Capitolo VII

Storia di Mariacarla e Gwillion

 

- Canne di Obscurum... - ripetè Victor in tono meditativo.

- Allora ve le fate! -

- Non che io sappia... tu Severus hai mai... -

- Io no... direi di no... - borbottò l'altro.

- Canne... - fece Rosier avvicinandosi - ho sentito la parola... -

- E tu te le fai? - domandò Mac avidamente, ancora una volta.

- Ma se non so di che parlate! - disse l' altro mordendosi un labbro - Però l' argomento mi interessa... e molto. Cosa succede... Victor... Severus... ci avete tenuto nascosto qualcosa?!? -

- NO! - urlò il giovane Piton.

- Però... sarebbe... - Victor sorrise - uno studio... interessante... -

Severus sospirò - Vi prego... non roviniamoci la festa di Natale... -

- Rovinarla... al contrario! - esclamò Rosier.

- Ci manca soltanto che qualcuno ci trovi... in preda a canne di obscurum! -

- Specie considerato chi deve arrivare... - aggiunse Wilkins, appoggiato alla parete.

- Già... - sussurrò Severus - Ma immaginate, tra l'altro cosa direbbe Miss Blanche se ci vedessi impegnati a... fare certe cose! -

- Quella... la rinchiudiamo in qualche sotterraneo prima, no? - Rosier fece una smorfia - Ma presto o tardi... io non mi arrendo, capito... Sevy? -

- Oh, non chiamarmi così! -

- Perché... è un soprannome che ha tirato fuori la tua Gwill in fondo... -

- Ma a lei è concesso! - fece Severus, arrossendo.

- Era una licenza poetica... - esclamò l' altra, altrettanto rossa - dovuta a motivi di rima... e che mi cada la lingua se lo chiamerò mai così! -

- Ah... vorrei tanto conoscere la musichetta di quella canzone... - disse Evan con un sospiro.

- Davvero? Davvero la vuoi conoscere? - sorrise Mac.

- Non lo sapevi? Ma se sono mesi che mi sgolo per saperla!! -

- E' solo che a Natale siamo tutti più buoni... -

- Pago in soldi, compiti... prestazioni in natura... - disse l' altro con gli occhi rilucenti.

- Prestazioni in natura... meglio di no... vedremo poi come pagarmi... allora... -

- Non farlo! - strillò Piton.

- Saprò la canzoncina... saprò la canzoncina... - disse Evan in tono sognante - E ne avete fatte altre? -

- Oh... si. Ma... meglio non cantarle. -

- Meglio, meglio, meglio! - ripetè Gwillion e quasi tremava.

- Che c'è Gwill? - ghignò l'altra.

- L' incantevole... lasciamo perdere... - la giovane scosse la testa - Potremmo insegnargli quella su Minus... magari. -

- Già... l'uomo sorcio... -

- Però la situazione... non si verificherà mai... per fortuna! -

- Già... se tutto va come deve. - fece Mac accigliandosi.

- Perché non dovrebbe... - Gwillion inclinò il capo. - Come deve... - ripetè in un sospiro.

- Si, come deve. - disse ancora l'altra in un soffio.

 

- Io ce l' ho un regalo per te... - fece Gwillion sottovoce - Solo... temevo che... non volevo dartelo di fronte agli altri. E' solo una cosetta... -

- Cosa? - domandò il giovane Severus, sorridendo felice.

La giovane mise nelle mani dell' altro un quadernetto.

- Cosa è questo? -

- Apri... -

E il quaderno era vuoto... solo delle brevi frasi erano state scritte dalla giovane in fondo alle pagine.

Severus fissò l'altra, incuriosito.

- Leggi. -

Il mago obbedì, e poi fissò la giovane... come inebriato da ciò che aveva appena visto...

- Sono solo parole... sono brava con le parole... almeno per iscritto. -

- Nella notte dei tuoi occhi io mi perdo... e desidero perdermi... - lesse Severus - Davvero? -

- Credi che mentirei? -

- Temo solo... sia troppo... -

La giovane corrucciò la fronte.

- Figlio di Lilith... nessuno ha mai scritto per me in questo modo... -

- E tu hai mai guardato nessuno come guardi me? -

- No... - sussurrò l'altro - Te l'ho detto ieri... -

- Beh... esistono anche gli amori non corrisposti... - disse l' altra con un sorriso malizioso.

- Il tuo romanticismo è... -

- Finito tutto il quel quaderno temo... ed io ne sono rimasta priva. -

- E' un male... dovrai ritrovarlo... -

- Guardami... e lo vedrai rinascere. -

E Severus la fissò, la fissò con intensa dolcezza.

 

- Piaciuto il mio regalo? -

Mac si voltò di scatto - Sei qui... -

- Avevo detto che sarei venuto... -

- Lo so. -

- E tu mi aspettavi. -

- Io ti attendo sempre, mio Signore. - sospirò l'altra.

- Non hai risposto alla mia domanda iniziale, tuttavia. -

L'altra sorrise, mostrando il dono che indossava a Voldemort - L'ho baciato non appena è stato tra le mie mani... -

- Ed io attendo... un tuo bacio. -

La giovane donna si accostò al mago, per dargli il bacio che era stato richiesto.

- Perché sei venuta da me? - mormorò l' uomo.

- Perchè... vuoi saperlo? Non ti sembrerà sgradevole, assurdo? -

- Credi che io mi lasci intimorire da ciò che appare sgradevole... o assurdo? - disse l' altro con un mezzo sorriso sulla sua bocca di serpente.

- Ho solo una risposta, semplice... molto semplice. Io ti amo. -

- E io non credo nell' amore... e ne sei a conoscenza. -

- Lo so. -

- E' un ostacolo che credi di poter vincere, o lo accetti, o fa parte di ciò che... ami? -

- Fa parte di ciò che amo, e amandolo lo accetto, continuando a sperare... perchè la speranza fa parte dell'amore. -

- E ti sei mai chiesta... cosa c' è nella mia mente... quali sono i miei pensieri... nei tuoi confronti? - sussurrò l' altro facendo scivolare la mano lungo la vita della donna.

- No... non me lo sono mai domandata. - mormorò l'altra - Potrei chiedertelo, ma forse non mi risponderesti. -

- Anche i silenzi sono delle risposte a loro modo, non credi? -

- Sono risposte... che vogliono essere ambigue. Ma amo l'ambiguità. -

E il mago sorrise... cercando le labbra della donna.

- La tua bocca, Signore... - sussurrò, poi, l'altra - La tua bocca... - e scosse la testa, come se non avesse parole.

Voldemort tornò a baciarla, senza parlare.

Mac si strinse all'altro, e le sue mani cercarono la fibula che gli teneva fermo il mantello... l'aprirono, e il manto scivolò sul pavimento.

- Io credo che tu non ami le domande in realtà... - sussurrò l' altro spogliandola lentamente - Tu preferisci fidarti del tuo istinto... -

- Ed il mio istinto non si inganna... -

- Come puoi esserne certa... -

- Lo sono. E basta... non ci sono domande da farsi... -

- Le domande ci sono sempre... ma si possono rimandare. - disse l' uomo, e affondò la bocca nel seno di lei.

- Dopo... - sussurrò lei, socchiudendo gli occhi.

- Voglio assaggiare ancora... i tuoi... sogni... - mormorò il mago con voce suadente.

- Quelli ti appartengono... - rispose lei, baciando lentamente il collo dell'uomo.

- Fammi sentire la loro intossicante dolcezza... -

- La stai già sentendo... è dolce come il veleno di un serpente... e più pericolosa... - sorrise la donna, ma era un sorriso strano... pieno di desiderio... e spinse piano l'altro sul letto.

- Io mi nutro del veleno dei serpenti... -

- Il mio istinto mi dice che non hai mai provato questo... - e sollevate le labbra, scoprendo i denti come avrebbe fatto un vampiro o un serpente... li affondò nella carne dell'altro.

- Non da parte di una donna... - disse l' altro mentre le sue labbra assumevano una strana piega.

I morsi cedettero il posto a lenti sfregamenti delle labbra, e baci quasi adoranti depositati sul petto del mago.

Voldemort strinse l' altra a sè... con un sorriso venato di perfidia sulle sue labbra sottili.

- Cosa mi darai, adesso? - domandò l'altra con voce soffocata - Dolore... piacere... o entrambi? -

- Non hai compreso... che sono la medesima cosa? - mormorò l' uomo sprofondando le sue labbra nel collo di lei.

- Volevo solo... che me lo dicessi... - sussurrò lei, abbandonandosi tra le braccia del mago.

- Sei mia... mi appartieni... voglio bruciarti... -

- Sono tua... - gemette la donna, estasiata da quell'affermazione... dall'idea di essere totalmente dell'uomo che la stringeva.

Lord Voldemort sorrise ancora, mentre i loro corpi si univano... mentre guidava la giovane... sul suo corpo.

- Il mio dono di Natale... - ebbe appena la forza di dire l'altra, e sorrise.

- Non amo il Natale... ma posso accettare... un simile dono. - rispose l' altro in un sussurro.

- Devo ancora dartelo... - mormorò l'altra, iniziando a pronunciare le parole di un arcano incantesimo... e sorrise tra sè e sè pensando alle ore trascorse in biblioteca per studiare... e per cercare il suo regalo di Natale...

