Parte VI

Piton socchiuse gli occhi: poteva far finta di nulla, dimenticare ciò che aveva appena detto, tornare tranquillamente a parlare di pozioni? Poteva, era quello che aveva fatto in tutti quegli anni, in fondo. Doveva, non c' era altra alternativa... se non quella di un' ennesima scena da tragedia, e nonostante la sua innata propensione alla teatralità Piton in quel momento si sentiva troppo stanco anche per quello.
- Il figlio è tuo Petunia. Sai tu qual è il modo più efficace per convincerlo a trangugiare il nostro intruglio. Se poi preferisci provare con i miei metodi... -

- Uhm...crede che se intingessi con la pozione del pandispagna, e se poi lo ricoprissi di crema? Perderebbe il suo effetto? O mi da una mano ad aprire la bocca di Duddy?
Ma...quali sono i suoi metodi? -

- La pozione va presa bollente, con le formiche vive che fanno le loro allegre evoluzioni nel brodo. Ed il mio suggerimento riguardo alla strategia da prendere l' avevo già formulato, credo: pietrificare il moccioso e versargli l' intruglio in gola con un imbuto. -

- COSA?! Lei non farà mai una cosa del genere a MIO figlio! Lei… un assassino!! Se si aspetta anche che le lasci pietrificare mio figlio sta fresco!! Diglielo anche tu Petunia! Ci sarà pure un altro modo per dar da bere quella schifezza a Dudley! Sicuramente con più umanità! - Vernon finì la sua sfuriata e guardò Piton di sbieco: rimaneva impassibile a osservarlo quasi spazientito come se stesse di fronte a un demente.
- Scommetto che lei non ha figli… ah, già scusi aveva già detto che i bambini li preferisce fritti… quando ha detto che provava piacere a uccidere intendeva forse che se le mangiava le sue vittime? In questo caso non mi stupirei che avesse voluto di proposito far ingrassare Dudley… -
 Odio. Odio puro. La mente di Piton era inondata d' odio. Gli insulti di quel babbano! Come poteva tollerarli? O forse doveva perché per quanto meschino, mediocre, insulso fosse quell' essere che aveva davanti... Piton si morse un labbro. Le formule tre maledizioni senza ritorno gli erano tornate d' improvviso alla mente, spettri silenziosi e carichi di potere, spettri che credeva di aver cacciato dalla sua mente. Gli occhi di Piton brillavano di una luce minacciosa, ma l' uomo rimaneva in silenzio.
- No. - disse infine - Mai mangiato nessuno, fin' ora. Ho fatto di peggio, credo. E sembra quasi che lei sia ansioso di avere una dimostrazione pratica -

- Non si disturbi, si figuri... Ma se lei può avvalersi della nomina di essere umano, permetta che prova a far bere questa brodaglia a mio figlio con altri sistemi... lei ovviamente assicura che gli farà... bene... insomma, lo farà tornare normale...

- Se posso avvalermi della nomina di essere umano? La cosa non è ancor certa, un paio di commissioni speciali si riuniscono settimanalmente per discutere della faccenda, e ancora non sono arrivate ad alcun risultato definitivo... quanto a suo figlio, non è che ci tenga poi tanto a pietrificarlo, ho già visto il padre in versione granitica, e mi è bastato per farmi un' idea... io ho detto soltanto che questa sarebbe stata la MIA linea d' azione, se voi riuscite a fare diversamente accomodatevi pure... ed io me ne rimarrò in un angolo a godermi la scena. Quanto agli effetti della pozione, non avete da temere... se avessi voluto, o potuto, farvi del male, del male sul serio intendo... non avrei atteso così a lungo. -

Petunia sospirò...
- Ah, uomini... chiacchierano, chiacchierano, e perdono un sacco di tempo! -
Petunia lasciò perdere Vernon e Piton, prese la bacchetta, e guardò Duddy... il ragazzino le rispose con uno sguardo terrorizzato.
- Su, Duddy...vieni dalla mamma! -
"Come si fa a pietrificare una persona?!"
Petunia iniziò a dire cose a caso: - Pietrificati! Fatti pietra! Diventa pietra! Sii una roccia... -

