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I conflitti nella scuola

La mediazione facilita il passaggio da una visione del conflitto che ne considera – e, legittimamente, teme – solo il potenziale distruttivo, ad un’altra che invece ne evidenzia anche le valenze positive, rendendo meno faticoso per ragazzi, insegnanti e genitori tenere aperte le contraddizioni, accettare la conflittualità e il disagio che ne deriva, e ad accoglierne anche la negatività, non per bonificarla a tutti i costi, ma per restituirla in una chiave di comprensione e di opportunità di crescita

Relazioni familiari e separazione

Con la mediazione il conflitto familiare non viene compresso o rifiutato, stigmatizzato o patologizzato, ma riconosciuto e assecondato, per poterne contenere gli aspetti distruttivi e valorizzare le opportunità di cambiamento che offre. Che il conflitto s’inserisca o meno all’interno di una vicenda separativa, la mediazione costituisce un’opportunità per ristabilire una comunicazione tra le parti e per elaborare insieme emozioni e sentimenti che, radicalizzandosi, hanno dato luogo a contrapposizioni e rigidità.

Mediare i conflitti tra medico, personale infermieristico e paziente

La ricerca dimostra che, tra le motivazioni predominanti dei pazienti che decidono di avviare un contenzioso per lesioni riportate nel corso di procedure mediche, non vi è tanto - come si potrebbe comunemente ritenere - la volontà di ottenere una compensazione economica, bensì quella di cercare il senso di quanto è successo, di confrontarsi con il medico e il personale infermieristico e di pretenderne l’assunzione di responsabilità, di assicurare che l’errore non si ripeta in futuro. Il processo di mediazione, favorendo un incontro autentico tra le parti, realizza questo desiderio e pone le basi per una positiva evoluzione delle relazioni in ambito sanitario e perfino, in ultima analisi, della qualità del sistema salute. 

La mediazione nei quartieri

Spesso l’origine dei conflitti all’interno della comunità deriva dall’impossibilità di abbattere le barriere dell’incomunicabilità, di superare la tendenza all’individualismo, di conoscere e riconoscere l’Altro come diverso eppure prossimo. Il timore dello Sconosciuto può, infatti, generare sentimenti di insicurezza, causare rancori, e persino provocare gesti di aggressività più o meno manifesta.
La mediazione può costituire l’occasione per un confronto trasformativo con l’Altro, per dare spazio ai sentimenti di insicurezza e per affievolire, se non interrompere, i processi di costruzione della paura e dell’ostilità. 

La mediazione nei luoghi di lavoro

All’interno delle équipe di lavoro le tensioni latenti o i contrasti aperti, spesso, non soltanto incidono negativamente sulla produttività dell’ente, ma giungono a condizionare pesantemente la serenità delle persone coinvolte, anche di coloro che non sono gli attori principali della vicenda conflittuale. La sfera lavorativa costituisce una quota importante della vita quotidiana, e l’atmosfera che vi regna può essere un elemento capace di influenzare aspetti diversi dell’esistenza di ciascuno: dallo stato d’animo con il quale ogni giorno “ci si presenta al lavoro”, al rapporto con se stessi e con gli altri, inclusi familiari e coniugi. Ciononostante, non sempre la conflittualità tra collaboratori trova una gestione adeguata, preferendosi talvolta rimuoverla, azzittirla o censurarla oppure tentare di risolverla con conciliazioni forzate o altri interventi “autoritari”. L’esperienza, tuttavia, dimostra che la “repressione” del conflitto, così come l’imposizione alle parti di una soluzione decisa da terzi, difficilmente raggiunge gli effetti sperati, essendo più probabile che il contrasto continui a ribollire sotto la superficie fino alla prossima, più intensa, manifestazione. Un conflitto non costruttivamente gestito, dunque, può arrivare a compromettere la motivazione dei singoli e può perfino spaccare un’intera équipe in due o più fazioni, moltiplicando le difficoltà di gestione dell’attività sotto molteplici aspetti e generando talora l’allontanamento di professionisti validi e preparati. La mediazione è una risorsa spendibile nel governare i conflitti che si propongono nell’ambito lavorativo, proprio per le sue caratteristiche, che ne fanno qualcosa di diverso e più completo (e complesso) rispetto ad approcci meramente conciliativi o di pura negoziazione. Tale strumento, infatti, nel farsi carico e nel dare spazio ai vissuti degli attori, consente a costoro di elaborare i blocchi cognitivi ed emotivi che impediscono l’accordo e la collaborazione, permettendo loro di raggiungere una comunicazione efficace ed un pieno riconoscimento reciproco, presupposto indispensabile per l’autonoma adozione di soluzioni stabili.

 

 

 

 

 

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