Voldemort rimase in silenzio, in attesa.

Lentamente, come fiocchi di neve presero a cadere su di loro gemme di luce... verdi gemme di luce cangiante... mentre tutto intorno ai due sembrava vibrare d'energia.

La donna proseguì recitando la formula incantata, senza smettere di dare piacere all'altro, e intorno la magia vibrava esaltando ogni sensazione... dolore e piacere.

E poi la donna tornò a lasciarsi andare tra le braccia del mago, con un grido. E rimase in silenzio, mentre gli ultimi sprazzi di luce sparivano... lasciando intorno al corpo del mago la protezione incantata, dono dell'altra.

- Una luce contro la luce... per combattere la magia bianca... per proteggermi... - sussurrò l' uomo baciando la fronte dell' altra.

- Non sarà magia di primo livello... non posso ancora fare di meglio... ma è la mia vita per proteggere la tua... -

- E' un dono che un altro avrebbe rifiutato... tu sai che io non lo farò. -

- Lo so. Ma che senso avrebbe fare un dono sapendo che sarebbe stato rifiutato? Dono qualcosa, sapendo che sarà accettata. -

- Potevi avere il dubbio... quantomeno. Ma no... tu mi conosci. -

- Si, credo di conoscerti. -

Lord Voldemort non disse nulla, e carezzò il volto dell' altra.

- Il Natale è venuto... e sta già passando... - mormorò Mac, e socchiuse gli occhi, respirando l'odore del mago.

- Molte cose passano... se mi permetti una simile banalità. -

- Molte. Non tutte. -

- Ho forse detto il contrario? - domandò l' altro con un sorriso.

- Era un modo di ricordarlo a me stessa, in verità. -

- Ti senti pronta... per la prova? - domandò poi Voldemort.

- Si. - rispose semplicemente l'altra - Anche se... dopotutto si tratterebbe di un inizio... -

- Molti inizi ti attendono... -

L'altra sorrise - E quante fini? -

- Le due cose coincidono... come gli estremi di un cerchio. -

- In tal caso, però, non si tratterebbe di veri inizi, nè di vere fini... -

- Tu lo credi? -

- Si. -

- Inizio e fine sono in noi... e si intrecciano... come il serpente che è simbolo dell' universo. -

L'altra si limitò a sorridere.

 

Voldemort ancora si faceva attendere. Solo una persona l' aveva visto, e non parlava.

- Però non è giusto... - sussurrò Gwillion a Mac, con una smorfia divertita.

- Cosa? - domandò l'altra, sollevando le sopracciglia.

- A te nessuno regalerà mai... un calzino! -

- Perchè non sono un elfo? - sorrise l'altra.

- Non quel genere di calzino... - disse l' amica ridacchiando.

- Oh... continuo a non capire, allora! -

- Non li hai visti i regali di Evan... eri troppo distratta nei tuoi pensieri... o fingi di non aver visto? -

Mac alzò le spalle, con un sorriso vago.

- Piuttosto, pensavo... - Gwillion divenne improvvisamente rossa in volto.

- Cosa? -

- Se tu lasci la camera durante la notte per quella tua indegna tresca con un professore di nostra conoscenza... -

- Vorresti portarti in camera Piton quando non ci sono?! -

La faccia della giovane era prossima a fumare mentre lei annuiva più volte, ripetutamente.

- Fai pure. - fece Mac, tranquillamente - Non capisco cosa ci sia di male. -

- Ecco bisognava che te lo dicessi... non vorrai tornare indietro e... -

- Beh... i tempi e le attenzioni del professore sono bizzarri, lo sai... se mi rimandasse indietro busserei prima di entrare. -

Gwillion rise:

- Questo esclude un' altra alternativa interessante... certo. -

- Sarebbe a dire? -

- Fare... le affittacamere. Con il nostro disperato bisogno di soldi... -

- Mio dio... - sussurrò Mac - Lasciamo perdere. -

- Non era un' idea seria... certo però... almeno una persona... è già a conoscenza della... situazione particolare se non erro. Chi sa se ci ha mai pensato... -

- Gwillion! La situazione è già complicata... io eviterei... -

- Non parlo sul serio, te l' ho detto! - fece l' altra scuotendo la testa.

- Per fortuna... - sussurrò l'altra scotendo la testa, vagamente malinconica.

Ed in quel momento Igor Karkaroff entrò nel salone, guardandosi intorno.

Le risa di Gwillion cessarono all' improvviso.

- Andiamo? - sussurrò all' amica.

- Perchè? - chiese l'altra, fissando Igor.

La giovane non disse nulla, scrollò solamente le spalle.

Intanto Igor si stava avvicinando.

- Di che stavamo parlando, Mac? - fece l' altra con lo sguardo fisso nel vuoto.

- Salve... - fece Karkaroff, fermandosi a due passi dalle ragazze.

- Salve. - disse Gwillion. In tono quasi inespressivo.

- Non credo siamo stati presentati per bene... quando sono arrivato. - il ragazzo le fissava, altezzoso.

- No in effetti. Io sono Gwillion, e lei è Mariacarla. Siamo di Serpeverde. Serve altro? -

- Non dimentichi qualcosa? -

- Cosa? - domandò Mac.

- Siete babbane. -

- Oh, si siamo appunto babbane... problemi? -

L'altro ghignò.

Gwillion sollevò gli occhi verso il cielo.

- Senti Karkaroff perchè non giri al largo? - sibilò Mac - Noi parlavamo di cose serie, sai? -

Il ragazzo fissò la giovane, furioso.

- Dubito che i babbani sappiano cosa siano le cose serie! -

- Serie secondi parametri dei mezzosangue se così preferisci... - sibilò Gwillion - ma il punto è sempre quello. -

- Io mi chiedo perchè due come voi sono qui... -

- E lo chiedi a noi? - fece l' altra fingendosi stupita - Ai nostri limitati cervelli? Con tutti i purosangue che girano qui intorno? -

- Forse perchè penso che dovreste andarvene di vostra spontanea volontà. -

- Ma sentilo questo vigliacco traditore e rinnegato di un Karkaroff! - sbottò Mac.

- Un merlo canterino e strisciante... - rincarò Gwillion con sguardo cupo.

- Che volete dire? - sibilò Igor - Vaneggiate? -

- No! Traditore, rana dalla bocca larga! - disse Mac puntando un dito contro l'altro.

- Basta... - fece l' altra ragazza scuotendo il capo - in fin dei conti... forse non accadrà mai. -

- Ma cosa? - urlò Karkaroff.

- Noi conosciamo un possibile futuro, non lo sapevi? - disse Gwillion scrollando le spalle - E' anche per questo... che siamo qui. -

- Voi siete due pazze... - sbottò l'altro.

- Ah, si, traditore? - fece Mac - Tienimi Gwill... oppure lo farò pentire... -

Non c' era bisogno in realtà di quell' avvertimento... Gwillion stava già trattenendo l' amica.

- Tu! Brutto voltagabbana... tu! Banderuola... tu! Fanfarone, vigliacco, cuor di piccione! -

- Calmati, Mac... -

- Tu... lasciami Gwill... io lo voglio affettare! Traditore di Voldemort! -

A quell'ultima affermazione Igor non ci vide più... e tirò fuori la bacchetta.

- Fermo! - era stato Dolohov a parlare, e puntava la sua bacchetta contro l' altro.

- Antonin! - fece Karkaroff - Stai ammattendo?! Sono stato insultato! -

- Sapevo quando ti sei allontanato alla ricerca delle mezzosangue che la scena sarebbe stata interessante. - disse l' altro in tono calmo - Solo non immaginavo quanto. -

- Non crederai a queste due?! -

- Io non credo nulla. Ma certe accuse sono troppo gravi... bisognerà... verificare. -

- E come vuoi farlo?! Andando nel futuro?! - domandò Igor ironico - Io dico che queste due sono da friggere... -

- Fermo dove sei! - sibilò Malfoy entrando.

- Vedremo chi sarà da far friggere... - disse Dolohov in una smorfia crudele - lo vedremo. Hai sentito o hai bisogno di un riassunto Lucius? E in effetti anche io vorrei... dei maggiori dettagli. -

- Ho sentito... e così... Karkaroff... traditore, eh? -

- Ma come, e quando... bisogna sapere di più... e chiamare anche gli altri. -

- Nel futuro... - sussurrò Mac, mentre Lucius si affacciava, richiamando i suoi compagni.

- Che succede? - domandò Evan, poi vide la bacchetta puntata contro Karkaroff e il suo volto si fece cupo.

- Mi accusano di tradimento! - sibilò il giovane.

- Le accuse delle nostre ospiti... - fece Victor - hanno la spiacevole abitudine di essere degne di fede, in genere. -

- Ma è assurdo! -

- Non è assurdo! - disse Mac - Karkaroff... ha l'animo di un vile! -

Gwillion frattanto taceva.

- Cosa avrebbe fatto nei vostri libri, insomma. - tornò a dire Lestrange.

