EQUILIBRIO SPEZZATO

Capitolo III

Storia di Mac e Gwillion

 

- C' era qualcosa di strano oggi... in Blanche... nei suoi capelli. - disse Evan in tono pensieroso.

- Perché ora tu guardi i capelli di quella? - domandò Victor con una smorfia.

- No, ma... -

- Dici la verità Evan… - mormorò Andromaca - Perché le guardi i capelli? -

- In genere non li guardo... ma oggi ricordavano tanto una scopa spelacchiata... -

- In effetti era… strana… -

- E cupa... - aggiunse Victor.

- Le si sarà graffiato lo smalto… - fece Andromaca, pensosa.

- Fosse così semplice gettarla in quello stato... - disse Evan con un sospiro pieno di desiderio.

- In effetti c'è voluto di più… - disse Mac, arrivando alle spalle dell'altro.

- Cosa, cosa... racconta! -

- Beh, le ho solo insegnato come deve comportarsi… e le ho strappato un po' di capelli… tutto qui… -

- Ti adoro... Mariacarla... ti adoro... -

- Oh, non esageriamo… era solo l'occasione che tutti aspettavamo da tempo… -

- Vi vedo allegri... - disse Gwillion entrando.

- Qualcuno ha avuto quel che si meritava... - fece Mac sorridendo.

- C' entra per caso miss Du Bois? - domandò l' altra aggrottando la fronte.

- Lei… - sorrise Andromaca.

- Oh come mi dispiace... - fece Gwillion... ma il suo sorriso diceva tutt' altro.,

- Beh, spero resti calma per un po'… -

Victor scosse la testa:

- Conoscendola è più probabile che lo spavento e l' umiliazione sortiscano l' effetto contrario... dietro una calma apparente e ingannevole. -

- E' vero. - sospirò Mac - Ecco, spero di non aver fatto un altro guaio! -

- Il guaio è quella... - disse Gwillion scuotendo il capo - Un guaio... vivente. -

Mac si limitò ad alzare le spalle e scuotere la testa.

- Ho detto... qualcosa di sbagliato? - fece l' altra mordendosi un labbro.

- No, nulla. -

- Sì, certo. - disse l' altra in tono piatto.

- Davvero, scusa… - fece Mac accigliandosi - Ero solo soprappensiero, parlare di Blanche e di guai… -

La giovane sorrise, anche se debolmente.

- Forse è il caso che io torni a studiare, adesso. - sorrise Mac - Anche se studiare quando si è felici è tanto noioso… -

- Io stavo andando, comunque. - disse l' altra alzandosi.

- Aspetta, tutto bene? - domandò ancora Mac.

- Questo... - disse la giovane in un sussurro - dovresti essere tu a dirmelo. -

- Io dico che va tutto bene. -

- Se le cose stanno così... allora ti sei risposta da sola. - fece l' altra con un sorriso... più luminoso e deciso.

Mac sorrise di rimando, prima di allontanarsi davvero.

 

- Voglio scrivere una cosa... una di quelle... le chiamate ff... - mormorò Evan.

- E perché mai?! - chiese Severus, accigliandosi.

- Non preoccuparti... non sei tra i protagonisti che ho in mente. - disse l' altro con un sorrisetto.

- Lo spero bene! E chi sarebbe il fortunato? -

- Fortunato? - mormorò Victor - Si dice così adesso? -

- I fortunati... con la i. - precisò Evan con un sorriso.

- Sputa il rospo! -

- Se ti dico il titolo... notti di luna piena... ti viene in mente niente? -

Piton scoppiò a ridere - Loro! -

- Posso raccontare? - disse l' altro in tono quasi implorante.

- Fate silenzio... - disse l' altro con un colpo di tosse - Qui c' è l' opera di un artista... -

Anche Lucius si era avvicinato per ascoltare, e così gli altri del gruppo.

- Tutte le sante notti di luna piena una certa persona si trasforma in lupo mannaro, - iniziò il ragazzo - tutte le sante notti di luna piena i suoi amici si trasformano in cervo e cane per tenergli compagnia. Tutte le sante notti di luna piena il cane per un motivo o per un altro si perde per strada... tutte le sante notti di luna piena il cagnaccio va a riscaldare il letto di una giovane sposa dai capelli rossi. E tuttavia... qui inizia l' azione... tutti i santi giorni dopo la luna piena il mannaro si lamenta... dell' ingrato ruolo di tener compagnia all' incauto marito. E fu così... -

- Fu così… - fece Malfoy a bocca aperta.

- Fu così che un calendario di due anni prima venne tirato fuori... e sostituito a quello appeso nella cucina dei Potter. Seguendo le lunazioni di due anni addietro il cervo si allontanò in una notte che di luna piena non era... e quella santa notte fu il cane a tenere compagnia all' incauto marito... mentre la sposa assaggiava infine anche la zanna di un lupo. -

- Sei un maniaco, Evan! - fece Andromaca.

- Non ti piace? - disse l' altro corrucciando la fronte.

L'altra ghignò - Certo… -

- Peccato non poterla raccontare ai Grifondoro... - sussurrò Gwillion.

- Scrivila e mandala via gufo! -

- Però così... - disse Evan in tono critico - ci perdiamo le loro reazioni... -

- Allora andiamoli a trovare durante le prossime vacanze… - propose Andromaca.

- Buona idea... - sussurrò Victor.

In quel momento Loki raggiunse i ragazzi. Era cupo in volto. E dietro di lui veniva un Malocchio ancor più cupo... e nervoso.

- Cosa… cosa succede? - chiese Piton.

- Controllate le porte prima... è essenziale che non ci siano... intrusi. - disse Voldemort in tono fermo.

E così fecero, poi tornarono ad ascoltare ciò che il Maestro aveva da dire.

- Per semplificare le cose. Moody sa... chi siamo. E' stato appena informato. -

- Moody! - fece Lucius stupito.

- Già, Malfoy… - ringhiò l'Auror - Anche se su di te certo non avevo dubbi! -

- Deve essere accaduto qualcosa di grave... - sussurrò Lestrange.

- Più grave di quanto potessimo aspettarci… - tornò a dire il vecchio Auror.

- Crouch ha fatto rapire la figlia del ministro italiano... vuole il suo voto per la faccenda che sappiamo. E massacrerà la ragazza... per poi incolpare noi. - disse Voldemort in un filo di voce.

Evan frattanto fissava Moody... con una strana espressione.

- Dobbiamo intervenire! - fece Piton, scotendo la testa - Non gli permetteremo di farla franca! -

- Sarà difficile, ragazzo… - borbottò Moody - E tu… che guardi?! -

- Io... - il giovane diventò rosso.

- Suvvia, che ti prende?! -

- Io... stavo cercando di immaginarla senza naso, signore. - disse l' altro mordendosi un labbro.

- Oh, cielo... - mormorò Gwillion.

- Beh, tanto non succederà più… - Severus scosse la testa.

Moody si accigliò.

- Lo so ma... - Evan scrollò le spalle.

- Parlano di un futuro alternativo. - spiegò Voldemort - Andato in fumo un paio d' anni fa. -

- Futuri alternativi… - Moody fece un cenno con la mano, come per mettere da parte quell'idea - Pensiamo al qui, ed all'oggi! -

- E dunque? - domandò Lestrange - Qual è la prossima mossa? -

Moody rise… una risata spaventosa - Travestimento! -

- Dovremmo... dovremmo travestirci da Auror? - domandò Evan sgranando gli occhi.

- Esatto, ragazzo! -

- E immagino che ciò voglia dire battersi lealmente... -

- Beh… - Moody si grattò il mento, e sorrise.

- Quanti Auror servono? - domandò Victor in tono pratico - E hai delle preferenze fra i presenti? -

- Tutto il gruppo… -

- Che stiamo aspettando ancora? - domandò Draco.

- Già cosa… ci si deve preparare! -

- E Gwillion? - chiese Severus.

- Preparare? - domandò Evan.

- Gwillion… non è una Mangiamorte, vero? - chiese Moody.

Piton assentì.

- Per salvaguardarla è meglio che resti qui, allora. E voi… dovete travestirvi da Auror. -

 

- Queste vesti bianche spiccano come un chiaro di luna... - si lamentava Victor.

- E le maschere d'oro… orrore… - si lamentò Mac.

- Che poi mi sembrano un po'... copiate. - disse Evan in tono critico.

- Eh, già! - tornò a dire Mac - Maschera d'argento ed abito nero sono decisamente meglio… -

- E poi quest' oro è così... molliccio... - mormorò Evan - secondo me qualcuno dovrebbe farlo notare al ministero. Secondo me li imbrogliano e invece del ferro di mescolano la latta. -

Piton rise - Basta adesso! -

- Già... adesso viene il difficile. - sussurrò Victor.

- E' una bella missione… - Severus sospirò - Vediamo di tirarcene fuori tutti interi… -

- Peccato non si possano fare a pezzi... i mangiamorte... - disse Evan con una smorfia.

- Evan… - sospirò Andromaca.

- Che ho detto di male? -

- Oh, nulla… -

- Sicuro? -

L'altra inarcò un sopracciglio.

- Ma Malocchio che fine ha fatto? - domandò Victor.

- Eccomi… - gracchiò il vecchio.

- Io ho una preoccupazione... - sussurrò Draco - Tiger e Goyle... l' avranno capito? -

- Hanno fatto tante cose senza capire… - mormorò Lucius.

- Intendo... hanno capito che devono colpire i neri stavolta, e non i bianchi? -

- Basta dargli l'esempio… -

- Speriamo... -

- Ultime istruzioni? - domandò ancora Lestrange.

- Ehm… - Moody fischiettò per un istante - Buona fortuna… null'altro da dire. -

- Null' altro da dire... o null' altro che potrebbe ritorcersi contro in futuro... - sussurrò il ragazzo, ma poi sorrise, scaltro.

Moody alzò la testa - Ed ora andiamo… -

- Non manca ancora qualcuno? - domandò Evan guardandosi intorno.

- Chi? - chiese Piton.

- Lui... -

- Oh… -

- Io non credo verrà… - fece Malfoy.

- Credi bene. - disse una voce che aveva un vago accento straniero - Lui... è impegnato con il ministro della Bulgaria al momento. Ma mi ha informato della vostra... scampagnata. -

- Dolohov! - si stupì Severus - Che diavolo ci fai qui? -

- Lavoro per il ministero della Bulgaria... durante il giorno. - disse l' altro con un sorriso.

