Capitolo Ventottesimo

                                                                          Avalon

 

 

 

- Voldemort! - sussurrò Narcissa, voltandosi, e si prostrò con grande riluttanza - Mio marito... mio marito è... è stato calunniato! Devi salvarlo! -
Mac, osservava, intanto. Narcissa era... bella. Una bellezza gelida e tagliente, notò con un certo fastidio. Ma cosa era successo a Lucius? Tuttavia, si decise a prestare maggiore attenzione a Victor. Osservò Victor che osservava la scena, e sorrise. Esattamente come si aspettava che fosse...

- Le calunnie svaniscono di fronte a me. - disse Lord Voldemort impassibile - Se di calunnie si tratta. Victor... avvicinati. Lascia che legga nella tua mente. -
E l' uomo si avvicinò e il mago gli poggiò una mano sulla fronte.
- No, Narcissa. - disse poi - Temo non si tratti di menzogne. -

Narcissa strinse gli occhi.
- Qualunque cosa abbia fatto Lucius... sai che è il tuo servo più fedele! Siamo servi fedeli... abbiamo avuto molti guai a causa di... per servirti! Come puoi dubitare? Devi salvare Lucius, Signore... - disse la strega.
Mac osservava, inarcando appena un sopracciglio... sapendo che nel metro della fedeltà, Narcissa e Lucius... erano molto in basso...

- Oh, non morirà. Non nel modo in cui si è scelto. Ma avrà bisogno di un nuovo cuore e ci vorranno mesi per svilupparne uno in laboratorio. A meno... a meno di non adoperarne uno... compatibile.

- Un nuovo cuore... - mormorò Narcissa - E dovrà restare qui? - chiese sospettosa. "Un nuovo cuore..." pensava, intanto "Un nuovo cuore... che sia una trappola per legarlo più saldamente alla causa di Voldemort?" gettò quasi distrattamente uno sguardo d'odio a Victor...s e si trattava di lavorare in laboratorio... se la sarebbe vista lui, di certo. E non avrebbe provato a sabotare quell'ultima possibilità di Lucius, vero? Adesso che aveva avuto una... una specie di garanzia per il futuro... doveva sapersela giocare. Doveva essere furba...
- Ma... grazie Lord Voldemort... - disse Narcissa, inchinandosi profondamente, e quando sollevò la testa il suo sorriso era seducente.
"Oh, come pesa questo pugnale al mio fianco..." pensò la Dama Verde "Se comincerà a pesare troppo..." la giovane lasciò inespresso il pensiero, ma non tradì alcuna espressione di fastidio, continuando a mantenere un sorrisetto neutro.
- Adesso... - continuò Narcissa -Adesso posso essere... utile? -
"Sfacciata sgualdrina... pensa a tuo marito che è surgelato!"pensò Mac.
- Altrimenti... potrei avere notizie di mio figlio? - la voce di Narcissa era suadente.
"Questo pugnale... pesa troppo... forse dovrei appuntartelo in petto..." riflettè Mac, continuando a restare impassibile "Sei vecchia e quasi cadente, bionda! E sei fredda come un ghiacciolo... ci scommetto..."
Intanto, Narcissa non aveva perso il momento per scoccare un'occhiata di disprezzo alla Dama Verde... una babbana! L'altra rispose con un sorriso garbato, come a dire "Grazie, insulta ancora... lasciano il tempo che trovano i tuoi sguardi!"
- Tuo figlio sta bene... - disse Mac con tono amabile, e voce melodiosa.
- Che ne sai? - rispose Narcissa, con voce tagliente.
- Lo ho visto recentemente... - e sorrise, gentile... senza pensare al pugnale... cercando di non pensarci.

  

Giorno. Ormai era giorno.
- Svegliatevi! - fece Draco - Abbiamo fa fare... a Diagon Alley. -

Fred e George si tirarono su, sbadigliando.
- Già mattina... -
- Io ho sonno Draco! - e Fred si infilò ancora sotto le coperte.
- Alzati fratello !- disse George - Non mi tentare! -
E si alzarono.

- Se volete dormire fate pure! Tanto, dopo la Gringott farò una capatina a Notturn Alley! - disse Draco.
- Notturn Alley?! - proruppe George, quasi in sincrono con Fred, e dopo pochi secondi erano pronti e pimpanti.

Hermione si era svegliata un po' ristorata... certo era sempre confusa... aveva appena perso i suoi due migliori amici, ma preferì evitare il pensiero...
Vide Draco e i gemelli che uscivano dalla loro stanza e li apostrofò col suo solito tono saccente... - Beh dove avreste intenzione di andare voi tre? Qualcuno vi ha forse dato il permesso per uscire? Sapete bene che dobbiamo rispettare le regole di Piton... -

- QUALI regole? - fece Draco - Ci hanno forse detto di non uscire? IO non lo ricordo. E comunque... dobbiamo darci da fare, tutti quanti. Le nostre divise lacere innanzi tutto... sono come un cartello indicatore che strilla "studenti scappati da Hogwarts". Non aspettiamo che siano gli altri a sistemare le cose per noi. E innanzi tutto voglio prosciugare il mio conto in banca... prima che qualcuno pensi ad accusare anche me di qualche delitto. -
Non so... parricidio? Fece la vocina cattiva. Draco era intenzionato a ignorarla.

-Wow!- fecero Fred e George -Andiamo?!-

- Andiamo! Prima tappa la Gringott! -
Se i Weasley l' hanno vista mai una banca... ah già hanno un fratello che ci lavora... quindi una visita informativa l' avranno fatta...
Draco strinse forte le palpebre. E si appoggiò stancamente ad un muro.
Perché queste frasi, chi voglio ferire... me stesso? Ma se l' arroganza è nella mia natura... non mi resta che scegliere... di umiliarmi.
- Per favore... - mormorò poi - ho bisogno di aiuto. -

- Che succede, Draco? - chiese Fred, sospettoso.
- Hai bisogno di aiuto, amico? - fece George - Chiedi pure! -

- Che c'è Draco? Ti senti male? - domandò ansiosa Hermione.