- Pietrificus Totalus. - suggerì Piton con un sorriso appena accennato - La formula è Pietrificus Totalus. E bisogna puntare la bacchetta. Anche se io non userei mio figlio per il primo esperimento in questo campo... beh con un figlio come il vostro forse sì... ma lasciamo perdere. Pietrificus Totalus. -

- PETUNIA!! Ma sei impazzita?! Come puoi fare una cosa del genere a TUO figlio!?!?! Proprio tu! Che hai sempre detestato ogni forma di magia o cosa o fatto anormale e non razionale!! -

- Ok... pietrificus totalus... Duddy, stai fermo... fammi prendere la mira! -
Petunia puntò la bacchetta e... Pietrificus Totalus fu.

- Adesso serve un imbuto - Fu l' unico commento di Piton.

Vernon era rimasto ancora una volte "pietrificato" nel senso lato del termine, a vedere la moglie fare una cosa del genere contro il suo stesso sangue. Evidentemente aveva perso la ragione! Vernon afferrò di scatto quell'arnese che chiamavano bacchetta dalle mani ancora incerte e stupefatte della moglie, deciso di farle ritrovare il lume della ragione.

Piton si chiese se fosse il caso di avvertire l' uomo del potenziale pericolo che correva. Poi decise di no.
- La pozione si sta raffreddando. Dobbiamo fare in fretta. -

- Santo cielo!- disse Petunia -Muoviamoci! E speriamo che io non debba pietrificare anche mio marito! -

- Attenta Petunia. Non vorrei che quella di pietrificare la gente diventasse un' abitudine. Oltretutto nemmeno sai come rompere l' incantesimo. la magia è pericolosa, non in se stessa ma per l' uso che ne possiamo fare. anche tu l' avevi detto, prima. E ora, dove possiamo trovare un imbuto? -

- Beh...potrei provare a pietrificate lei, Piton, se proprio non riuscissi a resistere al desiderio di fare una cosa del genere... E la contro-formula può sempre insegnarmela, no?
Un imbuto... è lì... sul mobile.-
Petunia accostò una sedia al mobile, e ci salì, per prendere l'imbuto che era troppo in alto per la sua statura.
 - MADRE SNATURATA!! Come hai potuto fare una cosa del genere a tua figlio?!?
Vernon era allibito, ma l'indignazione di essere continuamente ignorato dalla moglie era troppa per non reagire con una sfuriata.
- Petunia, - Vernon cercò di ritrovare la calma, almeno apparente - perché non ci sediamo un attimo e non ne discutiamo con calma? Tanto Dudley non può muoversi, e se il signor mago ci fa la cortesia di andarsene da un'altra parte per due minuti...-
L'uomo guardò Piton con aria eloquente ma non era sicuro che questi potesse capire.

- Se intendessi ascoltare i vostri discorsi che io sia presente o meno non conterebbe. - disse Piton con un sorriso - Ma se ci tenete, tolgo pure il disturbo. Almeno per adesso. -

Vernon guardò quell'essere uscire dalla cucina con l'espressione più disgustata che riuscisse a deformargli la faccia.
Poi si rivolse alla moglie prendendole quelle mani che avevano tagliuzzato cose immonde e perfino stretto una bacchetta.
- Petunia... noto dei cambiamenti in te... -

- Oh, Vernon, no! Come puoi dirlo?! Io agisco solo per il bene di Duddy...e poi, se diamo un po' di soddisfazione a quel Piton, lui andrà via! E tutto tornerà normale! -
Petunia stampò un sonoro bacio sulla guanciona di Vernon, e aspettò che replicasse.

Piton camminava lentamente per il salotto. Lupin era nascosto dal suo giornale, non era possibile dire se fosse sveglio o dormiva... non che la cosa a lui importasse. E ovviamente sentiva tutto quello che si dicevano i coniugi Dursley... pretendere della riservatezza da parte sua a questo punto era davvero un po' troppo.

