Capitolo Undicesimo
Piton guidò Gwillion verso il Lago, raccontandole, di tanto
in tanto, qualche aneddoto sulla storia del Castello, e poi sulla piovra
gigante.
Infine raggiunsero la riva del lago, ed il mago indicò dei lunghi tentacoli che
fuoriuscivano dall'acqua scura...
- Ecco, guarda! Quella è la parte più notevole della Piovra! Non per nulla è
l'unica sua parte che qualcuno abbia mai visto... ma tu fai conto di aver visto
una rarità! E lì... quella non è Silvia?- chiese. E si diressero verso la
ragazza.
Silvia era intenta nei suoi pensieri, non per nulla si era
diretta verso il lago proprio per riflettere... ma non le sfuggì lo stesso il
rumore di passi. Si voltò per vedere chi fosse e vide avanzare Severus e
Gwillion.
- Avete avuto il mio messaggio? - domandò quando si avvicinarono.
- Si - disse Severus - Abbiamo letto il tuo messaggio... e non abbiamo capito nulla. Se non che... in qualche modo... hai gabbato Crouch, e che ora sta dormendo... in camera vostra. Anche se questo lo abbiamo scoperto dalla mappa... Adesso, prima di ogni altra considerazione... come sei riuscita a metterlo fuori gioco? E... sai, non hai un bell'aspetto... - disse Piton.
- L'ho messo fuori gioco con una pozione soporifera che ho... ehm preso in prestito... dal tuo ufficio la sera che siamo arrivate qui... - e arrossì leggermente - a proposito, quanto dura l'effetto? E poi... lo credo che non ho un bell'aspetto, sono esausta... - ma non riuscì a sostenere il suo sguardo e guardò ostinatamente il lago.
Piton poteva credere alla storia della pozione soporifera,
ma non al resto.
Afferrò la ragazza per un polso, e la costrinse a guardarlo.
- Non dirmi bugie! Cosa hai fatto? Quale sciocchezza hai commesso?... Te lo
leggo in faccia... -
Questa era davvero la goccia che aveva fatto traboccare il vaso... Silvia era un mix esplosivo di stanchezza, paura, tensione nervosa accumulata durante tutta la mattinata e aveva davvero bisogno di un obbiettivo sul quale scaricare tutto quanto... e chi meglio di Severus?
- Lo vuoi veramente sapere cos'ho fatto? - gli disse, gli occhi fiammeggianti d'ira, la voce così sarcastica e crudele che quasi non la riconosceva lei stessa... - Ci sono andata a letto, sei contento adesso che lo sai? Cos'è, vuoi anche sapere se mi è piaciuto? Vuoi i particolari più succosi e intimi? Vuoi sapere com'è fare l'amore con un uomo che ti fa ribrezzo e dover immaginare che abbia la faccia di un'altro? -
E chiuse istintivamente gli occhi, desiderando di non aver mai pronunciato quell'ultima frase... aveva esagerato... Le si riempì il volto di lacrime... - Scusa... non so cosa dico, è solo che stanotte non ho chiuso occhio e stamattina... ho solo bisogno di ventiquattro ore filate di sonno... -
Piton ebbe un moto di disgusto... ma fu solo un attimo.
Sapeva bene che la disperazione poteva indurre un uomo... o una donna, a fare
molte cose... cose di cui pentirsi... e pentirsi amaramente.
Non di meno era furioso. Furioso con sé stesso, con Silvia, con Crouch con
Voldemort, sì... soprattutto con Voldemort, lui era la causa di tutto. Ma il
Professore di Pozioni avrebbe dovuto difendere quelle ragazze... eppure,
eppure...
Fissò Gwillion, e si chiese cosa stesse pensando lei. Poi piantò il suo severo
sguardo su Silvia... voleva essere consolata? Ma era consolazione la cosa
migliore da offrirle?
Quella ragazza aveva semplicemente tentato un gesto di pura follia e sfida...
piuttosto che chiedere aiuto.
L'afferrò, e la trascinò sul bordo del lago, costringendola ad abbassare la
testa al livello dell'acqua...
- Guardati !- gridò - Guardati! Cosa hai fatto! Sei una bugiarda... sei stata
tu a volerlo! E deve esserti piaciuto... perché c'erano un milione di altre
possibilità, e tu hai scelto la più squallida solo per vendetta! -
Poi alleggerì la presa, ed anche la sua voce aveva una sfumatura più dolce...-
Perché non hai chiesto aiuto? Non avresti dovuto farlo... ma non temere... tenteremo
di riparare, o di dimenticare... ma la prossima volta... fidati di me, fidati
di noi, sciocca! -
Piton chiese soccorso a Gwillion... forse una donna poteva essere più indicata
a consolare Silvia in quel momento.
E lui... lui voleva solo allontanarsi, disgustato da sé stesso, in preda ad un
vago senso di colpa...
La faccia di un altro uomo... e il modo in cui l' aveva
detto, fissando Piton con occhi di fiamma... Gwillion aveva la vaga sensazione
che quella conversazione non avrebbe dovuto essere per le sue orecchie. Ma
invece era lì, e non poteva far finta di nulla, non del tutto... eppure, come
consolare quella ragazza che quasi non conosceva?
- Silvia... -
sussurrò, venendole accanto esitante.
