Capitolo Ventesimo

                                                                  L’acqua di fuoco

 

 

Mac ridacchiò - Oh, già! Dunque i nostri discorsi saranno reticenti finché lei è qui! Vero? - sorrise   - Non è strano che restiamo qui a parlare... dopo tutto? -

In quel momento una miriade di scarabei azzurri inondarono l' aria e le ombre della cella. Gwillion gettò a Mac un' occhiata smarrita, e poi gli insetti si unirono, sino a prendere forma umana.
- Chi siete? Chi è venuto a interrompere la mia veglia interminabile? Chi è venuto incontro al reietto, all' uomo che ha perso il suo volto e il suo corpo per una colpa ormai dimenticata? -
Mac spalancò la bocca - Buonasera... signor reietto... noi siamo... qui per errore... stavamo cercando l'uscita, e non volevamo turbare il suo sonno... la prego, ci scusi tanto! -

- Il mio non è sonno, ma eterna veglia... sono secoli che non dormo. E forse la vostra venuta mi recherà meno disturbo di quanto non avessi creduto. -
- Possiamo sapere... possiamo sapere chi sei? E perchè sei qui? -
Fece Gwillion in un sussurro.
- Quando l' impero degli uomini di Roma cadde, e i maghi della città nascosta si accorsero che qualcosa di peggio si era sostituito ad esso, i seguaci di Sethnet decisero di tornare nel mondo. E si lasciarono dietro molti tesori, quasi a voler dire che la loro partenza sarebbe stata solo temporanea, una breve incursione nel mondo per confrontarsi con il nuovo male comparso all' orizzonte, solo una breve incursione... e invece non sono più tornati. Non sono più tornati, e si sono dimenticati di me... mi hanno lasciato qui solo... e privo della mia forma umana. Quella che doveva essere una punizione di pochi anni... è diventata un eterno tormento. -
Mac si disse che... chissà perchè il Reietto magari stava per tirare qualche tiro mancino a tutte loro...
- Ed ora? -
- Desidero una sposa, desidero da tempo immemorabile una sposa che condivida la mia solitudine, e ora come nelle antiche leggende tre donne sono apparse di fronte a me, ed io compierò la mia scelta. Una ha il capo del colore del grano, una lunghe chiome simili alla notte, la terza ha tinto i suoi capelli con l' erba dell' hennè di questa terra antica.... -
Gwillion gettò uno sguardo disperato a Mac. Perché essere "scelta" era l' ultima cosa che voleva. E l' altra di certo era della stessa opinione.


Sirius Black si guardò intorno scombussolato. Non aveva avuto nemmeno il tempo di maledire il mangiamorte che l' aveva spinto. Ma era ancora vivo... e si trovava in un viale alberato, con minuscole case di pietra tutt' intorno.
Un cerchio di fuoco dorato brillava alle sue spalle.
E senza più guardarsi intorno l' uomo si affrettò a tornare indietro. Da Silvia... e da Barthy Crouch...

 

- Sirius, Sirius dove sei? - gridava Silvia impotente , vedendo l'uomo che amava sparire nella porta luminosa.... Si rivolse al colmo della rabbia verso Crouch.
- Che diavolo hai fatto? Ti ha dato di volta il cervello... l'hai spinto di proposito, ti ho visto... adesso dobbiamo cercare un modo per riportarlo indietro... sperando che non sia troppo tardi... - ma proprio mentre la ragazza stava cercando qualche soluzione dal cerchio ecco sbucare Sirius, vivo e vegeto.
Silvia si precipitò ad abbracciarlo ma ad un certo punto fu interrotta da una fitta fortissima all'addome.
- Non vorrei allarmarvi, ma direi che ci siamo... - disse, quasi senza fiato.

Sirius Black non degnò il mangiamorte di un solo sguardo.
- Vieni, Silvia... dall' altra parte ci sono alberi, e case... troveremo un letto... forse dell' acqua... vorrei fare di più... ma non posso... appoggiati a me... -

Silvia seguì Sirius, respirando a fatica, e desiderando solo che finisse tutto il prima possibile... anche se da come parevano mettersi le cose questa bimba aveva proprio voglia di nascere.

Sirius non si voltò indietro. Ma sapeva che Barthy li aveva seguiti.
- Ti spiace aprire la porta di una di quelle case Crouch - disse in tono acido - a me viene un po' difficile se devo sostenere Silvia... e poi vedremo di regolare i conti fra noi. -
L' uomo non terminò la frase. Poiché la ragazza era tornata a gemere.

Barthemius aprì la porta di una villa piccola e dall'aspetto pulito e tranquillo.
E fece largo, poi sottovoce disse a Black - Di certo... regoleremo i conti... presto... -

Black stese Silvia sul di un giaciglio, sorpreso per come tutto fosse intatto all' interno della casa.
- Andrà tutto bene, Silvia, te lo prometto. -
Poi si voltò verso Barthy.
- Io non mi intendo di parti, e nemmeno tu credo. Ma dovrebbero servire dell' acqua e del fuoco. Io cerco la prima, tu provvedi al secondo. Tornerò presto. E poi... e poi... -
Sirius non aggiunse altro. E lasciò la stanza.

 

Mac alzò le mani - Quella... quella lì... - ed indicò Rita - Fa davvero per te! Sa trasformarsi persino in uno Scarabeo... siete destinati! -
- E poi... - aggiunse Gwillion - noi non siamo nemmeno maghe, anzi siamo quasi antimaghe! E ciò potrebbe nuocerti... -

Mac rincarò la dose - Nuocerti?! Nuocerti tantissimo... troppo... guarda Rita! E' tutta per te... siete fatti l'uno per l'altra! -

- Io... che cosa... ma cosa dite? - balbettava Rita guardando le due babbane. Quelle due dovevano essere impazzite... lei sposa ad uno scarabeo...

- Antimagia... sii la sento, la sento! Andate perciò voi due... e vi auguro di saper trovare la strada! -

- Oh, grazie! Grazie o Reietto! Tanti auguri a te e alla tua sposa... ciao Rita... senza rancore... è stato un piacere! Addio... auguri e figli maschi! Inviateci una foto del matrimonio! Una del battesimo dei bimbi...addio! Aria Gwill! - e Mac afferrò una mano di Gwillion ed iniziò a correre.

E mentre le ragazze correvano gli scarabei azzurri circondavano il corpo della giornalista della gazzetta del profeta, sommergendo ogni sua voce o urlo.

- Povera Skeeter... accenderò una candela alla sua memoria! Mio Dio... corri, corri! Corri Gwillion! - poi si fermò, dopo un po', e sospirò.

