Capitolo V

Storia di Mariacarla e Gwillion

Censura: v.m.15

 

Victor carezzava lentamente i capelli d' Andromaca... e osservava distratto Evan Rosier... che continuava a pregare Lucius Malfoy di dirgli cosa ci fosse scritto sul foglietto misterioso.

- Smettila Evan! - sbottò Malfoy - Ci sono cose molto più importanti… le informazioni che Severus saprà darci… -

- Ma io voglio saperlo! -

Lucius scoccò uno sguardo quasi disgustato al ragazzo - Allora chiedilo a Piton, quando lo vedrai. -

- Credi che si asterrà forse dal farlo? - domandò Victor con un sorriso.

- Lo vedremo… -

- Possiamo vederlo sin d' ora... -

Severus e Gwillion erano comparsi sulla porta della sala comune.

- Piton! - esclamò Lucius balzando in piedi, e fissando con sguardo ansioso l'amico.

- Buongiorno… credo proprio che dobbiamo dirci molte cose… - esordì l'altro.

- Molte cose... - ripetè Victor... fissando incuriosito i due.

- Voglio sapere cosa c' era in quel foglietto! - strillò Evan

- Temo che il contenuto del foglietto… sia soltanto l'ultimo dei nostri pensieri… benché sia grazie a quello che… ho saputo molte cose. -

Gwillion sorrideva! Victor sgranò gli occhi, ma in fondo... non era poi così sorpreso. Andromaca l' aveva detto...

- Perché nessuno vuole dirmelo! -

- Vi devo dare delle notizie, cose che mi ha detto… la mia Gwillion. -

Malfoy sbarrò gli occhi, ma rimase zitto.

- Le congratulazioni ce le teniamo per dopo dunque... - mormorò Victor - per chi vorrà farle, ovviamente. Ma sputa il rospo, Severus. -

- Nel mondo del futuro… del futuro… da cui viene lei… - ed indicò la giovane - Noi siamo… un racconto per ragazzi. Ed in ogni caso… abbiamo… perso… -

- Stupendo! - sbottò Evan... dimenticandosi improvvisamente nel foglietto.

- Non è esatto. - disse l' altra scuotendo il capo - Nel libro perdevate... ma non esiste solo il libro. -

- Dobbiamo far fronte all'eventualità peggiore… - sussurrò il mago.

- Ciò che c' è di certo è una grossa sconfitta dell' oscuro all' undici anni dall' inizio del suo regno. - disse l' altra scrollando le spalle - Per il resto... la storia per ragazzi nemmeno arrivava alla fine. -

Poi Gwillion sospirò... lei non era... quello che stava dicendo... d' altronde non voleva che metà delle persone in quella stanza facessero una brutta fine. E poi... Mac... dove si era cacciata a proposito?

- E'… impossibile… - mormorò Lucius.

- No, non lo è. - ribattè Piton - Ma faremo in modo… che le cose vadano diversamente. -

- Posso sedermi? - domandò Gwillion - In fin dei conti nemmeno a Severus ho detto quasi nulla... -

- Allora dillo a noi… - sibilò Malfoy, più pallido del solito.

- Calma Lucius… - mormorò l' altro, facendo spazio a Gwillion al suo fianco.

- Tutto sta nella famosa profezia della Cooman. Sembra che Silente avesse consigliato a Potter e famiglia il come si chiamava quel... Fidelius Custodius, non me lo ricordo... insomma per fare in modo che nessuno potesse trovarli. E loro hanno accettato, solo che invece di scegliere il preside per custode, nonostante lui si fosse offerto... hanno preferito uno dei loro amici. -

- L'Incanto Fidelius… - mormorò Malfoy - Continua… cosa è successo? -

- E' successo che Black ebbe un' idea. -

- Strano pensare che Sirius pensi… - valutò Andromaca con un sorriso.

- Ufficialmente sarebbe stato lui il custode... e invece quello vero... doveva essere qualcuno di insospettabile. Ossia il sorcio. E non disse niente a nessuno... perché temeva che ci fosse un traditore tra le file dei loro. -

- Il sorcio… - Malfoy sgranò gli occhi.

- Minus. Che guarda caso dieci minuti dopo correva dall' Oscuro a raccontargli tutto. -

- Ma questo è ancora nulla… - sospirò Severus.

- Notte di Halloween anno non precisato. Potter crepa in un fiat... L' Oscuro sale per occuparsi anche del figlioletto, solo che la sposa dai capelli di fiamma si mette in mezzo... e con il suo amore fa rimbalzare la maledizione. Al bimbo resta solo una cicatrice... e dell' Oscuro nessuna traccia. -

Malfoy deglutì, e Piton si morse il labbro inferiore fissando Victor.

- Niente timori... poi risorge alla fine del quarto libro... e piuttosto incavolato con quelli che gli avevano voltato le spalle tra l' altro. - disse la ragazza con una smorfia sul viso.

- E noi… noi… cosa ci è successo? - chiese Piton.

- Devo mettermi a fare il corvo di malaugurio? -

- Voi… volete sapere? - domandò Piton agli altri.

- Io… non lo so. - ammise Malfoy.

- Deve dircelo invece! - esclamò Evan - Credete che Lui non vorrà saperlo? E quindi è meglio che sappiamo anche noi. -

Severus annuì.

- Da chi comincio... - disse l' altra in un filo di voce.

- Dimmi di me… - chiese Andromaca.

L' altra sorrise, incerta:

- Tu e Victor eravate stati rilasciati da Azkaban dopo un anno... e cercavate in ogni modo di ritrovare l' Oscuro... c' era anche Barthy quando vi hanno preso... e un altro che non conosco. Avevate... - la giovane deglutì - torturato fino alla follia un' Auror, Frank Paciock e sua moglie. Ma eravate ancora vivi quando lui risorge... e tutto lasciava pensare che la fedeltà sarebbe stata ricompensata. Per Barthy la cosa andò un po'... diversamente... -

 Andromaca cercò la mano di Victor - Azkaban… ma continua… -

- Su Barthy? Ma sì... lui non ce l' ha fatta a resistere a quel luogo... e la madre che stava morendo ha supplicato il marito di sostituirla con il figlio... il marito che poi non aveva esitato a processare il figlio. Così fu fatto. Per tredici anni il ragazzo è vissuto con un mantello dell' invisibilità indosso... poi l' Oscuro... debole e senza forze... in qualche modo ne venne a conoscenza... ma qui è un po' complicata la storia... bisognerebbe fare un passo indietro... -

- Aspetta… e gli altri? - chiese Lucius.

- Vuoi l' elenco dei sopravvissuti? D' altronde gli unici morti citati erano... Rosier e Wilkins... uno dei due non ricordo chi... si portava dietro un pezzo del naso di Alastor Moody. -

- Forte! - disse Evan sogghignando - Ma speriamo di non morire stavolta. -

- Eh, no! Non possiamo assolutamente morire! - ribattè Piton.

- Due volte lo stesso errore... - sibilò Victor - non è da noi. E allora... questa lista dei sopravvissuti vogliamo sentirla? O forse è meglio di no... -

- O forse è meglio di no… - Piton fissò Gwillion con occhi carichi d'apprensione.

- Già... - disse Evan tornando a sogghignare - qualcuno credendo di avere la salvezza assicurata... potrebbe diventare.. imprudente... -

- Meglio di no. - sospirò Severus - C'è qualcosa che credi di doverci dire, ancora? -

- Al momento... non saprei. Se fate delle domande... - la giovane socchiuse le palpebre, e i suoi occhi si erano fatti impercettibilmente più cupi - sono piuttosto stanca d' altronde. E voi... avrete da discutere. -

- Forse… non è il caso di discutere subito… - mormorò Malfoy.

La giovane non disse nulla...  si morse un labbro, chiaramente a disagio.

- Cosa c'è? - domandò Lucius.

- Sono stanca... l' ho appena detto. - disse l' altra, arrossendo.

- Capisco… io tuttavia non desidero discutere adesso… e voialtri? -

- Certo la tentazione è forte... - disse Victor - ma se non discuteremo... rifletteremo. -

- Io… non so se… credo che andrò a riposare un po'… - disse Severus scotendo il capo.

Gwillion si guardò intorno come... indecisa... poteva andare o no? Nessuno che si degnasse di dirglielo!

- Vai a dormire un po' anche tu… - le sussurrò Piton.

- Grazie... - disse l' altra, e si affrettò a raggiungere la sua camera.

- Beh, buonanotte, anzi buon giorno a tutti... - disse Victor alzandosi.

 

- E' giunto un nuovo giorno... - sussurrò Voldemort baciando l' altra sulla fronte.

- Mai nulla m'è sembrato più vero. - sussurrò Mac.

- La verità era in quest' aurora... adesso con il sole torna la menzogna. -

- Non tradirò il tuo segreto, Signore. -

- Potrei ucciderti adesso... - disse l' altro afferrandola per i capelli - o peggio... -

L'altra sorrise, senza tradire dolore o paura - Fai pure, Voldemort. Ti permetto di uccidermi. -

- Non era questa la mia vera minaccia. - disse l' altro con un sorriso crudele - Potrei disprezzarti, scacciarti dalla mia presenza... non cercare più le tue labbra... il tuo candore... -

- Non soffrirei a lungo. -

L' uomo non disse nulla... si protese verso l' altra... baciandola dolcemente.

E la donna si abbandonò del tutto a quel bacio.

- Potrei costringerti a vivere... - sussurrò l' altro, malvagio - esistono molti modi... sai? -

- Potresti farlo. -

- E poi gettarti... ai miei servi. -

- Ti consideri così poco da dare ai tuoi tirapiedi qualcosa che hai avuto prima tu? -

- Non vedo perché un simile gesto dovrebbe implicare una valutazione della mia persona. - disse l' altro lasciandola andare.

- Il grande Voldemort dovrebbe avere qualcosa che nessun altro può avere. Dammi pure ai tuoi servi, così saprò che tu e loro avete lo stesso valore… potrei scoprirli superiori a te, persino. - sorrise l'altra.

Il mago scoppiò a ridere. Poi carezzò il volto dell' altra, delicatamente.

