Capitolo Dodicesimo

                                                                           Londra

 

 

 

- Non posso tenere una rosa selvatica come te perennemente al chiuso. - disse Voldemort alzandosi - E dal momento che mi devo recare a Londra, che ne diresti di venire con me? -

- A Londra? - Mac sorrise - Londra...verrò con te, molto volentieri... - 

- Avvicinati allora. -
Disse Voldemort con un sorriso.

 

- Gravi problemi Severus? E quando mai non ce ne sono... -
Lupin si era tranquillizzato, anche se i suoi pensieri erano tutti rivolti alla sua giovane e sfortunata amica.
- Cosa sta succedendo esattamente? - 

- Esattamente, Remus? - Piton aveva una voce innocente
- Dunque...Barthy Crouch jr...da tutti creduto morto...è vivo. Lucius Malfoy è al castello...chiuso in un bagno da tre ore con una ragazza aliena. Un'altra ragazza si è intrattenuta fino a poco fa, intimamente, con Barthy. Una è in infermeria a causa tua. Una è dispersa con quel deficiente del tuo amico bau-bau...Sirius. E...fammi pensare, una se ne sta a casa di Voldemort. Il padre di Draco vuole farlo Mangiamorte. Rischiamo un'invasione di cattivi al castello...e chissà che...e ah, ti presento la mia cara Gwillion. Ti basta? - Piton sospirò. -
Gwillion dal canto suo diventò rossa in volto. Perché in quel crescendo di guai lei era all' ultimo posto? Perché?

- Cara Gwillion, onorato di conoscerti - fece il mannaro - soffocando un mezzo sbadiglio. - E riguardo a tutto il resto Severus, sarà il caso di prepararti una pozione tranquillante che ti distenda un filo i nervi. Non vorremo certo che ottenebrino il tuo viso così dolce e solare. Non so chi siano le ragazze che tu hai nominato a parte Kikka, ma di sicuro se sono messe così male come dici, dovresti cercare di fare qualcosa per loro anziché perdere tempo in questi.. comizi mattutini nel tuo studio. Prova a chiamarmi ancora mannaro e lo vedrai da te, quanto mesi e mesi di isolamento possono rendere un uomo folle. Sarebbe meglio andare a parlare col preside... - Lupin si diresse incupito verso la porta.

Piton rimase fermo per un istante...e zitto. Molto zitto.
Mentre Lupin usciva, riprese coscienza.
- Lupo Mannaro...gli elfi hanno già pulito per terra, raccatta la tua coda e riarrotolatela... prima di uscire.
E scoccò uno sguardo velenoso a Lupin.

Gwillion sbarrò gli occhi: incomprensione, incomprensione totale. Già quasi le faceva venire i nervi nei libri della Row. beh, nei libri molto quasi, dati i risvolti divertenti. ma a vederla dal vero...

- Molto bene Severus, allora mentre esco tengo la porta aperta, visto che il tuo naso ti precede sempre di svariati metri ovunque tu vada. - Lupin era sulla soglia dando le spalle agli altri tre.

- Indubbiamente, Remus, indubbiamente. Ma stai attento, quelle tue zampe potrebbero graffiare, con i loro sporchi artigli da Cane Randagio...oh, che dico , quello è Sirius, da Lupo Mannaro la mia preziosa porta settecentesca... dovresti farteli limare, sai? O ti servono per fare impressione a Cappuccetto Rosso? - disse Severus, gelido.

 - Severus, con questi - fece Lupin alzando la mano verso di lui - ti auguro di non avere mai a che fare... specie se...ho la luna storta... -
Lupin era decisamente su di giri, sperava che i due ragazzi in stanza con loro non stessero capendo nulla del loro battibecco.  - Del resto, vedo, non c'è da chiedersi come mai negli ultimi due giorni la scuola sia caduta in disgrazia... con te che non fai altro che perdere tempo in sciocchezze... - E schioccò un'occhiata antipatica alla babbana. Non era sua intenzione essere scortese ma nemmeno la giovane poteva capire cosa significasse portarsi appresso anni e anni di astio e malintesi. In cuor suo sperava di poter chiarire ogni cosa con Piton, in futuro...un futuro ancora troppo lontano... ma sarebbe venuto quel giorno..

Forse il termine incomprensione era un po' troppo blando per descrivere quella scena. Pensò Gwillion. Fra un po' esplodo. E i due maghi furenti mi faranno a pezzi.

- Eh, lo so...deve essere triste per te... - scosse la testa
- Non ci sono che Lupi nei nostri boschi...Comprendo il tuo risentimento, Lupo. Dovremmo farci mandare qualche lupacchiotta dal Ministero... - Piton non sorrise, era stato un po’ troppo...cattivo? Ma Lupin meritava questo ed altro.

- Sai Severus, non sono le lupacchiotte, il mio vero problema e lo sai bene... Piuttosto dopo questa ennesima frecciata mi chiedo quale sia il TUO vero problema... forse è a te che serve un po' di compagnia non credi?... e sarebbe ora.. dopo anni e anni.. e... - Lupin si rese conto troppo tardi di quello che aveva detto; adesso avrebbe voluto volentieri smaterializzarsi dall'altra parte del pianeta. Ma del resto -mali principii malu finis- come si suol dire... un rapporto iniziato così male come il loro non avrebbe lasciato tregua a nessuno dei due e sarebbe finito anche peggio. Cercò di cambiare in fretta il discorso - Insomma vogliamo fare qualcosa per ripristinare un po' d'ordine qui dentro?... -

- Sì, Remus...se tu non fossi tanto...deprimente...- Piton gli rivolse l'occhiata più disgustata che si potesse immaginare - Forse dovresti toglierti un po' dai piedi... -
E Severus si voltò a guardare Gwillion, e nei suoi occhi c'era una muta richiesta di perdono...    

Lupin avrebbe parlato ancora per ore, tuttavia l'atmosfera dello studio era diventata talmente pesante che preferì togliersi dai piedi, come gli era stato gentilmente suggerito, per dedicare il suo tempo a chi lo meritava davvero... Così si diresse verso l'infermeria.

 

- Che splendida scena... - mormorò Gwillion - un tipico esempio di saracinesche non solo calate, ma anche ermeticamente chiuse. Io non sarei mai riuscita a scriverla, né a immaginarla. -
I miei personaggi si comprendono sempre al volo, specie quelli intelligenti. Se questo non lo disse fu solo per negare a Piton l' opportunità di mettere in dubbio l' intelligenza del suo interlocutore.

- Cara bambina - disse Piton - Ci sono persone che nascono predestinate... per odiarsi - e sorrise felice.

- Io non credo nella predestinazione - la giovane fece una smorfia - e se assisterò ancora una volta a una discussione del genere... credo che farò la follia di darvi un argomento per coalizzarvi... contro di me... e tu sai di cosa sto parlando. -
 Piton storse la bocca, abbassò impercettibilmente la voce: - Se non ci fosse Draco qui... ti darei una severa lezione, per punirti della tua malizia... piccola crudele bambina. -

Draco in quel momento si alzò e con un sorriso annunciò che lui andava. Era chiaro che il momento l' aveva scelto apposta, e Gwillion sorrise.
- Niente più scuse, adesso, temo. Devo preoccuparmi? -

- Si, dovresti preoccuparti... - disse Piton non appena Draco fu uscito dalla porta, e attirò la ragazza a sé, concedendosi un lungo, piacevole bacio... una punizione davvero dolce! -

- Una decisione assai poco saggia - mormorò infine Gwillion - mi hai praticamente invitato a cercare di farti arrabbiare ad ogni occasione, e con ogni modo. -

 

Lord Voldemort, Colui che non deve essere nominato, poggiò le sue labbra su quelle della donna, e la baciò, poi lasciò che la loro magia li avvolgesse, e fu solo il rumorio di Diagon Alley a interrompere il loro bacio.

