Capitolo Venticinquesimo

                                                                      Un fratello traditore

 

 

 

 Perceval era stordito..." Ladri... Ladri... devo fermarli, devo fermarli..." e seguì il Preside Liddre, in un impeto che gli suggeriva di mettersi in mostra, di risolvere i problemi...

Fred e George avevano appena terminato la loro colazione, ed ora si guardavano soddisfatti... Avevano avuto ore intense, ed ora...ora erano i primi minuti che trascorrevano con più calma, cercando di non pensare al dolore per Ronald, per gli altri...
Mac sospirò - Prima hai detto, Draco, che mi hai mandata da Voldemort per dolore, per rabbia... non ti sembra che sia un'azione... da... Mangiamorte? Mi domando se da pochi giorni fa ad ora... la tua prospettiva sia cambiata, dopo... dopo quello che è successo... ricordati di queste parole, in un senso o nell'altro... e ricordi i versi che ti citai un tempo...

Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno...-
Ma la Dama Verde non ebbe il tempo di continuare... un rumore improvviso, dall'anticamera, la distolse.
- Oh, Lui è qui... - sibilò a Draco - Lui è qui !- e lesse sconcerto e paura sul suo volto. Si precipitarono verso l'anticamera.
- Percy! - Mac, sentì Fred gridare, prima ancora di vederlo, e poi George - No! -
Finalmente riuscì a raggiungere l'anticamera, e si fermò... si fermò ad osservare.
Voldemort era in piedi, sulla soglia, sorridente. C'era Percy Weasley... con gli occhi vuoti, che teneva saldamente Fred per il collo... con un coltello da burro, che aveva preso dal tavolo della colazione, stretto nell'altra mano.
George cercava di dividere i due fratelli, mentre Fanny la fenice, ed un usignolo bianco ronzavano intorno al Weasley maggiore, pizzicandolo.
- Ladri! Ladri! Ladri! - strillava Perceval, con voce atona e sguardo a tratti assente, a tratti fin troppo infervorato.
Il giovane Malfoy si lanciò contro Percy, ma sembrava che il giovane uomo fosse preda di una forza quasi... brutale.
Lo sguardo di Mac corse a Voldemort... che ricambiò la sua occhiata interrogativa con un sorriso, un tranquillo sorriso...
- Perce! Fermo!- strillò ancora George... Fred annaspava... stretto alla gola, quasi senza aria.
- Ladri, vi punirò!- sibilò il giovane uomo.
- No... -
La Fenice e l'usignolo continuavano le loro manovre per distrarre l'aggressore... ma senza esito...
Poi lo Weasley maggiore sollevò il coltello da burro e lo calò sul fratello... una volta...
e George urlò, mentre Fred si dibatteva. Malfoy affondò inutilmente le unghie nel braccio di Perceval. E l'aggressore risollevò il coltello...questa volta con l'intenzione di uccidere il ladro... e non si rendeva conto di avere il fratello per le mani...
Mac si voltò ancora verso Voldemort "Vuoi questo?" pensò, ma l'espressione del Signore Oscuro era... concentrata. Fissava Perce. E Perce si fermò.
- Fred! - esclamò, come uscendo da un sogno... - Fred! FRED!... - ma Fred e George lo osservavano come se fossero stati davanti ad un folle... e solo allora Percy si rese conto di stringere un coltello... e di aver ferito suo fratello... e di aver rischiato di uccidere suo fratello...
E Voldemort... sorrideva.
Fu allora che Draco si accorse che Perceval era come libero da un incantesimo... e stringendo Fred, insieme a George... li trascinò verso il corridoio, verso la porta...
Il bianco usignolo volò rapido alla finestra... e sparì presto alla vista, strappando un'espressione irata all'Oscuro Signore, che, peraltro, lasciò fuggire i tre giovani... ma si chinò a raccogliere al volo la Fenice... con malagrazia.
Perceval era... annichilito. Mosse qualche passo verso i fratelli, ma superata appena di qualche metro la soglia, cadde in ginocchio... incapace di tutto... mille pensieri contrastanti lo assalivano...
- Ora non ho più neanche un usignolo... - mormorò Mac - Nessuno che canti per me... e quella fenice che stringi sa solo gracchiare. Ma ti porgo i miei complimenti... un altro servo privo di volontà ha guadagnato il tuo favore. O perlomeno ti è stato utile; hai già impresso il Marchio Nero sul braccio del ragazzo? - e sorrise a Voldemort, un dolce sorriso che contrastava con il suono delle sue parole - Ed ora mi ritiro nella mia stanza... togliere quello straccio di bassa lega, e nefasta pasta dal corridoio è compito tuo, Signore... - disse indicando Percy, ed entrò in camera da letto, richiudendo la porta alle sue spalle. Si andò a sedere sul letto... riflettendo.

Fred, George, e Draco... correvano... o meglio, correvano Draco e George, sostenendo il ferito ed affranto Fred. Corsero a perdifiato, oltre i confini di Hogwarts, nella foresta, scossi dalla paura... lividi d'orrore... Il fratello aveva cercato di uccidere il fratello! Corsero... corsero... e raggiunsero una radura, e fu allora che si immobilizzarono, con gli occhi sgranati.
Severus Piton stava stringendo la giovane Gwillion... ridevano, e lui le stava allacciando la veste.
- Aiuto! - mormorò George, e i due si voltarono. Gwillion saltò quasi dietro un cespuglio... e gli occhi di Piton erano scintillanti di rabbia. Ma poi vide Fred ferito... e corse a sostenere il ragazzo.
- Cosa è successo...? - chiese, e forse non avrebbe voluto risposta.
- Al Castello... Percy... ha cercato di uccidere Fred! - disse George, ed ora piangeva. Lo stesso Piton rabbrividì... Percy... Percy? Che cosa mai poteva... ma Severus lo sapeva!
"Quel morbo... quel morbo... chiamato Voldemort... mangiatore di anime..."
Si voltò a guardare Gwillion - Quel morbo... - mormorò, e non si chiese se lei avesse capito o meno. Socchiuse gli occhi: un'altra volta... ancora un'altra volta... aveva allentato la guardia... ed ora...
- Alla grotta! - disse, e si mosse rapido, perchè quei ragazzi avevano bisogno di muoversi... non di pensare... e l'azione rallenta sempre il pensiero...

Al Castello, Perce, stranito e confuso...restava seduto nel mezzo del corridoio scuro..."Mio fratello, i miei fratelli... io... il mio compito..."