- E' ora che torni nel dormitorio, Signore? O devo prepararmi a lasciare questa vita? O vado a cercare i tuoi servi per darmi a loro? - chiese l'altra in un soffio.

- Torna nel tuo dormitorio... - disse l' altro con una strana dolcezza - e c' è uno dei miei servi... che potrebbe averti. Lo conosci già in fondo... -

L'altra sorrise - A presto mio Signore… -

- Hai capito di chi parlavo, dunque. - disse il mago con un sorriso.

- Non sono poi così sciocca. -

- Potevi stare al gioco però, e fingere di non aver compreso. -

- Ci sono giochi che mi piacciono… ed altri che mi piacciono meno… -

- Non tutti i giochi debbono piacerti... - disse l' altro con sguardo cupo - Credevo avessi compreso anche questo. -

La donna sorrise - Lo ho capito, certo. Nel caso dovessi ribellarmi troppo a qualche gioco puoi togliermi di mezzo, Signore o punirmi. - disse, prendendo le mani dell'altro e baciandole.

- Non è ancora giunto il momento di punirti... - sussurrò l' altro - e adesso vai... presto ti chiamerò. Dovremo... parlare. -

- A presto… - fece l'altra lasciando la stanza.

 

Mac attraversò di corsa i corridoi, e raggiunse la camera che condivideva con Gwillion… aprì piano la porta, temendo che l'altra dormisse, ma… Gwillion era sul letto, in lacrime.

- Cosa… cosa è successo? - domandò la giovane, avvicinandosi.

- Sono... una traditrice... - sussurrò l' altra con un filo di voce.

- Oh, mio Dio! - sibilò l'altra - Cosa… cosa hai fatto? -

- Ho... parlato... -

- Con chi? Con Silente? - fece Mac scuotendo l'amica - Dimmi che non lo hai fatto! -

Gwillion scosse lentamente la testa.

- A chi allora? -

- Loro... -

- Loro chi? Per favore, Gwillion… dimmelo! -

- I giovani mangiamorte... - disse lei in un soffio.

- Oh… - Mac tirò un sospiro di sollievo - E che diavolo piangi a fare?! Da come ti lamentavi sembrava che… - la giovane scosse la testa - Beh, era ora di dirgli tutto! -

- Ma io... io non... tu ci credi... io... sono una traditrice. Punto. - E ficcò la testa sotto il cuscino.

Mac tirò via il cuscino - Ehi! Smettila! -

- Sono babbana... non mezzosangue, babbana sin nell' osso, con tutti i difetti della cultura babbana... e ho tradito i miei simili... senza nessun motivo apparente. -

- Ma non è detto… voglio dire… non tutto il genere umano è condannato all'estinzione… scommetto che i babbani staranno benissimo… -

- Uccisi per divertimento... caccia al babbano... - sibilò l' altra, e tornò a scoppiare il lacrime.

- Esagerata! - sbottò Mac - Tu non puoi saperlo! Preferisci che il tuo Sev faccia una brutta fine? -

- Proprio quello che sappiamo rischiano di condurlo... a una brutta fine. -

- NO! - urlò Mac, e poi si zittì, arrossendo.

- Ma non è questo il punto... stavo lì a parlare, tutta soddisfatta del mio ruolo d' oracolo... e quando mi sono resa conto... -

- Di cosa? -

- Di quello che stavo facendo... giocavo, come al solito... e... sono orribile... -

- No... non sei orribile... - fece Mariacarla in tono supplichevole - Non lo sei... -

- La fidanzata di un mangiamorte... e non oso nemmeno chiedere... -

- Cosa? Aspetta un attimo... fidanzata? Complimenti, ma prosegui... -

- Proseguire... perché insisti a cavarmi le parole di bocca quando voglio solo piangere... e come faccio ad andare da Severus e chiedergli cosa vuol dire per lui essere... mangiamorte. -

- Puoi chiederglielo in italiano, inglese, francese, greco o latino, come preferisci... non credi? - sospirò l'altra ragazza - E piangere... per carità! -

- Tu piuttosto... tutto bene? - disse l' altra asciugandosi gli occhi - Non hanno ancora cominciato a torchiarti, vero? -

- Torchiarmi? - borbottò l'altra - No... no, no. e tutto... bene. -

- Lo dici con un tono... o è solo un effetto collaterale della mia scenata? -

- Che... che tono? -

- Se non lo sai tu... ma lasciamo perdere... vuoi? -

- Certo, lasciamo perdere. -

 

- A cosa pensi, Andromaca? Non perché io non lo sappia, ma desideravo chiedertelo. -

- Azkaban... -

- Ma hai sentito... noi saremmo sopravvissuti... non avremmo tradito... -

- E' vero. Poteva essere diversamente, Victor? - sospirò la giovane.

- No, non poteva. -

- Ciò mi riempie d'orgoglio, ma... gli altri... -

- Gwillion... non voleva dir tutto. -

- E questo ci lascia... immaginare cosa... -

- Non lo so... insomma... il rischio maggiore di Severus potrebbe essere cambiar bandiera... non farebbe mai nulla di... vile. Forse era un altro... che la intimidiva... -

- Malfoy... -

- Forse dovresti vedere... di parlarle tu. Lontano dalle orecchie di Lucius... e da quelle di Narcissa, ovviamente. E' importante... sapere. E c' è di più... -

- Cosa? -

- Tu sai cosa penso delle nostre due ospiti. E sai cosa pensa Lucius... dovremmo assicurarci che la differenza sia chiara... anche per loro. -

- Cosa vuoi esattamente? -

- Non è palese? Io, tu, Barthy e un altro che non conosco... non è un po' poco... non è troppo poco? Posso perdonare... ciò che grava sul capo di Severus... ma non la vigliaccheria, non quella. E poi... non vogliamo che succeda qualcosa di male a quelle ragazze, non è vero? -

Andromaca si limitò a sorridere.

 

Era ora di pranzo, Severus osservava Gwillion, tra una sorsata di succo di zucca ed una forchettata di pasticcio di carne... e sorrideva tra sè e sè, cercando di mettere a tacere la preoccupazione.

Gwillion osservava Severus... e non mangiava. I suoi pensieri... andavano a... dopo.

In quel momento una giovane dai lunghi capelli biondi fece l' entrata nella sala comune. Lunghi capelli lucenti e occhi verde intenso, slanciata... Gwillion sentì di odiarla a prima vista.

Severus seguì lo sguardo di Gwillion... ed intravide la giovane appena arrivata... inarcò un sopracciglio, quella era, era...

- Vogliamo porre il nostro saluto con un applauso alla nuova alunna? - disse Silente in quel momento - Blanche Du Bois, appena giunta da Beauxbatons. -

- Beauxbatons! - sibilò Mac - Chi è questa papera? -

- Sono davvero lieta di essere tra voi... - disse la giovane... ma scrutava i tavoli con chi crede di essere superiore al mondo.

- Ma la vedi, Gwill?! - tornò a dire Mac - E' un'oca! -

- Non offendere le oche. -

Portarono il cappello parlante.

- Chissà dove... va a finire... -

- Incrociamo le dita... -

- Serpeverde! -

E Gwillion avrebbe voluto un piatto di zuppa davanti in cui affondare il capo.

- Oh, NO! - Mac avrebbe voluto mordere il suo piatto, invece.

Blanche Du Bois... si stava dirigendo verso il tavolo di serpeverde con un sorriso tranquillo sul volto. E si sedette proprio accanto a Severus!

Piton la degnò di uno sguardo che avrebbe voluto essere amichevole - Benvenuta! -

- L' unica casa possibile... - disse l' altra con un vago sorriso.

- Mi fa piacere sentirlo, ma mi incuriosiscono le tue motivazioni. -

- Il potere... - disse l' altra con un sorriso sfavillante.

- Oh... - Piton sorrise più cautamente e cercò lo sguardo di Victor.

- Non è un' affermazione incauta? - disse il giovane inclinando il capo.

- Io non lo credo. - disse Blanche con un sorriso sprezzante - E posso sapere... i vostri nomi? -

- Severus Piton... - sibilò il ragazzo, sempre più disgustato dall'eccessiva sicurezza dell'altra.

- Victor Lestrange. -

- Non conosco i Lestrange. - disse l' altra con una vaga smorfia - Ma il nome dei Piton parla di una nobiltà antica... l' ancora e la stella... se non erro. -

- Non erri. - disse Severus, secco - Tuttavia un nome può molto meno d'un cervello, almeno tra persone dotate d'acume. -

- Se non sapessi che siamo al tavolo di Serpeverde... - rispose l' altra in un sibilo - mi sembrerebbe di stare a sentire uno di quei disgustosi babbanofili. -

- E perché... - fece Victor divertito - non possono esserci babbanofili a Serpeverde adesso? -

Ma Blanche si limitò a ignorarlo.

- D'altra parte, Blanche, la tua ultima affermazione sembra accomunare babbanofili e ingegno... - sorrise Severus - Ti consiglio di ampliare i tuoi orizzonti, comunque. -

- Ampliare gli orizzonti... questo è per gli indecisi. Io so cosa voglio, e intendo ottenerlo. -

- Buona fortuna, allora! E possiamo sapere cosa vuoi? Magari potremmo aiutarti... -

- Non è questo il luogo adatto a parlarne. - disse l' altra soltanto.

- Ciò presuppone che ci sia un altro luogo. La tranquillità della sala comune di Serpeverde, magari? -

- Ecco... - disse Blanche estraendo un medaglione d' argento. Un medaglione che rappresentava... il simbolo di Voldemort. Il teschio e il serpente.

Piton trattenne il fiato - Come fai... ad averlo? -

- Non è questo ciò che importa. Tutto quello che conta è che io voglio che Lui sappia che io sono qui. -

- Ma perché lo sappia devi rivolgerti a noi... - osservò Victor - e dunque cerca di essere un po' più gentile. -

- La mia gentilezza è per chi la merita. -

Gli occhi di Victor assunsero dietro il loro divertimento una sfumatura di minaccia, ma l' altra non sembrò farvi caso.

- Una come te potrebbe fare facilmente una brutta fine, Blanche. - osservò Severus - Perchè lo cerchi? -

Ma l' espressione dell' altra sembrava escludere una simile possibilità.