Silvia sorrise a Gwill... un sorriso triste, ma sorrise... - Sto bene, davvero... ho solo bisogno di un
po' di riposo, e di ritrovare un certo equilibrio mentale... -
e smise di parlare... prese una manciata di sassolini e li gettò nel lago,
restando per tempo immemore a guardare la superficie dell'acqua che si
increspava, persa in un turbinio di pensieri.
Era stato così diverso quella mattina, quando Barthy l'aveva baciata e a lei
era sembrato che il mondo si fosse fermato a quell'istante...
L' unico conforto che Gwillion poteva dare all' altra era allontanarsi. Era
poco lo sapeva. Ma la ragazza conosceva il valore del silenzio. E si incamminò
senza parlare.
Barthemius Crouch si destò... stava sognando... un sogno
piacevole... era in camera di Silvia, ed avevano...
Si alzò, e gettò uno sguardo distratto tutto intorno. Era successo davvero?!
- Wow! - si lasciò sfuggire il Mangiamorte. E Silvia dov'era? Doveva essersi
allontanata... forse stava spiando i loro nemici. Barthy si sentì in colpa...
lei indagava, e lui stava dormendo? Decisamente i troppi piaceri dovevano
averlo messo KO.! Si rimise in piedi e si rese presentabile. Poi percorse la
stanza con lo sguardo... e gli venne in mente che Voldemort gli aveva chiesto i
vestiti che le ragazze avevano indosso appena giunte... dove poteva trovarli?
La soluzione si presentò quasi subito: c'era una cesta piena di strani abiti.
Crouch li raccolse e li infilò a casaccio nella sua borsa. Adesso doveva solo
correre da Voldemort... Ma sarebbe tornato subito, dopotutto Silvia lo
aspettava... Uscì furtivamente dalla camera, e percorse il passaggio segreto
per uscire da Hogwarts, per raggiungere un posto dove fosse possibile
smaterializzarsi...
Mettere indosso l'
abito verde con la magia sul corpo di una donna era stato facile, non troppo
difficile era stato anche sfilarlo con mani umane, più complicato invece si
rivelò tornare a rimetterlo, ma fu un' operazione divertente, anche se
interrotta talora da baci e frasette quasi prive di senso. Tuttavia alla fine
l' oscuro signore raggiunse il suo scopo, e si voltò a rimirare la fanciulla,
raggiante.
Mac sorrise.
- Alla fine, Voldemort, stai iniziando a trovare piacevoli occupazioni molto...
umane? Deve essere stato noioso avere amanti dotate di poteri magici... ma con
me, tutto diventa un gioco più complicato, più dolce... non credi? Forse non
sono una regina, né una Venere, semplicemente sono una donna... ma non per
questo priva di fascino. - Mac rise - Ma ora dimmi, quali cure richiede oggi il
governo del Mondo? -
- Quali cure richiede oggi il governo del mondo? - Voldemort sorrise - In realtà in questi ultimi tempi siete tu e le tue amiche il mio maggiore pensiero... anche se tu... ma non c' è bisogno che te lo dica... andiamo alla sala del trono, perché è lì che ho lasciato scettro e corona. -
- Ti seguirò, allora... fino al tuo scettro ed alla tua corona... - disse Mac, e seguì Voldemort verso la sala rossa. - Ma dimmi, temi forse che noi possiamo essere un rischio? O forse che potremmo diventare un'arma? -
Crouch era in attesa, nella sala del trono di Voldemort. Nascosto nell'ombra. Quando sentì il suono di passi e voci che si avvicinavano, alzò la testa...
- Un' arma, un
rischio... conosci forse un' arma che non rappresenti un rischio? -
Erano ormai giunti alla sala del trono. E lì Barthy Crouch aspettava.
- Un rischio... un
rischio per chi la subisce quest'arma, o forse anche per chi la usa? - chiese
Mac, ma non ebbe tempo di continuare. Barthy Crouch era nella sala. Il
Mangiamorte percorse lo spazio che lo divideva dal Signore Oscuro, e si
prosternò.
- Mio Signore... - disse - Ti porto qualcosa che di certo ti servirà... secondo
le tue giuste richieste.
Crouch fece un cenno, ed ai piedi del Signore Oscuro comparve quello che
sembrava un fagotto...
- Questi sono gli abiti che le babbane (e qui Mac non riuscì ad evitare di
percepire una velata nota di disprezzo nella voce del giovane uomo) avevano
indosso, quando sono arrivate. Sono abiti che provengono dal loro pericoloso ed
incerto mondo (e qui Mac non riuscì ad evitare di sbuffare). Con questi potrai
effettuare i tuoi esperimenti...intanto ti rassicuro sulla fedeltà che ci... ti
sta dimostrando Silvia (e qui Mac non riuscì ad evitare di sorridere, pensando
che Crouch doveva essere cieco). La ragazza si occupa della nostra causa con la
massima dedizione possibile (e qui Mac si chiese perché Barthemius avesse
un'espressione così idiota)... ed ora, se non hai altri ordini.. .altre
richieste... io tornerei ad Hogwarts... - disse Crouch.
- Aspetta - disse
Voldemort e si concentrò sul cesto degli abiti, poi ne estrasse un abito di
seta color pesco, e lo porse al ragazzo - QUESTO, consegnalo a Piton. Credo che
capirà. -
Perché c' era un legame tra colei che aveva indossato quella veste ed il
mangiamorte traditore, c' era e Voldemort lo aveva percepito.
