Il problema del simbolismo della bifora. Accenni per impostare una questione.
La presenza di una finestra bifora, spesso isolata, sulla facciata di chiese medievali è cosa frequente da rilevare. Solitamente questa finestra si trova in posizione centrale al di sopra del portale mentre, in casi più "elaborati", le bifore possono essere più di una, comunque disposte in modo da creare una qualche simmetria.
In realtà, la presenza così ricorrente di questo elemento architettonico in posizione particolarmente evidente non può non far considerare leventualità che esso sia stato destinato, oltre ad ovvie necessità di illuminazione, ad essere interpretato in termini simbolici nel contesto della dimensione mistica del tempio cristiano.
A ciò si aggiunge il fatto che uniconografia scolpita con raffigurazioni più o meno astratte sovente orna parti di queste bifore o vi compare vicino.
Per altro (al di fuori, come si vedrà, delle indicazioni sullarbor vitae), malgrado la presenza di questi elementi, occorre rilevare che non parrebbe esistere alcun riferimento alla bifora come elemento simbolico a sé stante negli antichi testi scritti.
Nel caso, quindi, ci si dovrebbe trovare davanti ad un elemento il cui simbolismo deriverebbe semplicemente dalla tradizione costruttiva e visiva.
Un primo spunto per un commento in questo senso potrebbe essere fornito dalla semplice analisi del termine finestra "bifora" che, appunto, significa finestra a doppia anta o a doppia porta . Da questo punto di vista, vi si potrebbe identificare una qualche relazione simbolica con il portale vero e proprio.
Anzi, se il portale del tempio è, notoriamente, una "porta del cielo", questo significato potrebbe essere definito proprio dalla bifora soprastante in quanto, altrettanto notoriamente, le porte del cielo per eccellenza sono tradizionalmente due: la cosiddetta "porta degli uomini", tramite la quale agli uomini era talvolta consentito ascendere tra gli dei del cielo e quella "degli dei" tramite la quale gli dei discendevano nel mondo degli uomini 1).
Le due porte, in termini cristiani, divennero quella tramite la quale Gesù Primogenito tra gli uomini ascese al cielo dopo la Resurrezione (al tema dellascesa) e quella attraverso la quale ridiscenderà sulla terra alla fine dei tempi (al tema della discesa).
Le bifore presenti sulle facciate delle chiese perché di esclusivamente di queste si sta parlando -potrebbero quindi costituire un modo di alludere al suddetto simbolismo delle porte celesti, anche se, sia ben chiaro, questa rimane comunque unipotesi per la quale, almeno a chi scrive, non è accaduto di trovare conferme significative nelliconografia scolpita.
Oltretutto, in considerazione di diversi esempi noti, la relazione simbolica con il portale vero e non parrebbe in alcun modo esclusiva.
Si può invece affermare che, nelliconografia presente sulle bifore, nelle facciate si trovano con più frequenza:
A conclusione di queste troppo sintetiche e forse audaci note, indichiamo alcune immagini riguardanti la Pieve di S. Maria Assunta a San Leo (PU), ove le bifore realizzate sopra i due portali laterali, anche e soprattutto in quanto "cieche", parrebbero indicare una relazione stretta con la presenza dei portali stessi mentre, nella facciata vera e propria dello stesso edificio priva di entrata - rimangono resti di quella che parrebbe pur tuttavia una bifora a suggerire, verosimilmente, limportanza, in questo contesto, di unulteriore fattore, quello dellorientamento della luce.
Citiamo infine, a proposito di queste tematiche ed altro, uninteressante (e rara) pagina in italiano che si trova a questo indirizzo: http://diocesioristano.freeservers.com/messaggi.htm ad opera di D. Manlio Sodi.
Carlo Valdameri
1) Sul simbolismo di questo tema, vedi: R. Guenon, I simboli della scienza sacra, pp.212 218, pp.305 308.
