Capitolo Tredicesimo

                                                                      Confusione    

 

 

- Adesso siamo di nuovo soli. - mormorò l' Oscuro Signore - E hai commenti, mia Dama Verde? -
Mormorò l' Oscuro Signore, e lui di commenti ne aveva parecchi, ma preferiva prima sentire le parole dell' altra.

- Commenti...a parte il fatto che Severus è perso nei sentimenti che prova per Gwillion? A parte il fatto che lei era terrorizzata, soprattutto per la finta normalità che la circondava? A parte il fatto che Alostrael è insopportabilmente sgradevole a volte? A parte il fatto che...cosa hai in mente per Gwillion?- Mac socchiuse gli occhi - Comunque il the era ottimo. -
- Cosa ho in mente? Non lo so ancora... in realtà la ragazza non mi interessa in se per sé, ma perché è un tassello del mio servo ribelle. Ed il destino di lei è legato a quello di Severus. Eppure... in qualche modo inizio a capire perché il mio servo si sia legato a lei. -

- Trovi che siano bene assortiti? Vuoi spiegare anche a me, Voldemort? Purtroppo non ho il tuo acume... -

- Una fanciulla smarrita, indifesa, senza che questo voglia dire che sia stupida... ho visto quello che aveva comprato, e ho approvato gli acquisti. E Severus, Severus può proteggerla o schiacciarla, è allettante per lui, sin troppo allettante... -

- Allettante...brinderò alla loro Fortuna non appena ne avrò occasione. Dopotutto...hanno entrambi il mio rispetto. - disse Mac

- Rispetto - Voldemort sorrise - ho forse detto che non rispetto l' uno o l' altra? In caso contrario non proverei gusto... a giocare con loro. Certo... se sapessi qualcosa di più della piccola Gwillion... ma ci sarà tempo in futuro, anche per questo. -
- Certo, tempo...tu hai tutto il tempo che desideri... - disse Mac. 
 - Non è mai abbastanza, il tempo, quando si tratta di me e di te. Dunque hai tre scelte: o continuiamo a visitare Londra, o cerchiamo il lusso di qualche hotel babbano di alta classe, oppure torniamo alla mia dimora... perché vedi, ho la folle curiosità di scoprire se quest' abito di taglio moderno che indossi sia più facile o più difficile da sfilare... di quello di stamattina. -

- Andiamo per esclusione: Londra...molto bella, ma per tutto il giorno ho dovuto dividerti con tutti...beh, quasi tutti quelli che incontravamo. Hotel babbani...non sono all'altezza della tua dimora, temo. Quindi...torniamo nel tuo palazzo... o preferisci restare a guardare quadri con i turisti? -
Voldemort non proferì parola, ma strinse l' altra a sé, intento di già a quello che sembrava essere diventato uno dei suoi passatempi preferiti... slacciare lentamente i vestiti della sua dama verde.
- Ah, mio Signore! - disse Mac ridendo - Temevo di non poterti avere solo per me oggi... -

 - Temevi... a costo di fermare il tempo... io -
Lord Voldemort non aggiunse altro, solo baci e carezze, e ancora baci, baci sempre più pieni di desiderio.

Stringendosi a Voldemort, Mac, non si era neanche accorta di essere nella stanza che il Signore Oscuro le aveva riservato. Il fuoco nei bracieri gettava strane ombre tutto intorno...
Poi gettò un'occhiata tutto intorno, un'occhiata rapida...e si rese conto di essere nell'anticamera.
- Aspetta, mio Signore! - disse - Aspetta... - e sorridendo lo guidò verso la vasca...  - Non desideri immergerti in acque piacevolmente calde? -
- Con te nel fuoco, nel ghiaccio, ovunque... -
Voldemort sorrise, lasciandosi guidare dalla ragazza.
- Fuoco...ghiaccio...tutto si confonde, tutto è in noi, mio Signore dolce e terribile...Vita, Morte...è tutto qui...qui, in noi...adesso. - disse la donna, immergendosi nella vasca, tendendo le braccia al suo Signore.

Voldemort carezzo dolcemente i capelli della donna. Poi sfiorò il collo e le spalle con le sue labbra e poi sollevando un po' il capo le sussurrò una breve frase:
- Lasciamo allora che Vita e Morte si fondano... -

 

- Non posso negarlo - ammise Welverance sbirciando a tratti l' espressione dell' altro - Lei è un bell'uomo. Molto più di quanto immaginassi. -

Era tutto così strano... quell'uomo così forte freddo, elegante, terrificante... I sentimenti contrastanti della ragazza erano come una voce interiore che le gridava di stare attenta. Ma il cuore, traditore,
soggiogò la sua coscienza.
La mano della ragazza scivolò sul fianco destro dove le ricadeva la borsetta, proprio dove teneva il suo inseparabile taccuino e la biro-
- Posso ritrarla?... -

Lucius stava ancora cercando di capire da dove erano uscite quelle parole e contemporaneamente la risposta della ragazza, che sembrava piacevolmente affermativa...
- Un ritratto? - riuscì a dire - perché no? Preferenze di posa? Vuoi anche l'autografo? -
Fece una pausa, quel tanto che bastava per smorzare il sorriso compiaciuto sulle sue labbra, prima di aggiungere serio:
- Come mi immaginavi? -

- Ecco... veramente... - balbettò la ragazza - Pensavo fosse... più inaccessibile, mi spiego meglio... -

Non poteva certo dirgli che lo credeva di una perfidia immane, di un' ingiustizia abominevole e tanto, tanto subdolo! Rischiava di venire sbranata! -

Poi alzando lo sguardo timido,gli lanciò un'occhiata tipica di chi studia il volto di una persona.

 

- Davvero Barthy non credo proprio che sia saggio... - continuava a ripetere Silvia - aspettiamo di sentire cosa ci dicono Lucius e il Signore Oscuro... - e gli rivolse uno dei suoi sorrisi più smaglianti, sperando che servisse.

- Ma no, ma no! Capisco la tua genuina preoccupazione, dolcezza, ti capisco, sai? Tu vuoi fare la migliore figura possibile con i nostri amici... ma fidati di me, andiamo! Andiamo di qua! - disse Barthy.

"Pensa, pensa" si diceva febbrilmente Silvia fra sé e sé. Se avessero dato quel maledetto pugnale a Draco avrebbe significato la sua definitiva condanna a morte. Senza considerare il fatto che Severus le avrebbe probabilmente tirato fuori tutti i capelli dalla testa...
Decise di giocarsi il tutto per tutto... mise un piede in fallo e fece finta di essersi fatta male ad una caviglia...
- Oddio Barthy che male, aspetta un attimo... -

- Piccola, stai attenta! Ma non temere...ci penso io! -
E Barthy prese Silvia tra le braccia, e iniziò a percorrere il corridoio, e... per una fortuita coincidenza... vide Draco Malfoy!
- Draco, vieni qui! - strillò, mettendo giù la ragazza, e mostrando il pugnale.

Nonostante tutto non sarà mio padre... pensò Draco. E forse lo preferiva. Mostriamoci stupiti, adesso.
- Cosa c' è, cosa succede? Silvia si è fatta male di nuovo? – domandò Draco, vedendo la giovane.
- Oh tesoro, se non ci fossi tu non so come farei, sono così distratta e maldestra... - disse Silvia e diede a Barthy un lungo bacio appassionato... nello stesso tempo diede un colpo apparentemente accidentale alla mano dell’uomo… e fece cadere il pugnale che lui teneva stretto, sperando che Draco fosse abbastanza svelto e sveglio da approfittare della situazione e far sparire il pugnale... o da scappare - Ciao Draco – disse poi -  No non preoccuparti, stavolta è solo una cosa leggera - e diede al ragazzo un' occhiata intensa, sperando che bastasse… che capisse che doveva fare qualcosa… fuggire, magari.