- Beh... magari poi potremmo mandare qualcuno a salvarla... ma adesso che siamo sole... non avevamo una conversazione in sospeso? Io sono rimasta in cima a una torre, in attesa di capire perchè volessero buttarmi di sotto! -

Mac sospirò -Speravo tu ti dimenticassi di chiedermelo... mettila così, sono una persona gelosa. E sembrava che tu avessi un po' troppi argomenti in comune con... con... Voldemort. Se ridi... se ridi giuro che me la prenderò molto! Sai... - disse facendosi seria - Anche le attenzioni che si possono ottenere in negativo, a volte possono destare invidia. Ma non sono stata invidiosa che per pochi minuti... e poi è passato... -

- Ridere? non credo che riuscirei mai a ridere pensando a quel giorno... e comunque la tua gelosia è mal riposta. Tu non hai visto l' espressione di lui quando gli ho detto del tuo rapimento. -

- Non ti preoccupare, non sono gelosa. Non più... non credo che Severus ti lascerebbe scappare... - sorrise -Ma l'espressione che tu hai visto sul viso di Voldemort era l'espressione di chi avesse perso un tassello di un puzzle a cui tiene molto. Quel puzzle si chiama antimagia... -

- Se tu credi così... io non ne sono così sicura. E anche tu se non erro mi avevi fatto una domanda a cui non ho risposto. -

- Esatto! - rise Mac - Come te la passi al Castello? Beh, posso immaginarlo! -

Gwillion era rossa in volto.
- Come me la passo? Sono coccolata e protetta... a volte forse troppo mi vien da pensare... troppo protetta, intendo. -

Mac rise, rise di gusto, perchè l'imbarazzo della ragazza diceva davvero tutto - Ho capito! Ho capito ogni cosa, non c'è bisogno di dire altro... ah, ti rendi conto... sei tu, tu ci sei riuscita! Alla fine sei stata solo tu a catturare il cuore di Severus, Gwillion! Chissà cosa ne penseranno tutte le altre. Io posso solo farti... i miei auguri... - Mac tornò seria - E ti augurò di vivere questo amore nel modo migliore, per tutto il tempo che vorrete... perchè forse, un giorno, Gwillion, saremo su due fronti opposti... all'ultima battaglia, ed una di noi due piangerà la sua disperazione... ma ora non voglio pensarci! -

 

Barthemius lasciò silenziosamente la stanza e iniziò a cercare qualcosa per accendere un fuoco, perchè nessuna magia sembrava poter funzionare.
Raccolse quanto serviva, ed accese un bel fuoco, caldo e scoppiettante.

Black tornò con una pentola piena d' acqua. Fece piano, Silvia sembrava essersi assopita.
Poi gettò uno sguardo verso il giovane biondo.
- Vogliamo andare nell' altra stanza? Noi due dobbiamo parlare, credo. Parlare... non altro, per il momento. -

Barthemius strinse i denti - Parlare? Di cosa... tu aspetti un figlio dalla donna che io amo e non dovrei amare! Cosa c'è da dire?! - disse con rabbia.

Black guardò l' altro sorpreso. Davvero credeva che... e se l' avesse continuato a credere... ma no, sarebbe stato inutile, perchè sarebbe stato il volto stesso del bambino a rendere vana ogni menzogna.
- Il bambino non è mio. Non può esserlo. - mormorò in un filo di voce - Credevo... credevo avessi preso in considerazione una simile eventualità... per questo ti ho chiesto di parlare. -

- Cosa vuoi dire... - disse Barthemius poggiandosi ad un muro, per non cadere - E' forse... mio? Mio... - sussurrò... con una strana sfumatura di gioia nella voce.
- Tuo... tuo... avrà il tuo sangue ma... -
Sirius si fermò. Incerto su cosa dire. Era difficile, era difficile trovare le parole adatte. Forse perchè non ce n' erano.
Barthemius ingoiò amaro - Ha il mio sangue! - sibilò -Sono suo... padre! Anche se tu e lei... se tu e lei siete una coppia... il bambino è mio figlio! Tu non penserai di rubarmelo... vero?! -

- Tuo figlio! E' figlio di Silvia prima di ogni altra cosa. E proprio tu dovresti sapere che il legame che unisce una madre al proprio figlio è più forte di qualsiasi altro. -
- Io lo so... - sussurrò Barthy - Lo so meglio di te. Ma quello è nostro figlio, suo e mio. Ed io... proprio perchè so cosa vuol dire avere un padre che non ti ama DEVO amarlo, io VOGLIO   amarlo! -

- E tuo figlio... vuoi che segua le orme del padre... la tradizione di famiglia... - Sirius chiuse gli occhi rendendosi conto della crudeltà nelle sue parole - oh, ma chi prendo in giro... nemmeno posso rimproverarti per quella morte... l' uomo che mi ha mandato ad Azkban senza processo... no, ma non è di questo che dobbiamo parlare. Non del passato, ma del futuro. E che futuro puoi offrire tu a quel bambino, se non quello di essere una cavia per il tuo signore, quale futuro? -
- Il futuro che io offrirò a mio figlio è un futuro da uomo libero! Perchè io posso mostrargli tutte le cose, non solo una parte o l'altra... sarà lui a scegliere, sarà lui! Sarà libero... questo te lo garantisco... e Voldemort non ne farà una cavia, questo no... - disse Barthemius.

- Non dimenticare l' antimagia, Crouch. E comunque tu puoi mostrargli solo la tua metà di mondo. Come io la mia. Non credere che sia possibile il contrario. -


- Ci sono riuscita - ripetè Gwillion. Poteva solo ignorare le ultime parole dell' altra, poiché era vere, e dolorose - e non ne capisco nemmeno il motivo. A volte credo che Severus si sia interessato a me solo perché non era il suo amore che cercavo... e glielo anche detto in faccia! Ma non importa, perché so quanto sia sincero... forse più di quanto io non meriti. -

- Come fai a dire che si è interessato a te solo perchè non cercavi il suo amore?! E' assurdo!- sbottò Mac -Assurdo! Ti ama perchè... ti ama! Stanne certa... ho visto qualche sguardo del tuo caro Sev quando eri a rischio... .

- Lo so che mi ama. E anche io ho visto lo sguardo di cui parli, ma talvolta l' amore può nascere nei modi più impensati... -
- E' vero... l'amore è sempre un mistero! - la Dama Verde sorrise.
- Sbaglio o questa è la sala in cui c' era il serpente? -

- Esatto !- disse Mac - Era proprio qui...Khet seshem sa sa up khet mu'n neser men su'n sur ir... è scritto sulla parete. Siamo tornate indietro! Siamo brave!

- Sei brava. Io non ho fatto nulla. Come al solito. -

- Anche modesta sei...accidenti a Severus tutte le fortune. No, siamo brave!- Mac ridacchiò.

- Non sono modesta. Al contrario. E da un po' di tempo a questa parte non faccio che rodermi per la mia... inadeguatezza. -

- Mai commettere questo errore Gwillion, te lo dice una che lo fa sempre! Mai farlo... potrebbe essere... fatale! Credi che Severus amerebbe una persona... inadeguata? No, no! -

- Una bambina da proteggere... non lo so, Mac, non lo so... -

- Ma per chi è innamorato l'oggetto dell'amore spesso somiglia a qualcosa da proteggere... ad una bambina da proteggere. Per quanto ho parlato con Sev, credo di averlo capito... non ti considera solo una bambina, suppongo che gli piaccia pensarlo, però. -

- Si, senza dubbio gli piace pensarlo. - fece Gwillion con un sorriso - Ma... cos' è quella luce argentea? -

 

Barthemius si morse un labbro... - Posso concederti di essere padre di mio figlio quando io non ci sarò... non più di tanto. Possiamo essere entrambi utili... - e quanto gli costò dire questo!
- Deve essere Silvia a decidere. Io non ho parola in capitolo. Certo sarà strano però spiegare al piccolo che qualcuno dei suoi zii preferiti manca all' appello perché il padre l' ha mandato all' ospedale... o peggio. Non tocca a me decidere però. Non tocca a me. -
- Non rinuncerò mai a mio figlio Sirius Black, non dirò altro, questo ti sia chiaro. Posso accettare di dividerlo... solo per il suo bene, ma MAI io rinuncerò a lui. Mai. Mai... è frutto dell'unico amore che io... l'unica volta che io abbia amato .- Crouch abbassò la testa.
Nel frattempo silvia si era svegliata... i dolori si stavano facendo sempre più forti e ravvicinati... cercò di chiamare Sirius e Barthy ma le uscì solo un urlo strozzato.

