Capitolo Ventiseiesimo

                                                                   Occhi di Serpente

 

 

 

Silvia si precipitò subito dalla piccola Lily e cercò un angolino appartato per poterle dare da mangiare....
Dopo tutto quel dolore e quell'orrore il visetto di sua figlia, la sua innocenza era l'unica cosa bella che ci fosse....

Barthy sospirò... era rimasto tanto tempo solo con la piccola, a cullarla, a cantare ninna nanne... si sentiva un po'... strano. Come se fosse stato sotto un incantesimo. Ma ora che non aveva più la bambina in braccio...dov'era? Cosa stava facendo?
- Severus... - disse, mettendo a fuoco l'immagine del suo vecchio compare - Dove siamo finiti? -
-Non ti preoccupare Barthy... sta un po' zitto... tra poco ti spiegherò... - e Piton fece un cenno a Black.

- Distortattemptio. -
Fece Black, tornando a puntare la bacchetta contro Barthy. Non era ancora arrivato d' altronde il momento di presentare a un mangiamorte il loro nuovo alleato.
- Non è la capacità di rubare che mi mancava - mormorò poi Raistlin - ma la presenza di cucine piuttosto. Guardate... - disse facendo scintillare il ciondolo di ametite di fronte ai due ragazzi - questo l' ho preso al mago più potente di Krynn e senza far uso di alcuna magia. -
- Certo che è proprio gentile con i gemelli... -
Sussurrò Gwillion a Piton.
- E tu dovresti sapere il perché... se hai letto. -
Le disse il mago di Krynn seccamente.
- La prova... la tua prova. -
E Raistlin rispose annuendo appena.

- Oh, wow! - mormorò Fred - Fantastico! E ha qualche potere quel coso lì? -

Piton, intanto, gettò un'occhiata distratta a Sirius e poi a Barthy che aveva iniziato a contare delle ghiande.

- Non in questo mondo. - rispose Raistlin - Ed è meglio così. E' un oggetto malvagio, e una tentazione... può rubare le anime per dare forza a chi lo impugna fondendo in uno forza e ricordi di due differenti persone. D' altronde per me si trattava solo di scegliere se adoperarlo o lasciare che qualcun' altro lo adoperasse sulla mia persona. Ma non è una giustificazione - aggiunse poi gettando una strana occhiata verso Gwillion - è solo un dato di fatto. -

- Stragrande!!! Straforte!!! Peccato che qui non funzioni... una volta io ho visto Seamus fondere un pollo ed una rana per trasfigurazione... - rise Fred - Ma ora... - si incupì -Seamus è morto... -

- I morti ci sono sempre. Anche io ho visto la mia parte. I draghi ne hanno fatti molti, sapete? -

- Una cosa è morire per un Drago! - sbottò George - Una cosa è morire perché un altro uomo è un pazzo criminale! -
- La maggior parte dei draghi che io conoscessi di draghi cattivi intendo, sono pazzi criminali, e possono assumere forma umana anche. Non parlo di bestie dunque. Ma se vi ho urtato mi dispiace. -

- No, non ci hai urtato... - disse stancamente Fred - Ma il fatto è che... - George riprese l'idea del fratello e la espose gesticolando - se un Drago è un pazzo criminale... è pur sempre un Drago... un'altra razza! Quasi come un uomo che uccide un cinghiale... anche se molto peggio... ma... se un uomo uccide un uomo... è diverso... io... io credo... -
Piton scosse la testa. Aveva capito bene il concetto. Un concetto che gli sarebbe stato difficile non comprendere.
- Credo che parlino di innocenza... - disse a voce molto bassa - L'innocenza che non hanno perduta di loro volontà, ma per mano di Voldemort. Quell'innocenza che ci dice che operare il male, il male inteso come un abuso, su un altro essere umano è la cosa più orrida. Come essere Caino ed Abele... ma non credo che tu capisca. Come credere che come uomini niente che riguardi gli uomini non può non interessarci. Questo gli è stato portato via, scoprire in maniera lampante e definitiva che nella loro stessa natura umana... c'è un germe che non li mette al sicuro. - Severus si alzò, e puntò lo sguardo su Gwillion - Sapere che la tua umanità può essere nulla più che un nome. Forse è questo che in un crimine offende... -
- Caino e Abele? - Raistlin non sapeva chi fossero. E qualcosa nello sguardo spaventato di Gwillion gli lasciava intendere che forse era meglio che lui non lo sapesse. Scrollò le spalle - Ci sono molte razze su Krynn... elfi, gnomi, nani gli umani... tutte più o meno sullo stesso piano. Per questo guardavo le cose da un' ottica diversa. Ma credo di aver capito cosa intendi. Conosco il male. -
L' ho procurato.

- Capisco... - Piton sospirò - E' strana questa insolita calma... -
- E allora godiamocela. - fece Raistlin - Bisogna rubare la calma ogni qual volta si presenta. Gli occhi aperti li teniamo già, dunque non dirò di farlo. -

- Sei davvero un tipo... irritante... - disse Piton, inarcando un sopracciglio.
- Ci parli dei Kender? - fecero ancora i gemelli.
- I kender... ho passato una vita a cercare di evitarli. Non sanno cos' è la paura nè il senso dell' opportunità. Ma perché non chiedete a Gwillion se siete così interessati al mio mondo. Anche lei ne sa qualcosa. Ed io al limite potrei correggerla. -

- Gwillion dicci dei Kender! Potremmo spacciarci per loro? -
- Siete un po' troppo alti direi. E poi i kender vengono cacciati ovunque vadano. A parte il fatto che... c' è anche la maledizione dei maghi che dovete considerare. -

- E che cos'è?! -
Gwillion sorrise:
- Ogni volta che pronunci un incantesimo lo dimentichi. E devi tornare a impararlo a memoria... -

- Oh, se è per questo... - fece George con tono noncurante - ...Noi non abbiamo mai imparato un incantesimo a memoria... noi... -
- Andiamo per tentativi! - concluse Fred.
- E poi non siamo maghi convenzionali, noi ci occupiamo di sperimentazione! Bacchette-pollo...e cose così! -
Severus era... indignato!

- Dilettanti. -
Mormorò Raistlin che nutriva la medesima indignazione. Poi rivolgendosi a Severus, sottovoce:
- Potresti dirmi adesso chi erano Caino e Abele? Perché non sono tipo da rifuggire le verità sgradite. -

Severus sogghignò - Mettila così... due fratelli... Caino uccise Abele, per invidia e venne maledetto... -
L' unica reazione del mago fu quella di sbarrare gli occhi. Per una frazione di secondo. Poi sul suo volto tornò l' abituale espressione sarcastica.
- Adesso comprendo il perché dell' espressione spaventata della tua ragazza. Ma io non sono poi così sensibile. Ci vuole qualcosa di più per ferirmi... veramente. -
- Davvero? Davvero ci vuole qualcosa in più... ne sei sicuro, veramente?- disse Severus con un sorrisetto storto, ed una luce bislacca negli occhi.

Raistlin non disse nulla. Ma sostenne lo sguardo dell' altro con una fredda fermezza.
- Veramente. -
- Se lo dici tu, mago... se lo dici tu. Fingerò di crederlo. -

- Certe finzioni sono importanti. Ma io non sto fingendo. E non fraintendermi. Non dico di non aver...  rimorsi. Al contrario. Ma sono talmente abituato alla loro compagnia che non mi curo delle parole degli altri al riguardo. -

- Comprendo. In ogni caso forse stai scoprendo la parte più strana dello scoprire di essere un personaggio da libro... le nostre emozioni, le nostre storie... c'è sempre qualcuno che le ha lette. Che ci conosce... -

- Immagino che dovrò farmi i titoli di quei terribili libri. E leggerli almeno. E no, non posso dire di essere entusiasta di questa situazione... però ci sono anche dei vantaggi... in un certo senso.