- Amico... - Draco ripetè quella parola con amarezza - c' è un certo bastardo di vostra conoscenza nella mia testa che continua a tormentarmi... a suggerirmi battute perfide... e io da solo non ce la faccio a scacciarlo. -

Fred e George sorrisero e poi fissarono Draco - E tu fallo parlare... con noi! -
- Oh... l' ultima cosa che ha detto è quasi banale... banca più Weasley nella stessa frase... battuta scontata. -

- Beh, ha ragione... e poi che ha detto? -

- Intendete... prima? -

- Vediamo cosa posso ricordare... - fece il ragazzo mordendosi un labbro - ha detto qualcosa del tipo che un figlio a carico in meno per la vostra famiglia doveva essere una benedizione... che vostra sorella minore avrebbe potuto trovare divertente la compagnia del mutaforma catturato... che non posso avere amici e che sarebbe ipocrisia fingere il contrario... -
E forse almeno su quest' ultimo punto ha ragione.

Fred e George risero, quasi fino a cadere sul pavimento.
- Ha ragione! - disse George battendosi una mano sulla pancia e cercando di non soffocare - A Ginny sarebbe piaciuto davvero tanto! Dovevi proporcelo prima! -
- E se ha immaginato che non fossimo mai entrati in banca... beh, siamo entrati invece in banca! Solo che nella nostra cassetta di sicurezza non c'era neanche mezzo galeone!- Fred ridacchiò.
-Magari possiamo farci adottare dai Malfoy! -
- Si, dici che tua madre ci prenderebbe? -
- Io dico di no! - George sorrise - Magari ci può adottare lo stesso Draco... -
- Giusto! - Fred ridacchiò.
- Comunque... - disse George più serio - La tua voce si è ingannata su una cosa:tu puoi avere amici. Noi siamo tuoi amici! Anzi, dì alla tua voce che da oggi in poi queste cose deve dircele direttamente, e che le sapremo rispondere come fanno gli amici. Forse così le passerà la voglia di infastidirti. -
Fred diede un colpetto sulla spalla di Draco - Allora, si va? -

 

Victor non sapeva se essere divertito o disgustato, innanzitutto perchè Voldemort aveva chiaramente mentito. La difficoltà non stava nel trovare il cuore di ricambio, cosa che avrebbe potuto fare anche lui con il tempo dovuto, bensì nei tempi di ibernazione e nei pericoli che essa comportava per il cervello.
- Non ringraziarmi... - disse Lord Voldemort freddamente - Nelle ultime parole pronunciate dal tuo adorato Lucius c'è il tradimento, ed io saprò tenere conto di questo. Sembra che il più sincero tra voi sia proprio Draco che non ha avuto la sfacciataggine di chiamarmi mio Signore... - nel frattempo l'Oscuro Signore si avvicinò alla Dama Verde, e le cinse la vita con un braccio, metà per affetto, metà... per evitare ferimenti non previsti.
Narcissa aveva gli occhi accesi dalla fiamma del disprezzo.
- Lucius... non è un traditore... - sibilò Narcissa - Se lo fosse... - si morse le labbra. Tutta l'avvenenza era sparita dal suo volto, che ora era solo una maschera arrogante.
Mac, dal canto suo, si chiese se, per caso, Voldemort sapesse leggere nel pensiero... perchè lei proprio non aveva tradito alcuna espressione... ma sorrise tra sè e sè, se lui aveva capito tanto bene...
- Posso sapere esattamente cosa farai per Lucius, adesso? - chiese Narcissa, tetra - Non sono certa di aver capito... si occuperà Victor di lui?- la signora Malfoy era irata... perchè mai... perchè mai doveva umiliarsi così? Per giunta sotto lo sguardo impertinente di quella babbana...

- Non è un traditore... - ripetè Voldemort - spero per lui che non lo sia, spero davvero di aver frainteso le sue parole... così mi risparmierò di procurargli una morte assai dolorosa... molto più dolorosa di un semplice pugnale nel cuore. E Victor mi aiuterà, certo, ma da solo non può fare tutto... e credo tu abbia dimenticato la parte Narcissa... non sei più implorante... di solito sei più abile a recitare. -

Narcissa sgranò gli occhi - Io non... recito... - ma era furiosa... e la rabbia le impediva di agire...

- Certo... tu non reciti... - Voldemort sorrise - credi che non conosca il tuo disprezzo per i mezzosangue? E pensare che tu figlia ne ha appena salvato una... chissà potresti persino ritrovarti... con dei nipoti dal sangue... impuro. -

Mac osservò il volto di Narcissa... le narici frementi come a cercare aria... lo sguardo basso, perchè se lo avesse sollevato... e, per un attimo, provò pena per quella donna. Si, Mac provò pena. Narcissa aveva perso il marito... più che perso. Era incerta sul destino del figlio, e sul suo stesso destino. Ed era schiava del ruolo che s'era ritagliata con il tempo, per posizione... forse anche per fatalità. Sapeva che Narcissa la disprezzava... senza conoscerla, solo per il suo sangue... ma...
- Devi essere orgogliosa di tuo figlio, signora Malfoy... - disse Mac.
L'altra la guardò con sospetto. Cosa c'era negli occhi della giovane? Sincerità? Compassione?
- Io sono orgogliosa di mio figlio! - disse Narcissa, stancamente.
- Ne hai ben donde... voglio dire... è un ragazzo onesto, come ha detto Lord Voldemort... sono certa che stia bene. E che... si sistemeranno le cose. -
Narcissa non perse l'espressione arrogante, ma assentì, e guardò con più curiosità l'altra.
La Dama Verde, d'altra parte... si diede dell'idiota. Il solo fatto di aver avuto davanti una donna... le aveva fatto perdere la calma, per gelosia. Ma non c'era da essere gelose. Oh, no... no. Era certa che non avrebbe visto nessuna altra infilarsi nel letto di Voldemort... o nei suoi pensieri. Doveva liberarsi di queste reazioni stupide... e... povera Narcissa... era una traditrice, ma era anche una persona nei guai.