- Ha accusato molti di voi... ai processi degli auror e solo per salvarsi! -

- Solo che tutti quelli che accusava purtroppo erano morti o già presi... - aggiunse Gwillion in un sussurro - con suo sommo dolore... -

- Sai Dolohov cosa diceva di te? Che nessuno s'era meritato più di te la morte... o era la reclusione ad Azkaban? -

- Era per la morte di Rosier, Mac... - corresse Gwillion quietamente - di Dolohov metteva in risalto le qualità di torturatore... -

- Beh, siamo lì... ma questa volta... sarà diverso! -

- Non ci sarà un Karkaroff nel futuro... ecco cosa cambierà... - disse Evan in un ghigno.

Severus era rimasto, livido, a fissare Igor, scivolando alle spalle di Gwillion - No... non ci sarà... - disse in un soffio.

La giovane sentì come una morsa allo stomaco.

- Chi si prende l' onore... - fece Victor.

- E' mio, sarà un discorso tra compatrioti... - disse Dolohov e i suoi occhi mandavano cupi bagliori - io, lui e una limetta per unghie. -

- Non dovreste aspettare Lord Voldemort? - disse improvvisamente Mac - Non sarebbe... ahem... meglio? -

- Lui non intendeva ucciderlo... - mormorò Gwillion - così sembrava... anche se era fuggito... mancando all' appello nel momento del suo ritorno... -

- Legatelo! - fece Severus - Poi ci penseremo... -

 

I mangiamorte erano riuniti attorno al loro Signore... e attendevano una sua parola. L' uomo scrutava i giovani con occhi di sangue.

- Abbiamo due giovani candidate... - sussurrò infine l' uomo - e un vile da giudicare. -

Severus Piton osservava la scena, quasi tenendo stretta Gwillion... benchè la giovane non avesse preso parte alle prove... chiedendosi quali giudizi avrebbe dato Voldemort.

- Venga avanti la prima candidata. - disse il Signore Oscuro.

Mac avanzò.

- Il responso della sua prova. - mormorò l' Oscuro facendo un cenno a Lucius Malfoy.

Anche Malfoy avanzò.

- La candidata ha saputo mostrare il suo coraggio? -

Malfoy sospirò - Si. -

- Ha saputo mostrare la sua prontezza? -

- Si, Signore. -

- Ha saputo mostrare la sua conoscenza? -

- Si... -

- Non credo ci siano dubbi sul verdetto. - disse il mago guardandosi intorno.

Mac trattenne il fiato.

- Avvicinati, Mariacarla. -

La giovane si avvicinò.

E l' altro la baciò... castamente... sulla fronte.

- Grazie mio Signore. - disse la giovane.

- Potete salutare la vostra... futura sorella. - disse l' uomo, e poi più piano - E' te stessa che devi ringraziare. -

Mac non osò sorridere, ma aveva il sorriso nel cuore.

Un applauso partì, da dove Rosier sedeva, presto imitato da molti.

- La tua amica ha cominciato bene... - sussurrò Severus a Gwillion.

- E' da lei credo... - disse l' altra in un filo di voce.

- Immagino rappresenti qualcosa di importante per lei... -

- Molto... ma tu forse capisci meglio di me. -

- Per ognuno è diverso. -

- Non era questo che intendevo... non esattamente. -

- E cosa? -

- Nulla che si possa spiegare in due parole... è più... una questione di sensazioni. -

- Oh, capisco... - e Piton sorrise, tornando a fissare Voldemort.

- Adesso abbiamo un' altra candidata... - disse il mago scoccando una strana occhiata verso una stizzita Blanche Du Bois - eppure... -

- Detesto l'idea che quella sia fra noi... - sibilò Severus a Gwillion.

- Ho sentito Severus! - disse Voldemort con un sogghigno.

Piton si morse la lingua, sgranando gli occhi.

- La prova di Blanche è stata semplicemente perfetta... - disse l' uomo - qualcuno di voi vuole forse negarlo? -

E la mezza Veela sorrise, orgogliosa.

Nessuno fiatò.

- Tuttavia questo potrebbe... non essere sufficiente. -

Persino Malfoy fissò, speranzoso, il Signore Oscuro.

- Non è per una semplice formalità che vi ho imposto di chiamarvi fra voi fratelli... e sorelle. -

Blanche era pallida, come un cencio.

Severus si umettò le labbra... sperando...

- In breve... se la presenza di costei dovesse ledere all' armonia del gruppo... non c' è coraggio, non c' è abilità, non c' è prontezza non c' è conoscenza che tenga. -

Gwillion strinse la mando dell' altro, e c' era un sorriso sin troppo evidente sul suo volto.

- E allora? - si domandò Andromaca a voce tanto bassa da essere inudibile.

- Vi sto chiedendo di votare, miei giovani discepoli. -

- Votare... come? - si domandò Lucius - Per alzata di mano? Chi la vuole qui? -

Ma la sala era più silenziosa di un deserto.

- Nessuno... - sussurrò Andromaca.

- Proporrei una breve controprova... - mormorò Victor con un sogghigno.

- Alzi le mani chi le è sfavorevole... - sussurrò Lucius... ed alzò la mano.

E le mani furono alzate... qualcuno sembrava incline a sollevare sia la destra che la sinistra a conti fatti.

- Ed ora? - si domandò Severus.

- Non cacciamo a calci la mezza Veela? - domandò Rosier.

Malfoy fissò Voldemort speranzoso... per l'ennesima volta.

Blanche dal canto suo si era già dileguata. E l' Oscuro si limitò a scrollare le spalle.

- La faccenda riguarda più il padrone di casa che me... adesso. -

Piton sogghignò.

- Prima però abbiamo cose più serie di cui occuparci... - disse Voldemort con un lampo degli occhi - Mi sembra. -

E Karkaroff... deglutì.

- I nomi. - disse Voldemort in un sussurro - Voglio i nomi... di coloro che ha tradito. Nel vostro ipotetico futuro. -

- Dolohov... Rosier, Travers... - sussurrò Mac - Rockwood, Mulciber... -

- Dimentichi nessuno? Devono essere tutti… -

Mac cercò lo sguardo di Gwillion.

- Wilkins... e... - la giovane non terminò... ma indicò con un cenno del capo Severus.

- E Piton... - sibilò Mac, fissando Karkaroff che taceva, pallido.

Lord Voldemort protese una mano verso l' altro. E mormorò strane formule arcane.

- Non ti punirò per qualcosa che non hai commesso. Ma se uno di loro morirà tu morrai, se uno di loro conoscerà il dolore dei dissennatori, tu lo proverai insieme a lui. Questa è la pena che ti spetta. -

Karkaroff quasi cadde a terra, orripilato. Poi fissò, di sottecchi, le due babbane... con odio.

- Non lo torturiamo neanche un po'? - disse Rosier in un sussurro.

Malfoy lo fissò storto... anche se...

- Puoi sempre intrattenere una relazione con qualche dissennatrice... - mormorò Dolohov - e Igor ne subirebbe gli effetti. -

- Meglio di no, Rosier... - sussurrò Severus - Meglio di no per te, dopotutto... c'è sempre tempo per torturarlo poi! -

- Ciò che conta per me è che sia vivo... e che possa servirmi... - disse Voldemort, con uno sguardo malevolo - Per il resto... -

- Per il resto... - Malfoy sghignazzò.

- Scusate... - intervenne Victor - ma non c' era una certa personcina da gettare fuori a calci? Se perdiamo troppo tempo a sollazzarci c' è il rischio che decida di andarsene con i suoi piedi... e una simile occasione non si ripresenterebbe! -

 

- Davvero sto assumendo il ruolo di mascotte... - disse Gwillion con un' espressione tra il serio ed il divertito.

- Davvero? - sorrise Piton - Io direi che sei di più... -

- E cosa diresti? -

- Non so... informatrice segreta, magari. -

- Quello che so io lo sa anche Mac. - disse la giovane con un scrollata di spalle.

- Per questo... io non lo sapevo? -

- Non sapevi... - la giovane si morse un labbro - intendi di Karkaroff? -

- Già... - disse cupamente Severus.

- Io... preferisco non pensare a quel futuro... non giudicare secondo storie che non avranno mai vita. -

- Era una cosa importante. -

- Vuoi che ti dica ogni cosa... - fece l' altra con una luce disperata negli occhi - dillo... perché credi che io taccia? -

- Tale è stata la mia caduta in disgrazia?! - sbottò l'altro.

- Tu forse la vedresti così. - disse la giovane in un sussurro.

- Perchè... tu come? - sibilò l'altro, socchiudendo gli occhi.

- Io... ecco... finchè è la convinzione a guidare un uomo... - la giovane si portò una mano al volto.

- Finisci questo tuo pensiero... -

- Severus... per me è così facile accettare quello che per te è un orribile tradimento... non lo capisci? Non voglio che tu cambi... eppure quando per primo ho poggiato gli occhi su di te... tra le pagine di un romanzo... -

- Hai provato... ammirazione per un traditore? - fece l'altro con occhi di fuoco - Io non lo sono! -

- Ho forse detto questo? - domandò la giovane quietamente.