- Perchè cerchi Voldemort? - tornò a dire Severus.

- Lui è il potere. - disse Blanche sillabando ogni parola - E se desiderate altri dettagli... sapere come questo medaglione sia giunto nelle mie mani... chiedetelo pure al vostro signore. -

Piton fissò Victor - Potresti spiegarti meglio, cara? -

- No, se siete così ottusi da non capire. -

- Sta bene... - fece Severus - Abbiamo da dirci altro? Perchè parlare con te mi ha dato il mal di testa... -

- Anche avesse da dir altro... ciò per te non conta. - sussurrò Victor. Perché Gwillion era comparsa sulla soglia.

- Bene... - Severus si alzò e raggiunse la sua fidanzata - Possiamo parlare? -

- Certo... volevo parlarti. - disse lei in un sussurro.

- Possiamo andare in camera tua? -

- Io pensavo a una passeggiata nel parco... ma forse è meglio la mia camera. -

- Andiamo... -

- Cominci tu, allora? - fece poi la giovane chiudendo la porta dietro di sé.

- Sai qualcosa di una certa Blanche Du Bois? Nei tuoi libri... cosa se ne dice? -

- Zero, nulla, nada. D' altronde l' esistenza di Beauxbatons veniva alla luce solo nel quarto libro... e di quella tizia, niente. Il che potrebbe essere un buon segno... cioè, molto cattivo per lei. -

- Che vuoi dire? E' che... qualcosa di quella mi... mi preoccupa. -

- Che voglio dire? Solo che non sembra destinata a lasciar traccia. Ma dobbiamo proprio parlare... di quella? -

- Ha un medaglione con il simbolo di Voldemort... e sembra insinuare che sia stato proprio lui a darglielo... -

- Ti vanno un po' di ragionamenti disgustosamente contorti? -

- D'accordo... dimmi... -

- I libri della Rowling sono un' ottima fonte d' informazione. Ma non... l' unica. -

- Ah, no? E cos'altro... - domandò Piton perplesso.

- Io e Mac ci siamo conosciute così... scrivendo racconti ispirati a questo mondo. E... i nomi Victor e Andromaca li abbiamo tirati noi fuori dal capelli, e la Rowling non li userebbe mai, non fosse altro che per il fatto che ha un altro Viktor, con la k. -

- Cosa?! Cosa mi vuoi dire, Gwillion... -

- Che non ci sarebbe alcuno spazio in un racconto nostro... per una come quella. Nessuno. Le faremmo fare una fine orrida, molto orrida. -

Piton inarcò un sopracciglio - Chiederò a Lucius di informarsi... ma tu, tu cosa dovevi dirmi? -

- Io... - la giovane si imporporò - volevo... volevo che mi parlassi di te. -

- Di me? - Severus inclinò la testa sorridendo - Di me? -

Gwillion abbassò gli occhi:

- E'... è straziante credere di sapere tanto... e non sapere nulla invece, e poi... - si morse un labbro, incapace di continuare.

- Prosegui, ti prego... - fece Severus, accarezzandola.

- Si potrebbe dire che sono vittima... della propaganda del nemico, ecco. - fece l' altra, rabbrividendo.

- Ti spavento? -

- Non lo so... davvero io non lo so. Ho più paura di me, forse. Di non aver... paura. -

- E sarebbe così orribile non aver paura? - sussurrò il giovane con voce suadente.

- Non... non capisci? - fece l' altra chiudendo gli occhi.

- Oh, si... ma dovresti abbandonarti a me, e questo dovrebbe essere più forte del resto. - mormorò dolcemente Severus.

- E' ciò che io desidero, ma... -

- Ma? -

- Queste tue parole, vogliono dire che non ho modo di accettare ciò che pensi, ciò che credi, ciò per cui combatti, forse? -

- Io penso che potresti accettarlo... se ti accorgessi che non si tratta di un credo così malvagio. e che ha un motivo d'essere. -

- Era questo che ti chiedevo di spiegarmi. -

- Darti le mie motivazioni? Temo non sarebbe giusto... -

- Perché no? - fece l' altra sollevando le sopracciglia.

- Sarebbe facile convincerti... - disse dolcemente Piton - Devi scoprire tu tutti i perchè... -

- Non si tratta solo dei perché mi sembra... io... non so come stanno realmente le cose. E allora è facile immaginare... la dottrina è un conto, ma poi c' è anche... -

- Vuoi sapere quanta gente ho ucciso? -

Gwillion chiuse gli occhi, in un sussulto.

L'altro le passò con lentezza un dito sulle labbra - Non ho mai ucciso nessuno se non ve ne è stato reale motivo. Ma tutte le morti che ho causato non sono fonte di rimpianto. - disse poi - E non ti dirò altro. -

E la giovane non accennava a riaprire gli occhi.

- Fai in tempo a scappare. Se desideri... -

- Non voglio scappare... - disse la giovane, e quasi piangeva - non voglio scappare è questo il punto. Anche se questo volesse dire... -

- Allora smettila di preoccuparti... - fece l'altro stringendola tra le braccia - Smettila... -

- Anche se questo volesse dire che sono una traditrice. - terminò l' altra in un sussurro.

- Traditrice di chi? Devi pensare a me solo... -

Gwillion non disse nulla, ma si strinse al giovane con tutte le sue forze.

- Da brava... adesso stai calma... -

- Cosa pensi di me? - bisbiglio lei.

- Anche questo... devi scoprirlo tu. - sorrise il giovane.

- Non era un caso se ti ho fatto quella domanda... -

- Davvero? -

- Sì, perché quale che sia il modo in cui mi giudichi... io sono un frutto della società babbana. -

- Lo so. - fece l'altro, tranquillo.

- Eppure sembra quasi... che tu mi chieda di dimenticarlo. -

- Mi dispiace averti dato questa impressione. Non voglio che tu lo dimentichi, nè lo dimenticherò io. -

L' altra sorrise, e poggiò il suo capo sul petto del giovane mago.

- E' bello... essere tra le tue braccia. - sussurrò.

- E' bello tenerti tra le braccia. -

- Grazie di averlo detto. -

Il mago rispose solo con un bacio... un lungo e lento bacio.

- Io... - ma la giovane non voleva parlare, voleva solo sorridere.

- E' bello anche assaporare le tue labbra... - disse ancora l'altro, prima di tornare a stringerla ed a baciarla.

- Mi abbandono... a te. -

 

Lucius Malfoy era ancora una volta in attesa delle parole del suo Signore. Doveva sapere di Blanche Du Bois... delle cose che Severus gli aveva riferite...

- Non ha mentito. - ammise Loki in un sussurro.

- Sei stato tu, Signore, a darle il medaglione? -

- Suo padre una volta mi ha salvato la vita... o almeno credeva di averlo fatto... dato che non sapeva con chi aveva a che fare. Quando ho rivelato la mia identità... attendeva con una tale quiete di essere ucciso... che ho deciso di compensarlo invece. -

Lucius si accigliò - Non son certo di capire... -

- Non è nella tua natura capire un simile gesto, credo. - disse l' altro con un sorriso gentile.

- Ma cosa ha a che fare quella ragazzina con te? -

- Nulla, assolutamente nulla. Ha preso il ciondolo al padre... lui non glielo avrebbe mai dato di sua spontanea volontà. E adesso crede... sa lei cosa crede. Ma non importa. Perché come le colpe dei padri non posso ricadere sui figli, lo stesso vale per i meriti. -

- Quella ragazza sembra... estremamente decisa ad incontrarti. -

- La strada per chi chiede il nostro marchio la conosci. Se è in grado di superare le prove buon per lei. Altrimenti... soccomberà. -

- Certo, lo so. Eppure... ma non importa. Se è il Marchio che vuole... dovrà conquistarselo. -

 

- Io non la sopporto! - strepitò Narcissa.

- E chi la sopporta? - fece Mac - Tutte sembrano tanto ben disposte nei suoi confronti... ma chi la sopporta davvero? -

- Voglio tingermi i capelli... nero, fuxia, violetto... se quella è bionda... -

- Non esagerare, Narcissa... - disse Andromaca - I tuoi capelli sono molto diversi dai suoi... -

- Non abbastanza... e poi... l' avete visto come si struscia addosso a tutti? -

- Si... - sussurrò Mac - Anche addosso al tuo Lucius. -

Un soprammobile finì sulla parete.

- Certo è proprio insopportabile. - disse Gwillion cupa.

- Possiamo buttarla dalla Torre? - domandò Mac.

- C' è il rischio che sopravviva. - disse l' altra con un sogghigno.

 - Non se qualcuno l'aspetta di sotto per finirla! -

- Litigheremmo per quel privilegio. - obbiettò Narcissa.

- Ma no... siamo in quattro... una sulla torre... due con forchettoni alle finestre davanti alle quali passerà il corpo in caduta, ed una di sotto, no? -

- Io sono per la non violenza... - fece Gwillion - mi accontento delle uccisioni immaginarie. -

- Dirai lo stesso quando Blanche si struscerà su Severus? -

- Niente torri... però i forchettoni non sono male. -

- Nel caso... procuratene uno. -

- Oppure forcine, spilli... ciuffetti! -

- Quello che è... o le nude mani... -

- Non li conosco i ciuffetti... come arma di tortura... - disse Narcissa in tono riflessivo.

- Te ne spiegheremo il senso... - fece Mac - si tratta di scoiattoli... più o meno... -

- Colorati... con lunghe code colorate... e affamati del cuoio capelluto delle principesse bionde. - concluse Gwillion.

Narcissa si portò le mani ai capelli.

- I tuoi capelli sono al sicuro, credo. - sorrise Andromaca.

- Io teoricamente sarei pure principessina, sapete... è inevitabile che la frase mi faccia un certo effetto. -

- Principessina... - ripetè Mac - ma non sei Blanche! Sentite... secondo voi ci prova anche con i professori? -

- Solo se di sangue blu. - disse Narcissa - Schifa persino Annwyn... -

- Buon per lei... ma quali credete siano le sue mire? -

- Il potere... va ripetendo. - disse Narcissa in tono cupo - Io... io voglio che mi prestiate qualche ciuffetto! -

- Forse della strega si schifano. - commentò Gwillion.