- Si, i vantaggi ci sono... - valutò Piton - Ci sono, sì. Ti confesso che questa indolente conversazione con te mi irrita quasi... -

- Oh, forse i vantaggi a cui mi riferivo io sono di un genere leggermente diverso. Solo pensavo che nella stupidità che regna nell' universo... sembra che le nozioni apprese in un libro possano in qualche modo... riequilibrare le sorti sino a permettermi una conversazione... vagamente decente. E non ti chiedo di non offenderti per una simile osservazione. Anche se non mi riferisco a te è chiaro che intendo offendere, dunque...

- Non ti disturbare. So che tu offendi in generale, ritenendoti superiore a tutti, ormai. E comunque le tue indiscriminate offese non possono offendere... non me. Mi passano addosso... come acqua... -

- A quanto pare anche la capacità di non ascoltare le offese abbiamo in comune... - disse l' altro con un sorriso obliquo - e tutte queste somiglianze... -
Lasciò la frase in sospeso.

- Somiglianze?!- sbottò Piton - Non credo proprio... - sibilò, malefico...

- Tu forse non lo credi... e forse non ti sbagli... ma che posso farci, io nel giudicarti mi baso soprattutto... sulla descrizione che ha fatto di te una certa persona... -

- Chi... chi mi ha descritto? E poi... mi ha descritto a... a te?! -

- La mia domanda non era stata descrivimi il tizio pallido con il mantello nero ma parlami di questo mondo e dei libri scritti su di esso. Ma io solo leggere tra le righe. Tu eri in crisi per le notizie... tutti eravate in crisi in realtà.. ed io ho cercato di ottenere le informazioni da un' altra fonte. Ecco tutto. E poi eri presente. Anche se forse non ci hai fatto caso. -

Piton sbuffò, ed agitò una mano con noncuranza... cosa quel gesto volesse dire, non lo sapeva neanche lui...

 

- Io non ero cattivo. - mormorò Tom - Non posso parlare per il mio futuro. E forse è a lui che dovresti chiedere. Sono comunque lieto di averti aiutato... d' altronde... tra caposcuola questo e altro, non credi? -
Ed lo spettro di Riddle svanì nel nulla... Solo per ricomparire poco dopo là dove il Signore Oscuro stava baciando la sua Dama.
- E' fatta! -
Annunziò, con un sorriso luciferino.
- Dunque possiamo riunirci... così saprò cosa è accaduto. A meno che tu, mia Dama Verde, non desideri fare la conoscenza di questa mia proiezione giovanile.

- Ma io la conosco... lo ho incontrato una volta... nei miei libri! E' un piacere conoscerti, Tom... -

- Ne sono lieto. - rispose il fantasma con un' inchino - Non chiedo chi siete voi perché in realtà io conosco tutto il mio futuro... anche se al Percy pollo ho fatto credere il contrario. - e poi sbarrando gli occhi come il ragazzo aveva fatto aggiunse - Tu sei... tu sei... Liddre?! Allora Liddre saresti tu... e... e... ecco perché sa tutto di Silente! Lui è stato la prima vittima! Oh...e d è tanto meritevole da impegnarsi ancora... non è cattivo... non è davvero oscuro... -
Il ragazzo concluse la sua piccola recita con una risata maligna.
- E' davvero un pollo! Lo sapevo! E' peggio di Allock... non riesco a crederci... e il suo sogno più grande è essere Ministro della Magia! - rise la Dama Verde.

- Ma i polli vanno di moda per quella carica. -
Dissero il Voldemort giovane e quello più anziano quasi in contemporanea. E poi sorrisero dello stesso sorriso.
- Solo che anche io potrei avere la carica in questione in futuro - aggiunse l' Oscuro - dunque non leghiamola troppo a polli. -

- Oh, no... ti prego, scoprire che sei un pollo... questo no... -
Mac scosse la testa - Sarebbe troppo anche per me... mettiamola così, tu segnerai il confine tra i polli ed i geni! -

Voldemort sorrise, mentre lui ed il suo fantasma tornavano ad essere una cosa sola.
- Che preferisci... - diceva la voce del giovane Riddle sospesa nell' aria - il più genio dei polli o il più pollo dei geni?

- Il più genio dei polli... o il più pollo dei geni... - ripetè la Dama Verde con un sorrisetto -Davvero... avere a che fare con due di te è piacevole quanto impegnativo. Ma ora che i due sono tornati uno... scelgo il più pollo dei geni. Il più genio dei polli, per quanto genio è un pollo in tutto. Ma il più pollo dei geni... almeno di fondo è un genio e non un pollo. Santo Cielo, mio Signore! Canarini, polli, fenici, usignoli... finiranno per chiamarti Noè...  anche se la tua arca è assai bizzarra. Finirà che controllerò di non avere le piume... - rise -Ma a te essere chiamato pollo o tacchino... non si addice, vero? Tu sei un serpente, ed i serpenti sono nemici delle creature alate, pur discendendo da loro... -

- Esistono anche i serpenti alati... e quanto ad essere Noè... ci ho provato e tu hai accolto con sollievo il mio fallimento, dunque non tenterò di nuovo. -

- Mio Signore... ricordi i nostri discorsi sul camminare sulla lama del coltello? Credi che io ne sia caduta? -

- La risposta è nel tuo animo. Non nelle tue parole. -

- Io credo di essere rimasta a ballare sulla lama... tradendo te, sarei caduta. Ma vorrei sapere cosa tu ne pensi... -

- Io penso che ho un pollo in fase di cottura... e che dovrei andare a controllare se ha bisogno di un' altra girata, ecco cosa penso! -
Disse l' altro con un sorriso quasi di scusa.

- Comprendo... - disse la Dama Verde, ma non sorrise, anzi era triste, e pensava che forse per l'Oscuro Signore... era davvero caduta dalla lama del coltello.
- Sei triste perché ti trascuro a causa di un pollo o pensi che io ti abbia mentito? Non è così. Non lo farei. Non su un simile argomento. Ma è troppo complicato perché ti dia una risposta facile. Una risposta facile sarebbe irrimediabilmente falsa. -

- Difficile credi sia troppo stolta per capirla? -

- Forse è difficile anche per me... -

- Capisco... - sussurrò la Dama Verde - Come sempre resterò con le mie sole convinzioni. Sono abbastanza salde perché io non abbia bisogno di conferme esterne. Se ti ho chiesto cosa ne pensassi, è solo perché... forse solo perché i polli mi hanno confusa!- sorrise - A volte dimentico tutte le cose che non posso o non devo dire, tutte le domande che non posso porre, le risposte che non posso avere. Non che mi pesi... solo me ne dimentico. Ma adesso, non vedo perché non corri dal pollo... quello vero. Il pollo è in cottura, e se non lo giri si rovina... vai solo? O ti servo? Da un certo punto di vista... se gli dici che ti porti una babbana dietro, crederà che sei ancora migliore del previsto, mio Signore... l'Oscuro che non ha mangiato la babbana... questo confermerà le sue idilliache convinzioni.-
E accarezzò la guancia fredda di Voldemort.

- Per la tua domanda iniziale potremmo trovare una risposta insieme... dopo aver pensato al pollo. E ti direi di venire con me... se riesci a sopportare la presenza di un essere tanto repellente. D' altronde... se penso a Draco penso a dell' argento, ottimo per farne un gioiello o un pugnale facile ad annerirsi e a perdere la sua lucentezza... ma la cuccia di un cane si fa con la lamiera, e a me adesso serve proprio un bel pezzo di lamiera. -

- Comprendo. Verrò con te, perché non posso consentirti di andare solo davanti ad un tale tormento... -

- Andiamo dunque - fece l' uomo porgendole il braccio - così potrò far mostra della mia personale babbana. E... ti sono grato per la tua compagnia. -
Si teletrasportarono. E voltato l' angolo videro un Percy in lacrime.

Perceval stava piangendo di commozione, non riusciva a smetterla... era troppo preso dalla scoperta che aveva da poco compiuto.
Mac inarcò un sopracciglio e guardò Voldemort.