Il pugnale... il suo pugnale. Avrebbe potuto farlo sparire... ma a cosa sarebbe servito in fondo. Solo a prendere tempo. Per poco, molto poco...
- Cosa è questo, mr Rabyth? - disse dunque raccogliendo l' arma e fissando l' altro negli occhi - E perché prima sembravate porgermelo? -
- Questo è tuo, Draco!- disse Barthy - Tuo padre.. è... impegnato... e mi ha pregato di consegnartelo.. Sai cosa significa, vero? -

- Lo so. - Draco strinse gli occhi - anche se non avrei mai creduto di ricevere un simile dono... dalle mani di uno sconosciuto. -

- Draco ha ragione... quello è un regalo troppo speciale e importante per riceverlo da uno sconosciuto...  Lucius non ce lo perdonerebbe mai se lo privassimo di un compito così importante. Chissà quanto è che sogna di farlo... questo lo prendo io... - e raccolse con mano tremante il pugnale... - Adesso perché non lasciamo andare Draco e noi due ce ne torniamo un po' in camera? Ho anch'io un regalino per te, e poso assicurarti che lo apprezzerai - gli mormorò seducente all'orecchio. 

- Ridammi il pugnale - disse Draco con voce glaciale - non hai alcun diritto di tenerlo. -
E non sai in che guai potresti cacciarti, folle, ostacolando il volere dell' Oscuro Signore.

"Stupido, stupido Serpeverde, con tutto quello che sto rischiando pur di non farti prendere quel pugnale... sei un vero idiota." pensava Silvia, con le mani che tremavano di rabbia mal controllata e gli occhi che lanciavano saette a Draco.

Barthemius Crouch fissò prima Silvia e poi Draco. L'occhiata che rivolse alla ragazza era...carica di... ira?
- Dai quel pugnale al ragazzo... - disse, ed attese che Draco prendesse il suo fagotto.
- Hai parlato come un vero uomo, stasera, ragazzo... non dimenticartene!- disse, mentre Severus e Gwillion li raggiungevano correndo.
- Salve Severus! Dovresti rallegrarti con questo giovane...e adesso vogliate scusarmi. - mormorò, allontanandosi e trascinandosi dietro Silvia, verso la camera delle ragazze. La raggiunsero e Barthemius fece entrare la ragazza, e poi richiuse la porta.
-Quello che hai fatto adesso... non osare mai più farlo! Credi forse che le tue profferte mi inducano a dimenticare i miei doveri?- era furioso, gli occhi chiari erano diventati come due pozze buie - Dovrei andare da Voldemort ad implorare pietà per noi! Umiliati da quel... ragazzo. Non osare mai più farlo! Mai più! Non farmi mai credere che tu ti possa servire di me... perché quel giorno... sarà l'ultimo giorno per tutti e due! -
- Stavo impedendoti da fare una cosa molto stupida, esattamente come quella che hai fatto! - sbottò Silvia furibonda cominciava davvero ad averne abbastanza della situazione - Sarà a Lucius Malfoy adesso che dovrai implorare pietà. come credi che prenderà la notizia che il suo unico, adorato figlio ha ricevuto il pugnale dalle mie indegne mani? Io sono una babbana, e sappiamo benissimo che Lucius ha un'opinione meno che bassa di quelli come me... fra l'altro sono una perfetta sconosciuta... Senza contare il fatto che quel pugnale noi non avremmo neanche dovuto sapere dove fosse, né tanto meno averlo... Divertiti quando dovrai affrontarlo, ma lo farai da solo, perché io davvero non voglio esserci quando accadrà... e poi non venire a dirmi che non ti avevo avvertito... né tanto meno a piangere sulla mia spalla. -

- Sciocca... devi essere ancora troppo immatura per capire...figli? Padri? Niente di tutto questo è importante. Una cosa importa: Voldemort! E Lucius lo sa troppo bene, fin troppo bene per opporsi, e sarà lui a cercare una spalla su cui piangere, presto. E presto sarai sola tu, perché io adesso andrò da Voldemort con tre notizie da dargli... tre gravi notizie. Ed una... riguarda te, povera, cara Silvia.- disse Barthemius Crouch e, uscito dalla stanza, si allontanò lasciando sola la ragazza.

 

Piton, intanto era rimasto nel corridoio a fissare Draco... Draco ed il pugnale... 
- Ragazzo... - disse - ma non aveva altre parole per lui, non adesso.

- Chiedo il permesso di lasciare il castello. - mormorò Draco - E quando tornerò saprò se la mia strada è quella dell' inganno... o se non mi resta che aggrapparmi piagnucolando alle ginocchia di Silente. - il ragazzo si morse un labbro, prima di continuare - Vorrei solo che mi dicesse, prima, professore, qual è quel punto dove devo colpire - la voce del giovane si ridusse a un sussurro - perché tutto finisca in fretta. -
Piton era serio, serissimo. L'espressione sul suo volto diceva soltanto che era totalmente concentrato, totalmente proteso verso un pensiero... un unico pensiero.
-Se devi andare...vai. Aspetteremo il tuo ritorno. E... quel punto dovrai scoprirlo tu, sia che tu intenda colpire lì una vittima sia che... la richiesta sia per te stesso... -

 

Mac poggiò la testa sul bordo della vasca, assaporando il momento di pace. Poi scivolò verso l'altra parte della piccola piscina, dove l'uomo che amava restava immobile, riflettendo.
- Da quando ti conosco, mi domando come sia possibile che...insomma, questo. E' perfetto... - rise piano - Ma adesso, è tardi...posso sperare che tu voglia riposare con me, almeno per poco, stanotte? Possiamo continuare a discutere nel mio letto, se vuoi. Oggi è stata una giornata ricca di avvenimenti... -

- Rimarrò. almeno per poco... dovrei recarmi nei laboratori per conoscere i primi risultati degli esperimenti... ma la mia presenza lì non è affatto indispensabile. e devo riflettere su, devo riflettere... e mi sarà più facile e piacevole farlo avendoti accanto. -

- Ah, mio Signore...adesso sento che mi stai sfuggendo. I tuoi pensieri sono lontani...Posso conoscere ciò su cui devi riflettere? O è uno dei segreti del Dio? In tal caso dovrei ricordarti che una sacerdotessa viene iniziata ai misteri...o si tratta di segreti tanto occulti da essere solo per la tua mente?- disse Mac -Ed in ogni caso spero che, poi, vorrai informarmi sull'esito degli esperimenti nei laboratori... -

- Pensavi...ed io non mi libero dall'idea che tu nasconda i tuoi pensieri... - disse Mac.

- Forse è così. - disse Voldemort con un sorriso - Ma dovrai scoprirlo più tardi. Barthy è appena tornato alla torre e dobbiamo andare ad accoglierlo... dopo esserci resi presentabili. -
E il grigio argento dell' uomo e il verde di Mac tornarono a vestire i loro corpi.
- Andiamo, mia diletta, alla sala del trono. -

 

Silvia era uscita a sua vota dalla stanza furibonda.. aveva raggiunto la zona vicina al bagno dei prefetti, dove erano ancora Severus, Draco e Gwillion...
Si piantò di fronte a Malfoy e gli diede un ceffone sulla guancia - Draco Malfoy sei la persona più stupida che io conosca! Perché non hai fatto sparire quel maledetto pugnale quando l'ho fatto cadere? Hai la più pallida idea a che abietti livelli di bassezza io sia dovuta scendere per convincere Crouch a fidarsi di me? E tu sei riuscito a rovinare tutto solo per il tuo stupido orgoglio... - voltò lo sguardo verso Severus e Gwillion, i pugni stretti, la mascella contratta dall'ira.... - Se vi fidate di me, allora va bene, andiamo avanti.. sono disposta a dare tutto per aiutarvi, ma se non vi fidate, allora meglio che me lo diciate subito, così mi ritiro... Questo gioco non è per nulla divertente, anzi sta diventando piuttosto un incubo... -

Draco fissò l' altra con occhi di fuoco. Aveva il segno dello schiaffo di lei sulla guancia ma ignorò l' impulso di portare una mano al viso.
- Stupido? - sibilò - Forse lo sono. Ma tu credi che far sparire il pugnale sarebbe servito a qualcosa? Solo a procrastinare l' inevitabile. Ed io devo sapere cosa sono, devo capire. A qualsiasi prezzo. Con la tua inutile sceneggiata sei riuscita soltanto a mettere in dubbio forse la fiducia che Crouch aveva nei tuoi confronti, e dunque non venirmi a parlare di stupidità, babbana.
E io ho di... peggio, stanotte da fare, che starmene a litigare con te. -
Poi il ragazzo si voltò a guardare gli altri, e aveva una strana luce negli occhi:
- Tornerò. Non so quale sarà la mia scelta ancora ma tornerò. -
Non vi darò il fastidio di cercare il mio cadavere in un canneto. E non intendo uccidermi, non per una morte inutile.
Poi senza aggiungere altro si voltò, e sparì per i corridoi del castello.
Gwillion osservò la scena i silenzio, voltando lo sguardo ora verso un ragazzo che non poteva essere consolato, ora verso un uomo che non poteva essere consolato. E poi c' era Silvia... ma nemmeno per lei sapeva cosa fare
Piton sospirò - È andato.. .- disse piano - È andato... - poi si voltò a guardare Silvia, ed il suo sguardo era triste - Non hai ancora imparato niente, questo gioco non si vince né si perde grazie alle tue manovre da bambina. -
Prese la mano di Gwillion - Forse hai sonno adesso. Vai a dormire. -
E si girò, immergendosi nel buio dei corridoi.