Mac aprì gli occhi e si guardò intorno.
- Oh...ma è...è...meraviglioso! Io non avevo mai visto nulla del genere... - disse ridendo, e girando su sé stessa per vedere tutto ciò che poteva essere visto.
- Siamo a Diagon Alley! Ascolta il mio cuore... sta battendo all'impazzata! Questo è come il Paese delle Meraviglie! E... oh, accidenti... guarda! Guarda lì... quanti libri... e tutte quelle cose!
Si voltò per lasciare un rapido bacio gioioso sulle labbra di Voldemort, e poi tornò ad osservare i negozi colorati e bizzarri, tutte le cose che aveva solo sognato in vita sua... fino a quel giorno.

- Poco più in là c' è un negozio di strumenti musicali. Ti piacerebbe darci un' occhiata? Dal di fuori magari... - Voldemort sorrise ancora - Non vorremo certo che la tua antimagia si riveli in maniera troppo palese. -

- Sì...certo. In effetti...non sarebbe davvero il caso di sollevare un polverone... - Mac sorrise.

Le minuscole arpe e i violini nella vetrina suonavano soli spandendo nell' aria musiche diverse e dissonanti, e minuscoli elfi vestiti di color di foglia si aggiravano indaffarati attorno agli strumenti.
- C' è qualcosa che ti interessa? In questo o in un altro negozio? Ma aspetta, credo di aver visto la persona per cui sono venuto... tornerò fra un attimo... e io torno sempre. -

- Sì, lo so... torni sempre... - sussurrò Mac, mentre Voldemort si allontanava. E si chinò a guardare gli strumenti musicali nella vetrina. Era davvero una visione divertente... con i piccoli elfi che giravano qui e lì intorno agli strumenti incantati. Ridacchiò, osservando un violino scintillante che suonava una vecchia musica ungherese... e poi decise di dare una sbirciatina alle proprie spalle.
Voldemort stava parlando con un uomo, un uomo panciuto e basso. Era un individuo dall'aspetto estremamente gioviale... e agghindato curiosamente. Indossava un completo verde bottiglia gessato, ed una bombetta bislacca, sempre verde bottiglia. L'aspetto tra i due uomini era quanto mai dissimile... erano, fisicamente, i due personaggi più diversi che si potesse immaginare; eppure la loro conversazione sembrava estremamente amichevole.

- Dovete capire - stava dicendo Voldemort - che un mago ormai anziano, abituato ad essere tenuto in alta considerazione per il proprio eroismo... nel momento in cui il tempo degli eroismi è giunto ormai al termine... inizia a vedere pericoli anche dove non ce ne sono... ma non per questo tocca a noi giudicarlo... -

Mac aveva un'idea vaga... un sospettuccio, per così dire. Come un ricordo... il ricordo di una descrizione.
Alzò gli occhi al cielo, riflettendo. E poco dopo si coprì la bocca con una mano.
Caramel!? Era... Caramel?! Si morse la lingua.. .se quello era Caramel... Voldemort stava parlando con il Ministro della Magia? Logico che il Ministro non sapesse chi fosse davvero il suo interlocutore...
Mac tornò a guardare la vetrina, agitata, ed eccitata alla prospettiva di... beh, non sapeva di che, ma poteva provare ad immaginare...

- Eppure dobbiamo renderci conto che questa non è più un' epoca di allarmismi, signor ministro, e permettere ai così detti giustizieri di girare con l' ascia in pugno non serve ad altro che ad esacerbare gli animi. Il fantasma di tu-sai-chi è uno stendardo troppo comodo da sventolare, ed è sin troppo facile proclamarsi nemici di chi non è più in grado di nuocere. -

Mac gettò un'altra occhiata alle proprie spalle...Voldemort aveva salutato il Ministro, e stava tornando da lei...

 - Capisco che l' Oscuro Signore sia un partner più affascinante - mormorò Voldemort carezzando la nuca della ragazza - ma se in attesa dello svolgimento dei miei piani mi gettassi in politica e diventassi, che ne so, ministro, tu avresti qualcosa da obbiettare? -

-Oh, no... mio Signore. Ho sempre trovato la politica un argomento assai interessante. Nel mio mondo me ne occupavo alquanto... Mi basta solo che tu trovi qualche minuto per me, da rubare ai tuoi impegni, numerosi e gravosi. Ma dimmi... sono, dunque, le tue ambizioni politiche a spingerti a parlare con l'attuale ministro, Cornelius Caramel? -

 - Diciamo che... mi piace confondere le acque. E fra un po' potresti vedere il mio volto rispettabile che si batte contro la maschera dagli occhi rossi... è un genere di lotta assai istruttiva, e divertente. -

- Non ne dubito...Sarei lieta di osservarti in tutte le tue sfumature, mio dolce, pericoloso Signore... - Mac sorrise, un sorriso innocente...innocente solo apparentemente.

- Sei... adorabile... e ti sentiresti a disagio, se ti baciassi, qui, nel mezzo di una strada? -

- Mi sentirei a disagio...molto a disagio, se tu, invece, non lo facessi... -

Voldemort sorrise. E acconsentì alla richiesta della sua Dama Verde.
- C' è altro che desideri vedere? Qui o nella Londra Babbana? Sono ai tuoi ordini, almeno per questa giornata. -

Mac sorrise.
-Ti sembrerà... una strana richiesta. Non ho mai visto il British Museum... sono certa che tu avresti tante cose da raccontarmi, e tante da raccontare io a te...Vorrei che mi portassi lì, come turista. E per il resto... mi basta restare con te, qui, o dove preferisci. -

- Una domanda sola... dobbiamo renderci invisibili e non pagare il biglietto o metterci addosso dei ridicoli abiti babbani? Pensa alla faccia dei miei fedelissimi... se sapessero una cosa simile! -

- Renderti invisibile? Per fare scherzi ai poveri babbani che passano? - rise Mac - E se questo lo venissero a sapere i tuoi seguaci? No...desidero vederti indossare un abito da gentleman...mio Signore...e nessuno lo saprà, tranne me. -

 - Con bombetta ed ombrello al braccio? - disse Voldemort con una smorfia divertita - Ma ho detto che ero ai tuoi ordini ed io mantengo SEMPRE le promesse. -

 