- Un rischio dicevamo... - fece poi rivolto a Mac - i rischi ci sono sempre,
per chiunque, a meno che non si sia abbastanza abili da saperli evitare.
E adesso va, mio fedele allievo, e tieni sempre gli occhi aperti. -
Mac rifletteva...
perché Voldemort aveva dato a Crouch l'abito di Gwillion? Per Piton...
Ricordava perfettamente che era lei ad aver indossato quel vestito, quando
erano arrivate. Cosa aveva visto Voldemort? Tentò di ricordare cosa poteva
essere successo di interessante al Castello fintanto che era rimasta lì... e...
Piton e Gwillion? Era questo? Che genere di messaggio Voldemort voleva mandare
al suo servo infedele? Una velata minaccia? O no... forse qualcosa di più... se
c'era un modo per colpire una persona, questo era senza dubbio ferirla nelle
cose, negli affetti più cari... Si domandò cosa stesse accadendo al castello...
e poi si riscosse, perché per sua natura amava indagare...
Severus lasciò Gwillion e Silvia, e si allontanò. C'erano
mille pensieri nella sua testa...mille preoccupazioni. Ed il senso di colpa...non
gli dava tregua. Ma doveva sentirsi in colpa? No...no! Ricacciò quel pensiero.
Inutile recriminare sul passato, era meglio concentrarsi sul futuro.
Attese di essere raggiunto dalle ragazze, o almeno da una di loro.
Severus vide Gwillion che si avvicinava.
- Cosa pensi? - chiese molto semplicemente.
Severus e Gwillion stavano discorrendo da un po', quando Silvia tornò verso di loro, interrompendoli...con un'altra notizia che Piton non avrebbe tardato a definire "fantastica".
- Sono tornata in camera... volevo riposare un po' - disse infatti la giovane - e lì non ho trovato né Barthy né la cesta con i nostri abiti. -
Ed in effetti il professore spalancò la bocca come se volesse strillare, ma la richiuse subito... dopo aver emesso solo un suono strozzato. Tentò di emettere versi più umani... ma se ne uscì solo con una lapidaria sentenza, che rispondeva solo in parte ai suoi pensieri più che cupi: - E' tornato dal suo padrone. Ed i vestiti li ha portati a lui... Voldemort ha iniziato le sue ricerche... -
Silvia annuì. - In effetti è più che probabile che sia andata proprio così... adesso che ci penso è stato proprio Voldemort a chiedere a Barthy i vestiti... ha detto che voleva studiare noi ragazze, e gli effetti che potevamo avere... mi pare che abbia anche parlato di antimagia... non che abbia capito molto bene quello che stava dicendo a dire il vero... -
- E noi dobbiamo fare lo stesso. - disse Gwillion - E' per questo che Voldemort ha mandato Barthy... ci vuole tutte in mano sua, per impedire che i suoi avversari capiscano il funzionamento dell' antimagia. Ma noi siamo ancora qui, e non possiamo rimanercene con le mani in mano. -
- Lo so... - disse Piton cupamente - Semplicemente io non volevo che voi foste delle cavie... creature su cui sperimentare... perché adesso non abbiamo nulla... solo voi che siete rimaste qui. E se dovessimo iniziare una sperimentazione... - Piton distolse lo sguardo - Sarebbe direttamente su di voi. E non mi piace. Tuttavia... dovete anche essere voi a decidere. E dovremo parlarne a Silente. -
- Certo dovremo parlarne con Silente. - ammise Gwillion - E comunque torno a dire che non è necessario sperimentare su di noi, basta che noi siamo presenti nello stesso ambiente in cui vengono compiuti i vari incantesimi... almeno per cominciare. -
- Già... ma... come sai... adesso sopportare di doverti, di
dovervi sottoporre a qualcosa di potenzialmente pericoloso è davvero...
terribile. - e scoccò alla ragazza un'occhiata piena di significati.
- Terribile... sono lusingata da una
simile parola. - disse Gwillion, ma non sorrideva, era seria in volto
- Si, terribile... e questa parola, con tutto ciò che comporta, è la prova più
grande che posso offrirti di me... di quello che sento. E purtroppo, a causa
mia, terribile sarà un termine che tornerà... spesso... - disse Piton.
- No. Non a causa tua. -
Disse Gwillion. Meglio non pensare alla ripicca nominata da Silvia. Meglio
proprio di no.
Piton non sorrise, né disse altro che - Vieni, torniamo nel mio studio... -
Tanto ormai peggio di così non potrebbe proprio andare...
pensava fra sé e sé Silvia.
Per me va bene, sono disposta a fare da
cavia, parlate con Silente e fatemi sapere cosa dobbiamo fare. Bisognerà solo
stare attenti che Barthy non mi scopra, o saranno guai... anzi adesso è meglio
che torni in camera... - fece per allontanarsi e poi si rivolse verso Piton -
comunque, mio caro, lasciati dire che non hai capito proprio nulla... se ho
fatto quello che ho fatto non è stato certo per una stupida ripicca verso di
te... sono sportiva, so perdere quando è il caso... L'ho fatto solo perché
Barthy pensasse che io mi fido ciecamente di lui, e perché anche lui a sua
volta si fidi di me...