- Silvia! -
Gridò Black e si precipitò nella stanza. Seguito da Barthy.


- Luce argentea!- esclamò Mac e si voltò a guardare... sperando... -

In quel momento Lord Voldemort e Severus comparvero nella stanza. Seguiti da un Allock piuttosto pallido

Severus entrò nella stanza esagonale quasi a passo di corsa, chiedendosi cosa avrebbe trovato, se avesse trovato qualcosa...
Poi la vide - Gwillion! - disse, e corse ad abbracciare la ragazza, sollevandola da terra, e dandole un piccolo bacio leggero. "Che strano..." pensò Severus "...Non è da me!" eppure, nonostante Allock e l'Oscuro Signore... non gli importava proprio nulla, se non che lei stesse bene - Cosa vi è successo?! - chiese.
Allock, invece restava fermo... anche se la presenza di due ragazze gli restituì un po' d'orgoglio e la consapevolezza di essere un uomo... affascinante... tentò un sorriso... ma non fu che la brutta copia dei suoi vecchi sorrisi scintillanti.
La Dama Verde non si mosse, ma il suo sorriso, molto diverso da quello di Allock era davvero luminoso in quel momento.
- Siete tornati... il mio Signore è tornato - disse semplicemente - Dovevo saperlo... tu torni sempre. -

- Abbiamo assistito agli sponsali della Skeeter... - mormorò Gwillion - e... forse qualcuno dovrebbe andare ad aiutarla... Oh Severus, sono così felice di rivederti! -
Voldemort sorrise all' altra.
- Io torno sempre... -
Poi lo sguardo dell' uomo si diresse verso la parete.
- Dunque sei tu l' erede, Severus. E ti dispiace farci strada... o devo costringerti? -

Severus carezzò i capelli della ragazza e sorrise, poi si voltò a guardare Voldemort... irato. Per il bene della persona che amava era meglio non rivoltarsi.
- Devo attraversare la porta? - disse, e senza attendere passò oltre... e poi rientrò, prese una mano di Gwillion e disse:
- La strada è libera! -

- La cittadella perduta... - mormorò Lord Voldemort estasiato - io sono qui a vederla... e tu sei con me, mia Dama... e l' imbecille ci ha seguito o se l' è data a gambe? Sembrava così ansioso di varcare questa soglia? E adesso... vogliamo esplorare? -

- E' come... come aver fatto un salto nel passato... - sussurrò Mac - Cosa c'è qui? -
Severus strinse Gwillion a sè - Non so cosa troveremo, stammi vicina. -

- Che ne dite di quella casa? - fece Lord Voldemort - E... Severus... non ti allontanare... non costringermi ad essere scortese. -
Entrarono tutti nell' abitazione indicata dall' Oscuro Signore, dove pile e pile di libri erano ammassate sulle parete.
Incuriosita Gwillion si avvicinò ad uno di essi, ma poi rimase con una mano sospesa nell' aria.
Voldemort si avvicinò, e prese il volume che la ragazza stava per toccare. Poi sorrise, e con una smorfia lo passò all' altra.
- Mac, guarda Mac... - sussurrò la giovane - Satyricon, libro primo... un libro... perduto. -
- Un libro perduto. - ripetè Voldemort - Ma assolutamente inutile, per me. Non c' è magia, in nessuno di questi volumi. Eppure è comunque è una scoperta interessante... e la cittadella ha pur sempre altro da offrire... alla mia magia. -

- Libri! - sussurrò Mac, con gli occhi rilucenti -Tutto il sapere perduto... - passò una mano sui rotoli, sulle pergamene, sui papiri.
- Mio Signore... posso... posso prenderne? Posso prendere quanto posso di questi scritti? -

- Puoi prendere ciò che vuoi mia cara. Ma prima... guarda... tre fontane... c' è qualcosa che dobbiamo fare. -

Mac annuì, ma non di meno, mentre seguiva Voldemort arraffò quanto era possibile prendere... e tirò un rotolo di pergamena a Gwillion, facendole l'occhiolino.
Severus, tetro, osservava Voldemort...che intendeva fare?

- Vieni Severus... presto, molto presto, mi servirai più di quanto non creda. Ma... in quella casa... - Voldemort sorrise - Forse non c' è un solo erede. -
Barthy, Barthy, vieni a me.

Barthemius aveva sentito la voce di Voldemort... uscì da una casa... pallido, pallidissimo e sudato.
- Signore... - disse semplicemente - Sei qui... -

- Hai notizie di Black? E' con te, non è vero? E lui... mi serve. -

- Black è... qui... - sussurrò Barthy, ma poi gridò il nome di Sirius, aspettandosi che venisse fuori.
Mac, intanto, come Severus, fissava Crouch... cosa diavolo gli era successo?!

- Cosa succede? - fece Sirius, non meno stremato dell' altro. poi vide l' Oscuro Signore - Oh, comprendo. -
disse soltanto.
- Seguitemi. - Disse Voldemort e condusse gli altri sino a una piazza, dove c' era tre fontane, esagonali anch' esse. - La fonte di centro è quella dell' acqua di fuoco. Essa può dare un potere enorme... ma solo chi ha nelle vene il sangue di Sethnet può berla. Eppure... io so come rubare quel potere a chi lo possiede. Voi avete aperto la porta... uno di voi è forse figlio di Sethnet... ma non potete esserne certi. Chi vuole essere il primo a provare, dunque? -

Severus si fece avanti - Vado io... - disse, lanciò un'occhiata a Gwillion e andò a bere...

Severus bevve, prima che Black potesse fermarlo. L' avrebbe fermato se avesse potuto...
Severus bevve prima che Gwillion riuscisse a proferir parola
Severus bevve, e subito fu circondato da una luce rossastra.
- Sei tu dunque... - disse Voldemort e sorrise e sollevò la bacchetta - tua vis fiat mea per vulnera irae tua vis mea fiat per vulnus doloris... tua vis mia fiat... e adesso.... - Lord Voldemort puntò la bacchetta verso Gwillion - Crucio! -

 

Severus... non era certo di capire...
Mac strinse le labbra...- No! - sussurrò... ma... era tutto inutile... si costrinse a guardare.

Finalmente Severus si rese conto di quello che accadeva...
- No! - gridò... - NO! - era furioso... al colmo della rabbia, estrasse la bacchetta e corse verso Gwillion... pazzo di ira, collera, dolore...

Voldemort sentiva il potere scorrere dentro di sé, un potere che non aveva pari... e mentre Severus si accasciava a terra continuava a bere a quel potere, come inebriato.
Poi Gwillion si interpose fra i due, bloccando con il proprio corpo il flusso di magia.
Solo allora l' Oscuro Signore si rese conto... si rese conto che il suo antico allievo era ormai prossimo alla morte.
- L' avrei ucciso - sussurrò alla ragazza - se non fosse stato per te, l' avrei ucciso. E non era ciò che volevo. Sono in debito con te, e l' Oscuro signore paga sempre i suoi debiti. -
Poi Lord Voldemort si avvicinò al mago. Vide che sarebbe sopravvissuto. Tanto gli bastava.
Puntò un ultima volta la bacchetta. Verso la Fonte. Perché la sua acqua divenisse imbevibile.
- E adesso, Barthy, mia Dama, avvicinatevi. Perché ce ne andiamo. -

Barthemius non si mosse...per un attimo. Andar via? E Silvia...e sua figlia?! Ma se fosse rimasto... le avrebbe tradite. Lanciò uno sguardo pieno di mille emozioni diverse a Sirius... come a dire "adesso, per il loro bene, pensaci tu!" ...e sperò che l'altro comprendesse.
Si mosse, e raggiunse Voldemort.
Mac, osservò prima Gwillion e poi Voldemort. Si avvicinò, alla ragazza... - Mi dispiace... - mormorò - Ma Severus è salvo, grazie al tuo amore è salvo... stai attenta... non so se augurarti di rivederci o di non farlo più... - e si allontanò, perchè altro non poteva dire. Raggiunse, senza fretta, il Signore Oscuro, e poi gli prese la mano, pronta al viaggio.
Severus... invece... giaceva inerte... come morto... abbandonato alle premure di Gwillion.