Petunia guardava suo marito, in attesa di una risposta... che sembrava lenta a venire.
Chissà se Piton stava combinando qualcosa con quel Lupin...
E se Duddy aveva tratto giovamento dalla pozione...

- Petunia, ti ho vista prima agitare questa bacchetta in aria. Hai colpito nostro figlio con decisione, non mi sembra proprio che tu abbia agito per il SUO bene! Non hai minimamente cercato di spiegargli cosa stava succedendo e perché agivi così! Avevi una strana luce nei tuoi occhi, era come se ci provassi gusto a rendere il nostro Dudley di pietra! Tutto d'un tratto ti sei messa a trafficare con robe schifose sotto gli ordini di quel transilvano. Senza dare una parola di spiegazione a noi che siamo la tua famiglia. Ci hai deliberatamente ignorati! -
Vernon fissò la moglie negli occhi.
- Tesoro, quel mago ci ha annunciato che ci sono delle persone che vogliono uccidere Harry e che non esiterebbero ad attaccare anche noi. Se fosse vero, anche solo il sospetto, non credo che mai potremmo tornare a vivere una "vita normale". C'è una parte di mondo che non conosciamo e che non possiamo prevedere. Viviamo insieme da quindici anni. Non mi importa se tu hai o gli altri credano che tu abbia dei poteri magici. Ma mi importa sapere se potremmo continuare a vivere la nostra vita in maniera sufficientemente decente per molti altri anni. Insieme. Come abbiamo fatto finora. Potremmo ancora sperarlo, Petunia? -
L'uomo fece una pausa e aggiunse:
- Vorrei anche sapere cosa è successo qualche ora fa in camera degli ospiti, quando vi ho trovato tutti ammucchiati… -

- Ammucchiati?! - Petunia storse la bocca, ed i suoi occhi si riempirono di lacrime - Ammucchiati?! Oh, Vernon, non ti riconosco più io! Sento un tono malizioso in questa domanda...come puoi! Come puoi? Io ho agito SOLO per il bene di Duddy! Come potevo spiegargli tutto? Ho dovuto fare buon viso a cattivo gioco! E certo che la nostra vita tornerà normale... se solo tu lo volessi! Perché credo che tu non lo voglia più! -
Petunia si alzò di scatto... e fece qualche passo.

- Io VOGLIO che la nostra vita ritorni normale, Petunia, ma non mi sembra più possibile! Non credo affatto che tu stia agendo SOLO per il bene di Dudley! -

Piton a quell' ultima frase per poco non scoppiò a ridere. Se non lo fece fu solo perché, inspiegabilmente, Vernon Dursley cominciava a parlare in maniera ragionevole, ed un simile comportamento non andava avvilito sul nascere.

-Oh, Vernon, no, no... io sono NORMALE! Io VOLEVO aiutare Duddy! E voglio stare con te, come sempre, in pace! Perché insisti a non credermi? Vuoi che vada via?! -

- No! assolutamente no! non voglio che tu te ne vada. Ma non vorrei che negassi te stessa solo per farmi piacere... voglio che tu sappia... anche se tu fossi una strega... io ti starei vicino... come se nulla fosse... ci riuscirei... credo... i miei sentimenti non cambierebbero... nei tuoi confronti... abbiamo passato tanto tempo insieme... insomma... hai capito? -

Il rumore di uno squillo. cosa era mai? Dopo un primo momento d' allarme Piton si rese conto che a strillare a quel modo era il telefono cellulare che Weasley aveva insistito perché lui comprasse. L' aggeggio infernale si trovava nella sua valigetta al momento, in cucina, e senza curarsi troppo dell' intimità dei due coniugi, l' uomo si diresse a larghi passi verso l' oggetto trillante.

- Chi è là? Virginia Weasley? Harry è vivo se è questo che vi preoccupa. Leo-chi? Ah, il gufo... cosa vuoi che ne sappia io del vostro gufo! -

E chiuse il telefono in faccia alla ragazzina. O almeno era convinto di averlo chiuso, perché con quegli aggeggi elettronici...