Scendi dal tuo piedistallo, sul quale fra l'altro ti ci sei messo da solo...
potrà sembrarti una sorpresa, ma il mondo non gira intorno a Severus Piton... -
Raggiunse la camera che aveva diviso con le altre e finalmente, esausta si lasciò cadere sul letto e si abbandonò ad un sonno ristoratore e confortante.
- E tu sei
abbastanza abile da evitare i rischi? - domandò Mac - Mi chiedo... perché non
mi hai chiesto nulla delle mie compagne di viaggio? In fondo... non sai nulla
di me, neanche di me. E questi abiti... ti saranno davvero utili? -
Poi gettò un'occhiata distratta al cesto, e tra i tessuti di colori diversi che
ne spuntavano, notò un pezzo di stoffa nera... un lembo del mantello che si era
tolta dopo il primo tentativo di fuga... infilata in un taglio c'era ancora una
foglia, ormai secca. Sorrise e poi le venne in mente che oltre quel mantello non
c'era altro di suo lì... prima di fuggire s'era cambiata in camera di Piton...
dunque Piton aveva ancora i suoi abiti... se non li aveva gettati. Sorrise
ancora.
- Le tue compagne di viaggio... - Voldemort sorrise - era proprio la domanda che stavo per porti. Si direbbe quasi che tu mia abbia letto nel pensiero. E tuttavia mi chiedo se vorrai rispondere, o non cercherai piuttosto di eludere la domanda.-
- Eludere la domanda... a che servirebbe? Rispondimi... servirebbe? No. Lo sai tu, e lo so io. E visto che non intendo mortificare la mia intelligenza... che purtroppo per entrambi ho in grande stima, ti dirò quello che vuoi sapere. - Mac sorrise - Ed in ogni caso, ho fatto la mia scelta, restando qui... per quanto io non sia propensa a violare... i miei famosi principi. Cos'è che vuoi sapere? E sappi che il tuo gesto di prima... mandare un abito a Severus, non m'è sfuggito. Era l'ammonimento di un Dio? Non hai bisogno di giocare con le parole, non con me. Sii chiaro... cosa vuoi sapere?
- L' ammonimento di un Dio... forse più semplicemente volevo ricordare al mio servo infedele che non è così facile ingannarmi. E ciò che voglio sapere... tutto, diciamo, i vostri nomi, chi siete, da dove venite, come vi siete incontrate... perché in qualsiasi informazione apparentemente inutile potrebbe celarsi il motivo della vostra venuta. -
Mac sospirò - Hai
tempo? E' una storia davvero lunga... soprattutto se devo raccontarti ogni
cosa. Come ci siamo conosciute... dunque, in effetti non ci conoscevamo che
attraverso un... come spiegarlo? Una lavagna virtuale, immagina... uno specchio
"magico", dove la magia vera è sostituita dalla tecnologia... lì
scrivevamo i nostri commenti su di voi. Ti ho detto che nel mio mondo, tu,
Severus... e tutti qui, non siete che personaggi di un racconto. Un giorno,
dopo lunghe discussioni attraverso il nostro bislacco mezzo di comunicazione,
abbiamo deciso di riunirci. Di conoscerci davvero. Fu così che ci demmo
appuntamento proprio nella mia casa; erano arrivate tutte da poco, quando abbiamo
acceso il... computer... e... dopo aver visto nello schermo una specie di
interferenza... ci siamo trovate ad Hogwarts, dove uno studente aveva appena
tentato una maledizione... malriuscita. Tutte noi sei... siamo italiane. Anche
se proveniamo da parti molto diverse dell'Italia, ad esempio... Gwillion vive
in Sicilia, Alostrael, Silvia, Welverance vivono al nord. Kikka... non ne ho
idea a dirti il vero. Ed io vivo in Campania... ed in quanto al mio nome...
suppongo che tu non lo abbia dimenticato così in fretta, ed è comunque,
Mariacarla. Non posso dirti molto di noi... stavamo per conoscerci, ma non ne
abbiamo più avuto occasione. Una cosa posso dirti: noi tutte siamo abbastanza
diverse tra noi... beh, detto in confidenza... a loro piace Severus. Io non lo
trovavo antipatico, ma... ho altri gusti... - Mac sorrise, e proseguì il
racconto, enumerando quanto sapeva delle altre ragazze, e raccontando di sé
stessa.
- Insomma... credo di averti detto tutto... non sappiamo né come, né perché, in
definitiva. E' molto poco quello che so. Non so perché il mio computer sia
impazzito... né come abbia fatto a diventare una porta per altri mondi...
tuttavia continuo a credere che non sia stato solo a causa della maledizione
fallita di un ragazzo, perché.. .in tal caso avremmo potuto essere richiamate
dieci milioni di volte... io credo. Ma... beh, non so... non è di certo tutto
merito del mio PC... o della mia casa... - ridacchiò - Oltre piccoli episodi di
sensitività, o oltre qualche blanda dote di psicometria, che si manifesta molto
raramente, non credo che né io né il luogo abbiamo granché di bislacco... -
- Torniamo... verso il tuo studio. -
Ripeté Gwillion in un filo di voce.
Piton guidò Gwillion nel suo studio. Aprì la porta... e si
bloccò sulla soglia. Respirò lentamente e poi entrò fissando l'ospite
inatteso...
- Salve Severus! - disse Crouch - Sono appena stato dal Maestro, gli ho portato
i vestiti delle ragazze... e lui mi ha chiesto, non so perché, di darti questo.