Silvia sentì dei rumori all'esterno... non riusciva a capire cosa fosse... lei era sola con la bimba appena nata e Sirius e Barthy non c'erano.
Decise di andare a vedere cosa fosse e avvolta bene la piccola in una coperta uscì.
La scena che le si parò davanti la lasciò senza fiato... Severus era a terra semisvenuto, Gwillion piangeva accasciata su di lui e Sirius pareva in totale stato di shock.
Stringendosi forte la bimba al petto riuscì solo a mormorare: - Ma cos'è successo... - spostando lo sguardo da uno all'altro.

Voldemort guardò per un istante il neonato che la donna stringeva tra le braccia, ma non fece commenti.
- Andiamo. - disse soltanto - Le spiegazioni verranno dopo... per tutti. -
E l' Oscuro Signore svanì in un lampo di luce, portando con sè i suoi compagni.

 

Welverance frattanto fissava la finestra preoccupata: Alastor la aveva salutata, se lo avesse ricambiato i Malfoy avrebbero potuto insospettirsi tuttavia... e se non lo avesse salutata, sarebbe stato lui con ogni probabilità a mettersi sul chi vive.
La ragazza si girò di scatto, e raggiunto il paravento s'infilò così di fretta e furia l'abito color mogano con sotto una camicia rosa antico e un mantello viola cupo. -

- C'è qualcuno alla finestra?
Lucius si avvicinò ai tendaggi per aprirli. Qualche stupido auror o mangiamorte lo stava controllando?!
La ragazza uscì dal paravento con infilati gli abiti asciutti. Mogano e Rosa antico. I capelli bagnati che le scendevano sulle vesti e un profumo inebriante.
Era uno spettacolo.

La ragazza ebbe un colpo al cuore vedendo Lucius avvicinarsi alla finestra... e balbettando per la sua maleducazione disse che quello non era il suo posto, che avrebbe fatto meglio ad attendere in giardino, che quella era una conversazione privata tra padre e figlio... tutto perché non si accorgesse della presenza dell' auror.

Lucius non si sentiva a suo agio con le persone che si comportavano gentilmente gratuitamente con lui; se poi era anche una bella ragazza la cosa si complicava.
- Sarebbe bene continuare da soli, si. Che ne dici Draco?
Non gli andava molto a genio che lei se ne andasse... così... dopo aver visto chissà chi o cosa alla finestra...
Improvvisamente Lucius ebbe la strana sensazione di essere osservato.

- Che vada, resti... non ha importanza per me. E poi... che esame è mai questo, papà? - mormorò il ragazzo - Sai meglio di me, sei stato tu il primo a dirmelo nei tuoi racconti, che ricevere questo pugnale equivale ad un ordine ben preciso. Uccidi a sangue freddo e dimostrati degno del nome di mangiamorte. Ed io ho obbedito. Non vedevo altra scelta. E ho detto che non ho ucciso per uccidere... perché non ho provato né soddisfazione né dolore. Ho soltanto seguito... la Necessità. -
Poi il giovane si interruppe. COSA stava guardando suo padre?

Che strano... Eppure Lucius era sicuro di essere stato fissato da qualcuno, nonostante le mura e i tendaggi. Una sensazione inconfondibile...
La ragazza era andata. Avrebbe dovuto raggiungerla poi, anche se lei aveva assicurato di non aver seguito la loro conversazione, doveva accertarsene!
- Il pugnale non è un ordine preciso, ma un "invito". Non puoi dire di "non aver ucciso per uccidere" con quello sguardo sperduto e sconvolto! Non è vero che non hai provato niente; anche l'aridità dei sentimenti è una conseguenza a un'azione che non si voleva compiere. Tu non hai obbedito ad alcun ordine. Tu stesso hai appena dichiarato che hai agito per "Necessità". Non puoi diventare una marionetta nelle mani di qualcuno: non lo sei, e non voglio che tu lo sia. Non è quello che ti ho insegnato.

- Ormai è tardi papà... è tardi... non posso più tornare indietro... -
Sussurrò il ragazzo nascondendosi il volto tra le mani. Perché ho tradito. Ti ho tradito. E adesso non riesco più nemmeno ad odiarti.

 

Solo allora Sirius Black sembrò riscuotersi. E spiegò brevemente a Silvia ogni cosa, o almeno quel poco che lui aveva potuto comprendere.
- Dovremmo portare Severus dentro... e non mi sembra opportuno formulare incantesimi in questo strano luogo... andiamo in casa, e cercherò di fabbricare una barella di fortuna. -

Allock, che era rimasto in disparte ad osservare, non appena Voldemort fu sparito... tornò tutto pimpante e pieno di sè.
- Lasciate... potrei occuparmi io di lui! - disse, facendo un cenno verso Severus.
- Provati a toccarlo e ti fulmino! - fece Black - C' è un certo numero di persone che ha quasi il diritto di tentare di far fuori quell' uomo, e in qualità di loro rappresentante non ti permetterò mai di avvicinarti con le tue unghia ben limate e assolutamente incapaci! -
Allock deglutì... ma non replicò, e si concentrò su altre faccende. Su due faccende. La prima: come andarsene e fare la parte dell'eroe. La seconda: c'erano due belle donne...
Severus, Severus... Gwillion guardava il volto pallido dell' altro, lo guardava e continuava a piangere, in un pianto quieto e sommesso. Sentiva il dolore, sentiva il dolore che l' Oscuro Signore le aveva inflitto, eppure quasi le sembrava nulla in quell' istante.
Oh, Severus cosa farei senza di te? Quel pensiero le martellava nella testa, ma poi parole diverse si formarono nella mente della giovane.
- Cosa faresti senza di lui? Una domanda logica, sensata, peccato non ti sia passata nemmeno per l' anticamera del cervello mentre ti gettavi tra Voldemort e Piton. -
- Prego... Raist? -
- Sai benissimo cosa voglio dire... non hai pensato a te stessa in quell' istante, e forse per la prima volta nella tua vita hai compiuto un gesto che possa dirsi veramente completamente altruista, priva persino del piacere che si ha nel compiere una buona azione. -
- E quindi? Dovrei essere felice perché rischiando di morire Severus mi ha permesso di scoprire una cosa simile? -
- Sii felice e basta. Non tormentarti, almeno per qualche tempo. Non tormentarti. -
Gwillion non disse nulla. E tornò ad abbracciare il mago dal volto aquilino.