 

 

Alo finalmente era arrivata ad Hogwarts. Grazie al passaggio segreto che aveva imparato ad usare non c'era stato bisogno di passare per la sala principale della scuola. Sicché, aveva deciso, sarebbe andata subito nella stanza delle ragazze per cercare Silvia, recuperare Dunkel, cambiarsi e cenare. E così fece. Ma dentro la stanza non c'era Silvia, bensì Gwillion intenta ad ascoltare musica.
- Gwillion! Ciao. Passato un buon pomeriggio a Londra? Comunque non è che per caso hai visto in giro Silvia o un cucciolo di pantera? - Alo si sedette su uno dei letti vicino a Gwillion.
- Un buon pomeriggio? In compagnia della Dama Verde, che poi sarebbe Mac, e dell' Oscuro Signore? Io in verità non riesco a chiamarlo buono. E Silvia, Silvia l' ho vista ma non so dove sia. Era sconvolta, e a ragione... e non so se tocchi a me raccontarti cosa sta accadendo. -
- Giacché siamo qui... potresti riassumermi gli avvenimenti. Minimeeting londinese? Dama Verde? E che c'entra poi Voldemort?...  -
Alo si sistemò sul letto, togliendosi il bracciali e la collana. Improvvisamente un ammasso di pelo nero le si precipitò addosso. – Dunkel! Come stai piccino? A proposito... - disse rivolta all'amica continuando ad accarezzare il cucciolo -  Ti piace il mio nuovo amico? Uh, ho preso un regalo per te ad Hogsmeade, spero ti faccia...comodo Gwil - sorrise - Coraggio apri! -

- Mariacarla è andata alla ricerca di Voldemort e l' ha trovato. Era il suo personaggio preferito, ricordi? A quanto pare adesso è lei la preferita dell' Oscuro Signore. E poi, fammi pensare... Lucius Malfoy è al castello, e tiene compagnia a Welverance nel bagno dei prefetti, Kikka è stata ferita da Lupin perché a quanto pare la nostra presenza talora manda a monte gli incantesimi e ieri la pozione di Piton antimannari ha fatto cilecca. - Gwillion contava con le dita i casi sventurati delle varie viaggiatrici - Silvia si è imbattuta in un attraente sconosciuto che si è rivelato essere Barthy Crouch jr redivivo e adesso è in rotta con lui a causa di un pugnale... un pugnale da mangiamorte che è finito nelle mani di un non troppo entusiasta Draco. C' è altro, non so? Adesso vorrei vedere il tuo regalo. - 

- Non è nulla di eccezionale... non ho più avuto molto tempo per lo shopping vero e proprio, e poi non ci conosciamo ancora molto bene. Ad ogni modo è un pensatoio, ma questo qui è speciale perché in certe occasioni, penso dipenda soprattutto dalle effemeridi, ti fa vedere gli avvenimenti futuri e inoltre c'è la possibilità di manipolare i pensieri riposti in modo da farli diventare ciò che tu desideri... Ecco siccome ti vedo sempre così riflessiva e sovrappensiero ho pensato che potesse farti piacere... Riguardo al resto... non ho parole... Che hai intenzione di fare tu? Di te non mi hai detto nulla... -
- Che devo dirti? Che rischio di diventare vittima di qualche deliziosa vendetta trasversale? Perché io e Severus... - la giovane arrossì, senza sapere bene continuare - non saprei bene come definirti il nostro legame, ma il punto è che Lord Voldemort sa della sua esistenza, e si è premurato di farcelo sapere. E adesso, se non ti dispiace, vorrei dormire, o almeno tentare di farlo. Più tardi magari mi parlerai di te... e di Black... anche Severus sa qualcosa al riguardo e forse faresti bene a stargli alla larga... ma adesso... ho sonno, davvero. E grazie per il tuo regalo, mi potrà essere molto utile, quando avrò il coraggio di affrontare i mie... pensieri. -
La ragazza non aggiunse altro, o dormiva o fingeva di dormire. Presto comunque scivolò nel sogno. 
 
Gwillion dormiva, di un sonno inquieto, un sonno popolato di tenebra.
- Cosa cerchi, Gwillion, cerchi la morte, cerchi il dolore? -
Quella voce! La voce dell' Oscuro Signore, in tutta la sua vellutata perfidia.
- Ma non sarò io il tuo carnefice, ragazza di un altro mondo. Poiché c' è qualcuno più adatto di me al ruolo, qualcuno che può mescolare dolore e dolcezza sino a farti desiderare le sofferenze che può infliggerti. -
La voce era svanita, rimaneva soltanto il buio.
E poi ci furono delle labbra, labbra sottili e sensuali, labbra che conosceva, labbra che la cercavano... e mentre la giovane si perdeva in quel bacio silenzioso un coltello le attraversava le viscere....
Una luce interruppe il sogno. Solo quando si fu guardata intorno Gwillion si rese conto di stare ancora dormendo. Poiché la fonte di quella luce era un globo di cristallo stretto tra artigli di drago.
- Mi spiace deluderti ma un pugnale piantato nello stomaco fa molto più male di così. -
- Raistlin... si può sapere che ci fai qui? -
Fece la giovane rossa in volto. Non era molto sensata come domanda, d' altronde nei sogni non sempre tutto è dotato di senso.
- Vengo ad avvertirti, secondo quella che sta diventando un' abitudine. -
- Avvertirmi... -
- Dei tuoi pensieri, dei pensieri che tieni nascosti a te stessa. Come quella specie di tazza che la tua amica ha chiamato pensatoio. - il volto dorato del mago si concesse un sogghigno - Non penserai che sia geloso di te, spero. Io sono parte di te, vivo nella tua mente, e l' amore solo con una forzatura poteva entrare a far parte del mio personaggio. -
- Insomma cosa... -
- Cosa devo dirti. Che una lama può rappresentare molte cose, è un' arma carica di simboli... e tu in genere preferisci la metafora psicologica, rispettabilissima, affascinante metafora, ma ne esiste anche un' altra che dovresti considerare... hai presente Tancredi e Clorinda? -
- Io... -
- Non dire nulla... bambina... - il mago fece una smorfia - se ti avessi chiamato io così mi avresti preso a colpi di bastone magico sulla testa. E vedi di dormire... in un' oscurità senza sogni. -

 

Barthemius vide apparire Voldemort e quella donna che non sopportava, e si gettò ai piedi del suo signore, con gli occhi umidi di lacrime.
- Reco tre notizie, mio Signore... - disse - Una lieta: il figlio di Malfoy ha ricevuto il suo pugnale. E le altre... ho motivo di dubitare della lealtà di Lucius... è stato stregato da una di quelle... quelle donne.- Barthemius singhiozzò
- Sono nient' altro che maliarde! Ed anche io... e questa è la terza notizia... mi sono lasciato distogliere per un certo tempo dai miei doveri! Ti supplico... imploro il tuo perdono! -
Mac non poteva credere ai suoi occhi... Crouch piangeva senza ritegno! "È matto!" si disse.