Severus sorrise, un sorriso impertinente...strano per il suo viso sempre serio. Era il sorriso di un ragazzino che stesse tentando di giustificarsi dopo essere stato colto con le mani in un vasetto di marmellata.
-Tutto sommato, sono lieto di sentirtelo dire...è una soddisfazione. E poi trovo molto interessante la possibilità di sperimentare quante marachelle sappia compiere una bambina...desideri essere punita anche per l'ultima cosa che hai detto?- e Severus, sempre sorridendo, e rimandando il momento di uscire dallo studio, si lasciò prendere dall'entusiasmo, imprimendo un altro lungo bacio sulle labbra della sua bambina...
Gwillion rise, rise dolcemente. Si sentiva leggera.
- In fin dei conti, quando immaginavo di visitare Hogwarts, perché ho immaginato anche questo, stanne certo,la mia principale ambizione era di farti uscire gli occhi fuori dalle orbite con delle simili amenità... ma per il momento non aggiungerò altro, credo. Le frecce al mio arco sono pur sempre limitate, e dato che si tratta dell' unica arma che possiedo contro questo inquietante mago vestito di nero, non voglio certo sprecarle tutte in una volta sola! -
- Quindi quello che tu prospetti per me è un destino di sofferenza? Pungolato dalle tue migliori frecce, riservate per i momenti più inattesi?- Severus sogghignò
- Davvero...sei crudele! E per quanto mi riguarda...io non sono affatto inquietante. -

- Primo. Per me il termine inquietante ha un valore positivo... beh più o meno. Di sicuro non lo considero un' offesa. E mi piace, ha un bel suono. Che vuoi farci, a mio modo sono contorta... e anche la parola contorta mi piace. Secondo. Ti avevo già annunciato l' imminente arrivo di miss scattusaria, e se tu l' hai sottovalutata è mia la colpa? D' altronde tu sei armato di coltello... io ho solo un ago a mia disposizione... - Gwillion sorrise, e scosse leggermente la testa - e a proposito di coltelli... come fa a non dire di essere inquietante un uomo che si dichiara parlando di lame che affondano, e di viaggi senza ritorno? Ma a me piace, a me piace... - la giovane sospirò - tu sei come il tuo nome, che inizia con una sibilante, l' adorabile lettera infida, poi hai il suono piano e gradevole delle due e, e infine le ultime due lettere sono un baratro, un baratro in cui sto sprofondando... -
Severus cosa poteva fare? Anche volendo rispondere alla ragazza... correva il rischio di dire qualcosa di non adatto al suo ruolo di mago inquietante. Gli si offrivano quindi due possibilità: la prima ridere. La seconda... la seconda era allettante, e decise di concedersi un altro assaggio della bocca della bambina che aveva davanti.

Gwillion tacque a lungo fissando in silenzio gli occhi neri che aveva davanti.
- Mi permetti di rompere l' incantesimo? - mormorò infine -Tanto è solo nostro, e possiamo rievocarlo in ogni istante... è sufficiente desiderarlo. Ed io vorrei controllare una cosa sulla mappa. -
- Io sono inquietante, ma tu sei davvero spoetizzante... - sorrise - Certo, fai quello che vuoi. Cosa devi controllare? -
- Che le mie compagne ci siano tutte. Quelle superstiti, almeno. Ecco, il bagno dei prefetti continua ad essere occupato... il mannaro è andato in infermeria il che è un bene... Kikka sarà perfettamente al sicuro... fino alla prossima luna piena. E... e la mia camera è ancora occupata. Io inizio ad aver sonno però. E se osi fraintendere quest' ultima affermazione... - aggiunse poi la giovane rossa in volto - tendo l' arco e scaglio una freccia! -

- Tutto sembra in pace, almeno per adesso...Ma tu hai sonno davvero?- Piton sospirò - Ed io che volevo chiederti un favore... ho bisogno, per le mie pozioni, di un ingrediente... e non posso ordinarlo e farmelo arrivare via gufo... perché è in vendita solo in un negozio babbano nella capitale, oh, e naturalmente i proprietari del negozio non suppongono che quella roba serva per fare pozioni. Ti avrei chiesto di accompagnarmi... Ma vai a riposare. Puoi usare la mia camera, mentre io sarò a Londra... -

- Londra? Sonno, ho detto di aver sonno? Londra! Londra sto arrivando! Io adoro viaggiare, ma proprio a Londra non sono mai riuscita ad andarci, perché ai miei piace spostarsi in macchina, e si spaventano per la guida a destra. I miei... Ma Londra, Londra, Londra! Dovrai solo stare attento a tenermi lontana dai negozi di dischi, altrimenti ti prosciugo il portafoglio!

 

 

Il cielo sopra Londra era stranamente luminoso, pensò Mac, anche se forse erano solo i suoi occhi a vederlo tanto bello.. .in un giorno speciale. Aveva trovato divertente l'idea della bombetta e dell'ombrello al braccio, ma solo per un po', ed aveva costretto la sua guida a liberarsene... oh, non che a lui fosse dispiaciuto troppo, ne era certa. Era strano ridere tanto... e di chi poi? Ridere con e del portatore del Male, della Tenebra... il Signore Oscuro. Era quasi come un controsenso, una contraddizione in termini. Eppure... era così, per qualche strana, imponderabile ragione. Più Mac ci rifletteva, più si rendeva conto che non le importasse poi tanto saperlo... alla fine era tutto molto chiaro. Un uomo aveva naturalmente la capacità di essere molte cose. Un uomo come Voldemort doveva aver sviluppato questa facoltà al massimo livello. Importava poco se presto fossero tornati in sotterranei misteriosi dove ardevano fiamme nere, o se presto avesse potuto incontrare l'altro volto... quello dagli occhi di fuoco del Signore Oscuro. Adesso erano a Londra... per divertirsi, per giunta. Inutile rifletterci, meglio godersi la vita... pensò, un pensiero molto poco inglese, molto napoletano, invero. Ridacchiò, e trascinò Voldemort fino all'autobus più vicino. Quel mondo non doveva essergli estraneo, non del tutto... ma le sue espressioni erano ugualmente tra le più ridicole che avesse mai visto. E, per giunta, sull'autobus non c'era posto a sedere, il che era un ottimo modo per divertirsi stringendosi più del dovuto. E alla fine, raggiunsero la meta, sempre ridendo. Mac saltò giù dall'autobus e si risistemò il vestito.
- Forse siamo troppo eleganti... ma non credo che i turisti ci facciano troppo caso - strizzò l'occhio al suo accompagnatore - Bislacco... mi domando se non sia diventato una specie di vizio per me, vestire di verde. - e si lisciò la camicia e batté le mani sui pantaloni per liberarsi dalla polvere.
- Andiamo, Sir? - chiese - E non aver paura, non credo proprio che lì dentro incontreremo il tuo caro Barthy, o Lucius, o gente di questo tipo... loro non vengono a visitare musei. Nel caso in cui, invece, fossero davvero lì... beh, puoi sempre fingere di essere un'altra persona... o penseranno che tu ti sia rimbabbanito a causa mia.
Infine, iniziarono a passeggiare nei lunghi, polverosi corridoi pieni di bisbigli, osservati dagli occhi di pietra e vetro delle statue. Antichi cimeli di passate civiltà.
Mac rise e raccontò tutto quello che sapeva, fingendo che l'altro non sapesse nulla, anche se avrebbe potuto essere lui a raccontare più cose di quante non si credesse possibile ai dirigenti più onorevoli del Museo. Si fermò a mostrargli tutte le opere che provenivano dall'Italia, sostenendo scherzosamente un primato, o una superiorità sugli altri popoli. E si profuse in spiegazioni un po' fantasiose, davanti ai cimeli dell'Antico Egitto. Poi si fermò davanti al busto di un Faraone.
- Lo vedi questo? Quando avevo otto anni ne ero innamorata... ne ero stregata. Il fascino del tempo... allora ho capito una cosa: volevo trovare il modo di annullare il passato, il futuro. Volevo un tempo che fosse mio... solo mio. In realtà... non ho smesso di sperare che... un giorno avrei trovato la mia strada. Non ho mai smesso di credere che i sogni, qualche volta si avverano. Oggi, ho capito un'altra cosa: non era lui che amavo... eri tu. Da sempre. Avevo provato a dare un volto immaginario ad un uomo che non conoscevo, se non nei sogni... al mattino, svegliandomi, non ne ricordavo il volto... poi ti ho visto, ed un velo m'è caduto dagli occhi; adesso mi chiedo come sia stato possibile confondere un volto di pietra con uno di ghiaccio... - sorrise -...ma io combino sempre tanti guai. Mi sei mancato... mi sei mancato molto. Quando ho saputo di essere giunta fin qui... una voce m'ha detto che, qualunque fosse il prezzo da pagare, ero arrivata. Mi bastava vederti, poi avrei potuto chiudere gli occhi. Ti ho cercato a lungo... non ridere. Adesso comprendo... e molte cose tornano al loro posto. Ho amato da subito la tua presenza lontana.. .adesso ho l'uomo. Non chiedo altro. Qualunque sia il prezzo...- la ragazza arrossì un po', e si voltò a guardare un'altra statua - Dopotutto questo Museo è un po' triste. Forse dovremmo andare a passeggiare altrove... -