- Hai nulla da dirmi, Percy? -
Disse l' Oscuro Signore con la sua voce più dolce.

- Oh... io ho incontrato uno spettro! - iniziò a piagnucolare lo Weasley - Mi ha detto tutto... lei è... la prima vittima! E' terribile... lei ha avuto da soffrire più di tutti a causa di quel pazzo vecchio... è terribile! Sono così onorato di aver scoperto che lei è... lei è... così gentile, onesto... ed è stato perseguitato così a lungo... mi permetta di aiutarla! -

- Uno spettro... certo, lo so. Sono stato io a mandartelo. Ho pensato che parlare con un tuo coetaneo sarebbe stato meglio per te che con un vecchio... con le mani lorde di sangue. Perché non devi fare l' errore di credermi innocente di tutto, Percy. Sarebbe una menzogna vuota, ed io simili menzogne le lascio ad altri. Perché quando la giustizia è morta non ci si può permettere di offrire sacrifici al suo fantasma ed io ho combattuto... come la situazione richiedeva. Io ho combattuto... - l' uomo scosse la testa - mi chiami vittima, mi offri il tuo aiuto, ma non hai ancora pronunciato il mio vero nome. -

Perceval tremò... era difficile dire un nome che non si era mai detto...un nome...un nome che si era sempre taciuto...
Esitò... provò a dirlo... ma aveva ancora troppa paura per dirlo...

- Non posso chiederti di aiutarmi... se hai un tale timore del solo mio nome. Non sarebbe... giusto. -

- Non devi avere paura, Perceval... un nome non può fare alcun male... lascia che mi presenti. Mi chiamo Mariacarla, sono una babbana. Ero prigioniera in questo castello... Silente ha irretito alcune mie amiche, convincendole di essere in pericolo. In realtà voleva operare esperimenti su di noi... - disse con gli occhi colmi di lacrime - Ma Lord Voldemort mi ha salvata... anche se ormai le mie amiche sono irrimediabilmente diventate succubi di quel mago maledetto. Vedi? Lord Voldemort è generoso... lui ha aiutato me, che sono babbana... lui è diverso da come lo descrivono... - e baciò le mani del Signore Oscuro con movimenti quasi... teatrali - Dì il nome... è facile, fidati di lui... di Voldemort...-
"Che storia...." pensò Perceval "Posso davvero fidarmi, se aiuta addirittura i babbani!"
Percy si umettò le labbra -Vo... Vol... Voldemort! -

Voldemort sorrise. Abile nell' imitare un' espressione commossa quanto il suo io ragazzino.
- Non ti chiederò più di dire quel nome. In fin dei conti.. è meglio che io rimanga soltanto il signor Liddre... almeno per qualche tempo. -

-Oh, si, si... signor Liddre! La maggior parte delle persone non sono pronte, non sono... intelligenti a sufficienza... ma io, io ho capito!- disse Perceval... guidato anche dalla sua segreta ambizione. Se Liddre era potere.. .lui ne avrebbe goduto... - Come possiamo fare per fermare gli sgherri di Silente ora? -

- Dobbiamo muoverci con cautela. In fin dei conti loro si ammantano di parole come bontà e giustizia per cancellare i loro crimini... o addossarli ad altri. Hanno attirato a sè dei ragazzi innocenti, che dobbiamo cercare di salvare. Tutto quello che chiedo a te è di tenere gli occhi aperti. Perché una delle prossime mosse di quegli assassini sarà senza dubbio... contattare tuo padre. -

- Certo, certo! - Perce sgranò gli occhi... suo padre... un uomo stupidino che non era riuscito neppure a farsi una posizione decente al Ministero...era un fedelissimo di Silente, che assurdità! Beh, padre o no...

- Hai altre domande da farmi... Perceval? -

- No... no... niente, niente da chiedere Signore... -

- Allora forse dovresti andare nel tuo ufficio... e riflettere. Approfitta del tempo di pausa che ti viene concesso. Perché in futuro potremmo non averne più di tempo. -
E Voldemort strinse il braccio dell' altro in un gesto gentile. Lo strinse nel punto esatto in cui presto, molto presto, avrebbe posto il suo marchio. E sorrise.

- Si... si, riflettere nel mio ufficio... il MIO ufficio... - disse con orgoglio, gongolando. E se ne andò... ancora incredulo per tanta fortuna.

 

 - Comunque sia... riguardo ai kender - fece Gwillion ad alta voce in quel momento - chissà che non ne possiate vedere uno anche senza recarvi su Krynn. Perché ce ne è uno di mia conoscenza che ha ancora con sé un certo dispositivo illegale che gli permette di viaggiare a suo piacimento tra tempo e spazio. Chissà se anche le soglie degli universi... -
Raistlin scosse la testa, come turbato a quell' idea.
- Vedi. E' a lei che mi riferivo prima parlando di vantaggi e svantaggi nella conversazione. Una simile minaccia... un Tasslehoff che mi perseguiti anche in un altro mondo... è semplicemente terrificante. -

Piton sghignazzò - Terrificante? Perché mai? Io troverei l'idea... meravigliosa! -

- Anche quando il caro piccolo Tas si metterà a frugare tra le TUE cose? Che le mie tasche sono pericolose ormai l' ha capito... più o meno... per come può capirlo un kender... ma nessuno l' ha messo in guardia dalle tue... e io non lo farei di certo. -

- Ma lo farei io... forse è solo che tu non sei in grado di fare capire ad un kender come va la vita, ma io... -

- Se TU riesci a fare una cosa simile... sei TU che devi venire su Krynn. Verresti trattato come un re... da tutte le razze oppresse dai kender. -

- Dovrei pensarci... essere Re... - Piton rise - Ma no, non mi potrebbe mai piacere una cosa simile, mai... -
- Era un semplice modo di dire il mio... non un tentativo di scuotere la tua forza morale. -

-Oh, lo so. E la mia era una semplice battuta, non un modo per darti la possibilità di dire qualcosa di antipatico nei miei confronti... -

- Quanto a quello le occasioni non mancano certo. E poi... cosa vorresti insegnare tu ai kender... quando non riesci nemmeno a tenere sotto controllo i tuoi alunni? -

Piton sorrise - Beh, se è per questo, non hai preso in considerazione l'idea che i gemelli Weasley siano peggio dei kender? E poi, mi spiace disilluderti, ma avresti dovuto prendere in considerazione l'idea che io possa aver deciso di lasciare una certa autonomia a questi ragazzi. Anche se Draco mi avesse chiesto di andare... gli avrei detto di si. Ti sembrerà illogico. Ti sembrerà che non mi curi abbastanza della possibilità che muoiano, che vadano incontro ad una sorte orribile... non è così. Non è saggio ingabbiare qualcuno che ha, per diversi motivi, una sete da estinguere.

- No. Non mi sembra illogico. E quanto al confronto kender Weasley... io dubito che questi ragazzi possano commentare vedendoti indosso le vesti di mangiamorte che ti stanno meglio della tua tenuta abituale. -
- Il nero ti dona... il rosso ti fa sembrare malato d' itterizia. -
Citò Gwillion avvicinandosi con una smorfia. Perché quella discussione a due a onor del vero iniziava un po' a infastidirla.

- Vieniti a sedere qui, Gwillion! - disse Severus - Ed in quanto a quello, Raistlin, non lo hanno detto perché forse non mi hanno mai visto vestito da Mangiamorte... e comunque mi hanno da sempre visto vestito di nero... -

- Non vuole proprio perdere! - esclamò Raistlin - D' altronde anche questo fa... parte del personaggio. -

- Senti chi parla... "Anna dai Capelli Rossi"... un santarellino... -

- Ho forse cercato di negare i miei difetti... se poi difetti sono e non qualità. E tu hai appena sottolineato... un' altra somiglianza. Ma chi è Anna dai Capelli Rossi? Devo tremare anche per questo nome sconosciuto? -

- Io, fossi in te, tremerei per tutto... specialmente quando rimango solo con me stesso... -

- Parli ancora per il paragone delle tue esperienze, Severus? -
Fece l' altro stizzito.