Voldemort poggiò delicatamente la sua mano sulla testa bionda del giovane. Era quello che ci si aspettava da lui, in fondo.
- Alzati, Barthemius, e procediamo con ordine. Draco ha ricevuto il suo pugnale, hai detto. Sei stato tu a darglielo? Di Lucius mi occuperò io... quando sarà il momento. E non posso giudicare le eventuali tue mancanze, se non mi spieghi cosa è accaduto. -

Mac osservava la scena. Voldemort si era accostato a Barthemius e gli teneva la mano sul capo... ed il giovane piangeva, con l'espressione più triste che si potesse immaginare.
- Io... mi sono fidato di quella Silvia! Fidato... in tutti i sensi... ma ho scoperto che non è davvero fedele a te, voleva evitare che Draco avesse il pugnale... e...il peggio è che io ho creduto di poter dare la mia anima a quella donna, e non più solo a te! Ma... Signore... non ucciderla, ti supplico... io le farò cambiare idea, adesso che conosco le sue armi!- disse Barthy.
"E' davvero pietoso..." pensò Mac "È come un bambino che si sia smarrito... e Voldemort deve trovare tutto ciò davvero divertente..."
- Nessuna di quelle donne deve morire, per nessun motivo al mondo. - disse Voldemort senza alcuna inflessione nella voce - E solo perché credevi che donarmi la fedeltà di una di quelle fanciulle fosse più facile di quanto non sia in realtà... la tua afflizione è già una pena maggiore di qualsiasi punizione ti possa infliggere io. Ma non voglio che ci siano altri errori, dunque fa conto di essere l' unica persona a me veramente fedele, e diffida di chiunque altro ti stia intorno. Se poi riuscirai a portare la giovane di nome Silvia alla nostra causa, sarà un dono ancora più grande data la sua iniziale ritrosia.
E quanto a Draco Malfoy... ricordati che consegnandogli quel pugnale hai cambiato la sua vita, e dovrai sempre ritenerti responsabile nei suoi confronti... come il padrino del suo battesimo di sangue. -
Crouch rivolse un sorriso luminoso a Voldemort, il sorriso di chi avesse visto il sole dopo la tempesta... era raggiante.
- Sì mio Signore! - disse - Avrò cura di Draco... e non ti deluderò... non ti deluderò più!- e per un attimo sembrò che stesse nuovamente per piangere.
Mac rifletteva... assistere a quella scena era stato... strano. Sì, davvero strano... per motivi diversi aveva provato pena sia per Crouch che per Voldemort.
Crouch doveva essere folle, folle e disperatamente perso nella sua adorazione per il Maestro... e questo... non poteva forse renderle più caro il ragazzo? Avrebbe voluto aiutarlo... dirgli qualcosa... ma probabilmente Voldemort non avrebbe gradito intromissioni: dopotutto... Crouch era suo, e voleva, di certo, che esclusivamente suo restasse. Eppure...
Mac si avvicinò al ragazzo, che era ancora inginocchiato, e si inginocchiò al suo fianco, accarezzandolo.
- Coraggio Barthemius... hai ascoltato le parole di Voldemort? Ti perdona... egli ti ama.-
Crouch confortato, si alzò, e dopo aver ancora una volta manifestato la sua adorazione per il Signore Oscuro, si allontanò, sparendo... per tornare ad Hogwarts.
- Quel ragazzo mi ha fatto pena... - disse infine la donna - Pena per il suo amore che... in parte... andrà perso, che non può essere ricambiato... -

- Non sono stato io a renderlo così - disse Voldemort e il suo tono per un attimo sembrò essere quasi brusco - La sua è una sete che lo brucia e lui ha cercato di dissetarsi alla mia fonte... una fonte d' acqua avvelenata direbbe qualcuno. Ma non sono stato io a creare quella sete. Come non ho chiesto a te di venire, mia Dama Verde. -

La donna si sollevò, avvicinandosi a Voldemort, e carezzò la guancia pallida e fredda dell'Oscuro Signore.
- Ciò nonostante... per quanto disprezzo io possa aver provato, all'inizio, per quel ragazzo... adesso sento che potrebbe diventarmi caro. Come chiunque ti ami. E se amore tu non puoi dare, io posso farlo... certo un amore diverso da quello che offro a te. Del resto... una fonte d'acqua avvelenata, è pur sempre una fonte d'acqua... ed in un deserto è certo preferibile morire avvelenati che di sete. E, sei certo che... non sia stata la tua volontà a guidarmi qui? -

- Se è stata la mia volontà a guidarti qui, vorrei almeno sapere in qual modo. -

- Temo, mio Signore, che la mia risposta rischierebbe di essere quanto meno poco scientifica... né credo che tu presti fede a chi parla di Destino. Forse dovresti solo raggiungere Victor Lestrange e chiedere a lui se abbia scoperto qualcosa... - rise - Non voglio certo farti fuggire disgustato dal miele che posso offrirti. -

- Il mio animo è troppo aspro temo, perché il sapore del tuo miele non si perda in esso. - Voldemort sorrise - Un mago comunque sa sempre di non dover scartare a priori le risposte che in apparenza sembrerebbero poco scientifiche... e il Destino, il Destino per molti sono io, e il mio nome... per me... - Voldemort si interruppe mentre il ricordo di una luce verde gli attraversava lo sguardo - per me il Destino se esiste è solo qualcosa che devo sconfiggere. E se mi aspetterai, sarò presto di ritorno con le risposte che Victor può offrirci. Non ti ripeterò che io torno sempre, perché questa frase l' hai sentita sin troppe volte in così poche ore, ma tu sai che è così. -

- Aspro... aspro come un agrume?- Mac sorrise - Come sai la mia terra d'origine è solare e calda, diversa dalla tua fredda Inghilterra... laggiù crescono molti frutti deliziosi. Ed ora, tu mi fai pensare agli agrumeti... producono frutti dolci ed aspri insieme... i due sapori non si escludono. Ma ora vai, ed io ti attenderò qui... -

- Amaro come il fiele avrei detto io. - fece Voldemort, e nella sua voce non c' era né orgoglio né commiserazione - E so che mi aspetterai... -
Aggiunse mentre già svaniva nella cupa penombra della sala.

 

Il lago era scuro nella prima sera. Draco aveva visto i colori del tramonto avvicendarsi sullo specchio d' acqua, uno specchio d' acqua che non sembrava contenere al suo interno né ondine né piovre giganti. E aveva camminato non visto tra le case sparse lungo la riva. Tra le mani stringeva un coltello nero, nero come la notte incombente, che solo il sangue di una vita che si spegne avrebbe fatto diventare del colore dell' aria. Il ragazzo aveva osservato, i volti di inutili babbani, le loro parole, la loro vita di ogni giorno, mentre si appressava il momento della cena. Non aveva trovato il coraggio di estrarre il coltello, forse non per pietà, ma per un sentimento diverso che non sapeva ben definire.
- Cosa ti succede, Draco - mormorò con amarezza - questa è la feccia che hai sempre odiato e adesso che hai l' occasione di affondare il coltello perché ti tiri indietro? -
Forse perché temi di scoprire quanto ti piaccia il sapore del sangue, forse perché temi che una volta estratto il pugnale non riuscirai più a riporlo nel fodero.
Il ragazzo si portò una mano alla gola: Piton aveva mostrato l' alternativa del suicidio, un' alternativa a cui lui non aveva pensato. Ma non voleva morire, no, non voleva morire. Il sangue pulsava nella sua gola, lento e inesorabile.
Di cosa ti preoccupi Draco? Della tua innocenza? Ma tu non sei mai stato innocente.
Le fronde degli alberi sussurravano nel vento della sera.
- È deciso - mormorò il ragazzo - tornerò ad Hogwarts. Dato che sembra io non abbia abbastanza coraggio per... -
E poi degli strani suoni, oltre una fitta siepe di rovi, attirarono la sua attenzione.