Ha detto che avresti capito.. .arrivederci Severus! -
E il Mangiamorte uscì dalla stanza.
Piton strinse tra le mani ciò che Barthemius gli aveva passato.
Andò a sedersi sulla poltrona più vicina, guardò Gwillion, e le mostrò l'abito
con un'espressione indecifrabile.
"Voldemort sa..." pensò "Lui sa che io... che io..."
Tornò a fissare la ragazza e la strinse a sé, senza una spiegazione.
- Non temere, io ti saprò difendere... almeno te... qualunque cosa Voldemort
creda di sapere, o effettivamente sappia... - disse dopo un po'. E la sua voce
era bassa, quasi impercettibile.
- Vorrei dirti che è solo per un caso che proprio il mio vestito è tornato
indietro - mormorò Gwillion appoggiando il capo sul petto dell' altro - vorrei
dirtelo ma nemmeno io lo credo. E so che mi proteggerai. Di questo ne sono sempre
più certa. Al punto che devo ricordarti, ora che i pericoli sono lontani e
posso permettermi di farlo, che non sono io la cosa più importante nella lotta
che è in corso. Di fronte ad una minaccia imminente con tutta probabilità sarei
di diverso parere. -
Dunkel non aveva avuto difficoltà a raggiungere Hogwarts, né
tanto meno ad individuare la stanza di Silvia per recapitare la lettera della
sua padrona. Zampettando veloce trovò la strada per raggiungere i sotterranei,
i suoi baffi lo aiutavano ad orientarsi e in poco tempo giunse davanti alla
porta della ragazza. Piantò le unghie affilate nella porta di legno facendo il
più rumore possibile sperando che la ragazza lo sentisse. La bestiola
recapitava una lettera di Alo per Silvia:
Ciao Silvia,
come vedi sono ancora tutta intera... cioè più o meno intera... Non hai idea di
quello che è successo in questi due giorni! Ho mandato una lettera ad Harry con
allegati la mappa e il mantello. Gli ho spiegato brevemente dove sono e con
chi, ma non so se ne avete già parlato. Comunque sono ancora ad Hogsmeade, e
sono momentaneamente ospite di... Sirius Black! L'ho incontrato la prima sera
in una specie di pub e siamo diventati amici. Ho anche vinto una cospicua somma
di denaro giocando a scacchi... infatti ho fatto un sacco di shopping, ho anche
dei regalini per tutte voi. A proposito, voi come state? Tutto bene? Come va
con Severus? In ogni caso non farai in tempo a rispondermi, perché entro
stasera conto di essere li ad Hogwarts. Ah un'altra cosa... Questo qui è il mio
animaletto di compagnia. Si chiama Dunkel e, come vedi, è un cucciolo di
pantera. Ma naturalmente è innocuo con le persone di cui mi fido. Ti chiedo un
favore, potresti occupartene tu fino a stasera? Ho pensato che, siccome veniamo
tutti li, è inutile che Dunkel torni indietro.
Per il resto parleremo
direttamente di presenza. Oggi ho ancora delle cose da fare, ma non vedo l'ora
di dirti tutto. Uhm... puoi farmi avere una camera tutta per me?
Grazie della pazienza.
Ah, se puoi avverti Severus del mio arrivo, forse è meglio che parli anche con
lui... o direttamente con Silente... mah comunque vedremo.
Un bacione.
Alo
Silvia lesse avidamente sorridendo fra sé... Alo e Black
insieme... chissà cosa avrebbero combinato quei due... erano certo una coppia
esplosiva... Accarezzò dolcemente Dunkel e decise che si sarebbe presa cura
volentieri di lui... per avvertire Severus... ne aveva avuto abbastanza di lui
per oggi, le spiaceva ma Alo si sarebbe dovuta arrangiare.
Nascose la lettera accuratamente, meglio non farne sapere niente a nessuno.
- A loro piace Severus... - ripeté Voldemort - dunque sembrerebbe che debba essere grato al mio servo ribelle per più di un verso, in tutta questa storia... la storia che ti ha portato sino a me. E la ragazza del vestito rosa, chi è fra queste? -
- Ci sono uomini che sembrano fatti di roccia, freddi, determinati... pericolosi. Piton è di certo fra questi... e tu non vorrai sminuire le sue rare virtù, per quanto siano molti anche i difetti, e... i tradimenti che te lo rendono inviso. Una cosa mi chiedo: perché un Dio senza pietà ha salvato tanto a lungo un servo del quale conosce ogni tradimento? Perché non ucciderlo... fosti tu a dirmi che la morte è piana... e che puoi offrire molto più che un eterno riposo alle tue vittime... perché allora non amministrare la tua "giustizia" nel modo più adeguato? - Mac fece qualche passo - Evidentemente hai altri piani...tu vorresti ancora il controllo di Severus. E' così? A te... piacciono le sfide. Ed evidentemente Piton è una sfida. Piegarlo sarebbe un piacere irrinunciabile... ma come? Quest'uomo apparentemente inattaccabile, gelido... quest'uomo ha un punto debole? Si... l'abito che il tuo solerte Barthemius gli porterà. Ed il velato avvertimento è forse questo:"Attento... io so... e sapendo in ogni momento posso colpirti"? Vuoi ridurlo all'obbedienza... Mi inganno? Ed in ogni caso il nome di quella ragazza... che sia io o Malfoy o Crouch a dirtelo fa lo stesso, è Gwillion... e pronunciando questo nome, non ti ho spianato la strada, perché Severus non è uno sprovveduto, e difficilmente accetterà la resa incondizionata al suo vecchio Maestro... -
- Hai indovinato solo una parte dei miei piani - disse Voldemort ridendo - e non ti racconterò il resto perché presto, presto, potrai vedere con i tuoi occhi quali siano i miei progetti per Severus Piton e no, non è la resa incondizionata che cerco, sarebbe un' offesa all' intelligenza del mio servo... e alla mia. -
- Non sono stata, dunque, alla tua altezza, se non sono riuscita a prevedere dove stai andando... e non mi resta, allora, altro da fare che attendere. Anche se le tue parole... mi incuriosiscono. - disse Mac.
