Capitolo Ventiduesimo

                                                                            Morte

 

 

- Mio Signore... - disse Mac, e raccontò della figlia di Silvia e di Barthemius - e ti prego... non mettere a rischio la vita della neonata, Barthy è il tuo migliore seguace, e sua figlia... non farai nulla che possa metterla in pericolo? C'è di certo un modo per fare i tuoi esperimenti senza metterla a rischio... -

Voldemort sorrise. Era facile tornare a indossare la maschera, adesso.
- Sarebbe uno spreco fare altrimenti, non credi? E l' Oscuro Signore ricorda... i servigi ricevuti. -

Mac inarcò un sopracciglio - Ma bene...ed ora? -

- E ora si fanno... esperimenti. Non avevi detto che volevi esserci mentre torturavo il canarino turchese? -

La Dama Verde rise - Sono ansiosa di vedere... -

- E' la mia nuova percezione, te ne ho già accennato... mi basta allungare una mano... -
E afferrò per la collottola un Allock tremante, portandolo sin nella sala del trono.

Gilderoy Allock stava rimettendosi in piega i capelli... quando sentì qualcosa di strano e si trovò davanti... all'uomo con i capelli grigi e sua figlia...
- Aiuto! - mormorò - Che ci fate qui -
Mac rise - No... sei tu che non dovresti essere qui... non te ne rendi conto?

- Benvenuto nella mia dimora... pseudo-erede di Sethnet. - disse Voldemort.

Gilderoy deglutì... - Siete davvero spettri della Piramide... voi mi volete tormentare... - piagnucolò. Ma un'occhiata allo sguardo di Voldemort lo indusse a tacere.
- Ci sei andato vicino, canarino azzurro, NON siamo spettri della piramide, eppure si, ti vogliamo tormentare. -

- Pe... perchè? - mormorò Allock - LASCIATEMI! -

- Perchè? Devi avere qualche problema con la memoria, Allock. Non ricordi la nostra discussione, nella piramide? Eppure Severus è stato così solerte, nel fare le presentazioni...

- Ma io non ti ho fatto niente! - strillò Allock.

- Niente? Farci teletrasportare nei punti più assurdi della piramide lo chiami niente? - disse Voldemort con un filo di voce - Offendere l' Oscuro Signore dandogli del vecchio iroso lo chiami niente? Ma basta la tua sola presenza, il tuo solo inutile respiro a farti meritare una punizione. Ah si, dimenticavo, hai anche sfacciatamente corteggiato la mia Dama Verde... in mia presenza. A tutto questo puoi anche aggiungere che Colui Che Non Deve Essere Nominato non ha bisogno di scuse per torturare chi desidera torturare, e tu sembri fatto apposta per un simile ruolo. -

- Ma io non ho fatto nulla di tutto questo... - disse Gilderoy, ricordando che più parlava, più tempo aveva per salvarsi  Io non ho fatto niente di tutto questo... e non volevo corteggiare nessuno... credevo solo che tua figlia... dovresti essere felice se un mago famoso come me corteggia tua figlia... perchè è tua figlia? -

- Non è mia figlia. Per età immagino che potrebbe anche essermi nipote. Ma non è questo il punto. E forse non ti rendi conto che più sento il suono della tua odiosa voce e più la mia crudeltà si risveglia. -

- Ma che ho fatto?! Che ho fatto?! Che ho fatto?! AIUTOOO qualcuno mi aiuti ! - Gilderoy provò la carta della fuga...

Lord Voldemort agitò la bacchetta. E Gilderoy Allock si trovò sospeso nel vuoto. Con la testa capovolta per sovrappiù. Doveva essere una posizione assai scomoda.
- Non ricordi la mia promessa Allock. Io ti ho promesso tutto questo. E devo mantenere ciò che ho detto. Anche se tormentarti si sta rivelando un gioco decisamente infantile. E chiedi pure aiuto. Gli unici che potranno accorrere sono i miei serpenti, ed i miei mangiamorte. Non so quali fra i due sarebbero meno pietosi. -

Allock strillò come un porcello allo spiedo.
La Dama Verde, intanto... era rimasta un pò indietro... "nipote, nipote"... si voltò a guardare Voldemort con gli occhi bagnati di lacrime... anzi, no... piangeva vistosamente... piangeva e non poteva evitarlo...

- Cosa c' è, Mariacarla? -
Fece l' altro perplesso. E quasi non sentiva più le urla del mago canarino.

La Dama Verde fissò il Signore Oscuro, e lo abbracciò... sghignazzando - Non ce la facevo più... è un guitto... -

- Potresti tradurre anche per un povero mago oscuro? -

- Sto morendo dal ridere... forse non dovresti ucciderlo... forse dovresti mettergli una veste da giullare... il grande Allock costretto a fare il guitto per te... - disse asciugandosi le lacrime, lacrime per il troppo ridere.

- Questo è troppo stupido per ucciderlo, quello è troppo intelligente... ma io voglio ammazzare qualcuno. E lo farò oggi, adesso, presto, molto presto. -

- Fiuti l'odore del sangue? Sei sul sentiero di guerra... -

- Molta morte. Niente sangue. Aspettami qui, tornerò presto. Fai compagnia al canarino che ti ho regalato. -

- Ti aspetterò... come al solito... e giocherò con il canarino... -

- Buon divertimento... mia adorata -

Mac sorrise, mentre Voldemort svaniva, e tornò a fissare Allock...

La Dama Verde si avvicinò all'azzurro canarino, il caro Gilderoy Allock, terrorizzato...
- Eh, no Allock... sei più stupido del previsto... - disse - Ma adesso avrai capito... sei nei guai. -
- Ne... nei guai -
- Si... Voldemort è assetato di sangue... è completamente pazzo... pazzo! E ti vuole... morto! -
- No... non è vero... - biascicò Gilderoy.
- Si, invece... ma io posso salvarti la vita... io ho il potere di salvarti la vita... -
- E come? - Allock sembrava rinato... il suo fascino doveva aver sedotto la ragazza... -
- Devi solo fare la cosa che meglio ti riesce il...b-u-f-f-o-n-e! -
Gilderoy sgranò gli occhi.
Mac sorrise - Se vuoi vivere è meglio che ti eserciti nella difficile arte della buffonata... e se non sarai all'altezza, il Signore Oscuro può sempre trovare un altro buffone di corte.Ora vado a prendere quello che ti servirà... quando Voldemort tornerà... voglio che trovi tutto a posto... buffone...

 

Hermione Granger era alla fine di una lunga giornata di studio, ed aveva deciso di fare una capatina nel bagno dei prefetti per rilassarsi, ma nell'entrare ebbe una sorpresa... Draco Malfoy giaceva a terra schiantato...
Hermione rimase per qualche secondo indecisa su cosa fare ma poi afferrò la sua bacchetta magica... – Innerva - esclamò.
- Draco cosa ti è successo? - squittì.

- In realtà credo che la cosa non ti riguardi, Hermione. - Solo quando ebbe finito di parlare Draco si accorse che il suo tono era stato quasi gentile. Con la grifondoro, la mezzosangue, la secchiona!

- Ovvio... invece di essermi grato per averti liberato.. ma adesso esci di qua, vorrei farmi un bagno e tu sei l'ultima persona che voglio qui dentro! - sibilò la grifondoro.

 - Grazie per avermi liberato. - disse l' altro. E per poco non si strozzò - C' è solo un problema. Non posso uscire. Insomma mi è stato ordinato di rimanere qui dentro... in modo piuttosto deciso come hai potuto constatare. - il ragazzo fece un sogghigno - Se la mia presenza ti turba puoi sempre addormentarmi, accecarmi o qualcosa del genere... se ti riesce, intendo. -

- Come sarebbe a dire che non puoi uscire? Draco cerca di essere serio per piacere... - disse Hermione, stringendosi involontariamente nell'uniforme... poi d'un tratto realizzò che Draco l'aveva ringraziata... draco malfoy l'aveva ringraziata!