- Hai altro da chiedere... Narcissa? Non dimenticherò tuo marito. E verrà trattato... secondo giustizia. Non intendo uccidere tuo figlio... nè usare i suoi sentimenti per ricattarlo. E questo dovrebbe bastarti... Narcissa. -

- Si... - mormorò Narcissa - Posso andarmene... allora... ma tornerò... -

- Purchè non dica che ritorna sempre... - sussurrò Voldemort a Mac - quella è una MIA battuta.

- Sarebbe inquietante, infatti... - sorrise Mac - Arrivederci, Narcissa... - disse la Dama Verde - Buona Fortuna. -
Narcissa assentì...ed andò via.

Victor seguì con lo sguardo la donna che usciva. Poi i suoi occhi si spostarono sulla Dama Verde.
- Posso farti una domanda... Mariacarla? Riguarda le tue compagne in un certo senso. Ecco... il nome Raistlin ti dice nulla? -

L' altra strinse gli occhi, riflettendo.
- Raistlin? Raistlin... Majere? E'un...mago. L'unico Raistlin che io conosca è un mago, un mago potente.. .ed il personaggio di un libro. Scaltro, determinato... una figura dalla quale guardarsi... se la si incontrasse sul proprio cammino - guardò Voldemort - Ma era... in un'altra storia... - tornò a fissare Victor - Raistlin... di certo un personaggio affascinante e pericoloso. Se la tua domanda fosse un po' più precisa... forse potrei risponderti meglio... ma penso che in una qualsiasi libreria londinese si possano trovare i libri... i libri in cui si parla di lui. Raistlin... -

 

Kikka guardava Lupin, mentre quest'ultimo si distendeva accanto a lei rimase come imbambolata dall'eleganza dei suoi movimenti: - Remus, vieni qui... - disse Kikka abbracciandolo e baciandolo allo stesso tempo... poi appoggiò la testa vicino a quella dell'altro e rimase immobile .

Remus Lupin si svegliò inondato da un raggio di sole... guardò la ragazza addormentata accanto a lui e sorrise... era così bella la sua Francesca...
La sveglio con un bacio leggero... - Buongiorno piccola, dormito bene? - e le accarezzò i capelli con movimenti leggeri..

Kikka aprì lentamente gli occhi, pian piano si rese conto di essersi addormentata mentre guardava Lupin: - Buongiorno amore! - e lo baciò: - Dormito bene? Io si ! - e tornò a baciarlo. 

 

- Direttamente? - Draco fece un ghigno - Davvero ci sentite tanto a sentire la voce strascicata e maligna dei Malfoy? E adesso... andiamo. Ma a proposito di Ginny... non dovremmo chiamare anche lei?  -

- Certo che dovremmo chiamare anche lei! - disse George.
- E...detto fatto! - esclamò Fred, allontanandosi e tornando poco dopo con la sorella.
- Dove andiamo? - chiese la piccola, timidamente.

- Ti spiegheremo lungo la strada. - disse Draco - Prima che ci facciamo beccare. -
E scesero in strada. Diagon Alley era piena di suoni e di voci... come sempre. E la banca, rumorosa e frequentata, come sempre.
- Vorrei estinguere il mio conto. -
Disse il ragazzo. E si guadagnò in tutta risposta le occhiate stranite del folletto venuto ad accoglierlo.
- Temo sia impossibile... signor Malfoy. -
- Prego? -
- Oh, se ci riuscite... -
E guidò il ragazzo ed i suoi compagni sino ai carrelli che portavano nelle profondità del sottosuolo.
- Dovrei avere un diecimila galeoni. E la mia vocina direbbe: troppo pesanti per te solo. -
Ma quando furono al termine della traversata mozzafiato il folletto li condusse in una stanza dove NON c' erano nè dieci nè diecimila galeoni. La camera era zeppa d' oro fino al soffitto.

Ginny, Fred e George erano...paralizzati dalla visione del denaro. Assolutamente... paralizzati.
- Dra... Dra... Draco...- fece dopo un po' Fred -Questo è proprio tutto tuo?! Non è che, per errore, siamo nel deposito della banca?! -
Ginny osservava l'oro scintillante - Mai visto... - disse, ma non continuò la frase.
- Dovresti dire alla tua vocina che questi sono troppo pesanti... anche per tre ragazzi e due  ragazze... -

In quel momento un folletto consegnò al ragazzo un sottile registro. E Draco si fece pallido.
- Mio padre ha fatto un notevole versamento sul mio conto... credo sia almeno un decimo di tutto quello che possediamo... e guardate il giorno... la data è quella della finale del torneo Tre-maghi... del ritorno di... -
Gettò un' occhiata al folletto e non terminò la frase.

- Tuo padre! - esclamò Fred - Deve volerti molto bene! Ma che dicevi del ritorno di chi? - tuttavia un'occhiata a Draco ed al folletto, lo indusse a tacere.

