Parte II
Vernon aveva bussato alla
porta del figlio Dudley prima di scendere per assicurarsi che venisse a cena
senza il broncio, almeno con l'illusione che ci fosse stato qualcosa in più
rispetto alle verdure. Se lo augurava fortemente anche lui: quel cibo da conigli
lo aveva proprio stufato.
In cucina già si preannunciavano dal profumo degli ottimi piatti. Petunia stava
accuratamente dividendo le due cene, in modo tanto elegante da non destare
sospetti. Vernon rabbrividì; talvolta la gentile perfidia della moglie lo
stupiva. Avrebbe giocato un bel tiro a quel Slythering senza che lui se
abbandonasse sdegnato la casa, ne era certo.
Harry stava preparando la tavola con il servizio buono. Vernon supervisionò
ogni piatto in modo che tutto fosse perfetto.
- Hai bisogno di una mano, cara? Qualche ultimo ritocco? -
- E' troppo presto o posso
già accomodarmi? -
Domandò Piton fermo sulla
soglia della cucina, avvolta da mille odori invitanti. E quanto al sapore...
quanto al sapore lui aveva già provveduto.
Petunia aveva messo davanti a
quell'orrendo ospite una zuppiera colma di liquido puzzolente, in cui
galleggiavano scaglie ed occhi di pesce. Gli scarti della peggiore pescheria...
scarti già andati a male. Petunia sorrise, sospingendo la zuppiera sotto il
naso di Slythering.
In quella broda c'erano le
lische del merluzzo bollito del giorno prima, insieme alle ventose dei
polipetti che Petunia aveva lessato tre giorni addietro...
- E' zuppa di squalo... -
sorrise - E' ottima, si serva... -
Uno stomaco debole non
avrebbe potuto resistere a quella vista, pensò Piton osservando il piatto che
aveva davanti, tuttavia lui aveva assistito a spettacoli orribili militando tra
i mangiamorte, e le lumache e i rospi del suo laboratorio comunque non erano
poi tanto peggio di quella... cosa. Comunque sia fu felice di aver ingurgitato
una pozione che lo rendeva insensibile a qualsiasi sapore, e pensò fra sè che
forse un antidoto contro gli avvelenamenti come digestivo non sarebbe stato
male, in seguito.
- Ottimo, veramente ottimo - disse tra
un boccone e l' altro - specie in confronto alla cucina transilvana, che non
prevede cibi speziati, ma spezie con un po' di cibo, dicono sia per avere un
alito che tenga lontano vampiri e lupi mannari, ma naturalmente nessuno crede
più a queste magiche sciocchezze ormai.
E tu Harry, vuoi assaggiare? Tua zia mi ha fatto davvero un piatto un po'
troppo abbondante e tu che sei così gracile devi nutrirti, guarda com' è bello
paffuto tuo cugino, e tu invece fai quasi spavento. -
La pasta era ottima. La sua mogliettina
era sempre stata un'ottima cuoca.
Vernon guardò curioso cosa galleggiava nella zuppa che era stata offerta
all'ospite. Vabbe' che era straniero, ma non stava esagerando? Quelli
assomigliavano molto ai merluzzi in salsa che avevano mangiato ieri...
Un conato di vomito gli fece quasi andare di traverso la pasta. Doveva
concentrarsi su qualcos'altro per riuscire a finire la cena senza scoppiare a
ridere o vomitare.
- Allora, signor Slythering, ci racconti un po' di lei... quando inizierà a
lavorare? o non credo di averle presentato mio figlio Dudley, frequenterà il 5°
anno alla Snobkin quest'anno. Una prestigiosa scuola inglese, come insegnante
ne avrà di certo sentito parlare... insegnerà lì? -
- Ah, le piace? -
Petunia si rattristò...
-Allora prenda un po' di questo...-
(Ed estrasse dal forno uno stufato...stufato? Ci infilò dentro un mestolo, e
sollevò una specie di bava collosa...)