- Sarebbe a dire che non posso uscire. Mi hai trovato schiantato, no? Ci sarà pure un motivo. Anche se è piuttosto complicato da spiegare. C' entra anche mio padre, e non chiedermi altro. Invece, piuttosto... Potter poi sono riusciti a salvarlo o stavolta è crepato? -

- Sì, per fortuna Piton... ma tu che ne sai di questa storia? E anche tuo padre è qui a scuola? -

Draco sospirò sollevato, maledicendosi subito dopo per il sollievo mostrato.
- Lo era fino a qualche tempo fa. Adesso non so. Era a capo di una commissione mandata dal ministero ma... oh lasciamo perdere, non ci vuol molto ad indovinare che non erano gli affari del ministero ad interessare... a mio padre! -
Concluse il ragazzo quasi furioso.

- Che vuoi dire Draco? -

- E con quale criterio... Granger, io dovrei venire a dirlo a te? -

- Beh, in realtà nessun motivo no, hai ragione... e a visto che devi restare qui se preferisci me ne vado... - e fece per alzarsi.

- Ferma! - gridò Draco - Quest' odore... revelatio! Spire di fumo color ocra comparvero nella stanza, e provenivano dalle fessure della porta. Era quel che temevo... l' Obscurum! E forse per una volta so qualcosa che tu non sai. E vorrei non saperlo. -

- Obscurum ma è un veleno potentissimo... l' ho letto nel reparto proibito e solo due persone... -

- Va bene, va bene, sei informata anche su questo... -

- E adesso che dobbiamo fare? - domandò Hermione, cercando di non mostrare il panico che sentiva.

- Cosa devi fare. Io mi salvo. Dato che la magia oscura è più una questione di frequenze che di morale alla base. Io ce l' ho nel sangue e l' Obscurum non mi toccherà. Tu invece... non devi respirare quella roba. E non fare magie. La magia così detta bianca non farebbe che attirare il veleno. Oh diavolo... se ti fidi di me... - Draco fece una smorfia - posso pietrificarti, e pietrificata non respirerai. E se ti rimpicciolisco dopo non dovrebbe essermi difficile portarti fuori dal castello. Perchè è Hogwarts chiaramente il fulcro dell' attacco.

- Va bene facciamo come dici tu...- annuì Hermione, d' altronde non vedeva altre vie d' uscita          - Harry e Ron, e i suoi fratelli... sono andati nel parco a fare una passeggiata con Hagrid... io non ci sono andata perchè avevo un tema da finire... saranno al sicuro lì? - domandò angosciata

- Non lo so, come faccio a saperlo? Certo stando all' aria aperta... - fece Draco, e il suo tono era quasi disperato - Ma non c' è tempo da perdere... -
Pietrificus e reductio... pochi istanti dopo la so tutto dei grifondoro era un ninnolo nel suo taschino.
Draco uscì per i corridoi, incamminandosi lentamente. Morte e distruzione ovunque... corpi accasciati... corpi che non riusciva a fissare, nel timore di riconoscere qualcuno che gli fosse noto. Perché non ridi, Malfoy... questa è la vittoria che desideravi... la vittoria del tuo Signore... e quelle parole erano fiele nella sua bocca. Si sentiva girar la testa inoltre. Probabilmente non c' era mago che non avrebbe risentito almeno in minima parte degli effetti dell' Obscurum... tranne uno, tranne uno. Il veleno corrodeva i corpi dall' interno, e Draco sapeva che procurava una morte orribile, ma non c' erano gemiti per il silenzioso castello. Suo padre aveva detto che avrebbe sigillato il bagno, e forse il suo sigillo non aveva impedito alla Granger di entrare, ma aveva fermato... qualcos' altro.
Già tutto si era concluso, e al ragazzo non restava che osservare i cadaveri.
C' erano anche dei Serpeverde notò, come a testimoniare che l' appartenenza ad una Casa non assicurava la salvezza... né la dannazione. Le divise in verde però erano nettamente minori rispetto alle altre e Draco tremò all' idea di incontrare in quel momento uno dei suoi compagni... o uno dei loro genitori, se era per questo. E poi... un gemito... qualcuno era ancora vivo... Potter! Ma certo, il rettilofono doveva essere in qualche modo protetto da "quel" veleno. E accanto al ragazzo vide un ciuffo di capelli rossi, vide qualcuno che non era riuscito a salvarsi.
- Ron.... -
- Sta zitto, Potter, e respira il meno possibile. - sibilò Draco - Che adesso vedo di portarti fuori di qui. -
- Non credo proprio. -
Una voce fredda, una voce gentile. Una voce terribile. Una voce che il ragazzo non aveva mai udito prima. Eppure sapeva benissimo a chi appartenesse. Il ragazzo si irrigidì, attendendo un colpo che però non venne.
- Voltati, Draco. Ho sentito parlare molto di te, e finalmente ti incontro. -
Il ragazzo non poté far altro che girarsi.
- E' difficile decidere cosa fare della propria vita, non è forse vero. E a volte ci si parano di fronte scelte opposte, e tuttavia entrambe, in modi diversi e contrastanti forse, entrambe dicevo, degne di rispetto. Solo che ogni scelta comporta delle responsabilità. Responsabilità che dovrai imparare ad assumerti. Perché ricadranno su di te, e non su altri. -
- Non chiedo altro, Signore. -
- Hai detto Signore, e non mio Signore. Forse perché non sono ancora il tuo Signore, o perché non lo sono più. Ma non devi rispondere. Lascia il castello, tu e la persona che mi stai nascondendo. Ho avuto abbastanza sangue per oggi. E quando ci incontreremo di nuovo... allora la tua decisione deciderà il tuo destino. -

 

All' improvviso un odore acre giunse alle narici del mago. Lucius Malfoy non avrebbe tardato a riconoscerlo come il veleno che portava il nome di Obscurum. Un veleno creato per cercare ed uccidere la magia bianca... un veleno che adesso si stava diffondendo per il castello di Hogwarts.

Cadaveri incartapecoriti si affollavano per i corridoi... sembrava che non ci fosse più anima viva ad Hogwarts.

Veleno Obscurum! Non c'era alcun dubbio! Tra i più potenti veleni mortali! Cadaveri di giovani che non se ne erano accorti in tempo erano distesi nei corridoi. Giovani vite innocenti stroncate. Uno spettacolo già visto innumerevoli volte.
Un pensiero attraversò la mente di Lucius, facendo rabbrividire la sua impassibilità di fronte a quello spettacolo macabro: quell'ingenua babbana se ne era accorta in tempo?
Lucius, messosi un fazzoletto davanti a bocca e naso, scrutò tra i giovani distesi alla ricerca della ragazza. Una nota di preoccupazione e ansia lo pervase. Faticò molto per scacciarla.
"Suvvia Lucius! L'unica cosa di cui ti è concesso di preoccuparti è tuo figlio, non certo di una straniera e per di più babbana... solo tuo figlio... sempre che i mangiamorte si possano preoccupare del proprio sangue..."
Il cuore di Lucius si fermò.
"Oddio! Draco è schiantato in bagno!!!"
L'uomo corse, fregandosene delle precauzioni del fazzoletto, di non correre per non riempire i polmoni di veleno. Non gli importava; Draco era solo, bloccato!
Corse indietro, più veloce che poteva, sperando di non sbagliare strada, di arrivare prima che fosse troppo tardi.
La porta del bagno era aperta.
Dentro non c'era nessuno.
Perché il suo incantesimo non aveva funzionato?
Dov'era ora il suo ragazzo?
Lucius si guardò un po' intorno. L'odore del veleno ora impregnava l'aria in modo nauseante. Chiunque, anche un totale inesperto se ne sarebbe accorto. Draco era sicuramente scappato. Doveva trovarlo prima di qualcun altro.
Non perse altro tempo e si diresse verso l'uscita.