- Andiamo. - tornò a dire Draco - Prendiamo più possibile e filiamocela. All' aria aperta. E riguardo a quel ritorno ne sapete quanto me... credo. Ma ne parleremo poi. E poi servono a tutti degli abiti nuovi... - il ragazzo fece un ghigno - abiti che non saranno presi in un negozio di vestiti usati... se mi è permesso dirlo.

- Fantastico! Quella tua voce è fantastica! - rise George.

- Non la pensavate così... sino a non molto tempo fa. -

- Beh, una cosa è sentirlo dire da un rivale, sai? Una cosa è sentirti dire queste cose... da amici! E sapere che ci rifletti...- disse Fred.

- Beh... grazie. - Draco volse il capo verso le pareti stracolme d' oro - Allora, vediamo di   spicciarci. -
E così fecero. Non molto dopo uscivano dalla banca... piuttosto appesantiti.
- Abiti! - tornò a dire il ragazzo - Io consiglierei qualcosa di comodo e pratico... e di un bel verde mimetico, se il colore non offende il vostro spirito Grifondoro. -

-Verde andrà benissimo!- disse Ginny allegramente -Compriamo vestiti! -
- Senti Draco... - disse George - Come possiamo... ricambiarti? -

- Non lo state già facendo? E poi... se io devo combattere io mio orgoglio, a voi tocca fare altrettanto. -

- Beh, Draco, se la metti così! - rise Fred.
- Potremmo ricambiarti a suon di crostatine canarine, bacchette mutanti... credo sia una buona idea... -
- Magari così finirà per odiarvi! - disse Ginny.

- Finire.. come posso finire col fare una cosa che di fare ho appena smesso? -
Mormorò il ragazzo tristemente.

- I corsi ed i ricorsi storici... - fischiettò Fred.
- Oh, basta! - fece George - Allegria, e poi ti permetteremo di odiarci... casomai dovessimo trasformarti in canarino con una crostatina... -

- Oh... grazie per la gentile concessione! -
Poi Draco indicò un negozio.
- Che ve ne pare di quello? Mia madre storcerebbe il naso sapendo che ho messo piede in una bottega così umile... e quindi sembra che sia un luogo inusuale per tutti questo... quasi un terreno neutrale. -

Fred, George e Ginny uscirono dalla bottega, quasi portando Draco in trionfo.
- Grazie! Grazie! - era una voce che si ripeteva.

 

- Un personaggio di un altro libro. - ripetè Victor - Con una voce sibilante e piena di sarcasmo. Dai dialoghi sentiti da Barthy sembrerebbe proprio che costui si sia unito ai nostri nemici... e che fosse ad Hogsmeade ieri, a spiare i festeggiamenti dei mangiamorte. Chiederò agli altri se ci fossero stranieri al villaggio... perchè credo che incontreremo presto questo Raistlin.-
Voldemort socchiuse gli occhi:
- La faccenda è nelle tue mani, almeno per il momento. Io devo andare... altrove. Il Dormiente... -
- E' Lei che ti chiama? -
Domandò l' altro sbarrando gli occhi.
- Oppure ci sono notizie... di Lui? -
- Nè l' uno nè l' altro. Tuttavia un tentato eccidio e qualcosa che potrebbe disturbare il sonno all' ospite dell' Isola e voglio recarmi lì di persona, dunque. -
- Certo, mio Signore. -
Disse Victor, e si allontanò. Il suo inchino fu appena un cenno del capo.

"Questa volta... entriamo nel campo del mistero... totale fitto mistero anche per me..." pensò Mac, e fissò Voldemort con una certa curiosità.
- Devi andar via? - chiese alla fine.

- Tu vieni con me. Dobbiamo recarci in riva al mare... poichè l' Isola non si può raggiungere con la magia.. o meglio adesso io potrei... ma sarebbe assai poco saggio, conoscendo il carattere della sua Signora.

- L'Isola... - Mac alzò un sopracciglio, pensosa - L' Isola... e la Signora dell'Isola... ti seguirò, dovunque dovremo andare. A questa Signora la magia... non piace?- domandò.
"Non riesco a capire..." pensava intanto.

- La Signora è una maga antica, una maga potente e non ama che altri adoperino i propri poteri nel suo territorio senza un esplicito invito. Specie gli uomini. Ma tu conosci il suo nome... ne sono sicuro. -

-Si... può essere... ma non mi sembrerebbe quasi possibile... dimmi il suo nome... -
- Non credo che te lo dirò... non ancora. E' giusto che prima raggiungiamo l' Isola delle Nebbie... e solo poi ti presenterò alle sua padrona.

- Mi affido a te... - sospirò Mac - Portami dove devi... dove vuoi. Andiamo? -

Voldemort sorrise. Pochi istanti dopo si ritrovarono su di una riva grigia. Se fosse di fiume o lago o mare impossibile dirlo. Una barca sembrava attenderli. Voldemort aiutò l' altra a salire con un sorriso.
Viaggiarono in silenzio, poi le nebbie si diradarono, mostrando un' isola di rocce bianche che facevano da corona a dei cipressi simili a fiamme scure, l' acqua intorno era chiara e limpida, come il cielo circostante.
Una sola parola pronunciò l' Oscuro Signore.
- Avalon. -

- Lo sapevo! - disse la Dama Verde - Lo sapevo e non lo credo ancora... Avalon! -

- Lo sapevi? - disse l' altro con un sorriso - Chissà perchè non me ne stupisco. E sai anche dunque chi sono la Signora... il dormiente... e l' altro mago... prigioniero di nove cerchi d' aria in un luogo lontano.