- E' quello che sembri proclamare! -

La giovane chiuse gli occhi:

- Non sei un traditore. E quello che ho provato... quello che posso... pensare... -

- Cosa?! - strillò Severus afferrando l'altra per un polso - Vuoi essere chiara una sola volta nella tua vita?! -

- Da cosa credi che nascano tutti i miei dubbi... le mie paure... - gridò lei - parlate di torture come se nulla fosse... ma è facile accantonare le mie incertezze fino a quando non sei coinvolto in prima persona non è vero? -

- Io sono questo! - strillò ancora l'altro - Mi vuoi o no? -

- Non ti ho mai detto nulla... - mormorò la giovane in lacrime - non ti ho mai detto nulla... io volevo solo che tu non soffrissi inutilmente... io... -

- E non pensi che tacendo mi avresti fatto soffrire di più? Colpito alla schiena... tradito, si tradito... -

- Io te l' ho detto... è stata la prima cosa che ti ho detto... - gridò la giovane - ho elencato il destino di quattro di voi... pur non citando il loro nome... ed esclusi Rosier e Lestrange... credevo avessi capito... e che preferissi non parlare! -

- Ma certo! Ti sei sollevata la coscienza! -

- Io sono questo. - sibilò l' altra ripetendo le parole che lui aveva pronunciato. Ma non riuscì a pronunciare la domanda che lui le aveva rivolto.

- Non giocare con me! - la minacciò Severus - Non farlo mai! Io ti ho accettata! Sei tu che non accetti me, persa dietro mille se, mille ma... -

- Io... - la giovane cadde in ginocchio - fai di me ciò che vuoi, ma non cacciarmi. Ti prego. -

- Alzati! Io non voglio scenate! -

La giovane si alzò, con lo sguardo pieno di tristezza.

- Non era una scenata... - disse in un sussurro.

- Vorrei solo... ti prendessi le tue responsabilità... che la finissi con i dubbi... - sussurrò Severus, più dolcemente.

- C' è una parte della tua vita che mi è oscura... mi è stato negato di conoscerla... veramente. E come posso dunque dire di accettarla... senza che non ci sia almeno un pizzico di menzogna... o leggerezza nelle mie parole? -

- Ma tu ora mi conosci, sai quello che sono! -

- Accetto di te... tutto quello che mi hai mostrato. Di più non posso dirti. Sta a te giudicare... se è sufficiente o meno. -

- Vorrei fosse sufficiente. Ma devi essere tu ad impegnarti... lo capisci, lo capisci? Capisci che ti amo? Che non sopporterei... non puoi ingannarmi! -

- Proprio perché non voglio ingannarti... sono così cauta... - disse l' altra mordendosi un labbro.

- L'amore richiede altro. -

La giovane chinò il capo. Parole, pensieri le si aggrovigliavano nella mente, ma non riusciva a parlare.

- Ripensaci ora... mi vuoi? O no? -

- Io ti voglio. Ma non basta... può non bastare. L' hai appena detto. -

- Ti impegnerai... con il mio aiuto? Non mi tacerai nulla? -

L' altra scosse il capo.

- Allora... ricominciamo... - sussurrò Severus.

- Vuoi sapere... come è finito quel processo? - disse la giovane in un sussurro.

- Dimmelo... -

- Silente si alzava in piedi... e garantiva per te. -

- Anche per questo... avrò vendetta... -

- Siediti... ti racconto il resto. - fece l' altra quietamente.

Piton si sedette, in attesa.

- Tutto si svolge tra una quindicina d' anni come sai... tu insegnavi pozioni, ad Hogwarts. -

- Prosegui... -

- E capocasa. Il tuo ruolo all' inizio del libro sembra essenzialmente di odiare il figlio di Potter... cosa comprensibile per altro. -

Piton sorrise.

- Vieni descritto come una specie di mostro... pelle giallastra, naso adunco... tutto merito della Potter visione... - fece l' altra con un sogghigno.

- Ti piaceva un mostro? -

- Beh... si sapeva guardare oltre... e gli occhi... quelli nemmeno lui sapeva rovinarli. E la voce... certo parlava di denti storti... fai ahhh con la boccuccia... -

Piton la fissò storto.

- Scusa.... - disse l' altra inclinando il capo - comunque... torniamo alla storia. Nella scuola viene custodita la pietra filosofale... e chiari segni dicono che qualcuno sta cercando di rubarla. -

- Chi? -

- L' insegnante di arti oscure... posseduto dallo spirito di Voldemort. -

- Ma tu prosegui... vai al sodo, insomma! -

- Insomma tu... quel Severus gli va dietro per evitare che combini danni... a parte il fatto che la pietra è piuttosto ben protetta... poi verso la fine dell' anno Potter ha l' illuminazione... se Voldemort risorge mi fa la pelle... e decide di provare a fermarlo con i suoi amichetti... solo che ha sbagliato insegnante. -

- Se è un Potter... è un idiota... -

- Beh... sì... sebbene il cappello magico avesse detto che aveva cervello... inutilizzato probabilmente... e sai... - la giovane sorrise.

- Cosa? -

- Voleva metterlo a Serpeverde! -

- Oh, no! - strillò Severus, disgustato.

- Ringrazia Hagrid e il figlio di Lucius… odio a prima vista… ed il fanciullo sopravvissuto non ha fatto altro che dire come un idiota… non a Serpe… non a Serpe… -

- Un Malfoy fa sempre danno! - ridacchiò Severus.

- Compatiscilo... avere un Potter come rivale... destinato a vincere per linea di principio! -

- Ma ancora non mi racconti... -

- Diluisco la medicina... insomma... per qualche strano motivo Potter e i suoi amici hanno via libera fino alla botola e alle trappole dov' è custodita la pietra. I suoi amici lo aiutano a superare le prove organizzate dai vari insegnanti... e qui c' è qualcosa di strano. -

- Cosa? -

- Silente va a Londra... con una vecchia scopa... ma appena arrivato torna indietro. Degli altri insegnanti, neanche l' ombra. I ragazzini avevano persino avvertito la McGrannitt e quella dice loro di lasciar perdere. Tu... quel Piton... ora non so come chiamarlo... era stato l' ombra di Raptor e non si fa vedere... -

Piton scosse la testa - Follia! -

- Ancora più folle è la giustificazione di Silente... volevo darti una possibilità di sconfiggere Voldemort... specie se si considera che senza l' intervento del ragazzino Raptor sarebbe rimasto bloccato davanti allo specchio dei desideri. Solo chi voleva la pietra ma non usarla poteva prenderla... -

- Silente è sempre stato pazzo! -

- Oppure interpreta bene quel ruolo... -

- Già... -

- Insomma Raptor crepa a causa della maledizione... e lo spirito di Voldemort se ne fugge. -

- Posso confessarti una cosa? -

- E' grave? Mi metterò a piangere? Hai deciso di lasciarmi? -

- Mi sono annoiato! E voglio altro! - strillò Severus attirando a sè la giovane donna.

- E ti perdi il secondo insegnante di arti oscure? - disse l' altra con un risolino.

- Non lo rimpiangerò! -

- In effetti è meglio non saperlo... chi è stato preferito a te... -

- Mi vuoi tentare? Ma io ti bacio e tutto passa! - rise l'altro.

- Adesso sei tu a tentarmi... baciami, dunque... -

E Piton poggiò la sua bocca su quella dell'altra.

L' intreccio delle loro labbra rapiva la giovane... e lei non avrebbe mai voluto scioglierlo.

Lentamente Severus iniziò ad esplorare la bocca dell'altra con la sua lingua...

E giovane sentì un brivido attraversarle il corpo. Lasciò che le sue dita scivolassero lungo il volto e il collo dell' altro, leggere, esitanti.

Severus la strinse più forte, e insieme ricaddero sul letto.

- Ti amo, voglio ripeterlo sino a che avrò le forze... ti amo... - mormorò la giovane.

Lui sorrise, iniziando lentamente a svestirla... con calma... calma infinita ed ossessionante.

- Sono tua. Al di là di ogni dubbio, di ogni incertezza. -

- E sarai mia... sempre di più... - sussurrò lui.

- E' ciò che desidero... e tu devi solo prendermi. -

- E ti prenderò... lo sai che lo farò... e griderai... -

- Voglio gridare... voglio gridare per te. -

- Svestimi... -

- Sì, mio... Severus. -

E la giovane fece come lui aveva chiesto.

La bocca del mago percorse il corpo della giovane, affamata.

- Desidero divorarti, sai? - disse con voce soffocata, poi cercò i capezzoli dell'altra, mordicchiandoli lentamente.

- Potrei far nulla... anche se lo volessi? -

L'altro sorrise, prima di affondare i denti con maggiore decisione.

E lei urlò... forse anche più di quanto non le suggerisse il suo reale dolore.

La bocca di Severus riprese a scivolare sulla bianca pelle della donna... indugiando sulla tenera carne del ventre.

La giovane socchiuse gli occhi... incapace di parlare o pensare.

Piton si fermò un istante, e fissò l'altra con un sorriso...

Ma la ragazza non sorrideva... era troppo presa dalla contemplazione del suo nero sguardo per riuscire anche solo a sorridere.

E poi il mago tornò ad affondare la bocca nell'altra, socchiudendo gli occhi, trasportato dalla passione.

- Mio... Severus... - tornò a ripetere lei in un gemito... un gemito che era dolore, e piacere.