 

- Dissolvo -
Voldemort si guardò intorno, mentre i veleno svaniva, lasciando solo un' aria limpida e tersa. Pochi erano i sopravvissuti, pochi... e di quei pochi due tra coloro che erano in mano sua avrebbero subito una sorte che in confronto avrebbe fatto sembrare dolce l' azione letale dell' Obscurum... il veleno che corrodeva viscere e ossa lasciando solo tetre maschere vuote, pelli ingiallite e contorte come antiche pergamene. L' autore di quella mistura sarebbe stato fiero di se stesso, quando avesse saputo... Voldemort si guardò intorno. Nel silenzio tetro e desolante del castello. Poi socchiuse gli occhi, e sparì nel nulla. Ma sarebbe tornato presto. L' acqua di fuoco aveva dischiuso per lui tutte le difese di Hogwarts, una volta e per sempre. Adesso andava in cerca... della sua Dama Verde.

 

Londra - ore 17.56 Ultimo aggiornamento
Abbott Hannah, Hossas Susan, Boot Terry, Brocklehurst Mandy, Brown Lavanda, Finch-Fletchley Justin, Finnigan Seamus, MacDougal Morag, Patil Calì, Davies Roger, Patil Padma, Chang Cho, Stebbins David, Canon Colin, Canon Dennis, Farah Fawcett, Jhonson Angelina, Perks Sally Anne, Turpin Lisa, Ronald Weasley, Jordan Lee, Bell Katie, McMillian Ernie, Ackerley Stuart, Branstone Eleanor, Coldwell Owen, Dobbs Emma, Medley Laura, McDonald Nataly, Quirke Orla, Whitby Kevin, e i professori Sibilla Cooman, Vitious, Vector, Sinistra.
La lista si allunga a dismisura ogni ora, di ora in ora, di minuto in minuto. E mentre i soccorritori entrano nella scuola, ogni speranza si perde, diventa vana. Abbiamo visto navigati maghi del Ministero, avvezzi ad ogni pericolo, uscire piangendo dalle mura ormai silenziose della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. L'Inghilterra è distrutta, il mondo ci osserva, attonito. L'intera redazione della Gazzetta, l'intera Comunità si stringe attorno alle famiglie delle vittime. Sette generazioni di maghi distrutte quasi totalmente. Pochi i superstiti...molti quelli morenti.
Non ci sono lacrime, nè quasi più parole per chi scrive. I nomi, i volti, dicono tutto. A noi non resta che il silenzioso cordoglio.
Vorremmo fare il punto su quanto è successo, fornirvi spiegazioni...per adesso ci limitiamo ai nomi dei caduti, alunni e professori. Ogni ora viene portata fuori una lista, lista di nomi. Lo strazio non potrebbe essere maggiore. Ad una ad una vengono portate via barelle...non per i feriti, ma solo per i morti. Morti che si accumulano, strazio ulteriore. A chi esce da quella camera mortuaria che è diventata la scuola proviamo a fare domande, non otteniamo che sguardi spenti, teste scosse ed occhi bagnati. Uno solo ci risponde :"Si cammina tra i morti", dice. E' quanto. Si cammina tra i morti. Molte volte nella mia vita di cronista ho camminato sui campi di battaglia, sono entrato ed uscito dai luoghi delle stragi più crude, c'ero venti anni fa quando gli Auror venivano sterminati, mai ho provato desiderio di gettare la penna come oggi. Scrivo perchè il pubblico sappia, mi taccio questo sordo dolore. Ho amici con figli, i loro figli erano ad Hogwarts: lo confesso, anche io, come tutti leggo con attenzione le liste, sospeso nella speranza, ma non ho speranza, non più.
Questo è quanto, questo è tutto.
L'Inghilterra è in ginocchio, senza la forza di chiedersi nè come, nè perchè.
Questo è tutto.
Dall'inviato speciale Martin Keats.


La Dama Verde strinse il giornale... era questo?! Questo era andato a fare l'Oscuro Signore?! Questa strage di ragazzi... Ma... lei lo sapeva, dopotutto lo sapeva... lo sapeva, e dolersene sarebbe stato da sciocca, perchè lo aveva sempre saputo.
Rilesse i nomi... erano nomi di ragazzi. Invece di morire... non avrebbero potuto, crescendo, diventare servi di Voldemort? Non erano inutili le morti? O forse era quello il prezzo da pagare... il prezzo per essere l'Oscuro Signore. E con quanta noncuranza Voldemort li aveva uccisi?
Ma Mac sospirò... lo sapeva. Lo sapeva, e se era quello che serviva a Voldemort... a Voldemort che non è solo un assassino, a Voldemort che sa essere luminoso, e non solo araldo di tenebra. Ma questo... lo so solo io, si disse. Lo so solo io. Ed ecco perchè lui porta una maschera... pesa troppo ad un uomo tutto questo. Ma io... si disse... io sono egoista... egoista più che mai, perchè penso solo a Lui.

- Questo non è che l' inizio. - mormorò l' Oscuro Signore venendo accanto alla donna - E il prossimo passo... presto ascolterai... -
E richiamò mentalmente Barthy Crouch... il suo fedele servitore.

- Sei qui, mio Signore... - disse quasi in un sussurro - Sei stanco? -
Ma Barthy era già apparso...

- Ho una missione per te, Barthemius. Prendi questo giornale, lo porterai alla Piramide. Ti trasporterò io laggiù. E avvertirai coloro che sono al suo interno: fra tre ore esatte un nuovo veleno si spanderà per l' aria, inondando non solo una minuscola scuola, ma l' intero pianeta. E non toccherà i maghi, non stavolta. Ma i babbani, ovunque essi si trovino. Credo che le ragazze venute da un altro mondo dovrebbero esserne immuni, ma non ne ho la certezza, dunque che loro proteggano le loro fanciulle come io proteggerò la mia. -

Barthemius era sparito... trasportato alla Piramide.
La Dama Verde stava cercando ancora di fare sue le parole di Voldemort...cercò una mano dell'Oscuro Signore. Una persona normale lo avrebbe allontanato, ma... no, lei no.

- Sicura di voler restare? Di voler rimanere qui, e tenere le mie mani tra le tue? Non ti parlo di lasciare la torre, no. Solo ti chiedo se non preferisci rimanere un po' sola. -
- No, voglio stare con te... ti voglio... ti voglio proteggere... - mormorò la Dama Verde - Tu vuoi restare solo? Lascia che continui a stringerti... ti prego...  -

- Posso essere solo tra le tue braccia ed avere la tua vicinanza mentre siamo lontani. E non si può proteggere un uomo da se stesso. Eppure bramo di sentire il tuo calore... -

- Io sono con te sempre... vicini o lontani che siamo... sempre. Sono con te, sia che tu lo voglia, sia che tu non lo voglia. Ero con te anche prima. E se è il mio calore che vuoi, stringimi, affonda in me... respira il mio tepore. Prendi ciò che di me ti serve. -

- Il tuo calore sì, ma non solo quello che emana il tuo corpo... -

- Non era il mio corpo che ti stavo offrendo... -

- Lo so, adesso lo so. Eppure ancora non riesco a capire... perchè sei venuta da me. -

- Perchè sei prezioso. Perchè... ho giurato di non dirti più quello che provo per te se non sarai tu a chiedermi di dirlo... tu sei tutto per me, ecco perchè sono qui. -

- Intanto Lyeus Liddre deve scrivere una lettera a Caramell, lamentandosi per la sua assoluta, sconsiderata, folle superficialità che ha permesso il verificarsi di un simile disastro. E sono curioso di sapere se la versione ufficiale sarà quella della catastrofe naturale, o se infine il mio nome verrà pronunciato. Intanto si avvicina lo scadere delle tre ore... e tu continui a stringermi. -

