Luigi
De Bellis

 


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Italo Svevo (pseudonimo di Aron Hector Schmitz)



CORTO VIAGGIO SENTIMENTALE E ALTRI RACCONTI INEDITI


Pubblicato postumo a cura e con prefazione di Umbro Apollonio, il libro contiene una serie di racconti, alcuni editi su periodici, altri ritrovati dopo la morte dell'autore, molti dei quali erano rimasti incompiuti. In «Appendice» alcuni abbozzi e le diverse redazioni di vari racconti. I racconti già pubblicati sono: Corto viaggio sentimentale; L'assassinio di Via Belpoggio; Argo e il suo padrone; Marianno, in «Costume» I; Cimutti e In Serenella, con il titolo Ricordi di Murano, e in «Il Balcone del Corso».

L'eponimo e incompiuto Corto viaggio sentimentale è il più ampio e articolato dei racconti. È ripartito in sette capitoli (ma l'ultimo è solo avviato): I «Stazione di Milano», II «Milano-Verona», III «Verona-Padova», IV «Venezia», V «Alla stazione di Venezia», VI «Venezia-Pianeta Marte», VII «Gorizia-Trieste».
Vi si narra di un viaggio d'affari da Milano a Trieste compiuto dall'anziano signor Aghios, che porta con sé la considerevole somma di trentamila lire. Impaziente di allontanarsi dalla moglie che affettuosamente lo ha accompagnato alla stazione, alla partenza del treno si sente finalmente libero e più giovane, sottratto alle premure della donna che lo considera vecchio e alle intemperanze del figlio, che non gli nasconde la sua insofferenza. In treno si compiace di intrecciare sguardi con le giovani donne presenti: scruta sia l'interno del vagone sia il paesaggio e, insieme, tiene sotto costante osservazione anche se stesso. Si sottopone ad analisi nei gesti, negli impulsi, nelle reazioni e anche nei pensieri, alla ricerca delle leggi che ne spieghino razionalmente la causa e la meccanica. Controlla costantemente il contenuto delle proprie tasche per soddisfare l'irreprimibile impulso di tenere in ordine le sue cose e, sistematicamente, si accerta della presenza della busta contenente il denaro. Fuma e fa conversazione con un altro viaggiatore, il ragionier Borlini, ispettore di una società di assicurazioni, che, come lui, viaggia con una grossa somma di denaro. Il signor Aghios, senza un motivo apparente, mente a Borlini, anche su particolari inessenziali, e dissimula il suo vero punto di vista in ogni circostanza. Fa amicizia con Giacomo Bacis, un giovane palesemente afflitto da una grave angoscia: impietosito, gli usa ogni sorta di riguardi e, durante la sosta alla stazione di Venezia, gli offre una cena. Il giovane risulta coinvolto in una complicata vicenda d'amore e d'interesse, che racconta ad Aghios e costituisce un ampio excursus rispetto al resto della narrazione.
È fidanzato con la figlia del suo padrone, Berta, che non ama ma che sposerebbe per interesse, e tuttavia non si rassegna a perdere la propria amante, la bella Anna, di umile condizione, dalla quale aspetta un figlio. Risoluto a rompere il fidanzamento, ne è impedito dal fatto che non è in grado di restituire le quindicimila lire avute in anticipo sulla dote e che, a sua volta, ha prestato a suo fratello, caduto in difficoltà. Aghios prende vivissima parte al racconto di Bacis e, complici anche i numerosi bicchieri di vino che i due bevono, si arrovella sul modo di aiutarlo, giungendo a confessargli di avere con sé le trentamila lire. Risaliti in vettura, Aghios si addormenta profondamente intorpidito dal vino, e sogna di essere in viaggio per raggiungere il pianeta Marte. Al risveglio, si accorge che Bacis è sceso dal treno e che lo ha derubato di quindicimila lire. L'episodio - con una tecnica consueta in Svevo - assume il significato di un proposito mandato a effetto con atti ambigui: il protagonista solo apparentemente ha subito una forzatura; in realtà ha fatto in modo di mettere a disposizione del ragazzo la somma che gli era necessaria e che lui desiderava offrirgli.