Black nel frattempo si allontanò, seguito da Silvia.
- Non preoccuparti, Gwillion, andrà tutto bene. -

Allock osservava ed osservava, decise di avvicinarsi alla ragazza molto carina che restava vicino a Piton.
- Quel Severus, si caccia sempre nei guai... - esordì.
Gwillion si voltò l' allocco le stava parlando o se l' era sognato? E perché doveva parlarle poi?
- Signorina...non ci hanno presentati, io sono... Gilderoy Allock! E lei è...? - chiese il buffone scintillante.
- Mi chiamo Gwillion. -
Disse l' altra. Non aggiunse altro. In caso contrario avrebbe rischiato di diventare maleducata.
- Gwillion... - disse Gilderoy in un sospiro...
- Gwillion... bellissimo il nome, come chi lo porta. Perchè non vieni a passeggiare con me? Qualcuno si curerà di certo di Piton... -
- No, che non vengo. Primo perchè sono reduce da una cruciatus, secondo perchè l' offerta non mi interessa, terzo perchè il mio posto è qui, e non altrove. -

- Il tuo posto sarebbe qui?!- Allock trasecolò - A fare cosa? La veglia funebre a quest'uomo persino troppo brutto per essere vicino ad una dea come te?! -
Severus è bellissimo, e tu sei un essere scialbo e slavato.
- E se poi il morto si risveglia? - disse la giovane con un sorriso cattivo, molto cattivo - Questa volta potrebbe non limitarsi ad un semplice expelliarmus... -

- Svegliarsi?! Ah, capisco... Severus deve averti contaminata con la sua invidia per me... ma io sono generoso, lo perdono. Vieni con me.. .- disse Gilderoy.
- Tre semplici parole: non mi interessa. ma forse dalla tua superiore intelligenza questa frase è troppo semplice perchè tu riesca a capirla. -

 

Intanto... lontano, Crouch e Mac erano arrivati alla Torre, con Voldemort.
Barthemius socchiuse gli occhi... perchè diamine Silvia s'era fatta vedere! - Per favore, posso ritirarmi per un po' di tempo? Così potrò riordinare la mente per le spiegazioni che vorrai - disse all'Oscuro Signore.
La Dama Verde, non disse nulla, troppo occupata con i suoi pensieri.

- Puoi andare Barthemius, puoi andare. - Lord Voldemort poi si voltò verso Mariacarla - E tu, puoi rimanere o andare, come preferisci, ma temo che farai meglio a starmi a distanza, almeno per qualche tempo... un nuovo potere mi brucia nelle vene e devo imparare a controllarlo... -
Barthy si allontanò a testa bassa.
Mac sospirò - Se vuoi che vada via, dimmelo e basta. Di per me stessa resterei... non ho paura. -

- Non voglio che te ne vada. Solo... non toccarmi, almeno per ora... - Voldemort sorrise - se saprai resistere a una simile tortura. -

- Io non posso toccarti, ma tu non puoi toccare me, allora. Tu resisterai? Per conto mio resterò qui ad osservare... -
- Io resisterò. E la tua presenza sarà un motivo in più per imparare a dominare l' acqua di fuoco. -

Mac sorrise -Vediamo che sai fare, allora.

- Oh, temo che lo spettacolo non sarà molto entusiasmante. Se mi vedi bruciare come una pira umana vorrà dire che qualcosa è andato storto... altrimenti non ci saranno effetti speciali di sorta. -

- Non importa, nel caso correrò a prendere un secchio d'acqua, da qui mi sembra impossibile chiamare i pompieri... tu fai quello che devi, un po' ti terrò d'occhio ed un po' mi dedicherò alla... lettura... - disse la Dama Verde sfilandosi dalle maniche, dalle tasche, dalle pieghe del vestito arabo che indossava numerosi rotoli di pergamena, fogli e volumi.

- Un secchio d' acqua... quali premure... - Voldemort sorrise - non temere, non accadrà nulla, e se anche accadesse... sono tante le ossa del mio defunto genitore che ancora posso usare. -

- Certo, sono premurosa io. Dovrebbe rassicurarmi la storia delle ossa... immagino... beh, io farei volentieri a meno della parte "Osso del padre , donato a sua insaputa, rinnoverai il figlio! Carne del servo donata con l'assenso rinnoverai il tuo Signore! Sangue del nemico preso con la forza farai risorgere il tuo avversario!"...

- Non che io ci tenga a ripeterla, sia ben inteso. Tuttavia... dovevi immaginarti che l'Oscuro ha degli strani modi per rassicurare chi gli sta intorno. -

- Dovevo immaginarlo, infatti... tuttavia trovo bella l'idea di giocarmi un po' di te... -

- Veramente? Anche se sei consapevole dei rischi che potresti correre? -

- A maggior ragione per i rischi che so di poter correre - Mac sorrise.

- Un gioco interessante, direi... per entrambe le parti. -

- Si, molto interessante, ma è anche più di un gioco. -

- Tutti i giochi veramente interessanti sono anche qualcosa di più. -

 

- Non è vero...i o ti piaccio... ti debbo piacere...- disse Gilderoy con voce suadente, e fece per avvicinarsi.
- Ha detto...che non le interessa...indietro, idiota! Ho abbastanza forza per spedirti al Creatore...-
Allock arretrò...il morto era resuscitato?!
- Gwillion...grazie...- sussurrò Severus.
- Ho agito d' impulso, e poi era colpa mia quello che stava accadendo. tua vis mea fiat per vulnera irae, ed erano le mie sofferenze la causa di quell' ira. -
- Grazie... grazie... - ripetè Severus.
- Non sai dire altro, Severus. Oh ma a me basta sentire il suono della tua voce. -
Severus storse la bocca in una specie di sorriso sghembo
- Non so dire altro? Mi sembra che "grazie" sia una delle parole più interessanti che si possano dire, come "ti amo", del resto. Il fatto è che mi sento troppo debole anche per parlare... e se adesso parlo lo faccio solo perchè sono un uomo eroico... ma forse è meglio che io stia zitto. Oh, è... ti amo! -
Allock osservò la scena indispettito, e se avesse tentato qualcosa?

Crouch, intanto, era chiuso in una stanza buia a riflettere. Ed i suoi pensieri erano a tratti tanto tetri da spaventarlo, a tratti...tanto luminosi da commuoverlo. Abbassò la testa, poggiando il mento sulle mani, in un gesto meditativo, e sospirò. "Ho una figlia..." pensò, ed una sola lacrima cadde dai suoi occhi freddi e chiari, ed era una lacrima calda.

Silvia aveva sistemato la piccola, che adesso dormiva beatamente e decise che doveva affrontare Sirius.
Entrò nella stanza dove lui stava preparando la barella per severus ma le parole le restarono bloccate in gola, sembrava non volessero uscire.
- Sirius... - disse con voce incerta, guardandolo.

- Parla, Silvia. io più che ascoltarti non posso. -

- Io... io davvero non so cosa dire... so solo che mi dispiace... -

- Dispiacerti? non devi. Non per me. Non se tu sei felice. Se tu sei felice anche io lo sono. A meno che non stai cercando di dirmi che quell' adorabile batuffolo biondo tra le tue braccia potrebbe spingerti ad allontanarti da me. In tal caso puoi anche dispiacerti per me. Perchè forse non mi spezzeresti il cuore, ma una ferita riusciresti a farla comunque. E anche in quel caso non ti libererai tanto facilmente di me - aggiunse con un sorriso - come amico, come protettore, come cane da guardia, in un modo o nell' altro continuerò a starti intorno. Anche se preferirei un altro ruolo... -

 

- Anch'io vorrei che tu avessi un altro ruolo Sirius... è solo che non vorrei metterti in una situazione troppo difficile... la bambina è figlia di Barthy e io non ho intenzione di tenerlo fuori dalla sua vita...è sempre suo padre, non potrei mai fargli una cosa del genere... So benissimo che potrebbe essere difficile per te da accettare, quindi capirò se non te la senti di affrontarla... -

- Ho detto a crouch che riguardo alla bambina toccava a te decidere e non mi rimangio le mie parole. riguardo a noi siamo in due invece a dover prendere una decisione... ma non dobbiamo prenderla in questo istante. possiamo sempre... provare. E situazioni difficili? intendi peggiori che essere l' assistente di Piton? - Sirius sorrise di nuovo, con il suo sorriso di malandrino - No, mia cara, non credo che tu possa farmi una cosa simile, e se anche lo facessi, non protesterei. -

- Già, direi che possiamo provare... in fin dei conti ci conosciamo da un giorno, sarebbe assurdo pensare che ci amiamo alla follia... va bene che a quanto pare siamo due notoriamente folli, ma c'è un limite a tutto... - e sorrise a sirius

- Allora, Silvia, proveremo. Adesso però dobbiamo pensare a Severus. E speriamo che la mia barella tenga... altrimenti... -
Black sorrise. E si incamminò verso la piazza.