Mac continuava a pensare..."Percy... che verme... incapace, fragile idiota... e Silente è fuggito... Draco ormai non tornerà più sulla strada di Voldemort, e Fred e George hanno perso un altro fratello. Che insensatezza! E questo piccolo gioco ha perso più di quanto non abbia fatto vincere..." sospirò "Oh, Voldemort... non vincerai se ti ostinerai su questa strada... no, Amore mio... non lo farai..."

 

Quando arrivarono alla grotta Raistlin Majere non stette neppure a chiedere cosa fosse successo. Prese invece a tirar fuori erbe e rimedi... sia del suo mondo che di Diagon Alley. Solo quando videro che il ragazzo non correva rischi di vita si voltò verso Piton con un' espressione interrogativa.
Piton rispose allo sguardo dell'altro con un'alzata di spalle. Dopo, quando i ragazzi furono sistemati a dovere, si concesse di pronunciare un nome: - Voldemort... -
Draco fissava la scena con occhi vuoti. Non basta essere un Malfoy per cadere nelle mani dell' Oscuro Signore... quel pensiero gli rimbombava nella testa. E il ragazzo si accorgeva con disgusto che se la situazione fosse stata un'altra, se solo lui non fosse stato così provato dall' orrore... ecco, il vecchio Draco avrebbe pronunciato quelle parole con soddisfazione. Ma talora persino un Malfoy poteva sfuggire... o almeno così sperava. Poi si accorse che nessuno badava a lui. E suo padre... DOVEVA cercare suo padre. A tutti i costi. Non poteva permettere che fosse solo una lama di coltello a parlare se si fossero rincontrati. Nessuno badava a lui. Il giovane si allontanò in silenzio. Dopo aver gettato un' ultima occhiata verso i due ragazzi dai capelli rossi.

 

Silente era fuggito. Ma non avrebbe potuto recuperare il suo aspetto ed il suoi poteri.
Draco... Draco in realtà aveva deciso già da tempo da che parte stare. E Voldemort lo sapeva. Se aveva finto di negarlo era stato solo per accrescere la confusione del ragazzo.
- Vieni Perceval - disse Voldemort aiutando con dolcezza il ragazzo ad alzarsi - io credo che tu non ti senta bene... -
I tuoi fratelli... venuti qui per rubare. D' altronde ronzavano attorno a quell' assassino... quel mostro che si proclamava protettore di Harry, quel mangiamorte che ha distrutto la vita in questo castello... non ti sei chiesto COSA possano aver imparato da lui?
Voldemort continuava a sostenere l' altro, e senza parlare instillava nel suo animo confuso la certezza del tradimento.
Perceval soffocò un gemito.
- E' colpa di Silente... - sussurrò - Tutta colpa di Silente... -

Voldemort sorrise deliziato. Di fronte a quell' accusa che lui nemmeno aveva dovuto insinuare nella mente del giovane.
- Lo credi davvero? - disse inclinando la testa - In fondo sappiamo tutti che l' unica colpa del povero Silente sia sempre stata di dare eccessiva fiducia agli altri. E adesso nemmeno sappiamo dove si trovi... forse proprio nelle mani di coloro che hanno così indegnamente abusato di questa sua fiducia. -

- Dovunque si trovi che ci resti! - sussurrò Perce - Maledetto Silente... era in cattiva fede! Quante volte il Ministero lo ha richiamato... e adesso... è tutta... tutta colpa sua, maledetto vecchiaccio! I miei fratelli... - sembrava isterico, ed era assalito dalla nausea, si chiese se ci fosse ancora qualcuno in infermeria che potesse aiutarlo... era davvero distrutto.

- Vieni, - gli disse Voldemort - vedrò di prepararti una tisana. Sarà amara, ma ti farà bene. -
Oltre a metterti ancor più nelle mie mani.
- D' altronde è sempre così. - aggiunse l' Oscuro - Chi non capisce il valore del dovere lo ritiene amaro. -

Perceval sorrise, grato... pronto a mettersi interamente nelle mani di Liddre.

- Vieni. Credi davvero dunque che Silente fosse in cattiva fede? D' altronde è vero che spesso bene e male non sono dove sembrerebbe.

- Io sono sempre stato contrario alla politica di Silente! - esclamò Perceval - Silente era un incosciente... e adesso... - si trattenne dal piangere. E seguì Voldemort, cioè, l'uomo che lui credeva essere lo stimato Liddre...

- Perchè Silente si rifiutava di capire che è l' ordine tutto quello che serve alla nostra società... sembrava non capire che l' eccessiva libertà equivale all' anarchia... eppure si può davvero condannare un uomo, un uomo anziano e riverito... solo per la sua incoscienza? -
- Si... si deve condannare... troppe vittime innocenti a causa della sua miopia! E quelle serpi che si cresceva in seno... a causa loro ho perso un fratello... - Perce chiuse gli occhi.

- Perdonami. Non sto dicendo che non condivido i tuoi pensieri. Solo ci sono dei... ragionamenti... a cui bisogna arrivare da soli. Senza che sia nessuno a... instillarli... nella nostra mente. Anche con la migliore buona fede. -

Percy fissò i suoi occhi dall'espressione bizzarra su Voldemort - Ma io ci sono arrivato da solo... e già da tanto tempo trovavo assolutamente inadeguato Silente! -

- Me ne rendo conto... d' altronde devi comprendere che... essendo tuo padre uno dei più accaniti sostenitori di Silente... con la massima buona fede ne sono certo... la mia cautela nell' esporti il mio punto di vista fosse... più che giustificata. Perchè c' è molto da dire su Silente. MOLTO. Se desideri ascoltare... -

Perceval sgranò gli occhi - Mio padre è... ingenuo! Voglio ascoltare... si, voglio ascoltare tutto... -

- Purchè tutto rimanga fra noi. Questo è importante, devi comprenderlo. -

- Si, tra noi... solo tra noi... -
- Perché vedi, il minimo si possa dire dopo una riflessione superficiale è che Silente è STRANO. Ma io non mi sono limitato ad una riflessione superficiale. Molte cose apparentemente insensate potrebbero... potrebbero acquistare improvvisamente un nuovo significato se viste da una diversa prospettiva. Perché Silente è un' uomo che conosce il valore del potere, anche se finge di disprezzarlo. Ma da dove potrei cominciare? Forse dalla morte stessa dei Potter. Loro sono venuti ad Hogwarts, a domandare la protezione di Silente, e lui invece di accoglierli come avrebbe dovuto, lui ha preferito suggerire loro l' incantesimo che avrebbe segnato la loro condanna... e al tempo stesso la rovina del primo rivale di Silente. Possibile che non sapesse? Possibile che sia così ingenuo? -

- Oh, mio Dio... - sussurrò Percy - Silente lo ha fatto apposta! -

- E anche in eventi più recenti, dalla storia della pietra filosofale, al basilisco, alla fuga di Black tre anni fa... se ci pensi bene in ognuna di queste situazioni il potentissimo Albus Silente si è mostrato come dire... inefficiente. Ma per incapacità o per scelta? E che mi dicano poi che per un anno intero ha avuto un mangiamorte al castello e non se ne sia accorto... a questo proprio non riesco a crederci. -

- E' vero... è vero... - Perce era indignato - Lo ho sempre sospettato... ma come sono stati ciechi tutti! Oh... che sciagura... ma ora c'è lei! Ci penserà lei, vero? - e guardò Liddre speranzoso.