- Mio Signore... ti potrei rispondere di si, se la mia mente non fosse... tu comprendi quello che provo? La mia anima... sussulta! -
- Forse lo comprendo... ricordo quando... quando ho scoperto di essere un mago... -

- La tua anima cantava, allora? Se tu sentissi il mio cuore... è come essere preda di una vaga inquietudine e beatitudine insieme... -

- Si... - l' uomo sorrise - comprendo. Anche se non credevo che questo luogo avrebbe avuto un simile effetto su di te. -

- Perchè mai? - si stupì la Dama Verde.
- Non lo credevo. - Lord Voldemort scrollò le spalle - Tra tante meraviglie... non hai mai mostrato una simile... partecipazione, in fondo. -

- Mio Signore, forse è perchè... io non sono abituata a mostrare le mie sensazioni, a mostrare meraviglia... eppure mi sto rendendo conto che questa è una sciocchezza. Non mi vergogno di aprirti il mio cuore... ma è una cosa che imparo a fare a mano a mano... ma che strana cosa detta da me! Non è vero? E poi... Cento, o mille Avalon... quello che provo adesso, non eguaglia ciò che ho provato la prima volta che t'ho visto, o ogni volta che sono con te. Se ora fossi sola, avrei paura forse. Questa beatitudine... è motivata anche da te, ora. -


 Gwillion fissò il mago negli occhi... nei suoi occhi neri e senza fondo.
- Molti baci ci saranno tra noi, e si mescoleranno l' uno con l' altro sino a confondersi. Non potrò dimenticare mai però il primo bacio... un bacio che non mi hai dato. I nostri volti erano vicini... così, quasi sino a sfiorarsi. - mormorò accostando le sue labbra socchiuse alle labbra dell' altro - E i tuoi occhi mi trafiggevano l' anima... ero paralizzata, e tu lo sapevi. E poi hai detto: no, non così. Devi imparare molte cose bambina, altrimenti cadrai preda dei desideri dei perversi come me. E adesso che lo sono, tua preda... che cosa mi attende?

- Cosa ti attende... tu lo sai, io credo che tu lo sappia... - sospirò Severus, e sorrideva, anche se un velo di tristezza gli offuscava lo sguardo.

- Vorrei che fossi tu a dirmelo. -

- E se ti dicessi che potresti essere caduta preda dei desideri di un uomo perverso? -

- Dillo. Dillo soltanto. Se è questa la verità. -
Mormorò la giovane, e aveva gli occhi sbarrati.
- Non lo dirò. Perchè non sono più un uomo perverso. Sono un uomo. Adesso dovremo scoprire insieme... che genere di uomo... cosa, chi sono. Io spero d'essere un uomo degno. -

- Peccato. Mi piace un pizzico di perversità... -
E poi sorrise, sbarazzina.

- I tuoi occhi dicevano altro, prima, piccola bugiarda. - sorrise Severus.

- Si può mentire e dire la verità insieme. Ma qualsiasi cosa tu voglia... o possa darmi... io l' accetterò. E sai che adesso non mento. -

- Con quali parole potrei rispondere? Lasciami pensare... oh, mi viene in mente solo una cosa!- e la baciò.

- Questa è una risposta... o un modo per eludere la risposta? -

BASTAAAAAA. La pazienza di Black era agli sgoccioli ormai.
O TE NE STAI DENTRO I TUOI PANTALONI, SEVERUS... OPPURE FUORI DALLA MIA TESTA!

- Chissà, chi sa... - Severus avrebbe continuato, ma si raddrizzò, pallido - Cosa?! -

 

Victor Lestrange era sceso nei sotterranei e immobile in un angolo del laboratorio, chiuso nella sua teca di ghiaccio Lucius Malfoy sembrava osservarlo.
- Hai sbagliato, Lucius. Ma il tuo errore è molto più antico di oggi. Non serve a nulla il potere che non puoi mantenere da solo, hai detto a tuo figlio, e io aggiungo che il potere è come un mucchio di terra nella tua mano. Più cercherai di raccoglierne e più è probabile che ti scivoli via tra le dita. Serve un' idea, uno scopo che faccia da collante per... mutare l' argilla in creta. E tu invece sei sempre stato guidato dal solo interesse personale. Mi chiedo se... ma tanto nemmeno puoi sentirmi... e se parlo da solo... beh, dopo Azkaban potrebbero perdonarmi stranezze anche peggiori.

Ma anche io ho sbagliato Lucius... - Victor scosse la testa - perché per un obbiettivo superiore si possono anche commettere crudeltà inaudite... o almeno così io sono convinto. Tuttavia io ho colpito... per frustrazione e vendetta della gente inerme... perché quando abbiamo compreso che quell' Auror e sua moglie non sapevano nulla del destino dell' Oscuro Signore noi... non ci siamo fermati. Eppure... sono stato più crudele io o coloro che costringono ancora quei disperati a vivere nella loro follia... un Azkaban personale che li rinchiude nei loro cervelli? -

 

- Smettetela! - fece Draco irritato, o forse fingendosi tale - In fondo sono i soldi di mio padre che hanno pagato questa roba... soldi che forse... almeno per una volta sono stati adoperati bene. E adesso ci sono altre cose che bisogna acquistare. Voi avete idee o devo continuare a esporvi le mie? -

- Esponi, Draco... è un piacere sentirti esporre! - fece Ginny.
Fred e George assentirono.

- Ecco. Io ho pensato questo. Voldemort e tutti i suoi maghi oscuri sono ben protetti da tutti i più potenti incantesimi. I più potenti. Sottolineo queste tre parole. I più potenti. E qui entrano in gioco i vostri intrugli, gemelli Weasley.

- Ma cosa vuoi dire Draco? - chiese Fred, senza capire, anche George si era accigliato.
- I Tiri Vispi Weasley? - disse Ginny.

