Gaetano Montefusco
Un Miracolo Italiano

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Roberto Barbieri: una soluzione «intelligente»

 

E invece, la volontà dell’Amministrazione di Bassolino è stata sempre indirizzata ad ottenere modifiche legislative tese a conseguire la salvezza del patrimonio comunale ed a risolvere il problema dissesto mediante il consolidamento e la decurtazione dei crediti vantati.
Sin dal marzo 95 (Sole 24 Ore 6/3/95) l’assessore Barbieri dichiarava di avere allo studio una formula che consentisse di salvare il patrimonio comunale. Nell’Ottobre 95, poi (Repubblica 24/10/95) lo stesso assessore dichiarava che la soluzione per l’uscita dal dissesto passava attraverso la decurtazione dei crediti in misura non inferiore al 40%.
Riportiamo dalla relazione dell’assessore alle risorse strategiche, consegnata nel ‘95 al giornalista di economia, Antonio Morra del Corriere della sera, calato a Napoli per studiare e riferire all’Italia i fenomenali metodi finanziari utilizzati nella neorinascimentale Napoli per risanare la città: "Paragrafo 1.2, pag. 3, titolo "Il Comune di Napoli ed il Dissesto": .......omissis... "l’Amministrazione comunale chiama tutti gli operatori della città (imprenditori, operatori finanziari, professionisti) ad una seria riflessione sul dissesto, dando già in questa sede alcune indicazioni per un suo "intelligente" superamento (N.B. le virgolette all’aggettivo intelligente sono sulla relazione)" ......omissis... "attraverso un’operazione di consolidamento-abbattimento concordata con gli aventi diritto".
Ovviamente tutti gli imprenditori, gli operatori finanziari ed i professionisti, chiamati a questa seria riflessione, se non vantavano crediti nei confronti del comune, concordarono immediatamente sull’intelligenza della soluzione; quelli che dovevano incassare il proprio danaro dal comune di Napoli mostrarono, invece, qualche perplessità.
Ma la soluzione prospettata, neanche originale perché proveniente dai santuari della finanza statale, non è solo intelligente come l’ha trovata il dott. Barbieri. E’ qualcosa di più! Secondo me è geniale. E’ una soluzione, che per quanto sicuramente proveniente da veri e propri scienziati della materia finanziaria, si presenta in maniera semplice da comprendersi e da realizzarsi ed infine è pure poco costosa. Un piano di risanamento della finanza pubblica siffatto potrebbe concorrere, a pieno titolo, al Nobel per l’economia, se si trovasse qualcuno disposto a tradurlo in svedese.
Potrebbe essere la soluzione definitiva del risanamento dell’intero debito pubblico nazionale, il passepartout per l’Europa. Una geniale soluzione da esportare all’estero: Titolo "il neorinascimento italiano: i Leonardo da Vinci della finanza". Ma ci pensate a cosa potrebbe significare una soluzione del genere con un debito pubblico che, nonostante una cospicua riduzione di ben 3.764 miliardi è ancora di 2.251.197.000.000.000 (a proposito come si legge?).
A questo punto vi chiamo anch’io ad una seria riflessione: il Bollettino statistico della Banca d’Italia, diffuso il 31.10.1997 riferisce che nel luglio scorso i titoli di Stato, Bot, Cct, Btp e Ctz (non fatevi impressionare dalle sigle, si tratta sempre e solo di debiti) in circolazione ammontavano a 1.819.473 miliardi di lire. Se li si congela, non pagando più interessi, e poi si decurta il capitale del 40% si ottiene un risparmio di ben 727.789.200 miliardi di lire. Non ci saranno più manovre e manovrine per tanto tempo e si farà pure una operazione di pulizia. Chissà tra i creditori dello Stato, possessori di titoli, quante sono, infatti, le centinaia di migliaia di disonesti che hanno acquistato i titoli con i proventi del malaffare: sequestratori di persone, trafficanti di droga, tangentisti, contrabbandieri, evasori fiscali.
Io sarei subito favorevole ed ho trovato concordi anche alcuni amici; ma noi non abbiamo un solo titolo di stato. Cosa ne penseranno gli altri, quelli che posseggono i titoli? E non vado oltre, perché mi rendo conto che il discorso non è serio. Parimenti, però, non è serio il discorso che si fa per ripianare i debiti degli enti in dissesto. Il risanamento dei comuni non può passare sulla pelle dei creditori. Troppo facile!
Ma l’amministrazione Bassolino insiste: per indurre i creditori ad accettare esigue cifre a tacitazione delle loro pretese non si accelera l’attività di ricognizione dei debiti (dove sono i 350 dipendenti che il comune avrebbe destinato all’istruttoria delle pratiche?) e si pone la commissione in una situazione di impossibilità operativa. In tal modo,in maniera evidente, risulta chiaro ai creditori che non avranno mai il proprio danaro se non effettuando transazioni al 40-60%.
Il sacrificio dei creditori legittimi si rende, purtroppo, necessario nell’ottica dell’Amministrazione per consentire all’Amministrazione medesima di ricavare una immagine di efficienza straordinaria da riflettere in Italia ed all’Estero per ottenere consenso politico. Gli autori della magia finanziaria diventano idoli celebrati dalla stampa nazionale ed internazionale e raccolgono i frutti della loro celebrità nell’immediato ed in futuro (ascesa politica dei singoli, consenso elettorale diffuso etc).
Il patrimonio immobiliare comunale, fonte di spese e non di utili, continua ad essere, come sempre anche in passato, occasione di gestione di ulteriore potere, se sottratto alla vendita.
Le speranze di ottenere l’acconto del 40% (previsto dal Decreto Legislativo n.336/96 secondo cui entro il 10.12.96 le commissioni liquidatrici avrebbero dovuto presentare almeno un piano di rilevazione per consentire il pagamento di acconti ai creditori ammessi) sono andate deluse perché non vi è mai stata la volontà di pagare i creditori integralmente. Se avessero ottenuto un acconto con la stessa percentuale con cui si vogliono saldare i debiti, il piano di risanamento sarebbe fallito.

 
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