Piton adorava... vincere. Nella fattispecie godeva immensamente ad osservare il volto stizzito di Raistlin... beh, non era certo una vittoria su tutta la linea, ma bastava vederlo così. Bastava che Gwillion lo vedesse così.
Intanto, George, stava preparando sul fuoco acceso nella grotta... un grande pentolone di stufato di lepre e funghi. La lepre era un'altra vittima di Severus... o meglio, un'incauta che, entrata nella grotta, aveva trovato la morte per mano del mago. I funghi erano un regalo di Barthy, che dopo aver contato centinaia di ghiande (sotto l'incantesimo di Sirius) si era dato alla caccia al fungo. Ovviamente Severus aveva controllato che fossero tutti commestibili...
- La cena è pronta! - esclamò George.
- Non c'è sonnifero, questa volta vero? -
- No... no! Meglio non scappare più da qui... -
Piton meditò sul fatto che Draco fosse via da ore... ma se era con Lucius era pur sempre... relativamente al sicuro.
- Va bene... -mormorò il mago,e passò una scodella a Gwillion.
- Ti piacciono i funghi vero? - sorrise - Barthy smettila di contare quelle pietre... vieni a cenare! E tu "Raist" vuoi solo brodo?! - sogghignò.

- No... non direi. A quanto sembra la vostra arte medica è più evoluta di quella di Krynn. E sto decisamente bene... almeno per i miei standard. -
- Severus... - disse ad un certo punto Gwillion come per un ripensamento - hai forse qualcosa contro Anna dai Capelli Rossi? E' uno dei miei libri preferiti sai, anche se non riesco a capire perché tu l' abbia letto. Anna per la cronaca - aggiunse poi - è una ragazzina con la testa fra le nuvole. Molto fra le nuvole. -

Severus sorrise - Sarà scandaloso ma lo ho letto anche io e mi piace molto... ma Anna e "Raist" hanno poco in comune... -

- Ci mancherebbe altro... io quasi mi ci identifico con Anna... a parte la sua testardaggine in certe situazioni... sai la storia della lavagnetta... e senza offesa non credo di avere molto in comune nè con te nè con Raistlin.

-Beh, per fortuna!- sibilò Severus -O litigheremmo in continuazione!- rise.

- Senza contare che già la curvatura spazio temporale riesce a sopportare a stento due persone con il nostro carattere nell' angusto spazio di questa grotta. - fece Raistlin con una smorfia - Tre sarebbero troppe... il preludio all' apocalisse.

- L'Apocalisse... credo ti ci troveresti benissimo... tu... un degno Cavaliere dell'Apocalisse... non credi, mago? -
- Conosco il termine apocalisse ma non quello di cavaliere... culture diverse, leggende diverse. Che possiamo farci? Tuttavia non mi ci vuol molto ad immaginarmi cosa intendi... e ti faccio notare che ho appena declinato il ruolo. -

- Declinato il ruolo... certi ruoli... non possono mai essere declinati... non si sceglie se declinarli o no... -

- Smettila. - fece Gwillion, forse più acida di quanto non avrebbe voluto - Sai benissimo cosa intende. Avrebbe potuto distruggere e non l' ha fatto. Ha preferito l' esilio. -
- Non che ci abbia perso molto. E... non ho bisogno che tu mi difenda. Ma comunque... grazie. Anche perché i miei ringraziamenti faranno inviperire ancor di più il tuo Severus. -

Piton fissò Gwillion... come? Interdetto? Quasi addolorato.
- Capisco... se è così... scusate, non credo di aver più fame... - ed andò a sedersi in un cantuccio.

Gwillion si nascose il volto tra le mani. Sentiva... un fortissimo mal di testa.
- Difesa per difesa... - le sussurrò Raistlin - non mi piace aver debiti.. nemmeno infinitesimali. -
E si alzò.
- Ho una gran voglia di prenderti a calci... Severus. E la mia salute cagionevole non me lo permette. Ti dico solo una cosa. L' antimagia... l' antimagia è il rimedio per la vista che mi affligge. Ma è troppo poco perché io mi metta a giocare con i sentimenti delle persone. Non dopo aver quasi portato alla morte una donna... lasciamo perdere, sai la storia. E sai perché ti sto dicendo queste cose. Io credo che tu lo sappia.

- Come sei imbecille "Raist"! Sei caduto nel mio tranello... venire quasi a confortarmi! Che idiota... me la rido... Ah! Io mi fido di lei... - ed indicò Gwillion - Uno a zero! -
- Se scambi gli insulti per conforti... e poi non riderei... se per provocare me... l' hai fatta quasi star male. -

Improvvisamente Severus tornò serio, e scattò verso Gwillion - Scusami! - farfugliò - Però... anche tu... -

- Però io cosa... non posso avere una volontà mia... pensare con il mio cervello... avere delle simpatie senza la tua approvazione? -

- Certo che puoi... ma non Raistlin! - sbottò Severus.
Gwillion guardò l' altro con una strana espressione.
Come posso spiegarti... come posso...
- Nello stesso istante in cui tu per la prima volta mi hai carezzato i capelli. Paralizzandomi quasi... qualsiasi fantasia io potessi avere è svanita... cancellata dalla realtà. Il Raistlin nella mia mente ha festeggiato - aggiunse abbassando la voce - ha festeggiato liberandosi dei panni troppo larghi che la ragazzina viziata gli aveva imposto. Dato che l' amore era una forzatura per la sua persona. Ma è rimasto. E' parte di me QUEL Raistlin. E quell' altro. Devo far finta che non esista solo perché fa piacere a te? Specie quando tu ci parli... lasciandomi in un angolo? -

- Io gli parlo... per evitare che parli con te! Ma guardalo... con le orecchie tese... ascolta ogni singola parola delle nostre conversazioni! E' un impiastro... ma... lo so che è parte di te, e non cancellerei nessuna parte di te! Ma sono... geloso... e forse dovresti esserne felice, invece di indignarti! E poi... LUI era GELOSO di suo FRATELLO! Ora perché non potrei essere geloso io di te?! -

 

- Hai nulla da dire sul mio operato Dama Verde? E... la tua recita è stata semplicemente deliziosa. - disse Voldemort.

- Da dire nulla, se non che sei stato... delizioso, mio Signore. Tuttavia insisto sul fatto che i polli, a lungo andare possono essere nocivi. -

- Mi serviva un Weasley. E lui era l' unico vulnerabile, mi sembra. -

- Già, così sembra. Ed ora? Voglio dire... prossima mossa? -

- La prossima mossa è recuperare un certo neopadre. Ma per quello devo aspettare che una cert'altra conversazione straziante abbia termine. E la distorsione temporale attorno a Lucius rallenta ogni cosa. D' altronde di questo si occuperà Victor. Me lo ha chiesto espressamente. E io l' ho accontentato. -

- Lucius... mi chiedo cosa ti dirà, dopo. Beh, se se ne occupa Victor... e Barthy da recuperare. Comprendo. Ma... che conversazione? -

- Quella tra Draco e suo padre. Perché il ragazzo ha preso tutto il suo coraggio e è andato ad annunciare a Lucius che ha preso la sua decisione. La decisione di schierarsi contro di me.