- I Tiri Vispi Weasley? - ripetè Draco - E' così che si chiamano? Sapete.. a Serpeverde c' era la legge non scritta di non interessarsi a certe cose... o almeno di fingere di non farlo. Una vera seccatura a parer mio.

-Si...doveva essere una seccatura!- valutò Fred.
-Si...I Tiri Vispi Weasley...si chiamano così...con buona pace di nostra madre!

- Posso sapere dunque cosa vi serve per cominciare la... sperimentazione? -

-Beh... un po' di ingredienti... strani... - e Fred e George iniziarono il loro elenco.
Non molto dopo i cinque giovani erano un po' meno carichi di monete, e molto più della strana roba richiesta dai gemelli.
- Adesso non ci resta che liberarci delle ragazze. - mormorò Draco - A meno che non vogliate portarle con voi a Notturn Alley.

Fred e George guardarono la sorella ed Hermione
- Hermione...vuoi portare Ginny a prendere un gelato? Si, è vero? -

Hermione si rivolse ai gemelli e a Draco con tono deciso - Gelato? non se ne parla neanche... nessuno di voi si avvicinerà a Notturn Alley, per nessun motivo! -

- Non sono abituato a farmi dare ordini. - fece Draco con una smorfia - E soprattutto non da te. Ma prima che la mia vocina passi agli insulti sgraditi, ti dirò che il mio non è un capriccio. Affatto.
Vedete... dopo la caduta dell' Oscuro, molte delle sue carte e degli oggetti in suo possesso... come voi ben sapete, purtroppo... sono casualmente finiti nelle mani di mio padre... e NON dovevano finirci. Se Voldemort l' avesse scoperto non ne sarebbe stato lieto. Così tutta quella roba è finita da Magie Sinistre, in attesa che mio padre potesse fortunosamente ritrovarli. E sono ancora lì per quanto ne so... e sarebbe bene che andassimo NOI a prenderli.

- Draco ha ragione! - disse Fred.
- Ragionissima! - assentì George - Siamo con lui! -

 

Black divenne pallido. Si affrettò a vestirsi. Se doveva affrontare un Severus infuriato... cosa che stava diventando estremamente probabile... voleva almeno non doverlo fare nudo come un verme.
- Che succede, Severus? - disse Gwillion.

Piton non rispose, ma si alzò e si buttò addosso una tunica...dirigendosi sparato verso la porta...e poi fuori...
- SIRIUUUUUS! - gridò.

- Severus... - mormorò l' altro - non credi che sarebbe più opportuno non coinvolgere i nostri compagni di viaggio... nella discussione assai imbarazzante che sta per aver luogo?

Ma Piton era folle... folle e schiumante di rabbia.
- Cosa hai fatto?! - sibilò con voce soffocata - COSA?! -

- Acqua di fuoco. Telepatia. Già in passato mi ero reso conto di percepire il tuo dolore. Ma non avrei mai immaginato... -
Black fece una smorfia. E rimase a osservare l' altro esitante. Fu vagamente lieto che non ci fossero bacchette a portata di mano.

Severus era rosso... era furente.
- Lurido cane... volevi scodinzolare nel mio letto?! Confessa... -

- Forse non hai ben compreso, Severus, che qualunque cosa sia accaduta è stata... reciproca. -

- Reciproca?! - Piton sbottò - NO! -

- No? No? -
Black si concentrò pensò ad Azkaban al dolore... e subito dopo a Silvia, alle sue carezze.
- Vuoi dire che non senti niente? Hai la sfacciataggine di affermarlo? -

Piton si morse il labbro - E' colpa tua! Lo sai che è colpa tua... se tu... se tu... perchè non lo hai detto prima? .
Silvia si era svegliata, e con suo sommo disappunto aveva trovato il letto vuoto...dove diavolo s'era cacciato Sirius?
Delle grida provenienti da una stanza vicina attirarono la sua attenzione.....gineronde... aveva il silenzio e la calma necessari a con un giovane dalla dubbia sanità mentale.o sola a se stessa.si vestì alla bell’ e meglio e si precipitò verso la camera di Severus e Gwill, ascoltando quello che Sirius e Severus si dicevano... Si sentì cedere le gambe..l'acqua di fuoco..non poteva essere... Rossa come un peperone si lasciò scappare un laconico...-Ditemi che non è vero per favore, ho capito male...- non volendo sentire la risposta...

In quel momento una risatina isterica giunse dalla porta chiusa della stanza di Piton.
-Gwillion!- disse Piton tetro - E' impazzita! A causa tua! Se è impazzita io ti...ti...ti...ammazzo! Dovevo farlo prima!- e ricorse verso la stanza da letto -Stai bene?- gridò alla ragazza, temendo il peggio.

 

L' Oscuro Signore sorrise. E poggiò un dito sulle labbra dell' altra.
- Avalon... conosci già la sua storia, o dovrò essere io a narrartela?

-Dalle tue labbra ha un sapore diverso. Racconta...
Voldemort fece per parlare. Ma poi si accorse che le spiegazioni avrebbero dovuto aspettare. Ormai erano giunti a riva. Delle giovani vestite d' azzurro vennero loro incontro. E rimasero immobili in attesa, senza parlare. Poi una donna alta, con lunghi capelli neri e occhi di zaffiro venne avanti, simile ad un' antica Dea.
- Il discendente di Serpeverde... - mormorò con la sua voce di cristallo - a cosa devo questa visita? Forse temi che il sonno del dormiente sia diventato inquieto... nel momento in cui l' Inghilterra... e non solo essa... si trovava vicina al più grande pericolo? -
- Sono venuto... anche per questo. -
- Ma il sonno del dormiente non si è ancora spezzato. Il mio amato e odiato fratello continua a dormire.