Per la prospettiva cristiana di queste tematica: J. Hani, Il simbolismo del tempio cristiano, pp.92 96, Roma 1996.
Piace qui citare un passaggio da Onorio di Autun il quale, nel Sigillum Marie, accenna a questo tema ed alle sue implicazioni cosmologiche (certamente ispirate a temi neoplatonici della tarda antichità): "I filosofi ponevano a dogma inoltre che due fossero le porte del cielo, luna nel segno del cancro donde le anime uscivano e laltra nel segno del capricorno, attraverso la quale tornavano, e quando le anime uscendo dal cancro giungevano al leone, ivi cominciavano a discendere di contro allacquario, e così cadevano per tutti i pianeti, in tal modo incorporandosi. Dopo che avessero svestito il corpo attraverso il regno di Plutone, cioè tenebroso, e Plutone proprio in quel mese si adorava, dovevano ritornare e così giungendo in acquario, ricevano la prisca dignità e attraverso il capricorno entravano nella stella compagna. Con questa intenzione recavano pertanto lumi, affinché fosse concesso loro un lucido passaggio per i luoghi tenebrosi. Così facevano, ingannati dallerrore .." da Mistici medievali, Vol. 1, a cura di E. Zolla, Milano 1978, p. 82.
2) O. Beigbeder, Il lessico dei simboli medievali, Milano 1988, pp.214 217.
The problem of the symbolism of the bifora window. Notes for an attempt to stand to the question.
The presence of a bifora - window on the facade of medieval churches is quite frequent. Usually the window is in central position, just above the main gate while, in more complex cases, you can find more windows in a symmetrical disposition.
Actually, the presence of a such recurring architectonic elements in manifest position could make to take in account the possibility that - a part of obvious reasons of enlightenment it could be explained even in symbolical terms in the context of the mystical dimension of the Christian temple.
Moreover, the same reason that a more or less abstract sculpted iconography often decorates parts of these windows could be a further reason to think of an expression of a precise symbolism.
On the other side, its necessary to point out that it doesnt seem that any reference to the bifora window as symbolical element exists in ancient written texts.
So, the origin the symbolism could be identified only in a visual tradition of the builders.
A further comment could be done about the meaning of the Latin term "bifora" that can be translated in "double gate" or window with double opening; from this point of view, you could try to identify a possible relationship with the main gate of the church.
Actually, as the gate of the temple is even a mystical "gate of Heaven", this meaning could be even better defined by the bifora window above the portal because as it is well known there are traditionally two "gates of Heaven": a) the so-called "gate of men" to ascend to Heaven, b) the "gate of gods" crossed by gods to descend to the earth 1).
In Christian terms, these two gates were connected to the concepts of Resurrection (thematic of the ascension) and to the Last Coming of Christ in the End time (thematic of the Descent).
Following this hypothesis, the biforae on facades of churches we are talking just about this precise typology of windows could be considered as a way to allude to the of symbolism of the "gates of Heaven", although it must be clear - we wouldnt be able to point out precise relationship between this concept and the iconography sculpted near the windows.
Also we have to add that the quoted symbolism of the two gates wouldnt anyway exclude other meanings.
In fact, its possible to point out that in the sculpted iconography that you see in the biforae, you can often find:
Concluding these maybe too synthetical and daring notes, we like to point out a few pictures of the Pieve of Santa Maria Assunta in San Leo (PU); the "blind" biforae above two lateral portals seem to suggest a relationship with the portals below while, in the proper facade of the building where there is no door -, there are still rest of what was a real bifora - window. This probably indicates the importance of a further thematic: the orientation of the enlightenment.
Finally, in this beautiful webpage you can find other interesting comments on this sort of subjects http://diocesioristano.freeservers.com/messaggi.htm by D. Manlio Sodi (italian language).
Carlo Valdameri
2) O. Beigbeder, Il lessico dei simboli medievali, Milano 1988, pp.214 217.