Capitolo Ventinovesimo

                                           Il Matrimonio

 

 

 

Anche Silvia scoppiò a ridere irrefrenabilmente.. .quella situazione era troppo surreale per essere vera...

- Non è questo, Severus, non sono impazzita. - mormorò la Gwillion rossa per l' imbarazzo - è solo che... pensavo a quanto fossero comuni queste situazioni trai i telepati di Darkover... e ti è andata bene Severus, ti è andata bene... -
E scoppiò a ridere di nuovo.
Severus era orripilato - Voi ridete! - e se ne andò a chiudersi nel bagno... furioso. "Una doccia gelida... non pensare! Ecco che ci vuole! Sono... disumani..."

Silvia continuò a ridere e incrociò lo sguardo di Gwill... era troppo... troppo...

- Ti è andata bene. - ripeteva intanto Gwillion ferma accanto alla porta sbarrata - Innanzi tutto io e Silvia siamo, sembrerebbe, una specie di smorzatori telepatici... e lo prova il fatto che solo ad una certa vicinanza succedono questi... incroci di emozioni. Sei legato a me per la vita, Severus, io temo. E ripeto, ti è andata bene. Io non ho sentito le emozioni di Silvia... e cosa ancor più importante... nemmeno tu le hai sentite... né Sirius le mie... non so se mi spiego. -
Le risate isteriche non terminavano ancora.
- Perdonami se dico queste cose... - aggiunse poi - ma ridere è l' unica, l' alternativa sarebbe morire di vergogna! -
- Il quadro potrebbe essere più catastrofico ancora. - mormorò Black - Perché stavo giusto pensando di distribuire l' acqua di fuoco a tutti i nostri compagni... minorenni di ambo i sessi compresi. Ringrazio gli dei di non aver mai nemmeno fatto la proposta. -

Piton spalancò la porta, e fulminò tutti gli altri - Black, tu non hai mai avuto un solo filo di intelligenza! Cosa volevi fare?! Allora la morte te la saresti meritata davvero. Inoltre... spero che da ora in poi... cercheremo di restare MOLTO lontani! -

- Soprattutto la notte! E... ti auguro di non finire prigioniero di Voldemort... -

Severus scoccò un'occhiata malevola a Black - Potrei decidermi a farmi catturare giusto per divertimento... potrei arrivarci, sai? -
- E se ci catturasse entrambi... e magari senza le ragazze... non oso pensarci... -

- Senza le ragazze... - Severus sorrise - Sopporterei tutto per farti avere doppia dose di tortura... -

- Il problema è... se finissimo col non considerarla più una tortura... sarebbe... sarebbe... -
Gwillion si accorse in quel momento di essere avvolta malamente in un lenzuolo. E per quanto il pudore fosse in quel momento come dire... e tossicchiò appena, come per chiedere a Severus, quasi a chiedergli di provvedere.

Piton capì al volo, e provvide a vestire decentemente la sua Gwillion... ci mancava solo che Black la vedesse... avvampò!
- E' una tortura! E basta! -

- Tortura. E basta. -
Ripetè Black. Gli sembrava saggio.
- Perfetto... - assentì Severus - Tortura... e basta! -

- Silvia... che ne dici di andarcene... da qualsiasi altra parte?-

 -Beh per prima cosa credo sia meglio tornare da Lily... - disse Silvia correndo verso la stanza, riconoscendo l'urlo di guerra della figlia, decisamente affamata.

- Andatevene si! - disse Severus, e presa Gwillion per mano la riportò in camera, sconsolato.

- Severus... mi dispiace, Severus. Non avrei dovuto ridere. -

Severus era terreo...
- Oh, Gwillion.. .neanche sfiorarti potrò più... non finchè c'è Black a tiro... - si incupì -Eh, già... non dovevi ridere... trovi ridicolo che fossimo... quasi in quattro nel nostro letto? -

- Te l' ho detto... è che ho pensato ad un libro con una situazione molto simile... e il paragone mi ha fatto scattare la molla dell' isterismo. Soprattutto pensando a come si concludeva... la storia in questione.

- Non dirmelo... - disse Severus in tono supplichevole - Proprio non voglio saperlo... -

- Non te lo dirò allora. Non mi sembra davvero opportuno. -

- Ottimo! Un briciolo di buon senso ti è rimasto... Santo Cielo! A volte temo che i discorsi sui pugnali ti abbiano dato in testa! -

- Sei tu che mi hai dato alla testa. E adesso vorrei consolarti... ma non si può... non si può... -

- Dannazione! - Severus... sorrise - Però... l'attesa... acuisce il piacere! -

- Non acuire un bel nulla tu... altrimenti trasmetti. -

- Oh... ma passerà... troverò una dannata pozione che... -

- Tutto ciò è molto... deprimente. Non avrei mai creduto di poter fare un simile effetto. O forse si tratta solo di... astinenza? -
Disse la ragazza con una smorfia. Poi si rese conto di quello che aveva detto.
- Scusami - mormorò chinando il capo - era la mia insicurezza a parlare. -

