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ENOLOGIA

Si sa che la natura della terra ed i fattori climatici hanno un ruolo fondamentale per la resa della viticoltura. Il Vermentino di Gallura è un vino bianco, dai delicati aromi di fruttato, con sentori di mandorlo, che accompagna con successo i tradizionali piatti della cucina marina della Sardegna. La "finesse" del "Vermentino di Gallura DOCG" è data, oltre che alle cure a cui viene costantemente sottoposto, dai terreni e dai microclimi di questa regione del nord Sardegna. In questa terra sono ben tre le cantine sociali storiche che valorizzano il Vermentino, insieme a un buon numero di aziende. Sempre in Gallura allignano i vitigni del "Moscato" e del "Nebbiolo". Il "Moscato di Tempio DOC", nella versione spumante-dolce, è uno dei più delicati ed amati vini da dessert. Il rosso "Nebbiolo" (noto come "Nebbiolo di Luras) conosce in questi anni un notevole successo di pubblico. Indicato soprattutto per gli arrosti di carne

IL MIRTO

La parola mirto in Gallura e nella Sardegna intera è sinonimo di liquore di mirto. Nei ristoranti, alla fine del pasto, si ordina un mirto e ancora oggi, in molte case, si prepara il mirto. Il liquore di mirto deve il suo sapore e il suo colore inconfondibile al frutto di una pianta -il mirto- molto diffusa in Sardegna e tipica della macchia mediterranea. Cresce in forma di cespuglio sviluppandosi fino a 2.2,5 metri d'altezza: produce piccole bacche di colore blu violaceo dalle quali si produce il liquore. Il liquore di mirto si ottiene con l'infusione idroalcoolica a freddo delle bacche (mirto rosso), o delle foglie (mirto bianco); quest'ultimo è prodotto in quantità inferiori rispetto al mirto rosso. Verso fine novembre il frutto del mirto matura; da questo periodo, sino al mese di gennaio, viene eseguita la raccolta delle bacche. Le bacche, dal colore violaceo scuro, hanno un diametro di circa 1 cm. Vengono raccolte a mano e trasportate entro un giorno o due in azienda per l'immediata lavorazione. Durante la fase della raccolta non vi esistono macchine capaci di sostituire la mano dell'uomo, in grado di staccare le bacche senza danneggiare l'arbusto. Per fare questo viene utilizzato un grosso pettine, passato, con estrema cautela, lungo i rami. Dopo una lunga macerazione che dura fino a sei mesi, la parte solida ( le bacche) viene separata dalla parte liquida che resta a maturare nel silos in acciaio. Si passa poi alla diluizione con acqua ed alla dolcificazione del prodotto. Dopo una semplice filtrazione, il liquore è pronto per essere imbottigliato.