La Dama Verde sospirò - Fai quello che devi. Io continuerò a stringerti... all'infinito. -

 

Fred, e George con Ginny camminavano per le colline, soli, cupi in volto... videro Draco e... si avventarono su di lui.
- Assassino! - strillò Fred, vibrando un colpo al Serpeverde.
Ginny piangeva, piangeva a dirotto, e persino gli occhi dei due ragazzi erano colmi di lacrime.
- E' colpa dei tuoi se sono tutti morti... - singhiozzò George.
- Ti voglio ammazzare! Ti voglio uccidere... devi pagare per questo... per mio fratello... -

Draco guardò gli altri con occhi spenti. In fin dei conti poteva essere peggiore la loro vendetta... di quel che l' Oscuro Signore stava preparando per lui? Poi la sua mano andò verso il taschino. Verso la statuina di Hermione... che aveva sentito ogni cosa, anche se non aveva visto nulla.
E che rischiava di rimanere pietra se nessuno l' avesse liberata.
- Solvet. -
Disse sciogliendo l' incantesimo che legava la grifondoro.
E adesso se volete, ammazzatemi pure.
Decisamente le sue tendenze al suicidio stavano crescendo con progressione geometrica. Ma ne aveva tutti i motivi... in quel mondo dove sembrava si potesse essere solo prede o assassini...

- Basta... - piagnucolò Ginny, e corse ad abbracciare Hermione - Basta... -
Fred e George si guardarono, attoniti, senza smettere di piangere.
- Ron è morto... - disse infine Fred, ad Hermione.

- Ron... no, non può essere vero... -  mormorava Hermione, troppo scossa perfino per piangere... - Ma non è colpa di Draco, lui ha cercato di proteggermi, ed ha anche tentato di salvare la vita ad Harry... - e senza più riuscire a dire nulla abbracciò Ginny... non era possibile, era solo un brutto incubo...

Ginny era inconsolabile... come Fred e George, ma Hermione, pensò George, non può capire... lei... non ha visto...

- Posso andare, o volete terminare quello che avevate cominciato? - fece Draco, con lo sguardo fisso nel vuoto - Tanto... l' Oscuro Signore mi ha visto mentre cercavo... e non credo che mi aspetti una buona accoglienza... ovunque io decida di andare. -

- Non ne vale la pena con te... Malfoy... neanche adesso... non hai un briciolo di pietà per i morti? Per mio fratello? Hai passato tutto il tempo ad insultarlo... sei felice ora? -

Draco sentiva l' irrefrenabile impulso di nascondersi il volto tra le mani. Ma non doveva. Non doveva farlo.
- Se fossi felice non mi troverei qui adesso. Ma altrove. A festeggiare. Tuttavia è anche vero che il vostro dolore non potrà mai essere il mio. E dunque vi lascio. Non posso far altro. -
E voltate le spalle agli altri prese a discendere la collina. Il veleno non l' aveva ucciso. Lord Voldemort non l' aveva ucciso. Adesso sapeva il perchè. Non c' era nulla da uccidere.

 

Barthy era comparso davanti alla casa dove si trovavano Black e Silvia...- Black! - gridò...e Sirius si fece avanti.
Gli porse il giornale, riferì il messaggio.

Black si fece pallido in volto. Avrebbe voluto inveire contro l' altro, chiedergli se era fiero delle gesta del suo signore. Non ne ebbe la forza.
- Non dire nulla a Silvia... per adesso. -
Sussurrò soltanto questo. Poi si diresse verso la casa dove si trovava Severus.
Entrò senza nemmeno bussare.
Assassino. Sono un assassino.
Porse il giornale all' altro.
Non riusciva a parlare, non ancora.
Aveva gli occhi pieni di lacrime.

Barthemius raccolse le forze, per non cadere... - Non era certo questo che volevo... -

 

Severus Piton lasciò cadere il giornale, e si voltò a guardare il muro... perchè un uomo come lui non poteva mostrare debolezza. Quando si voltò i suoi occhi erano asciutti e freddi.
- Devo tornare ad Hogwarts... io devo andare... - disse.
- Ad Hogwarts... non c' è nulla che tu possa fare, non lì. Non è terminata... Crouch ha detto... ha portato un messaggio dell' Oscuro Signore. I prossimi saranno i Babbani. Tra tre ore. Tutti. Tutti... o quasi...- Black si morse un labbro, fino a farlo sanguinare. - E la colpa è anche mia... -
Il mago prese una fiala di vetro che portava appesa al collo.
- La riconosci. Acqua di fuoco. Una pentola intera compressa qui dentro. Abbastanza per te e per tutti i tuoi discendenti sino alla settima generazione e oltre. Quando Silvia doveva partorire... ho preso un' anfora dalla fontana sbagliata, e solo dopo me ne sono reso conto. Quest' acqua non è avvelenata, e Voldemort ignora della sua esistenza. E ho esitato a dartela... aspettiamo che si riprenda, dicevo, e invece attendevo soltanto il momento migliore per gettarti in faccia questo dono, per costringerti forse... oh non ha importanza, le mie colpe sono mie e me le terrò. Adesso bisogna solo pensare a fermare l' Oscuro Signore. Non si aspetta un tuo attacco e quindi...
E se tu da solo non dovessi farcela berrò anch' io. Non so se ho il sangue di Sethnet. Forse l' ho. Forse no. Non importa. In questo momento davvero non importa. -
- Ce la farò... devo farcela... - sussurrò Severus - DEVO farcela... -

Sirius non disse nulla. Versò l' acqua in un bicchiere. Eppure, notò Gwillion attonita, la fiala continuava a rimanere piena. E quelle morti... le sembravano false irreale, morti di carta anche quelle... l' orrore le impediva di pensare diversamente.
- Perdonami. -
Sussurrò Black. Per non averti dato la fiala in un altro momento, intendeva. Solo dopo si accorse che la frase avrebbe potuto essere interpretata diversamente. Ma che importanza aveva. Insulti, offese, derisioni... nulla avrebbe potuto toccarlo in quel momento. Nemmeno il tocco di un dissennatore.

E Severus... bevve...
Bevve... e spalancò gli occhi...

- Severus... -
- Non gli accadrà nulla, Gwillion. Voldemort sapeva sin dall' inizio che lui avrebbe potuto bere senza che gli accadesse nulla. Altrimenti non lo avrebbe lasciato avvicinare all' acqua, la prima volta. Se gli fosse bastato il corpo di una qualsiasi mago per neutralizzare l' effetto devastante dell' acqua di fuoco avrebbe usato me. -
O almeno così Black sperava che fosse.

- Io... - mormorò Severus con voce soffocata - Hogwarts... la vedo... alcuni sono salvi... io... posso trasportarli qui...- gli occhi vuoti di Severus fissavano il nulla - Io voglio che siano qui! Tutti qui... -

- Chi, chi è salvo? -
Fece Black in un filo di voce... appena un filo.

- Malfoy... Granger... i gemelli Weasley e la sorella... pochi altri e... Potter nelle mani di Voldemort... con lui Silente... sono morti tutti quasi tutti... morti... morti... posso portare qui chi... ecco... controlla Sirius, fuori da questa porta... -

- Vado! -

Piton osservò Black...cosa avrebbe trovato?

- Sono qui, stanno venendo... tutti e cinque. -

Severus sospirò, e rabbrividì...era una sensazione bislacca... bislacca...

 

Lily intanto si era svegliata reclamando il suo pasto... Dopo averla allattata e coccolata Silvia decise di uscire per farle fare un giretto e dal giardino vide la schiena di barthy...
Prese Lily e uscì...
- Piccola guarda chi c'è, papà è venuto a trovarci... Ciao Barthy ti aspettavamo - disse Silvia con un sorriso.