L'uomo tornò a baciare lentamente il corpo della giovane, cercando la sua bocca.

E la giovane ricambiò quel bacio come se nient' altro esistesse... come se nulla esistesse al mondo oltre alle labbra del ragazzo.

Lui socchiuse gli occhi prima di immergersi in lei, prima di prenderla... e pronunciò sommessamente il nome della giovane prima di cercare altri baci.

- Ti amo... lo sai che ti amo? - sussurrò la ragazza.

- Ti amo anche io... - mormorò l'altro, mentre iniziava a muoversi con lenta dolcezza in lei. E poi più deciso, con maggiore vigore...

- Mi ami... - ripetè l' altra, in tono sognante e poi tornò a cercare la sua bocca... con un sorriso incantato sulle sue labbra.

Piton avrebbe voluto dire altro, ma non poteva... e tacque, offrendo alla giovane solo il suo piacere.

Non era più tempo di parlare... e Gwillion si abbandonò completamente alla passione che li univa in quel momento.

E furono uniti davvero...

 

Capitolo VII

Storia di Mariacarla e Gwillion

 

- Strano... - mormorò Loki Annwyn sedendosi accanto alla sua giovane accompagnatrice - Non ho mai visto una partita quando ero un allievo... -

- No? Davvero? Avrei dovuto immaginarlo. -

- E in ogni caso preferisco sedere qui, sulle gradinate, che nel palco d' onore... accanto a quella fanatica di Minerva McGrannitt che urla come una forsennata. -

- Che urla per Grifondoro... sarebbe meglio dire. Gridasse per Serpeverde... - sorrise l'altra.

- Certo urlano anche qui... - disse l' uomo osservando i giovani poco più in basso - ma soprattutto ho una compagnia più gradevole. -

- Non è difficile avere compagnia migliore di Minerva McGrannitt. -

- Ne esistono anche di peggiori purtroppo... -

- Certo, Silente. -

- Chissà perché viene sempre quel nome in mente... -

- Forse perchè è l'ultima difesa... non trova, professore? -

- Mi vien voglia di risponderti con parole indegne di un professore, mia cara... allieva. -

- Sarebbe indegno di lei. - sorrise l'altra.

- E dunque... - l' uomo si interruppe... mentre il suo sguardo era attirato dallo svolgersi della partita... che si era fatto... inconsueto.

Anche Mac si voltò a fissare il campo di Quidditch...

- E' impressione mia... o il giovane Potter sta facendo di tutto... per sfuggire al boccino? - sibilò l' uomo.

- E'... è così! E'... bizzarro... sembra che il boccino lo insegua! -

- Ma... come è possibile? -

- Ecco... potrebbe essere... lo scotto del Cervolum! -

- Racconta, mia allieva... racconta... - disse l' altro divertito.

- Ecco... per liberare James Potter dal Cervolum... Severus s'era fatto promettere un compenso... -

- Un compenso... strano... ai miei occhi... -

In quel momento Lupin, nel ruolo di portiere... fischiettava cupamente, mentre una pluffa gli passava accanto.

- Strano? Severus è nella squadra di Serpeverde e vuol vincere la coppa... io trovo sia un compenso fantastico! -

- Io avrei pensato a qualcosa di più... impegnativo... ma forse... quel genere di promessa... non sarebbe stata poi mantenuta. -

- Già... -

In quel momento grida divertite e applausi dei Serpeverde li assordarono... Black aveva battuto un bolide contro un suo compagno.

- Però... ammetto che valeva la pena venire... - mormorò Voldemort.

- E' divertente! -

- Chi sa se Minerva si getta di sotto... -

- Sarebbe bello... - rise l'altra, mentre James si tuffava contro un palo.

- Molto bello... e quello che piange tra i Serpeverde non è Minus? -

- Lui... e Lily Evans si strappa i capelli... -

- Se li strapperà ancor di più quando gli altri Grifondoro metteranno le mani sul suo amato... -

- Mi fa quasi... pena... -

- Forse i tre scemi avranno il buon senso di non scendere più a terra... diciamo per un mese o due... -

- Ed il povero Silente che farebbe? -

- E' così accomodante il... povero... Silente... parlerebbe dello spirito sportivo di questi giovani che hanno permesso sportivamente la vittoria dei loro avversari... -

- Corri più forte James! Che quasi ti raggiunge! - gridò Gwillion in quel momento, in piedi sugli spalti.

Mac rise - Sembra che il boccino sia attratto da Potter! -

- Una teoria... affascinante... -

- Sarà magnetismo animale?! -

- Il boccino... non è un animale... -

- Ma Potter si. -

- Questo era sottinteso... mi sembra. -

Mac rise.

- La partita volge ormai al finire... e vogliamo andare? Il risultato è ormai scontato... e c' è qualcosa che desidero mostrarti. -

- D'accordo... -

 

Lord Voldemort aveva portato la giovane nel suo studio. E c' era uno specchio, coperto da un panno verde che lì attendeva.

- Cos'è questo? -

- Quest' oggi si terrà la terza prova... per alcuni dei miei discepoli. -

- Fortunati... - sussurrò la giovane.

- Vorresti anche tu... -

- Io... io vorrei... -

- Prima tocca agli altri... voglio che tu veda... in cosa consiste la prova... e non desidero rovinarti la sorpresa. -

- Grazie... Signore... -

In quel momento bussarono alla porta, era Barthy.

- Cosa desideri, giovanotto? - domandò Loki con il suo abituale sorriso.

In quel momento una folata di vento fece cadere il drappo verde... o forse non era vento.

- Dove posso trovare il libro... - lo sguardo del giovane cadde sullo specchio.

- Cosa vedi? - sussurrò l' uomo... con voce incantata... una voce a cui non si poteva non rispondere.

- Vedo... Lord Voldemort è il mio papà... mi accudisce... -

- Forse faresti meglio a dimenticare questa scena... almeno per qualche tempo... - disse l' uomo... con una strana dolcezza nella voce - Ed ecco il libro che cercavi. -

- Grazie professore! - fece Barthy, allontanandosi inconsapevole.

- Adesso sai a cosa serve lo specchio... - mormorò Voldemort.

- Cosa vediamo lì dentro? I nostri... desideri? -

- Il desiderio più grande. -

- Posso... posso... -

- Voglio che tu sia l' ultima... te l' ho detto... e poi devi nasconderti... dobbiamo nasconderci. Getterò un incantesimo sullo specchio, così vedremo entrambi... E nessuno vedrà noi. -

- Come desideri... -

Un rumore di passi per il corridoio... un Goyle dall' aria ebete entrava nella camera.

Quale poteva essere il desiderio di quello lì?! Mac voleva tanto saperlo...

- Dolci... - disse Voldemort affranto - Ecco perché ho atteso tanto per sottoporre alla prova... quei tre... -

- Quei... tre? -

- Lui, l' altro scemo e Malfoy... - disse Voldemort disgustato.

- Quando si specchierà Malfoy? -

- Presto... -

 

Lucius Malfoy gironzolava nei corridoi... per qualche motivo si trovò ad essere attirato verso lo studio li Loki...

Chissà se Loki era lì...

Entrò, e non c'era nessuno. Solo uno specchio... un grande specchio che non aveva mai visto, e si trovò a... fissarlo.

Strane ombre si muovevano sulla superficie riflettente... c'era un bosco, un bosco di notte...

Un grande simbolo brillava nel cielo... un marchio, un richiamo... una rosa nera avvolta da un serpente...

Sagome scure si radunavano intorno ad un uomo vestito di un ricco manto bardato d'oro. Le ombre si inginocchiarono... baciando l'orlo di quella veste...

- Lode a te... - disse uno - Lode a te Signore Lucius... -

- Una scena davvero... degna di nota. - disse una voce alle sue spalle.

Malfoy si girò di scatto...

- A detta di tutti la terza prova per diventare mangiamorte è prendere un coltello... e uccidere a sangue freddo. Ma si tratta di una menzogna. -

- Cosa... cosa... -

- La vera prova consiste... nel venir messi a confronto con i propri desideri più intimi e intensi... per chi fallisce... c' è il coltello, e una pietosa oblivion. -

- Ed io... -

- E tu. Cosa credi che farò... Lucius Malfoy? -

- Oblivion? Pugnale... - fece l'altro socchiudendo gli occhi - Eppure... tu hai sempre saputo che io... -

- Io lo so. Il punto è... sei in grado di accettare che il tacito segreto diventi... palese? -

- Cioè? -

- Sei un pericolo per me... o almeno hai l' ambizione di esserlo. Al momento mi sei utile, e molto. E lo sai. Al momento. - disse Voldemort... calcando l' ultima parola.

- Le cose cambiano... in ogni senso... padrone. - sorrise l'altro, calcando sull'ultima parola anche lui.