- Se non mi offro di rubare il busto è perché non credo che lo gradiresti... e poi non mi piace avere rivali, in pietra o ghiaccio che siano. Anche il fatto che il museo sia un po' triste si potrebbe risolvere creando un po' di scompiglio ma... in fin dei conti la gente che si degna a visitare un museo non dovrebbe morire per questo... non ancora... e poi, soprattutto, non vorrei mai rischiare di rovinare una di queste opere d' arte. L' arte aspira all' immortalità, come me, e già questo mi induce a rispettarla. Anche se certo, c' è poi arte e arte... e se ti interessa potrei poi renderti edotta sui miei personali gusti in materia. Adesso raggiungiamo Londra... è una bella città, a parte i Londinesi, e sono trascorsi quasi sedici anni dall' ultima volta che ci ho messo piede. Dare un' occhiata in giro alle ultime novità babbane potrebbe persino... servire alla causa. -
E sorrise.

- Allora ti seguirò, mostrami ciò che vuoi, Signore. Sono davvero curiosa... di conoscere i tuoi gusti artistici, e di osservarti mentre osservi... il nemico. -

- Il nemico... - Voldemort sorrise - è una parola carica d' odio, e il mio odio con gli anni è mutato, si è fatto più profondo e crudele, ma anche meno indistinto. E odiare un intero popolo diventa qualcosa privo di senso. Io muovo i pezzi della scacchiera e certo i babbani sono i più sacrificabili... tu non sei una semplice babbana, nel caso lo avessi dimenticato... ma odiarli per la loro idiozia... oh un tempo l' ho fatto, adesso sono lieto della loro cecità, dal momento che va tutta a mio vantaggio. E, vogliamo andare, mia cara? -

- Inutile chiederlo, certo voglio andare, voglio seguirti. Ma..."nemico" dal mio punto di vista non è necessariamente una parola carica d'odio... è una parola ambigua, come anche "odio"...certo avrai da obiettare, come potrebbe non essere così? E' un argomento che tu hai approfondito, che conosci più di quanto io possa mai conoscere. In ogni caso... dove vuoi che ti segua? Non volevi rendermi edotta sui tuoi gusti in fatto d'arte? -

- I musei non cambiano rimarranno lì per noi. Mentre io per sedici anni sono rimasto tagliato fuori da questo mondo che per metà è anche mio... anche se non ci tengo che si sappia in giro. Se poi desideri così tanto vedere altri quadri... che te ne pare dei preraffaelliti? -

- E' vero...i musei resteranno sempre lì...se nessuno si fa venire in mente di distruggerli, ma questa non sembra essere la tua aspirazione. Potrei immergermi nella contemplazione dell'arte che piace a te, e sarebbe splendido... ma potresti, invece, darmi poi ripetizioni di Storia dell'Arte... in un'altra sede... - Mac sorrise - Adesso mi sembra non giusto chiuderti in un museo. E spero che vorrai perdonarmi per averti trascinato in un rapido giro al British... saprò farmi perdonare. Osserviamo questo mondo dal quale sei stato tanto distante... -

- Potremmo, per piacere, iniziare da quell' edicola laggiù? Cercare di comprendere cosa accade nel mondo babbano basandosi solo sulla gazzetta del profeta è... qualcosa che va persino al di là dei miei poteri. -
- Oh, che triste notizia...ed io che ritenevo il tuo potere pressocché illimitato... Forse dovresti più semplicemente installare un televisore a casa tua, e guardare i TG tutti i giorni...ma non sarebbe in linea con la tua vita da Oscuro Signore, vero? Beh... allora, che giornali ti servono? -

 

L' Oscuro Signore e la Dama Verde erano fermi già da qualche tempo al chiosco dei giornali, quando Colui che non deve essere nominato ebbe modo di scorgere un volto a lui familiare.
- Severus, - mormorò - e immagino che la ragazzina con lui sia quella di cui ho già sentito parlare. -
In quel momento il mago si allontanò per entrare in un negozio, lasciando la sua accompagnatrice ferma sul ciglio del marciapiede. La ragazza aveva un gelato in una mano ed un pacco stracolmo in un' altra.
- Aspetta qui, mia rosa selvatica, perché sono curioso, e c' è qualcosa che devo fare. -
Lord Voldemort si avvicinò alla babbana, e formulando una breve formula magica lasciò che il suo pacco cadesse a terra rovesciando tutto il suo contenuto.
- Aspetti che l' aiuto. -
Fece venendole incontro.
- Grazie. -
Disse l' altra con un sorriso, ingenua e inconsapevole.
E Voldemort frattanto osservava gli acquisti della giovane, dischi di una strana forma, piccoli quasi un quarto dei trentatre giri che lui ricordava. E chiaramente riprodotti con la magia. Ma i titoli erano interessanti, poiché si trattava di canzoni antiche, e talune di esse avrebbero potuto persino celare un incantesimo al loro interno. E poi un libro d' arte...
- Dunque le piace Dante Gabriele Rossetti? Anche a me lo confesso. -
- Vengo dalla Tate Gallery. - disse la giovane con un altro sorriso - E Londra è così bella. -
- Si, è bella. E... arrivederci, Gwillion. -
Gwillion a sentire il proprio nome rimase allibita. E sbatté gli occhi una, due volte, quasi aspettandosi che l' altro svanisse nel nulla. Invece l' uomo rimase lì, con quel suo strano sorriso sulle labbra.
- Arrivederci. -
Sussurrò la giovane. So chi sei, ma non posso farci nulla diceva quella semplice parola. E il sorriso dell' Oscuro Signore si allargò ancor di più.