Barthemius sollevò la testa, e si girò, asciugandosi una lacrima, la sola lacrima che poteva versare.
- I miei tesori... - mormorò. - Come state voi due? -

- Noi benissimo grazie... questa signorina mi stava giusto dicendo che aveva voglia di un pò di coccole del suo papino... - e Silvia gliela depose dolcemente fra le braccia... poi osservò il suo volto... - Barthy che c'è... sembri stravolto... -

Crouch si morse le labbra.
- E' piccola, calda... è viva... è un miracolo... - sospirò, senza sapere se sorridere o piangere.

- Certo che è un miracolo... un miracolo tuo e mio... ma Barthy per l'amor di Dio dimmi che hai... devo preoccuparmi? - domandò ansiosa Silvia.

Barthemius respirò profondamente - Nulla... non ho nulla... sono stravolto dalle felicità, per voi due. Hai dato un nome alla bambina? E... ho parlato con la Dama Verde, dice che sicuramente Voldemort non vorrà farle del male... -

- Bene, sono sicura che Mac manterrà la sua parola... spero che Voldemort faccia lo stesso... e per il nome io avevo pensato a Lily Rebecca... se a te va... - sorrise Silvia , accarezzando prima la testa bionda del Mangiamorte e poi quella della piccola... erano così uguali...

- Rebecca... questo nome mi piace... era il nome di mia madre, lo sai? No, non puoi saperlo... che strano caso... l'unica che mi amasse... - due lacrime scorsero dagli occhi dell'uomo - Scusa... - disse - Sono felice... sono felice che siate qui. -

- Non lo sapevo che fosse il nome di tua madre... pensa che io lo ho scelto perchè si chiama così la mia nipotina... -

In quel momento nel giardino apparvero i gemelli Weasley con Ginny ed Hermione, e Draco Malfoy.
- Che ci fate voi qui? è successo qualcosa vero?- 
Hermione le si avvicinò piangendo istericamente: - C'è stato un attacco di Voldemort ad Hogwarts... e Ron... Ron è morto... -

- Barthy tu resta con la bimba... e voi venite con me, andiamo da Piton e Sirius... - disse Silvia, anche lei incapace di pensare, e guidò tutti dentro...

- Sono qui... - sussurrò, poi la giovane stringendosi a Sirius, non erano necessarie parole, e si limitò ad abbracciarlo stretto... - Andrà tutto bene, sono certa che Harry sta bene in un modo o nell' altro... -

Sirius non disse nulla. Fissò pieno di tristezza i cinque ragazzi. Vide quattro paia di occhi traboccanti di dolore. E un quinto paio che cercava disperatamente di nascondere il dolore, persino a se stesso.
- Possiamo aspettare. Possiamo solo aspettare. -

 

Lord Voldemort socchiuse gli occhi. Era forse un sogno... eppure gli sembrava di sentire...

Mac osservò il Signore Oscuro, la sua espressione era cambiata - Cosa...cosa succede? - domandò.

- Severus! - sussurrò Voldemort - Ecco cosa succede: Severus! -

- Severus?! Cosa vuoi dire... sta interferendo con te?

L' Oscuro Signore aveva lo sguardo fisso nel vuoto.
- Severus... credi che io non mi accorga dei tuoi tentativi... ma puoi tenerti i ragazzi, se ci tieni tanto. Ogni cacciatore sa di dover risparmiare degli esemplari... per la nuova stagione. E dunque tieniti quel pugno di giovani maghi, due ragazzine intelligenti, due ragazzi meno intelligenti ma con tanta intraprendenza, ed infine un piccolo traditore al par tuo. Tieniteli stretti. Noè con la sua arca ha avuto di peggio. Ma non credere di potermi intralciare... le tre ore terminano adesso, Severus. E osserva se vuoi, perché non ti permetterò di fare altro! -

Piton sussultò... la voce di Voldemort...
Scosse la testa.
"Vincerò io... li salverò..."

La Dama Verde osservava Voldemort in silenzio.

- Allora vinci se ci riesci! -
Gridò l' Oscuro Signore. E il veleno prese a spargersi ad un suo comando per le vie del mondo.

Anche Gwillion, molto lontano osservava, in silenzio.

Piton stramaledisse Voldemort e si piegò su sè stesso, come se fosse ferito...
- NO! Devo fermare quel veleno... - protese tutto il suo essere verso quel fine.

- Non ti ho ancora ringraziato, Severus, per l' aiuto, il tuo aiuto. Il veleno che ho usato... tu lo conosci bene. Sei stato tu ad offrirmelo in dono, molti anni fa.-
E nel frattempo oppose la sua volontà a quella dell' altro. Mente contro mente. Mago contro mago.

Quelle parole... il senso di colpa che non lo lasciava mai...
- No! - Severus si fece forza di nuovo... ma sapeva di essere debole, eppure... - Ti ricaccerò all'Inferno... -

- Non puoi ricacciarmi all' inferno, Severus, perchè l' inferno è nella tua mente, e nella mia, e l' inferno è il luogo dove io sono più forte! -
Piton digrignò i denti... era allo stremo... era stato debole ed ora...
- NO! Io ho qualcuno da difendere! Io ho qualcuno da difendere! Io non DEVO, io non POSSO, io... sono più forte...
Ma lo sforzo era tale che persino il corpo era provato... ed un rivolo di sangue scorse all'angolo della bocca di Severus, mentre lui tossiva, cercando di resistere.

 

Sirius non disse nulla. Prese il bicchiere... lo stesso a cui aveva bevuto Piton... ma non c' era tempo da perdere. E lo riempì di nuovo.
Poi consegnò la fiala a Gwillion.
- Tu sai cos'è e se noi non ce la facciamo deve essere distrutta. -
Bevve.
E tra i colori di mille fiamme vorticanti gli parve di udire la voce di Voldemort... no, non la voce, solo la sua risata.
Prendi la mia forza, Severus, prendi la mia forza, io non so ancora come fare, come usare questo potere, e forse non lo saprò mai... ma tu puoi prendere la mia forza...

Piton sgranò gli occhi...non era solo in quella battaglia.. .Sirius?
- Sirius... perchè mi aiuti... amico? -
Ma non aveva importanza.
- Prendi questo Voldemort! Tu sei solo! Io... noi no! .

Amico? Aveva sentito bene? Ma non aveva importanza. Sirius si concentrò, l' energia lo stava bruciando... ma doveva resistere, doveva resistere... sentiva Voldemort retrocedere lui ed il suo malefico veleno, li sentiva, e doveva... resistere.

- Sirius possiamo distruggerlo... possiamo distruggerlo... possiamo strappargli l'anima, adesso, aiutami! Aiutami! Usa tutta la tua forza... -

Silvia

 cercò istintivamente la mano di Gwillion... Trovò la mano della ragazza e gliela strinse forte...
Mac osservava in silenzio, osservava e... pregava. Perchè non le sfuggiva la possibilità che tutto quello scontro potesse essere pericoloso per Voldemort. Continuava a stringere un lembo della veste del mago, come se fosse sufficiente quel gesto a tenerlo al sicuro...
"Dio salvalo... Dio non metterlo in pericolo, ti prego... nonostante la sua blasfemia... salvalo..."

L' Oscuro Signore socchiuse gli occhi. Era stato sconfitto. La sua forza, dispersa... il veleno annientato. Eppure lui era ancora vivo. E per lui ci sarebbe stata una nuova battaglia. Lontano invece, sentiva ancora la mente di Sirius Black bruciare.
- Sono qui, mia Dama Verde. Non devi più temere più per me. Non oggi, non stasera. -

Sirius si era accasciato a terra. Negli occhi chiare ardeva una luce che sembrava il riflesso del fuoco che lo stava consumando. Nella sua mente c' erano solo fiamme.
- Severus... - mormorò Gwillion, e poi più forte - Severus... dobbiamo fare qualcosa. -

Piton si alzò a fatica e si chinò accanto a Sirius.
- Sirius... dannazione... state indietro... vediamo... - si concentrò - mea vis tua fiat per vulnus pietatis, mea vis tua fiat per vulnus doloris... mea vis tua fiat

La formula che Voldemort aveva adoperato. Comprese Gwillion. Pronunciata al contrario.
- Pietà, dolore, per me Severus? Sei impazzito... - mormorò Sirius e poi - Silvia... -

 -Imbecille... - mormorò Severus - Non farlo più... solo io ti posso uccidere! -

Silvia afferrò la mano di Sirius, il volto rigato di lacrime... - Amore, amore mio... - mormorò piano.