- Interessante… - gracchiò Moody.

Il giovane non rispose, ma fissò l' Auror con uno sguardo di sfida, mentre il suo sorriso si allargava ancor di più.

- Bene… andiamo… prima di rovinare tutto… - tornò a dire Moody.

- Un momento... - disse Rosier... - Sento un rumore di passi... potrebbe essere la fidanzatina di Severus per l' abituale saluto... e potrebbe non esserlo. -

Tutti restarono fermi, con il cuore in gola e bacchetta in pugno.

- C' è nessuno? C' è nessuno? - era la voce di Lupin.

- I Grifondoro! Ed ora che diavolo… - sbottò Severus.

- Ci hanno chiamato in fretta a furia... - disse il mannaro - a quanto pare serve qualcuno di insospettabile che compia un' azione diversiva... con cappucci e mantelli neri. -

Malfoy sarebbe stato tentato di ridere… ma si trattenne.

- Stupendo... - disse Rosier con gli occhi che gli brillavano.

- Non vorrà farlo... - sussurrò Victor.

E l' altro... lo fece. Ripetè il suo racconti.

- Da matti… - fece Piton.

- Io... io credo di non sentirmi bene... - mormorò Remus.

Malfoy sghignazzò - Ah, davvero? -

- Ne parleremo dopo, magari... -

- Coraggio, Grifondoro… - ghignò Lucius.

- Facile per voi… - sibilò Black infilandosi il nero manto.

- Manto nero... - disse Tiger strizzando gli occhi - Questi si possono far fuori? -

- Oh, dopo Tiger! - Severus scosse la testa - Lucius, non puoi tenerli buoni i tuoi amichetti? -

Malfoy gli scoccò un'occhiataccia.

Goyle, intanto, aveva finito di mangiare del cioccolato e si era ripulito le mani sulla bianca veste da Auror…

Moody li fissava con gli occhi sgranati - Forse sarà meglio… - disse - Loro non sono indispensabili, vero? -

- In effetti… - Malfoy fece spallucce - Non dobbiamo usarli come scudo umano stavolta… -

E in quel momento Piton avrebbe potuto ridere dell'espressione del vecchio Auror.

- Mangiamorte! - sbottò Black.

- Attento a non ripetere quella parolina che per te è un insulto troppo spesso, Grifondoro... - disse Victor con una smorfia - Perché se dovesse sentirti la persona sbagliata... -

Sirius fissò Victor negli occhi - Credi di farmi paura Lestrange? -

- Magari a questo potrebbero pensarci i veri Auror... - disse l' altro in un sogghigno.

- Ridi, ridi, Lestrange… - Black fissò ancora l'altro, come per sfidarlo. Ma James Potter si aggrappò alla sua veste.

- Ma a Lily piaccio tutto nero? - domandò il Potter.

- E' quasi un peccato che le comitive debbano dividersi... - disse Dolohov in tono quieto - è un connubio così... esilarante... del tutto insolito per me, e tuttavia... -

- E tuttavia come Moody ci ha ripetuto più di una volta… è davvero ora di andare. - disse Severus.

 

Mac osservava, nascosta sotto la maschera d'oro degli Auror i suoi compagni ed il covo dove i traditori avevano portato la figlia del Ministro della Magia Italiano, rapita per convincerlo ad avvallare la legge sull'uso delle tre Maledizioni Senza Perdono.

Si trovavano sotto terra… in un luogo da cui evadere sarebbe stato difficile, e più che sorvegliato. Ma fino a quel punto… tutto era andato liscio.

- E adesso? - domandò Victor a Moody - Ci dividiamo? So che gli Auror tendono a far forza sul numero, ma date le circostanze... -

- Date le circostanze… eppure dividerci non sono certo sia la migliore delle soluzioni. -

- Noi siamo qui... per obbedire agli ordini. - disse l' altro in un sussurro.

- Lo so. Tuttavia vorrei saper dare un ordine che non costi troppo… ma tutto questo va fatto per noi, per voi. -

- Siamo abituati a rischiare. - fece Dolohov con un lampo negli occhi - E se dobbiamo andare, andiamo. -

- E dunque… avanziamo… - Moody sorrise sotto la maschera - Se usano i sistemi che credo, terranno la giovane rapita in una sala circolare protetta da una barriera magica di natura non troppo complessa. Una sala a due entrate e non meno di sei Auror all'interno. Per agire dobbiamo avere coordinazione perfetta. -

- Se ci dividiamo potremmo bloccare entrambe le entrate... - tornò a dire Victor.

In quel momento Rosier fece cenno agli altri di tacere... delle voci, venivano dal corridoio.

- Io non capisco perché perdiamo tempo con quelle fruste e quei cosi appuntiti... se alla fine la ragazza deve essere morta. -

- Morente, non morta, non capisci la differenza? -

- Dividiamoci… - sibilò Moody e fece dei rapidi cenni indicando come si sarebbero separati.

- Voi andate di là… io mi occupo della barriera, appena la barriera cade… dovremo essere veloci. -

- Fulminei come pugnali... - sussurrò uno dei ragazzi da dietro la maschera dorata.

E si divisero… ed in un angolo Moody intonò la formula di scioglimento della barriera…

- Tremate... mangiamorte! - strillò Rosier precipitandosi nella sala.

- Cosa?! - uno degli Auror fissò il giovane senza capire.

- Siamo attaccati dai mangiamorte! - gridò Severus - Sono fuori… -

Evan si fermò per un attimo perplesso... lui voleva solo deridere gli Auror per le loro vesti nere, ma indubbiamente l' idea di Severus era... migliore...

- Si, e con i mantelli neri rischiano di confondersi tra di voi... - aggiunse Victor - Per questo dobbiamo darvi... il cambio. -

- Ma abbiamo bisogno di ordini, per… -

- Ci manda Crouch! - sibilò Moody - Correte ad acciuffare quei folli! -

- Volete vedere i documenti scritti? - domandò Antonin con un sorriso - Ma tutta questa perdita di tempo ricadrà su di voi... -

- Andiamo… - mormorò uno dei finti Mangiamorte, e lui ed i suoi compagni si precipitarono fuori.

- Sbrighiamoci… - mormorò Mac, fissando la ragazza legata al centro della sala.

- Non credevo fossero così stupidi... - ridacchio Evan. Poi si avvicinò alla giovane dai lunghi capelli rossi, e si affrettò a tagliare le sue corde con un pugnale.

E la ragazza… tentò di assestare un pugno al ragazzo, e un calcio tra le gambe.

- Calma... calma... - fece l' altro arretrando di un passo - se preferisci rimanere qui a farti tagliuzzare... -

- Brutto Auror schifoso, lasciami andare! - strillò l'altra.

- Che schifo... - fece l' altro scuotendo il capo - insulti ne ho ricevuti tanti... ma Auror... mai... -

L'altra si bloccò, senza capire.

- Non hai ancora finito? - domandò Dolohov - Schianta la ragazza e muoviamoci! -

- Schianta che? - sibilò Galatea.

Mac alzò le spalle e si avvicinò decisa: - Sono Luke Skywalker, principessa Leila, sono qui con Obi Wan, siamo venuti a salvarla! - disse.

Il viso dell'altra si illuminò di comprensione - Andiamo! - disse, saltando in piedi.

- Babbani... - mormorò il bulgaro in un tono di disgusto.

- Insomma, vogliamo sbrigarci? - esclamò Victor.

Evan frattanto era tornato ad avvicinarsi.

- Posso prenderti in braccio per una corsa, o cerchi di nuovo di prendermi a calci? -

- Posso correre da sola, non sono zoppa… - sibilò l'altra, e già correva.

 

I corridoi di Hogwarts erano silenziosi e bui. I giovani si liberarono presto dei mantelli e delle maschere bianche.

- Auror addio... - sussurrò Victor - E ora a questa roba si da fuoco o deve tornare in qualche magazzino? -

Barthy jr spuntò da dietro un angolo - Me ne occupo io… vi stavo aspettando. - disse, e prese le divise scomparve come era apparso.

Intanto Galatea fissava i ragazzi - Ma voi… chi siete? -

- Prova a indovinare...  - disse Dolohov con un sogghigno.

- Chi potrebbe voler rovinare i piani degli scherani di Crouch? - aggiunse Victor in un sussurro.

- I… oh, ma voi non sarete… non sarete… -

- Non preoccuparti. - sussurrò Evan - Non corri alcun rischio fra noi. -

- Nessun rischio?! - sibilò Galatea - Ma voi siete l'Impero ed io la Ribelle… come in Guerre Stellari… è assurdo… -

- Eh, no. - fece Mac - Anche se mi secca dirlo noi siamo la Ribellione contro l'Impero… contro quel pazzo di Crouch… -

- In fin dei conti nella prima trilogia l' imperatore sembrava un tipo tanto per bene... - disse Gwillion avvicinandosi.

E subito dopo si morse la lingua:

- Oh, diavolo... la prima trilogia ancora per un bel pezzo non uscirà da queste parti. -

- E poi… - Mac alzò le spalle - Loro hanno visto solo il primo film… adesso. -

- Deliri babbani… - sibilò Lucius.

- E' solo un linguaggio cifrato... - disse Gwillion scrollando le spalle, poi si avvicinò a Severus, con un sorriso sulle labbra.

- Molto cifrato… - mormorò Piton, baciando quelle labbra sorridenti.

- Di là c' è un pasto caldo che vi aspetta... - sussurrò la giovane senza staccare lo sguardo dagli occhi neri di Severus.

- Di là… - ripeté Severus.

Loki Annwyn li attendeva nella sala grande, silenzioso.

Ed i ragazzi lo raggiunsero, improvvisamente altrettanto silenziosi.

- Tu devi essere Galatea... - mormorò il mago.

- Sono io… - borbottò la ragazza.

- Ho parlato con tuo padre... ritiene opportuno che tu rimanga ad Hogwarts... per ogni evenienza. -

- Rimanere… qui… - fece l'altra con un fremito di dispiacere.

- Ti dispiace tanto? - disse Evan mordendosi un labbro.

- No è che voi… - la ragazza fissava Annwyn quasi disgustata.

- Preferivi gli Auror? - disse l' altro con occhi di fuoco.

- No. Tra i due mali… mi toccherà scegliere il minore. -

- Nessuno ti torcerà un capello, - mormorò Voldemort - sei un' ospite di riguardo Galatea, e immagino tu lo sappia. Comunque adesso al preside di Hogwarts... interessa un' altra cosa in realtà... -

- Torturarmi? -

- Vedere a quale casa sarai assegnata. -

- Oh… - Galatea sospirò sollevata.