La Dama Verde fece spallucce, e srotolò un rotolo di pergamena, gettandogli un'occhiata distratta, poi risollevò la testa - Ovidio... le Metamorfosi... non è un'opera dispersa, ma andrà benissimo come lettura. Soprattutto la parte che racconta di Ade e Persefone, trascorrerò un tempo lieto, un occhio a te, ed un occhio ai miei libri. Ma tu sei ancora qui... non dovresti imparare a controllare il nuovo meraviglioso potere che ti brucia nelle vene? Esercitati, dunque... - sorrise, imitando il tono dell'Oscuro Signore
- Perchè se continueremo a parlare in questo modo, finirà... come al solito... e non sembra che possiamo permettercelo. Quindi o arretri di qualche metro e fai quello che devi mentre io leggo, o sarà meglio indicarmi una gelida piscina... non d'acqua calda come la vasca nella mia stanza, ma proprio gelida... perchè non so a te, ma potrebbe servirmi andare a buttarmici... ma credo che servirebbe anche a te. Vai... vai... io ho cose importanti da fare! - rise.

- Mi sto già cimentando con questo potere, anche se ai tuoi occhi non appare... e credevo non volessi che ti dicessi di andare o che mi allontanassi io. Ma se lo preferisci... - Voldemort sorrise, ed il suo sorriso era venato di sofferenza. - Prima che vada osserva il mio dolore tuttavia, perché pochi hanno il privilegio di osservare la sofferenza di un dio, reale o simulato che sia. E puoi considerarlo un dono. -
- Non intendo andare, la mia era solo velata ironia. Ed in quanto al tuo dolore... vorrei poterlo dividere con te. Purtroppo non posso privartene... posso solo guardare, ed è un dono... difficile -

- Non temere... questo fuoco è come quello della fenice. Non può distruggermi, ma solo rigenerarmi. -

- Non di meno è un fuoco che brucia... non chiedermi di non temere. Io so che non dovrei, perchè so che sei forte... ma temo lo stesso. -

- Io mi chiedevo - disse Voldemort in un sussurrò - se perdessi questo corpo attuale... mi permetteresti di... entrare in te? potrebbe essere un' esperienza... affascinante. -

- Certo che te lo permetterei... sarebbe il minimo, darei molto altro per te... ma sì, deve essere un'esperienza affascinante. -

- Tuttavia non intendo lasciarmi sconfiggere dal fuoco magico... e poi quella di fare a pezzi i miei servitori per rigenerarmi potrebbe diventare... un passatempo controproducente. -

- Si, potrebbe essere... tanto più che rischieresti di restare senza un servo solo... -

Voldemort sorrise. Il dolore causato dal fuoco stava lentamente svanendo.

 

- Allora non parlare... non parlare... e - Gwillion si guardò intorno, come per cercare qualcosa - e se non riesci ad alzarti, poggia pure la testa sulle mie gambe. -

Severus annuì, e sorrise a fatica...troppo provato per fare o dire altro.
- Barella in arrivo! - annunciò Black - Certo Severus, se a portarla siamo io e l' allocco turchese sei proprio messo male, ma non mi va di adoperare la levitazione. A parte i pericoli di questo luogo si tratta di una magia che adoperata su di te mi risveglierebbe ricordi... cattivi. -
Piton scoccò un'occhiataccia a Black...
Allock disse - Io?! Io portare cosa?! -
- Tu portare barella. - fece Black - Suvvia, un esperto come te deve avere per lo meno una laurea in pronto soccorso aggiornato o qualche altra demenzialità simile... -
Allock guardò indignato Black - Certo! Sono un esperto in ferite mortali... ma portare una barella! -
- Se non fai quello che ho detto ti farò presto modo di provare la tua esperienza in ferite mortali. - disse l' altro con un sogghigno - Usando te stesso come cavia! -
Decisamente si stava divertendo.
Allock... Allock non proferì parola, ma corse alla barella.
- Ora, Severus, occorrerebbe un minimo di collaborazione da parte tua. - fece Black poggiando la barella a terra - Non vorrai mica che ti mettiamo di peso su questa specie di lettiga! Vorrebbe dire... vorrebbe dire toccarti! -

- Black... imbecille da quattro soldi... tu vorresti che io morissi... ma non ti darò questo piacere! E adesso... aiutami, imbecille! .

- Volere che tu muoia... senza averne la responsabilità? - Black sogghignò di nuovo - che non sia mai! e ti aiuto... dato che sei stato tu a chiedermelo. Senza il tuo preciso assenso... sarebbe stato imprudente. -

- Silvia... - fece Gwillion staccando forse per la prima volta gli occhi da Piton. - Chi è, chi è quel pupo che hai tra le braccia? -

Silvia sospirò sentendo sirius e severus litigare... quei due erano incorreggibili..
Poi si rivolse a Gwillion.... - Beh ecco è una storia un po' lunga da spiegare ma quella... è mia figlia... -

- Black... non ho la forza... ma dammi tempo... sei avvertito... -

- Un avvertimento vano direi... dato che è l' ultimo di una serie sin troppo lunga... -
- Vano... - mormorò Severus, e avrebbe voluto dire altro, ma sussultò per il dolore... o forse non era neanche dolore... era come essere assolutamente vuoti... una sensazione davvero orribile.


Mac restò ad osservare in silenzio, poi riaprì una pergamena e tornò a leggere, un occhio a Voldemort, uno al foglio.

- Inizio a sentire, inizio a sentire... - Voldemort sorrise - il potere dell' acqua di fuoco è grande... -

- A sentire...cosa? Come? - chiese Mac, affascinata.

- Lo spazio, in una nuova prospettiva... è difficile spiegare... -
- Lo spazio, in una nuova prospettiva... è difficile spiegare... - ripetè Mac, affascinata. E chiuse gli occhi, tentando di sopperire alla propria ignoranza in quel campo con l'immaginazione - Solo con la fantasia, forse, posso tentare di immaginare...di intuire... ma neanche così... solo tu puoi saperlo... io posso solo provare a raggiungerti, a intuire quello che provi. -

- Io vedo... vedo luoghi lontani e posso quasi toccarli... ecco... un dono dalla cittadella nascosta... - e tra le mani di Voldemort apparve una diadema composto di sottili foglie color rame - un archeologo della tua gente ornò la sua giovane sposa di gioielli, chiamandola Elena rediviva... ora io vorrei poter fare lo stesso. -

- Allora il tuo potere è aumentato davvero... - disse Mac.

- E' aumentato, sta aumentando... e avvicinati.. puoi farlo senza timore... vorrei vedere queste foglie di rame che cingono il tuo capo. -

La Dama Verde lasciò i suoi libri, e si avvicinò al Signore Oscuro.
- Sei bellissima. Semplicemente bellissima. -
Disse Lord Voldemort poggiando il diadema sulla fronte dell' altra.