In quel momento la porta del bagno si spalancò di colpo.

Blanche fissava le quattro con espressione disgustata.

- Ehilà... - fece Mac sollevando un sopracciglio.

- Divertitevi finchè potete. -

- E' arrivata la prima attrice... - sussurrò Gwillion.

- Certo noi facciamo carpe diem... - disse Mac - ma fallo pure tu, pupattola. -

- Ti pentirai delle tue parole, babbana... quando sarò al fianco dell' Oscuro, e dovrai chiamarmi Signora... per quel poco di vita che ti resterà, almeno. -

- Cosa? - sibilò Mac.

- Blanche Du Bois non si ripete. - disse l' altra in tono sussiegoso.

- Già è un miracolo che sia viva dopo la prima... - fece Gwillion - figuriamoci alla replica. -

- Zitta, tu! Il mio sangue è puro.... i Du Bois sono una famiglia nobilissima... mia sorella ha sposato un De La Cour, anzi, il De La Cour, e tu credi di poterti salvare... ho visto le tue sciocche mire... ma... -

Gwillion però non ascoltava gli insulti dell' altra.

- PURA?! - strillò Mac - Hai sentito, Gwill? De La Cour! -

Gwillion aveva sollevato le gonne, e stava correndo verso la sala comune dei serpeverde... ormai eletta a ritrovo dei giovani mangiamorte.

- Seguiamola! - disse Mac alle altre.

Severus, Victor e gli altri erano lì, a parlare oziosamente.

Gwillion fece per aprir bocca... ma solo una risata uscì dalle sue labbra.

- Cosa ti prende, Gwillion? - domandò Piton.

- La pura... non è affatto... non è nemmeno tutta umana... -

Piton inarcò un sopracciglio.

- Non c' è nulla su di lei nei libri... ma dalla bocca di sua nipote... sua madre è una Veela! -

- Una... Veela?! -

Victor scoppiò a ridere.

- Cagna... - sbottò Malfoy.

- Ecco perché quando mi passa accanto divento strano... - commentò Evan - Mi sento sollevato adesso... -

- E sapete, ragazzi... - disse Mac, acida - Vuole diventare... la Signora Oscura... -

- Sì, certo. - fece Evan - E se ci diventa tradi... no, no, scherzavo. La ammazzo soltanto. -

- Diventarci? - Mac sorrise, gelida - Ne dubito. -

- Era solo un modo di dire! - protestò l' altro.

Mac sorrise.

- Intanto deve prima diventare una mangiamorte... - fece Victor - e lungo il cammino... possono accadere tante cose... -

- Qual è la trafila? - domandò l'altra.

- Ci sono tre prove. - disse Victor - La prima... è l' abilità magica... tutti l' abbiamo superata qui dentro. A parte Barthy... -

- Fai un salto indietro... ad esempio... Blanche arriva qui e vuole candidarsi a fare la mangiamorte... a chi fa richiesta? Come si comincia? -

- Per lei è diverso... a causa di quello stupido medaglione. - borbottò Victor.

- E voi? Voi... Barthy come ha iniziato? -

- Si viene cooptati. Dagli anziani. E' così che funziona. Qualche volta uno delle altre case ci cerca... ma a Serpeverde... abbiamo l' occhio per comprendere chi è... avvicinabile in fondo. -

- Capisco... e Blanche? -

- Diglielo tu Lucius. -

- Blanche... dovrà semplicemente dare prova della sua abilità... -

- E se io... - chiese Mac - Chiedessi di essere esaminata per essere nei Mangiamorte? -

- La decisione finale... - sussurrò Victor - Non è mai nostra. -

- Qualcuno può inoltrare la mia candidatura? -

Piton fissò Malfoy, e questi assentì, riluttante: - A tuo rischio e pericolo. -

- Non credi sia... presto? - sussurrò Gwillion.

- Se mi dicono di no... sarà no. - rispose l'altra.

- Sappiamo... sai appena una manciata d' incantesimi in fondo. -

- Avete ragione. - disse seccamente l'altra e si voltò sui tacchi, allontanandosi.

- Mac! - gridò l' altra mordendosi un labbro.

Ma l'altra s'era già allontanata.

- Dannazione... - fece Gwillion correndole dietro, e l' afferrò per un braccio - Si può sapere che ti prende? -

- Nulla! - rispose l'altra tirando via il braccio - Tornatene da Severus, capisci solo lui ultimamente. Io vado a studiare. -

- Lo so che ti prende... era solo un modo di dire... e volevo chiederti scusa. - disse la giovane chinando il capo - E' solo... non mi piacerebbe perderti, lo capisci questo? -

- Me ne importa un bel nulla! Prima o poi tutti si perdono... -

- Avevo torto... io... - Gwillion chiuse gli occhi - Se continui così sappi che mi metterò a strisciare... come un coccodrillo! -

- Non c'è bisogno. Non c'è bisogno... ma io devo studiare... io sono troppo debole adesso. -

- Posso darti una mano? -

- Non adesso... devo farcela da sola. Non mi posso appoggiare a nessuno. -

- Non ti appoggi a me... Mac. Sarebbe vero il contrario piuttosto. E poi... -

- Cosa? Devo fare da sola, da sola... io non devo dipendere da nessuno... -

- Isolarti non ti rende forte... al contrario... lei non vuole l' aiuto di nessuno... lei crede di... -

- E' diverso per me. -

- Lo so... - fece l' altra con una smorfia - era solo un vano tentativo di psicologia inversa. -

Mac scosse la testa: - Sai troppo poco di me. -

- Scusa... -

- Cosa succede qui? - era la voce allegra di Loki, alle loro spalle.

- Nulla. Stavo andando a studiare, professore. -

- Il mio era solo un modo di dire. - fece l' altro improvvisamente serio - Perché ho sentito la discussione. -

- Capisco. -

- Se avete questa smania d' imparare... sono io la persona più adatta ad aiutarvi. E guarda caso ho il pomeriggio libero. - l' uomo lanciò una chiave a Gwillion - Ti dispiace andare nel mio studio, e prendere la mia borsa? -

Poi attese che l' altra si allontanasse.

- Mi spiace per questo indegno spettacolo, professore. - disse Mac.

- Vorrei solo conoscerne il motivo, se mi è concesso. - fece l' altro in un sussurro.

- Chiedo di sottopormi alle prove per diventare Mangiamorte. -

L' uomo non rispose, ma si chinò a baciare delicatamente il collo dell' altra.

- Vuol dire che la candidatura è accettata? -

- Vuol dire che mi occuperò personalmente di preparare la candidata. -

- Grazie, mio Signore. Ti prego... vuoi baciarmi prima che arrivino altri? -

- Voglio... - mormorò l' altro... e cercò le labbra di lei, con vorace lentezza.

- E' triste... sei davvero crudele... - disse l'altra infine, staccandosi dalla bocca dell'uomo.

- Conoscevi la mia crudeltà. - fece l' uomo con un sorriso.

- Non pensavo fossi crudele sino al punto di lasciare tanto tempo priva d'attenzione una giovane appena iniziata all'arte dell'amore... ma sta bene. Vorrà dire che mi starai temprando. -

Voldemort sorrise... fece un passo indietro... e fissò la donna con un sorriso.

- Io ritorno sempre, ricordalo. -

Proprio in quel momento Gwillion faceva ritorno.

La borsa che aveva in mano cadde a terra... rumorosamente.

- Cosa c'è? - chiese Mac.

- Nulla... - disse l' altra - assolutamente nulla. Allora queste lezioni... posso partecipare anche io oppure no? -

- Chiedilo al professore! -

- E' a te che lo chiedo invece. Non credo che per lui faccia differenza. - Eppure in qualche modo la giovane evitava lo sguardo di Loki.

- Perchè mai dovrebbe... spiacermi? - domandò Mac, atona.

- Se fino a poco fa cercavi di cacciarmi... - Gwillion si morse un labbro. Poi depose la borsa nelle braccia dell' altra. - Sta bene... tanto ho capito... -

E fece per allontanarsi.

- Fermati! Vieni anche tu alle lezioni. - disse l'altra placidamente - Per favore. -

- E perché? - disse l' altra scrollando le spalle - Non ne ho bisogno, in fondo. -

- Fa sempre bene. E stai mettendo tutte e due in imbarazzo, farai lezione anche tu, Gwillion. -

- Concordo. - disse Loki seccamente - Questi capricci... potrei capirli in delle ragazzine, non in una ventiduenne. -

Gwillion taceva.

- Andiamo? - disse poi con un timido sorriso.

- Andiamo... - sospirò Mac, e sorrise.

 

- Io ritorno sempre... - ripetè Voldemort chiudendo la porta dietro di loro.

- E' così... - sussurrò Mac.

- Pronunciavo questa frase nel libro per caso? - domandò poi l' uomo inclinando la testa.

- Non nel libro... -

- Dove allora? Ma sai... in fin dei conti non m' importa. -

- Meglio... il mistero. -

L' uomo scosse lentamente la testa in cenno di diniego.

- Cosa vuoi dire? -

- Il mistero per me ha valore... solo se posso sconfiggerlo, distruggerlo. Ma non cerco misteri... non ora. -

- Ciò priva la vita di fascino. Ci sono misteri belli da cullare, non da sconfiggere... ma, alla fine, che importa? -

- Non sono ancora riuscito... e serba i tuoi misteri finchè puoi... fino a quando ne avrai modo. - sussurrò il mago... poi lasciò scivolare le sue dita fremente, lungo la tunica della donna.

- Potrei morire con i miei misteri, non è detto che io li perda... - sussurrò l'altra, socchiudendo gli occhi al contatto con l'altro.

- Potresti... - ripetè il mago e sorrise. Poi cercò avidamente le labbra di lei, la sua bocca.

E la donna rispose a quel bacio con altrettanta foga, e passione, improvvisamente quasi violenta.

La veste di lei cadde a terra, mentre l' uomo si affrettava a liberarsi dei suoi abiti.