 

Crouch risaliva la collina verso il castello di Hogwarts. Riflettendo.
Voldemort lo aveva perdonato, e questa era ancora una volta la prova della sua generosità, del suo affetto paterno... Barthy non poteva tradirlo. Non doveva farlo. Avrebbe convinto Silvia... con le buone o con le cattive, perché neanche lei poteva perdere... Ma quello che adesso lo turbava... era la donna che l'aveva confortato poco prima... nella Sala del Trono di Voldemort... quella che lui aveva trovato odiosa... doveva meditare.
Barthemius intravedeva la sagoma del castello tra gli alberi. Si avvicinava...si avvicinava...presto avrebbe rivisto Silvia, ed avrebbe dovuto parlarle. Presto avrebbe rivisto anche tutti gli altri...Lucius, Severus.
Non desiderava essere lì. Sapeva di DOVER essere lì, ma...per qualche misterioso motivo non ne aveva voglia. Strano...non aveva mai discusso gli ordini prima d'ora...perché gli ordini di Voldemort erano necessari, erano la promessa di qualcosa di dolce...l'affetto del suo Signore. Ed erano ancora tali, sì...sì. Erano tali! Ma...il gesto di conforto di Voldemort, la mano che gli aveva posto sul capo...l'avevano lasciato con l'amaro in bocca: la gioia era passata molto in fretta.
Era come quello che era successo con Silvia: il trasporto, il piacere, la felicità...erano scivolati via davanti all'evidenza del suo malcelato disprezzo. Non che Voldemort avesse dato segno di disprezzarlo... ma... ma... erano le parole di un padre le sue?
Crouch si fermò, aveva raggiunto il punto dove... era passato solo poco più di un anno, aveva nascosto il corpo del suo vero padre. Il padre di cui si era liberato per essere libero di averne un altro: Voldemort.
Barthemius rabbrividì, il ricordo si sovrappose a quello della bocca del Dissennatore, a quello di Azkaban. L'Oscuro Signore lo aveva salvato, ma, era stata davvero una salvezza? Era una maledizione anche questa, sarebbe stato tormentato dal ricordo, dalla paura... perché Voldemort gli aveva reso la ragione con tutto il suo carico di sofferenza. Non era stato un dono privo di dolore. E, come servo, la propria liberazione consisteva tutta nel distruggere quello che aveva causato la sua rovina... Hogwarts, i nemici del Maestro...
Come servo. Come servo. Non come figlio. Figlio... una parola che Voldemort non aveva mai detto... eppure Barthemius aveva ucciso, ferito, combattuto solo per quello...
Barthy rabbrividì, imprecando. - No! Sono pazzo...pazzo! Io devo obbedire! Devo liberarmi di questi pensieri! -
E poi... il volto della donna vestita di verde fece capolino nei suoi pensieri. L'aveva disprezzata, senza sapere neanche chi fosse, perché temeva che potesse portargli via il sospirato affetto di padre che desiderava da Voldemort. Ma prima... era stata lei... a dirgli "egli ti ama!"
Egli ti ama... dunque Voldemort lo amava? Ma non erano mai uscite parole che suonassero come d'amore dalla sua bocca. Chi lo amava? Non Silvia... che l'aveva ingannato.
Era dunque una sconosciuta, una sconosciuta che aveva trovato deprecabile, l'unica persona che avesse usato quel termine "amore"... quella parola che Barthemius aveva disperatamente cercato tra il sangue, le morti, il dolore, la vendetta?
Il ragazzo si fermò ancora a guardare il castello. Andare avanti? Tornare indietro? Indietro a far cosa? Non a tradire, certo che no... ma voleva sapere, doveva sapere.
Doveva chiederlo alla donna vestita di verde.
E si voltò, correndo verso il confine del castello. E quando ne fu fuori, si trasportò nuovamente nella dimora del suo "padrone" che avrebbe dovuto essere suo padre.
E lui non era più nella Sala del Trono, ma c'era lei, la donna.
- Barthemius... Voldemort non è qui... tornerà presto. - disse lei.
-Non sono venuto a parlare con il Signore - disse - Ma a parlare con te. -
- Con me? - chiese lei dubbiosa.
- Non so neanche il tuo nome, non sono certo di saperlo... non ti ho ringraziata prima... -
- Ma non devi ringraziare me, perché non ho fatto nulla. -
Barthy la fissò dubbioso - È stato Voldemort...lui ti ha detto che mi ama? -
Lei esitò - Egli ti ama, a suo modo. - sorrise - Dovresti essere felice per questo... non sono molti quelli che possono vantarsi di una simile fortuna... .
- Come... un figlio? -
La donna sospirò.
- Come un servo? - Crouch sospirò a sua volta -Come un servo, come il servo che ha sognato di essere il figlio del suo padrone.
- Non tutti i sogni sono inutili, Barthemius... alcuni sogni servono ad accompagnarci al risveglio... quale che sia. Accetta quello che hai, e non farti altre domande. Non farle ancora. Aspetta... e poi le farai... Adesso torna ad Hogwarts, da Silvia, sono certa che t'aspetta. E da Draco...
Crouch assentì... domandandosi perché fosse tornato... se erano solo risposte non chiare quelle che aveva avute.
- E, per favore, dì a Draco che Mac gli manda il suo saluto... diglielo non appena lo vedrai. Digli che il frutto che deve cogliere... tenterò di offrirglielo io. E se non capisce, capirà poi. E... per favore, invia i miei saluti anche al caro Severus... .
- Si... devo andare... non capisco perché sono tornato ma... grazie... - e Barthemius svanì, di nuovo verso il castello.

 

Severus Piton era solo, immerso nel buio, non aveva voluto accendere lampade. Voleva restarsene solo... pensando a quello che sarebbe successo a Draco... a quello che accadeva, quando bussarono alla porta. - Avanti - disse stancamente.
Silvia entrò nella stanza buia. - Severus io, io volevo solo dirti che mi dispiace da morire ho agito con una leggerezza imperdonabile lo so, ma solo perché volevo evitare che Draco avesse il pugnale, senza che tu lo sapessi prima.

- Uhm... - Piton era soprappensiero - Capisco. Non importa più tanto. Non ha più molta importanza... solo, non accetto la leggerezza, Silvia. Ci sono parole dette con troppa leggerezza che riescono a distruggere il frutto di una vita intera... la tua leggerezza mi ha offeso, lo confesso. Ma tanto, adesso, non importa più. -

- Adesso? - ripeté Silvia - Perché Severus, c'è forse stato un tempo in cui contava? A me non sembra proprio. -

Piton sospirò - Ancora non comprendi, dunque. Sì, contava... molte cose contavano. Alcune per un verso, altre per altri... È adesso che tutto davvero sembra non contare più. -

- No, proprio non comprendo, e se sono qui adesso, è proprio per arrivare finalmente a capire... non chiedo niente di più, te lo giuro... -
- Allora dimmi cos'è che tu vuoi sapere? Cosa vuoi conoscere? Vuoi sapere di me? Di te... o di Draco? Della vita? Ponimi una domanda, ed io tenterò di trovare una risposta... anche se le risposte che in genere trovo... non soddisfano... neanche me. - disse Piton.

- Prima di passare al filosofico c'è una cosa pratica che vorrei sapere... - disse Silvia quasi in tono di scusa - Quando siamo arrivate qui, quella sera... io ho respirato gli effluvi delle tue pozioni e... e... magari è solo per quello... devono avermi stordita e t'ho baciato. È possibile? -

- No... il bacio che mi desti, e che io ho saputo tenere così poco da conto, quello era vero, ed era frutto della tua volontà. Ed io ho voluto punirti perché non sopportavo di essere come un giocattolo nelle menti di ragazzine che non conoscevo, che non volevo qui. Ma per quel bacio, sono solo io a chiederti scusa... - disse Piton.

- No Severus, l'unica che deve chiedere scusa per quel bacio sono io. E' stata tutta colpa della mia stupidissima impulsività, come quello che è successo stamattina con Barthy e prima con Draco. Di solito sono la persona più timida di questa terra, ma da quando sono qui sembra che non faccia altro che far casini. -

- Confusione... sembra destino qui. - Severus ridacchiò, sollevato - Allora, possiamo considerarci amici in pace? -
- Va bene, amici... - e sorrise, si voltò a guardare una serie di libri antichi che stava una libreria e continuò, ma era come se parlasse più che altro a sé stessa - Certo che leggendo i libri della Rowling avrò sognato una miriade di volte di capitare ad Hogwarts e di incontrare tutti voi... era il mio sogno più grande... ma adesso che sono qui a volte vorrei non esserci mai stata...vorrei non dover mai essere andata a letto con Crouch, vorrei non essere stata in parte causa della rovina di Draco e soprattutto... - un sussurro leggero -"soprattutto vorrei non essermi innamorata di te così disperatamente come lo sono adesso. - e si bloccò. Non poteva... non poteva avere detto una cosa del genere, l'unica cosa che restava era sperare che lui non avesse sentito. 

