla almeno fino a marzo… A meno che non ci venga in mente di fare qualcosa di strano, ma non credo…  

 

Gi Kalweit

Le tue esperienze musicali prima dei Delta V?

Musicalmente battezzata nel mondo funk, ho vissuto tanti anni live a Milano, per sei anni avevo un gruppo funk… eravamo in dieci. Rythm’n’blues, soul.. poi sono stata cinque anni a Los Angeles fino ad un anno e mezzo fa, dove ho lavorato molto in acustica con il jazz… anche quella è stata un’esperienza molto valida, una bella scuola,  perché ho capito come non lottare contro gli strumenti, cioè che la voce è veramente uno strumento che va coltivato.

Hai raccolto un’eredità non facile, lasciata da Francesca e da Lu, ma si dice che il tre è il numero perfetto…

Esatto, tree is the magic number! Mi piace interpretare anche i loro pezzi, col massimo rispetto…

Senti più tuoi i pezzi di “Monaco ‘74” o ti sei appropriata bene anche degli altri?

Si, mi sono appropriata anche degli altri, alla grande. Si deve, per poter dare tutto sul palco.

Nel concerto ci sono delle “incursioni” in inglese anche in pezzi in italiano. Ti emoziona di più cantare in inglese?

Ormai è quasi la stessa cosa, perché riesco a capire il significato dei pezzi in italiano, quindi l’emozione è la stessa. Tutti e due direi…

Quale pezzo cantato da Francesca in “Spazio” avresti voluto interpretare come canzone scritta per te?

Oh god! Non si può dire “Se telefonando” perché non è proprio dei Delta V… Sicuramente “Facile”: mi piace… Ma sento molto più quelle di Luana, siamo molto più simili. Quando canto “Sul filo” mi sento benissimo. Stasera l’abbiamo eseguita con una base un po’ più frizzante. Tutti i pezzi comunque sono stati riarrangiati: non solo per il tour, ma anche per la mia tonalità… la mia voce è bassa…

Lasciando da parte i tuoi desideri, e partendo dalle musiche e dai testi dei Delta V, quale voce femminile, italiana o straniera, vedresti bene al tuo posto?

Oh my god! I don’t know!! Maybe Bjork… Forse qualcuna come PJ Harvey… anche se fa un’altro genere. Portishead… Questa è una buona domanda, ci devo riflettere su…

 

Carlo Bertotti

Varie filosofie per i Delta V… Ma in questo momento cosa c’è dietro e dentro ai Delta V? 

In questo momento c’è soprattutto un tour che sta andando avanti tutta l’estate e si fermerà poi a settembre. Credo poi ci sarà un bel periodo di pausa e di riflessione… Perché il progetto Delta V è nato quattro anni fa cercando di porsi come obbiettivo il connubio fra la musica pop e la qualità della musica, con uno sguardo ai suoni e ad un certo tipo di avanguardia sonora… Credo che dopo quattro anni si possa dire che in Italia un progetto di questo tipo non è assolutamente attuabile, nel senso che per le finalità che ci eravamo proposti e per l’esposizione che abbiamo avuto, possiamo dire grazie a una certa radiofonicità dei pezzi che abbiamo scelto come singoli, piuttosto che dei video che hanno delle caratteristiche particolari… Ma al di là di tutto credo che il popolo pop italiano medio abbia bisogno di altre cose, non di quello che facciamo noi… Sostanzialmente il progetto Delta V è riuscito per quello che concerne le finalità artistiche… mentre è assolutamente fallito per quello che riguarda le finalità commerciali…

Che rapporto hai col sito dei Delta V?

Cerco di scrivere le cose che mi passano per la testa, e poi magari me ne pento… Però credo che bisogna essere molto sinceri con se stessi, e quando scrivo sul “diario di bordo” del nostro sito sono molto sincero…

Nel forum del sito hai fatto una proposta: quale canzone avremmo voluto che i Delta V  avessero scritto come canzone originale. Ora lo chiedo a te…

Non so, dipende dai periodi e dagli stati d’animo… In questo momento ti potrei dire “Sassi” di Gino Paoli…

 

08/07/2002 Ilario Pisanu

Ringrazio Gi, Carlo e specialmente Flavio per la sua infinita gentilezza.

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Scaletta

1. a l.c

2. sul filo

3. numeri in mia vita

4. un colpo in un

istante

5. il mondo visto dallo

spazio

6. army of me (cover

di Bjork)

7. l'ombra in me

8. il primo giorno del

mondo

9. un'estate fa

10. se telefonando

 


Tutto sulla

 

trilogia Delta V


Tutto sul singolo

 

"Un colpo in un

istante"


I testi dei cd


Sito ufficiale