- Puoi sempre pormi
delle domande - disse Voldemort - e anche rifiutandomi di rispondere potrei
concederti qualche indizio. Non ho detto che tu sia in errore, comunque, non è
esattamente quello che ho detto. -
- Domande... - Mac inarcò un sopracciglio - Non sono affatto certa di volerti porre delle domande a questo riguardo. Ma, lentamente, scoprirò comunque piccoli e necessari indizi. Ma dimmi, Signore, ho un'altra curiosità, adesso... quei vestiti, cosa ne farai? Che genere di esperimenti intendi portare avanti? Ci sono dei... laboratori? Luoghi come quello... quello con i globi di vetro? E' lì che compirai le necessarie ricerche? Ed io non posso esserti utile, in questo?
Nagini cominciava a
dare segni d'impazienza... va bene che il Signore e Mac stavano bene insieme,
ma insomma, la stavano trascurando un po’ troppo....
Decise quindi di farsi notare, mostrando a Mac la sua abilità nei salti,
nell'avvolgere la coda in spire complicate ed affascinanti, per poi alla fine
salire sul braccio del Signore oscuro e arrotolarcisi attorno, molto orgogliosa
di sé....
- Puoi, ma non
ora. Non vogliamo altre esplosioni incontrollate, non è vero? - disse Voldemort
carezzando distrattamente il serpente arrotolatosi attorno al suo braccio -
Quanto agli abiti... -
Il mago scioccò le dita e la cesta svanì.
- Ecco, Victor Lestrange saprà cosa farne, gli ho già spiegato la situazione
mentre tu dormivi. -
Mac sospirò - Esplosioni incontrollate... - si voltò verso il muro, chiedendosi se fosse arrossita, dato che il ricordo di quel particolare episodio le creava ancora, per diversi motivi, un certo imbarazzo -Ogni cosa qui ha un senso... solo io sembro essere inutile... io che so solo amarti. - sospirò ancora -Ma, a parte questo, come riempie la sua giornata il Signore Oscuro? -
- A parte immaginare elaborate torture per i propri avversari intendi? - Voldemort sorrise - Non c' è molto da fare per l' Oscuro Signore di questi tempi, in realtà, poiché non è ancora venuto il momento di rendere pubblico il suo ritorno. Attendo, dunque, e penso. E tra un pensiero e l' altro ti chiedo... si era parlato prima di una maledizione malriuscita e di un ragazzo, e non è che per caso il ragazzo in questione è, ancora una volta, Draco Malfoy? -
- Dunque abbiamo un Oscuro Signore votato a restare senza nulla da fare? Almeno per adesso... - Mac inclinò la testa, e socchiuse gli occhi - In quanto alla tua domanda, sappiamo entrambi che la risposta è facilmente intuibile. -
- Votato a restare
senza nulla da fare. Almeno per adesso. Il che è un bene, per te ed i tuoi
principi. - Voldemort carezzò ancora le squame verdi di Nagini, poi la sua mano
scivolò verso quella della donna. - E comunque tu e le tue compagne mi state
dando abbastanza da fare. Presto dovrò chiamare Crouch, io penso, e dargli
nuove istruzioni. -
Barthemius Crouch attraversò di soppiatto i corridoi, e poi
si infilò nella camera delle ragazze. Lì c'era Silvia, con una specie di grosso
gatto scuro.
Gli occhi cupi del giovane uomo si illuminarono alla vista di lei.
- Silvia! - disse, e corse ad abbracciarla. La strinse in un impeto di genuino
affetto, e di un sentimento che non gli era chiaro del tutto. E la baciò
delicatamente.
- Ma dov'eri finita stamattina? - chiese - Io sono stato di nuovo da
Voldemort... -
Silvia rispose alla stretta di Barthy rabbrividendo... di
felicità pensava probabilmente lui, di disgusto sapeva lei... Una parte della
sua mente si ribellava, urlava di smetterla con questa finzione assurda, di
scappare finché era ancora in tempo, prima che fosse troppo tardi.
Ma, ragionò Silvia, ormai ERA troppo tardi... avrebbe dovuto pensarci prima...
battere in ritirata adesso voleva dire mettere la vita di tutti ulteriormente
in pericolo, specialmente la sua e lei aveva cara la pelle...
Si armò quindi di tutta la forza di volontà che aveva e rispose calorosamente
al bacio del giovane mangiamorte.