Piton si alzò.
- Per tutti e due, io faccio finta di non aver ascoltato - disse - Adesso il mio cuore è occupato, anche se forse dovrei avere il coraggio di fingere che non lo sia... per salvare colei che... Ma tanto è tardi per questo, io credo. Vuoi che ti accompagni in camera? Volevo cercare Gwillion... -

 

Barthemius pieno di dubbi era arrivato al castello,e si era diretto allo studio di Piton, per portargli i saluti della donna vestita di verde.
Giunto in prossimità della porta del suo collega... aveva sentito una voce... una voce nota. Aveva socchiuso la porta... ed aveva spiato quanto accadeva...
Il cuore... gli perse un battito.
Silvia... Silvia aveva detto che non avrebbe mai voluto essere stata con lui e che... che amava Severus.
Per un attimo la sua mente si svuotò completamente, per lasciare il posto solo alla rabbia...
Richiuse piano la porta... doveva andarsene... dove... dov'era una persona che lo amasse davvero? Doveva riprendere prima la sua borsa, dalla camera delle ragazze... e si diresse lì a passo rapido.
- Alostrael... -
Mormorò insonnolita. solo dopo si accorse che era un ragazzo biondo ad essere entrato. un ragazzo biondo che lei non conosceva, eppure poteva facilmente indovinare di chi si trattasse. 
- Resta ferma tu! E zitta! - disse Barthemius a Gwillion.
"Ed ora che faccio... ed ora che faccio..." erano le parole che il ragazzo si ripeteva continuamente... domandandosi cosa fare, dove andare, a chi credere... una cosa era certa.... come poteva restare ad Hogwarts adesso? Con... Silvia... aveva il desiderio di vendicarsi di tutte quella ragazze... ma... oscillava tra rabbia e dubbio, tra uno strano sentimento d'affetto e odio... e persino Voldemort era compreso in quella bislacca situazione... lo odiava, lo amava? Tutte e due le cose?
Prese il suo pugnale da mangiamorte dalla borsa e se lo assicurò ad un fianco - Un pugnale può sempre servire... - disse, poi tirò fuori il mantello nero - Non farsi riconoscere può sempre servire... - continuò, poi, come dopo aver perso la ragione definitivamente additò Gwillion - VOI! Voi siete la causa di tutto! Per colpa vostra il mio Signore non è più tale! -
Gwillion fissava l' altro inebetita, poi proprio in quel momento Silvia fece la sua entrata.

- Dunkel... Dunkel, se qui, tesoro? Ho incontrato la tua padrona, e mi ha chiesto se potevo occuparmi io di te per un po'. Ah, e Gwillion... - fece la donna con un tono vagamente duro - Severus è qua fuori, ti cercava. - Poi lo sguardo della giovane cadde sul mangiamorte, che la osservava da un angolo buio.

- Ciao Barthy - lo salutò - Sei stato dal Signore Oscuro? Spero proprio che tu non ce l'abbia ancora con me per quella faccenda di Draco... -

Gwillion fissava la scena di fronte ai suoi occhi senza parole. Ancora una volta taceva, come un' idiota.

Per un attimo Barthemius ebbe un moto di smarrimento... poi gli venne l'idea, il lampo di genio.
-No, tutto a posto Silvia... ma devo parlarti... vieni con me! -
E condusse la ragazza fuori.

 

- Hai una strana espressione, mia Dama Verde, - sussurrò Lord Voldemort comparendo - ed io porto solo notizie inconcludenti dai laboratori. In breve l' antimagia si agita anche nelle vostre vesti, ma è troppo debole per rappresentare un campo di distorsione adeguato. Dunque siete voi, sei la chiave di tutto... e le sperimentazioni dovranno attendere. - Una strana espressione...mio Signore?- chiese Mac, voltandosi a guardare Voldemort che era riapparso - È solo un'espressione sorpresa, forse. Non temere, è l'espressione di chi ha dovuto rendere qualcosa che non possiede, a qualcuno che non conosce... ma non importa. Notizie inconcludenti... siamo noi la chiave di tutto... Attendere? Perché? Io intanto mi interrogavo sul valore della magia... nel mio mondo... - Innanzi tutto bisogna predisporre i laboratori alla vostra antimagia. E poi... ci sono molti rischi inutile che te lo dica. Di sei ragazze già so che due, per diversi motivi, non posso sottoporle ad un simile pericolo, la terza... la terza deciderà il proprio destino con le sue azioni, e le altre invece ancora attendo di conoscerle. -

- Non puoi sottoporre Gwillion ad un esperimento che rischi di privarti del piacere di usarla contro Severus?- chiese Mac - Non sai ancora se Silvia possa esserti utile altrimenti. Le altre tre... sono distanti, devi conoscerle... Perché non usare me? -

- Perché non voglio. Almeno sino a quando non avrò la certezza che gli esperimenti non rischieranno di sfuggire al nostro controllo. E l' Oscuro Signore non deve dare spiegazioni sui propri voleri, se non lo desidera. -
- Nessuno chiede conto ad un Dio di ciò che fa, vero? Eppure è quello che gli esseri umani fanno da sempre... persino i più devoti... - Mac si allontanò un po', guardando il muro.

- Comunque sia.. .- sospirò - Ci sono mille pensieri che si affollano nella mia mente... ed io, invece, te ne darò conto. Ho l'impressione che ci sia qualcosa di assolutamente importante che non riesco a farmi venire in mente. E' stata la nostra piccola visita a Londra a farmi riflettere... il British Museum, ad esempio... è tutto come nel mio Mondo. Le strade della città... ogni cosa è esattamente al suo posto. Forse, il mio Mondo non comprende Diagon Alley... ma... quale babbano del tuo mondo la ha mai vista, e quale babbano ne parla? E' curioso... le cose che non vediamo, dopo un po’ cessano di esistere. Te lo confesso... ho sempre trovato più interessante riflettere sul tempo, o sullo spazio, sull'esistenza, piuttosto che... su altro. Adesso che sono qui con te... se nella mia stanza non v'è più nessuno, chi mi garantisce che esista ancora? Nessuno lo sa... le cose esistono tutte nel momento in cui ce ne curiamo, in un modo o nell'altro. E questo ci rende tutti simili a Creatori... Creatori del Mondo. Un Mondo senza occhi che lo guardino, mani che lo tocchino, orecchie che l'ascoltino... non esiste... è una creazione incompleta. Forse è blasfemia dire che ogni creatura è simile ad un Dio? Ma... non è questo ciò che ora conta. Quale Mondo esiste... e quale no? Se sono due i Mondi, poi... perché sono due? Chi di noi si è occupato di controllarlo... E, ancora, ti ho detto che il mio Mondo è privo di magia. Se fosse una menzogna? Non avevo mai pensato alla magia, non in quest'ottica... riesci a comprendere dove sto cercando di arrivare? Lo comprendi? E cosa pensi... di tutto questo? - 

- I nostri mondi sono due o uno... e l' antimagia potrebbe essere non la traccia di un altro universo, ma un effetto secondario della maledizione mal riuscita di Draco... certo è qualcosa su cui vale la pena indagare. E mi piacerebbe conoscere anche il parere delle tue compagne di viaggio al riguardo. E se invece i nostri mondi sono due... potrebbe esserci da qualche parte una donna identica a te... e non so perché, se avessi un po' più di umanità credo che un simile pensiero mi farebbe venire i brividi. -
Mac sollevò le spalle e continuò il suo pensiero ad alta voce...
- La gente del mio Mondo... non ho mai visto far levitare un oggetto, o far apparire un'arpa, né uomini capaci di trasportarsi da un posto ad un altro in un secondo. Non vidi mai nulla del genere... eppure, c'è chi sostiene di poter usare la magia. Solo che... la magia di quella gente è diversa dalla vostra. La vostra magia opera in maniera da alterare la sostanza delle cose, in maniera più che evidente. La magia che la mia gente sostiene di praticare... agisce dall'interno. E' più segreta... e forse per questo, non conosco uomo che mi abbia mostrato miracoli... ma il confine tra il sogno e ciò che è vero.. .è labile. Molto labile. Tutto si confonde... ancora una volta. E purtroppo so che nessuna certezza potrò mai ricevere. Ma cosa accadrebbe se tu tentassi di praticare un incantesimo secondo i dettami della tradizione della mia gente? Cosa mi chiedo... E qual'è la sede della magia? Una cosa mi sembra chiara, seppure ancora indefinita: nella volontà, i maghi del mio mondo lasciano risiedere la loro forza. Una volontà che diventa energia... ma cosa guida la volontà? Qui la risposta è semplice... Eppure tutto questo non fa che porre altre domande. Domande...ancora domande... E se fosse un sogno? Se fosse qualcuno tra noi a star semplicemente sognando tutto questo? Se tu fossi solo un mio sogno, o io un tuo sogno? O entrambi il frutto dei desideri di qualcun altro? Se fossimo solo le proiezioni delle aspirazioni di qualcuno... ma, no. Perdonami, ti annoio con i miei viaggi di fantasia... Ma io non amo sottovalutare la capacità, quasi divina, di creazione che tutti possediamo... anche se molti la lasciano assopita... sepolta da qualche parte nell'anima. Eppure... chi non è mago, i babbani... voi siete certi che siano davvero così? E se ne avete la prova... avete trovato...l a discriminante tra voi? Nella genetica, o in altro?