Mac si girò distrattamente...chiedendosi cosa diavolo dovesse fare Voldemort adesso, c'era forse il Ministro della Magia di Taiwan da incontrare?
No...non c'era nessuno dagli occhi a mandorla, constatò, c'era Gwillion. Gwillion?!
"Oh, meraviglioso...fantastico! E deve esserci anche Severus da qualche parte..."
Restare ferma? Avvicinarsi? Che fare? Mac alzò le spalle, detestava restare fuori dal centro dell'attenzione... soprattutto se c'era una ragazza babbana a meno di un metro da Lord Voldemort, e si avvicinò.
- Disturbo?- chiese - Ciao Gwill... sembra una vita che non ci si vede... Sev è in giro? O sei scappata da Hogwarts per fare spese? -

- E' là dentro. -
Disse la giovane e poi diede un grosso morso al gelato che si stava lentamente sciogliendo. Non che provasse il desiderio di mangiare, aveva un nodo allo stomaco invece. Ma era certa che se le avessero chiesto di dire più di tre parole di seguito si sarebbe messa a balbettare.
Forse dovrei dire che devo raggiungerlo, pensò poi fra sé, ma era inutile. Se l' Oscuro Signore intendeva lasciarla andare l' avrebbe fatto comunque, in caso contrario... E se urlassi? Si domandò ancora la giovane. Ma chissà perché non le sembrava una buona idea. Pensare che potevo starmene a dormire...

- Loquace...- disse Mac -Ti ricordavo più...lesta di lingua... -
Sospirò.
- Resteremo a lungo fermi a guardarci, come se stessimo osservando degli spiriti? Qui, su questo marciapiede? -

Niente cavalieri, bianchi o neri che siano, che giungano a salvarti, Gwillion. In quel momento il gelato le cadde impietosamente addosso. Dire che l' avesse fatto apposta non sarebbe stato del tutto vero, ma nemmeno del tutto falso.
- Scusate, io... andrei a cercare un bar, per aver almeno un fazzoletto e rimediare a questo disastro. -
- Io potrei... -
Voldemort sorrise, e non terminò la frase. Sapeva riconoscere il terrore quando lo vedeva e sapeva quando è il momento di infierire sulla vittima, e quando invece permetterle di respirare, e darle l' illusione che ci sia una via di salvezza.
Gwillion era già corsa via, verso il negozio dove si trovava Severus in realtà, e l' Oscuro Signore tornò a sorridere.
- Sei stata crudele, mia cara. - mormorò poi alla sua accompagnatrice - Davvero crudele. -
E si chinò a baciarle la nuca.
- Adesso sarei tentato di lanciare un piccolo incantesimo che impedisca il teletrasporto, ma forse tu potresti non gradirlo... e dunque lascio a te la scelta. -

- Crudele!- Mac fece un sorriso storto - Crudele...perché mai? E cosa vuoi fare, adesso?

- Tu crudele... perché hai rovinato il gioco della mia crudeltà. E non intendo fare nulla, adesso. Lascio al mio servo infedele la prossima mossa. Può fuggire di soppiatto, oppure venirmi incontro... ed entrambe le scelte saranno significative. -

-Non mi illudo, mio caro: rovinare il gioco della tua crudeltà non sarebbe possibile, né per me né per altri. In quanto a Piton...mi fa quasi pietà pensare a lui adesso: non dubito che ogni possibile mossa sia la mossa sbagliata. Sbagliata per lui, perfetta per te. E adesso vedo l'espressione del cobra che si prepara a colpire... -

 


Piton vide Gwillion precipitarsi nel negozio.
- Che è successo? - chiese, allarmato.

- Voldemort... -
sussurrò la ragazza. Non aveva la forza per dir altro.

Piton ingoiò a vuoto.
- Dove?! E' qui...? -
Severus deglutì. Poteva far finta di nulla...poteva uscire fuori e darsi l'aria di uno che non avesse problemi.
Quale era la soluzione? Doveva portare Gwillion lontano...ma non sarebbe suonato un po’ come una fuga precipitosa?
- Dobbiamo uscire! - disse, risoluto e cupo - Illuderlo che sia tutto nella norma. Scusami tanto...al solito, è colpa mia. -

- Andiamo. - mormorò Gwillion - Tanto paralizzata dal terrore ero e paralizzata sarò una volta là fuori. Nulla di nuovo dunque che l' Oscuro Signore possa scoprire dandomi una seconda occhiata. Ah... e c' è Mac con lui. Ma prima... -
E la giovane indicò la macchia di gelato sul suo maglione.

 

Barthemius Crouch fissò Silvia.
- Severus mi ha detto... in confidenza... - Barthy abbassò la voce - ...che Lucius - Crouch jr scosse la testa - Che Lucius si sta comportando in maniera del tutto sconsiderata, ahinoi! Dobbiamo indagare, perché può essere che una delle tue amiche lo abbia irretito con le lusinghe! Che disdetta... un uomo che si fa irretire così... Severus ha detto che è da diverso tempo chiuso nel bagno dei Prefetti. So dov'è... arriviamoci con un po' di circospezione...
E Barthy guidò Silvia fuori, nei corridoi. Verso il bagno dei Prefetti.

 

Alo passeggiava per le vie di Londra carica di sacchetti e pacchettini. La sera sarebbe dovuta tornare di filato ad Hogwarts: era già stata via per fin troppo tempo. Ma prima doveva sbrigare alcune commissioni per conto di Sirius e comprare qualche regalo per le sue amiche.
"Oh Piccadilly Circus...e che splendida giornata!" Alo pensò accendendosi una sigaretta, mentre la gente le vorticava attorno. In fondo Londra la conosceva abbastanza bene "..non cambia mai questa città...". Ma una cosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere era proprio una delle sue compagne di viaggio, davanti ad un negozio di musica, intenta a chiacchierare fittamente con uno sconosciuto.
Dopo qualche esitazione affrettò il passo verso i due; non poteva proprio resistere alla curiosità di sapere che stava combinando Mac.
- Scusate non vorrei disturbarvi... Mac? Che ci fai a Londra? Cioè capisco che la stessa domanda potrebbe essere rivolta a me.. .ma comunque... - prosegui - lanciando un'occhiata di sufficienza al tipo vicino a lei  - Stasera tornerò alla... scuola... devo raccontarvi molte cose. Oh... il verde... ti dona Mac... dovresti vestirti sempre... così. - continuò in tono falsissimo - Ah... le altre sono con te? -. La sua voce era davvero detestabile in quel tipo di circostanze: la voce di chi si sforza di essere gentile ma è avido di conoscere tutti i dettagli. Spense la sigaretta con la punta dello stivale e si passò una mano fra i capelli in attesa di avere una risposta.

-Che... splendore... Alo... - ma il tono significava "che squallore" -vederti da queste parti! Deve essere il tempo bello che induce la gente ad uscire oggi, non è vero? -
Mac sorrise... "Ed ora?"
- Oh, scusate tanto...dovrei presentare voi due, no? Aehm... Tom ti presento la mia amica Alostrael.. . ti ho parlato di lei, mi sembra. Alostrael lui è... aehm... Tom. Dimmi sei sola da queste parti? In compagnia? -
"Tra poco, come minimo, arriveranno le altre... andiamo bene!"