- Io sono solo un uomo. Non posso poi molto. Ma certo mi impegnerò, come te, come tutti. E non dimenticare nelle mani di chi siamo Caramell, il fantoccio preferito di Silente, Caramell, il saggio ministro che ha proposto Sirius Black per l' ordine di merlino. Ecco in mano a chi siamo. Sirius Black l' assassino, il fido scherano di Silente, e non è un caso se poco dopo che io ho bloccato le cerimonie della nomina, insospettito da alcune note stonate, subito dopo che io ho bloccato le cerimonie per chiedere che il corpo del Minus ritrovato venisse esaminato una nuova volta, subito dopo la madre del povero Minus ha dato fuoco ai resti di quelli che tutti credevamo essere il suo figliolo. Un gesto strano, inconsulto. Pochi sanno che poco prima la donna aveva ricevuto una visita di Silente. Ed io ho ritrovato su di lei le tracce della maledizione Imperius. Ma questo non si può dire, non si deve dire. Perché così vuole il nostro Caramell. -
- Ma Caramell non ha poi tanti sostenitori... - valutò Perceval - Al contrario... e lei, invece... lei è molto ammirato! -


 La Dama Verde era sola, ancora chiusa nella stanza; finalmente si decise ad andarsene... perchè restare tra quattro mura in attesa era una cosa che non le piaceva.
E nella scuola non più piena come un tempo era più facile muoversi senza incontrare nessuno.
Aveva un paio di idee...
Per prima cosa si mosse verso la camera di Piton. La raggiunse, ed entrò.
Voleva cercare altri libri, altre cose interessanti...
Entrando si ricordò della magia di Severus... quella che gli permetteva di percepire ogni cosa che fosse detta in quella stanza... se funzionava ancora, se funzionava nonostante la lontananza.
- Beh, io ci provo... - disse - Severus, mi dispiace per Fred e George! Che stiano lontani da qui... per il loro bene... e... buona fortuna... -
Ma non disse altro. Ed iniziò a cercare... a cercare per ritrovare il libro che forse Gwillion aveva rimesso al suo posto, il libro che la aveva condotta a Voldemort. A suo tempo aveva letto solo le parti più interessanti, adesso voleva leggere il resto. Non trovò quel piccolo diario... ma trovò altri testi... altri appunti.


 

- Voldemort... - ripetè Raistlin - E deve aver fatto qualcosa di peggio che ferire un ragazzo. Perchè se davvero è come lo descrivete... se la sua intenzione fosse stata ucciderlo, allora non sarebbe tornato indietro vivo. -

- Voldemort fa sempre qualcosa di peggio. E' la sua abilità. Sempre peggio di quel che uno pensa. E se ho capito bene... non ha fatto altro che svegliare fantasmi... -

- Ha spinto il fratello dei gemelli a colpire il ragazzo. -
Aggiunse Gwillion in un sibilo.
Raistlin inclinò la testa. Il suo volto si era fatto cupo. Molto cupo. Un fratello che cerca di uccidere l' altro fratello... era una scena che gli ricordava troppe cose.
Severus scosse la testa, diverse volte.
- Sempre peggio... tutto sempre peggio... - Ma fu allora che un piccolo usignolo bianco planò sulla sua testa... L' usignolo beccava con delicatezza i capelli neri dell' uomo poi volò sul suo dito. E inclinò la testa, come fermandosi a scrutare il mago proveniente da Krynn.
- Mi sembra quasi di essere sottoposto a un esame... - mormorò l' altro - e forse... è davvero così. - 

- Da dove vieni? - chiese Piton, quasi come se potesse capire il linguaggio degli usignoli - Non sembra...c'è qualcosa di strano... una vibrazione magica... molto bassa... ma c'è in questo uccellino... -
E l'usignolo mosse le ali, a descrivere lettere, come aveva fatto con Draco. E Piton si morse la lingua. 

Raistlin scosse la testa. I movimenti dell' uccellino gli davano la nausea. Poi tirò fuori da una tasca un foglio di carta e una matita. Li poggiò per terra. E con grandi difficoltà il minuscolo uccellino prese... a scrivere. 

Piton osservava la scena incredulo.
- No... no... non è possibile... - mormorò - Non è possibile! -

- Silente... - lesse Raistlin - uno dei vostri maghi bianchi se non erro... una specie di Par-salian... -
Aggiunse con una vaga smorfia.
- Con il carattere e i modi di Fizban veramente. -
Fece Gwillion. E l' altro sorrise:
- Deve essere una persona davvero notevole allora. Ma temo che per un certo tempo potrà essere soltanto... un usignolo notevole. -
Piton osservò l'usignolo - Albus... - scosse la testa - Se noi che abbiamo ancora intatti i nostri poteri siamo tanto agitati... immagino Albus che ora... non può fare nulla.-
L'usignolo sembrò assentire. 

L' usignolo sbattè le ali, e gorgheggiò dolcemente.
- A me sembra più triste che agitato... -
Mormorò Gwillion.
Poi Albus si alzò in volo, e prese a volare lentamente su di una specie di fagotto che uno dei gemelli aveva lasciato cadere a terra.
- Cos' è questo... -
Fece Raistlin e mentre prendeva lo strano e lacero pezzo di stoffa che poi si rivelò essere un copricapo, qualcosa di metallico cadde ai suoi piedi.
- SERPEVERDE SERPEVERDE SERPEVERDE -
Gridò il cappello. Così forte che l' uomo dovette tapparsi le orecchie.

- Toh! - disse Severus - Se fossimo stati compagni di scuola forse avremmo condiviso la Casa! Sta tranquillo... vecchio cappello di Grifondoro... George, prendilo tu, e raccogli quella spada... -
- La spada di Grifondoro... - mormorò George.
- Esatto - assentì Severus.

- Ancora un' altra spada... - sussurrò Raistlin - oh già, perchè voi non lo sapete... ma la ragazzina qui dentro, la terza delle antimaghe... va cianciando di una certa spada Alastor, e dei guanti non so che cosa, e di sangue di mostro... visti in sogno... per sconfiggere il nostro avversario. -
- Oh, Dio! - sussurrò Piton - Non riesco a crederlo... -

- Dunque ho la tua conferma che si tratta delle fantasie di una pazza isterica?