 - Maghi, babbani, è solo una distinzione di comodo, credevo l' avessi capito... o forse indica solo due diverse culture che sono però due rami del medesimo albero. Ovviamente negherò di aver pronunciato una simile frase,in futuro, ma è così che la penso. -

- Non era la voce del Dio... ma quella dell'uomo? Comprendo... credo di comprendere. E questa voce di "uomo" dunque non è libera... non può farsi udire dai tuoi servi. Dimmi, che accadrebbe se i tuoi servi scoprissero di servire un uomo, e non un dio? -

- Certo... è affascinante scoprire che un Dio debba negare le sue stesse frasi, perché il suo potere... il suo potere... -

- Forse semplicemente non era la voce del dio quella che hai sentito. -

Lo sguardo di Voldemort si perse lontano:
- Non lo scopriranno, a meno che io non lo voglia. E cedere al desiderio di gettare la maschera è qualcosa che una volta ho fatto... e ho dovuto pagarne il prezzo. -
Mac si avvicinò a Voldemort, e prese il suo volto tra le mani - Mi fai paura a volte... Quando i tuoi occhi perdono la tranquillità di due laghi ghiacciati, e si incupiscono... allora sembra che tu stia davvero volando via da qui, da tutto questo. E so di non poter fare molto per trattenerti. Dunque tu desideri liberarti di una maschera... ed io so di non poterne parlare. Allora tacerò, anticipando il tuo volere. Ma quello che vorrei dirti, infondo... tu lo sai... -

- Forse lo so, e allora davvero non c' è bisogno di parole. - 

- No, non c'è davvero bisogno di parole... non per noi che ci anticipiamo così bene, a quanto sembra. -

- Conosci solo una parte di me, Dama Verde, - mormorò l' uomo scuotendo la testa - eppure quella la conosci bene. -

- Solo una parte... ma vorrei poterle conoscere tutte... tutte le parti che compongono il tuo animo. -

- Non sai cosa chiedi, mia dama verde... -

 

Piton aveva accompagnato Silvia nella stanza delle ragazze, e lì c'era anche Barthemius... alquanto... nervoso. Crouch aveva portato subito fuori Silvia.
- Ma che succede qui? - chiese Piton a Gwillion.
- Credo che ce l' avesse con noi, non so, non era molto coerente ciò che diceva... -
Gwillion scosse la testa con una smorfia.
- Oh, veramente non credo che Barthy sia mai stato molto... coerente. Cioè, lo è stato anche troppo, ma pazzo... lo è sempre stato... - disse Piton - Gwillion dovrei parlarti, puoi venire con me? -

- Certo che posso, Severus... posso, sempre. -

-Allora, Gwillion... vieni nel mio studio... devo parlarti di Silvia... - disse Severus.

E la giovane aveva come il sospetto di sapere già quale sarebbe stato l' argomento della discussione, ma seguì l' altro in silenzio.

- Ho parlato con Silvia, Gwillion... di quel bacio... quel bacio che ci scambiammo il primo giorno che siete arrivate. E le ho detto che ho preso una decisione, e lei la ha accettata. -

- Bacio? - disse Gwillion sbattendo le palpebre - Quale bacio? E quando? -
Prima o dopo che tu iniziassi a... ma questo non lo disse, e poi socchiuse gli occhi, lentamente.

- Subito dopo essere arrivate... credo ci fosse stato un malinteso tra me e Silvia... ma ora non importa. Perché io le ho detto... mi chiedo se ti addolorerà ciò che le ho detto... -

Allora parla, non tenermi sulle spine! Pensava Gwillion, ma, ovviamente, si limitò ad aspettare.

- Le ho confessato i miei sentimenti... - disse Piton.

Ti ci diverti a tenermi con lo stomaco in subbuglio? Conoscendoti non è poi così impossibile.
- Si può sapere dove vuoi arrivare? -
Sbottò infine la ragazza.

-Te l'ho detto... le ho rivelato i miei veri sentimenti, per quel bacio io... le ho confessato... che il mio cuore è tuo. -

- Non mi sento tanto bene... - fece Gwillion quasi barcollando - D' altronde dopo che sei riuscito a infilarti anche nei miei sogni, è un bene per me che sia così. -

-Vieni qui...- disse Piton - credi che possa fare qualcosa per te?- sorrise.

- Intanto potresti sopportare... un' altra canzone. - disse la ragazza con un sorriso - perché ho pensato a te, e sembra che le parole mie non siano mai buone come quelle di qualche cantautore ascoltato senza sapere che le sue strofe avrebbero assunto un giorno... altri significati.
Ancora qui a domandarsi e a far finta di niente
Come se il tempo per noi non costasse l' uguale
Come se il tempo passato ed il tempo presente
Non avessero stessa amarezza di sale
Tu non sai le domande, ma non rispondere
Per non strascinare parole in linguaggio d' azzardo
Eri bella, lo so, e che bella tu sei, dicon tanto un silenzio e uno sguardo
Se ci sono non so cosa sono e se vuoi
Quel che sono o sarei, quel che sarò domani...
Non parlare non dire più niente se puoi,
lascia farlo ai tuoi occhi, alle mani
Non andare... vai. Non restare.. stai.
Non parlare... parlami di te.
Tu lo sai, io lo so, quanto vanno disperse
Trascinate dai giorni, come piena di fiume
Tante cose sembrate e credute diverse
Come un prato coperto a bitume.
Rimanere così, annaspare nel niente

Custodire i ricordi, carezzare le età,
è uno stallo o un rifiuto, crudele e incosciente
del diritto alla felicità?
Se ci sei cosa sei? Cosa pensi e perché?
Non lo so, non lo sai, siamo qui o lontani?
Esser tutto, un momento, ma dentro di te
Aver tutto, ma non il domani.
Non andare... vai. Non restare... stai.
Non parlare... parlami di noi. -
E non aggiunse altro.

 

- Vieni, con me, per favore, seguimi...- diceva Barthy a Silvia, portandola fuori dal castello... - Devo farti vedere qualcosa di importante...e sarai felice di saperlo...

- Va bene, ti seguo, - rispose l' altra - ma non vuoi darmi neanche una piccola anticipazione di dove stiamo andando? - poi guardando il giovane che sembrava un po' strano gli chiese - Barthy ma stai bene? Qualcosa non va? -

Barthy rise -Vieni con me e lo scoprirai! Ci sono stati tanti cambiamenti... il primo... adesso lavoro in privato! - ed attirò a sé la ragazza - Seguimi! In fretta! -

- Come lavori in privato? Ma che dici? Barthy lasciami, mi fai male... - e per stare dietro al ragazzo quasi doveva correre, mentre lui la teneva stretta per il polso.
- In privato! - Barthemius la strinse ancora di più - Non posso più lavorare per Voldemort adesso! Ora dimmi! Non mi ami? Non volevi fare l'amore con me? Di chi era il volto che vedevi sgualdrina? DI CHI? - gridò.

- Ma che dici Barthy? - domandò, sudando freddo... non era possibile che avesse sentito la sua conversazione con Severus, eppure sembrava proprio di sì.

- DIMMELO !- urlò Barthemius folle di rabbia e gelosia, e buttò a terra Silvia -Dimmelo! Era SEVERUS? -

Silvia non ebbe né il coraggio né la forza di dire nulla....era solo accecata dalla paura.