Mac sospirò - Questo significa che se va tutto secondo i suoi piani... presto potrebbe essere pronto a combatterti... a morire. Non posso fare altro che dispiacermene perché gli devo tutto da un certo punto di vista, e perché è una persona interessante... ma non è detto che vada così. Nulla va dato per scontato, nulla. Ed ho certo più rispetto per lui che per Perce... -

- Oh, una persona interessante lo è senza dubbio, con il suo misto di paura e coraggio e quella timida coscienza che combatte per far sentire la sua voce. Ma se avessi voluto, adesso sarebbe qui ai miei piedi. E invece lo lascio andare... almeno per il momento. Proprio perché certo merita più rispetto del giovane Perceval. -

- Comprendo. Sono felice che questo sia il tuo pensiero, mio prezioso Signore. Ed ora, mentre il giovane che si illude di diventare il futuro Primo Ministro è nel suo ufficio a meditare, mentre i tuoi Mangiamorte attendono agli ordini del Signore... mentre il Mondo ti aspetta, tu che farai? Di per me stessa ho piccole cose da fare, alcuni... particolari da curare. Avevo delle cose da fare, stamattina ne ho avuto tutto il tempo, nondimeno dovrei controllare tutto. Ma lo farò dopo... all'ultimo. Sempre che questa sera, il mio Voldemort non abbia impegni come Lyeus Liddre, o che gli impediscano di concedermi qualche ora... -ma le ore della notte dovrebbero essere libere, no? Liddre è un brav'uomo. E le tenebre sono per i mascalzoni... per noi. -

- Se devi andare vai... e ancora non mi hai detto quali sono i tuoi desideri riguardo al canarino azzurro. Fra non molto Allock terrà una conferenza per rivelare al mondo la vera identità dell' Oscuro Signore. E non appena sarà salito sul palco io dovrò farlo... sparire. -

- Ti ho detto che non ho fretta. Questi miei affari li ho già curati, e finirò di farlo all'ultimo. Allock... forse un canarino potrebbe tornare utile. -

- I canarini tornano sempre utili. E poi a Nagini piacciono... tanto! -

-Già... le piacciono davvero, come cena, però. Basta che poi li risputi... che si fa? -

- E' davvero necessario che li risputi? E quanto al che si fa... la lezione di mummificazione dovrebbe essere ormai al termine, quindi non so... -

- Beh, tu avrai da fare... io vado a curare i miei interessi... chiamiamoli così. Anche se è un vero peccato per me non avere assistito a quella lezione di mummificazione... sono un'esperta!- sorrise - E' pomeriggio inoltrato ormai... ti aspetto al tramonto in camera nostra. A presto... - e la Dama Verde si allontanò.

- Aspetterò quel momento con ansia. -

Intanto Mac era tornata in camera a fare i suoi preparativi... e pensando che un Allock-canarino-vivo...era sempre meglio di un Allock-canarino-o-non-canarino-morto.
La Dama Verde gettò un'ultima occhiata alla stanza, era tutto in ordine. Tutto pronto... sospirò. "Mac, Mac... tu sei impazzita del tutto..." si disse "Hai messo su due cose che più contrastanti tra loro di così... non potrebbero essere. Ripensaci... non sei proprio ammattita del tutto, vero?" Ma no... non ci ripensò.
Del resto la prima parte di quella serata era del tutto innocente... la seconda... comportava un certo rischio.
Ma era tardi. E guardò la stanza con occhio critico per la ventesima volta. Le tende che avvolgevano il letto erano chiuse, le candele erano state accese solo in parte, ed una piccola arpa incantata diffondeva le sue note.
"L'atmosfera è da favola..." sospirò, e guardò distrattamente il cesto da pic-nic... che idea fare un pic-nic sul letto... no, si corresse, che idea quello che ho escogitato per dopo... oh, una storia è una storia... ma... questa ora è la realtà.
Si sistemò, seduta a canticchiare, in attesa di Voldemort, anche se avrebbe potuto volerci molto...

 

Perce era solo, assiso alla scrivania del suo studio... lucidava una targhetta con scritto "Perceval Weasley"... gongolava... adesso riusciva a pensare solo a sè stesso.

Imbecille. Imbecille, imbecille. Pensava un giovane fantasma fissando l' uomo che lucidava la targhetta. E i suoi occhi trasparenti e invisibili erano pieni di stizza.

Percy canticchiava - Ministro... Ministro... Ministro! -

La morte era una strana cosa. Pensò Harry, più invisibile in quel momento di quando non avesse avuto indosso il suo mantello. Ma ancora più strano era accorgersi di aver considerato suo amico un simile... imbecille, imbecille, imbecille. E accorgersi che in fin dei conti persino un Malfoy... Harry era cupo, molto cupo. Ma tanto nessuno poteva vederlo.

Perceval continuava a canticchiare... felicissimo ed inconsapevole.

C' era un vaso da fiori proprio sulla testa dello stupido. Harry si arrampicò, cercando di farlo cadere. Non proprio su Perce, ma magari accanto. Solo che la sua eterea mano attraversava il vaso. D'altronde... aveva tutta l' eternità per imparare.

Il vaso finalmente cadde. E si infranse in mille pezzi.

- AIUTOOOOO - strillò Percy, alzandosi e saltellando come un grillo...

Imbecille, imbecille, imbecille... fece Harry. E sei fortunato che Ron ha avuto una morte troppo veloce per diventare un fantasma. Altrimenti...

 