E Loki pose il copricapo sulla testa dell' altra.

- Oh… -

Il Cappello si agitò un po', inclinandosi prima di qui, e poi di lì.

- Ragazza combattuta, vedo… ma credo starai bene a… Serpeverde! -

- Beh, benvenuta... di nuovo... - mormorò Gwillion.

- Grazie! - sorrise Galatea, e si allontanò di fretta da Annwyn.

- Dovremmo dare anche noi il benvenuto... - mormorò Victor - ma mi chiedo se sarebbe... gradito. -

- Che vuoi farci… sei stata tu ad aprire la strada. -

- Non chiamateci babbane... preferisco mezzosangue... - ripetè lei in un sussurro.

- E' stato un bel gioco, comunque… è un bel gioco, ancora… -

- Dai discorsi smielati dei due piccioncini dovresti aver capito che le tue origine non contano così tanto, Galatea... - sussurrò Evan - non per la maggior parte di noi, almeno. -

- Grazie Evan… ti chiami Evan, vero? E… scusami per prima… -

- Semplice istinto di sopravvivenza... - disse l' altro scrollando le spalle.

- Beh, comunque grazie! - disse la ragazza e gli scioccò un bacio sulla guancia.

Sguardi divertiti si levarono dai Serpeverde. Evan Rosier era diventato... del colore delle mele mature.

- Qui va a finire che possiamo sdebitarci con Evan… - mormorò Malfoy, in tono… cattivo.

- Il sogno di una vita... - sussurrò Victor divertito.

- Non gongolate troppo forte... - sussurrò Gwillion - o la preda potrebbe accorgersene, e decidere di scappare. -.

Ma Galatea era troppo presa a chiedere ad Evan di mostrarle la scuola.

- La ragazza non mi sembra incline a scappare... - commentò Victor - o forse era del ragazzo che parlavi? -

- La seconda. - disse l' altra con un sorriso.

Galatea si voltò un attimo per scoccare un'occhiataccia a Victor e Gwillion.

No, pensò la giovane fra sé, non è affatto incline a fuggire.

 

- Divertente avere un' altra italiana a scuola, non è vero Mac? - disse Gwillion, mentre le due ragazze camminavano per i corridoi.

- Si, credo di si. - sorrise l'altra.

- C' è chi lo crede più di te però, credo... -

- Evan? -

- Ma no... cosa ti ha dato una simile idea... -

- Scema… - sbuffò l'altra - Comunque lei gli piace tanto. -

La giovane non rispose... uno strano spettacolo si parò di fronte agli occhi delle due fanciulle. Argus Gazza correva brandendo una scopa... inseguendo un minuscolo serpentello nero.

- Oh, no! - strillò Mac - NO! Fermo! - e corse a interporsi tra Gazza ed il serpentello.

- Devo spiaccicare quel mostriciattolo... - disse l' altro furente...

- E poi pulire tutto il sangue per terra? - disse Gwillion con una smorfia.

- Lo prendo io questo! - fece Mac raccogliendo il serpentello, ed infilandoselo nella scollatura della veste - Ed ora non può più farci nulla… chiederò permesso al Preside per tenerlo… -

- Quel disgustoso serpente... - mormorò l' altro. Ma poi abbassò la scopa in segno di resa.

- Non è disgustoso! - Mac scosse la testa, e si allontanò a passo di corsa - Vieni Gwillion! -

- Sembra tu abbia trovato un nuovo famiglio... - mormorò la giovane - spero solo per te che non sia velenoso... -

- Anche se fosse non mi morderebbe… - fece l'altra - Ne sono certa… sembra così tranquillo… -

- A me farebbe un po' impressione, lo ammetto. -

- Cosa? - domandò Mac stupita.

- Il serpente... toccarlo... -

- Ma è così bello… così liscio, carino… - sussurrò l'altra mentre il serpentello si affacciava dalla scollatura della sua veste, guardandosi intorno.

- E come lo chiamerai, Zith magari? -

- Zith?! Ma che nome è? -

- Il nome di un serpentella in un racconto... apparteneva a un eunuco... ma faceva anche amicizia con una ragazza... -

- Sembra un racconto carino, continua... -

- Niente di che... lei lo teneva proprio dove lo stai tenendo tu... con grande disdetta dell' aspirante fidanzato. -

- Davvero? E se lo chiamassi Kha, invece? Kha o Sir Biss? Il Libro della Giungla o Robin Hood? -

- Credi in me... solo in me... - canticchiò l' altra.

- Si... il serpente dagli occhi ipnotici... e lui ha degli occhietti gialli così belli. -

 

- Venite... - disse Loki fissando i giovani mangiamorte - Abbiamo... un problema. -

- Cosa accade? - chiese Piton.

- Venite. - ripetè l' altro - Presto vedrete con i vostri occhi. -

Malfoy assentì, allarmato.

E Voldemort condusse i giovani sino alla biblioteca. La porta era chiusa a chiave, e non a caso.

L' uomo fece scattare la serratura, e poi con un cenno del capo invitò gli altri ad entrare.

E loro entrarono... ed ammutolirono.

Una statua di Silente... troneggiava nella camera.

- Non avremo deciso di... celebrare Silente, vero? - chiese Lucius.

- Non è una statua... non proprio... - Severus socchiuse gli occhi.

- E'... è... l' originale? - chiese Victor sgranando gli occhi.

Voldemort annuì appena.

- Ma come... è successo... - domandò Lucius.

- E' l' opera di un basilisco. Silente è riuscito a cautelarsi con un incantesimo... quanto bastava per restare in vita... ma non tanto da evitare la pietrificazione. -

- Un basi... basilisco?! - sbottò Malfoy - Ma come è... -

- Di questo parleremo poi. Il basilisco è stato reso innocuo dal sortilegio, non credo possa pietrificare nulla di più grande di un ratto adesso... e innocuo vuol dire indifeso. Ed io voglio che nulla gli accada. -

- Perchè questo basilisco ha una... qualche importanza? - domandò ancora Lucius.

- Lucius... - disse l' altro con uno sguardo ammonitore - Non è il momento di perdersi in chiacchiere. -

- Chiedo scusa... andiamo... -

Si misero in cammino... alla ricerca di una qualsiasi traccia.

- Credo di aver trovato qualcosa... - mormorò Severus dopo un pò.

- Fa vedere... - disse Lestrange avvicinandosi.

- Cinque formiche di pietra, in fila... -

- La strada è giusta... - disse Voldemort con un luccichio negli occhi.

- Una lucertola di pietra! - strillò Lucius, cinque minuti dopo.

- Bene... - disse Loki in un sibilo - ma vediamo di non informare l' intera scuola... -

- Pardon... - si scusò Malfoy, un po' seccato...

- Ragnetti... - sussurrò Victor.

- Deve essere proprio passato di qui... - mormorò Severus.

Voldemort tornò ad annuire.

- Ma che altri danni può fare questo vermicello? - chiese Lucius - E' velenoso? -

- Molto. -

- Basta che non morda Narcissa, o Draco, o me... - borbottò Malfoy.

- Andiamo! - fece l' altro.

 

- Bissssss... - ridacchiò Mac, lanciando in aria il serpentello e poi riafferrandolo - Ti piaccio Biss? -

- Non era Kha? - disse Gwillion - Hai cambiato di nuovo idea? E poi non credo che ai serpenti piaccia essere lanciati in aria. -

- Beh, chiediglielo! E lui è Sir Biss! - il serpentello sembrava gradire, e si arrampicò di nuovo verso la scollatura della veste.

- Quando saprò parlare la sua lingua glielo domanderò. -

Il serpente frattanto si era attorcigliato attorno al polso della donna, simile a un ornamento vivo.

- Dovresti capirlo dalla sua espressione... o sei solo invidiosa del mio Bisss! -

- Credo che metterò il broncio... per una simile insinuazione. - disse l' altra.

Mac fece spallucce, osservando il serpentello attorno al suo polso.

- Non puoi darmela vinta almeno una volta... - disse Gwillion cupa - ci vuol tanto a dire che non sono invidiosa? -

L'altra fece una smorfia - Non mi piace dartela vinta! - ridacchiò.

- Piuttosto... - disse l' altra tornando a sorridere - secondo te cosa può mangiare Sir Biss? -

- E' così piccolo che non può mangiare topi vivi... forse solo quelli piccolissimi. Ma credo che dovrò dagli della carne... o forse gli piace tutto... a Biss piacciono i dolci! -

- Prova con il latte... - disse l' altra in tono meditativo.

- Latte?! Biss, a te piace il latte? Vedi sembra dire che lo beve solo come spuntino... non va bene! -

In quel momento delle voci giunsero dall' entrata della sala comune.

- Niente, nessuna traccia. E ciò è davvero deprimente. -

- Forse ha lasciato la scuola... - fece la voce di Severus.

- Ci sono i ragazzi, sentito? - disse Mac.

- Così potrai mostrar loro orgogliosa il piccolo sinuoso Biss. -

- Il mio Biss! - rise Mac, e baciò il serpentello - Andiamo da loro? -

- Certo... fai strada! -

E si diressero dagli altri.

Mac sorrise, vedendo che c'era anche Annwyn - Ho una sorpresa! - disse - Un amico nuovo! -

- Un amico nuovo? - ripetè Voldemort inclinando il capo.

- Si! - Mac sorrise - Guarda, abbiamo fatto subito amicizia! - disse, mostrando il polso con Biss.

L' uomo trattenne a stento un sorriso:

- La ricerca è finita, direi. -

- Che ricerca? - domandò l'altra, stupita.

- Stai tenendo al polso un basilisco miniaturizzato. Il mio basilisco per essere precisi. -

- Pensare che Gazza stava per spiaccicarlo quando l' abbiamo trovato... - mormorò Gwillion.

- Il tuo basilisco... ecco perchè andavamo tanto d'accordo... -

- Si, probabile... - disse l' altro con un sorriso.

- Ma posso tenerlo, vero? - domandò ancora Mac.

Intanto Severus aveva tirato parte Gwillion - Non lo avrai toccato, vero? Non ti avrà morso, vero? -

- Non l' ho toccato, non mi ha morso... e poi io mi faccio toccare da un solo serpente. - concluse l' altra con un sorriso.