- Mi sei mancato oggi - gli disse con voce dolce, accarezzandogli i capelli
color del grano... - Sono uscita a fare una passeggiata perché non riuscivo a
prendere sonno e quando sono rientrata non c'eri già più... a proposito... è
stato bellissimo sai... - altro sorriso dolce... Silvia si sentiva la persona
più abietta di questo mondo... come aveva fatto a cadere così in basso - Ma
dimmi, sei stato dal Signore Oscuro... che ti ha detto? - chiese avidamente.
Barthemius era al settimo cielo... dopo molto, molto tempo,
non aveva più solo Voldemort, ma anche questa ragazza... questa strana ragazza
venuta da un posto lontano, misterioso...
Era dolce, era la prima donna che si fosse sinceramente interessata a lui, e lo
guardava con un sorriso così aperto.
Barthy voleva dirle, o darle qualcosa di prezioso... gli venne in mente una
cosa. Infilò una mano in tasca e ne trasse un piccolo braccialetto... era
piccolo, per un bambino, ma sul polso sottile di Silvia sarebbe stato bene.
- Tieni... - disse - Questo regalo è stato fatto a me... da mia madre, appena entrai
ad Hogwarts come studente. Non ho molto altro da darti... ma vorrei che lo
prendessi, perché per me è importante, perché tu sei l'unico legame... oltre il
mio Maestro. E sei un legame diverso. Mia madre mi salvò la vita, forse questo
salverà la vita a te... se un giorno tu fossi in pericolo, ed io non fossi con
te. -
L'accarezzò... e i suoi occhi chiari erano attraversati da una tempesta di
sensazioni diverse.
- Non credevo che tu fossi, così... ma è meraviglioso scoprirti tanto perfetta
per me... -
Silvia prese il braccialetto... le cose si stavano
complicando parecchio... ma d'altronde non era stata lei a volere che le cose
si mettessero esattamente com'erano?
- La perfezione non è di questo mondo Barthy - disse sorridendo, - e non devi
mai, mai vedermi come tale... ma ti prometto che farò del mio meglio per
meritare la tua fiducia... - e si agganciò il braccialetto al polso - Grazie, è
bellissimo... - e gli sfiorò le labbra con un bacio leggero.
- Grazie... - disse Barthy, confuso dai suoi sentimenti e
dalla dolcezza del bacio.
- Adesso, però... dovremmo immergerci nelle ricerche che ci ha ordinato il
nostro Signore... -
- Va bene allora... che dobbiamo fare? - chiese Silvia... finalmente si cominciava.
- Un bene per me ed i miei principi? Quanto grottesche riescono a suonare queste parole... ma non ha importanza. Avverrà ciò che è necessario avvenga...per necessità, e la necessità è figlia della Fortuna. Necessità... Ananke... - Mac sospirò... inutile cercare di vedere oltre... oltre l'immediato presente; era troppo difficile, e, anche se fosse stata a casa non avrebbe di certo cercato una luce consultando i suoi oracoli... per quanto riuscisse a cavarne corrette informazioni, non era il caso di cercare risposte che non dovevano essere cercate - Crouch? Un leggero brivido corre lungo la mia schiena pensando agli ordini che gli darai, Signore. Ma per il momento, se non hai altre preoccupazioni... desideri che ti intrattenga?- sorrise innocentemente - Cantando per te? E se avessi un'arpa sarebbe perfetto...-
- Tu mi tenti...
sentirti cantare... -
L' uomo non aveva ancora terminato di parlare, e già un' arpa era apparsa.
- Grazie mio Signore... questa canzone
è ispirata ad una favola, e tu sai quanto io ami le belle storie... C'era una
volta una principessa infelice e ribelle, in guerra contro il vicino reame. Ma
un giorno... incontrò il Re di quel paese... e...
Mac fece scorrere rapidamente le dita sulle corde, ed iniziò il suo canto,
riempiendo l'aria di una dolce melodia, dolce e triste.
- Chi amo ed ama me è il mio nemico… amara gioia! L'amor non ha più pietà è
nemico mio… e chi amo può ferirsi se si aprirà la ferita d’amore in noi…
Dal petto l'anima può fuggirgli ed io la prenderò io la rapirò,e sarà mia e la
mia la sua… mio nemico sai d'amare me… tu lo sai che ferita è…
Col respiro ti catturerò, col primo e l'ultimo respiro sarai mio…
Mio nemico sei tutto il bene mio,col cuore e l'anima .
Anche tu lo sai Che ferita é Tu lo sai…
Io t'amo e tu ami me Mio nemico e bene mio L'amor non ha più pietà è ferita in
noi… -
...trasse gli ultimi accordi dalle corde, e poi sollevò la testa, sorridendo
all'Oscuro Signore.
- Una canzone bella e pericolosa... come lo sei tu. -
- Allora lo prendo
come un complimento... lieta che ti piaccia, mio Signore... -
- Purtroppo hai ragione- disse Severus scotendo la testa - E dobbiamo trovare il modo di avvertire tutte le ragazze del pericolo, e Silente, ed anche Draco. A proposito... chissà se Draco ha liberato Lupin, e dove sarà adesso? -
- Possiamo controllare, no? -
- Beh, questo è vero... - sospirò Piton, e srotolò la mappa... - Vediamo... dove saranno? -
- Draco è qui vicino, e persino sulla mappa sembra avere un' aria abbattuta. - Gwillion scosse la testa - E Lupin è dalle parti della torre di Grifondoro, chissà perché, io dopo quello che è successo stanotte mi sarei aspettata di vederlo orbitare attorno all' infermeria. Ma il mio intuito spesso fa acqua, come già sai. -
-Tu dici che faccia acqua?- Piton rise, e poi tornò a guardare la mappa -E... guarda... Crouch è di nuovo con quella ragazza... non ne verrà niente di buono. Forse Lupin e Draco dovrebbero essere avvertiti delle novità. In quanto a te, ho la tua parola che resterai sempre vicina a me? - l'accarezzò piano, sorridendo tristemente.