"Sara..." Sara se ne andava, non avrebbe avuto più nessun contatto con quelle strane babbane, nè qualcuno da spaventare... "Ma tornerai? Certo che tornerai, ho ancora molto da chiederti..."
Lucius non proferì parola, nessuno dei suoi pensieri; il suo orgoglio di uomo e mangiamorte glielo impedivano.
"Sara non tornerà e non puoi fare niente. Nessuno tornerà da te, Lucius. "
Vide la ragazza allontanarsi tra le lacrime, ma non fece niente... Rimase impassibile sotto il suo albero.
Si rivolse a Draco con aria misteriosa:
- E' vero Draco la notizia mi lascia del tutto indifferente. Se non... per il dramma che il mio Signore mi ha lasciato all'oscuro di tutto e che ora ha deciso di aspettare per liberarmi da questa deformazione temporale.
Si alzò incerto. Draco era tornato da lui, ma solo per se stesso, perché parlare con il padre gli serviva per le sue idee e i suoi scopi... non perché aveva bisogno di lui, nè tanto meno perché gli volesse bene.
- Se il mio Signore mi ritiene tanto inutile da farmi stare qui a perdere tempo, tutto quello per cui finora ho lottato, non è servito a niente. Il potere conquistato non serve, se non si è in grado di mantenerselo da soli, senza appoggiarsi ad altri. Ma tu questo l'hai già capito Draco. - fissò il ragazzo - sei più avanti di me. Continua ad esserlo. Se sei convinto della strada che stai percorrendo, continuala a percorrere. Non è vero che sei un codardo: hai avuto il coraggio di rifiutare il Signore Oscuro e ora ne accetti a testa alta le conseguenze. Io avrei fatto di tutto per tenerti lontano, perché tu non ostentassi mai del coraggio che potrebbe nuocerti. Il codardo sono io che non ha avuto fiducia nel suo stesso sangue. Porta avanti il nome dei Malfoy, figlio mio. Io non posso più farlo. Non ne sono più degno. Non lo sono mai stato. Addio figliolo. - Per la prima volta, Lucius abbracciò il figlio con vero affetto. - Ricordati che le tue azioni sono giuste se tu le ritieni tali, non vivere per l'approvazione degli altri, sei più forte di loro.
Lasciò il figlio e lo guardò negli occhi. Era un uomo ormai, non più un bambino.
- Sono fiero di te, Draco. Tieni, è il mio ultimo dono per te, l'unico che possa farti ora.
Mise in mano al ragazzo un amuleto, una pietra azzurra come i suoi occhi, sotto le dita pareva sciogliersi, eppure era solida.
- Ora va, figlio mio. -
Lucius lasciò che Draco si allontanasse, allibito, di qualche passo. Quante cose poteva dirgli... ma ora era troppo tardi.
Lui era un fallito.
Il Signore Oscuro lo aveva cancellato dalla lista dei suoi eletti.
Sara non sarebbe tornata.
Draco era un uomo che non meritava un padre che ripensava ora alle idee di una vita.
Era lui l'indeciso. Lui il codardo.
Se voleva aiutare Draco doveva sparire, per non nuocergli e non farlo dubitare ancora. Perché il Signore Oscuro non lo usasse contro di lui.
Aspettò che il ragazzo fosse abbastanza distante per non impedirgli di compiere il suo destino, come lui voleva che si compisse.
Prese il pugnale di mangiamorte di Draco, il pugnale che aveva scombinato la sua vita, e lo immerse nel suo sangue.
Draco sbarrò gli occhi. Voleva gridare e si sentiva preso come da una strana paralisi. Poi puntò la bacchetta tremante doveva fare qualcosa doveva... non morire papà non morire...
E poi un lampo accecò il ragazzo. Quando tornò a sbattere le palpebre suo padre era avvolto da un' armatura di ghiaccio.
- Un vero peccato dover rovinare forse l' unico gesto degno di Lucius. Ma un Mangiamorte non è padrone nemmeno della propria fine. Anche quella ha messo nelle mani del proprio Signore. E sarà Voldemort a decidere se lui vivrà o morrà. E personalmente ritengo che la morte che si è scelta è troppo dolce... per uno come lui. -
Il ragazzo alzò gli occhi. Un uomo era comparso di fronte a lui. Un uomo magro dagli occhi nervosi ed i capelli scomposti che ricadevano sulla fronte alta. Non tardò a riconoscerlo. Aveva visto la sua foto tra i nuovi "insegnanti" di Hogwarts. E aveva visto altre sue foto... più antiche.. negli annuari di suo padre. Victor Lestrange. Fedelissimo Mangiamorte. E con una bacchetta puntata contro di lui.
Draco strinse i pugni. La sua mano andò alla bacchetta. Nella sua mente confusa c' era solo il pensiero che doveva difendere il padre. E poi un incantesimo di disarmo lo gettò contro il tronco di un albero. Ma aveva ancora la bacchetta tra le dita. E la sua mano sanguinava.
- Notevole - sussurrò Victor - veramente notevole. Non devi temere comunque, Draco. Servi solo per uno scambio di prigionieri. E dunque verrai solo riportato dagli amici che ti sei scelto. A meno che... a meno che tu non preferisca restare qui. -
- Restare... per mio padre. -
Victor seguì lo sguardo del giovane fino alla figura circondata dal ghiaccio.
- Sarebbe sin troppo facile così. Ma il Signore Oscuro ti ha promesso che la tua scelta sarebbe stata solo tua, e non influenzata dal destino dei tuoi cari. E se scegli di rimanere per questo motivo rendi vano quel barlume di nobiltà che ha inopinatamente attraversato l' animo del tuo genitore. -
- Allora devo ucciderlo... voltargli le spalle e lasciarlo morire? -
Lestrange aveva una strana espressione sul viso.
- Tutto è nelle mani del mio Signore. E del Signore di tuo padre. -
Poi prese il ragazzo, e lo trascinò via per un braccio.
- Non conosco la strada. - disse poi - E vuoi indicarmela tu o devo ricorrere a un aiuto sovrannaturale... si dice che la tua famiglia sia molto sensibile... agli influssi della maledizione Imperius. -
Draco fissò l' altro con odio.
- Ma non userò quella comunque. Servirebbe solo a renderti più forte. E comunque ci sono altri che possono assumersi il compito di farti provare simili incantesimi. -
L' uomo agitò la bacchetta. E Draco vide le sue impronte illuminarsi sul terreno. I suoi passi. Che tradivano la strada compiuta. Seguì l' altro senza parlare.

 

Lord Voldemort sorrise. Tutto filava liscio al castello. Presto sarebbe tornato dalla sua Dama.

Mac ricontrollò per l'ennesima volta tutto e si disse per l'ennesima volta che era matta...

Lord Voldemort bussò alla porta.
- Avanti mio Signore! - disse la Dama Verde, correndo ad aprire la porta.
- Il mio Signore è stanco oggi? Ho preparato un piccolo divertimento perché si possa ritemprare. In attesa del... del resto del gioco. Ma vieni... - e tolto il mantello all'uomo, lo invitò a sedere sul letto, come se il letto fosse stato un prato (e in effetti, Mac si era procurata dagli Elfi Domestici una fiala di essenza di prato notturno...). Srotolò una tovaglia da pic-nic, e vi depose il cestino colmo di prelibatezze di vario genere - Eccoci in un giardino fiorito... è facile riposare in un giardino fiorito... devi rilassarti. - e preso un calice dal cestino, lo riempì di vino e lo passò al Signore Oscuro, sorridendo.

- Mi chiedo se merito tante attenzioni. - disse l' altro fissando il calice in trasparenza. E poi sorrise.

- Credi forse di no? Ho preparato qualcosa di speciale per te... ma adesso devi solo rilassarti e giocare... non conosco i tuoi gusti, mio Signore... ho preparato io stessa un po' di tutto... e se credi che sia avvelenato... - sorrise - sarò io ad assaggiare per prima... -

- Io sono immortale... ricordi? -

- Lo so... ma non sarebbe comunque bello se tu potessi mai avere un sospetto nei miei confronti... - prese il calice e bevve un sorso di vino, poi lo passò di nuovo al Signore Oscuro - Lasciati inebriare, mentre canto per te, o accarezzo i tuoi capelli d'argento... questa è solo un'ora di svago nelle tue giornate difficili... -
- Non ho detto di sospettare... -
Lord Voldemort poggiò il capo sul cuscino. Inebriandosi solo della vista della sua donna. E senza accorgersene finì col cedere al sonno.

Trascorso un po' di tempo, sembrava che Voldemort si fosse immerso in un leggero sonno... era il momento di attuare la seconda parte del piano...
Mac era certa che di lì a poco, Voldemort si sarebbe destato, e allora non l'avrebbe trovata. In compenso avrebbe trovato un biglietto.

Ho una promessa da mantenere: certi particolari che ti ho taciuto da narrare, una piccola recita... ma questa volta la favola non ha la consistenza della carta, ma quella della carne. E non è solo una recita... cercami nella foresta. Se vuoi scoprire... quello che ti riservo. Vicino allo spiazzo dove ti radunavi con i Mangiamorte, ce ne è un altro... lo conoscerai. C'è un vecchio altare dei Druidi. Ti attenderò lì...

Sistemò il biglietto accanto a Voldemort, e uscì rapidamente. La foresta di notte era pericolosa, ma...
Ci volle un po' di tempo, e poi raggiunse il luogo che aveva stabilito. Lo spiazzo era rischiarato solo dalle stelle e dalla luna. Mac infilò la sua torcia nella terra umida della notte, e si tolse il mantello... l'abito che indossava era alquanto... diverso dai soliti panni della Dama Verde, sciolse i capelli, e, per ingannare il tempo, iniziò a cantare.... come un'apparizione fantasmagorica sotto i raggi della luna. Rabbrividì per il freddo... ma non avrebbe atteso a lungo...

Un istante dopo l' Oscuro Signore era comparso di fronte all' altare.

La Dama non disse nulla, ma fece cenno a Voldemort di avvicinarsi.
- Il Dio è giunto... al sacrificio della sua sacerdotessa. Questa notte celebro il rito del rinnovo del mio giuramento di dedizione... a mio modo... -

Voldemort annuì. Non disse nulla. In attesa.

- Dobbiamo uccidere il mio passato, mio Signore. Perché io possa iniziare davvero la mia nuova vita, è necessario che il passato muoia... - disse, e sollevò un pugnale che aveva tenuto nascosto. Lo porse a Voldemort, pur continuando a mantenerlo - Dobbiamo essere entrambi a farlo... ti aiuterò io... - e puntò il pugnale contro il proprio petto - Affonda. E' necessario... se rifiuti... rifiuti me... Quando questo piccolo scoglio sarà stato superato, avrai tutto di me... davvero tutto... sarà come se tu mi conoscessi oltre la vita, ed oltre la morte... - e partecipò a spingere la lama... - pochi secondi dopo una macchia rossa si allargava sulla scollatura dell'abito. Ma la Dama continuò a spingere il pugnale... aprendo una ferita sufficientemente grande, e la macchia di sangue si allargava sulla veste...
Lei si sosteneva all'altare, cercando di mascherare il dolore, ma qualche lacrima involontaria... scivolò sul suo viso.
Infine lasciò il pugnale nelle mani del Signore Oscuro, e sorrise... un sorriso pieno di dolore e gioia, mentre lasciava scivolare la veste, ormai lacera, a rivelare la ferita...