- Brucio... - sussurrò l'altra - Ardo... -

- E sono io il tuo fuoco? -

- Si... e non puoi spegnerti... -

- Non voglio... dovessi consumarti... -

- Non ti spegnerai, ne sarò consumata. - sussurrò ancora l'altra, tremando - Sono divorata dal tuo fuoco, mio padrone... -

- Io voglio che tu lo sia. -

L'altra cercò ancora le labbra del mago, fremente.

- Sei mia, sei venuta da me... -

- Sono tua... - ripetè la giovane donna in un soffio.

Si lasciarono cadere sul letto... mentre l' uomo divorava la pelle dell' altra... animato da una fame insaziabile.

- Non fermarti... - gridò la donna - Non fermarti mai... -

- Mai... - ripetè l' altro.... - Mai... - mentre penetrava in lei... per unire i loro due desideri.

 E la giovane si abbandonò completamente a quell'uomo, alla sua violenza, al suo desiderio, alla sua fame.

 

- Così presto sarà natale... - mormorò Gwillion osservando i rami secchi sopra la sua testa.

- E non sei contenta, Gwillion? -

- La scuola presto sarà deserta... -

- E' vero. - disse Severus - Tutti andranno via... -

- E io no. -

- No? -

- Casa mia è un tantino lontana. Mac... sai cosa deve fare Mac... io studierò, immagino. -

- I ragazzi ed io... - disse Severus - Andremo via... perchè... vieni con noi... -

- Io... ho come il sospetto che non sarebbe il mio posto. - disse l' altra scrollando le spalle.

- Pensavo che tu stessi bene con me... -

- Non ho detto che non volessi venire... - disse l' altra corrucciando lo sguardo - Forse... attendevo solo un invito... -

- Il mio era un invito. -

E la giovane sorrise.

- Dunque verrai! -

- Certo che vengo... ma dov' è che si va esattamente? -

- A casa mia! -

- Sì, sì, che vengo! -

Piton rise, rise di gusto, stringendo l'altra.

Ma in quel momento... un lupo con la faccia cupa venne verso di loro.

- Remus! - fece Piton, infastidito - Che diavolo vuoi? -

Il ragazzo si guardò intorno... come per controllare che non ci fosse nessuno. Poi si buttò ai piedi dell' altro.

- Ti prego! Abbiamo bisogno del tuo aiuto! -

- AIUTO?! Il mio aiuto! - sbottò Severus.

- Quella sgualdrina francese... - disse l' altro senza riaccennare ad alzarsi - Stamattina... all' alba... c' era la luna piena stanotte... -

- E... allora? -

- Ha cervizzato James! Non riesce più a ritrasformarsi... -

E Severus scoppiò in una risata irrefrenabile.

Anche Gwillion ridacchiava, eppure...

- Beh... Sirius ha staccato mezza gamba a quella... e se non mi fossi ritrasformato gli avrei dato una mano... - disse Lupin rialzandosi - e le abbiamo provate tutte... ma non riusciamo... -

- Che incantesimo ha usato? -

- Cervolus... ma... non era un incantesimo del tutto umano... -

- Da Veela! - sbottò Severus.

Un' imprecazione sfuggì dalle labbra di Remus.

- Ed io dovrei aiutarvi? -

- Tu sai... voi sapete... non abbiamo a chi rivolgerci. Sappiamo ovviamente... -

- Tutto ha un prezzo... - fece Severus con aria scaltra - Tutto... -

L' altro annuì cupamente.

- Ed i prezzi di un verme Serpeverde... sono alti... -

- Lo so... dannazione, lo so! -

Piton ghignò - Preparatevi a pagare... -

- Gli altri non c' entrano... è per colpa mia che i miei amici sono diventati animagus. E mia è stata l' idea di rivolgermi a te... -

- Attacco di eroismo... - fece Gwillion in un sussurro.

- Ma gli amici pagano in gruppo... o nulla... -

- Non posso prendere un impegno per gli altri. - disse l' altro scuotendo il capo.

- Allora io non posso far nulla. -

- Dimmi le tue condizioni... e le riferirò. O preferisci prenderti il piacere di informare di persona Sirius e gli altri? -

Piton sorrise - Devo decidere le mie condizioni... sarete avvertiti poi... -

- Sta bene. - disse l' altro. E si allontanò in silenzio.

 

Cap. VI

Il gruppo dei giovani mangiamorte era riunito in assemblea, e Barthy Crouch sembrava sprizzare felicità da tutti i pori.

- Sarà fantastico! - continuava a ripetere.

- Natale senza il babbo intendi? - fece Evans con una smorfia.

- Oh, tu non puoi capirlo! Proprio non puoi... -

- Lietissimo di non capire! - disse l' altro passando una mano sui capelli biondi del ragazzino.

- E' come se fosse... il mio primo vero natale! - rise il ragazzo.

- Mi fa piacere, Barthy. - sorrise Andromaca.

In quel momento la porta si spalancò, era Severus, con Gwillion al seguito.

- Annuncio grandioso! - strillò Severus, con tono compiaciuto.

- Silente è crepato! - tirò a indovinare Rosier.

- Un po' meno... - fece Piton con una smorfia.

- Riguarda i musicanti di Brema? - domandò Victor.

- Esatto! Uno di loro in particolare... ed una bravata di Miss Veela! -

- Che ha combinato stavolta? - disse l' altro incrociando le braccia.

Piton rise - Abbiamo un cervo perenne adesso... -

Lestrange cercò di dire qualcosa, ma le risate glielo impedirono. Evan poco dopo si stava rotolando sul pavimento.

- Ha usato un incantesimo Cervolus... - disse Piton - Non facilmente cancellabile... -

- Arriva la novella Circe... - annunciò Wilkins in quel momento.

- Circe! Non insultare Circe! Nè i porci paragonandoli a James! - sbottò Lucius.

- Che succede qui? - disse Blanche in tono tetro - Ho come la sensazione di essere appena stata offesa. -

- Dato che se si parla di te è solo per offenderti... - sibilò Gwillion, e l' altra le gettò un' occhiataccia.

- Sai abbiamo saputo della tua... "prodezza"... - disse Andromaca.

- Ho spezzato la profezia. - disse la maga in tono orgoglioso - Era ora che qualcuno provvedesse. -

- E' scema... - sbottò Evan - è completamente scema. -

- Davvero... ma non sai che facendo così... potresti aver peggiorato tutto, sciocca? - disse Piton, cupo.

- Siete solo invidiosi della mia idea. - disse l' altra sollevando il capo.

- Certo come no... come aspirante mangiamorte hai l'intuito di una seppia! - sospirò Andromaca.

- Sì, sì, certo... - fece Blanche con un sorrisetto.

- Forse qualcuno farebbe bene a spiegarglielo... - disse Gwillion scuotendo la testa.

Il giovane Barthy sospirò - Silente usava Potter come sua marionetta contro di noi... ed essendone a conoscenza ci era facile stabilire come molte delle azioni di James servissero ad un secondo fine. Ma adesso... se James va fuori gioco... siamo esposti ad ogni attacco! Brancoleremmo nel buio! -

Blanche storse il naso e si allontanò dalla sala.

- Invidiosi! -

Tornò a ripetere.

- E adesso... - mormorò Victor - finisci di raccontare la tua storia, Severus. Come sei venuto a conoscenza del mal fatto? -

- E' stato Remus... -

- E' venuto a strisciare? - domandò l' altro sollevando le sopracciglia.

- Già più o meno... voleva il mio aiuto, il nostro aiuto... -

- E tu che gli hai detto? - domandò Evan... rialzandosi solo allora da terra.

- Che l'aiuto di un verme Serpeverde costa molto caro... - ghignò Piton.

- Non troppo caro... - obbiettò Victor - sai... la politica della riconoscenza... -

Piton sorrise - Non siamo neanche infermiere di carità, però. -

- Ho forse detto questo? Solo... non vogliamo che il prezzo sia troppo altro... ed i musicanti si rivolgano a Silente... -

- Non lo faranno... noi li aiuteremo. -

 

In lontananza la dimora dei Piton sembrava un'antica rovina... per giunta neanche una casa, ma una cattedrale in rovina! E poi... attraverso un passaggio segreto all'interno dei ruderi, si accedeva al vero Piton Manor... adesso il gruppo dei Serpeverde, e dei Grifondoro che li avevano seguiti con il povero James cervizzato, si trovava davanti al grande portone istoriato dell'imponente edificio.

- Entriamo... - disse Severus.

- Entriamo... - ripetè Gwillion e gettò un' occhiata divertita verso Mac, molto divertita.

- E' bello come se lo avessi inventato io... - sussurrò l'altra, e sorrise di rimando, mentre facevano il loro ingresso nel salone d'ingresso del maniero.

- Come ci sistemiamo? - domandò Victor guardandosi intorno.

- Abbiamo stanze a sufficienza per ogni possibile opzione... - fece Severus - Voi... come volete sistemarvi? -

- Io e Narcissa staremo nella medesima stanza. - annunciò Lucius.

E l' altra arrossì appena.

- Pensiamo ai Grifondo... ai Grifonscemi intanto... - disse Evan - perché affliggerci più del necessario con la reciproca compagnia? -

- Oh, loro vanno nella stalla... con il cervo... -

Black strinse i denti.

- Perfetto! - applaudì Evan.

- Farete dormire anche Lily sulla paglia? - domandò Remus inclinando la testa. E con una mano tratteneva un James cervo piuttosto... ostile.

- Porteremo un letto nella stalla. -

- Grazie... - fece l' altro... ma più che un ringraziamento era un sibilo.

- Di nulla... - Piton schioccò un dito, e comparve un elfo domestico - Accompagnali alle stalle... - disse, indicando i Grifondoro.

- E adesso? - domandò Victor... ma fissava Andromaca in un modo alquanto eloquente.

Severus sorrise - La prima camera a destra salendo le scale è per voi due, Andromaca e Victor. La seconda è di Narcissa e Lucius. -

Malfoy assentì, avviandosi verso le scale, ma si fermò un istante accanto a Mac per sussurrarle all'orecchio che avrebbe avuto... un compagno per la notte.

- Adesso a chi tocca? - domandò Piton.

- Severus... potrei dormire in stanza da sola, per favore? - chiese Mac.