- Io voglio restare... il mio timore è piuttosto che sarai tu a trovarmi presto o tardi un po' troppo... appiccicosa. E quanto a Draco possiamo avvertirlo anche subito, perché sta venendo proprio da questa parte. -
- Non illuderti: un giorno desidererai che io ti trovi appiccicosa,
forse, ma temo non possa accadere, mai... - Piton sorrise - Ma ora, attendiamo
Draco... -
- Oh, ma io ho parecchie frecce al mio arco per farti arrabbiare, qualora
avessi desideri del genere... ricordi l' espressione che avevi quando ti sei
precipitato in camera tua, due notti fa... per qualcosa che io avevo detto? -
Gwillion sorrise maliziosa - Un giorno o l' altro dovrò presentarti la
signorina scattusaria, la sorella scema dell' ironia e del sarcasmo, che vive
del puro gusto di provocazioni idiote. Io ce l' ho nel sangue come scoprirai
ben presto. -
Piton sorrise - Puoi presentarmi chi vuoi, bambina, perché
io avrò sempre modo di presentarti qualcun'altro. Dovresti sapere, per diverse
ragioni, che io sono uomo di infinite risorse... e chi puoi presentarmi, non
può certo essere peggio di chi io presenterei a te! Anche io ho molte cose nel
sangue... -
In quel momento bussarono alla porta, e Piton gridò: - Avanti! -
Ad entrare...fu Draco.
- Malfoy... esattamente te cercavo! Ci sono novità... non liete, e nuova
prudenza da aggiungere alla vecchia. -
Draco era appena entrato che subito tornarono a bussare. Gwillion avrebbe avuto
un sobbalzo se la mappa del malandrino non la avesse avvertita che si trattava
di Lupin.
- La signorina scattusaria - mormorò a Piton - si chiede che effetto farà a
Lunastorta vedere questa mappa nelle tue mani... e funzionante. -
Piton riavvolse la mappa e la infilò rapidamente in tasca.
- Avanti! - gridò per la seconda volta in pochi minuti.
E sulla soglia comparve Remus.
- Toh! Guarda chi c'è...il Lupo-Mannaro-rosica-povere-ragazze! -
Prego, Remus, siediti... e ti faccio entrare solo perché c'è il sole in cielo e
non la luna... - sbuffò ed indicò un'altra poltroncina a Lupin.
Lupin entrò nella stanza. Il suo sguardo passò dalla
ragazza, babbana sicuramente, che stava in piedi davanti a lui, al giovane
Malfoy dall'aria piuttosto stremata.
- Grazie per la tua consueta gentilezza Severus. Preferisco stare in piedi.
Spiegami per cortesia la frase che hai detto prima... rosica-ragazze? Cosa vuoi
dire? Parla! -
Lupin si era irrigidito tutto d'un colpo. I due ragazzi avevano abbassato lo
sguardo, mentre il suo vecchio compagno di studi aveva il fuoco negli occhi.
- Rosica-povere-ragazze... hai capito, no?- disse Piton, cattivo - Significa per l'esattezza che se io non fossi stato tanto presente di spirito a quest'ora staremmo celebrando il funerale della ragazzina che ieri sera hai addentato, e che tu te ne staresti rinchiuso in una cella del Ministero... Oh, ma forse adesso la tua memoria scarseggia, vero? La tua Licantropia starà peggiorando... e forse dovresti andare a seppellirti su un'Isola Deserta... -
Ma veramente... l' antimagia... Gwillion rimase in silenzio. Sapeva che interrompere Piton in quel momento sarebbe stata un' impresa folle, e le spiegazioni in fondo avrebbe potuto darle al mannaro anche dopo.
Non servivano ulteriori spiegazioni a Lupin. Era tutto
chiaro: aveva ferito Kikka... chissà che cosa avrebbe potuto farle... se
Severus...
- Ebbene Severus spero allora che tu abbia il tempo di rivedere la formula
della tua preziosissima pozione antilupo... - e se c'è qualcos'altro di cui mi
stai accusando spero converrai sia il caso di parlarne in separata sede. -
Lupin era in collera soprattutto con se stesso. Quello che era accaduto era
inspiegabile quanto imperdonabile, in fondo, pozione o no, se fosse rimasto nel
platano...
- La colpa non è della pozione - intervenne Gwillion - siamo
noi che disturbiamo la vostra magia! -
Ecco, così aveva tranquillizzato il lupo, e nel farlo aveva fatto mostra di
difendere Severus. Più diplomazia di così!
Piton scosse la testa.
- In ogni caso... non è il caso di litigare. Lupin... gravi problemi ci
affliggono... - e scoccò un'occhiata significativa al Lupo Mannaro.
- Gravi problemi Severus? E quando mai non ce ne sono... -
Lupin si era tranquillizzato, anche se i suoi pensieri erano tutti rivolti alla
sua giovane e sfortunata amica.
- Cosa sta succedendo esattamente? -