Silvia era con lui. Silvia. Silvia. Il mago sorrise.
- Un patto di morte sigillato con il nostro sangue? - mormorò e poi sottovoce, perché solo l' altro potesse sentirlo - Ti rendi conto di quanto è morbosa una cosa simile... ci credo che poi a certe ragazze vengano certe fantasie assurde. E la colpa è tua, tutta tua. -

Piton storse la bocca - Sono troppo debole per ucciderti... ma vuoi morire, non è vero? -

- No, che non voglio morire... e peccato che sia debole anch' io... sebbene per eccesso di energia... Certo il pensiero che ci siamo all' incirca salvati la vita a vicenda... fa diventare l' idea del suicidio molto allettante. -

- Non voglio vomitare...- poi Severus si voltò a guardare Gwillion e sorrise - Ho salvato il mondo... per te... grazie. -

- Per me? - Gwillion scosse la testa. - Non solo per me. -

- Soprattutto per te... -
- Severus... -
C' erano quattro occhi sgranati che osservavano la scena. Quattro occhi di Grifondoro allibiti.
Piton inarcò un sopracciglio - Che seccatura... -

- Professore... - mormorò Draco - forse non è il momento opportuno. Ma mio padre sa dei miei dubbi e li ha ricollegati a lei. E Voldemort mi ha visto mentre cercavo di tirare Harry da quell' inferno... con Hermione nascosta nel taschino. Era giusto che lei lo sapesse. -

- Allora Draco... è meglio che dopo io e te facciamo due chiacchiere... ma posso sapere cosa precisamente è successo? -

- Con mio padre intende? Semplicemente invece di essere entusiasta per quello che... - il giovane si guardò intorno, a disagio per gli occhi puntati su di lui - per quello che avevo commesso, si è mostrato più terrorizzato di me. E io non ce l' ho fatta a mentirgli. -

- Lucius... non posso crederlo... -

Draco guardò l' altro con gli occhi pieni di tristezza. Gli faceva male sentir parlare a quel modo di suo padre. Peccato che suo padre...
- Posso andare, adesso? Non avete bisogno di me, credo.-
- Qualcuno intanto potrebbe aiutarmi ad alzarmi da terra?- Fece Sirius, ancora steso sul pavimento.
- Tu sta lì! - disse Severus a Black.
- Vai... ma tanto non andrai lontano... per ora siamo qui reclusi... -

Silvia scoccò un'occhiataccia a severus e aiutò sirius ad alzarsi... poi lo fece adagiare su un letto - Adesso cerca di dormire un po'... io resterò qui con te... - e gli prese la mano....

Sirius si alzò di scatto.
- Sul letto dove ha dormito Severus? Sei pazza donna? Credo di star meglio. E camminerò, camminerò lontano da questa stanza impestata... -

- Non volevo fuggire. Solo... - Draco gettò un' occhiata intorno - Solo so rendermi conto di quanto la mia presenza non è gradita. E poi... volevo riflettere. -

- Allora vai... - disse Piton stancamente - E, Draco... la tua presenza qui è gradita sempre, come quella di tutti voi.. .- fece un cenno agli altri ragazzi.

- Grazie professore. Non era a lei d' altronde che mi riferivo...- E si allontanò senza voltarsi.

Piton fissò gli altri ragazzi... Hermione Granger, ed i tre Weasley... mancava uno tra loro. Mancava un fratello. Erano queste le cose più dure... guardare quei ragazzi negli occhi.
- Voi dovreste dormire... - disse, e poi a bassa voce disse a Gwillion - Forse una donna può essere più d'aiuto... soprattutto con quelle due, ed indicò Ginny ed Hermione... vedi che puoi fare...
Piton sospirò... avevano salvato... il Mondo... e perso tante vite. Bastava salvare il Mondo a questo prezzo? No... forse no... e stramaledetto fosse Voldemort!

 

La Dama Verde si gettò al collo del Signore Oscuro - Sei salvo! Salvo... ho temuto... ma non   conta. -

- No, non conta. E c' è dell' altro che posso fare adesso. Vendetta. Avrò la mia vendetta. -

- Cosa farai, mio Signore? -

- Innanzitutto mi serve un giornalista. O una giornalista. Forse quella che sa già della mia vera identità è la più adatta alla bisogna. Potremmo rubarla per un po' al suo sposo, non credi? -

- La Skeeter... chissà... -

- Non sarai gelosa, spero. -

- Gelosa? Oh, no... gelosa di lei come tu del mio cuscino... -

- Il cuscino, sia pace all' anima sua, era più attraente credo. -

- Il cuscino era solo per attirare la tua attenzione... - sorrise - Allora, la Skeeter, mio Signore? Sarà un... "onore" rivederla... -

- Eccola! Ai nostri piedi. A proposito... il canarino che ti regalato che fine ha fatto? -

- Il canarino? E' in camera... da letto, dopo vedrai. Ciao Rita! -

Rita Skeeter si trovò catapultata dall'alcova che divideva con il suo adorato Reietto fino a... Voldemort... quello che era davanti a lei era proprio lui...
- Che cosa vuole da me? - domandò melliflua.

- Diciamo che Lyeus Liddre ha bisogno di una giornalista. E una che sappia già della mia vera identità mi faciliterà il compito. -

- Mi scusi la franchezza, ma io cosa ci guadagno a tenere il segreto... - domandò Rita, beh forse la vita pensava la giornalista fra sè e sè.

- Non ho voglia di stare a discutere. Tutto quello che vale nei suoi articoli è la firma. E niente più. Imperius. - mormorò distrattamente il mago - E adesso scriverà buona. buona quello che ho in mente. Intanto io ho altro da fare. Non volevi mostrarmi qualcosa? Mia Dama Verde? -

- Il canarino? Sicuro, sicuro di volerlo vedere adesso?- vieni in camera mia.
E Mac portò il signore Oscuro nella camera da letto.
-Guarda... guarda là... - disse, indicando una... gabbia... una grossa gabbia simile a quella di un canarino - Ma credo dovremmo farla spostare... la gabbia me la ha procurata Andromaca... -

- Affascinante... solo tu pensavi di esibirti nei nostri giochi... di fronte al tuo animaletto da compagnia? La cosa mi turberebbe parecchio. -

- No! Ma non è finita... guarda... - la Dama aprì la gabbia - Coraggio mio uccellino, fai vedere al tuo nuovo Signore come sai cantare... -
Ed Allock iniziò a saltellare per la stanza, cinguettando.
E Voldemort rise. Rise. Semplicemente rise.