Mac osservava, non poteva far altro che osservare, ed ascoltare.
- Non ode i richiami di Merlino? -
- Taliesin è debole, e si agita vanamente nella sua prigione, quella prigione in cui la mia maestra Viviana l' ha rinchiuso. Quella prigione che è stata nascosta agli occhi dei maghi. Nemmeno io conosco la sua ubicazione. E posso comprendere che tu tema Merlino... che ha combattuto per quelli che adesso chiamate babbani, o almeno credo. Per gli uomini arroganti che hanno distrutto le nostre antiche tradizioni... cercando di insegnarci che la pace volesse dir chinare la testa di fronte a un Dio falso e menzognero. Ma noi abbiamo abbandonato la lotta molto tempo addietro. Dunque non è né per me né per il nostro antico rivale che sei giunto sin qui. -
- C' è un altro motivo per cui sono giunto. Sono venuto a richiedere i tuoi servigi di sacerdotessa, Morgana.

Mac continuava ad osservare Morgana come se si trattasse di una specie di divinità...un altro sogno fattosi vero.

La donna dai lunghi capelli corvini non disse una parola. Rimase immobile, in attesa che l' altro riprendesse a parlare. Lord Voldemort sorrise, e si voltò verso la sua Dama.
- Sono venuto a chiedere i tuoi servigi, sacerdotessa della luna, sono venuto a chiedere i tuoi servigi, se colei che mi accompagna me lo permetterà... per una cerimonia nuziale. -
"Non morire...non morire Mariacarla...non hai sentito bene...non morire adesso..."
La Dama Verde chiuse gli occhi, il cuore batteva ancora? Forse no...
"Non piangere stupida!"
Ma stava piangendo...di gioia. Ed era...radiosa.
- Credo che questo sia un Sì. -
Sussurrò l' Oscuro Signore.
-E'...un...si...- disse Mariacarla concentrandosi per riuscire a dire quelle tre semplici parole. Avrebbe voluto ridere, piangere...avrebbe potuto esplodere dalla gioia...estasi, felicità...

- Ne sono lieto. Altrimenti ci avrei fatto una pessima figura.

Mac sorrise -Non correvi il rischio...mio Signore. E lo sapevi.

 

 

- Magie Sinister? Voi siete completamente fuori di testa.... guardate che vado davvero da Piton eh? Ci penserà lui a farvi passare i grilli per la testa...- disse Hermione furiosa...

- Certo - disse Draco - e così sarà lui ad andare. Lui che è un ricercato. E poi Magie consegnerà il pacco solo a un Malfoy. Dunque io devo andare comunque. Posso anche farlo da solo se necessario. E soprattutto tu e Ginny non avete alcun bisogno di venire.

-Io e Fred andiamo con Draco!- disse George -Non è posto per ragazze...andate via!

-Non se ne parla nemmeno!- disse Hermione risoluta... -se volete fare una sciocchezza del genere verrò anch'io...magari ho letto qualcosa in un libro che potrebbe esserci utile...-

- Oh, da quelle parti credo potranno essere più utili i libri che ho letto IO - fece Draco, poi con tono sommesso aggiunse - di nascosto, al lume di lucerna, nelle notti di questa estate... perché credevo... - socchiuse gli occhi - ogni aiuto è comunque sempre benvenuto, Hermione. Andiamo dunque.

Fred, George e Ginny seguirono Draco con somma curiosità...all'avventura.

Dobby era triste. Il grande e nobile Harry Potter era deceduto...troppi guai, troppi guai...Ed ora vagava confuso a Diagon Alley...in cerca di amici vecchi o nuovi.
Agitò la testa, sventolando le orecchie.
Poi vide, di lontano...delle persone...gli amici del grande e nobile Harry Potter...e si illuminò! Corse verso loro...gesticolando e chiamando.
Ma che facevano all'uscita di Notturn Alley?
Poi vide...il figlio del vecchio padrone...e strillò...invertendo la rotta...

- Fermati Dobby! - gridò Harry, il fantasma di Harry che stava alle calcagna dell' elfo, poiché a quanto pare solo gli elfi domestici potevano sentirlo - Per piacere, fermati... e torna indietro! -
- Fermati Dobby! - urlò quasi contemporaneamente Draco come per istinto, poi quasi pentito - Per piacere, fermati... e torna indietro! -
Dobby si immobilizzò -Fantasma grande Potter e figlio cat...cattivo padrone dice uguale a me ferma!- fissò i ragazzi, confuso.

Draco si chinò, fino a guardare l' elfo negli occhi. Che orrore Draco... stai... per umiliarti di fronte ad un... coso!
- Ricordatemi di sottopormi a qualche tortura particolare a causa dei pregiudizi che ancora la mia voce interiore nutre per gli elfi domestici... non so... un seminario di lezioni sul fronte di liberazione organizzato da Hermione. - disse rivolgendosi agli altri per un attimo, poi tornò a rivolgersi all' elfo - Io ti debbo chiedere scusa Dobby, per tutto il male che ti ho fatto... ricordo sin troppo bene quando ti provocavo perché tu dicessi qualcosa contro me o mio padre o mia madre per poi ridere mentre eri costretto a punirti... io ricordo... e forse le scuse non bastano. Ma se tu senti Potter... è così, senti Potter? Sarebbe molto importante per tutti noi sapere cosa ti ha detto. -
- Diglielo Dobby. Digli di Percy e di ciò che l' Oscuro ha in progetto per lui. Digli di quel mago sconosciuto. - mormorò Harry, e poi come per un ripensamento - Digli anche della visita di Narcissa al castello. E' giusto che sia così.

Dobby scoppiò in lacrime -Padroncino è diventato buono! Grazie a Cielo! Potter io lo sento e dice dire te che l'Oscuro ha corrotto Percy Weasley...e poi vuole...e poi la signora Narcissa...e poi...
Fred e George...osservavano...cupi.