Piton arrossì vistosamente - Sta bene... -

L' altra sbattè le palpebre:

- Le mie parole non volevano essere maliziose, sai? -

Severus divenne, se possibile, ancora più rosso.

- Sì, - disse infine Voldemort - credo tu possa tenerlo. Solo sta attenta a che non pietrifichi i famigli altrui. -

- Non lo farà... lo terrò dove non possa dare fastidio! - fece l'altra togliendosi la bestiola dal polso, ed infilandola nell'abito.

 

- Insomma... hai commenti dopo la tua prima settimana a scuola? - disse Evan guardando la giovane italiana con il capo inclinato.

- Mi sto divertendo. I tuoi amici sono davvero carini con me... -

- Lo spero bene! - Evan si fermò un istante - Purchè non lo siano troppo... -

- Perchè non dovrebbero esserlo? -

- E i professori come ti sembrano? - disse l' altro cambiando bruscamente argomento.

- Simpatici... Severus e Lucius sono in gamba... -

- Questo non sei la sola a pensarlo. -

- Siete amici da molto? -

- Da sempre mi sembra... -

- E con le ragazze del gruppo? -

- Ragazze, quali ragazze? - fece l' altro fingendosi stupito.

- Non fare lo sciocco adesso... -

- Ma è la mia specialità... - disse il ragazzo con un sorriso insinuante.

- Davvero? -

- Nessuno mette in dubbio la mia fama di buffone di Serpeverde... - disse l' altro gonfiandosi il petto - Volevo anche imbrattare un pochino quella bella statua di Silente che ora è nel cortile... ma gli atti di vandalismo sono stati sconsigliati. -

- E... cos'altro sai fare, Evan... solo il buffone? -

- Sai cosa sono... - disse il giovane in un sussurro.

- Non ne sono certa... -

- Voi due qui state? - disse Victor battendo un piede sul terreno - Ma se è mezz' ora che vi aspettiamo... c' è un falò che ci aspetta o l' avete scordato? -

- Eh, già... - sussurrò Galatea.

- Scordare... fingere di scordare... - borbottò Evan - Ma a questo punto... andiamo! -

- Possiamo parlare ancora dopo. - disse Galatea, stringendosi un po' ad Evan.

- Attento Rosier... la tua faccia sta cambiando colore. - disse Victor quasi distrattamente... poi allungò il passo, lasciando gli altri un po' indietro.

- Ti imbarazzo? -

- Co... cosa ti fa pensare una cosa simile? Ma ecco il povero Silente pietrificato... ufficialmente in viaggio... fa da statua a se stesso. -

- Come è brutto... - fece Galatea con una smorfia - Sembra un'acciuga... -

Evan ridacchiò dolcemente. Ma ormai avevano raggiunto gli altri.

- Venite, sedete qui! - fece loro cenno Andromaca.

- Certo un po' più lontani da quell' orrore non potevamo piazzarci... - disse Narcissa fissando la statua in controluce nel tramonto.

- Veglia su di noi... - fece Severus in tono divertito.

- E forse ci vede... mentre mangiamo e ci divertiamo... dalla sua prigione di pietra... - mormorò Dolohov quietamente.

- E patisce la fame, e muore di sete ed ha freddo... - mormorò Lucius, sorridente.

- Ma di questo sappiamo chi dobbiamo ringraziare... - disse Victor Lestrange.

- Eh, si... - disse Mac, carezzando il serpentello che teneva intorno al collo.

- Si dovrebbe brindare a Sir Biss... - propose Gwillion appoggiandosi al braccio di Severus.

- Evviva Sir Biss! - fece Severus, e il serpentello agitò la testa, felice.

- Tutte le volte che cambio la terra a quelle mandragole ho una gran voglia di avvelenarle... - mormorò Draco con un sorriso.

- Ah... che sogno... - borbottò Lucius.

- Non siate così... cattivi! - disse Galatea.

- Devono esserlo... almeno a parole. - fece Dolohov con voce dolce.

- Oh, Antonin... se non ti conoscessi potrei prendermela, sai? - sibilò Severus.

- E poi tu ti ritieni molto migliore? - domandò Mac.

- Non si parlava di essere migliori o peggiori... ma di pura e semplice cattiveria. - disse l' altro senza scomporsi.

- Quindi tu, Dolohov... - disse ancora Mac - Sei puramente cattivo? -

- Puramente... tu adesso giochi con le parole, mia cara. -

Mac sorrise - E allora? Cosa sei? Perchè sei ciò che sei? -

- Mi piace dare dolore... molto... non lo sapevi? - disse l' altro in un sussurro - Certo questa frase non rappresenta il mio intero essere... ma è una parte di me. -

- Ed il tuo ideale, se ne hai uno... quanto conta in questo? -

- Il mio ideale... - il giovane sorrise - sarei davvero un essere orribile se non avessi un ideale... ma... ciò che provo quando impugno il coltello... non nasce dal mio ideale, non è quella l' origine. -

- Il coltello? - chiese Lucius, sprezzante.

- Tu preferisci altri metodi, non è vero? - fece l' altro inclinando il capo - Io... semplicemente amo sperimentare... -

- Io cerco di essere elegante in ciò che faccio... niente sangue, niente grida sguaiate... -

- E' una pura questione di gusti... - disse Dolohov, in tono divertito - E quasi... quasi verrebbe voglia di fare un... sondaggio. -

- E tuttavia alcuni di noi non si compiacciono nella morte... - disse Piton in tono severo.

- Se la pensassimo tutti allo stesso modo non varrebbe neanche la pena di iniziare la discussione... -

- E allora discutiamone... - mormorò Andromaca.

- Ci vorrebbe un moderatore... - propose Victor - e perché non Galatea... è la più imparziale in un certo senso. -

- Molto bene... - disse la ragazza - Comincia proprio tu, Victor... come ti poni davanti alla necessità di uccidere il tuo nemico, e come lo uccidi? -

- Scelgo la soluzione che comporti meno... rischi. Per me e per la causa. -

- Spiegami meglio... -

- Se vuoi una spiegazione più dettagliata forse dovresti porre domande più circostanziate. - disse l' altro - Innanzi tutto... perché dovrei uccidere? Sono stato io a deciderlo, o è un' ordine... superiore? C' è una reale necessità poi... perché senza quella... -

- Scusa, io... non sono come voi... - mormorò l'altra - Ma... se ti viene imposto di uccidere? -

- Come ti ho detto vorrei conoscere il motivo. Non sono un macellaio. E so che il mio Signore ha troppa stima della mia intelligenza per chiedermi di esserlo. -

- Il motivo... c'è un nemico che non si riesce a piegare... dovrai fermarlo in qualche modo, no? -

- Che non si riesce a piegare... - ripetè l' altro scuotendo il capo - esistono tanti modi, sai? Ma se deve morire... morirà. -

- E come? -

- Ancora una volta dipende... - disse l' altro scrollando le spalle - una morte che debba essere esemplare... potrebbe essere assai cruda. Ma nell' oscurità della notte... inutile soffermarsi a dare... dolore. Sarebbe spietato... e oltretutto rischioso. -

Galatea annuì: - E tu Andromaca? -

- Il mio pensiero rispecchia quello di Victor... -

- Evan? - domandò ancora Galatea.

- La mia idea di divertimento non contempla gli sventramenti... - disse l' altro rosso in volto.

- E noi che credevamo che il tuo hobby preferito fosse appostarti di notte ai crocicchi, armato di coltello... - fece Lucius.

- Beh... magari per spaventare qualcuno... - disse l' altro con una smorfia.

- E tu, Lucius? -

- Io ho già espresso il mio parere. Per conto mio la morte deve essere data con eleganza... -

- Piton? -

- Io... uccido senza rimorso se devo. Ma devo avere una motivazione per alzare il pugnale... -

- Chi manca? - domandò Victor guardandosi intorno.

- Io... - disse Mac - Non desidero uccidere, ma... ammetto di provare piacere nell'eliminazione di chi ostacola il mio Signore. -

Per un attimo il silenzio calò sul gruppetto.

 

Capitolo IV

- Che silenzio... - osservò Galatea - Quasi... imbarazzato. -

- Abbiamo parlato pressocchè tutti... - osservò Victor.

- Non ancora tutti. - disse Galatea - Mancano Draco e Gwillion... -

Il biondo ragazzo borbottò qualcosa riguardo al fatto che nessuno aveva considerato la vendetta, e che comunque a conti fatti non ne valeva la pena in genere. L' altra dal canto suo si limitò a sobbalzare.

- Allora, Gwillion? - insistè Galatea.

- Lei non è dei Mangiamorte. - rispose Severus.

La giovane annuì appena.

- Dunque l'Oscuro Signore non ti annovera tra i suoi servi... ma se ti volesse tra loro, se te lo ordinasse? -

La giovane fece una smorfia, poi balbettò qualcosa di incomprensibile, rossa in volto.

- Non credo che sarei capace di... -

- Allora non obbediresti, fuggiresti? -

- Ci vorrebbe troppo coraggio anche per fuggire... - disse l' altra in un filo di voce.

- E allora? -

- Non lo so... - ammise l' altra torcendosi le mani.

- Credo che la strategia sia quella di mostrarsi ancor più impacciata e incapace di quanto non sia realmente... - sussurrò Dolohov - per troncare sul nascere ogni possibile richiesta... sgradita. -

- Il che è davvero da Gwillion, per quanto io non sia certa che in tal modo riuscirebbe a cavarsela. - disse Mac.

Severus sorrideva appena.

- E con questo abbiamo parlato tutti, credo, no? - domandò Galatea.

- A meno che tu non voglia aggiungere il tuo parere... - disse Victor con un sorriso.

- Il mio? Io non sono un'assassina. -

- Nessuno voleva insinuare il contrario. - mormorò Evan, quasi con una punta di tristezza nella voce.

- E tuttavia... - continuò Galatea - Se dovessi difendermi, o se credessi davvero in qualcosa... potrei diventarlo. - e sorrise a Rosier.

- Forse è arrivato il momento di cambiare argomento... - sussurrò Antonin con un sorriso - Prima che mi venga in mente di deliziare tutti con i diversi modi in cui è possibile estrarre le budella da un corpo ancor vivo... -

- Beh, se vuoi... io certo non mi sconvolgo... potrei parlarti di come estrarre il cervello da un corpo ancora in vita ma non per molto. - fece Mac con un gesto noncurante.

- Un ottimo modo per rinunciare ai pasti... per quel che mi riguarda. - sussurrò Gwillion con una smorfia.