- Ti piace mio Signore? Pensavo a qualcosa che ti potesse rallegrare... canterà per te se sarai   triste... -

- Mi chiedevo solo come sei riuscita a domarlo -

- E' un segreto... - Mac sorrise - Se indovini come... ti darò, poi, un premio... ma è facile, me lo hai insegnato tu... -

- Non voglio indovinare. Ho il cervello a pezzi. Però mi piacerebbe sapere. -

Intanto l'Allock canarino saltellava cinguettando, con il nuovo vestitino coperto di fiocchi che la Dama Verde gli aveva fatto indossare. E saltellò fino alla porta, affacciandosi nel corridoio.
- Non volare lontano, mio uccellino... - disse Mac - Nel corridoio ci sono serpenti... ed ai serpenti piace mangiare gli uccellini... -
Un terrorizzato Gilderoy canarino si sporse nel corridoio.
- Non può stare in nessun luogo... - Mac sorrise a Voldemort
- Fuori ha paura dei serpenti, qui ha paura di noi... no, di te soprattutto. Gli uccellini in gabbia sono tristi a volte, ma il mondo è pur sempre una trappola e la gabbia una salvezza... è sempre difficile... sai? E' difficile scegliere... per quelli come lui, però, questa è una soluzione ideale. Rallegra noi, e non teme più per la sua vita. Finchè canta... non morirà. La paura... è un'arma, mi dicesti... Gilderoy è stato liberato dalla paura con la paura... ma adesso, non è questo che vuoi sentire. Vero? Sei stanco... siedi solo un attimo qui.-
La Dama Verde si allontanò a prendere una boccettina che teneva su un comodino.
- Questo unguento allevia le fatiche... me lo ha dato Andromaca, è stato distillato da Victor. Se io... - lasciò cadere alcune gocce di pozione sulle dita, e poi massaggiò le tempie del Signore Oscuro - Allevierà, anche se poco, la tua stanchezza. -
Intanto era comparsa un'ombra sulla soglia - Nagini... - constatò Mac - Vai a tenere d'occhio il mio uccellino... -
Poi si voltò di nuovo verso il Signore Oscuro, e aprì le sue mani, le massaggiò con l'unguento profumato, e poi si chinò a baciarne i palmi.

Nagini si aggirava indolente gironzolando per i corridoi... il Signore pareva aver avuto una giornataccia, e la Dama Verde lo stava aiutando a rilassarsi, pensava Nagini.
Ad un tratto, in preda alla fame, vide spuntare un meraviglioso uccellino turchese... - Quale occasssssione migliore per cenare? - si disse Nagini, e aperta la grossa bocca, ingoiò il canarino centimetro per centimetro... e nello stomaco lo sentiva ancora che si muoveva...

- Ah, cena ssssssspettacolare... - commentò Nagini, davvero molto soddisfatta...

Nagini era stesa vicino ad una poltrona, e stava godendosi la digestione del lauto pasto...
Ad un tratto però il serpente si ricordò di quello che le aveva detto la Dama Verde... - Tieni d'occhio il mio uccellino... - ssssssanto cielo, papparsssssselo per cena non era certo il modo migliore per tenerlo d'occhio, no decisssssamente no...
Decise quindi di ssssssputarlo... cominciò con dei lievi colpi di tosse... nulla... un po' più forti... ancora nulla...
Dopo parecchi tentativi andati a vuoto, con uno sforzo sovraumano riuscì a far uscire l'uccellino, che era in condizioni a dir poco pietose.... Nagini lanciò a quella che era stata la sua cena un'ultima occhiata vogliosa, poi tornò verso le cucine... forse avrebbe trovato della torta alla panna...

 

- Vediamo di trovare un posto per voi... -
Mormorò Gwillion alle due ragazze. Vedi che puoi fare... poco, molto poco, questa era la risposta, ma avrebbe tentato.
- George, Fred, voi venite con me. - disse intanto Black - Inutile stare qui, no? -

Severus alzò le spalle, continuando ad osservare. Poi si alzò, a fatica, e si trascinò fuori.
Sarebbe stato bello, pensò, per una volta essere un'altra persona. Non Severus Piton. Uno qualsiasi. Persino un babbano.
Sarebbe stato bello smetterla con le morti... con Voldemort, con tutto.
Strinse i denti. Non poteva fuggire. Era anche colpa sua quello che era successo... e come diavolo poteva restare così tranquillo? Come, come... avrebbe dovuto desiderare di esiliarsi... ma non poteva. Restare e combattere... ecco quello che si doveva fare...
"Coraggio Severus... coraggio, come al solito..." sospirò.

Black scosse la testa. Gli sembrava di sentire un dolore... un dolore non suo, eppure così simile al dolore che lui stesso provava. Era strano, strano... o forse era soltanto un' impressione sbagliata.
Singhiozzi provenivano dagli alberi. Draco. Draco Malfoy.
Singhiozzi appena percettibili, soffocati.
E sui volti dei due gemelli Sirius Black vedeva un copione che conosceva sin troppo bene. Un copione che lui stesso aveva recitato, e di cui ancora stentava a liberarsi.
Ma non era quello il momento per parlare di simili cose. No, non era il momento.
- Per il momento è meglio che restiate qui. E' il luogo più sicuro in fin dei conti. Ma se volete avvertire qualcuno... -
- Dove siamo, Black? - chiese Fred, cercando di pensare ad altro - Dovremmo avvertire i miei genitori... -

- A questo posso pensare io. Il potere dell' acqua di fuoco... sembra che lo stia sviluppando pure io... e mi permetterà di far apparire un messaggio scritto ovunque vogliamo. Ma voi non sapete di che sto parlando. Questa è la Piramide di Akhetkha, antico rifugio di Sethnet. -
E prese a raccontare ai ragazzi tutto quello che era accaduto. Anche se questo voleva dire tornare ai riflettere sui propri errori, e le proprie colpe.
 Dopo il racconto Fred e George scossero la testa.
- Non abbiamo notizie di Harry... Harry è importante... non è? Non è vero? Voglio dire... non è... - sospirò.
 - E' vivo. E per noi irraggiungibile. Almeno al momento. -
Black scosse la testa. Il pensiero di Harry nelle mani di Voldemort... - Anche Silente è con lui. -
- Forse vorrete stare sole. - Gwillion lasciò con passo leggero la stanza in cui aveva condotto le ragazze.
- Se avete bisogno di qualcosa, chiamate. A qualsiasi ora, in qualsiasi momento.-

I gemelli Weasley capirono. In loro non c'era più nulla della consueta allegria.

- C' è nulla che dovete dirmi? -
Fece poi Black. Se fossero stati loro a parlare, forse...
George strinse i denti - Abbiamo paura... -

- Abbiamo tutti paura in un modo o nell' altro. C' è chi sa nasconderlo meglio, ecco tutto. E c' è chi deve avere paura non solo degli altri... ma anche di se stesso. -
Black fece fatica per non voltarsi verso il boschetto. Se l' avesse fatto troppo palesi sarebbero state le sue intenzioni.
I gemelli restarono zitti. Avrebbero voluto parlare... ma restarono zitti.

- Vorrei darvi tempo, vorrei dare tempo a voi e al vostro dolore. Ma forse non ne abbiamo di tempo... voi sapete quello che disse Silente a me e a Piton un anno fa, poco dopo la fine della gara... Io non sono Silente, non sono adatto a quel ruolo. Ma la situazione è ancor più disperata forse, e le parole rimangono le stesse. -
I gemelli annuirono.

 

Severus era ancora solo.. fuori... in attesa di qualcuno forse, lo sperava... ma non lo confessava neanche a sè stesso.

Gwillion camminava per le vie vuote della cittadella. Avrebbe voluto correre dall' uomo che amava, stargli vicina, consolarlo. Eppure... sentiva in quella tragedia che non era la sua, che non riusciva a sentire come sua, che la propria presenza non avrebbe, non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.
Piton sospirò. Non arrivava nessuno... aveva sperato... ma... iniziò a camminare.

Gwillion si voltò. Vide due occhi neri che la fissavano. E taceva...
Severus tese una mano, verso la ragazza.
Non dire nulla, pensò la giovane. Non dire nulla. E strinse quella mano con tutte le forze che aveva.
Piton tirò a sè la ragazza, e la strinse con tutta la disperazione possibile.

Stingimi, pensò la ragazza, stringimi, dato che non posso aiutarti in altro modo. E il dolore dell' altro lo sentiva, vivo, quasi intollerabile. Eppure avrebbe voluto solo dividerlo con lui. E sapeva di non poterlo fare.
Per Severus era un sollievo... era come una liberazione. Stringere una persona e sapere di essere liberi, forti. E più coraggiosi.