- Harry, - disse poi con calma - il gufo dei tuoi amici è pietrificato nella mia stanza. Ti spiacerebbe andarlo a recuperare? -

Solo quando il ragazzino aveva già salito di corsa le scale Piton si ricordò che Petunia aveva trasformato la sua camera in una specie di campo minato. Ma non per questo di degnò di avvertirlo.

- Vi lascio alla vostra discussione. - disse poi ai due Dursley - Vi consiglio tuttavia di parlare più piano... e se non altro mi sembra che il marmocchio stia tornando al suo stato di normale obesità. Quando vorrete un figlio non più in pietra ma in carne e ossa chiamatemi. -

- Grrrrazzie... - ringhiò Vernon. Quanto gli stava sui nervi quel tipo!!

Petunia accarezzò il grosso faccione di Vernon.

-Oh, tesoro! Si, capisco quello che vuoi dire, ma appena questo tizio se ne andrà, tornerà tutto normalissimo! Adesso pensiamo a Duddy...

Piton si guardò intorno, una profonda angoscia sembrava essersi impadronito di lui. Ognuna delle persone in quella casa sembrava avere il potere in un modo o nell' altro di ricordargli il male che aveva compiuto e il dolore, il dolore... Il mago si alzò di scatto, e corse alla finestra: poi chiuse gli scuri, senza guardare fuori più di un istante. E quell' istante era bastato, per sapere che la sua angoscia non era naturale.

- Dissennatori - sibilò l' uomo - dissennatori per tutto il quartiere. ed i babbani non possono vederli, ma io sì, e anche Potter... una trappola, per farci uscire allo scoperto. -

Il mago scambiò una breve occhiata con Lupin, e poi si diresse verso la cucina:

- La normalità è finita. - annunziò - Il nemico ha sferrato il suo primo attacco. Qui dentro siamo al sicuro, almeno per ora, ma nessuno, dico nessuno, dovrà lasciare questa casa. -

Petunia sgranò gli occhi alla dichiarazione del signor Piton.

- Cosa? Cosa diavolo succede, Piton? -

Era agitata, agitatissima...

 - Dissennatori. - Rispose l' altro concisamente - Vai a qualsiasi finestra e ti renderai conto da sola di cosa parlo. I babbani non possono vederli, anche se sentono la loro presenza...

Petunia si avvicinò ad una finestra, e aprì un po' le persiane... le richiuse di scatto, pallida.

- Argh! Che roba è quella?! È orribile, orribile! Sembrano dei cadaveri coperti di stracci... e, chi ha spento il riscaldamento? Ho freddo! -

- Dissiche?! Cosa sono?! E cosa vogliono da noi?! -

Vernon si alzò: la presenza di quell'individuo era già abbastanza scavolante da sola, l'invasione di un mostro - lupo dietro un giornale in salotto era ancora sopportabile, ma che ora degli esseri dal nome impronunziabile gli impedissero perfino di uscire di casa era davvero troppo! L'uomo guardò dalla finestra.

- Io non vedo niente!! -

- Solo i maghi possono vedere quelle creature - spiegò Piton - Ma qui dentro siamo al sicuro per ora... in realtà è solo una la cosa che temo... -

 - Cosa? Cosa teme? E che genere di creature sono mai quelle? -

 - Temo... tu l' hai chiamato l' oscuro buffone, Petunia, ed è l' uomo che io servo, l' uomo che dato inizio a tanta distruzione, l' uomo che ha ucciso tua sorella. Perché contro di lui... contro di lui io posso solo farmi uccidere... o peggio... -

- Peggio?! - sbottò Vernon - Potrebbe ucciderla anche se la serve? Ma chi diavolo è sto Buffone oscuro?! -

- Mio Dio...- Petunia si lasciò cadere sulla sedia più vicina, e scosse la testa, incredula.