In L'assassinio di Via Belpoggio si seguono le mosse di un uomo che ha appena commesso un delitto per appropriarsi di un'ingente somma di denaro: dallo stupore derivante dall'enormità del gesto, ai tentativi di dissimulare l'agitazione che immediatamente lo coglie, alla consapevolezza di essere stato scoperto. Il carattere dell'assassino si manifesta a piccoli tratti, e quello che sulle prime poteva sembrare un atto inconsulto si rivela la conseguenza estrema di una vita viziosa e scioperata.
In Proditoriamente il signor Maier, assillato da difficoltà economiche, va a chiedere aiuto al signor Reveni, il quale, avendo sempre mantenuto una condotta prudente negli affari, rifiuta di soccorrerlo rimproverandogli gli errori commessi. Nel corso della conversazione Reveni è colto da malore e muore sotto gli occhi di Maier, che guarda con freddezza la drammatica scena, e riflette cinicamente su quanto presto sia mutata la condizione di chi, solo pochi minuti prima, forte della sua florida posizione economica, era rimasto indifferente alle necessità di un amico.

Lo stesso tema in La morte (incompiuto), nel quale si narrano gli ultimi giorni di Roberto, dei suoi sforzi per mantenersi vigile e cosciente anche di fronte al dolore fisico. Le poche pagine di Orazio Cima (incompiuto) abbozzano la storia di un giovane innamorato di Antonia, l'amante di un suo amico. Vincenzo, protagonista de Il malocchio (incompiuto), si rende conto di avere il potere di gettare il malocchio e di danneggiare e uccidere con lo sguardo, tanto che consulta un medico con la vana speranza di porre fine al proprio dramma.
Nel racconto La buonissima madre si narra di una donna che, dopo aver perduto il figlioletto nato deforme, dà alla luce una bambina e vive solo per questa maternità, incurante dell'amore che per lei nutre da anni il medico di famiglia. Roberto, il protagonista de L'avvenire dei ricordi, rievoca il momento in cui lui e suo fratello furono lasciati dai genitori in un collegio.

In Incontro di vecchi amici (incompiuto) Roberto Erlis, di famiglia poverissima e diventato ricco uomo d'affari con ambizioni letterarie, incontra il vecchio Miller, che era stato amico di suo padre. In Argo e il suo padrone, un uomo ha trovato un modo per comunicare con il suo cane e trascrive fedelmente tutto quanto l'animale riesce a fargli comprendere; ne emerge un mondo dove gli odori forniscono i dati più giusti per la conoscenza, mentre maltrattamenti catena e museruola segnano l'ottusa pretesa di superiorità del padrone. Ambientate a Murano sono Marianno, Gimutti e In Serenella (incompiuti). La storia di Giacomo è quella di un bracciante che con incredibile abilità riesce non solo a evitare di lavorare, ma anche a impedire che gli altri lavorino; e, per questa sua caratteristica, nessuno vuole assumerlo. Il personaggio è piuttosto singolare: egli non fa altro che applicare un raziocinio serrato, ponendo quesiti, formulando ipotesi, immaginando le più diverse soluzioni teoriche di problemi che gli altri, di norma, risolvono benissimo nell'atto pratico.

Nei racconti Umbertino, Le confessioani del vegliardo, Il mio ozio e Un contratto si trovano nuclei narrativi che costituiscono la continuazione della Coscienza di Zeno. Il primo è incentrato sul nipotino, figlio di Antonia; il secondo sul difficile rapporto con i due figli, Alfio, con ambizioni di pittore, e Antonia, che resta vedova e ritorna nella casa paterna; il terzo svolge il tema della vecchiaia; mentre nel quarto si ripercorre la progressiva estromissione di un uomo d'affari, ad opera del genero in collaborazione con l'amministratore.

Molti dei racconti sono accomunati dal fatto che i protagonisti, avanti con gli anni o comunque giunti a età matura, si volgono al passato e, alla luce dell'esperienza acquisita, rievocano episodi significativi della loro vita. I temi della vecchiaia e della memoria sono i più presenti e risultano perfettamente omologabili a quello che è la "coscienza" nella Coscienza di Zeno: oggettivano, cioè, la condizione di distacco e di estraneità che i protagonisti mantengono nei confronti del trascorrere dell'esistenza, uno stato privilegiato dal quale l'individuo può osservare con maggiore lucidità la mutevolezza della realtà, sia di quella esterna sia di quella interiore, segnata dall'avvicendarsi continuo di condizioni e stati psicologici contrastanti e irriducibili all'unità.

 

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