- E' la famosa crema di lumache di mare inglesi...
(Petunia si rallegrò, era un frullato di Chappy per cani dimenticato lì dalla
zia Marge un paio di anni prima, e marmellata di arance più un po' di pesce...)
Dudley si alzò di corsa... con una mano sulla bocca...
- Allora, le riempio il piatto! -
Una battuta crudele si
agitava già da un po' nella mente di Piton, e fin' ora si era trattenuto dal
pronunciarla. Ma lo stufato di lumache marine era stato decisamente troppo. (
Forse di contravveleni avrebbe dovuto prenderne più d' uno..)
- Squisito, veramente squisito... e a proposito di scuola, io un' offerta qui
in Inghilterra l' ho ricevuta, anche se ancora non so se ho fatto bene a
rifiutare. Veniva da una certa Hogwarts, diceva che serviva loro un insegnante
babbano... ed io queste parola babbano non l' ho trovata su nessun vocabolario.
Non potreste darmi voi qualche delucidazione?
E tu Harry, perchè quella faccia? Forse hai deciso di assaggiare almeno un po'
di crema di lumache? -
- Cofk! cofk cofk! -
Vernon quasi si strangolò sentendo quel nome!
Dunque il suo disagio per quello strano individuo era fondato in qualche modo.
Diede un calcio sotto il tavolo a Harry per dirgli di chiudere la bocca: il
cibo mezzo masticato gli faceva più senso della porcheria che stava divorando
Slythering.
- Hogwarts? No, non credo di averla mai sentita... per cosa l'avevano chiamata?
Per una lezione sui babbuini? -
- A dire il vero non ho ben
capito nemmeno io e ho perso la lettera che mi hanno scritto, certo potrebbero
tornare a contattarmi e magari mi aiuterete voi a decifrare quegli strani
messaggi. Indubbiamente deve trattarsi di una scuola rinomata e parecchio
attaccata alle tradizioni se fa ancora uso di pergamene per la sua posta...
magari non sarà all' altezza di quella vostra Snobikin ma che dire, a me
piacerebbe saperne qualcosa di più al riguardo. -
Vernon diede distrattamente
due vigorosi colpi sulle spalle del figlio che si stava strozzando con un
involtino.
Anche Harry dava l'impressione di volersi suicidare con il cibo, ma a lui
poteva dare una mano lasciandolo soffocare o accoltellandolo direttamente.
Quell'uomo sapeva qualcosa! Quel ghigno malefico sulla faccia ne era la prova
evidente.
- Certo se potessimo essergli di aiuto... - rispose Vernon gelido.
- SO di poter contare su di
voi. Ma adesso perchè non parliamo d' altro, non voglio certo monopolizzare la
conversazione con i vostri problemi, e invece qui ci sono due baldi giovani, e
mi piacerebbe sapere qualcosa di più di loro. Specie se siete ancora convinti
di volermi affidare... com' è che avevate detto? un ruolo di mentore? -
Piton si stava divertendo come un matto, anche se di tanto in tanto il pensiero
di quello che stava ingurgitando lo preoccupava un po'. E che lo scoprissero
pure, la cosa non gli importava, anzi... si sarebbe divertito di più allora.
Lo stava prendendo in giro.
Quell'essere sbifido si stava prendendo gioco di lui, Vernon Dursdley!!
Vernon si concentrò intensamente sul portafoglio colmo di soldi del transilvano
e assunse un'aria più tranquilla e soprattutto più tollerante.
- Certo. Beh Harry lo ha già conosciuto all'ingresso, è orfano e imbranato; mentre
questo ometto qui è il nostro Dudley, frequenterà la Snobkin.... - Vernon non
se la sentì di proseguire decantando la carriera scolastica del figlio. - lei
hai figli? -
- Qualcuno dice che a me i
bambini piacciono solo fritti, anche se forse esagera... - ma non di molto -
comunque sia non ho figli, no... e ditemi, che scuola frequente il nostro
Harry? -
Questa volta l'incidente fu causato solo e
esclusivamente da Harry: bagnò l'abito del professore sputandogli addosso
quello che stava bevendo. Il ragazzo fu preso da un attacco spasmodico di tosse
e risa. Tutti i commensali lo guardarono come di solito si guarda un pazzo
furioso: con disgustoso timore e orrido.