- Alostrael... nome interessante - disse Voldemort in tono solo apparentemente distratto - e vieni anche tu... dall' Italia, come Mac? -

- Quando mio figlio è entrato in camera a disturbare la nostra intimità, tu hai gridato "Malfoy aiutami!". - sibilò Lucius - L'hai identificato come un salvatore solo perché era lì spaesato o perché l'avevi già conosciuto prima? Dubito che stavi parlando con me, visto che ti stavi sforzando per allontanarmi... -

Welverance fin'ora aveva tenuto lo sguardo abbassato ma a quella domanda trovò la forza per alzare gli occhi:
- C'è un errore, non ho chiesto di farmi aiutare da Draco... ho gridato aiuto, solo nella speranza che qualcuno da fuori mi sentisse... -
L'aveva fatto.
L'aveva guardato negli occhi, e subito il torpore delicato che l'aveva avvolta nel letto la avvolse , riportandole la tenerezza del suo sogno...
Ma era Lucius che aveva di fronte, ne il caro amico, ne il paterno Silente.
Due freddi occhi taglienti incorniciati da una fluente chioma argentea...
"è diverso... dall'idea che mi ero fatta... molto..."
Lo sguardo di Welverance scivolò sul petto dell'uomo, proprio nel posto dove aveva appoggiato il suo viso in cerca di tenerezza paterna...

Lucius seguì lo sguardo della ragazza... e sorrise.
Un barlume e capì che era ancora in suo potere!
Si avvicinò con aria di sfida alla ragazza.
- Allora non mi temi? - 

 

- Una macchia? - chiese Piton tetro -Vuoi che sparisca? Detto... fatto! Ed ora usciamo subito da qui, stai tranquilla e restami vicina, vicinissima...nel caso dovessimo tentare una fuga rapida, rapidissima...
Severus uscì con Gwillion dal negozio.
- Santi Numi! - sibilò - Non sono soli! Quella è... -
Mac si chiese cosa sarebbe successo non appena dal negozio fossero usciti Severus e Gwillion... se ne fossero usciti. Stava giusto riflettendoci sopra, quando i due si fecero vedere.
- Oh, guarda! - fece un cenno amichevole con la mano - Tutti qui? - rivolse un sorriso difficilmente interpretabile a Voldemort - Perché non portiamo il tuo amico e le mie amiche a prendere un the? Restare qui è tanto triste... Non è quasi l'ora del the per voi inglesi? -
Piton era pallido e teso... cosa doveva dire? Non fece altro che rivolgere a Voldemort uno sguardo di finta sottomissione.

- L' ora del the - ripeté Voldemort e sorrise - ne è passato di tempo da quando abbiamo preso l' ultima volta un the insieme, non è vero Severus? -
Non era mai accaduto in realtà, ma questo le ragazze di un altro mondo non potevano saperlo.
Pensare che a me nemmeno piace il the... fece Gwillion fra sé e sé... e questo dimostra, aggiunse inclinando appena il capo, che nemmeno nel pericolo l' idiozia mi abbandona.

Piton non fece altro che accennare un sorriso. Non disse nulla e tornò a fissare Voldemort.
Mac si diede della pazza... le stava venendo da ridere, dannazione... il fatto era che la situazione stava prendendo una piega tragicomica. Cercò di fissare qualcosa che non fossero le persone intorno a lei... magari poteva alzare lo sguardo e contemplare i piccioni che svolazzavano. Ma no... sperando che non trasparisse troppa ilarità dai suoi occhi, gettò un'occhiata a Gwillion. Che stava pensando? E Alo... era del tutto ignara. Severus invece sembrava costretto a sedere sui carboni ardenti, mentre Voldemort era tranquillo, serafico. Da ridere...

- Allora, vogliamo andare? - disse Voldemort porgendo il braccio a Mac - Non conosco le sale da the di Londra, e tu, Piton, in questi anni della mia... assenza... ne hai mai frequentata qualcuna? -

Chissà se si vede quanto sono terrorizzata... pensava Gwillion fra sé. Probabilmente no, altrimenti dovrebbe essere bastato un mio sguardo per far fuggire Alo a gambe levate. Oh, ma lui lo sa, lui lo sa... ed è naturale che si diverta. Ma Mac, Mac, a che gioco sta giocando?
Mac sorrise e prese il braccio di Voldemort.
-Affascinante pomeriggio...- sussurrò a voce tanto bassa da essere quasi impercettibile.
Severus ingoiò a vuoto - Da quella parte...credo ci sia una sala da the...- disse piano.

La sala da the aveva pesanti tende e sedie imbottite, nei toni di un malsano begiolino e verde oliva. I colori della nausea, pensò Gwillion, e li trovò piuttosto adatti alla situazione. Voldemort continuava a conversare amabilmente con tutti e la giovane ormai iniziava a credere che anche amabilmente li avrebbe scannati, se si fosse arrivati a quello. Non che fosse particolarmente ansiosa di verificare la sua ipotesi, beninteso. E Severus, Severus era accanto a lei, e questo l' avrebbe confortata, se non fosse stato per il fatto che adesso aveva un' altra persona per cui temere.
Voldemort si stava divertendo, indubbiamente si stava divertendo. La sua Dama Verde era adorabile e gli altri... gli altri erano semplicemente perfetti nei vari ruoli che si erano scelti. Un solo cruccio: dopo aver fatto tante acrobazie per versare il blandiloquus nella tazza di the della giovane accanto a Severus lei neanche si era degnata di bere. Ma ci starebbero state altre occasioni, ci sarebbero state altre occasioni.
- Dunque, Severus, tu e la tua... amica, come vi siete conosciuti? State bene insieme anche se non avrei mai pensato che un solitario come te, così chiuso in se stesso... -

Il the era gustoso. Mac sospirò...il the, i pasticcini, la conversazione piacevole: era perfetto. Peccato che per Gwill e Sev ci fosse il diavolo a merenda, no, Mac si corresse, il diavolo all'ora del the... dopotutto... si trattava comunque di un ospite importante, avrebbero potuto ammetterlo, ed era giunto senza portarsi dietro né corna, né coda. Alostrael, invece era stata abbastanza sgarbata... oh, non tanto apertamente, ma...
La donna gettò un'occhiatina innocente alle persone con lei... chiedendosi fino a che livello fosse precipitata la sua insensibilità, fino a che livello i suoi principi si fossero assopiti. Beh, per adesso.. .non c'era molto da fare... se non guardare. Guardare, incamerare informazioni, studiare Voldemort... e fare tutto senza dare l'idea di star pensando... meglio fingere l'aria più innocua ed indifferente.
Severus Piton, dal canto suo... rispondeva a monosillabi alla conversazione, e restava costantemente sul chi va là... ma all'ultima domanda di Voldemort, si riscosse - Come la ho conosciuta? Del tutto casualmente direi. Potrei dire quasi che sta diventando come una... collaboratrice che mi aiuta a scoprire quello che serve per il mio... superiore. - Piton abbozzò un sorrisetto nervoso. In un'altra occasione si sarebbe dimostrato ben più sprezzante, ma adesso... era chiaro che il gioco lo vedeva sfavorito. Era scoperto...
Mac inarcò un sopracciglio... -Io so che tu sai che io so.. .- si interruppe - Perdonate... pensavo a Confucio... - si diede della sciocca... niente commenti, niente commenti, pensò.
Severus scosse la testa. Faceva di tutto per non guardare apertamente Gwillion, per non mostrare... per non mostrare...
Mac tornò a guardare Voldemort... la sua "faccia rispettabile" con tazza di the tra le dita... si sporse a controllare... no, non aveva né coda, né corna...  ridacchiò. Se solo avesse avuto il dono di percepire i pensieri... chissà quante e quali piacevoli cose avrebbe conosciuto. E intanto non smise di tenere d'occhio il Signore Oscuro...
"La quiete prima della tempesta... presuppone che dopo la quiete ci sia una tempesta.. .tutto sta nello scorgere il primo fulmine..."
Severus voleva andarsene... Silente poteva essere una scusa? Si chiese... decise di tentare...
-Temo che il Preside Silente si chieda dove siamo - disse - Forse dovremmo tornare. E tu, Mariacarla...? Tu tornerai con noi? -