 

Intanto Barthemius era rimasto con sua figlia tra le braccia.
Solo, presso un albero, cullandola... cercando di compiere quei semplici gesti che tutti gli esseri umani sanno compiere d'istinto. Cercando di imprimersi bene nella coscienza quelle immagine, cercando di non perdere il senso di quel calore.
- Spero che tu mi voglia bene, Rebecca, quando crescerai. Lo spero... - mormorò, cercando di non pensare a suo...a suo padre.
Si diresse verso nessun posto in particolare, passeggiando con la bambina in braccio. E raggiunse una specie di piccolo boschetto. Oltre i cespugli vide Sirius, con dei ragazzi
- Sopravvissuti... - mormorò dolorosamente, e scosse la testa. Ma c'era un fruscio vicino... qualcuno che si muovesse tra i rami. Crouch si guardò intorno. Non poteva esserci nulla di male, vero? Lui doveva difendere la sua bambina...
- Stai buona Rebecca... - sussurrò.

 

In quel momento venne avanti Draco. Aveva un giornale tra le mani. Quasi tremava. Lo porse a Black senza dire una parola.
Il mago si lasciò sfuggire un fischio:
- Certo che Voldemort è proprio premuroso nei nostri confronti. Non perde occasione di informarci delle sue mosse. Ma venite, devo parlare con Severus, adesso. -
Trovò quasi subito l' altro. In realtà non aveva avuto bisogno di cercarlo. Lui sapeva dove l' altro si trovava. Una diversa percezione dello spazio... ma per percepire l' altro non aveva nemmeno bisogno di concentrarsi.
- Un articolo della Skeeter. Ma non era da qualche parte nella piramide? Un' intervista a Lyeus Liddre, in cui vengono svelate con tanto di prove alla mano le misteriose cause della tragedia di Hogwarts. E sembra che i responsabili siano... un ex mangiamorte da poco riabilitato in circostanze a dir poco misteriose, e un ex mangiamorte che solo la parola di Silente aveva salvato dalla galera. Rincontratisi dietro il manto del loro simulato odio hanno ordito quest' orribile piano... forse anche con l' aiuto di un lupo mannaro, sembrerebbe insinuare Liddre... e la loro assenza dalla scuola proprio nel momento in cui si spandeva il veleno è la conferma decisiva della loro colpevolezza. -

Piton chiuse gli occhi - Senza Silente a toglierci dai guai... siamo perduti... perduti... - scosse la testa - Tutto non fa che peggiorare. Cercano un colpevole a tutti i costi al Ministero... adesso lo hanno, no, ne hanno due...

- Finchè siamo qui non corriamo troppi rischi mi sembra. -
- Certo, - esclamò Gwillion - è quello che voleva Voldemort sin dall' inizio. Rinchiudere Severus in una gabbia dorata, e poi costringerlo a osservare mentre lui... -
- Si, si, capisco. - fece Black - E per condire il tutto ci sono i commentini della Skeeter che sembrano ispirati ai racconti delle nostre amiche. Posso esserci quando la ucciderai?   Posso esserci? -

Piton si morse un labbro  - Non è il caso di scherzare... proprio no... -

- Lo so, Severus... ma che altro possiamo fare? -
- C' è anche un' altro articolo che ci riguarda. - disse Draco - Nella pagina successiva. -
E l' articolo indicava in Lyeus Liddre il nuovo preside di Hogwarts e gli insegnanti da lui scelti. Mangiamorte, tutti dal primo sino all' ultimo. Alcuni come Victor Lestrange non erano indicati col loro vero nome, ma le foto dell' articolo bastavano a individuarli.
"Adesso che il pericolo è stato fermato, fermato ma non distrutto non possiamo chiudere i cancelli di questa scuola - diceva il neopreside - perché questa scuola rappresenta ancora una speranza per il futuro ed invitiamo tutti i ragazzi scampati alla strage a fare prontamente ritorno, poiché solo qui potranno imparare la strada della loro vita..."
- Mmm - fece Black - e poi ci solo allusioni sull' incoscienza di Caramell e sul possibile ritorno del Signore Oscuro... da parte di Liddre! -
Tutto quello che Severus avrebbe voluto...era, almeno in quel momento, poter riempire dello stesso veleno usato dal Signore Oscuro la torre di Voldemort... peccato che il veleno non avesse presa sui maghi oscuri.
Allora, si disse, mi piacerebbe tanto poter usare un altro veleno... forse dovrei inventarlo, mi piacerebbe andare da Voldemort e lasciarlo morto... peggio di come è successo a quei poveri ragazzi.
Sospirò...
Sospirò di nuovo...
- Una cosa è certa... qui io non resterò a guardare. -

 

 

 

 

 

 

EXTRA BONUS!

 

In seguito all'avvelenamento della intera Hogwarts...
Segnaliamo l'ambito premio "Totale Cuore di Ferro", che viene assegnato a pari merito ai seguenti personaggi (chi è nominato faccia un passo avanti e sentitamente ringrazi) [Avviso Premio ad alto tasso di acidità...]
1)Draco Malfoy (Con la seguente motivazione: perchè davanti ad una strage abominevole non si era mai visto nessuno pensare tanto a sè stesso, fregandosene di tutto, tranne che dei propri sensi di colpa e di difendere papino)
2)Fred e George Weasley (Con la seguente motivazione: perchè davanti alla dipartita del "caro" Ronald oltre tre parole vuote non hanno fatto altro che desiderare una bella rissa con Malfoy)
3)Hermione Granger (Con la seguente motivazione:ma non amava Ron? Pare niente le importasse. Non era amica di Potter? Sembra che niente gliene importasse ancora di più)
4)Barthy Crouch (Ma chi gliene fa una colpa?! Però lo diamo anche a lui il premio per non offenderlo)
5)Silvia e Sirius Black (Tre frasi...e poi? Ma non erano i migliori amici di Potter & Co.? Nel loro cuore solo una domanda [ereditata da S&G] "Quando?" e il resto non conta...se andate avanti così vincete anche un posto come Mangiamorte onorari)
6)Gwillion e Piton (Qui qualche frasina in più l'abbiamo vista...ma...comunque, per usare Gwill-frase "sembrano morti di carta"...come dire, alla fine non diamoci troppa pena, fa male alla salute!)
7)Kikka e Lupin (Senza parole! Se dopo diverse ore fetore, avvoltoi, corvi, vermi, schifi vari, grida, pianti, troupe televisive non fossero intervenute sul luogo della strage...si sarebbero accorti della sciagura? Quando l'amore è amore...camminano tra corpi accartocciati e non ci fanno caso...piangiamo commossi...)
8)Lucius Malfoy (Dormiamo sotto l'albero...cogli la prima mela, cogli la prima mela...io mi riposo tra le fresche frasche e i compagni di scuola di Dracuccio vengono distrutti dal mio padrone...le gocce cadono ma che fa se ci bagniamo un pò?)
9)Welverance (Il suo primo pensiero dopo essere svenuta e poi ripresasi:"Perchè quel bel magozzo maturo dalla bianca barba non mi porta in braccio?) - scena tagliata nella storia... -
10)Voldemort e Mac (Qui avete davvero bisogno di spiegazioni? La signorina sta attuando un piano di seduzione...più stanno tra schifezze e nefandezze più lei desidera strusciarsi sul Signore Oscuro. Lui...normale la frase "Ho voglia di ammazzare qualcuno?"Ma ancora meglio...è normale se in risposta stermina tutta Hogwarts?)
DUBBI della GIURIA: in assenza totale della signorina Alostrael ci riserviamo di giudicare più in là se attribuirle il premio. Per la baby Rebecca se ha preso dal babbo... glielo diamo il premio?

 

 

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