La Dama Verde socchiuse gli occhi, lasciandosi attraversare dal brivido che la sola presenza dell'altro le suscitava...poi lo fissò, ed era seria...
- E' il diadema a farmi bella...- mormorò.

- Potrebbe essere vero il contrario... -


- Figlia hai detto? - ripetè Gwillion - davvero credo di essermi persa qualcosa... -

- Sì Gwill, mia figlia... mia e di barthy Crouch... quando ci siamo separati sono finita in una trappola temporale... ed ecco il risultato... -

- Capisco... - mormorò Gwillion. poi la sua attenzione tornò tutta verso Severus.

- Attento al gradino, Allock... attento al gradino... e tu non cercare di sforzarti, Severus. Ecco - disse Black quando ebbero finalmente deposto il mago su di un letto - riposa e parla il meno possibile. Io credo di aver visto degli alberi di frutta ed è la pratica stessa a suggerirmi che la cura migliore per la sottrazione di energia vitale è un elevato apporto di zuccheri. Vieni Allock e vedi di fare il bravo... altrimenti il crudele assassino Sirius Black rischierà di riguadagnare grazie a te la cattiva fama recentemente perduta. -
Severus Piton non disse niente... certo un po' di nutrimento non gli avrebbe fatto male...
Allock, sempre più intontito si decise a seguire Sirius Black...
- Forse dovresti cercare di dormire, Severus... - sussurrò Gwillion - ed io ti starò qui accanto, in silenzio. -
La giovane guardava il volto dell' altro, pallido e bello, e non cessava di guardare.
- Attento, Allocco! Nemmeno una scala sai tenere! -
Gwillion sorrise nell' udire le voci che giungevano da fuori.

- Forse dovrei dormire... - sorrise Severus - ma preferisco restare a guardarti, hai un'espressione così strana... -
- Strana? E perchè... -

Allock stava per impazzire...no, forse era già impazzito, e tutto per colpa di quella gente... e se avesse lasciato la scala, se avesse fatto cadere Sirius? Se avesse tentato la fuga? Era tentato... tentato...
Sirius Black saltò a terra con un balzo. Fissò appena il canestro ormai pieno di arance. L' ultima la teneva in mano, ed era tentato di tirarla in testa all' allocco.
- Prendi il canestro e fa il bravo, Allock. fa il bravo... e portalo dentro, che io ho qualcos' altro da fare. -
Allock fissò Black, irritato, poi tirò giù la scala, addosso al mago... e si girò per andarsene... di corsa.
- Pietrificus! - gridò Black - Imbecille! Dove credi di andare? Nel caso non lo avessi capito solo io e Severus siamo in grado di entrare e uscire da questo luogo a nostro piacimento... ed io inizio ad essere fortemente tentato a lasciarti qui! -
Black si avvicinò al mago in turchese, pietrificato sino alla cintola. E con un calcio lo fece cadere a faccia a terra.
- Rifletti su quello che ti ho detto, allocco, mentre io porto dentro le arance. Poi ti libererò... forse. -

- Aiuto! - strillò Allock... ma chi mai lo avrebbe aiutato? -

- Non lo so... strana... come l'espressione di chi abbia appena scoperto una cosa importante... - Severus socchiuse gli occhi - Credo di non sbagliarmi... -
Gwillion depose un bacio sulla fronte dell' altro.
- Sto scoprendo... molte cose. Oggi, oggi ho detto a Mac qualcosa che l' ha fatta inorridire... su di te. Le ho detto che sospettavo che fosse stato il mio poco interesse nei tuoi confronti, la causa iniziale dei tuoi corteggiamenti. E sottolineo iniziale, prima che tu cominci ad agitarti. Adesso inizio a credere che la mia fosse solo la paura di non saper ricambiare un amore intenso come il tuo... non sapevo di essere così... competitiva... ma adesso credo che tutto ciò in realtà non abbia alcuna importanza. Non ho pensato mentre... e forse nei momenti davvero importanti non si pensa mai... Io ti amo, ecco, lo dico senza pensare, perchè se pensassi comincerei a mettervi in mezzo i miei dubbi, e per una volta voglio dire semplicemente che ti amo. -
Severus Piton rise, e rise per un bel po' di tempo, dimenticando la fatica - Ecco, finalmente lo hai detto! Senza troppi giri di parole e ragionamenti... magari farai ancora meglio in futuro! -

 

Mac sorrise - Posso... posso... toccarti? E se mi dirai di no, io lo farò lo stesso, non mi importa di essere distrutta dal tuo potere...

Voldemort non disse nulla, ma strinse l' altra tra le sue braccia, e poi lasciò che le sue labbra sfiorassero la pelle candida di lei, il collo e la gola.
- Non brucerai. Non contro la mia volontà. Te lo giuro. -
- Ma io sto bruciando... - disse lei, poggiando la testa sul petto di Voldemort - Io sto bruciando... non te ne rendi conto? Io sono pazza... sei tu la mia pazzia, mi togli l'aria... -

- E allora brucia... purchè il tuo fuoco sia come il mio... portatore di vita, e non di morte. o se è la morte che cerchi... che sia quella morte che è sinonimo di eternità. -

- Allora aiutami, aiutami tu a vivere, a morire... -

- Conosco poco la vita... se non in quell' attimo luminoso o cupo che precede il suo spegnersi... ma per te imparerò... per poterti insegnare... -
Voldemort strinse la donna più forse, baciandola, e baciandola ancora.

 

- Ho sbagliato, - disse Black ormai fermo sulla soglia - dovevo pietrificare la parte di sopra... avresti fatto meno rumore. -
- Farò di meglio in futuro? E chi può dirlo... - Gwillion scrollò le spalle - d' altronde io sono una persona che rimane intimamente compiaciuta quando qualcuno la definisce cinica... e questo vorrà pur dir qualcosa. -

- Ouch... - mormorò Severus - Non sono abbastanza in forma per risponderti a tono... dammi un po' di tempo, per favore!- poi vide Sirius che entrava -Sei già qua, cagnaccio?- chiese.
- Solo per poco. Tieni, - fece lanciando un' arancia nelle mani dell' altro - e ti senti troppo debole per mangiare potremo almeno farti una spremuta. se invece desideri qualcosa di più solido... io sto andando comunque a prendere i nostri cammelli, con le provviste. non c' è acqua là fuori, e l' interno della piramide sarà più confortevole anche per loro. -
- Non sono morente, Sirius! Per quanto ti possa far piacere immaginarmi come un cadavere... ma vai dai cammelli, loro ti apprezzeranno certo più di me! -
- Cadavere? E quando mai? Con i cadaveri non si ci può litigare... sono... estremamente noiosi! Ma vado, vado... vorrà dire che sfogherò il malumore sull' allocco. -
E lasciò la stanza.
- Andiamo Allock! - fece Black dopo aver liberato - Andiamo a fare una visita ai tuoi simili... i cammelli là fuori. E poi, se preferisci il deserto alla cittadella... liberissimo di fuggire, mio caro... ti darò persino il permesso di prendere una cavalcatura e cibo e acqua... anche se ho il sospetto che finiresti col perderti... e che un simile gesto sarebbe quasi un omicidio. -
Allock deglutì, ma seguì Black senza fare commenti di sorta.

- Vuoi che ti sbucci l' arancia? - fece Gwillion e poi sorrise - Sai, io detesto sbucciare le arance... ancora a ventun' anni cerco sempre qualcuno che lo faccia al mio posto... -

Severus ridacchiò, non appena Sirius fu uscito, e fece l'occhiolino a Gwillion.
Gwillion prese a sbucciare l' arancia, o meglio ci provò... con risultati vagamente disastrosi... poi guardò l' altro, e scoppiò a ridere.