- D'accordo... parliamo del tempo? - rise Severus.

E risero anche gli altri.

- Avvicinati un attimo Andromaca. - disse in quel momento Victor.

- Che c'è? -

- Mi sembra che tu abbia... si, ecco... hai uno scarafaggio tra i capelli. -

Scarafaggio... Gwillion sbattè le palpebre. Chi sa perché quella frase gli ricordava la battuta di un altro Victor.

- Scarafaggio! - gridò Draco scattando in avanti con la bacchetta sguainata - Non farlo scappare Lestrange! -

- Non sarà... prendetelo! - strillò anche Mac.

Lo scarafaggio si era levato in volo.

Draco lanciò un pietrificus, colpendolo solo di striscio... ma quando bastava per paralizzargli un' ala.

- E' proprio... come pensavo. - mormorò mentre l' insetto gli cadeva in una mano.

- Cosa, Draco? - chiese Lucius.

- E' un animagus... che ho già incontrato. -

- Animagus... una spia... - mormorò Malfoy, livido per la collera.

- Una giornalista. - disse l' altro scrollando le spalle - Almeno ai miei tempi... adesso non so. -

- Giornalista... - Severus sgranò gli occhi - Non sarà... -

- Rita Skeeter, puoi scommetterci! - terminò Mac.

- Si decidesse a trasformarsi... - mormorò Victor con una smorfia.

E Rita riprese le sue forme... con un braccio pietrificato, e fissò gli altri con espressione... di trionfo.

- E' stupida o cosa? - domandò Dolohov quietamente - Non ha capito quanto la sua situazione sia... tragicamente penosa? -

- Penosa?! - sbottò Rita - Ci farò uno scoop su di voi! studenti Mangiamorte! Me lo figuro... -

- Più che stupida... idiota. - valutò Severus inarcando un sopracciglio.

- Un po' difficile scrivere con le dita spezzate e la lingua mozzata, io temo. - disse il bulgaro avvicinandosi di un passo.

- Terrorista! -

- Sì, e con ciò? - disse l' altro sorridendo - Allora... Lucius... lasci tutto a me il piacere di occuparmi di costei, oppure vuoi... darci un saggio della tua arte? -

- Io vorrei... - Malfoy sorrise - Vorrei mostrarvi come si possono tagliare le dita una ad una e cauterizzarle nel contempo... niente sangue, sai... -

Rita impallidì.

- Affascinante... - sussurrò Dolohov inclinando la testa - Ed esistono pozioni che possono centuplicare il dolore... a quanto mi è dato sapere. -

- Si. Certo. Io so prepararne una molto efficace... l'ultimo a cui l'ho fatta bere piangeva lacrime di sangue... - sorrise Severus - E gli caddero i capelli per il dolore. -

Rita franò a terra, tremante.

- Ed io, poi, posso estrarle il cervello... buco l'osso che divide il cervello dalla cavità nasale con un uncino e... tira tira! - sorrise Mac.

Rita si tappò il naso...

- Io sarei per qualcosa di meno appariscente... - mormorò Victor - Qualcosa che bruci dall' interno lasciando il corpo intatto. -

- Ti riferisci a... quello? - chiese Piton.

- Quello non lascia il corpo intatto... lo fa accartocciare orrendamente. -

- Sperimentiamo le canne di Obscurum! - propose Evan con foga.

- Pietà... - implorò la Skeeter.

- Chi preferisci, Rita? - disse Dolohov con un sorriso - Vedi come siamo generosi? Ti lasciamo persino scegliere il carnefice... -

- Giuro che porterò alla tomba questo segreto... - piagnucolò lei - Lo giuro... -

- Non potremmo cercare di ottenere qualcosa di più del semplice silenzio? - domandò Draco incrociando le braccia.

- Vuoi... violentarmi? - chiese Rita... arrossendo e sorridendo.

- Ma è pazza? - disse il ragazzo arrossendo a sua volta.

- Vuoi qui davanti a tutti o in privato per avere il mio silenzio? - insistè Rita.

- Non ti giudico abbastanza attraente da riservarti simili attenzioni... - mormorò il ragazzino facendo un passo indietro.

Rita fece una smorfia - O sei troppo piccolo e incapace? - sibilò a mezza voce - Insomma, che volete? -

- Io pensavo solo al potere della stampa... - si lamentò l' altro con una smorfia.

- Se la giornalista ci tiene tanto alla violenza carnale possiamo sempre chiamare gli scagnozzi di tuo padre, Draco. - disse Antonin con un sorriso - Nessuno ti chiederebbe mai ti sacrificarti in questo modo. -

Rita deglutì.

- Potere della stampa... - sorrise Severus - Bella idea... -

- Ottima idea... - aggiunse Victor - Piuttosto stupido invece è prendersela con chi è apparentemente più indifeso... quando il resto del gruppo non aspetta che un motivo di più per mettere in atto le sue spietate minacce. -

Rita tremava davvero - Non volevo... io... vi aiuterò come vorrete... la mia penna è vostra, giuro... -

- Mi sa che dovremo tirare di nuovo quell' incantesimo per sigillare le conoscenze... - sussurrò Lestrange - Così da poco, eppure così utile... -

- Fa male? - borbottò Rita.

- Tanto... - rise Lucius.

Non era vero. Ma chissà perché a nessuno venne in mente di specificarlo.

 

Mac stava giocando con Sir Biss, seduta sulle scale che portavano al terzo piano. Di norma non passava mai nessuno di là, ed era il posto ideale per scherzare un po' con Biss.

- Bella la Dama, bello il suo serpente... mi chiedo se posso essere accolto tra tanta bellezza. - sussurrò Voldemort venendole vicino.

- Mio Signore... - sorrise l'altra - Forse il serpente ed io sfigureremo con te. -

- Io non lo credo. - disse l' uomo sedendosi accanto alla ragazza.

- Tu sei bravo a lunsigare... -

- Mi piace molto lusingare te... è sufficiente che dica la verità in fondo. -

- Arrossirò, temo, tra poco. E non vorrei mostrare troppe debolezze... -

- Arrossirai, temo, tra poco. Per quello che sto per chiederti... -

- Cosa, mio Signore? -

- Presto sarà inverno... -

- Lo so. - disse l'altra inclinando la testa, senza capire.

- Vorrei che tu, nel giorno in cui la notte è più lunga, nel giorno della speranza... -

- Cosa vorresti, Signore? -

- Diventassi la mia sposa. -

L'altra rimase zitta, paralizzata, quasi...

- Come devo interpretare il tuo silenzio? - mormorò il mago, dolcemente.

- Come il segno della più grande gioia... - sussurrò l'altra.

- Ne sono... lieto. - disse l' uomo con un filo di voce.

- Lo sei davvero? -

- Loki dovrà sposarti... per motivi di opportunità. Perché credi che io voglia... prima... -

- Grazie. Non mi è stato mai fatto un dono più grande prima, o forse uno soltanto. -

- Non desidero parlare adesso... solo stringerti a me. Ma ascolterò ogni tua parola, ogni tua frase... come fossero arcani incantesimi. -

- Ti amo Voldemort, mio Signore. -

- Amerò il giorno... in cui saprò dirti lo stesso, senza dubbi o incertezze. -

- Ed io aspetterò... eppure... non ti chiedo nulla. Mi basta ciò che ho, e non potrei avere nulla di più prezioso. -

- Amo il tuo amore... la fiducia, tutto quello che mi dai... questo posso dirlo. -

- Grazie. - sussurrò l'altra - Porto il tuo marchio come simbolo di questa reciproca fiducia. -

L' uomo prese il volto della giovane tra le mani. E la baciò dolcemente su di una guancia. Poi come magicamente attratto... cercò le sue labbra.

L'altra sorrise soltanto, con il cuore traboccante di grazia.

- Vogliamo andare in camera? O preferisci questo momento di quiete? -

- Mi basta essere con te. Resterò qui se vorrai restare qui, ti seguirò se vorrai andare altrove. -

- Vieni... - disse l' altro prendendola per mano.

La giovane sorrise, chinando la testa. E seguì l'uomo.

- Voglio portarti in un luogo... che tu hai già cercato. -

- Dove? -

- Ricordi quando ti ho sorpresa... a scacciare topi sibilando? -

- La Camera di Salazar... - mormorò l'altra, felice - Mi porti davvero lì? -

- Mostro il mio regno alla mia futura sposa... se non l' ho fatto prima... è perché aspettavo un' occasione speciale. -

La donna rise, felice.

- Speriamo non ci vedano mentre entro in un bagno femminile... -

- Sanno di noi... al massimo penseranno che... -

- Non andrebbero troppo lontano dalla verità, allora. -

Mac rise - Allora che importa? -

- Nulla... mia promessa. -

- E dunque... possiamo essere liberi di fare ciò che vogliamo. A chi si ama è concesso di fare più di quanto non sia consentito agli altri... -

- Specie se chi si ama... ha il potere e la forza di non spaventarsi di fronte alle convenzioni. -

- E tu sei così... - sorrise la donna.

- Si lo sono... - e si fermò a baciarla.

- Mostrami la tua segreta camera, adesso... - sussurrò lei.

- Si torna a casa... piccolo Basilisco. - mormorò l' uomo. E poi pronunciò le parole segrete.

- A casa... ma poi tornerai ancora con noi, Biss! - disse Mac.

- Reggiti forte a me... - disse Voldemort prendendo l' altra tra le braccia... e si lanciò nell' oscuro passaggio.

E l'altra si strinse, e gridò... divertita, mentre cadevano.

Una grotta si aprì davanti a loro... con i sui pilastri creati dalla natura e stalattiti simili a immani cristalli di ghiaccio.

- Sto per conoscere un mistero... - sorrise la giovane.

- Seguimi dunque... e vieni a far parte di quel mistero. -

- Ti seguirei in capo al mondo, lo sai... forse eccetto che a casa di Silente. Ma andiamo... -

- Nemmeno per far fuori il vecchio? - domandò l' altro con un sorriso - Ma si, andiamo... -

- Per quel motivo... forse. - rispose lei sorridendo.

Le statue nella camera dei segreti osservavano tacite i nuovi venuti.

- Vuoi... vuoi essere la signora di questo luogo? - mormorò l' uomo facendo un passo indietro.

- Mio amore... - sussurrò lei - Voglio essere ciò che tu vuoi. No... io, anche io, voglio esserlo... -

- Dunque... Signora... posso accostarmi a te? - disse il mago con voce roca.