- Prima potevi... sperare che io ignorassi. Adesso... sai. Sei disposto a vivere... con questa consapevolezza? -

- Non lo so... -

- Devi scegliere... - disse l' altro con voce dolce - è questa la tua prova. -

- Temo di non poterci convivere... non coscientemente. -

- Eppure ti riuscirebbe più facile difenderti... sapendolo... quando le cose cambieranno. -

- Comunque sarò in guardia... -

- Dunque scegli l' inconsapevolezza... -

- Si. -

- E un innocente pagherà il tuo fallimento... prendi il pugnale, Lucius... e versa del sangue per il tuo signore. Quando l' avrai fatto... dimenticherai. -

- Ai tuoi ordini... -

- Vai... Lucius. -

 

- Adesso... resti solo tu, mia Mariacarla. -

- E mi domando... cosa vedrò... -

- Non ci resta che scoprirlo. -

E l'altra fissò la lucida superficie dello specchio... e sorrise.

- Vedo il mio volto... riflesso nei tuoi occhi. - sussurrò l' uomo.

- Tu... sei tu... -

- Ti ringrazio per questo dono... -

L'altra fece per rispondere, ma si zittì... poi sospirò.

- Quali pensieri nella tua mente? -

- Temo tu li conosca, Signore e Padrone. -

- Forse no, e forse desidero sentirli sulla tua bocca. -

- Pensavo che non mi pento. -

- Non devi pentirti... e adesso... -

- Cosa? -

- Tendi il braccio. -

L'altra sorrise - Il Marchio? - domandò, e protese il braccio come le era stato chiesto.

- Il mio Marchio... sulla tua pelle. -

E protese la mano.

La donna socchiuse gli occhi, in attesa.

E la magia dell' uomo si penetrò nella carne della giovane... sotto la sua pelle in un bagliore verdastro.

Mac schiuse le labbra, quasi desiderosa di gridare... un grido di soddisfazione... soddisfazione che annullava il dolore.

 

- Ahi, ahi... - Remus si teneva con la mano l' occhio pesto... o meglio quello che aveva più pesto dell' altro.

- Maledizione! - sbottò Black.

Da un angolo si sentiva il cinguettare di Lily... tutta intenta a medicare il suo James.

- Sono a pezzi... Remus... - disse ancora Sirius - E tutto per... -

- Abbiamo scelto noi di stare ai patti... inutile lamentarci adesso. -

- Ai patti! Ma io non pensavo di ridurmi così! Picchiato dai miei compagni! -

- Picchiati a sangue... - precisò l' altro stendendosi stancamente sul letto dell' infermeria.

- Sei malridotto, Lupin... - fece la familiare voce di Severus Piton.

- Non me ne ero accorto... - disse l' altro in una smorfia - Grazie per l' informazione, dunque. -

Severus sogghignò - Ma prego! -

- Solo tu e Lestrange... - disse l' altro socchiudendo gli occhi - Credevo sareste arrivati in massa a festeggiare... -

- Vorremmo fare... più che festeggiare, temo. -

- Non siete soddisfatti ancora... - bisbigliò Minus.

- Senti... lo addormentiamo il sorcio? - domandò Victor - Dati i suoi trascorsi futuri... -

- Ottima idea... 'notte Minus! -

- Adesso possiamo passare... alle cose serie. - disse Lestrange appoggiandosi alla porta dell' infermeria.

- Vuoi essere tu ad avere l'onore? - domandò Piton.

Black li fissava... perplesso.

- Direi di iniziare... da lontano. Ricordate... una certa notte di luna piena? -

Black strinse gli occhi.

- Certo che ricordate. Ma non avete notato, nulla di strano? -

Lupin fece per parlare, ma poi tornò a chiudere la bocca.

- Dovreste... sapete? - fece Severus con voce serafica - Dovreste... -

- Ma Remus ha capito... almeno una cosa l' ha capita... - sussurrò Lestrange - solo che non osa dirlo... -

- Cosa, Remus?! - fece Sirius.

- Severus sapeva già... quello che avrebbe trovato nella stamberga strillante. - disse l' altro in un sussurro.

Piton sorrise - Perchè, credi? -

- Questo non lo so! Non ho capito... quali segni tu abbia colto... e che importanza può avere adesso comunque? -

- Ha molta importanza... molta... -

- Le ragazze... - sussurrò Remus - sapevano degli animagus... e forse anche di me... -

- La discussione sta pigliando una piega sbagliata... - disse Victor con una smorfia - Perché Mac e Gwillion non c' entrano... non del tutto. -

- E allora? - fece Black.

- Qui si parla di... Albus Silente... - sussurrò l' altro.

Remus si portò le mani alla testa, e non disse nulla.

- Silente è gentile come se fosse mio nonno... - fece James Potter.

- Silente ha ipnotizzato Black perché mandasse Severus nell' albero! - sbottò Victor.

- E' una balla! - sibilò Sirius.

- E perché l' avrebbe fatto? - aggiunse Remus.

- Perchè i suoi deviati scopi sono più importanti della vostra e mia vita! - disse Piton.

- Non ci credo. - disse Lupin stringendo gli occhi - Lui non avrebbe mai... questo è qualcosa che... -

- E' la verità... - disse Severus, asciutto.

- Non è possibile. Non ci credo e... non intendo crederci! - Sirius era terreo.

- Effettivamente non pretendevamo tanto... - mormorò Victor.

- E' ovvio che a voi una simile storia sembri plausibile... - gridò Remus - è esattamente quello che il vostro idolo potrebbe fare! -

Severus sorrise - Credilo pure... -

- Noi adesso andiamo... - sussurrò Victor - il seme del dubbio è stato gettato... e forse saprà dare i suoi frutti nelle vostre menti di Grifondoro bacati... -

Sirius fissò l'altro con odio...

- Tira fuori quella sfera stregata che abbiamo preparato, Severus... non vogliamo che i nostri amici corrano a riferire la discussione... al loro adorato nonnino, non è vero? -

 

- Tu credi che io non ti accetti... forse è me che non accetto.

Sono contorta e quasi provo piacere nel tormentarmi, ma se le mie elucubrazioni mentali devono coinvolgere anche te... - Gwillion si fermò guardando il foglio che aveva davanti era sola, in un boschetto nei pressi di Hogwarts e andava componendo con aria perplessa una lettera che non avrebbe mai consegnato, e che in fondo scriveva soprattutto per se stessa, per riordinare le sue idee.

- Mi piace essere debole... non prendermi responsabilità... e proprio per questo ammiro la tua determinazione. C' è una parte di te che mi nascondi... ma se voglio conoscerla non è perché questo potrebbe cambiare il nostro rapporto, o perché abbia dei ripensamenti... se nutro dei sensi di colpa al contrario... è proprio perché non sento sensi di colpa per il legame che ci unisce... nonostante io sia... così diversa da te. Non esistono poteri buoni, nel dubbio schierati dalla parte dei perdenti, chi crede di avere ragione è cattivo, sono sempre preferibili il dubbio e l' incertezza... mi porto un bagaglio culturale davvero... disfattista. Non ho un modello positivo da proporre... né desidero averlo. Mi acquieto... e forse ciò che desidero è solo essere dominata... e la mia inquietudine è un gioco, un piccolo gioco crudele che tu non meriti... un gioco non contro di te, nelle mie intenzioni, eppure... - la giovane scosse la testa... e strappò il foglio dal quaderno.

- Ma che dolci parole... - fece una voce fredda alle sue spalle.

- Non sono dolci... non le reputo dolci. - disse l' altra alzandosi di scatto... e il foglio le cadde di mano.

- E' con questo genere di moine che Severus è capitolato? -

La giovane non disse nulla... solo si voltò... per ritrovarsi a fissare gli occhi gelidi di Lucius Malfoy.

- Dovresti chiederlo a lui... non credi? -

- E invece lo chiedo a te... sei tu l'imbonitrice... -

La giovane si morse un labbro. Che diavolo vuoi da me? Era l' unica frase nella sua testa, e non osava pronunciarla.

- Deve essere per queste sciocchezze che il nobile Piton s'è preso una babbana. -

- E perché... proprio ora... -

- Cosa? Perchè te lo dico ora? Adesso ho sentito con le mie orecchie quel cumulo di follie! -

- Nessuno ti ha chiesto di ascoltare. -

- Allora non dovevi parlare ad alta voce! -

- Non parlavo a voce così alta... e comunque ormai è tardi... mi sembra. -

- Non è mai tardi... -

- E' tardi per recriminare sul mio tono di voce... intendevo. - disse l' altra... e dovette farsi forza per non indietreggiare.

- Tu non sei una di noi... - sibilò Malfoy.

- Voi... cosa? - disse Gwillion inclinando il capo.

- Quell'altra almeno ci prova, ma tu... tu no... -

- Sarebbe solo una patetica menzogna... se facessi altrimenti. -

- Non hai il diritto di stare qui, comunque! -

La giovane chiuse gli occhi.

- E... e dunque? - chiese in un sospiro.

- Perchè non te ne vai? -

- Dove? Non ho dove andare... non ho un mondo... non ho nulla. -

- Tornatene tra i babbani! -

L' altra non rispose... non riusciva a trovare... una risposta che non avrebbe peggiorato ulteriormente la situazione.

- Vuoi del denaro per andartene? -

- Non posso andarmene... o fingi di ignorarlo? - disse la giovane quietamente - Lui non vorrebbe... per quello che so. -

- Lui è ottenebrato da te! -

- Io veramente parlavo di un altro... Lui. -

- Tu non c'entri niente con Lui... o forse potrei metterti a tacere per sempre... -

Sono ancora in tempo per accettare il denaro? Pensò la giovane fra sé... giusto il tempo necessario a correre da Severus. Ma non disse nulla.