- Al Centro di Massima Sicurezza di San Bruto per Giovani Criminali
Irrecuperabili! - bofonchiò Harry.
Tra il terrore che Piton gli incuteva e le risa che gli procurava il vederlo
così tra babbani (senza contare che il sarcasmo del professore era quasi
divertente) il cervello del ragazzo si era un po' infelpato. Ma che importava?
Poi avrebbe scritto a Tartufo o a Ron per farsi consigliare in questa terribile
situazione.
Vernon intanto gli assestò un altro bel calcio negli stinchi per farlo star
zitto.
- Ehm… sì… - l'imbarazzo per quella scena isterica del nipote pazzo era alle
stelle - … Harry frequenta… una scuola speciale… per ragazzi … come lui… un po'
strani… e squilibrati… assolutamente da togliere dalla circolazione!
Finì la frase trangugiando tutto il vino che era contenuto nel suo bicchiere in
un solo sorso.
Il ragazzino balbettò
qualcosa che l' altro non riuscì a comprendere, e Severus fissò con astio il
moccioso, che aveva osato prendersi gioco di lui. Riuscivi a ridere Harry
Potter? Ridere?
- Ti piace la chimica? -
Disse ancora, ed il suo tono non era più triste, ma decisamente aggressivo.
Harry seppe soltanto scuotere la testa.
- Non ti piace. E immagino che la colpa sia del professore, una specie di
mostro che non fa altro che perseguitarti. E' quello che dicono tutti gli
alunni, in qualsiasi nazione e in qualsiasi scuola. Ma guarda il lato positivo
della cosa: adesso ci sono qui io, e potrò darti una mano a recuperare questa
materia in cui sei così debole. Anche se per la precisione io insegnavo
soprattutto erbologia... sai, le piante con i loro poteri officinali. Una
materia non troppo fortunata, sa troppo di magia per gli scienziati moderni, ed
immagino che saprebbe troppo di scienza per gli antichi stregoni. E tu da che
parte stai, Harry, con i cultori della tecnologia, oppure con i maghi? -
Dunque io insegnerei in un
carcere... pensò Piton cupamente con un espressione in volto che era quasi di
dolore, il posto più adatto a questo moccioso, alla maggior parte dei miei adorati serpeverde, e anche a me direbbe
qualcuno.
- E quali sono le materie che preferisci Harry, - disse stancamente - e come ti
trattano i professori? -
Vernon si era quasi stupito
nel vedere quel volto triste a parlare della scuola del nipote. Slythering si
stava pure offrendo di dare ripetizioni a Harry… Che animo sensibile! Si era di
certo impietosito per il futuro del ragazzo e seguendo il suo animo cercava di
aiutarlo a sollevarsi dalla sua misera condizione.
Purtroppo lo stava facendo nel modo sbagliato!! Stava rischiando di scoprire la
vera natura di Harry! Per quanto strano, sarcastico e impertinente fosse l'inquilino,
si sarebbe certamente spaventato di fronte a quell'obbrobrio.
Quell'imbranato era ancora nei postumi della sua crisi isterica e sembrava non
sapere come mentire (non sembrava addirittura saper parlare in quel momento!)
per non insospettire l'ospite; anzi, Vernon ormai ne era convinto, Harry voleva
che se ne andasse! Gliel'avrebbe impedito a tutti i costi. Quel Slythering era
troppo danaroso!!