- Io sarei più gentile, Raistlin, perchè non glielo chiedi? Ma fantasie... si, fantasie... -

- Essere gentili, e perchè? Quanto alla ragazza credo che non mi voglia parlare. Mi fissa storto e basta. -
In quel momento l' usignolo prese di nuovo la matita.
Sogno lesse Gwillion. Una specie di freccia. E poi Voldemort.
- Il sogno l' ha mandato il nostro avversario dunque. - commentò il mago dorato - Una notizia interessante. Che potremmo sfruttare a nostro vantaggio.

- Odio Vold... - stava dicendo Piton, quando si interruppe - Un messaggio... lontano... - inarcò un sopracciglio - Sembra che la Dama Verde ci auguri buona fortuna. -

- La Dama Verde? - ripetè Raistlin - Di chi si tratta?

- La ragazza che è con Voldemort. Sta sfruttando una magia che ho intessuto intorno alla mia camera...ma cosa fa in camera mia, poi?! E' pazza... - Severus scosse la testa - In ogni caso, torniamo a pensare al sogno... come possiamo servircene, secondo te? -

- Non lo so, dovrei sapere di più al riguardo. Ma fingere di cadere in una trappola può rivelarsi un' ottima trappola a sua volta. Per decidere dovremmo aspettare di essere tutti comunque. Io credo. Nel frattempo... non sono stato ancora presentato all' usignolo. O forse preferisci passare l' attesa lanciandoci contro un altra valanga di malignità reciproche?

- Malignità quelle che tu rivolgi a me. Verità quelle che io dedico a te... Raistlin. Comunque... Albus Silente, questo è l'odioso mago Raistlin in fuga dall'Abisso. Raistlin... questo è il grande Silente... o quello che ne rimane... -

E l' usignolo volò sul dito del mago. Facendo quasi un inchino.
- Forse potrei darvi io delle spiegazioni più esaurienti. - mormorò Gwillion sorridendo all' uccellino - Ma non qui... altrimenti le maligne verità rischierebbero di soffocare ogni mia parola. -
E Silente svolazzò sino alla ragazza, quasi tirandola per i capelli.
- Torno subito. -
Disse lei a Severus. Con un sorriso sbarazzino.
Poi si allontanò. Seguita da un Albus cinguettante.
- Certo che l' hai proprio terrorizzata - commentò Raistlin - se non riesce nemmeno a parlare di me in tua presenza. -

- Sei un imbecille Raistlin... io non terrorizzo nessuno... lo stesso non si può dire di te... con quella faccia... -

- Intendi la mia vera faccia... per ora non mi sembra di avere un aspetto così terrorizzante. E poi... non sai trovare insulti migliori di imbecille? Insulti che possano ferire sul serio intendo. Poichè nella mia smisurata superbia non penserei mai che qualcuno possa reputarmi davvero imbecille... o forse è solo il tuo modo di dimostrarmi che sei di buon umore... dato che hai appena ribadito i confini del tuo... territorio di caccia. -

- Sei un lurido idiota..."territorio di caccia"... solo uno squallido imbroglione come te poteva usare queste parole... sei ridicolo! -

- E allora perchè te la prendi tanto? - disse l' altro, e rideva apertamente - In fondo nemmeno intendo rappresentare una minaccia per te... o forse è proprio questo il problema. Se io tentassi di competere con te... su quel territorio... territorio su cui non sarei per altro affatto certo di vincere... se io ci tentassi comunque avresti la sicurezza se non altro alla fine di avermi sconfitto. Ma non ci può essere vittoria quando è solo uno dei contendenti a scendere in campo. No, non ci può essere vittoria. -
- Raistlin... - Piton era cadaverico - Ero un assassino io... meglio non provocarmi... non voglio tornare ad esserlo... Ma ti dico una cosa: io ho totale fiducia in lei... tu non sei una minaccia... no, non lo sei... e non ho bisogno di una vittoria, dunque. Semplicemente mi irriti. -

- Ti irrito. E cosa fai dunque alle persone che sono per te qualcosa di più di una semplice fonte di irritazione? Sono quasi ansioso di scoprirlo. E non credere di spaventarmi. Tra le malefatte mie e quelle del mio maestro, che mi porto dietro insieme ai suoi ricordi, io credo proprio che potrei esibire un curriculum assai più terrorizzante del tuo. Non fosse altro che per il semplice fatto temporale. -

- Non si sa mai, Raistlin...non si sa mai. Non essere troppo sicuro di te... da quanto mi è stato dato di capire il libro che parla di me... racconta una minima, molto minima parte della verità. In ogni caso questa sfida tra noi... non sarebbe di un genere di cui andare fieri... -

- Probabilmente questa è la prima cosa sensata che hai detto da parecchi minuti. - Raistlin aveva fisso lo sguardo lontano - D' altronde io non ho mai rinnegato la mia natura... malvagia. Solo voglio essere io a controllare lei, e non il contrario. Tutto qui. Tutto qui. -

Severus Piton sospirò e mosse qualche passo, per sgranchirsi le gambe, poi tornò a fissare l'altro -Tutte le persone ragionevoli vogliono dominare la propria natura, e non essere dominate da essa. Devo... almeno... darti atto di essere ragionevole... - sospirò - Ad esempio, Voldemort non lo è. Se tu gli parlassi... scopriresti quanto sa essere suadente e dolce... ma è soggiogato dalla sua stessa natura crudele. Almeno, Raistlin, tu ed io, all'apparenza sgradevole, contrapponiamo una certa ragionevolezza. Ma basta... o finiremo per dirci qualcosa di gentile, e NON è mia intenzione... - Piton sorrise, un sorriso storto.