- Padroncino non è diventato buono! - sbottò Draco - Solo non poteva diventare più cattivo. E mia madre... e cosa vuole l' Oscuro e... Percy cosa? -
- Draco buono... che follia! - sbottò Harry - L' Oscuro ha fatto credere a Percy che il colpevole di tutto fosse Silente, di così Dobby. -
E Draco per poco non cadde a terra. Aveva sentito. Aveva sentito. Ripeté quello che aveva detto Harry, con gli occhi sbarrati.
- Dannazione proprio tu! -
Fece Harry con disgusto.
- Potrei dire lo stesso. -
Ribatté Draco.
Con il medesimo disgusto. E poi scoppiò a ridere!
- Non capisci Potter... ho cominciato a sentirti nel momento in cui il disprezzo che entrambi proviamo... per me stesso... si sono trovati sulla stessa linea d' onda. Sono le emozioni la chiave, non noi due, grazie al cielo! -
E Harry approfittò del sollievo che entrambi provavano per raccontare velocemente al ragazzo ogni cosa. Draco non mancò poi di riferire. E rimase a guardare il vuoto con un' occhiata interrogativa.
- Hai finito, Potter, o non ti sento più? -
Era vera la seconda. Ma l' altro ovviamente non poteva dirglielo.
- Tocca di nuovo a te, Dobby.

-Tocca tocca cosa?- chiese Dobby stupidamente.

- Di che non posso parlare! -
- Di che ha detto... toh, ora ti sento di nuovo. - Draco scosse la testa. Irritazione da elfo immagino. -
- Insomma, credo di aver detto tutto. Solo non riesco a capire perché gli altri non mi sentono. E' uno stadio passeggero o un regalo di Voldemort. Non mi dispiacerebbe saperlo. -
- Chiederò a Piton. E forse adesso faresti meglio ad andare... se Voldemort ti ha voluto fantasma io non credo che fosse per venire ad avvertire noi dei suoi piani... o forse si?

Dobby sospirò voleva spiegare ai Weasley e agli altri che non avevano sentito... -Signore Percy Weasley è diventato cattivo cattivo, preside cattivo lo ha incattivito! Stupido lui stupidamente si è fatto raggirare! Io dice amico di grande Potter non scemo come fratello...- poi guardò i gemelli e Ginny -Voi scusa me...- grandi lacrime riempirono i suoi grandi occhi d'elfo - Dobby triste...tutti amici...muore...solo voi...- e saltò addosso al gruppo, soffiandosi il naso sui vestiti di Draco -...padrone Lucius è al castello...surgelato, Signora Narcissa va a chiedere, ma Tu Sai Chi non da! Dice lui vedere che fare...forse gli fa cuore nuovo! Fa fare a mago con lui! E poi lui sa che arriva con voi mago strano straniero Raistequalchecosa...tutto sa cattivo cattivissimo...- Dobby tremava -Io scappa da castello! Io non lavora per assassino di grande Harry Potter! E lui neanche vuole paga me! Io trova fantasma di grande Harry Potter e viene a cercare amico qui! Amici trovato! Voi porta con me! Porta porta con voi!

- Forse a questo punto faremmo davvero bene a tornare a casa. - Draco scosse la testa - Sarei tentato di dirti Dobby che potresti esserci più utile al castello... come del resto anche il fantasma... ma è un rischio... è un rischio... credo non tocchi a me decidere. E per il momento vieni con noi.

- Graaaaazie!- e Dobby saltò e planò su Draco...baciandolo.

- Schifo! -
Draco si alzò pulendosi la bocca.
- Non farlo mai più! Mai più, elfo. Qui la storia di padroni e servi non c' entra. Se fai ancora una cosa simile te ne farò pentire... amaramente.

Dobby sorrise, e fece segno di lanciare un bacio...con occhi innocenti.

- Dobby... inizio a pensare che tu abbia imparato cos' è il sadismo... d' altronde hai avuto buoni esempi davanti agli occhi. -
Mormorò il ragazzo socchiudendo gli occhi.
L'elfo sorrise...un sorriso risplendente.

- Allora, andiamo. E se un Malfoy può essere salvato... un Weasley lo sarà per forza. Non può non essere altrimenti.

Dobby non era tanto d'accordo con l'ultima affermazione, ma...

- Allora? Andiamo? -
Tornò a dire Draco. Nemmeno lui si sentiva così sicuro delle proprie parole. Ma che altro avrebbe potuto dire.

Ginny assentì. Era ora di andare...sospirò. Dobby era così...divertente nei modi...quanto era stato terribile per ciò che aveva detto. Perceval... il traditore! Gettò un'occhiata a Fred e George, e poi si sforzò di non pensare.
Ma i due gemelli, invece, pensavano... eccome!
- Perceval...deve essersi fatto imbrogliare...- George si morse la lingua.
- O si è VOLUTO far imbrogliare. La conosciamo entrambi la sua...ambizione... -
- Ma io non credo che...insomma...Voldemort è potente! Io credo che dovremo arrivare in fondo alla faccenda! E poi...a casa non sanno nulla... -
- Dovremmo dirglielo? -
- Può essere...credo di si...prima ne parliamo con Piton,però... -
Fred e George sospirarono, e poi tornarono a guardare Draco che li osservava. Sorrisero.
- Piani tra fratelli...- mormorò George - Tu non ne hai vero? Di fratelli, dico...vieni qui, ti adottiamo...così ci aiuterai con i piani...sempre che la vocina maligna...non si dica disgustata! -
Dobby, intanto, procedeva spedito dietro Draco Malfoy...

 

 

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