- Ehm, certo. Sarebbe una buona idea se insegnasse qualcosa a quel ragazzo…
anche Dudley! Se avesse tempo… -
Dudley, che aveva ricominciato a rimpinzarsi di cibo preoccupato di riallargare
la cintura troppo stretta dalla dieta, scoccò al padre uno sguardo di replica;
Vernon però era fermamente deciso. Harry non doveva stare da solo con
Slythering! Quel tipo aveva la predisposizione a parlare di argomenti sbagliati
con le persone sbagliate. La Transilvania era terra dove la bizzarria della
magia aveva e probabilmente anche tuttora, regnava sovrana. Il nipotastro
avrebbe potuto lasciarsi trasportare e rivelare qualcosa di compromettente.
Dudley gliel'avrebbe impedito! Sarebbe stato lì apposta! E poi anche Dudley
zoppicava in chimica.
Petunia si era trattenuta per
qualche tempo lontana dalla tavola, rimettendo tutto in ordine... ma quale fu
il suo stupore quando sentì che Vernon e Slythering stavano parlando di
scuola... effettivamente era un argomento da censurare... ma...
Diverse idee frullavano nella sua testa...
- Sarebbe davvero l'ideale, signor Slythering, se lei desse una mano ad Harry e
anche al mio piccolo Dudders... -
Certo anche il piccolo Duddy
potrebbe essere utile nelle ripetizioni, pensò l' uomo, non credo di siano
rospi da queste parti... certo la mia conoscenza della chimica babbana non è
eccezionale, solo un' infarinatura e ottenuta proprio per merito di
Voldemort... conosci il tuo nemico, diceva, o almeno così diceva a me, ai meno
studiosi credo ripetesse soltanto massacra il tuo nemico... E poi quel botolo
di grasso è così idiota che secondo me nemmeno si accorgerebbe che stiamo
parlando di magia... nessun sventolio di bacchetta nella mia classe...
- Che posso dirvi, ne sarei entusiasta. Vi avverto tuttavia, o forse l' avrete
già compreso, che sono un insegnante piuttosto rigido e inflessibile... -
E Harry sarà anche abituato ai miei modi di fare, ma Dudley NO.
- Beh, la rigidità non è mai
mancata in questa casa! Un po' di disciplina estera non mettere certo in crisi
i ragazzi. -
Vernon guardò Harry di sbieco. Se lo meritava! Non c'era pericolo che
Slythering sarebbe stato troppo duro con Dudley: era il figlio del suo padrone
di casa!
- Allora è fatta!- disse
Petunia.
"E' fatta più di quanto tu non creda, viscido capellone..."
- Dudders sarà un vero angioletto, nevvero, Duddy? Duddy della mamma è tanto
buono! Il signor Slythering sarà come una specie di buono zietto per te, ti
aiuterà in chimica! e... signor Slythering, per ricambiarla... cucinerò sempre
al mio meglio, come stasera! E se gradisce le cucirò una meravigliosa camicia
da notte... non rosa (o le ricorderà troppo la zia Serpentina) ma di un bel
giallo canarino! Felice? -
"Si, si...dimmi che sei felice...vedrai che ti combineranno Harry e
Duddy...e speriamo che Vernon si inventi anche lui il modo di metterti a posto,
saccente, sarcastico, signorino Slythering!"
- Penso che noi andremo
perfettamente d' accordo. - disse Severus alzandosi - Adesso se non vi spiace
sono terribilmente stanco, e vorrei ritirarmi nella lussuosa stanza che mi
avete riservato. -
Detto questo il mago si precipitò verso le scale e poi verso la deliziosa
camera rosa, pensando solo a prendere la valigetta con le sue pozioni. Ma poi
qualcosa attirò la sua attenzione, dei tonfi sordi e ripetuti alla finestra. L'
uomo si avvicinò con cautela, e vide un piccolissimo gufo che si lanciava con
tutte le forze verso il vetro sbattendoci la testa una volta, e poi un altra e
poi un' altra ancora. Il famiglio di Ron Weasley. E non si mostrava nemmeno
molto intelligente, dal momento che la camera di Harry si trovava dall' altra
parte della casa.