 

- Credo che tu sia sopravvalutando la mia popolarità. - fece Liddre - E non dimentichiamo che c' è anche un altro giocatore in questa partita. Perché con tutto quello che ho detto non voglio certo negare l' esistenza dell' Oscuro Signore. Una simile teoria starebbe bene sulla bocca di Caramell... il fantoccio di Silente. Il Signore Oscuro esiste... ma non sai quanto sia facile rovesciare sul proprio avversario le colpe che tu stesso hai commesso, Percy. - 

- L'Oscuro Signore... Lei Sa Chi... tornato davvero?! Allora lei DEVE fare qualcosa... lei deve! Caramell ci condannerebbe tutti a morte! -

- Calmati, Percy. Calmati. Noi stiamo già facendo qualcosa.-
E qui veniva la parte più difficile: poiché era molto più facile convincere che il bianco sia nero, che non il contrario.
- In fin dei conti non dovremmo credere che, se Tu-sai-chi fosse proprio come ci è stato descritto... se le cose stessero in questo modo dovrebbe essere davvero un sommo imbecille per aver lasciato andare Harry in quel modo, ormai quasi un anno fa? Ma perché noi abbiamo ascoltato solo la versione di Silente. Di Silente. -
Percy battè gli occhi - Che... Che vuol dire?! -

- E Silente sa quando è comodo avere un avversario e quando invece bisogna sbarazzarsene. Che Silente sa come dipingere a tinte fosche chi gli è ostile. Con questo non voglio dire che il Signore Oscuro non abbia fatto nulla che gli si possa rimproverare. Solo uno sciocco potrebbe crederlo. D' altronde il terrore va sempre combattuto con il terrore. Lo stesso Crouch lo sapeva. Crouch. Ambizioso ma onesto nel riconoscere la propria ambizione. Incapace di nascondersi dietro le fatue movenze da vecchio bonaccione adottate dal caro Silente. E per puro caso proprio durante la fatale coppa tre maghi, Crouch è stato ucciso. Qui, ad Hogwarts. Nel cuore del regno di Silente.
Perché vedi, il problema non è riconoscere il terrore. Questo è facile. Dolorosamente facile. Il problema è riconoscere quale sia stata la fonte originaria di questo terrore. Chi per primo abbia estratto la spada. Chi per primo l' abbia bagnata di sangue. -

- Silente! - esclamò Percy - Silente... si è nascosto dietro l'ombra di Lei Sa Chi... solo perchè... era lui ad essere davvero interessato al potere! .

- Nascosto dietro l' ombra... non mi piace questo termine. Diciamo che l' ha alimentata e accresciuta, sino a demonizzare il proprio avversario. Certo è che se io mi trovassi davanti l' Oscuro Signore... Ma forse ho detto troppo. - fece l' uomo con un sospiro - Sei stanco e confuso... ecco, la tua tisana è pronta. Promettimi però che rifletterai su quanto ti ho detto. E... tieni gli occhi aperti. Perché se Silente ha deciso di cambiare tattica, di lasciare la scuola e continuare la partita in una diversa maniera... o forse ha dovuto lasciarla, quando si è che io avevo compromesso i suoi piani, rivelando la colpevolezza di due dei suoi fidi assassini... in ogni caso adesso Silente cercherà l' aiuto di tutti quelli che stanno dalla sua parte. E qui tu puoi fare molto. -

- Sono assolutamente certo... assolutamente certo che Silente non otterrà una seconda vittoria... no, no... ma adesso sono stanco, a dire il vero... spossato mentalmente... e non so perchè... - e bevve.

- Dopo quello che hai visto oggi? Dopo aver visto che Silente ha irretito due tuoi fratelli? E' anche per loro che dovrai combattere. Non contro di loro, ma per loro. Ma meno che non dovesse risultare... che sono ormai irrimediabilmente perduti. Io ti chiedo solo di tenere gli occhi aperti. A casa tua, sotto il tuo stesso tetto. Là dove il nemico cercherà di insinuarsi. Ma forse adesso dovresti andare... sei stanco, lo vedo. -

-Ce... cer... certo... i miei fratelli... - e Perceval si allontanò, senza neppure ricordare di salutare.

Perceval era confuso e spaventato e... voleva parlare ancora con Liddre! Presto... molto presto... poteva insegnargli tanto, aiutare la sua carriera... e... i suoi fratelli... ricacciò indietro il pensiero dei fratelli. Era colpa di Silente, ecco... non era stato lui ad aggredire i fratelli... era colpa di Silente!

Lord Voldemort rimase a guardare il giovane che si allontanava. Non era ancora suo forse. Ma presto lo sarebbe stato. E poi l' uomo si voltò. Voleva cercare la sua Dama Verde.

 

Mac sospirò... la calligrafia di Piton era spiacevolmente spigolosa, al contrario della sua, piena di svolazzi. Ma, almeno, era leggibile. E lei aveva letto buona parte di quello che aveva trovato. Appunti, idee... nulla di fondamentale... ma nell'assieme erano le tante parti di un puzzle da ricomporre... cosa Severus provava per Voldemort, e cosa lo rendeva speciale ai suoi occhi. C'erano frasi di Voldemort che Severus aveva riportato, discorsi, affermazioni... alcune molto... beh, Mac sospirò, amare una persona non vuol dire non vederla senza lucidità. Erano frasi chiaramente ingannevoli... il piccolo limite di Voldemort. Lasciò cadere i fogli sul letto, e rivolse un'occhiata alla stanza. Dubitava che Severus avesse avuto molto tempo da trascorrere lì dentro, non dopo la sua fuga... ed in effetti poi c'era stato il viaggio a Londra, quello in Egitto... quasi a confermare quella tesi notò il canestro in cui aveva gettato i suoi vecchi vestiti la sera prima di scappare dal Castello, quando era rimasta nella stanza a chiacchierare con Severus, dopo aver quasi litigato con tutte le altre. Li raccolse e tornò a sedere sul letto, osservandoli: tutto come ricordava. Barthy non li aveva, naturalmente, trovati portando gli altri abiti delle ragazze a Voldemort. E come diavolo poteva pensare di trovare quegli abiti in camera di Severus! "Sembrano passati dieci anni... e sono solo pochi giorni..." rifletté "E alla fine, dopo diversi tentativi... sono arrivata davvero a destinazione!".

 

- Sono tornati alla caverna, tutti e tre - disse Black riarrotolando la mappa e sorrise, forse per la prima dopo ore sorrise. Anche se il suo era un sorriso triste - Allora, torniamo anche noi? - fece a Silvia - Oppure... c' è un luogo tranquillo... una valle con un fiumicello proprio qui dietro. Dopo tanti orrori forse i tuoi occhi hanno bisogno di vedere qualcosa di... lieto.
E... grazie per il conforto che mi stai dando, Silvia. -

- Vorrei fare di più Sirius, davvero... comunque decidi tu, a me farebbe molto piacere vedere quel posto di cui parli, ma se sei stanco possiamo rientrare alla grotta... -

- Non è il mio corpo ad essere stanco. E camminare non mi dispiace, anzi, forse mi fa bene. Vieni, dunque... -
Disse cingendo la vita dell' altra, e la portò là dove l' acqua turchina cantava.

- Andiamo allora... - disse piano Silvia, e seguì Sirius... il posto era magnifico... ma Silvia pensava come sarebbe stato diverso se non fosse successo tutto quello che era successo...
Si sedette e tese la mano verso Sirius, per trarlo vicino a lei...

