Gaetano Montefusco
Un Miracolo Italiano

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Bassolino e il dissesto, parte prima

 

Che il comune di Napoli fosse afflitto da una gravissima situazione debitoria era noto a tutti, ma non sono molti a sapere che tale situazione continua a persistere anche dopo l’insediamento della giunta Bassolino, oggi alla scadenza del proprio mandato quadriennale. Di ciò che ha fatto questa giunta durante, e per, il dissesto ne parleremo in altra parte.
Qui ci limitiamo ad evidenziare che con il tre novembre 1997, sono trascorsi esattamente quattro anni e mezzo che il comune di Napoli è in dissesto finanziario. Da quel lontano 3 maggio del 1993 sono trascorsi cinquantaquattro lunghi mesi, 1.645 interminabili giorni, durante i quali l’amministrazione partenopea, partita da una gravissima situazione debitoria, è riuscita - senza pagare una sola lira di debito ammissibile alla massa passiva - ad ottenere riconoscimenti internazionali sulla sua solvibilità ed affidabilità.
A molti, lontani dalle vicende di questa città, il risultato è apparso straordinario, a taluno addirittura miracoloso. Sul n. 25 del 19.6.96 del settimanale "OGGI" a pag.36 la giornalista Michela Auriti esprime il convincimento diffuso che si è fatto strada sulle capacità taumaturgiche di Antonio Bassolino riferendo di una divinizzazione del personaggio, a suo dire, ribattezzato come Sant’Antonio e venerato quasi come San Gennaro ed arriva ad affermare con disinvoltura: "Quando venne eletto "sant’Antonio" trovò duemila miliardi di debiti e li ripianò".
Un infortunio professionale notevole, quello della Auriti, anche se è presumibile che qualche partigiano del sindaco, se non il sindaco medesimo, le abbia fornito notizie inesatte. Lo stesso Bassolino, infatti, non ha dato mai alcun aiuto alla stampa perché comprendesse come mai il comune che amministra appare, all’improvviso, non avere più debiti; anzi ha palesemente equivocato sulla situazione.
Dal settimanale "Panorama" del 30.11.95, articolo a firma di Giovanni Fasanella dal titolo:"Chiamatelo Tony Bassolino" sottotitolo "come il leader dei laburisti inglesi, Tony Blair, a cui è stato paragonato perché si muove come un finanziere della city e predica il rigore da sinistra e alla sinistra".
Domanda: "E’ vero che andrà a chiedere finanziamenti anche in America?"
Risposta "Piccola premessa: due anni fa il comune di Napoli è stato dichiarato formalmente in dissesto finanziario In meno di due anni abbiamo ristabilito la piena regolarità aministrativa, presentando cinque bilanci ed avendo ormai un utile aministrativo. Stiamo per uscire dal dissesto.
All’intervistatore, che ignorava la questione, l’affermazione - resa spontaneaente e con orgoglio - deve essere apparsa sensazionale tant’è che di rimando ha chiesto "Come è riusito a far quadrare i conti? Se è vero quello che lei dice e cioè che il bilancio del comune di Napoli è attivo è un miracolo.
Risposta del Sindaco: "I miracoli non c’entrano. Stiamo amministrando con rigore, sa da che cosa sono rimasti colpiti, gli esperti della Standard and Poor’s e di Moody’s?"
La risposta a questa domanda la forniamo subito, utilizzando proprio le affermazioni di un’analista della agenzia Moody’s, intervistata, nell’occasione da un inviato del Corriere della Sera, ma prima di proseguire conviene soffermarsi su alcune affermazioni di Bassolino che danno la misura, volendo escludere la malafede, della estrema superficialità del Sindaco in argomento.
Egli parla infatti spontaneamente, e senza esserne richiesto dall’intervistatore, di una città "formalmente" (ma che vuol dire formalmente?) in dissesto ed arriva ad affermare che, avendo realizzato utili, si sta per uscire dal dissesto e sostiene che è stato il suo rigore nell’amministrare che ha indotto gli analisti d’oltroceano a dare il rating A1 al comune di Napoli.
Ma sentiamo Nina Ramondelli, senior analyst della Moody’s, l’agenzia americana che certifica la solvibilità di stati e società , e che ha stupito il mondo della finanza, italiana e internazionale, attribuendo alla città del sindaco Antonio Bassolino un grado di affidabilità superiore a quelli di metropoli come New York e Boston. (Corriere della Sera, lunedì 18 dicembre pag. 21 a firma Umberto Venturini)