- Vieni qui, pulcino, fatti prendere... -
Disse l' uomo in un tono falsamente dolce, e afferrò il gufetto, che prese
tuttavia a beccarlo furiosamente.
- Pietrificus. -
Sibilò Severus, e poi poggiò l' animaletto tra un usignolo di cera azzurra ed
una ballerina vestita di tulle con un gamba sollevata. Dunque non si poteva
dire che il gufetto sarebbe stato in cattiva compagnia.
Harry, come stai? Nella tua
ultima lettera dicevi che ti annoiavi parecchio. Hermione è ancora in Spagna, e
noi alla Tana, ma spero che vorrai raggiungerci ad agosto. Noi abbiamo
inventato un nuovo gioco: i gemelli hanno messo un lungo mantello nero allo
spaventapasseri nel nostro giardino, e poi hanno tinto nel catrame i filacci di
una vecchia scopa per poi calcarglieli in testa. Ginny seppure esitante ha
disegnato gli occhi scurissimi e la bocca cattiva. E adesso ci esercitiamo al
tiro al bersaglio.
Severus Piton non ebbe difficoltà a riconoscere quale fosse il bersaglio, e si
guardò intorno alla ricerca di una pergamena per rispondere per le rime all'
insolente ragazzino, ma tutto quello che trovò fu un mucchietto di fogli
sottili che odoravano di lavanda.
- A questo penserò domani. -
Si disse, immaginandosi le reazioni dei giovani Weasley di fronte a una simile
carta da lettera. Poi nascose la pergamena in un cassetto. Doveva consegnarla
ad Harry, se non altro per vedere la sua faccia quando l' avrebbe letta, ma per
quello bisognava aspettare che i Dursley si levassero dai piedi.
Toc toc!
- Posso entrare?- Petunia aprì la porta e entrò senza attendere risposta... -
Ehm...forse dovrei riordinare la stanza, la prego, può scendere in salotto per
un po', mentre rimetto in ordine? Ho lasciato qui dentro delle cose che mi
servono, allora, può lasciarmi mettere a posto? Suvvia... scenda un
momentino... -
Piton ebbe per un istante una
forte sensazione di panico, ma durò solo un istante, e alla fine l' unico a
perderci per quell' intrusione sarebbe stato il povero piccolo Harry Potter.
- Prendo solo la valigetta con le mie cose, sapete, ci sono delle bottigliette
molto delicate all' interno, e non che non mi fidi di voi, ma non mi
appartengono, sono del mio laboratorio... piuttosto, poco fa ho trovato sul
bordo della finestra uno strano rotolo di pergamena... se la cosa può
interessarvi. -
- Uh... un... un rotolo di
perga... pergamena?!- Petunia deglutì...un rotolo di pergamena non era una
buona cosa...un foglio di quaderno poteva essere una buona cosa...ma la
pergamena? - Molto bene... la chiamerò appena ho finito. - disse, mentre
Slythering scendeva (e nel salotto magari avrebbe fatto due chiacchiere con
Vernon e Duddy...).
Piton mentre scendeva le scale era vagamente preoccupato. Sentiva strani rumori
provenire dalla sua adorabile stanzetta ma poichè la donna non parlava non
poteva capire a cosa quei rumori fossero dovuti. E non c' era alcun bisogno di
pulire una stanza tirata a lucido.
Appena il transilvano fu
fuori portata, Petunia tirò fuori una borsa che conteneva...il suo
armamentario. Fissò la pergamena per un solo istante... ma decise di lasciarla
per ultima, mentre apriva un barattolino di polvere solleticante di Dudders e
ne versava diverse manciate sotto le lenzuola del letto di Slythering. Poi
infilò dei vasetti di essenze aromatiche (mooolto odorose) alla rosa di maggio
in tutti i punti più nascosti della stanza (e barcollò per l'odore troppo
intenso). Sbrigò velocemente altre faccende... (e per poco non segò una gamba
del letto), e poi si diresse alla pergamena...