- Tu meriti di più... - mormorò l' uomo - tu meriti di più che essere una semplice spalla su cui io possa piangere. Eppure... -

- Beh tu hai sostenuto me quando ne avevo bisogno, adesso è giusto che tocchi a me... -

- Ti ringrazio... -
E baciò delicatamente le labbra dell' altra.

Silvia rispose al bacio di Sirius altrettanto delicatamente...

 - Eccoci arrivati. - mormorò Black - Ma manca Draco o è impressione mia? -

 

Raistlin Majere si guardò intorno. Si accorse che il ragazzo biondo era sparito... un' altra volta. Poi senza dire una parola tornò a occuparsi del ferito.
- Starà presto bene. - disse all' altro ragazzo e poi senza sapere perché - Siete gemelli, non è vero? -

- Si, gemelli !- sorrise George, fiero.
Piton si chinò vicino ai due -E siete in gamba... quasi insopportabili, ma in gamba... - sorrise anche lui.

- Il che detto da te è un gran complimento, immagino. Ah, a proposito. L' altro ragazzino, è sparito di nuovo. E' peggio di un kender temo.

- Draco... quel ragazzo mi darà dei guai, prima o poi. Suo padre è nella stretta cerchia di Voldemort, e Draco se ne sta tirando fuori... capirai che la situazione è strana, quantomeno. -
- Buono a sapersi. Vorrà dire che saremmo in due a tenerlo d' occhio. In un modo o nell' altro sappiamo entrambi cosa voglia dire compiere delle scelte difficili, no? Anche se non sempre le nostre scelte sono state... quelle giuste. -

- Già. Ma per Draco sono certo... o quasi certo che saprà fare la scelta giusta... in realtà non credo che lui lo sappia ancora. Ma è stato un buon inizio il suo. Non facile, ma proprio per questo capace di far ben sperare...- scosse la testa - Draco... Draco...non gli piacerebbe sapere che lo hai paragonato ad un kender... -

- Perchè, conosci forse qualcuno che si possa sentire lusingare da un simile paragone? -

- Beh io no... forse i gemelli... a loro un kender piacerebbe molto, suppongo. -
- Cos'è un kender?- chiese debolmente Fred.
- Come dire... sono creature con un fortissimo senso dell' avventura e assolutamente incapaci di comprendere il concetto di proprietà privata. Nel mio mondo vengono considerati una delle peggiori calamità... superata solo forse dalle invasioni di draghi. -

- Wow! - mormorò Fred impressionato - Meraviglioso! -
- E i Draghi invadono davvero? Dovremmo dirlo a Charlie... forte! - rise George.
- Visto? - fece Piton, divertito.

- Meraviglioso... i draghi malvagi riempiono di terrore la gente... un po' come i vostri dissennatori... e credo che pochi lo chiamerebbero meraviglioso. Beh io so come controllarli... o almeno sapevo prima che il globo che usavo mi andasse in pezzi. Di certo non mi fanno paura. Comunque si sono anche i draghi buoni, puri luminosi dorati... e, scusate, chi è Charlie? -

- Charlie è nostro fratello che studia e cura i draghi in Romania! Draghi cattivi... Wow! Fortissimo! Possiamo venire nel tuo mondo? -
Piton ormai... rideva.

- Il mio mondo? Non credo che lì sarei bene accetto. Però posso mandarci voi se ci tenete tanto. -
Gwillion frattanto era tornata indietro. E aveva gli occhi sbarrati.
- Dov' è Raistlin, Severus? L' hai ammazzato o cosa? Qui io vedo una persona immersa in una conversazione amichevole con degli altri esseri umani... -
- Deve essere la stanchezza - rispose l' altro con un sorriso - ma se ci tieni tanto alla mia acidità vedrò di rifarmi. -
- No, io non tengo a nulla. -
E andò a sedersi accanto a Severus.
- Risposta diplomatica. E noi di cosa stavamo parlando? Di draghi? Ma i draghi di Krynn non si fanno nè studiare nè curare. Sono più forti e longevi della maggior parte degli esseri umani in   realtà. -
- Wow! - e sembrava che ora Fred e George non pensassero che ad andare con Raistlin nel posto da dove veniva.
Severus lo spiegò a Gwillion.

- Non vi piacerebbe. - disse la ragazza - C' è chi vi prende in giro per le ristrettezze economiche della vostra famiglia... qui c' è qualcuno che ha rischiato di morire di fame... letteralmente. -
- Grazie per la presentazione - sussurrò Raistlin - ma se vogliono andare, perchè fermarli? Porterebbero un tale scompiglio tra le torri dei maghi... -

- Oh, ma noi non ci facciamo davvero problema! E poi vogliamo vedere i Draghi Malvagi! -

Gwillion strabuzzò gli occhi.
- Ce ne sono di cose da vedere... - continuò Raistlin - e pensate che i maghi non devono nemmeno restare in incognito. A volte cercano di bruciarli ma non devono restare in incognito. -

-Bruciarci? Meraviglioso... e come ci brucerebbero? -
- Un semplice rogo. Niente di più niente di meno. -
- Ancora esperienze personali - aggiunse Gwillion - Niente freddafiamma al tempo... -

- Ma noi abbiamo la freddafiamma... sai che spasso... -

- Se nel mio mondo funziona, intendete. -
- Il brivido dell'imprevisto! -

- Sono sempre così o è l' adrenalina dell' avventura appena corsa? -
Fece Raistlin rivolto verso Piton.

- Sempre così... - commentò Severus - Sono come kender...-
- E due per di più! Ma rubano anche? -

- Rubare... il cibo in cucina si... -
- Anche io l' avrei fatto. Se avessi avuto una cucina da cui rubare e invece... com' è che dite voi? Dieci punti alla signorina se ricorda cosa facevo io... -
- Cucinavi con gli ingredienti delle pozioni? -
- Che ingenuità... forse facevi meglio a far finta di averlo scordato... -

Fred e George guardarono Raistlin con ammirazione - Se vuoi possiamo sempre insegnarti come rubare in cucina! In ogni cucina possibile! Potrebbe succedere qualcosa di male a mangiare gli ingredienti delle pozioni... -
Severus li guardò severamente.
- E poi... - continuò Fred - Adesso io voglio assolutamente vedere quei Draghi, magari interessano anche a Charlie, e poi vedere i roghi... qui non ne fanno da secoli... e poi... tutto il resto! -
Piton pensò che forse avrebbe dovuto dire a quei due di piantarla... ma... dopotutto era un modo di distrarsi quello. Meglio che riflettere sui fatti recenti. Si limitò, allora a sorridere, ed a cercare lo sguardo di Gwillion.