Piton si accigliò, ma fu solo per un attimo - Allora prendi la camera da letto che è nella torre ovest. -

- Noi scapoli restiamo insieme... - sussurrò Evan - così potremo parlar male di voi altri fortunati... -

Piton rise, e poi fissò Blanche - Anche tu prenderai camera... da sola... la tua stanza è al piano terra, alla fine di questo corridoio. -

Gwillion frattanto... dopo aver fatto alcuni elementari calcoli matematici... si stava chiedendo se fosse il caso o meno di diventare anche lei rosso fuoco come aveva fatto Narcissa.

E Piton puntò il suo sguardo proprio sulla ragazza - Tu... vorresti venire in camera con me? - chiese.

L' altra sussultò... per fortuna erano rimasti soli.

- Non... non ho niente da mettermi... - balbettò come un' idiota.

Piton rise - Dovrebbe essere... un problema? -

- Lasciamo perdere... - borbottò la giovane - E sì... va bene. -

L'altro sorrise soltanto.

- Sono una sciocca... non è vero? - mormorò Gwillion avvicinandosi, e carezzandogli il volto.

- No, perchè? -

E lei sorrise, e non disse nulla.

- Ma se tu... se tu non volessi... -

- Tu vuoi proprio... - la giovane adesso era effettivamente color rosso fuoco.

- Ecco... non necessariamente... - disse il giovane, arrossendo anche lui.

- Sì... ma io... - la giovane sorrise e si morse un labbro - Non è un no... solo... niente, niente... nulla che tu possa capire... -

Dove lo trovo un tubetto di crema depilatoria? Si chiedeva fra sé la giovane.

Piton alzò le spalle - Vuoi vedere la stanza? -

L' altra non disse nulla, si aggrappò ad braccio dell' altro.

- Portami ovunque tu vuoi. -

E Severus sorrise, prendendo a salire le scale, e dirigendosi verso la stanza da letto del padrone del castello, la più splendida.

Portami ovunque tu voglia... ripeteva l' altra fra sé, ed io ti seguirò.

 

La lunga tavolata era riccamente imbandita, e tutti i ragazzi avevano preso i loro posti con un allegro vociare.

- Erba per il cervo vero? - domandò Evan con un sorrisetto.

- Ha tutto il fieno che vuole... - disse Piton - Ma potremmo concedergli di mangiare quel che mangiamo anche noi... -

- Volevo mettere ad erba anche gli altri Grifi... -

- Non esageriamo... potrebbero attaccare la cucina di notte... -

- E noi li puniremmo, no? - tornò a dire il ragazzo.

- Beh... preferirei notti tranquille... - borbottò Severus.

- Tranquille? - sghignazzò l' altro... ma non potè continuare... Victor gli aveva rovesciato una scodella sul capo.

- Questi scapoli impertinenti... - disse scuotendo la testa.

- Non capisco bene... - fece Barthy scotendo la testa.

- O fingi di non capire? - domandò Lestrange gentilmente.

L'altro ragazzo sorrise.

In quel momento la fiamma del camino si accese di verde...

Piton inarcò un sopracciglio - Visitatori... - sussurrò.

- Forse sarebbe che i musicanti di Brema si levassero di torno... - sussurrò Victor a Severus - Specie se sono coloro che aspettiamo... -

Piton scoccò uno sguardo eloquente ai Grifondoro, e Black si alzò borbottando, e con i suoi amici trascinò via il cervo James.

Un giovane dai capelli e gli occhi neri e dal volto affilato uscì in quel momento dal camino, e un sorriso sardonico aleggiava sulle sue labbra sottili.

- Benvenuto... - disse Piton.

- Lieto di rivederti, Severus. Che caldo da queste parti... davvero un piacevole cambiamento. - disse l' altro scuotendosi la cenere di dosso - E non mi presenti a quelli che non conosco? O aspettiamo Igor? -

- Dolohov... vieni pure avanti... - fece Piton - Non è il caso di attendere Igor per le presentazioni. D'altra parte i nomi di molti di noi ti sono noti... -

- Certo, certo... è una bella rimpatriata, no? E avrei voluto portarti una bella babbana legata con un nastrino rosso... ma non ne ho trovata una che mi sembrasse adeguata... -

Piton fissò il bulgaro per un istante, i suoi occhi erano seri... per quanto l'ultima affermazione potesse essere intesa come scherzosa: ma non lo era.

Severus decise che ridere era il miglior modo per non indugiare su un argomento che poteva essere sgradevole... e rise.

E' stato già provveduto... Gwillion aveva quella risposta sulla punta delle labbra, ma alla fine evitò di pronunciarla. E sorrise, come rassicurata dalla risata dell' altro.

- Dunque... fatto buon viaggio, Antonin? -

- Sì, ottimo, direi... e Lui... è già arrivato? -

- No... -

- Peccato... e Karkaroff si è un' altra volta perso per strada... -

- Arriverà... arriveranno. -

- Intanto... le presentazioni. - fece l' altro con sguardo indagatore.

- Per iniziare... posso presentarti Gwillion? -

- Puoi... - disse il mago... mentre scrutava la ragazza - o forse la tua esitazione è qualcosa di più di una semplice formula di circostanza? -

- Affatto, Gwillion è la mia fidanzata. Non è esattamente come noi... ma sarebbe una lunga storia. -

- Spero ci sia tempo... - sussurrò Dolohov - a me piacciono le lunghe storie. -

- Ci sarà tempo. E lei è Mariacarla, viene da dove viene anche Gwillion ma è qui per superare le prove. -

- Allora... vedremo. - Dolohov continuava a guardarsi intorno - E perché quella bestia è qui... e senza alcun guinzaglio o museruola? -

- La nostra sgradita Veela... che aspira ad ascendere al rango di Signora oscura o suppergiù... -

- E non è ancora morta? - disse l' altro cupo.

- Come osi... - sibilò Blanche.

- Non parlare... - disse Antonin con un ghigno - Di quelle come te si va a caccia dalle mie parti... e conosco un paio di trucchetti... -

- Me ne vado... -

Strillò l' altra sdegnata.

- Come se non ci fossimo abituati... - sussurrò Gwillion stringendosi a Severus.

- Crede che sia un tormento privarci della sua compagnia... - disse Mac - Non capisce che ci fa un favore. -

Severus sospirò - Ed ora Antonin, ti presento Barthy Crouch jr. -

- Strano... strano... - sussurrò l' altro - E il ragazzino sa... sai ogni cosa? -

- Certo che si! - sbottò Barthy - Non sono certo come mio padre! -

- Fa piacere sentirlo dire... - fece Dolohov con un sorriso.

- Fa più piacere a me! - sorrise Crouch.

Ma in quel momento le fiamme del camino si illuminarono di verde ancora una volta...

- Igor! - disse Piton.

- Alfine giunge... - sussurrò Dolohov.

E l'altro bulgaro uscì dal camino, ed avanzò verso Piton e gli altri.

- Salve Severus... Antonin, sei già qui? -

Piton gli fece appena un cenno di saluto.

- Abbastanza da sentire le novità... novità riguardanti Veela... figli degeneri e fanciulle... qual è il termine ufficiale, per non usarne di sgradevoli? -

Igor sorrise - Suvvia... non facciamo torti al padrone di casa. Tutto bene, Severus? -

- Benissimo... -

- Torti... la tua idea di torno, Igor non sempre collima con la mia. - mormorò Antonin inclinando il capo.

- Già... - sorrise l'altro.

- Insomma... - fece Victor - non dovrebbe essere una festa di natale questa? -

- Se lo dici tu... - rispose Dolohov con un sorriso - dalle nostre parti c' è chi considera di cattivo gusto festeggiarlo... ma ho inteso il messaggio. L' ho inteso. -

- Allora sedetevi alla nostra tavola, e festeggiamo! -

 

La porta si era richiusa alle sue spalle. Gwillion si morse un labbro. Aveva paura... paura di mille piccole cose di non essere all' altezza che qualsiasi cosa succedesse quella notte cambiasse... ma erano piccole paure normali... quasi benvenute... per certi versi.

- Stanca? - domandò Severus, in tono placido.

- E' una domanda casuale... o ha un secondo fine? - domandò l' altra con un vago sorriso.

- Vorrei fossi a tuo agio. -

- Io... io ho paura di tutto, ancora non l' hai capito? - fece lei ridendo.

- Ma c'è da averne, poi? - fece Piton in tono serio.

L' altra scosse la testa.

- Forse non ce n' è... ma la paura non è razionale. -

- Dopotutto sono solo un ragazzo... Gwillion. Solo un ragazzo. -

- Cosa vorresti dire con questo... che rischio di essere accusata di corruzione di minore? - fece lei con una smorfia.

- No... affatto... - fece l'altro, avvicinandosi.

- Tu forse sei un ragazzo... ma sei sono tanto meno matura di te... gli anni non contano... -

- Non lo so... io adesso so solo una cosa... -

- Cosa... - mormorò lei... mentre si perdeva negli occhi neri dell' altro.

- Forse dovresti fuggire, io... io voglio torturarti, adesso... -

- Non farmi male... - sussurrò lei - non troppo. Perché non fuggirò. -

- Non sarà quel genere di male... - disse l'altro avvicinandosi ancora.

Gwillion non disse nulla. Solo fece un passo verso il mago. E continuava a fissarlo negli occhi.

Quasi incerte le mani del giovane scivolarono sulla tunica della giovane... prendendo a slacciarla.

- Non sai... - sussurrò l' altra, quasi sorpresa.

Severus serrò le mascelle... e sorrise, socchiudendo gli occhi - So quello che devo fare, e quello che voglio... - disse, liberandola dalla tunica.

- Non volevo mettere in dubbio... non... - la giovane si umettò le labbra, incerta.

Piton la osservò, silenzioso... e poi tornò ad avvicinarsi, carezzando quella pelle... percorrendola con la punta delle dita, e poi con la bocca, con la lingua. Con crescente desiderio, e trasporto... senza più ombra di incertezza.

Solo un gemito uscì dalle labbra della giovane. Poi si strinse all' altro, con tutte le sue forze.

Ma non era ancora tempo per il giovane di restare in quell'abbraccio, e se ne sciolse.