- Uahahaha!!! -
Petunia si tappò la bocca...l'avevano sentita ridere? Beh, non era il caso di
pensarci troppo. Raccolse la pergamena e la srotolò...
-COOOOSA? Argh!
Scese le scale a velocità fulminante e si trovò di faccia Slythering... cosa
diceva la sua espressione? Decise di pensarci dopo.
- Harry, in cucina! - strillò, e passò la pergamena a Vernon...
Mentre Harry veniva
trascinato via dalla zia Piton non potè fare a meno di lanciargli un' occhiata
di pura malignità. Il ragazzino avrebbe pensato di certo che quel verme di
Piton aveva consegnato quella pergamena alla zia con premeditazione, in ogni
caso. Eppure, eppure non era ancora tempo di parlare di magia, e dunque l' uomo
si girò verso Vernon rosso in volto e ancora incapace a parlare:
- Dovreste dire a quei ragazzi che è troppo pericoloso arrampicarsi fino alle
finestre del primo piano per scambiarsi quei messaggi. Capisco che si tratta di
un gioco divertente, ma è anche pericoloso, perchè se cascano giù non possono
mica... volare. E poi questo Ron, è un amico di Harry, non è vero? Immagino che
qualche volta verrà anche a farci visita, allora. -
(E per mia fortuna questi babbani non oserebbero invitare un Weasley nemmeno
per farmi dispetto. Ronald ancora è sopportabile, ma i gemelli, i gemelli!)
Vernon quasi stritolava la
pergamena. "Quel mostro!!"
I suoi buoni propositi di instaurare con Harry un rapporto di muta tolleranza
fintanto che Slythering restava con loro andarono in fumo. Quella sottospecie
di scherzo della natura avrebbe avuto quello che si meritava, garantito!!!
Strappò la pergamena in tanti pezzettini, guardando il ghigno falsamente
innocente sul volto dell'inquilino.
- Ovviamente noi continuiamo ad ammonirli, ma quei discoli non ascoltano! Non
so più cosa fare con loro! Vorrei proprio che cadessero e si facessero male a
fare le loro cavolate! Sarebbe loro di lezione! Infatti come dice lei non possono
"volare"...
Per un attimo a Vernon tornò il sospetto che Slythering sapesse o intuisse
"qualcosa" riguardo alla vera natura di Harry e i suoi amichetti.
- Ora se vuole scusarmi... - e Vernon raggiunse la moglie in cucina.
Le grida che venivano dalla cucina,
saturavano l'aria...erano ferine, selvagge, bestiali quasi. Harry Poter se ne
stava sentendo di tutti i colori...
Quarantacinque minuti dopo Petunia lasciò la cucina, lasciando Harry a Vernon,
e si sedette davanti a Slythering.
- Ragazzate, sa... - disse, e non osò proferire altre parole.
Chissà cosa c'era nella testa di Slythering...- Oh, comunque la sua camera è a
posto! -
Ma se Piton fino a quel
momento aveva ascoltato gongolante i rimproveri rivolti al ragazzo (e non c'
era bisogno nemmeno della magia per percepirli) adesso solo un cupo terrore
aleggiava nel suo animo. Il marchio nero, bruciava, bruciava...
- E' terribile, - disse alzandosi di scatto - ho dimenticato che avevo una cena
di lavoro con il mio superiore, Mr. Tom Riddle (chissà forse Petunia avrebbe
pronunciato quel nome in presenza di Harry ma non ci sperava troppo) e certo,
la sua splendida cucina non potrebbe essere battuta da nessuna ma se non mi
faccio vivo nemmeno adesso il mio capo mi uccide (e quanto vorrei che fosse
solo un semplice modo di dire!) -
L' uomo non aspettò la risposta dell' altra, ma si diresse verso la soglia di
casa come se fosse stato inseguito dagli spettri, e non attese nemmeno di
raggiungere la strada principale prima di svanire nel nulla.