 

- Sei qui, mia Dama? -
Mormorò Voldemort bussando alla porta.
Mac lasciò i fogli sul letto, e, ancora stringendo i suoi vecchi vestiti, aprì la porta, uscì e la richiuse... meglio che Piton, ovunque fosse, non ascoltasse le conversazioni di Voldemort.
- Sono qui... - disse poi - Cercavo vecchie cose... -

- Nulla in contrario a questo. E tu hai niente da dirmi piuttosto? -

- Nulla da dirti, credo. Se non che è stato molto sgradevole vedere interrotta la mia conversazione con Draco, che è una persona che mi piace... -

- Ti prometto che avrai occasione di altre conversazioni con lui in seguito. -

- Come prigioniero? Come visitatore? Come Mangiamorte? Come cosa? Non lo sai neanche tu. Ma se forse... avesse visto altro, sarebbe stato meglio. In ogni caso... Perceval Weasley è peggio di quanto credessi, il genere d'uomo che disprezzo... no, non è un uomo. E' un idiota. Un fantoccio debole e fragile. Il secondo figlio perso in poche ore in una famiglia di idioti. Forse dovremmo festeggiare... brindare? Faremo una festicciola quando imprimerai il Marchio all'idiota? E... - sospirò - Scusami... -

 - Come cosa, dici? No, non lo so neanche io. E quanto a Percy... in effetti è un perfetto imbecille. Ma è un Weasley e proprio per questo mi sarà utile. -

- Allora... buon divertimento, mio Signore. Credo davvero di dovertelo augurare. Se non sai a che titolo rincontreremo Draco... sai almeno a che titolo Perceval entrerà nelle tue fila? -

- Convincerlo della malvagità di Silente è stato sin troppo facile. E in questo momento aspetta di completare l' opera. Oh... avrà il mio marchio. Non so ancora quando e come ma avrà il mio marchio. -

- Uhm... capisco. Il tuo Marchio... Credevo fosse un onore ricevere il Marchio, un segno di onore... una desiderabile forma di riconoscimento. Forse, però, è diventato un segno di infamia. -

- Un marchio è un marchio. Un segno di possesso. L' onore e l' infamia stanno nella mente di chi li osserva. -

- Capisco... un marchio è un marchio. Ho sempre pensato... che un capo si riconosce dai suoi servi. Il servo è lo specchio del padrone. Spero di essermi ingannata... - scosse la testa - Del resto... bisogna guardare a quelli che contano, Barthy i Lestrange... a suo modo Malfoy... e non alla feccia... Magari penserò a me stessa, riflettendo sui tuoi servi... e mi sentirò meglio. Eppure... il Marchio... -

- Continua. -

- Continuare cosa? Forse mi chiedevo come sarebbe se anche io volessi avere un tuo segno d' appartenenza.-
- Ne sarei... onorato. Ma non è una scelta che potrei mai suggerirti o importi. E poi... tu sei qualcosa di più per me di un semplice servitore. -

-Lo so... tuttavia... è come eccitante l'idea di avere per sempre sul mio corpo qualcosa che mi parli di te... con tutti i doveri che questo comporta. .

- Quanto a quello... potremmo sempre provvedere in altro modo... -
Disse l' uomo avvicinando le labbra al collo della donna.

- Mio Signore... - sussurrò la Dama Verde, offrendosi al bacio - Io sono seria... -
- Forse io no? -
- Non lo so... mi piacerebbe davvero avere qualcosa che mi dicesse inequivocabilmente che sono tua. -
- E un anello di fidanzamento? I babbani fanno così se non erro. -

- Oh, non è lo stesso. Io non voglio un regalo inutile... ma i miei devono sembrarti capricci... -
- Non sarebbe inutile. Non se noi non lo consideriamo inutile. -

- Io non potrei mai considerarlo inutile. Tuttavia, forse un giorno potrei chiederti anche il Marchio, se sarai d'accordo... -

- Se vogliamo baciarci dobbiamo farlo ora temo... perchè c' è un pollo che sta per essere cotto a puntino. E a proposito... lo rivuoi poi Allock? -

- Baciarci... beh, è questa la difficoltà di essere l'amante di un Signore Oscuro... sul più bello... succede qualcosa. A volte... ho l'istinto di controllare sotto al letto se c'è qualche tuo servo con urgenti messaggi da recapitare... o immagino che prima o poi troveremo un tuo servo che ti racconta l'esito di una missione tra le nostre lenzuola! E' snervante... - rise - Ma no, scherzo... anche se sotto al letto... beh, ogni tanto controllo. In ogni caso... allora... baciami stupido! Oh, Allock... Allock... sono combattuta... se non lo trasformi in canarino... che ne farai? E... non osare dimenticarti del mio futuro Marchio, o... di un anello di fidanzamento... o di entrambi... ma ora... insomma... baciami... sempre che tu non preferisca baciare Percy... il pollo. -

 

La figura di un giovane era ferma di fronte a una vetrina. Aspettava immobile. Aspettava l' arrivo di un Weasley parecchio sconvolto.

Perceval si fermò a guardare il giovane...lo aveva fissato?

- Salve - disse lo sconosciuto - hai un' aria davvero smarrita... tra i due si direbbe che sei tu lo spettro. Ma lascia che mi presenti il mio nome è Tom. Tom Riddle. Avrai sentito parlare di me. E molto male anche, immagino. Ero qui a guardare la mia targa... e a pensare come Silente abbia saputo infangare quello che ho fatto a quel tempo. -

- Chi... chi hai detto che sei?! -

- Tom Orvoloson Riddle... o meglio la proiezione del suo io adolescente. Dunque non chiedermi spiegazioni su ciò che ho fatto dopo i sedici anni... si tratterebbe di qualcosa che ignoro. E riguardo al prima... erano davvero i ragni i colpevoli... Soltanto che Silente aveva i suoi buoni motivi per far credere il contrario... potresti anche arrivarci da solo... -

- Santo Cielo... ne ero sicuro... è una fortuna che io ti abbia incontrato... un segno del destino! Quel pazzo di Silente... -

- Cosa ha fatto ancora? - disse il ragazzo cupo in volto - Non gli è bastato infamarmi per proteggere il suo mezzo gigante... e non è difficile intuire quali siano i suoi progetti al riguardo... -

- A causa sua... c'è stata una strage! -

- Non avrà incolpato me ancora una volta, spero! Ma posso sapere cosa è accaduto? -
-Sono... morti... centinaia di ragazzi... con un veleno... - Perce era agitatissimo.

- Dove... ad Hogwarts? -
Mormorò l' altro preoccupato.

-Si, si! Studenti ad Hogwarts!