Ancora fremente la sua bocca scivolò sulla pelle dell'altra... ed il giovane si lasciò cadere in ginocchio, davanti a quello che stava diventando l'oggetto della sua adorazione. E con gli occhi chiusi, guidato dalla sola passione, le sue labbra si facevano ardite... sempre di più. Fino a quando il desiderio non fu quasi doloroso, ed allora afferrò l'altra, la fece cadere tra le sue braccia.

- Svestimi... - ingiunse.

E'... è come un sogno. Pensò la giovane mentre obbediva a quel dolce ordine. Lui, lui è... perfetto... e se io... ma non voleva pensare.

Quando fu libero dalla tunica scura il giovane uomo rabbrividì... quasi divorato dall'impellenza di avere, del tutto, quella donna... ma non ancora... voleva prolungare l'attesa, ancora per un po'... finchè avesse potuto. E la fece distendere, osservandola e sorrise. Sorrise mentre le sue pallide dita cercavano i capezzoli della fanciulla, tormentandoli con intensa dolcezza.

- Sono così sciocche le mie... paure. - sussurrò la giovane - Ma tu puoi... ucciderle. -

- Ucciderle... ma non solo quelle... - disse l'altro in un sussurro, e negli occhi gli baluginava un lampo luciferino, ed il suo tocco diventava più violento.

- Sono nelle tue mani. - disse lei... in un brivido.

- Le mie mani... - e quelle mani si mossero ancora sul corpo della giovane, percorrendolo, esplorandolo... sfrontate.

E poi Severus socchiuse gli occhi, non desiderando attendere ancora, e scivolò sulla sua fanciulla.

Un breve urlo salì sulle labbra della giovane, ma poi lei sorrise, e cercò le labbra dell' altro.

Piton trattenne un grido, entrando in lei...

- Mia... - disse, e la voce era quasi soffocata... ed una strana violenza sembrava pervaderlo, una violenza dolce.

- Tua... - rispose lei e poi... - ti voglio! -

Severus cercò la bocca di Gwillion, e poi il suo collo. Ed i movimenti del giovane mago divennero più violenti.

La giovane lasciò scivolare quasi titubante le dita lungo la schiena di lui, e urlava, e desiderava urlare.

L'altro la strinse con maggiore foga, affondando le unghie nella pallida pelle della giovane. E unì le sue grida a quelle di lei... mentre raggiungevano il piacere.

- Severus... - mormorò la giovane, desiderosa di pronunciare quel nome.

E lui la guardò... quasi sconvolto dall'intensità delle sensazione che aveva provato, e la strinse ancora, come spaventato.

- Non mi lasciare... - sussurrò lei - non mi lasciare mai... stringimi... stringimi sempre. -

- Lo farò... - disse Severus, e già la passione si tingeva di tenerezza, dolcezza... e cercò ancora le labbra della donna.

- Cosa sarei senza di te... - mormorò la giovane... mentre sentiva il cuore quasi scoppiarle d' amore.

- Non voglio pensarti senza me... non di un altro... non puoi essere più di un altro. - sussurrò il giovane - Sei la prima... ti prego... sii la sola... - disse in un sussurro.

- Io... - Gwillion si morse un labbro, e gli occhi le si riempirono di lacrime - io voglio solo te. Ma... oh, Severus... tu sei perfetto. Tutti i miei dubbi riguardano solo me... e ho paura... -

- Non averne... - disse dolcemente l'altro - Non averne... non avere dubbi. Sei perfetta, non essere diversa. -

- Ho paura di non essere alla tua altezza... di non riuscire, non sapere... -

- Non angustiarti... perchè pensarlo adesso? Adesso stai in silenzio tra le mie braccia... voglio sentire il tuo cuore... -

- Il mio cuore batte per te... ma io sono fatta per angustiarmi, almeno per poco. - sussurrò la giovane, poi tacque, e tornò lentamente a sorridere.

- Ti amo... - disse solo Piton, e chiuse gli occhi, felice.

 

Evan Rosier era intento in un' occupazione piuttosto particolare... cercava in tutti i modi di far ingozzare Victor e Lucius... dicendo che dovevano recuperare le forze... e continuamente guardava verso la porta... in attesa della sua terza vittima.

- Per l'amore degli dei! Smettila Rosier! - fece Malfoy, alquanto seccato.

- Non vogliamo certo che tu svenga durante qualche missione, non è vero? - disse l' altro con un sogghigno.

- Non c'è il rischio! -

- Ho portato la colazione ai Grifi... - disse Wilkins facendo il suo ingresso - per assicurarmi che non si facessero vedere... almeno fino a quando non avremo spiegato agli altri che devono tornare vivi a scuola... o almeno credo. -

- Potevano portargliela gli elfi... non dovresti abbassarti a tanto... - fece Malfoy, prendendo una sorsata di caffè - Ma Severus dov'è? Deve essersi divertito molto... -

- Mi sarei perso la scena... - disse l' altro sedendosi - La rossa che dormiva castamente abbracciata al cervo... ed il cane e il lupo che quasi picchiavano il sorcio per aver osato salire sul letto di lei. -

Lucius sbuffò, disgustato.

Evan rise... mentre cercava di imboccare uno scontroso Victor.

- Ecco perché Severus non viene... - borbottò Lestrange.

- Smettila Rosier... - fece Andromaca, sorridente - Victor non è così deboluccio da doversi rimettere in sesto... -

- Credi che non lo sappia? Ma mi toglierei tutto il divertimento... se fosse davvero debole... sarebbe tempo di cercare un sostituto, non credi? -

E Victor sbottò indignato.

Andromaca rise, divertita.

- Stai cercando il dolore, Rosier? Perché se è così basta dirlo. -

- Non cerco... non cerco... e se proprio vuoi passare alle vie di fatto... aspetta i regali... -

- I regali! Ma è presto! - disse Andromaca.

- Lo so... ma bisogna... creare... l' attesa... -

- E tu, Rosier? Tu hai preso regali per tutti? -

- Io e gli altri scapoli abbiamo deciso di mettere i nostri fondi in comune... e d' altronde non saprei proprio cosa regalare ad una gentile donzella... io mi sono occupato dei nostri baldi... virili... amici... -

- Tremo all'idea di aprire il tuo regalo, Evans... - disse Lucius con una smorfia.

- Suvvia... un mangiamorte non deve avere paura di nulla! -

L'altro ragazzo lo fissò torvo.

- Di sicuro Evan non ha paura di nulla... -

Disse Victor con un sorriso obliquo.

- Per sua sfortuna... - sorrise Lucius - Un giorno di questi dovrò pensarci io. -

 

Il sole filtrava dalle finestre del palazzo sotterraneo. Gwillion aveva appena terminato di spazzolarsi i lunghi capelli, e osservava dolcemente il suo uomo addormentato. Uomo... era un ragazzo... eppure...

Severus aprì gli occhi lentamente, ed incontrò lo sguardo dell'altra - Buongiorno... -

- Buon giorno. Non può non essere buono, con te accanto. -

- Davvero? -

- Davvero. Per me è così. - disse l' altra, con la massima serietà.

- E' un buon giorno anche per me, se ci sei tu. - sorrise lui.

- Davvero? - l' altra sospirò - Sì, non menti... purtroppo. -

- Purtroppo? -

- Ho paura... Severus... più sento la forza del tuo amore... e più ho paura. - mormorò l' altra venendogli accanto.

- Perchè non provi lo stesso? -

L' altra scosse lentamente la testa.

- Non è questo il motivo. -

- E allora... qual è? -

- Ho paura... di diventare un peso per te... di non essere alla tua altezza. Di non saperti seguire come meriti. -

- Perchè dici questo? - sussurrò il giovane, carezzando l'altra - Perchè? -

- Non parliamo mai di... di certe cose... ma io conosco la mia debolezza, la mia incoerenza... -

- Tutti noi abbiamo debolezze ed incoerenze, sai? E che io ne abbia... dovresti saperlo bene. -

- Ma lei mie debolezze potrebbero colpire anche te! Che sono in fondo... una pacifista pronta a dichiararsi ammiratrice del Principe di Machiavelli... -

Severus rise - L'ho messo in conto, non temere. -

L' altra chiuse gli occhi.

- Cosa sono per te... vedi... potrei facilmente interpretare il ruolo di prigioniera o di mascotte... per te non mi peserebbe farlo, al contrario... ma se chiedi di più... -

- Il ruolo di compagna non ti sta bene? -

- Non è quello che sta bene a me il punto... è quello che posso e non posso essere... e sono così debole... -

- Non lo sei. Se lo fossi non ti saresti cacciata in questo... pasticcio. - sorrise il giovane.

- Tu lo credi? - disse l' altra, scettica.

- Si, certo che lo credo. -

- Almeno uno di noi due deve crederlo, immagino. - fece Gwillion e scosse la testa - Ma in realtà non importa... solo, erano cose che andavano dette, lo capisci vero? -

- Si. Eppure... questa tua sfiducia mi lascia l'amaro in bocca... -

- Io ho fiducia in te! E' di me stessa che non mi fido. -

- Dovresti impegnarti, allora... impegnarti a fidarti... anche di te. -

- Io... io... sono così abituata a cullarmi nella mia incapacità... è un' ottima scusa per non esporsi, sai? -

- Le cose cambiano... non possono restare identiche per sempre. -

- A volte lo vorrei... ma... io cercherò... tu... aiutami, te ne prego. Se non è un peso troppo grande... -

- Non temere... ma adesso... è ora di scendere dagli altri, sai? -

- Io sono pronta... ma tu... non direi. Prima però... per quell' amaro di cui parlavi... -

Severus sorrise - Dammi un bacio... e passerà. -

- Era quello che avevo in mente. -

 

- Albero di natale... fatto. Io volevo metterci dei teschietti... ma mi è stato negato. Regali... ci sono tutti? - domandò Evan guardandosi intorno.

- Si... credo proprio di si! - disse Severus allegramente.

- Non manca nulla insomma... -

- Proprio nulla! - sorrise Andromaca.

- Pensare... pensare... - fece Evan - ci vorrebbe qualcosa di speciale! -

- Una ciliegina sulla torta, vuoi dire? - domandò Mac.