- Stai soffrendo... e vorrei curarti. Ma non è il momento. Anche se ancora non ne comprendo il motivo. E non è questo il momento per le domande. Lasciami bere dunque... la tua sofferenza. -
E poggiò le labbra sulla ferita della donna, sfiorandola appena. Poi sollevò il capo. E baciò la sua bocca. La baciò lentamente. Assaporando il gusto del sangue.

La Dama rispose lentamente al bacio, con una lentezza quasi esasperante.

- E adesso... mia sacerdotessa... istruiscimi sul prossimo passo del cerimoniale. -

La Sacerdotessa si strinse al suo Dio di carne, incurante del sangue che ancora scorreva, o del dolore che... non provava più - Ogni Dio... ha un altare su cui celebrare i suoi culti... io sono la sacerdotessa e l'offerta...- disse, movendosi lentamente verso la pietra del vecchio luogo di culto.

 

- Non posso proibirti di essere geloso, certo. - sussurrò Gwillion - Ma ci sono momenti in cui la cosa mi far star male. Ecco tutto. -

La maggior parte del tempo per essere precisi. Ma questo non lo disse.

- Capisco... - sospirò Severus - Sono davvero, davvero dispiaciuto - disse con l'espressione di un bambino che fosse stato colto a fare una marachella particolarmente sgradita, ma poi sorrise, anzi rise -Ti amo, devi scusarmi. E' tutta colpa dell'amore. Sorridi, ti prego... a te l'espressione imbronciata non si addice! Mi sono comportato come uno sciocco, lo devo ammettere, facendomi dominare dalla gelosia... quando ci sono cose tanto più importanti... - e baciò la ragazza... mentre i due Weasley applaudivano di gusto, esclamando "Evviva il professore!".

E Gwillion sorrise.
- Non sono tipo da tenere il muso a lungo, lo sai. E non sono arrabbiata con te... solo inizio a provare un certo timore... per i miei nervi. -
E sorrise di nuovo.
- Severus... - fece Black in quel momento - non senti nulla tu? Io percepisco la presenza di Draco... sta tornando indietro... e non mi sembra che sia solo. -
Severus sorrise a Gwillion, un sorriso impertinente.
Poi si voltò verso Black, improvvisamente cupo - Così pare...stiamo in guardia! -

- Io vado. - disse Raistlin - Non è opportuno che i nemici facciano la mia conoscenza. Non nelle vesti di vostro alleato. -
Il bosco era cupo, rade le stelle.
Draco continuava a voltarsi indietro quasi ad ogni passo.
- Vorresti ancora tornare indietro... ma una ferita al cuore è difficile da curare, persino per il mio Signore. E se tu padre muore di te cosa resterebbe... un' anima spezzata. Inutile per noi. E sofferenza vana. Che il tuo coraggio non merita. Ma ecco, la traccia dei tuoi passi è giunta ormai al termine.
Piton gettò un'occhiata accorta a Black "Si comincia..." pensò - Arrivano... stai pronto... -

- Severus... - gridò Victor - esci allo scoperto senza far storie o dobbiamo inscenare uno stupido scontro magico? Tanto tutto quello che voglio è Crouch... in cambio del figlio di Malfoy. -

Quella voce... Piton uscì dalla grotta.
- Victor Lestrange... da quanto tempo...- mormorò - Cosa hai fatto al giovane Malfoy? -

- Già... quanto tempo... l' ultima volta che ci siamo visti ti accusavo di codardia... di stare voltando le spalle al nostro Signore proprio nel momento in cui era più in difficoltà. Ma mi sbagliavo. Su questo almeno ti devo... le mie scuse. E quanto al ragazzo... non l' ho sfiorato neppure. E' stato suo padre... - la voce dell' uomo si ridusse ad un sussurro - si è piantato un coltello nel cuore di fronte ai suoi occhi. -

Piton impallidì più del solito - Lucius... - sgranò gli occhi e fissò Draco - Stai bene, ragazzo...? - sollevò ancora lo sguardo su Victor, uno sguardo interrogativo.

Draco si morse un labbro, e non disse nulla. Tornò per l' ennesima volta a girarsi verso la strada che avevano percorso.
- Nella sua debolezza Lucius ha trovato il coraggio per cercare di togliersi di mezzo, e lasciare libero suo figlio. - mormorò il Mangiamorte a bassa voce, perché il ragazzo non udisse - E non si è nemmeno accorto che così rischiava di consegnarlo direttamente nelle mani dell' Oscuro Signore. Quale sarà la sorte di Lucius lo ignoro. Io l' ho ibernato, ma un pugnale nel cuore rimane sempre un pugnale nel cuore. E poi la scelta non spetta a me.

 Severus strinse gli occhi... Lucius... Lucius razza di pazzo, tu e le tue idee strampalate...
- Cosa volete ora? - disse, come per spostare l'attenzione dal gesto folle di Malfoy.

- Te l' ho già detto mi sembra. Rivogliamo indietro un mangiamorte che manca all' appello. Barthy Crouch per essere precisi. - Victor fece una smorfia - Posso levare il disturbo in un istante, se solo collabori... ma forse tu preferisci rendere tutto più difficile... per tutti.

- Te lo rendo subito... è sotto incantesimo, ma si riavrà presto... Barthy, vieni fuori!- strillò Severus - Non renderò nulla difficile... manda qui il ragazzo... avvicinati Draco. -

- Andiamo Barthy... Distortattempio vero? E non è la tua mano. - poi il mangiamorte volse lo sguardo in direzione della caverna buia e scosse la testa in un gesto nervoso - Sembra che qui ci sia proprio una riunione di sopravvissuti di Azkaban. Bene. Levo il disturbo. E presto o tardi ci rivedremo, temo. E... - l' uomo rivolse un sorriso all' amico di un tempo - è giusto che tu sappia che proprio vivendo e cercando di combatterlo tu rendi l' ennesimo servigio, forse l' ultimo, al tuo antico Signore. -

- Niente giochetti Victor. Sappiamo tu ed io la verità... e ne abbiamo già parlato. Ci rivedremo... lo so che ci rivedremo. Buona fortuna... ne avrai bisogno! -

- La verità ha sempre almeno due facce, Severus. E il mio non era un gioco. Ma un' informazione piuttosto. Perché chi vuole indossare i panni del bene ha sempre avuto bisogno di un cattivo da combattere. E sembra che tu e la tua banda di disperati siate perfetti per la parte. E buona fortuna anche a te. Un peccato ritrovarsi dalle parti opposte della barricata. Ma d' altronde preferisco odiarti che disprezzarti. E no... non aggiungere che tu mi disprezzi, sarebbe troppo prevedibile da parte   tua. -
E l' uomo si concentrò, per svanire nel nulla.

- Buon viaggio, signor Lestrange... tu e le tue idee pazze! - Piton scosse la testa e si concentrò su Draco. Non gli disse nulla, ma gli passò affettuosamente una mano sui capelli.

- Sono stato io. E' mia la colpa. Non desidero consolazione. Ho spinto mio padre... -
Il ragazzo chiuse gli occhi. Le parole gli si addensarono in gola. E scoppiò in lacrime.

Piton strinse il ragazzo. Era un gesto difficile per lui... ma...
- Non è vero! - mormorò - Non è vero! Non è vero... Lucius ha commesso un errore, non per te. Credeva che fosse un modo di aiutarti... -

- Appunto... voleva aiutarmi... voleva aiutare me... è mia la colpa...