Slythering era quasi
scappato. Aveva da fare un lavoro da qualche parte?! Che bel tipo... sempre più
Petunia si convinceva che l'inquilino fosse quanto meno un mezzo svitato... ma
dico, uscire a quel modo, con quanta fretta... era una cosa del tutto inadatta
alla tipica flemma degli inglesi.
Così Petunia tornò dove erano rimasti gli altri componenti della famiglia
Dursley più il mostro-Harry.
- Slythering è uscito - disse - dice che aveva una riunione con il suo capo, un
tale... Mr.
Tom Riddle. Forse, Vernon, puoi informarti
in giro sulle attività di questo signor Riddle.-
- Cosa? Un appuntamento di
lavoro a quest'ora? Sono quasi le dieci! -
Vernon lanciò un'occhiata truce al nipote. Se prima Harry era riuscito a
tenerlo un po' a bada grazie alla sua carta vincente di nome
"Sirius", ora zio Vernon era proprio accecato dalla furia.
- Quel balordo maleducato e strafottente se ne è andato! Ha intuito qualcosa
della tua anormalità e se l'è data a gambe!! Con tutti i suoi soldi!!!
Harry era incapacitato a rispondere o quantomeno a difendersi da zio Vernon:
dove aveva già sentito il nome "Tom Riddle"?
- Spera che quel transilvano pazzo ritorni veramente entro domani, o sarà
peggio per te! Fila in camera tua e non osare scendere senza il nostro
permesso!!! -
- Senti, Vernon...da un certo
punto di vista è ottimo che il tipo sia uscito per un po'... avevo giusto
bisogno di parlarti. Certo non è per nulla sano che sia uscito di corsa a
quest'ora... no, non è sano. Quel tipo non mi piace molto; del resto è danaroso
al punto giusto e ci serve, no? Allora ce lo teniamo... anche perchè darà
qualche lezione a Duddy e a... a quello... Ma non credi che sia nostro dovere
metterlo sulla buona strada? Dobbiamo riportarlo sulla via di un corretto
comportamento originale inglese... -
- Sono d' accordo, cara. Quel
tipo danaroso ci serve, ma ci serve appieno delle sue facoltà se vogliamo
spennarlo dei suoi soldi, non credi? Magari in Transilvania prendono i topi e
se li cucinano, e quindi potrà anche essere abituato alle schifezze, ma non ti
sembra di aver esagerato oggi con la cena? Forse al lui saranno piaciuti, ma a
me hanno fatto venire il voltastomaco! E posso sapere cosa hai fatto in camera
sua? -
Petunia fissò Vernon con aria
molto innocente...
- Ma caro...ho cucinato proprio secondo i gusti del Signor Slythering!
Ehm...hai visto come mangiava, no? E la camera? Ho finito di
riordinare...perchè, che credevi?! -
- Non lo so neanch'io cara...
- Vernon si passò una mano sulla fronte e si sedette pesantemente su una sedia
- non è che non mi fidi di te... non ti nascondo che trovo Slythering alquanto
strano... fa accenni alla magia in ogni occasione... e tuo nipote si comporta
in modo strano da quando c'è lui... anche tu mi sembra, abbia una naturale
avversione per quell'individuo... non so... credo che sia meglio parlarne
domani, oggi sono successe troppe novità per essere obiettivi... il transilvano
non ha la chiave di casa, dovremo aspettarlo alzati? Personalmente preferirei
andare a dormire... quell'individuo per quel che mi riguarda può anche dormire
dal suo capo... o all'aperto... quei piatti che gli hai cucinato credo che li
abbia mangiati solo per dispiacerti... è più che probabile... come credo che
preferirebbe dormire per terra se non potesse controllare come gli hai
"ordinato" la camera... sembra che non si fidi molto di noi... e che
si diverta a stuzzicarci... potrebbe anche sapere qualcosa... su tua sorella
magari... è strano... troppo strano... - dopo questo discorso sconclusionato,
Vernon si alzò barcollando dirigendosi verso la porta della cucina. - Vado a
dormire, vieni anche tu cara? -
- M...m...mi...mia
so...sorella?! Non nominarla, Vernon! Non voglio sentire quella parola, nè quel
nome...non voglio sentirlo! Quello che dici è assurdo...e non pensavo nemmeno
che tu arrivassi al punto di...di...pronunciare quella, quella parola! Ora basta!-
E detto questo Petunia si ritirò nella sua stanza, e si addormentò piuttosto
inquieta... -
La mattina dopo Vernon si
alzò con un gran mal di testa. Ogni volta che cercava di pensare alla rabbia
del giorno precedente il dolore aumentava.