- Si... -

E l' uomo si avvicinò, carezzando con due dita il volto di lei.

- Quali sono i tuoi desideri... Signora? Ardo nella brama di esaudirli. -

- Baciami... -

- Come tu ordini... -

E l' uomo poggiò con simulata incertezza le labbra sulla bella bocca di lei. Poi con un sorriso scese a esplorare la bocca tanto desiderata.

La giovane si strinse al mago, più vicina... più vicina... e le sue dita scivolavano tra i capelli di lui.

- Posso... posso slacciare la tua veste, Signora? -

- Devi... devi farlo... -

E lui lo fece.

- Così bianca è la tua pelle... -

- Ancora più bianca contro la tua nera veste... ma anche io bramo il calore ed il candore del tuo solido corpo... - sussurrò l'altra, percorrendo con le dita il torace di lui.

- Non hai che da cercarlo... -

- Lo sto cercando... lo cerco... ti libero dalla scura tunica... -

- E adesso... mia Signora... posso stringerti tra le mie braccia? -

- Adesso puoi assecondare ogni tuo desiderio... -

L' uomo non disse nulla... ma fece distendere l' altra sulla fredda pietra.

- La tua bellezza ancora m' incanta, Signora... -

- Ed io desidero che possa incantarti... in eterno... -

- Voglio... voglio la tua bocca sulla mia pelle, le tue mani su di me, i tuoi occhi nei miei occhi... voglio tutto questo, e lo vorrò sempre... -

- Se tu non lo volessi... - disse l' altro in tono cupo. Ma poi sorrise, e tornò a stringere a sé la donna. Baciandola, carezzandola. Sfiorandola con la punta delle dita.

- Oh, non scapperò, mai... mai... -

- No, non lo farai. - disse l' altro con un sorriso... affamato.

- Mi tratterrai tu? - domandò l'altra con tono ansioso.

- Le tue catene sono nel tuo cuore... -

- E' vero... e sono catene assai salde, mio Signore... -

L' uomo sorrise, e strinse tra i denti il lobo dell' altra, mordicchiandolo lentamente.

- E' buono? - domandò l'altra, in un sussurro, socchiudendo gli occhi.

L' altro non rispose, intento com' era ad assaporare il sapore di lei con la lingua e le labbra.

Ma la giovane lo bloccò, con un imperioso gesto, e sorrise... posando lei le labbra sul collo dell'uomo.

- Era molto buono... -

Disse lui in un sussurro.

- Ma anche io voglio assaporarti... -

- Fallo, dunque... Signora. -

L'altra lasciò scorrere la lingua lungo il collo del mago, fino al lobo del suo orecchio.

E l' uomo attese in silenzio, solo un leggero tremito attraversò il suo corpo.

La donna tornò a percorrere in punta di lingua la pelle di lui, sino alla bocca, e sorrise.

Lord Voldemort strinse a sé la donna, baciandola con una delicatezza quasi estenuante... una lentezza che nascondeva la sua fame. La passione che lo bruciava.

L'altra ansimò appena, staccando le labbra da quelle dell'altro, e sfiorò i contorni del suo viso con le dita, come toccando qualcosa di sacro.

- A cosa stai pensando? - sussurrò l' uomo.

- Al mio futuro sposo... -

- E cosa pensi di lui? -

- Che amo la sua ombra e la sua luce. Si è insinuato in me più di quanto mai potessi pensare... -

- Fa quasi paura sentirtelo dire. Perché... ricordo i tuoi sogni. -

- I miei sogni? -

- Ne abbiamo parlato... non ricordi... quando sei stata mia, la prima volta... hai detto di avermi... sognato. -

- Si, è così. Ma il sogno... non è mai stato all'altezza della realtà. -

- Anche quando... soffrivi per causa mia? -

- Non ricordi? Te l'ho detto la prima volta... il prezzo non ha importanza. E poi la mia sofferenza era sofferenza d'amore. -

- Forse volevo soltanto sentirmelo ripetere... - mormorò l' uomo lasciando scivolare le dita lungo il corpo dell' altra.

E la giovane si abbandonò ad un fremito di desiderio.

- Posso... vuoi lasciarmi entrare? - disse lui in un sussurro.

- Si... -

E Lord Voldemort scivolò nella sua donna, fremendo di piacere.

- Sei il mio dolce veleno... - sussurrò lei, inarcando la schiena.

- E non esiste antidoto... - disse l' altro tornando a cercare la bocca di lei.

- Il piu' dolce dei miei veleni

Strappa le mie vene

e brucia la mia pelle

niente mi fara' soffrire

benche' io soffra ai tuoi baci

ed alle tue parole...

Dolce e' la tua tortura

lente, oscure le mie lacrime,

il fiume scorre e sotto di esso

inverni e primavere

distratti scrutano cigni neri

in nera bellezza di infiniti giorni;

unica luce di candela viva

unico amore, ti abbracciai...

Amore mio...

Tuoi gli occhi immensi

sopra il cielo in tempesta,

io piansi sangue,

diafano volto e livide mani

io amo e muoio

mia impaziente anima...

io muoio ed amo

mia unica fine... - sussurrò l'altra tra i gemiti, e stringendosi all'uomo con lenti sussulti.

E Lord Voldemort dopo un ultimo gemito strinse la donna senza più parole, abbandonandosi su di lei, abbandonandosi all' eco di quelle parole.

E l'altra giacque così, immobile e stretta all'uomo che chiamava Signore.

- Di chi erano quelle parole... voglio ricordarle... sempre. -

- In realtà... non so. Fingi che siano mie... perchè avrebbe potuto cantarle il mio cuore. -

- Per me lo saranno. Tue solo tue. Tue e mie. Qualcosa di nostro... è dolce che sia così. -

- Dolce... come il nettare della tua bocca che voglio bere in eterno... -

- E' solo per te... lo sai. Solo per te. -

L'altra chiuse gli occhi - Come è dolce il peso del tuo corpo sul mio... -

- Rimaniamo così... solo così... -

- Si... -

E l' uomo tacque... con gli occhi socchiusi, giocando distrattamente con i capelli dell' altra.

- E' bello questo luogo nascosto... - sussurrò, dopo un po', la giovane.

- Il nostro incanto lo rende ai miei occhi ancor più bello. -

- Eppure... cosa mai penserà Salazar Serpeverde? - sorrise l'altra.

- Vuoi chiederglielo? - domandò lui indicando la statua.

- Ma le statue non rispondono. -

- No, non lo fanno. Sono così maleducate... - disse l' altro con un sorriso scherzoso.

- Ma in fin dei conti... importa? - sorrise l'altra.

- Io dico di no... - disse l' uomo, e tornò a stringerla a sè, in un silenzio senza parole.

E la donna tornò ad ascoltare i palpiti del cuore dell'altro.

 

- Non esistono poteri buoni... o vuoi dimostrarmi il contrario? -

Fece Gwillion, così intenta a parlare con il suo Severus che per poco non sbattè in un gruppo di studenti che andavano in senso opposto.

- Ho detto di volertelo dimostrare, forse? -

- No... ma mi sembrava un argomento di discussione... interessante. -

- Lo è, Gwillion, ma... con cautela, ti prego. -

L' altra aggrottò per un attimo le sopracciglia, poi sorrise, stringendosi al ragazzo.

- Di cosa preferisci parlare, dunque? -

- Ma di ciò che tu vuoi, mia cara... -

- Del tuo compleanno che viene? O del natale che si avvicina? Sai dove lo passeremo a proposito? -

- Stiamo decidendo... credo proprio che si verrà da me, sperando che stavolta non mi sparisca l'argenteria... sai com'è... -

- Intanto vediamo di pranzare... - disse la giovane. Ormai erano arrivati nella sala comune.

- Ho fame... in effetti. -

- Ci sediamo con gli alunni? Beh... anche io sono un' alunna, mi sembra. -

- E' un po' strano che io lo faccia... ma sta bene. - sorrise Piton.

- Avanti Severus... - disse Victor passando loro vicino - non ricordi cosa succede oggi? Vuoi perderti una vista ravvicinata... -

- Oh... sto solo dandomi un po' di arie, studente! - sghignazzò Severus.

- Cosa succede oggi? - domandò Gwillion inclinando il capo.

- Vedrai, cara... vedrai... -

- Vedrò. - rispose lei con un sorriso.

E si sedettero.

Gwillion frattanto si guardava intorno... curiosa, molto curiosa. Evan scherzava con Galatea, al solito, e sembrava che lo sguardo di Victor e Severus corresse in quella direzione... a tratti. Anche Lucius dal tavolo dei professori...

Severus seguì lo sguardo di Gwillion... verso Lucius, e soffocò una risata: non aveva mai visto una luce così allegra e buffonesca sul volto del suo amico.

- Cosa avete combinato? Io avrei paura... da questa unione di ingegni. -

- Vedrai... oh, arriva la posta... - sussurrò Severus, mentre diversi gufi planavano verso il tavolo di serpeverde...

- Non è il mio compleanno... ne sono certo. - borbottò Rosier... vedendo quello stormo alato che si poggiava tutt' intorno a lui.

- Hai molti parenti? - chiese Galatea.

- Molti e taccagni. - disse l' altro scrollando le spalle - E comunque non... -

- Non? -

- Non ha importanza a questo punto. - fece il ragazzo appressandosi ad aprire il primo pacco.

- E già... che contiene? - domandò l'altra.

E Severus riconoscendo il suo pacco ghignò.

- Sono bottigline... quante bottigline! - fece Galatea - Tutte bottigline di pozioni azzurre... e che c'è scritto sopra? -

Il ragazzo lesse... e strabuzzò gli occhi.

- Nulla... non c' è scritto nulla! -

- Fammi vedere... -

Galatea afferrò una bottiglia e lesse a voce alta l'etichetta scritta con bella calligrafia: - Pozione Virilizzante. Esalta le prestazioni di un uomo sia in condizioni normali che in condizione di calo del desiderio o affaticamento da rapporto. -

La giovane fissò Evan ad occhi sgranati.

Ma l' altro era paonazzo, e come incapace di parlare.

Piton nascose il viso in un tovagliolo, prossimo a morir dal ridere.

Anche Gwillion trattenne una risatina... in effetti Evan...

- Non... non penserai... - mormorò Rosier che aveva infine recuperato la favella.