- Tremi adesso? Tremi donna? Non mi vuoi guardare in faccia? Ma prima mi hai guardato...bugiarda! Oh, bugiarda! Che mi hai fatto, cosa? E se ti dicessi che anche io vedevo un altro volto mentre ero con te? Se ti dicessi che ti ho sfruttata?- gridò Barthy.

- Barthy io, mi dispiace molto... non volevo ingannarti davvero... -

- Ti dispiace? Ti dispiace... - Barthy Crouch non riuscì ad evitare di piangere - Bugiarda! Dispiace a me che ti... credevo d'amarti! E tu mi hai distrutto tutto... ma ora vedrai! Oh, vedrai! -
Aveva ragione, pensò Silvia, in fin dei conti aveva solo ragione. Si era presa di gioco di lui nel modo peggiore che c'era, tradendolo negli affetti.

- Ed ora verrai con me... dove non farai più danno!- disse Crouch, e stringendo la donna, si trasportarono lontano... lontano... nel posto più pericoloso d'Inghilterra... Notturn Alley! Comparvero in una specie di squallida stamberga... una topaia fatiscente odorosa di muschio e rosicchiata dai topi e dalla tarme...
- Ti piace ?- chiese l'uomo.

 

- Cosa ti fa credere, mio Signore, che io non sappia cosa chiedo? - domandò Mac fissando l' altro negli occhi - E se, invece... lo sapessi? Dimentichi che so molte cose... Quando Semele chiese a Zeus di vederlo in tutto il suo splendore... era stata consigliata da una voce gelosa, e non sapeva a cosa andava incontro. Ma io lo so... io lo so. E desidero conoscere ogni parte di te... -

- Cosa cerchi, giovane mortale, cosa cerchi? - Voldemort socchiuse gli occhi - Non ti rendi conto che nel giorno in cui io dovessi sospettare di non sapere più fare a meno di te, in quel giorno io dovrei ucciderti... oppure condannare a morte l' Oscuro Signore? -

- Tu ami i drammi, mio Signore... invero saresti stato un ottimo attore. Ma forse non dovrai fare nessuna delle due cose... se mai quel giorno dovesse venire... Non sottovalutarmi mai, ti prego... come io non sottovaluto te... -

- Come ci siamo ripetuti sin troppe volte... nessuno di noi può prevedere il futuro. -

- Allora non diciamolo più. Ma è strano... sei tu che adesso hai tentato di prevedere il futuro... dunque a te stesso devi ricordare che questo non è possibile, in nessun senso... -

- Pensiamo al presente allora... alle mie labbra, alle tue labbra... -

-Tremo al pensiero che queste labbra possano rubare troppo del tuo prezioso tempo...- rise -No, non è vero! Non mi importa... non ancora... per adesso il Signore Oscuro non ha molto da fare... può pensare ai piaceri che la vita gli riserva......

...e sorridesti perché per te tutto è falso, salvo la tenebra e il silenzio,

e il grande Spazio Misterioso al di la di essi.. Vieni, Notte silenziosa ed estatica,

avvolgi nel tuo mantello leggero

il mio cuore...

E il mio non è il mantello della notte, pensò l' Oscuro Signore, ma può avvolgerti ugualmente, mia Dama Verde.

- Oh, mio Signore...vorrei trovare sempre nuovi modi per rendere piacevole il tuo tempo... dimmi, sei mai stato invitato a danzare da una signora come me? -

- Da una dama splendida come te non direi... ma c' erano i balli ad Hogwarts, e anche io ho danzato. Dunque se è ballare che desideri, dovrei evitare di pestare i tuoi meravigliosi piedini. -

- Danzavi... ma di certo le tue dame di allora non sapevano danzare come me... né avrebbero saputo deliziarti come io intendo fare... puoi far risuonare musica? Quella che preferisci... -

- Walzer, minuetto, o qualcosa di ancora più antico?
- Qualcosa di più antico, Signore... qualcosa che solo noi due in questo momento, in questo mondo o in un altro, possiamo danzare... -

- Basse dance e tourdillion allora... - Voldemort sorrise - Sapessi però da dove ho preso l' ispirazione... -
Mormorò il mago mentre la musica riempiva la sala.

Mac sorrise -Danziamo...in quanto al saperlo...dovrei forse presumere che potrebbe non farmi piacere sapere dove hai preso l'ispirazione?

- Potrebbe, non potrebbe... - Voldemort sorrise - diciamo che si tratta di qualcosa... letta questo pomeriggio. -

- Oh, allora si tratta di quella ragazzina... Resta in silenzio, mio Signore... o impegna la tua bocca in attività migliori che quella di nominare un'altra donna... - Mac rise
- E devo ammettere che balli bene...davvero divinamente... -

- Divinamente... - ripetè l' altro con un vago sorriso, e poi seguì il suggerimento dell' altra, avvicinando le proprie labbra alle sue.

 

Silvia si guardò intorno, erano in un tugurio... una topaia grigia a e puzzolente.
- Barthy... ma dove siamo? - domandò terrorizzata.

- Ti piace? Siamo in una soffitta, in un edificio abbandonato a Notturn Alley! Ti piace? - Barthy rise - Questa sarà la tua casa...PER SEMPRE! -

- La mia casa? - mormorò debolmente Silvia, doveva fare qualcosa, ma non poteva fare niente... era completamente sola e bloccata...

- Si, la tua casa! E speriamo di non trasformarla...in una tomba! -

- Barthy, ascolta, ti ho già detto che mi dispiace... non credi che tutto questo sia un po’ eccessivo... - disse piano Silvia.

- Eccessivo? !- Barthy rise...ed i suoi occhi erano fessure scure - Eccessivo... oh, no! Questo non è che il minimo, non è che l'inizio... me la pagherai, ed a causa tua pagheranno tutte le altre... Come può sembrarti eccessivo?! Dovresti essere felice... perché se questa sarà la tua tomba, sarà anche la mia! E resteremo per sempre insieme... e da morti non potremo raccontare più menzogne! Vedi come ti amo?! E piango... piango perché sei stata tu la causa di tutto questo! Ti amo e non posso fare altro che ucciderti! O anche nella morte sognerai di avere un altro, Severus accanto? - gridò Barthy, ridendo e piangendo assieme.

Silvia restò in silenzio, non sapendo cosa dire...
Barthy sembrava completamente fuori controllo, meglio evitare di contraddirlo ulteriormente...

-TACI? Ma come amore...non mi chiedi neanche che piani io abbia, e perché ora lavori in privato?- urlò Barthy.

- Che piani hai... mi sembra più che evidente... e per quel che riguarda il lavorare in privato, che fina ha fatto il tuo sconfinato amore per Voldemort? - chiese silvia in un sussurro.

Barthy fissò Silvia con rabbia -Evidente?! Ah, e così ti sembra evidente? E' TUTTO EVIDENTE QUELLO CHE FACCIO?- strillò Crouch, fuori di testa.
- Evidente... maledetta! No... non lo è! Se credi che io voglia tenerti solo qui segregata, e magari ucciderti... ti sbagli! Io ho piani molto più grandi: piani di vendetta! Ed il mio amore sconfinato per Voldemort... - Crouch adesso piangeva
-Tu mi hai rubato anche quello! A causa tua ho fatto la figura del deficiente con il mio signore! Ed ho capito che come tu mi hai ingannato... anche lui mi ingannava! Io ho tolto di mezzo mio padre per essere suo figlio... ma lui non mi vuole... - adesso la voce di Crouch era un sottile lamento
- lui non vuole me come figlio, solo un servo! Come tu mi hai voluto come sostituto di un altro! Ed ora... a causa tua... pagheranno tutti! -
Crouch estrasse la bacchetta magica, e apparvero delle catene che legarono Silvia ad un muro.
- Io adesso me ne andrò a completare la vendetta... ma visto che ti amo, ti faccio un regalo... così non ti sentirai sola! - E, messa una mano in una tasca del mantello, ne cavò un grande topo mezzo morto, spelacchiato, graffiato, senza coda, orribile...
- Questo lo ho raccolto qui fuori, tieni parla con lui se sei triste! Io devo andare! - e gettò il sorcio a Silvia - E ringraziami! –

 

 

 

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