- Sei una piaga... -

- Mettermi a tacere... - ripetè la giovane in tono tetro - Era quello che volevi sin dall' inizio, no? Voi una scusa per farmi fuori... non nei hai già abbastanza? Questa discussione deve durare ancora? O aspetti che io passi agli insulti? -

 - Insulti?! - rise l'altro.

- Non sarebbe saggio... - disse lei indietreggiando - ma credi che non ne sia capace? -

- Una come te non ha nulla da dire su uno come me! -

- Uno che è stato... sarà capace di portare persino un elfo domestico alla ribellione? Uno che ruzzolerà dalle scale per colpa degli incantesimi di uno dei fedelissimi? -

- Cosa diavolo stai dicendo? - sibilò Lucius.

- Credevi che mi limitassi a insulti come cattivo mangiamorte... ma quelli sono complimenti per te... -

Lucius mosse un passo avanti...

La giovane non attese oltre... si mise a correre... con tutte le sue forze.

- Vieni qui! - strillò Malfoy - Lascia che ti faccia a pezzi! -

- Fossi matta!!! -

- Voglio spellarti viva! -

La ragazza dal canto suo... decise che era meglio risparmiare il fiato per correre.

- Fermati! - urlò Lucius, correndo più veloce.

La giovane non intendeva affatto fermarsi... solo due spiacevoli dati erano affacciati alla sua mente: il primo... presto il fiato le sarebbe finito. Il secondo... stava correndo nella direzione opposta alla scuola.

 

Severus Piton, intanto, stava cercando Gwillion. Raggiunse il posto dove la ragazza era stata ferma fino a poco prima... c'era un biglietto per terra... lo raccolse e lo infilò in tasca, e poi... udì un grido... era Malfoy e diceva : "Ora ti squarto!".

Piton... prese a correre.

Gwillion... era caduta a terra... e non aveva nemmeno la forza di urlare.

- Ora ti ammazzo... -

La giovane... che immaginando una situazione simile a tavolino avrebbe disquisito sull' opportunità o meno di implorare pietà, adesso... adesso era semplicemente paralizzata dal terrore. E fissava gli occhi grigi e spietati dell' altro con uno sguardo traboccante di orrore.

Ma in quel momento... Severus li raggiunse, e si parò tra i due.

- Sei pazzo, Lucius?! - urlò - Sei pazzo? La mia donna! -

Malfoy lo fissò disgustato - Sono stato provocato... dovresti tenertela al guinzaglio... -

- Bada! - urlò ancora Severus - Potresti trovarti tu... -

Malfoy si girò sui tacchi, e si allontanò.

Gwillion volse lo sguardo verso il suo Severus. Sapeva che fra qualche istante sarebbe scoppiata in lacrime... tutto ciò che fece in quel momento fu però alzarsi silenziosamente da terra.

- Cosa è successo? - domandò l'altro dolcemente.

- Io... lui... - la giovane non seppe dir nulla... cercò solo l' abbracciò del ragazzo, mentre i singhiozzi e il pianto le impedivano di parlare.

- Stai buona... - sussurrò il giovane, baciandole delicatamente la nuca - Me lo dirai poi... dopo. -

- Voleva che me ne andassi... mi ha offerto del denaro... ed io sono stata così folle da offenderlo. -

- Lucius è... Lucius... credevo lo sapessi... -

- E' colpa mia lo so... - disse l' altra in un soffio - In un modo o nell' altro la colpa è mia comunque. -

- Non volevo dire questo! Ma non restare sola con lui... -

- Non è mai stato nelle mie intenzioni... - protestò Gwillion - io ero per i fatti miei... a... -

- A scrivere... ho trovato la tua lettera... e... -

La giovane diventò rossa:

- Lucius ha detto che ero un' imbonitrice. -

- Io non lo credo. Un'imbonitrice... è una cosa diversa... -

- Non ho detto che gli credevo. -

Severus sorrise, cercando le labbra dell'altra per un breve istante.

- Hai letto dunque? - domandò Gwillion in un sussurro.

- Vogliamo parlarne? Vorrei mi dicessi con la tua voce le cose che più sentivi in quella missiva... -

- In fondo non era per te quella lettera... - disse l' altra con un sorriso - Scrivevo più che altro per chiarirmi le idee. Vogliamo sederci? -

- Si, sediamoci... -

- Il punto è questo... io ti amerò, sempre e comunque. E il mio amore può cambiare, ma non svanire. Eppure mi dispiace... che una parte della tua vita non sia per me. Ecco tutto. Questo era ciò che contava... il resto erano sproloqui sulla debolezza in cui amo crogiolarmi... e sull' ammirazione che invece provo per la tua forza di volontà. -

- Che parte della mia vita? -

- Lo sai. - disse l' altra in un sussurro.

- Il mio... lavoro? -

- Credevo fosse più di un lavoro... - mormorò lei - credevo fosse un ideale... e io che ideali non ho mai saputo averne... al punto da dubitare di avere un cuore per questo a volte... -

- E' un ideale. - disse Piton, asciutto - E' di più. Il mio credo, la mia vita. -

- Perché sei così brusco? - disse l' altra corrucciando la fronte - C' era nelle mie parole un tono di critica forse... o hai creduto che fossi... condiscendente? Perché non erano queste le mie intenzioni. -

Piton sospirò - Tu vuoi sapere... vero? -

- Sì. Se questo silenzio tra noi rischia di dividerci io devo sapere... - poi sorrise - e ho anche qualcosa da raccontarti, credo. Ti ho già detto dei quattro famigerati libri... ma c' è di più... c' è di più... -

- Di più? Ma fa parlare prima me... domandami... domandamelo... -

- Cosa vuol dire per te essere un mangiamorte? E se non è questa la domanda che desideri... non rispondere... tenterò ancora. -

- Cosa vuol dire... sii più diretta... vuoi sapere cosa provo quando affondo il coltello? Cosa provo mentre aiuto a creare un veleno capace di prendersi mille vite in un attimo? Il piacere che provo... -

La giovane taceva... inorridita e affascinata al tempo stesso.

- Se ti dicessi che è un piacere simile a quello che... a quello che ho provato avendoti? -

Gwillion si morse un labbro:

- Leggi forse disgusto nei miei occhi? Una parte di me... urla che dovrebbe esserci... e invece... -

- Perchè? -

- Perché? - la giovane scosse la testa - Che razza di domanda è mai questa? C' è... c' è davvero bisogno di spiegarlo? Perché non c' è... è questo che io mi chiedo... -

- Preferiresti il disgusto? Disgusto perchè sono un assassino? Ma tu lo sapevi... dentro di te lo sapevi... io sono un maestro nell'affondare il coltello... -

- Io lo sapevo... - ripetè la giovane come incantata - lo sapevo. -

- Allora... cosa hai cercato? -

Ma la giovane fissava l' altro senza parlare.

- Io ho cercato te... al di là di tutto... al di là di ogni cosa. -

- E hai trovato un giovane uomo armato di ideali e di lame affilate da affondare nel tuo cuore... nel tuo corpo. -

- Ogni tua parola... ogni tuo sussurro... affonda dentro di me. -

L'altro sorrise soltanto, cercando la bocca della giovane.

- Ti amo... ti accetto... - sussurrò lei - sono tua... ma posso accettare me stessa? -

- Devi... o non sarai davvero capace d'amare. -

- Tu hai un credo... un ideale... io ho solo te. E' sufficiente... a giustificarmi? -

Ma la giovane non attese una risposta... si protese a baciare l' altro.

E lui la sollevò tra le braccia - Torniamo al castello? -

- Io sarei rimasta qui... - disse lei con un sorriso malizioso.

- Avremmo anche potuto farlo... -

La giovane baciò ancora il ragazzo.

- Io... - era rossa in volto - Le tue parole sono affondate dentro di me... che aspetti a prendere il premio che ti spetta? -

- Lo prenderò presto... -

- Come tu desideri... - mormorò lei mentre si abbandonava al suo abbraccio.

- Tra breve... - sussurrò ancora l'altro, ed erano già nei sotterranei.

- C' è una cosa che voglio confessarti... - sussurrò lei in un orecchio - quel piacere di cui parlavi... qualcosa di simile io l' ho provato... -

- Quando? -

- Io... scrivevo... interpretavo... rubavo un' anima... - disse la giovane quasi balbettando.

- Cosa... -

- Non ha importanza in fondo... - disse lei poggiando il capo sulla spalla dell' altro.

- Certa che non ne abbia... - mormorò l'altro deponendola sul letto.

- La ha... a suo modo... vuol dire... sono attratta anche io... dalla... potremmo chiamarla oscurità. Solo ho troppa paura delle conseguenze... di ciò che accadrebbe quando si esce dal sogno. -

- Ma ora, tra noi... sono io ad essere oscuro, e voglio la ricompensa... -

- Prendila... - sussurrò lei - come è giusto che sia. -

- A modo mio... - sussurrò lui... prendendo un pugnale che portava.

La giovane trattenne il fiato... incatenata agli occhi neri di lui.