- Sì, sì, si... hai qualche idea perfida? Perché ci vorrebbe proprio... -

- Non lo so... a me piacerebbe avere Babbo Natale con le renne... ma non è una cosa perfida. -

- Dipende dalla renna... -

- Cosa vuoi dire? - domandò Mac, e poi sorrise - Cervi... renne... -

- Andiamo a prendere James... ci vorranno tanti campanellini... ed anche un bel naso rosso... -

- Ed i bastoncini di zucchero da appendergli tra le corna... e poi gli legheremo in sacco dei regali alla coda... -

- Alla coda no... deve portarlo come si deve... sulla slitta... - osservò Gwillion - Altrimenti rovescerebbe tutto per terra. -

Mac fissò l'altra storto - E va bene... slitta. -

- La slitta è più pensante del semplice sacco... - osservò l' altra candidamente.

Frattanto Evan faceva ritorno con il cervo... ed i preoccupati amici di quest' ultimo.

- Lo dobbiamo acconciare! - rise Mac, ignorando l'ultima osservazione dell'amica.

- Quest' infantilismo... è così diffuso? - domandava Dolohov a Lucius in quel momento.

- Non sempre... fortunatamente... - sibilò l'altro.

- Non sempre... certo non oserei mai contestare la vostra professionalità, eppure... il contrasto è... stridente. -

- Si vogliono soltanto divertire... una volta ogni tanto. D'altra parte li conosci... e sai che non sono degli incapaci. -

- E' quello che ho appena detto... mi sembra. -

- Già. - anche Malfoy si concesse un sorriso.

- E se facessimo fare ai Grifi un bel coretto di natale? - propose Evan mentre appendeva campanelli.

- Ma sono stonati! - sbottò Piton - Ed io non voglio rovinarmi la festa! -

- Musicanti di Brema stonati... - fece Victor scuotendo il capo - Che tristezza... -

Andromaca rise di gusto.

Gwillion frattanto guardava Mac... con espressione pensierosa.

L'altra ragazza stava sistemando altri campanelli tra le corna di James.

- Cosa c'è? - domandò Severus a Gwillion.

- Non lo so. E' questo il punto. -

- Cosa non sai? -

- Se ho sentito un tono aspro nella voce della mia migliore amica... o se me lo sono sognato. -

- Puoi sempre chiederglielo dopo. Adesso pensiamo a divertirci. -

L' altra scosse la testa.

- Non sai che una cosa simile per me è tragedia... ma se vuoi che dimentichi tutto... -

- Non dimenticarlo, solo rimanda a dopo... stiamo entrando nel vivo dei festeggiamenti! -

- Agli ordini! - disse Gwillion... con un entusiasmo forse un po' troppo repentino. Ma che non si sarebbe comunque potuto dire insincero.

- Ti confesso che anche io... ho una nota stonata, però... Karkaroff... -

- Cosa? - disse l' altra in un sibilo.

- Lo trovo naturalmente antipatico... -

- In effetti... - disse l' altra sollevando le sopracciglia.

- Ma non è il caso di pensarci adesso. - concluse il mago.

- Sei tu il padrone di casa no? Decidi tu i posti a tavola... quindi niente Karkaroff per stasera. -

- Già! Sarà seduto molto lontano da me... da noi! -

Gwillion rise... e abbracciò l' altro per un istante.

- Divertiamoci! - esclamò Severus.

 

La tavola era piena di ogni ben di Dio... ed i ragazzi sedevano allegramente, alla luce di diversi candelabri.

- Lupin ha gli occhi di fuori, non è vero? - sussurrò Victor diverto.

- Credo non abbia mai visto nulla del genere... - sorrise Andromaca.

- Poi Severus dovrà contare l' argenteria... - mormorò Rosier.

- E' sempre un danno avere plebei a tavola! - fece Lucius.

- Non confondiamo i plebei con gli straccioni... - disse Victor con un sorriso tirato.

- Oh, scusa... - sorrise Malfoy.

- Nelle tasche di Remus c' è davvero qualcosa, comunque ... - sussurrò Evan - lo so perché glielo ho messo io... -

- Rosier! - sibilò Severus.

- Che ho detto di male? - fece l' altro sobbalzando - Ah... ma poi si disinfetta tutto, no? -

L'altro scosse la testa, e sospirò... ma ridacchiava.

- E come punirai il mannaro... perché lo punisci vero... dopo tutta la fatica che ho fatto... -

- Ci penseremo dopo. Per adesso attendo di vedere i regali... -

- E' quasi mezzanotte, no? - fece Gwillion.

- Già... - sorrise il mago.

- Venga avanti la renna! - esclamò Rosier.

Perfino Malfoy rise alla vista di James decorato come una delle bestiole di Babbo Natale.

- I miei regali... - strillò Rosier - devo darli prima che tutti si distraggano - Ecco... uno due e tre... -

Erano erbe... delle semplici erbe. Eppure Victor divenne paonazzo nell'  osservarle.

Lucius Malfoy sbiancò più del solito - Rosier... sei pazzo?! -

- Le erbe servono sempre no? - fece l' altro con una scrollata di spalle.

- Ma queste... - Lucius alzò gli occhi al cielo.

- Beh... se sei ansioso di generare un erede puoi sempre non usarle insieme... ma in altre... meno compromettenti... misture. -

- Passiamo oltre... -

- Per le ragazze non ci ho pensato io al regalo vero e proprio... ma comunque dato che la befana è vicina... -

Tre calze rosse fecero la loro apparizione. Con i nomi dei fidanzati della fanciulle in verde agrifoglio.

- Grazie! - sorrise Andromaca, sorridendo a Narcissa e Gwillion che avevano ricevuto il medesimo regalo.

- Non è me che dovete ringraziare... - disse l' altro con un sorriso malizioso - Ma chi riempirà la calza... -

Lucius sospirò - Tu ce l'hai con le coppie... è invidia? -

- Certo che lo è! - ribattè l' altro sorridendo - C' erano forse dubbi al riguardo? -

Lucius fu tentato di picchiare l'altro... ma sarebbe stato un gesto plebeo, e si fermò.

- Volete i miei regali? - domandò il Malfoy.

- Non so come ci riesci... - sussurrò Victor - a fare suonare una domanda così innocua quasi come una minaccia... -

- Ho pensato di fare regali pressocchè uguali a tutti... sono nei pacchettini verdi, nel sacco. -

Andromaca aprì il suo: era una boccia di cristallo con all'interno uno slittino trainato da renne che girava in tondo, e piccoli cristalli lucenti che cadevano giù come neve.

- E' bellissimo. -

- E per me... per me che c' è? - fece Narcissa con gli occhi lucenti.

Lucius si trasse uno scatolino dalla tasca e lo porse all'altra. Dentro c'era una collana... una bellissima collana d'opali.

- E' splendida! E il mio regalo... - sussurrò la ragazza - lo indosso stanotte... -

Ma intanto Severus stava chiedendo se si volevano aprire i suoi regali.

- Sei tu il padrone di casa... potremmo mai opporci? - domandò Evan sorridente.

L'altro sorrise, dicendo ai ragazzi di prendere dal sacco i sacchettini dorati, dentro c'era per tutti un pupazzetto vestito con i colori di Serpeverde che sollevava una coppa... la coppa del Quidditch e cantava "stupidi Grifondoro, stupidi Grifondoro!".

- Ti somiglia sai? - esclamò Gwillion. E baciò il bambolotto.

- Ma per te c'è un altro regalo... -

- E io non ho nulla invece... sono povera in canna... non so disegnare o altro... -

Severus sorrise - Mi ricambierai stanotte, allora... - e infilò al dito della giovane un anello che portava incastonata un'ametista - E in camera... c'è anche una bella camicia da notte di pizzo per te... -

L' altra non disse nulla... ma il suo sorriso... era luminoso.

- A chi tocca far regali, adesso? - domandò Severus.

- Vediamo cos' è rimasto... - mormorò Evan avvicinandosi al sacco... e si ritrasse con un grido - C' è un pacco... un cofanetto che brucia. Qualcuno sa per chi è? -

- Non ne ho idea... - borbottò Piton.

- Allora bisogna provare a turno mi sa... -

- Provo io! - disse improvvisamente Mac, mordendosi un labbro... e prese il cofanetto.

- Decisamente è suo... - disse Gwillion inclinando il capo.

Dentro il cofano c' era una catena d' argento... ed una serpe verde che si intrecciava ad essa.

- E' bellissimo... - sussurrò Mac, e si guardò intorno... sospettava che non fosse stato uno dei suoi amici a farle quel dono, ma non ne era certa - Chi... chi è stato? -

Silenzio di tomba.

E Gwillion dal canto suo sgranò gli occhi.

Mac sorrise, baciando il suo regalo.

Severus osservò Gwillion per un istante e spalancò la bocca - Che ti prende... -

- Niente! Niente! - esclamò lei. Anche se per poco non era svenuta. Poi si alzò e corse ad abbracciare Mac - Buon natale! - e poi un po' più piano - Non vedo l' ora che la strega schiatti... -

- Beh... qualcuno dovrà farla schiattare... prima o poi... - fece Mac - Buon Natale! -

- Ma è il modo che conta! - sibilò l' altra - E sono felice per te... e starò zitta, non temere... -

- Zitta... - l'altra socchiuse gli occhi, e sorrise.

Ma nessuno faceva caso a loro due... forse perché Evan in quel momento punzecchiava Remus con un forchettone appuntito.

- Guarda... sono così contenti... si saranno fatti canne di obscurum?! -

- Si proprio! - disse l' altra ridacchiando.

Ma Victor passava lì accanto.

- Severus! -

- Cosa c'è Victor? -

- Spionaggio industriale... o è ancora una volta il libro? - aggiunse fissando le due ragazze.

- Ti riferisci all'obscurum? - domandò Mac, e sorrise.

- E'... è un nostro... -

- Tuo e di Severus, certo... - disse Gwillion mordendosi un labbro - beh... nel racconto l' idea di inserirlo l' ho avuta io. -

Piton sospirò - E le... canne? -

- Quella... - l' altra sospirò - glielo spieghi tu Mac? Era una battuta in fondo... -

- Ma... piuttosto... ve le fate?! - Mac socchiuse gli occhi.

 

 

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