- Se ne hai bisogno... - mormorò Galatea - Se ti serve non c'è nulla di male... -

- Io non... averne bisogno... e per chi? - disse l' altro con voce stridula.

Galatea arrossì - Se tu volessi usarlo... se noi... forse ho frainteso... -

- No no no no.... - fece l' altro ancora più rosso - ho frainteso io! Credevo tu credessi che io... -

- Forse... dovresti aprire un altro pacco... - sussurrò la giovane.

- Non posso dar semplicemente loro fuoco? - disse l' altro cupo.

- Oh, no... apri! -

- Di fronte... a tutti? -

- Andiamo, Evan... ormai tutti hanno visto... -

- Era necessario ricordarmelo? - disse il giovane in tono teatralmente tetro.

Aprì il secondo pacco. C' era una scatola esagonale, di legno. Dall' aspetto apparentemente innocuo.

- Cosa c'è dentro? - chiese Galatea.

- Mistero... - sussurrò Victor a Severus e agli altri... divertito.

Evan aprì la scatola.

Una miriade di palloncini colorati si levò nell' aria. O meglio... di quelli che sembravano palloncini...

- Sono... sono... - Galatea avvampò.

- E quelli potrebbero servire anche più di certe pozioni dalla dubbia efficacia... - disse il ragazzo, pur essendo altrettanto rosso, e poi - Aiutami a rimettere quella roba dentro la scatola! Ci sono dei bambini che guardano... -

Ma Galatea non si mosse, troppo rossa.

- Io... dannazione... - imprecò Evan mentre si affannava ad acciuffare gli svolazzanti e coloratissimi profilattici.

Piton stava quasi svenendo, mentre osservava la scena... svenendo dal ridere.

E un altro gufo planò con uno scatolo.

- Apriamo... a pubblico ludibrio ormai... -

Galatea fissò lo scatolo che veniva aperto, e sgranò gli occhi... - Sono... sono dei gadgets... -

- Io non voglio guardare... - sussurrò Evan.

- Giochini... erotici... -

Ed Evan si azzardò a guardare...

Lucius al tavolo dei professori stava ghignando.

- Non tirar fuori nulla... - sibilò Galatea.

- Non era nelle mie intenzioni... ma devo far buon viso a cattivo gioco, temo. -

- Oh.. quanto è grosso quello... -

- Non guardare... - sussurrò Evan richiudendo il pacco.

- Resta ancora una scatola... -

- Apriamo. Così poi il sangue che macchierà le mie mani sarà ancor più giustificato. -

- A... apri... -

E Rosier aprì.

Lo scatolo era pieno di perizomi, e slip e boxer... tigrati, arcobalenati ad orsetti, a pois...

Evan si umettò le labbra. Poi puntò la bacchetta... iniziò a recitare un incantesimo di fuoco.

- No, no! - urlò Galatea - E' un mio regalo! -

Il giovane si interruppe di scatto. Si avvicinò alla scatola prese uno degli indumenti al suo interno. Per poco non lo baciò di fronte agli sguardi allibiti dei compagni.

- Potremmo andare di là? - disse alla giovane con voce dolce, dolcissima - Vorrei... parlarti. -

- Si... - fece lei arrossendo.

Il ragazzo prese l' altra per mano. E si allontanarono.

Lestrange si alzò di scatto, lanciando un' occhiata eloquente a Severus.

- Mi sento cattivo... - mormorò Piton, ma sorrise.

- Noi siamo cattivi... e vogliamo andare a sentirci la dichiarazione? -

- Più o meno... -

- Vuoi... - disse l' altro con un sorriso diabolico.

- Può essere... -

- Stupendo... - gongolò l' altro tornando a sedersi.

- Bene... -

- Qui possiamo parlare... - la voce di Evan si diffuse nella sala - Io spero. -

- Si... - mormorò Galatea.

- Io... non so da dove iniziare... vorresti davvero... vedermi con questi indosso? -

- Si... credo sia la tua misura... -

- Ma lo vuoi... davvero? -

- Non dovrei? -

- Non ho detto questo. -

- Allora cosa? -

- Credo fosse il più penoso tentativo di approccio mai sperimentato... -

- Vuoi dire che i mutandini sono penosi... - sospirò Galatea.

- No no no no... - disse l' altro - è solo che... si deve essere più che amici per... -

- E allora? Io credevo che tu... -

- Si... - disse l' altro - credi bene... solo non sapevo che tu... anche tu... -

- Tu mi piaci Evan... -

- Ma io sono... -

Victor lanciò uno sguardo spaventato verso Severus.

Piton si preparò ad interrompere l'incantesimo... ma non ve ne fu bisogno: l'unica cosa che si udì fu un piccolo strano, leggero suono...

Galatea aveva premuto la bocca su quella di Evan.

- Io... io credo... se non ci stacchiamo... temo che salterò la fase degli slip... -

- E allora? - sussurrò lei.

Severus Piton sorrise, ed agitò la bacchetta, non era momento d'ascoltare...

- Che inaspettata cavalleria... - sussurrò Gwillion - o forse temi qualche... vendetta? -

- Mi metto dal suo punto di vista. -

L' altra sorrise, e non volle dir nulla.

 

Un giovane grassoccio camminava nervosamente per le vie di Londra. La strada era affollata, ma nessuno faceva caso a lui, nessuno poteva far caso a lui. E il ragazzo... aspettava... passandosi a tratti una mano tra i capelli già radi.

- Eccomi... - fece una voce un po' infastidita alle sue spalle.

- Sei venuto... Sirius. - disse l' altro, quasi sorpreso.

- Si sono venuto. Anche se... - Black scosse la testa - Mi chiedo perchè. Non ti meriti nulla, e lo sai. -

- Mi avete condannato... - fece il ragazzo con voce stridula - mi avete condannato per qualcosa che non ho compiuto... e che... -

- E che hai tentato di compiere! Ci hai traditi tutti comunque! -

- Tentato! Quando avrei tentato... - piagnucolò Minus.

- Oh, piantala! Dalla tua voce abbiamo sentito quanto disgustoso sei! -

- E' questo che pensi? - disse l' altro... e il suo tono si era fatto... cattivo.

- Sei un traditore... - sibilò Black - Ci venderesti tutti per un minimo tornaconto... -

L' altro non disse nulla, sorrise soltanto. Improvvisamente Sirius si accorse di non potersi più muovere.

- Minus... Minus... - sibilò, allarmato.

- Forse avevi ragione... sai? -

 

- E ancora una volta la tua argenteria sarà a rischio Severus... - commentò Gwillion osservando il gruppetto pronto a partire.

- Ti dico un segreto... la ho stregata! - ridacchiò Piton.

- In che senso? -

- A chi la ruba cadono i capelli... -

La giovane ridacchiò a sua volta:

- Peccato che Evan sia troppo... preso in questo momento per pensare a simili imprese. -

- Sai la verità? - sospirò Severus - Non credevo che lui potesse... innamorarsi a tal punto. -

- Sembra quasi... che la cosa ti dispiaccia. -

- Affatto. Sono solo... stupito! -

In  quel momento un mannaro affannato raggiunse i Serpeverde.

- Che guai ci sono stavolta? - borbottò Victor avvicinandosi - Perché solo un grosso guaio può spiegare la tua presenza da queste parti... -

- Minus... ha scritto un appello a Black... e quell' idiota ci è andato! - fece l' altro cercando di riprender fiato.

- Un appello a Black? - chiese Piton, allarmato.

- E quel che è peggio... -

- Cosa? -

- Moody... mi aveva appena detto... il sorcio è stato visto girare nei pressi della sede centrale degli Auror... -

- Dobbiamo andare... - sibilò Severus.

 

- Forse avevi ragione... - tornò a dire Minus - e forse... se non fosse stati così pronti a condannarmi non si sarebbe arrivati a... questo. -

E il giovane sfilò la bacchetta dalla tasca dell' altro con uno sguardo malevolo.

- Cosa... che vuoi fare?! -

- Procurarti una graziosa condanna... che permetterà a Crouch e ai suoi pari di mettere le mani sulle preziose informazioni racchiuse nella tua testolina... solo questo. -

- Sei... pazzo! - urlò Sirius.

- E' questo che pensi? - disse l' altro scrollando le spalle. E puntò la bacchetta sulla folla inerme.

- Fermo! Sono innocenti passanti... cosa c'entrano... -

- Se sarai gentile... magari vedrò di usare una formula che non dia loro una morte troppo dolorosa... amico. - disse il ragazzo con una smorfia crudele.

- Amico... - sibilò Sirius come se quella parola avesse uno spregevole significato.

- Siete stati voi a volere che io fossi questo... e ora lo sarò fino in fondo! -

Ma un sacco calò sulla testa di Peter... intrappolandolo.

- Non credo proprio Minus... - sussurrò Lestrange. E Rosier diede un calcio, non troppo lieve, al sorcio insaccato.

- Arriva la cavalleria... - fece Piton, ed assestò anche lui un calcio al viscido Minus.

- Cosa ci fate qui? - domandò Black.

- Il tuo amico Remus, più sensato di te, ci ha avvertiti... - disse Severus.

- A proposito di sensatezza... - disse Victor da dietro la maschera... - Io temo che gli Auror se non ci stanno già osservando saranno qui a momenti... -

- Filiamo via? - chiese Black.

- Filiamo! - ripetè Evan - Ma il sorcio... lo portiamo con noi o lo lasciamo al mittente? -

- Beh... - Piton sorrise - Potremmo decidere di usarlo poi... o fargli uno scherzo adesso. Dobbiamo pensare a cosa ci convenga di più. -

- Conviene fare in fretta... - tornò a dire Evan.

- Se lo portiamo con noi... - mormorò Victor - E' rapimento... e con gli occhi di Crouch puntati... -

- Bene... che resti qui... -

- Andiamo... - fece Rosier assestando un ultimo calcio al corpo steso a terra.

- Ehm... riprendi la tua bacchetta Sirius... - disse Lestrange inclinando il capo - Io credo non sia una buona idea lasciarla al sorcio. -

- Per nulla buona... - borbottò Black.

- Fermatevi, voi quattro! - tuonò una voce... gli Auror erano arrivati.

- Ohi... ohi... - disse Sirius - Avete una scusa pronta, voialtri? -

- Niente scuse... credo sia il momento di combattere. - sibilò Victor - E se tu non te la senti ti schiantiamo... -

- Aspettate... ripaghiamoli con la stessa moneta... noi i salvatori, Minus il mitomane... - sussurrò Severus.