- A modo mio... - ripetè l'altro, e sorrise.

Gwillion annuì appena... chiedendosi se avrebbe osato opporsi... se anche lui avesse affondato materialmente il coltello.

L'altro poggiò la lama dell'arma sul petto della giovane, nell'incavo tra i seni, spingendolo contro la veste che si lacerò appena. Fece scorrere la lama nella scollatura dell'abito, infilandola sotto la stoffa... e strappò il vestito.

Un improvviso silenzio era calato nella stanza... solo i respiri affannati della giovane giungevano a romperlo... e il rumore della lama che lacerava la stoffa.

La lama del coltello riprese a sfiorare la carne nuda... il ventre... e poi più giù...

La giovane si morse un labbro... e continuava a fissare gli occhi dell' altro quegli occhi più affilati di un pugnale... e brividi di piacere percorrevano il suo corpo.

Il giovane rigirò il coltello, prendendolo per la lama e puntandone l'elsa contro il corpo dell'altra... e sorrise...

Gwillion sollevò il capo spaventata... cosa... cosa aveva intenzione di fare? Ma non osò parlare.

Il mago sorrise ancora... penetrando la giovane con l'elsa del suo pugnale di servitore del male. Muovendo l'impugnatura di freddo metallo al ritmo dei battiti del suo cuore.

Un gemito sfuggì alla donna... poi tornò a sprofondare la testa tra i cuscini... in preda al piacere.

Il mago trasse via l'elsa... e la portò alla bocca, suggendo il sapore dolce e salato dell'altra... prima di andare ad assaporarlo con la sua stessa bocca...

- Severus... - disse la giovane in un sussurro.

Ma l'altro non ascoltò neanche, deciso a dare all'altra piacere non una volta... ma molte, molte volte... e la sua lingua affondava più profondamente, indiscreta, cattiva... e con le dita le sfiorava la carne segreta e fremente di quei reami di piacere che adesso gli appartenevano.

- Mio... mio... mangiamorte... - sussurrò la donna - mio... assassino... -

Lentamente anche le dita del giovane si fecero strada nel corpo dell'altra, e brevi rantoli gli sfuggivano... come se fosse impegnato in una lotta feroce... annullare tutto ciò che esisteva, tranne il piacere che solo lui poteva darle.

- Urlerò... - mormorò lei - adesso urlerò... e potrebbero... sentirmi. -

E che sentissero... pensò il mago... che sentissero pure... che importava?

- Severus! - gridò la giovane... gridò quel nome che era tutto ciò che amava.

Lentamente il giovane sollevò la testa, fissando l'altra negli occhi, e sfiorò la bocca di lei con le dita intrise del suo sapore.

Respiro... solo brevi respiri... nati dalla passione che la divorava.

Poi Gwillion cercò con le labbra le dita di lui... e sorrise.

L'altro socchiuse gli occhi... cercando un nuovo modo per sfogare la sua fame... e depose le labbra sul petto della donna, suggendo un capezzolo, mentre stringeva l'altro tra le dita.

- Io ardo... nelle tue mani... ardo... -

- E' così morbido il tuo seno... così rossi i tuoi capezzoli... -

La giovane sorrise soltanto.

- E adesso voglio venire in te... -

L' altra annuì lentamente.

- Io ti aspetto... -

E l'altro la penetrò con dolce lentezza. Entrando in lei come se stesse varcando le porte del paradiso. E non cessava di carezzarla, di baciarla.

- Sono tua... ti appartengo... - quelle parole poi si persero tra i baci... baci che la giovane cercava quasi con disperazione.

- Mia! - urlò l'altro, spingendola tra i cuscini quasi con violenza... muovendosi più rapido, trattenendo a stento i singulti.

La giovane sorrise... come se quell' unica parola fosse... la condanna più dolce.

E finalmente Severus raggiunse il suo piacere, effondendo in lei il più tangibile segno della sua passione.

- Severus! - tornò ad urlare la giovane... come incapace di fare altro.

L'altro si abbandonò su di lei, affannato, incapace di parlare, estasiato.

- Solo tu conti... solo tu... - mormorò lei, piano... quasi stupendosi di quelle parole - E credo in quello che dico... in questo momento non posso non crederci. -

L'altro sorrise piano, sfiorando le labbra di lei, e chiuse gli occhi nel suo abbraccio.

 

- Eccoci qui... con il nostro argomento di conversazione preferito... - mormorò Narcissa guardando le altre con un sorrisetto furbo.

- E sarebbe? - domandò Andromaca con un sorriso.

- La strega di Serpeverde, no? Peccato non la si possa cacciare anche dalla casa... -

- Già... peccato... - sospirò Mac - Almeno non ha avuto tutto quel che voleva! -

- Però non demorde... - disse Narcissa con una smorfia - E l' ho vista sapete... -

- Vista come? -

- Ha una nuova preda... -

Molto meglio! pensò Mac... ma non lo disse: - Chi è? -

- Vomiterete se lo dico... -

- Oddio, no! - esclamò Gwillion nascondendo la testa sotto il cuscino.

- Dillo! - esortò Mac.

- Albus Silente! -

Andromaca si tappò le orecchie con le mani, e Mac si gettò all'indietro, simulando morte per disgusto.

- I simili si prendono! - disse poi.

- L' ha detto... - sibilò Gwillion - posso uscire la testa dal cuscino... o ci sono altre notizie atroci? -

- L'ha detto... - fece Andromaca.

- Beh... c' è sempre la speranza che il vecchio preside schiatti... a causa delle attenzioni della signorina... - sussurrò la ragazza dai capelli rossi.

- Disgustoso... - borbottò Mac - Pensate a Blanche che si avvolge nella barba di Silente... -

Narcissa chiuse gli occhi...

- Ma da dove ti vengono simili idee? -

- Sapessi... . mormorò Gwillion con un sorrisetto scaltro.

- Vi prego... - sibilò Mac - Vi prego... ora non fatemi vomitare... -

- Sei stata tu a continuare... - disse Narcissa scuotendo la testa.

- Si ma certi pensieri... visioni... mi sconvolgono... -

- Parliamo d' altro. - disse Gwillion in tono risoluto - D' altro... qualsiasi altra cosa purchè sia altro... persino della dissezione delle lumache carnivore per quel che mi riguarda. -

- Dovrei dirvi una cosa... - sussurrò Mac.

- Che aria da cospiratrice che hai... - fece Narcissa protendendo le orecchie.

- Infatti... -

- Dunque, Mac? - disse Gwillion voltandosi verso l' amica.

- Ecco... c'è un Marchio sul mio braccio... -

- Un marchio... - ripetè Gwillion - o vuoi dire... il... - non concluse la frase... eppure sorrideva.

- Il Marchio Nero. - sorrise l'altra.

- Io non conosco l' usanza... - sussurrò la giovane - non si fanno feste, o similari... ci si limita a delle congratulazioni... immagino. -

Anche Andromaca sorrise - E' splendido... -

- Lucius lo sa... - disse Narcissa inclinando il capo - perché dovrò dirglielo altrimenti, lo sai. -

- Credo lo sappia... -

- Meglio per me... non mi piace dargli cattive notizie... e per lui lo sarebbe... - poi la giovane sorrise - Congratulazioni, comunque. -

- Grazie! - sorrise Mac.

- Hai proprio fatto carriera... non c' è che dire... - disse Gwillion tornando a gettarsi tra i cuscini.

- Carriera... non direi, temo. Ho molte cose da apprendere! -

- Stai iniziando bene, se non altro... - Gwillion si passò una mano sulla fronte - prima che me lo dimentichi... sapete dell' ultima trovata di Evan? -

- Cosa, cosa? -

- Sta preparando... una specie di congegno per registrare le voci... -

- Un registratore? - chiese Mac.

- Si... con tanto di altoparlanti per diffondere nella sala grande i rumori e le frasi rubate. - disse l' altra seccamente.

- Ma a cosa gli servirà mai? - domandò Andromaca.

- L' obbiettivo ufficiale è metterlo sotto il letto di miss Evans... quando il suo lui va a trovarla, la notte. - disse Gwillion scuotendo la testa - Eppure... -

- Eppure? -

- Nulla mi leva dalla testa che il nostro carissimo amico potrebbe decidere... -

- Di far che? -

- Di provare il suo congegno in casa... - disse l' altra con una smorfia.

Mac scoppiò a ridere.

- Tu ridi... - fece l' altra con un sorriso diverti - ma certo... tu sei al sicuro... -

- Beh, io non sono fidanzata con un compagno di scuola! -

- Appunto... certo, che... -

- Cosa? -

- Lasciamo perdere... - disse l' altra con un luccichio malizioso negli occhi.

Mac fece spallucce.

- Piuttosto io credo proprio che bisognerebbe trovare una fidanzata al caro Rosier... - osservò Narcissa - perché il suo eccesso di energie ed idee abbia uno sbocco... meno deleterio per noi. -

- Una fidanzata a Rosier... difficile impresa! -

- E crudele sorte per la fortunata, forse... - mormorò Gwillion.

Bussarono. Era Victor.

- Il professor Annwyn ci vuole vedere, - annunziò - tutti quanti. -

 

 

[continua]   [indietro]   [fuori]