- Io non credo che lo farà. - rispose Voldemort con gli occhi ridotti a una fessura - Ma, ovviamente, tocca a lei decidere. Comunque vi saluto, Severus... Gwillion, spero che la prossima volta riuscirai a vincere questa tua timidezza, e a essere un po' più... loquace. -

- Devo dire Mac, che il tuo amico non ha davvero buongusto nel scegliere i locali da frequentare...- sussurrò Alo in direzione dell'amica. - Per lo meno si può fumare - continuò accendendosi una sigaretta - Poi proseguì ad alta voce - Tom...giusto? - in direzione dell'uomo più alto. - Per rispondere alla sua domanda di prima: si sono anche io Italiana. E lei di dov'è? -
Senza quasi aspettare la risposta si girò verso Gwillion che era ormai sulla soglia- Cara, non ti trovo affatto in forma. Davvero farai bene a tornare indietro. E poi, con Severus a seguito sono sicura che non potresti mai annoiarti, nemmeno in una scuola. -
La situazione era simpatica in fin dei conti, ma ancora di più erano le facce dei presenti. Severus a dir poco ibernato, si muoveva a scatti, sembrava davvero prossimo ad un infarto; Gwillion non si muoveva proprio, occhi bassi, si limitava ad annuire e di tanto in tanto rivolgeva sguardi di panico ora al professore di Hogwarts ora a Mac evitando accuratamente la direzione di Tom; Bèh, anche questo qui aveva un suo perché... indubbiamente era il più rilassato di tutti, ma forse troppo e continuava a giocherellare col piattino del suo tè, cosa che Alo trovava davvero irritante. Mac dal canto suo continuava a sorseggiare la sua bevanda.
- Credo che andrò anche io - disse alzandosi,  - è stato un pomeriggio interessante e la compagnia pregevole. Ma sono costretta a salutarvi. Ho in programma alcune...cose da sbrigare e non vorrei attardarmi troppo. A stasera dunque. - Poi porgendo la mano all'amico di Mac - Tom, è stato un piacere. Arrivederci. -

Piton strinse la mano di Gwillion, attirandola.
- Dobbiamo proprio andare... a... presto. Mac... vieni con noi, ad Hogwarts? -
Mac scosse la testa - No, grazie. Non voglio andare proprio da nessuna parte... resto con Tom. A presto Gwillion, Severus. E arrivederci anche a te, Alo... -

Alo si era ricordata in quel momento di avere fra le altre cose il regalo per Mac. Visto che la ragazza non sembrava intenzionata a tornare ad Hogwarts, decise che era meglio darglielo subito.
Così con un vago sorriso prese l' altra giovane in disparte.
- Mac scusami, non so quando ci rivedremo così... ho preso questo per te ad Hogsmeade. Spero possa servirti... a me è stato molto utile. E' una giratempo. Vedi so che... sono illegali... ma... io e Sirius... insomma diciamo che grazie ad una di esse ho trascorso parecchio tempo con lui ad Hogsmeade e...abbiamo iniziato una specie di attività. Comunque spero la terrai da conto - Si girò un secondo a guardare l'amico - Adesso mi spieghi brevemente chi è? Non ha un aspetto... sano... -

Mac si allontanò un attimo da Voldemort e si avvicinò ad Alo.
- Grazie mille, Alo...la terrò da conto...molto da conto !- ed infilò in tasca la giratempo...che avrebbe potuto tornarle utile in seguito. -
- Quello è...non ha importanza chi è. Vai ad Hogwarts ti spiegheranno Silvia e Gwill, e adesso vai via...e grazie! A ...presto. -

 

Barthemius trascinò Silvia in una saletta vicina al bagno dei Prefetti.
-Vieni... se non mi ricordo male... da qui c'è un altro ingresso al bagno.
Cercò qualcosa sulla parete, e spostò un piccolo pannello.
- Ecco fatto...
E sbirciò dentro. In effetti c'erano Lucius Malfoy ed una ragazza che chiacchieravano.
- Guarda che volti tesi! - sibilò Barthy a Silvia - Piton aveva ragione! -

- Altro che... - commentò Silvia.... certo che si era fatta un'idea del tutto diversa di Lucius Malfoy, forse un uomo crudele, ma certo non un farfallone... e Welv poi.... evidentemente l'atmosfera di Hogwarts dava alla testa a tutti.
- Comunque meglio non sfidare la sorte... adesso abbiamo visto. Dovremmo andare a riferire al Signore? - chiese timorosa, sperando in cuor suo che Barthy dicesse di no. 

- È...mostruoso!- disse Barthy con genuina preoccupazione
- Aspetta... guarda lì... quel fagotto... quello è... un pugnale da Mangiamorte! Lo riconosco... deve essere per il figlio di Lucius... ma se quel cascamorto resta sempre qui...non glielo darà mai! Dobbiamo recuperarlo! Voldemort voleva che controllassi Draco... -
E Barthy fece un incantesimo per far volare... senza che Malfoy se ne accorgesse... il pugnale tra le proprie mani.
Appena l'ebbe preso, richiuse il pannello nel muro...
- Ed ora... - disse - ora che facciamo? -

Silvia gettò un'occhiata al pugnale che Barthy teneva in mano..e un brivido le percorse tutta la schiena...
Così quello era uno dei pugnali dei mangiamorte... chissà quanto dolore, distruzione aveva portato con sé... ma era meglio non pensarci, meglio non pensarci proprio adesso.
E inoltre era destinato a Draco... probabilmente era un'informazione che avrebbe dovuto dare a Severus, anzi sicuramente.... ma adesso cosa fare?
- Sinceramente non so cosa dobbiamo fare Barthy... sei tu il mangiamorte... -
- Cara mia, ma anche tu sei quasi una Mangiamorte!-  disse Barthy felicissimo - Adesso portiamo il pugnale a Draco! Contenta? -

Silvia sudava freddo. Questo proprio non era contemplato... - Ma sei sicuro che sia saggio che lo facciamo noi? Qualcuno potrebbe aversene a male, meglio se aspettiamo precise istruzioni a riguardo... - temporeggiò, sperando di rimandare l'inevitabile più a lungo possibile.

- Ma no! - disse allegramente Barthy - Corriamo a cercare il nostro nuovo "fratello"! Che splendida occasione! -

 

Severus portò quasi di corsa Gwillion fuori dalla Sala da The, e si infilò nel primo vicolo scuro... smaterializzandosi verso la scuola.