- E questo oscuro buffone è tanto pericoloso? Tanto pericoloso da mandare in giro quei cadaveri ambulanti coperti di stracci? Ma chi è? E...cosa vuole? Come, perché? -

Per la prima volta, Petunia percepiva un nuovo pericolo da quel mondo che aveva sempre disprezzato...un oscuro pericolo..

- L' oscuro signore, Colui che non deve essere Nominato, Lord Voldemort, Tom Orvoloson Riddle - disse Piton cupamente - il suo desiderio di conquista e di potere è più forte di qualsiasi altra cosa... e c' è stato un tempo in cui io sono stato così folle da seguirlo. Ma non sono un servo fedele, altrimenti avrei già deposto ai suoi piedi i vostri corpi mutilati. E lui vuole vostro nipote, perché una volta l' amore di Lily per suo figlio è riuscito a sconfiggere, e quello sciocco ragazzino è un simbolo che deve distruggere a tutti i costi. E da un po' che sto a ripetervelo in realtà, e spero che finalmente vi siate decisi ad ascoltarmi.  

- Ma quest'uomo non lo ho mai sentito nominare...il suo nome non è neppure nella lista dei più ricercati... non posso crederci... Cos'è, un Serial Killer? Ed ha...ha ucciso Lily? - Petunia storse la bocca, un gesto che non avrebbe voluto farsi scappare, ma che non riuscì a trattenere.

- E vuole uccidere Harry? Eh? -

Petunia provò l'impulso di nascondersi dietro un muro di indifferenza, ma questa volta, sfortunatamente, non ci riuscì.

- Non capisco...se è tanto forte...noi che possiamo fare? -

- Sperare che non sappia dove ci troviamo. Questa casa è protetta, o almeno lo era, prima che pubblicaste con tanta solerzia la sua ubicazione sui giornali babbani. Inoltre l' Oscuro Signore non è il nostro solo avversario, e contro gli altri invece, qualche cosa la posso fare, più di qualcosa. -

- Oddio...oddio...Siamo nei guai! Servirebbe scappare? -

Vernon non si fece molti scrupoli

- Ma se gli consegnassimo il ragazzo, ci lascerebbe in pace… -

- Potter non si tocca. - disse Piton seccamente - E quanto a scappare... se sarà possibile lo faremo. Muoverci ora però non converrebbe. -

Petunia scosse la testa... supplizi, Dissiequalchecosa, Buffoni Oscuri...Lupi Mannari amici del marito di sua sorella... e Harry, e Lily... e... lei. Cosa era peggio? Scappare... ma se era così a cosa sarebbe servito scappare?

Se sapevano dov'erano... sarebbero tornati, li avrebbero trovati.

Guardò la casa che per anni aveva ospitato lei e Vernon e Duddy, e persino Harry. La casa con gli splendidi parati rosa confetto, ed i cuscini di raso, l'odore di colonia...

- Di qui non scappo... - disse piano - Lo so. Lo ho proposto io stessa... ma di qui non scappo. -

Lupin era rimasto in silenzio, a pensare. Ma una casa circondata da Dissennatori non era un argomento su cui ci si potesse mettere a fare troppe riflessioni: una casa circondata da Dissennatori era un guaio, e grosso. Soprattutto perché dietro l'angolo poteva esserci ben altro.

- Anche se evocassimo Patronus in continuazione... non servirebbe. I Patronus non funzionano contro di Lui. -

Guardò Piton, e gli sembrò che il suo sguardo fosse piccato, ma tanto era sempre così.

Poi fissò i Dursley : -Mi spiace che ci finiate dentro. Ma siete stati un po' imprudenti. E, per conto mio, posso dire che farò di tutto per aiutarvi. Ero il miglior amico di James... il padre di Harry. Non ho voglia di vedere altri innocenti al supplizio, anche se... sembra inevitabile.  