- Ma loro non vorranno crederci... - obbiettò l' altro - Beh... magari con l' appoggio di un Grifondoro... ma facciamo sparire le maschere d' argento allora. -

- Eh, si... - sussurrò Severus.

- Cosa succede qui? - disse un Auror alto e dall' aspetto austero.

Ma i giovani tirarono un sospiro di sollievo vedendo chi era il suo compagno... Malocchio Moody!

- Abbiamo fermato uno scherzo di cattivo gusto... - disse Severus, calmo - Il tizio nel sacco voleva giocare un tiro al Ministero... -

- Veramente? - disse l' altro... cupo in volto.

- Diteci tutto, ragazzi! - ringhiò Moody - Non tralasciate nulla. -

Piton scosse la testa - Tutti sanno che Peter Minus è un po'... mitomane. E nutriva gelosia nei confronti di Black... -

- Continuate... -

- Voleva solo fare una bella strage! - esclamò Rosier - Trovava l' idea divertente! -

- E voleva far arrestare me! - disse Sirius - Era geloso del successo che io ho con le ragazze... lui così brutto... -

- Quasi pelato... - rincarò Evan con un sorriso.

- Insomma... abbiamo fermato uno stragista imbroglione... - disse Severus.

- Ben fatto! - fece Moody.

- E adesso levatevi di torno... - disse l' altro Auror, poi in tono più basso - prima che si facciano vivi i compari dello stragista... -

- Lo prendete voi? Tenetelo attentamente... è pericolosissimo... - disse Black.

- Ma certo, ragazzo! E' il nostro lavoro! -

- Andiamo? - disse Victor... con una certa urgenza.

- Si, si... allora... addio... - fece Piton con un cenno ai due Auror.

E si allontanarono senza voltarsi indietro.

- Portiamo via questa feccia... - diceva intanto Alastor al suo compare.

 

- Sei pronta Mariacarla? - mormorò Voldemort con voce dolce.

- Si, mio Signore... - sussurrò lei con voce altrettanto dolce.

- Stringiti a me, dunque. Siamo... attesi. -

- Si... -

E lui la strinse a sé, con quieta delicatezza.

L'altra adagiò la testa sul petto di lui, sospirando, felice.

Si ritrovarono in un' antro oscuro... dove solo il rumore di gocce d' acqua rompeva il silenzio.

- Dove siamo... -

- Nell' antro delle serpi... una regina ci attende... -

La donna si guardò intorno... chiedendosi cosa mai avrebbe visto.

- Lumos... - sussurrò l' altro, e una caverna di stalattiti rosso sangue comparve di fronte ai loro occhi. Serpenti striscianti si muovevano tra le rocce, creando uno strano sinuoso groviglio.

- Oh... che bello... - disse la giovane - Non ho mai visto nulla di simile, Signore... -

- Lieto che ti piaccia. - mormorò lui con un sorriso.

L'altra rispose solo con un sorriso.

- Devi... bere questo. - fece l' uomo porgendo all' altra un' ampolla color verde mare.

- Cosa contiene? -

- E' un semplice ritrovato che ti permetterà di comprendere la lingua dei serpenti. -

La giovane saltò al collo dell'uomo, felice.

- Almeno per qualche tempo... - disse lui in un sussurro.

- Anche per un istante è più di quanto osassi sperare... -

- Bevi, dunque... mia sposa promessa. -

E l'altra bevve...

E subito dopo la caverna si riempì per lei di voci, e di canti.

- Li sento... - sussurrò lei - Sento una vita che non avevo mai percepita così... ed è... stupendo... -

- Ti siamo grati di queste tue parole... - disse una voce cristallina alle sue spalle - fanciulla umana. -

L'altra si voltò...

Un grande serpente dagli occhi cerulei la fissava ondeggiando.

- Ho detto la verità. - disse dolcemente lei.

- Lo sappiamo. Questo non fa che aumentare la nostra gratitudine. -

La giovane sorrise soltanto.

- Avvicinati... - sussurrò il serpente.

- Si... - e Mac obbedì, senza esitare.

- Così questa è la sposa che hai scelto... - sussurrò il rettile avvolgendo l' altra nelle sue spire - Lord Voldemort. -

- Lo è. -

La giovane donna non poteva far altro che osservare, ascoltare...

- Sei degna, giovane fanciulla? Sei degna del popolo dei serpenti? -

- Posso solo dirti che amo il mio Signore. E che non conosco creature più meravigliose di voi... se io sia degna o meno, però, non posso giudicarlo. -

- Vorrei sentire... il parere di un mio fratello... se ciò non ti è disturbo. -

- Tuo fratello? -

- Il piccolo basilisco che porti al polso. -

- Sir Biss! - esclamò Mac.

E il grande serpente fissava l' altro con sguardo interrogativo.

- Si, sono io... - sibilò il serpentello.

- Puoi parlarci di questa giovane? -

- Mi ha salvato la vita... quando volevano schiacciarmi... - sibilò Biss.

E la regina serpente sorrise... per quanto poteva farlo un serpente.

- Oh, Biss... - fece Mac carezzando il piccolo rettile - Grazie... -

- Questa carezza... vale quanto le parole del tuo amico... - sussurrò il serpente - Lord Voldemort... -

L' uomo annuì, e si fece avanti.

Mac osservava il suo Signore con una luce negli occhi che non aveva mai avuto.

Con un sinuoso movimento il grande serpente avvolse anche l' uomo nel suo abbraccio, e Voldemort strinse la donna con delicata fermezza.

- Adesso siete uno... siete uno... - cantarono le fredde voci dei serpenti.

- Mio Signore... - sussurrò Mac.

- Mia Signora... - ripetè l' altro cercando le labbra di lei.

La giovane si abbandonò a quel bacio con tutta la sua passione.

- Ho un dono per voi... - sussurrò il serpente scivolando da canto.

- Un dono, regina? - domandò Voldemort.

- Una delle mie figlie. -

- E ci fai un dono così prezioso... -

Un giovane serpente verde strisciò fino a loro.

- E' molto bella... - sussurrò Voldemort - Il nome... ha un nome? -

- Non nella vostra lingua. -

- Come la chiameremo, allora? - domandò Mac.

- Nagini ti sembra adeguato? A me... piace. -

- Nagini... se non erro è "Regina" in Sanscrito... -

- Non erri... -

Mac sorrise - Nagini... - sussurrò, osservando il serpente.

- Vogliamo... tornare? Oppure... c' è una torre che volevo mostrarti, tempo addietro. -

- Davvero? - sorrise l'altra.

- Davvero. -

 

- Tutto è bene quel che finisce bene... - sussurrò Victor guardandosi intorno - Ma adesso... -

- Adesso? - chiese Severus.

- Adesso... dobbiamo ricordare ai cari Grifondoro che l' aiuto della nostra genia... si paga. In un modo o nell' altro si paga. - terminò l' altro in un sogghigno.

- Oh... e che prezzo... che prezzo pagheranno? -

- Questo... dobbiamo deciderlo insieme. -

- Certo... ma io volevo ascoltare la tua proposta! - sorrise Piton.

- Galatea non ha visto il cervo renna... - sussurrò Evan.

- Eh, no, ci vuole fantasia! - sbottò Victor.

- Però il cervo renna... potrebbe comunque fare una comparsa... - disse Lucius, ridendo.

- Non capisco perché tutta questa storia - esclamò Lupin - se ci avete aiutato è solo per evitare delle grane a voi altri... -

- Ma il vostro amico poteva morire... o peggio... - sussurrò dolcemente Severus.

- Non è giusto! -

- Ma noi non siamo giusti... - mormorò Lestrange con un sorriso.

- Ma se Sirius si faceva male poi piangevate anche voi... - disse James Potter.

- Sì, per l' eccesso di risa... - esclamò Rosier.

- Cattivo... - si imbronciò James.

- L' ha capito? - esclamò l' altro fingendo di sgranar gli occhi - Vuol dire che davvero l' ha capito? -

- Perchè non dici a Sirius che gli vuoi bene... - piagnucolò Potter.

- Scusatemi... - disse Evan voltandosi verso i compagni - ma come posso rifiutarmi di acconsentire ad una simile richiesta... - e poi avvicinandosi a Black - lo sai il bene che ti voglio, non è vero? Ma tu, cattivo... non hai poi detto nulla sulla storia che ho tanto faticosamente composto... -

Black avrebbe voluto assestare un dritto sul muso di Evan - Piantala... - sibilò.

- Prenditela con James... è stato lui a darmi l' idea, Sirius caro. -

- Scommetto che l'idea rappresenta un tuo desiderio... -

- Sei disgustoso... - disse l' altro con una smorfia - Nella prossima storia che scrivo ti faccio finire direttamente con il mannaro. -

- Un altro tuo desiderio... si vede che ti piacciono i maschietti... - sibilò Sirius.

- Io sono fidanzato... tu invece più di qualche cagna non ti sei fatto! - strillò l' altro.

- Tu dici? - ghignò Black - Se dici questo... vuol dire che ti brucia la faccenda... -

- Io ti... ti... - fece Evan furente.

- Scusate... ma la punizione è ascoltare questo dialogo? - domandò Remus con una smorfia.

- Non vuoi sentire quando Evan dirà a Galatea che ama te, Remus? -

- Io sto cercando di non sentire da un bel pezzo, a dire il vero. -

- Povera Galatea... - sussurrò Black, fissando Evan, cattivo.

La ragazza, dal canto suo, era sul punto di piangere... e si avvicinò a Sirius... ma per assestargli un calcio tra le gambe.

- Ahia! - urlò il giovane.

- Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere... a tutto questo. - sussurrò Evan alla ragazza con volto contrito.

- Non importa... - rise lei - Basta che nessuno offenda il tuo nome! -

L' altro sorrise e la strinse, per poi, dopo un istante d' esitazione, baciarla.

- E noi? - fece Piton stringendo Gwillion - E noi? - e cercò la sua bocca, affamato.

- Proporrei di assolvere i Grifondoro... data la piega presa dalla scena... - sussurrò Victor voltandosi verso Andromaca - Anche perché l' iniziativa lanciata da Rosier mi piace molto... -

- Ci ritiriamo con piacere... - ghignò Black, tuttavia la sua voce era un tantino stridula.

I Serpeverde presenti non prestavano poi più molta attenzione a Sirius e ai suoi amici. Se non si erano già allontanati... alla ricerca di una maggiore intimità.

 

 

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