Per fortuna non doveva recarsi in ufficio in quei giorni, non ce l'avrebbe
fatta ad andare sul posto di lavoro. Non se la sentiva neppure di trovare una
punizione abbastanza perfida per Harry, ora voleva soltanto ignorarlo.
Lasciarlo in camera sua tutto il giorno senza pasti sembrava una cosa
sufficientemente cattiva, se poi gli sarebbe venuta l'ispirazione per qualcosa
di più perfido, avrebbe rimediato.
Quel transilvano non era tornato: la camera era vuota, le porte e le finestre
chiuse, e tutto era perfettamente come lo avevano lasciato il giorno prima. Al
diavolo! Tanto il primo mese d'affitto l'aveva già pagato! Poteva fare quello
che voleva.
Scese in cucina. Petunia era ancora arrabbiata con lui per quei suoi discorsi
sconclusionati della sera prima. Avrebbe potuto portarle la colazione a letto
per farsi perdonare. Vernon guardò il lavandino e il gas: troppo faticoso. Però
avrebbe dovuto farsi perdonare in qualche modo. Petunia detestava che si
nominasse la sorella. E lui l'aveva nominata e anche aveva lasciato intendere
che forse anche Slythering ne sapesse qualcosa.
Guardò l'ora. Forse sarebbe riuscito a prenderle un mazzo di fiori freschi da
mettere sul tavolo in salotto.
Quando Petunia si svegliò, il
suo umore non era di molto migliorato. Come venivano in mente a suo marito
certe idee?! E per giunta (se si voleva essere scaramantici) l'ultima volta che
Vernon aveva nominato sua sorella e la magia, era stato il giorno prima (15
anni addietro) del ritrovamento di Harry fuori dalla porta di casa. Tutte
quelle chiacchiere potevano portare solo danno...
Tuttavia il suo umore migliorò alquanto, alla vista di un bel mazzetto di fiori
disposto in un vaso da Vernon, con un bigliettino per lei...
Era mattina, il cielo era limpido.
Severus, di ritorno verso la famigerata Privet Drive era di un umore strano. Da
un lato la convocazione di Voldemort non aveva portato ad alcuna notizia di
rilevo, e questo poteva dire che tutto era tranquillo, oppure che le cose non
erano affatto tranquille, e che l' Oscuro Signore non si fidava del suo servo.
Ma a ciò avrebbe pensato dopo.
Una volta congedatosi dall' Oscuro Signore Severus era tornato di filato ad
Hogwarts, dove Silente aveva ascoltato con estrema attenzione il suo racconto,
con estrema attenzione, sì, ma talvolta ridendo nei momenti meno opportuni. E
poi il vecchio mago aveva consigliato all' altro di approfittare della sua
"cena di lavoro" per fare degli acquisti a Londra, magari con la
consulenza del filobabbano Arthur Weasley. Piton aveva acconsentito, anche se
l' altro mago con il suo grande entusiasmo era stato più un impaccio che un
aiuto. Certe spese comunque andavano fatte e Severus aveva acquistato una serie
di completi, in color pece, carbone, ossidiana, nero corvo... e tanto per
cambiare, un allegro blu notte. Le chiacchiere di Weasley sui suoi passati
incontri con gli zii di Harry gli avevano fatto venire alcune idee frattanto...
idee che l' avevano portato direttamente a Notturn Alley, una volta congedato
il filobabbano. Severus sorrise nel suonare il campanello della porta.