- Ed io che provo un nodo allo stomaco quando si tratta di chiedere informazioni a un estraneo! - esclamò Gwillion guardandosi intorno.
Poi guardò l' altro e sorrise. Non voleva parlare di quel pomeriggio. Parole come incubo, tortura, tormento le si agitavano nella mente, eppure non voleva pronunciarle.
- Posso... posso baciarti? -
Disse poi all' altro, sorprendendo se stessa.
- Non vado in cerca di avventure. Non desidero lasciare il castello. Non fino a quando sarà pericoloso. Ma anche il castello... - Gwillion scosse la testa - Seguirò ogni tuo consiglio, ogni tuo ordine con la massima cura. E speriamo che basti. - 

- Speriamo che... basti. Forse quella ragazza, Silvia, nella sua follia è stata più saggia di me. E' riuscita ad avere la fiducia di Crouch... questo difficilmente la metterà nei guai... in cui incorri tu... - disse Severus.

- Se il suo gioco non verrà scoperto, intendi. - Gwillion scosse la testa - E comunque... in un certo senso... non so come dire... ieri avresti potuto dirmi che non è saggio per me stare al tuo fianco... adesso... adesso è troppo tardi anche per un ripensamento, quindi lasciamo da parte i rimpianti, se ce ne sono, e cerchiamo di strappare alla vita tutto quello che può offrir... bleah, parlo come un romanzo rosa, o almeno credo, dato che ne avrò letti al massimo un paio in tutta la vita... comunque hai capito, credo. -

- Si, ho capito... Ma aver capito non significa aver trovato pace, bambina... -

- Se potessi... - la giovane scosse la testa - io ho passato la vita ad accantonare i problemi, come se per magia potessero risolversi da soli, e dato che nella maggior parte dei casi erano falsi problemi spesso così accadeva. Adesso la situazione è diversa... ma credo che reagirò nello stesso modo, anche se forse non subito. Vorrei... -
Vorrei prendere su di me anche la tua inquietudine, pensò la giovane, ma non terminò la frase.

- Vorresti, cosa?- chiese Piton -Io vorrei solo...ma non importa.- disse allontanandosi - E' ora di controllare la "nostra" mappa... -
- Bagno dei prefetti, tutto normale... se questa si può chiamare normalità. Inizio a credere che qualcuno abbia gettato un incantesimo per distorcere il tempo... e far andare tutto a rilento lì dentro. - Silente forse? - Infermeria, situazione invariata, e poi... -

- E poi...Crouch e Silvia che si muovono... e se... continuano così... guarda! Draco percorre la stessa strada in senso inverso... si incontreranno... - constatò Severus.

- Non mi piace... in realtà non dovrei preoccuparmi più di tanto dal momento che Crouch e Draco si sono già incontrati, ma non mi piace. -

- Siamo curiosi, non è vero? Se corressimo più in fretta possibile... sperando di non perderci il finale del loro discorso? Anzi... - Piton si fermò un attimo - Accio! - gridò, ed una scopa volò rapidamente dalla rimessa al castello, a loro.
- Ecco...sali e tieniti a me! - disse Severus ridendo - Entreremo da una finestra... -

Gwillion si strinse forte all' altro, mentre la scopa sfrecciava veloce. E sentiva una vaga vertigine, ma era una vertigine piacevole, una vertigine che era facile nella sua mente paragonare all' uomo che stava stringendo.
Ti amo, pensò, oppure non sono in grado di amare. E te lo dirò, presto, presto. Adesso parlare era inutile, le parole si sarebbero perse nel sibilo del vento.

Piton accelerò nel vento, ridendo. Anche se avevano fretta si esibì in un paio di numeri mozzafiato, e poi puntò a tutta velocità verso il castello...verso una finestra aperta in una torre...
- Reggiti forte! - strillò - L'atterraggio sarà... acrobaticooo! -
Eri bravo a quidtt come cavolo si dice, no? E io mi fido! Ma l' impennata le mozzava il fiato, e Gwillion si strinse con tutte le sue forze all' altro.

Kikka aprì gli occhi... vide una sagoma offuscata di fronte a lei, ricordava vagamente la notte in cui era stata aggredita dal lupo ma poi? tutto era vuoto chissà cosa era successo alle altre che cosa stava succedendo e quanto tempo avesse trascorso in infermeria, lentamente l'immagine si fece più nitida e un sussurro usci dalla sue labbra - Remus - lui non si mosse forse era un allucinazione nei sui incubi aveva sognato spesso questa scena...cominciò a piangere - Remus, Remus, rispondi cosa è successo? -

Lupin si sedette di fianco alla ragazza. Passandole una mano fra i capelli sussurrò: - Stai tranquilla ora. E' tutto finito. Severus mi ha...accennato...e.. io... mi sento davvero in colpa per quello che è successo. Potrai mai perdonarmi Kikka? - disse guardandola negli occhi. - Come ti senti ora? -
 - Severus cosa? - disse Kikka innervosita - Come ha osato, mi aveva promesso che...- si bloccò vide gli occhi tristi Lupin e lo abbracciò fortissimo e con voce dolce disse - Non ascoltare Severus, non ti devi sentire in colpa... guardami sto benone! Non c'è bisogno che ti perdoni... tu non eri in te... ma se questo ti fa sentire meglio... ti ho perdonato da subito... ma tu come stai? Severus ti ha schiantato e io non ho potuto fermar... - si fermò stava parlando troppo e voleva sentire la voce dolce di Remus...
- Oh dolce Kikka - sussurrò il mago prendendola fra le braccia. - Sai sono contento che sia andato tutto per il meglio. Ma ora vorrei che mi ascoltassi con attenzione. Temo che i problemi inizino ora. Sembra che voi ragazze abbiate il dono di produrre guai in maniera esponenziale... Lucius Malfoy e Barthy Crouch sono nella scuola... tu sai chi sono immagino. Il primo è con una ragazza chiamata Welverance, l'altro con Silvia. Credo che una di loro sia finita dritta dritta nella mani di Voldemort...e onestamente Severus Piton non mi sembra al momento in grado di gestire la situazione da solo. Quindi vorrei che tu mi stessi sempre vicina. Appena ti rimetterai completamente cercheremo gli altri e troveremo una soluzione... Non voglio che tu corra nessun pericolo... ne avrai già avuto abbastanza immagino...- Lupin era amareggiato, si sentiva ancora in colpa. Ma nella sua voce c'era un misto di allarmismo e fierezza. Non si era mai tirato indietro in simili occasioni. E non aveva paura di rischiare il tutto per tutto se ciò voleva dire proteggere Kikka.

Kikka si sentiva protetta da quell' abbraccio come già era successo in passato - In qualunque posto in qualunque momento vorrei starti accanto - disse in sussurro - Vedrai non succederà nulla di grave... lo so abbiamo il dono di provocare guai ma... non tutti i mali vengono per nuocere giusto? -Cominciò ad accarezzare Lupin e si sentiva decisamente meglio ora, sentiva il cuore che batteva fortissimo e il respiro quasi le mancava quando era con lui.

- Va bene Kikka, se non hai da obiettare, ma penso tu sia felice di lasciare l'infermeria, ti accompagnerei nella tua stanza. Così possiamo prepararci per la cena. Che ne pensi? -
e mentre lo diceva la sollevò in braccio, pesava come una foglia, e le fece fare una veloce piroetta come se stessero danzando.

 

 

[continua]   [indietro]   [fuori]