Severus scosse la testa - Neanche questo insegnano ai babbani?! Ma dico... non sai sbucciare un'arancia? Dovrò insegnartelo...

- No, sono io ad essere particolarmente incapace... e confesso che nella mia incapacità ci sguazzo. Se riuscirai ad insegnarmi a sbucciare ste cose... vorrà dire che sei davvero... un mago! -

 
- Mio Signore, mio Signore... - sussurrò Mac, ma non disse altro, perchè il desiderio di perdersi tra i baci di Voldemort era più forte d'ogni altra cosa.
Lord Voldemort sollevò la donna tra le braccia, e svanirono insieme, verso la camera di lei, ed il loro giaciglio.

La Dama Verde sorrise - Queste vesti arabe... chissà se è più facile o più difficile liberarsene... - rise, ma la sua era una risata soffocata ed impaziente.

- Bisognerà sperimentare per scoprirlo... e a me piace... sperimentare... -

- Vorrei iniziare io, allora... lasciami vedere... lasciami provare a toglierti questi abiti. Non sembra difficile.. - mormorò, e ridendo con una certa ansia non ci mise troppo a liberare il Signore Oscuro dei mortali panni di foggia babbana.

- Sei molto esperta, vedo... adesso dovrò cercare di non sfigurare... –

- Non puoi sfigurare... coraggio, vediamo se i maghi sono superiori ai babbani. Oh, e non farmi rimpiangere di non aver accettato una proposta di matrimonio... oggi... -
- Proposta di matrimonio? - disse l' altro come stordito - Quale proposta? -





- Allora, Allock... torni dentro con me o preferisci la sabbia alla nostra compagnia? -

Allock fissò il deserto immobile...la luce riverberava sulle dune di sabbia, immota immagine della perduta gloria di un tempo trascorso.
- Io vado.. .- disse - Io vado... - e montò a cammello, partendo verso l'orizzonte. Sceicco scintillante sulla via di casa... e già il suo cervello elaborava la storia da propinare ai giornali di mezzo mondo. -
Black fissò l' altro per un attimo. Incerto su cosa fare. Doveva davvero lasciarlo andare... a quel modo? Beh, in fondo Allock aveva una capacità di sopravvivenza molto elevata, considerata la sua inettitudine... se la sarebbe cavata. Comunque aspettò ancora prima di rientrare... nel caso l' altro in lampo di buon senso decidesse di cambiare idea.

- Allora diventerai l'artista della macedonia! - scherzò Severus - E le arance non avranno più segreti! -
- Neanche mi piace la macedonia... ma per te, questo e altro... se ci riuscirai si intende... sono una mancina senza speranza... ho persino una scusa medica... liquido amniotico respirato alla nascita... ed evidente assenza di coordinazione nei riflessi... niente di grave per carità... ma le cose stanno così. -
- Dovrei fare qualcosa... - si chiese Severus scherzosamente - Ma cosa?! Come salvarti da te stessa?! - e rise.
- Beh... intanto l' arancia è sbucciata. Male ma è sbucciata. - la ragazza aprì il frutto, provocando schizzi da tutte le parti, poi prese uno spicchio e - apri la bocca... stavolta sarò io a imboccarti... se me lo permetti. -
Severus sospirò -Certo... solo aspetta un attimo, perchè mi hai accecato... il succo d'arancia brucia negli occhi, bambina mia. Ma ai babbani davvero non insegnano tutte queste cose così importanti?- Piton sghignazzò - Ecco, è passato... adesso imboccami... sono ansioso di farmi vezzeggiare... -
- Non desidero altro che obbedire... -
mormorò la giovane. e così fece.

- Splendido... assolutamente favoloso! - disse Severus assaporando l'arancia.

- Pensa che le ha raccolte Sirius con le sue manine, appositamente per te... - Gwillion chiuse gli occhi, le parole erano uscite senza che se ne accorgesse. Adesso aveva il vago sospetto che avrebbe fatto meglio a scappare.
Severus lottò contro il desiderio di sputare quanto aveva assaporato.
- Se volevi disgustarmi.. .ci sei riuscita, Gwillion. Le manine di Black... puah... adesso morirò di fame. -


Mac sospirò -Sapessi...mentre tu cercavi l'acqua di fuoco, quando ci siamo separati, io sono finita in una sala buia con la Skeeter e Gwillion. Superare i trabocchetti mortali e le trappole non è stato troppo difficile, sai, con un po' d'ingegno... ma poi abbiamo incontrato il Reietto di non so che cosa. Un uomo-scarabeo... in cerca di moglie. - Mac rise
- Era convinto che noi tre, come in una leggenda, fossimo le candidate al ruolo... tra di noi avrebbe trovato una sposa. C'è voluto un po' a gettargli la Skeeter tra le braccia... poverina... mi spiace, a quest'ora deve essere reclusa nella camera da letto dello scarabeo... contro la sua volontà. Ma certo meglio lei di me... no? Vedi... anche io ho le mie avventurose giornate: tra trappole e scarabei desiderosi di sposarmi!

- Meglio lei di te... per il bene dello scarabeo. Mi chiedo solo... oh lasciamo perdere, voglio pensare soltanto a te in questo momento. -
E lasciò che le sue mani scivolassero lungo i fianchi della donna.

- Sì... pensare a me, solo a me, non è una cattiva idea... vediamo, sto ancora aspettando di scoprire come te la cavi con questi miei abiti... -

E Voldemort se la cavò bene, molto bene. E si fermò a rimirare la sua dama, vestita del solo diadema.

 

Gwillion passò i minuti seguenti a implorare perdono. Decisa a continuare sino a quando l' altro non le avesse risposto. Solo temeva che si sarebbe consumata la voce, prima.

Severus aveva l'espressione corrucciata di chi fosse stato molto offeso.
- Adesso.. .dovresti offrirmi qualcosa in cambio... - disse - Io ho ancora fame! Ma non pretenderai che mangi quelle arance... -
Gwillion guardò l' altro interdetta:
- O tu mi stai chiedendo di andare a cercare dell' altra frutta... oppure hai dei pensieri molto cattivi... molto, molto cattivi... -

- Cattivi! - Severus sgranò gli occhi con fare innocente - Cattivi?! Non lo so.. .io non li definirei cattivi... ma forse tu si... non so... -
- E' solo che... non dovresti essere in fin di vita o giù di lì... simili pensieri... mi sembrano quanto meno inappropriati. Specie a digiuno. -
- Dunque anche tu come l'amico Black mi vedi come un cadavere...un pallido riflesso del Severus di un tempo...molto bene, se così preferisci...buonanotte, io mi sprofondo nel sonno! -
- Non ha importanza quello che io preferisco. - disse Gwillion improvvisamente seria -non ha la benchè minima importanza. -

- Si che importa...- disse Severus -Tutto quello che volevo chiederti era un bacio... quando saremo soli ti vorrei parlare di tutto questo... e per baciarsi, si deve essere in due, piccola. -
Gwillion si avvicinò all' altro.
- No, che non importa... perchè qualsiasi cosa tu mi chieda... devi solo chiedere... e la otterrai.. io non desidero... altro. -
- Solo se la vuoi anche tu... tu vuoi darmi un bacio? - Severus sorrise.
Gwillion non disse nulla. Ma chiuse gli occhi, e annuì appena, con le labbra socchiuse.
Severus non si fece certo pregare... e quel bacio era molto più dolce di qualsiasi frutto, e gli dava più forza di qualsiasi altra cosa... -

 

 

 

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