" Oh, no... Draco... no..." pensò Severus. Ma cercò di trovare il modo per spiegare al ragazzo che non era colpa sua...un modo che non fosse fatto di parole inutili.
-Siediti qui, Draco. Lascia che ti racconti qualcosa di tuo padre...ascoltami, aiutami a dirti tutto, e forse sarai abbastanza maturo da capire... Un tempo io e Lucius eravamo "amici" dunque posso dire di conoscerlo bene. Lucius... ha sempre cercato un modo per essere all'altezza del suo nome, comprendi? Forse anche tu a volte... Ma lui ne è rimasto intrappolato... Lui non è riuscito a liberarsene più, forse è stato per questo che ha iniziato a prestare ascolto a Voldemort... - continuò il suo racconto ancora a lungo, parlando del passato, di Lucius... - Alla fine... io credo che non abbia saputo più reggere il peso di ciò che lui era... non per credo, ma per errore. Tu hai aiutato tuo padre... a capire che suo figlio è più importante di un nome, del potere... lo capisci? Sai quanto vale questo? Lo sai? E infine... hai sentito Victor? Lucius... non è morto... non ancora... Draco, tu lo hai aiutato! Anche se il suo gesto è stato folle... è stato un gesto d'amore. Devi esserne degno... -

 

- Se questa è una tua fantasia del passato, tuttavia, non è questo il volto che deve avere il Dio della favola. -  disse il Signore Oscuro.
L' uomo coprì con le dita i grandi occhi dell' altra e quando tornò a scostarli il suo volto era il volto di serpente che la donna aveva letto nei suoi racconti fantastici. E indossava un mantello e una tunica nera. Ma della tunica si liberò presto.
Gli occhi rossi di Voldemort rilucevano nella notte, unica luce tra le ombre; la fiaccola s'era spenta ormai, e nuvole avevano oscurato la luna.
La Dama passò un dito sulla bocca sottile dell'uomo, e sorrise.

- Adesso non potrò essere gentile... - mormorò l' uomo - potrà esserci solo crudeltà e violenza nei miei gesti... poiché questa è la divinità che tu hai evocato. -
E si avvicinò alla donna, lasciando che il suo mantello li coprisse entrambi. Ma fredda era la stoffa, fredda come la pietra sotto i loro corpi distesi.
- Sapevo a cosa andavo incontro... non potevi darmi solo una parte di te... io voglio tutto. Tutto... - ma non aggiunse altro.

- Sia come tu desideri. -
Disse l' Oscuro Signore in un sussurro.
- Si... - mormorò la Dama Verde - Si... sono pronta ad avere... tutto... -

- Desideri... altro dolore?

- Desidero quello che tu sei...s e sei dolore dammi dolore. Se sei piacere dammi piacere, se sei orrore dammi orrore... dammi quello che sei... qualunque cosa sia. E' solo te che desidero... -

Voldemort non disse nulla. E si chinò a baciare la ferita della donna.

La Dama Verde sussultò.
Aveva in cuore di dire molte cose, soprattutto una, ma non poteva e tacque...

- Urlerai... -
Le promise l' altro con un sorriso feroce.

La Dama Verde sorrise - Vedremo... -

Lord Voldemort sorrise a sua volta. Il sangue scorreva tra loro... ancora una volta. Il sangue che era vita, ed era morte insieme. Poi non ci furono più parole nella sua mente. Ma solo una furia insaziabile.

La Dama soffocò un primo grido, un secondo... ma presto le fu impossibile riuscire ancora a fermarsi. Ma forse anche gridare... faceva parte del... rito...

- Urla - le ordinò l' uomo in un sussurro - urla, desidero le tue urla. -

E la donna eseguì l'ordine perché obbedire era tutto ciò che ora voleva.

Diverso tempo era passato. L' altare e il mantello non sembravano adesso più così freddi. L' Oscuro Signore intinse distrattamente due dita nella ferita ancora aperta, per poi tracciare con il sangue raccolto sottili linee rosse lungo il ventre e le braccia della donna.
- Era questo che sognavi... nei tuoi racconti di un tempo? -

- Sognavo te... non questo... non solo questo... - mormorò la Dama stringendo gli occhi - Non volevo solo mostrarti un'immagine che fosse specchio delle fantasie letterarie di una ragazzina... no, non volevo solo questo. Ti ho mostrato qualcosa che potesse stuzzicare la tua immaginazione... ma credere che questo fosse solo un gioco... sarebbe folle. Era un rito di passaggio. Sempre, quando si affronta una scelta, si passa... si attraversa un ponte. Volevo dirtelo non solo con le parole. Noi sciocchi babbani abbiamo tanti di questi riti... anche se non li chiamiamo così, o facciamo finta che i veri riti di passaggio siano solo quelli di qualche sperduta tribù dove i guerrieri affrontano prove come uccidere bestie feroci. Ma tutti gli esseri umani sono così, maghi, babbani... tutti. Immagino che anche ai tuoi servi sia richiesto di superare delle prove di iniziazione... e magari un giorno mi chiederai tu una dimostrazione. Ma adesso avevo bisogno di... di questo. Del mio piccolo cerimoniale di passaggio. E non era neanche una prova difficile! Sai? Però... tutto questo serve anche a te. Sei sicuro della scelta? Sei pentito di non avermi uccisa quando sono venuta da te? Puoi mandarmi via ora se vuoi... all'inizio la tua era solo curiosità, ma adesso hai scoperto chi sono, almeno in parte. Sapendo tutto questo... puoi decidere adesso se uccidermi, o conservarmi per te. Accetti una donna che non è una maga, che ti chiama padrone del suo cuore, del suo corpo, della sua anima... ma non della sua volontà. Che continuerà a dirti quelli che crede siano errori? Che manterrà le sue idee? Che non ti permetterà di dominare la sua mente? Non è una vergogna... per te, che io sia quello che sono? Se questo è il mio rituale di passaggio... è in parte anche il tuo momento. E quali siano le tue scelte, io non ho da biasimarti. Ma ti prego... non ti chiedo nulla se non di scegliere non dominato dalla passione di un attimo. E' ovvio... tu puoi sempre cambiare idea... il futuro non lo conosce nessuno. Ma adesso... Se io davvero chiedessi di ricevere il tuo marchio, adesso, non finiresti con il trovare oltraggiosa una simile... richiesta? Perché viene da me... solo da me...  -

- Non posso ucciderti. Non ne sono capace. E non chiedermi più di ripetertelo. -

- Mai più... te lo giuro. Vuoi darmi il tuo Marchio? Anche io... ti ho dato un mio marchio... l'impronta del mio sangue... -

Voldemort aggrottò la fronte.
- Io te lo darei il marchio. Ma già sui babbani non funziona... con l' antimagia rischiamo di combinare un tale pastrocchio! Dovremmo riflettere e trovare una soluzione... personalizzata. Causa difficoltà tecniche. -

La Dama accennò un sorriso - Lo so... - disse - Lo sapevo sin dall'inizio. E' ovvio che io non possa averlo. Ma volevo chiedere lo stesso.. .e lo ho fatto. In un certo senso... è come se lo avessi già.. .un marchio invisibile. Che vediamo solo tu ed io... E non è così? Dopotutto? Un marchio che fa risuonare i nostri corpi, che li fa riconoscere... ma lo sai. Lo sappiamo tutti e due... - sorrise ancora, e poi fissò il volto del Signore Oscuro - Hai sentito anche le mie urla, adesso... il mio dolore. Ed io ho avuto il mio Dio tenebroso. Ma confessalo... nessuno ha mai accarezzato questo volto, baciato questo volto... non come un idolo di pietra, ma come un uomo di carne... nessuno lo ha fatto come io posso farlo. Con tutta la dolcezza... con tutto... - sorrise ed accostò le labbra alla pelle bianca del viso dell'altro, deponendo piccoli baci delicati su quel volto freddo - Il mio Serpente... - sussurrò -Il mio volto di Serpente...

 

 

[continua]   [indietro]   [fuori]