- Malgrado ciò che lei possa pensare, non sono così spregiudicato. - ammise Vernon - Prendevo solo in considerazione l'idea nel caso ci trovassimo alle strette: se dovessimo scegliere tra Harry e la mia famiglia non esiterei a mandare il ragazzo nelle mani di un assassino, e non mi vergogno ad affermarlo. Mi verrebbe da chiederle, visto che ci tiene così tanto, perché non lo affidano a lei nel periodo estivo! -

- Non scapperemo perché farlo adesso sarebbe troppo pericoloso. Il nemico non aspetta altro temo. Ho una passaporta con me, nella stilografica che ho nel taschino. Quindi la via ci sarebbe persino... e nel momento in cui mi parrà sicuro percorrerla non rimarremo qui un minuto di più.
Affidarmi Harry in estate? - Piton fece un sorriso cattivo -Una parte di me vorrebbe che qualcuno avesse pensato una simile cosa... ma è la mia parte sadica. Il ragazzo comunque è più importante di tutti voi, o almeno io la vedo in questo modo. E quanto a te, Remus, quali innocenti vuoi salvare per prima? Barricarci in casa sarebbe la soluzione migliore... anche se forse non sembrerà tale ai babbani là fuori che cadranno vittima dei baci dei dissennatori. E... liberat veritas... adesso puoi anche mentire... le menzogne potrebbero servire in futuro. -

Lupin fissò Piton quasi disgustato.

- Nessun babbano innocente dovrà morire, Severus! Come puoi essere tanto spregevole? Dobbiamo salvare Harry, ma non possiamo farlo a spesa di altre vite, se non delle nostre! -

Petunia era confusa...cosa sarebbe successo? Cosa?

Vernon irruppe animoso.

- Ha perfettamente ragione! Solo a spesa delle VOSTRE vite! -

- Nessuno deve morire, a parte eventualmente noi? Può anche starmi bene. Se riesci a propormi un piano fattibile, e non un inutile suicidio. -

In quel momento Harry comparve sulle scale. Era pallido in volto, sembrava prossimo a uno svenimento.

- Sta bene - disse poi Severus - andrò fuori. E cercherò di parlare con chi guida quei dissennatori. Se è uno degli scherani di Voldemort posso ingannarlo o vincerlo con la forza. Se è l' Oscuro in persona. Spero solo non sappia ancora del mio tradimento. Anche in quest' ultimo caso potrei comunque darvi il tempo necessario a fuggire. -

- Sei sicuro di ciò che dici Severus? -

- Si, lo sono e... Aspetta! - disse poi il mago alzandosi ed era pallido in volto - Nella magia... non senti lupo? Sta succedendo qualcosa di strano. -

Vernon si guardò intorno, ma lui non avvertiva nulla.
Harry intanto sentiva la cicatrice bruciare e la testa quasi esplodere.

Petunia si girò quasi d'istinto verso la porta...e sgranò gli occhi, era luce? Luce che filtrava dalla serratura, dai contorni del portoncino di legno...? Luce?
Lupin si drizzò, in ascolto... -Severus...?- disse in un sussurro, terreo in volto, e il suo tono era disperato. Il suo sguardo corse su Potter...
Petunia annaspava nell'incapacità di comprendere...voleva indicare quella luce, mostrarla, ma non ne trovava la forza. Arretrò di qualche passo...

"È arrivato il tempo...è arrivato il momento. La Morte..."
La luce invase la piccola casa dei Dursley e baluginò, simile ad una lama immateriale pronta a ferire gli occhi oltre che le menti...
Quando il lampo cessò... non v'era più porta che chiudesse la casa, che la proteggesse...
"Eccomi...dopo tanta attesa, tanta ricerca..."
- Oh, mio Dio...- disse Petunia.
Le vesti nere mosse da una brezza fredda, innaturale, danzavano intorno ad un corpo più da statua che da uomo. L'alto incappucciato sorrise... l'unica parte visibile del suo volto era la bocca... quasi senza labbra, bianca. Poi alzò la testa, e un lampo rosso di malvagità e freddezza scintillò per un attimo.
"Sono arrivato...atteso od inatteso... come la Morte, che coglie il vecchio nel suo letto, o il bambino tra le braccia della madre."
- Eccomi, alla fine. - disse, con voce di metallo. Bassa e sonora.

 

 

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