"Certe interpretazioni giornalistiche del rating che abbiamo dato al debito della città di Napoli sono un pò superficiali" L’annuncio che Napoli merita il rating A1 (più alto di Goteborg e di Copenaghen) non deve infatti far credere, come hanno detto certe voci non si sa bene se poco informate o interessate, che la metropoli campana, "il più grande fra i 400 enti locali italiani finanziariamente dissestati", osserva Ramondelli, sia diventata di colpo un modello di equilibrio finanziario.
La verità, spiega l’esperta, è che il rating di Napoli, chiesto per rendere possibile un cospicuo prestito al Comune da parte di un istituto bancario italiano, è la conseguenza di certe peculiarità della legge italiana che mettono il creditore in una vera botte di ferro (ovviamente si riferisce all’eventuale erogatore del prestito).
In primo luogo, il rimborso del prestito (con interessi), ha, per il municipio debitore, una priorità più alta di qualsiasi altra obbligazione, compreso il pagamento degli stipendi. Le banche che trasferiscono a Napoli i contributi dello Stato (i due terzi delle entrate del comune), poi, hanno l’obbligo di prelevare, prima di accreditarli alle casse del Comune, le somme per pagare ratei e interessi.
"Attualmente - spiega Ramondelli - i contributi dello Stato a Napoli sono più che sufficienti ad assicurare il puntuale pagamento. E anche se i contributi statali diminuiranno gradualmente nei prossimi anni, questa situazione non dovrebbe cambiare sostanzialmente".
Un’altra considerazione che ha influenzato la decisione di Moody’s, aggiunge l’analista, è che nessuno dei 400 enti locali italiani in dissesto, ossia sottoposti a un regime paragonabile a quello dell’amministrazione controllata per le aziende, "ha mai mancato una scadenza nel rimborso dei debiti con le banche o con il mercato finanziario".
Nulla di più vero in questa ultima osservazione della Ramondelli, perché i comuni in dissesto sono gonfi di utili, come dimostrano i due esempi che seguono: ad Eboli (SA), 33.864 abitanti, il dissesto fu dichiarato il 7/1/94 ed il 10/11/96, termine ultimo stabilito dalla legge, è stato regolarmente presentato il piano di rilevazione dei debiti ammontanti a poco più di 20 miliardi, ed è stato richiesto il mutuo. In poco meno di 3 anni il Comune si è trovato un avanzo di amministrazione di 8 miliardi.
Nocera Inferiore (SA), 48.149 abitanti, in dissesto dal 30/9/90. Il dissesto è stato dichiarato per 60 miliardi. Sono stati accertati debiti ammissibili alla massa passiva per 24 miliardi. 20 miliardi sono stati esclusi perchè debiti su fondi a gestione vincolata ed è l’amministrazione corrente che sta provvedendo al pagamento . Il Comune aveva diritto ad un mutuo di 24 miliardi ne sono stati chiesti solo 17 e 3 verranno restituiti allo Stato. Risultano già liquidati ed in corso di liquidazione circa 12 miliardi. L’avanzo di amministrazione al 31/12/96 è di circa 18 miliardi. E così in tutti gli enti in dissesto si trovano ingenti avanzi di amministrazione come chiariremo meglio in seguito.
Ecco spiegato come è stato concesso alla città di Napoli il rating A1 col quale il rigore dell’amministrazione Bassolino c’entra ben poco!
E’ stato solo un vero e proprio bluff. Consentire per legge, al comune di Napoli di non pagare i vecchi debiti e di contrarne di nuovi, mediante l’emissione di B.O.C., dando la possibilità all’Italia ed al mondo di pensare ad una città risanata, finanziariamente, d’incanto, è stato il più grande bluff della storia economica internazionale.
Una operazione di maquillage finanziario fatta dalla Stato Italiano per risanare artificiosamente i bilanci degli enti locali, un risanamento fasullo che non riguarda solo Napoli e neanche solo i comuni in dissesto, ma tutta l’economia nazionale, tanto da costringere il nuovo procuratore generale della Corte dei conti, Francesco Garri, ad evidenziare, richiamando le osservazioni fatte dal Fondo monetario, che i conti pubblici non sono "trasparenti e significativi" perché vengono usati "artifici contabili".
Ma il bluff è riuscito talmente bene che l’operazione B.O.C. - nonostante consistesse in un ulteriore indebitamento di un comune già in dissesto per debiti - è stata messa in evidenza come risultato eccezionale, come se fosse eccezionale fare debiti. La vera abilità, da evidenziare davvero come risultato eccezionale, è quella di pagarli i debiti. A farli sono capaci in tanti!
Quanto poi ai voti delle agenzie di rating, per i debiti del comune di Napoli, bisognerebbe fare come con le armi nucleari: le visite degli esperti delle agenzie andrebbero effettuate alla presenza di osservatori neutrali.

 
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