- Terribile. E poi sarei io... l' Oscuro... -

- Si... Terribile! Silente ci ha ingannati tutti! -

- E nessuno sta facendo qualcosa? -

- Si, il signor Liddre...lui ci aiuta... -

- Ti fidi di lui, dunque? Ti fidi davvero di lui? -

- Si! -

L' altro sorrise. Non disse nulla e sorrise.
- E di me - aggiunse poi - è troppo sapere di me che pensi? -

- Che sei una vittima! Come Ron! -

- Io credo... io credo che tu debba parlare con qualcuno. C' è ancora qualcosa che non sai... pensa al mio nome... e al suo anagramma... forse non dovrei essere io a dirtelo. -

Percy sgranò gli occhi - Il tuo nome? Riddle vuoi dire? Anagrammarlo... Dledir... Irdeld... Liddre... Liddre!- Perce aprì la bocca... stupito.
- Tu sei... tu sei... Liddre?! Allora Liddre saresti tu... e... e... ecco perchè sa tutto di Silente! Lui è stato la prima vittima! Oh... ed è tanto meritevole da impegnarsi ancora... non è cattivo... non è davvero oscuro... - quasi piangeva commosso.

 

Lucius Malfoy era sotto un albero. Draco fece un gran sospiro. Dire quel che doveva non gli sembrava più nemmeno difficile. Doveva dirlo e basta.
- Ieri mi hai detto che dovevo scegliere la mia strada. E poi seguirla senza esitare. Io ho scelto. E tu hai il diritto di saperlo. Anche se... - il ragazzo fece una smorfia ma non poteva, non doveva esitare - anche se ho scelto di combattere tutto quello per cui tu stai lottando. Fino a qualche giorno addietro mi lamentavo di non sapere. Adesso ho visto TROPPO. Non posso limitarmi a restare in disparte. Non lo farò. Ieri ti avevo offerto la mia vita in cambio delle mie esitazioni, dei miei errori. Adesso non posso darti nemmeno questo. Se cercherai di fermarmi mi difenderò. Ho visto... ma che importa cosa ho visto? Tu conosci quest' orrore meglio di quanto non possa io. Solo che io non riesco a tollerarlo. Dovevo dirtelo... anche se sto rischiando venendo al castello. E adesso... -
Adesso posso solo dirti addio. E vorrei aggiungere che mi dispiace... ma non posso fare nemmeno questo, papà.
- Qualsiasi cosa accada però, - aggiunse come per un ripensamento - qualsiasi cosa tu dica o faccia o pensi di me, sappi che ti considererò sempre mio padre. Non riesco ad odiarti. Non voglio odiarti.
Anche questo dovevi saperlo. -

- COSA avresti visto, Draco? Sei sicuro che non dovresti dirmi qualcosa d'altro? Per esempio che quello che per me era ieri, per te potrebbe essere stato due o tre giorni fa? O che hai ostentato il tuo coraggio davanti al Signore Oscuro?! Che magari sei sempre stato dell'idea, anche quando eravamo dentro Hogwarts, di schierarti dalla parte di Silente? Che non hai mai creduto e voluto tirartene fuori, schivare questo fardello? Non credi che sia ora di farla finita con questi giochini e di dirmi effettivamente e chiaramente la verità?! - disse Lucius.

Draco sbattè le palpebre. Come confuso da quella grandinata di domande.
- Schivare un fardello? Schivare un fardello? - disse poi - Forse non ti sei reso conto... a causa della distorsione temporale che tu stesso hai citato... che Voldemort si è impossessato di Hogwarts, Silente è svanito e che a sostenere la sua causa rimangono solo un pugno di disperati. Ed Hogwarts... ad Hogwarts si, ero venuto con l' intenzione di tradirti, ma poi le tue parole, la tua comprensione, hanno fatto vacillare di nuovo la mia decisione. Non mentivo dunque... non del tutto... quando ti dicevo di essere incerto e confuso. Ostentare il mio coraggio poi hai detto... questo proprio no. Non l' ho mai fatto. E' vero il contrario piuttosto. Perché mentre giravo in quella scuola ridotta ad un campo di cadaveri ho sentito la voce di qualcuno che era ancora vivo. Harry Potter. E l' avrei tirato fuori di lì. Solo che poi ho sentito la voce dell' Oscuro che mi intimava di non toccarlo. Ecco il mio coraggio. Ho potuto solo rizzare la schiena e aspettare un colpo che in realtà non è venuto. Ecco tutto il mio grande coraggio. Ma non ne sono completamente privo di coraggio. In caso contrario sarei lì a strisciare con i miei cari compagni quelli cioè che sono sopravvissuti alla strage... e invece no. Non posso. Non voglio. Perché preferisco ritrovarmi sul tavolo d' anatomia di Voldemort invece che attorno ad esso. Perché è questo che ho visto. Ho visto l' Oscuro Signore che dissezionava il suo nemico di sempre... e lui era ancora vivo. Ancora vivo. Forse a te la cosa non fa né caldo né freddo. A me torna la nausea al solo pensiero. -

In quel momento Welverance  si avvicinò di corsa, aveva una strana espressione.

- Mi scusi se la disturbo, sono venuta per salutarla, tra poco me ne andrò... lontano... non posso spiegarle dove. Perciò... ecco: addio... -
E tra le lacrime si voltò e corse via , lontano...

 

Testo di un messaggio urgente di Malocchio Moody al suo amico Arthur Weasley:
Caro amico,
ti avviso la mia imminente partenza per una missione che Silente mi aveva assegnato tempo fa. Parto per un'isola del pacifico...e non parto solo. Dopo i fatti sanguinosi degli ultimi tempi, ho deciso di portare con me un'amica: una ragazza che era affidata a Silente, e che ora sento di dover proteggere. Inoltre la sua antimagia mi aiuterà moltissimo... coprendo i miei spostamenti agli occhi dei maghi oscuri. Vigilanza Costante!
Ho una difficile missione da compiere: i maghi di Aronga'Ntua, in Polinesia, hanno rilevato la presenza di stregoni Pagonda'Nsua. Il mago capo Gunga aveva chiesto aiuto al suo vecchio compare di scorribande Silente... gli serviva un Auror capace, per aiutarlo. Albus aveva pensato a me, e lui stesso mi aveva consigliato di portare Welverance con me. Dunque partiamo. Forse troveremo pace dai turbamenti orribili dell'ultimo periodo... e mi raccomando te! Vigilanza Costante! Stai attento! Non so nè come nè quando torneremo, se torneremo. Salutami tanto Molly ed i ragazzi. Vigilanza Costante!
Il tuo
Alastor "Malocchio" Moody
p.s.
Ti mando il mio Avversaspecchio in segno di amicizia. Saluti!

 

 

 

 

Note: i versi recitati da Mac sono di Pessoa.

 

 

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