Piton guardò Gwillion severamente, molto severamente. Era quasi lo sguardo di un maestro che rimproverasse un'allieva.
- Credevo d'averti detto... che potrei anche non toccarti mai, e non smetterei d'amarti. Mi appaga la tua sola presenza. Tuttavia... a volte... - scosse la testa - Mi domando se ti rendi davvero conto di me. Di me... non solo del personaggio dei tuoi libri... -

- Credo tu mi abbia frainteso. - Gwillion scosse la testa - Non volevo mettere in dubbio i tuoi sentimenti o cose del genere. E' solo che ancora mi stupisce... che io possa essere... desiderata. E rendermi conto di te... Severus i giorni da cui ci conosciamo si possono contare sulla punta delle dita... anche se a volte mi sembra che siano stati gli unici miei giorni VERI... e solo ora sto imparando a conoscerti. -

Severus sorrise - Rendersi conto di un'altra persone è sempre una scoperta, un piccolo miracolo. E poi, anche se siamo insieme da così poco... a me sembra che non ci sia stato un prima. -

- E adesso che si fa? - disse la ragazza, e sorrise - a me va bene qualsiasi cosa, purchè comprenda anche te. -

- Adesso sarà meglio iniziare a fare qualcosa di sensato... come fare piani di difesa e d'attacco...e studiare il nemico... non pensi? -

 

- Avresti potuto decidere di punire la mia presunzione. Che forse lo merita. Anche se negherò in futuro di averlo ammesso. -
Sussurrò Lord Voldemort. E sorrise.
- Dicono che l'amore renda pazzi...sono troppo pazza per avere l'acume necessario a punirti... - mormorò Mac.

- O forse questo è ciò che vuoi farmi credere. -
- Un matrimonio tra la stirpe dei maghi e quella dei comuni mortali - disse intanto Morgana fissando il mare - la nostra ultima risorsa per cercare di salvare i nostri privilegi... e mia madre divenne sposa del barbaro di nome Pendragon e sua succube vittima... ed io per poco lo fui del mio fratellastro... che si ritrasse però inorridito quando scelse il potere di una falsa religione invece della magia che io gli offrivo. Ma tu sei un mezzosangue in realtà... come mio figlio. -

- Tutto questo non ha alcuna attinenza con noi! - disse piano la Dama Verde - Io lo amo. Il resto non conta... ogni paragone sarebbe folle... - e si morse le labbra.

- Mordred è morto. Io sono sopravvissuto. -
- Si. - disse Morgana con un sorriso - Tu sei sopravvissuto. -

Mac rimase zitta... era chiaro... che i discorsi tra Morgana e Voldemort erano troppo per lei. Aveva parlato, prima, solo per dire una cosa sciocca. Ma... che importava?

- Dunque... seguitemi. -
Disse la donna, voltando le spalle al mare.
E Voldemort sorrise.
La Dama Verde cercò una mano di Voldemort, e seguirono Morgana.

- Non mi hai nemmeno chiesto il perché - sussurrò Voldemort - della mia... decisione. -
E frattanto camminavano lungo un sentiero di pietra bianca. Gli alberi di cipresso sembravano osservarli silenziosi. Giunsero sino ad un pozzo, anch' esso bianco.
- Sul fondo di questo pozzo è custodito un prezioso tesoro. - mormorò l' uomo alla donna - Prezioso per il mio popolo come per il tuo. O almeno così si narra. Avalon è gelosa dei suoi segreti ed io so essere discreto. -
- Perchè... è così importante perchè? Volevo chiedertelo, lo confesso. Poi ho pensato che non chiedo mai al sole perchè sorge per illuminarmi... ed ho desistito. Forse... so essere discreta anche io...- mormorò la Dama, poi fissò il pozzo... quasi commossa.

- Avevo fatto una promessa. - disse semplicemente l' uomo - Ma non avevo trovato anello che fosse degno di te. -

- E' un'ottima risposta... - sorrise la Dama Verde - Ottima... -

- La cerimonia si svolgerà al sorgere della luna. -
Annunziò Morgana, e poi svanì, mentre le profondità di un lago lucente si aprivano per accogliere lei ed il suo corteo di damigelle.
- Ne sei sicuro, signor Voldemort? - sussurrò Mac - Proprio sicuro? Puoi scappare o dire di no... sei ancora in tempo. -

- Scappare? E da cosa... sposerò onestamente la mia diletta... come il buon caro vecchio Barbablù. -

- Allora... potrei essere io a scappare... potrei lasciarti solo, quando meno te lo aspetti, Barbablù... Oh, che strani discorsi... il giorno delle mie nozze... il giorno delle mie... nozze... - sorrise, estasiata - E... grazie, ancora. Di tutto. -

- Forse dovrei essere io a ringraziare te. - l' uomo sorrise - Forse. -

- Forse... chi lo sa. Ci fosse un modo per leggere il cuore ed i pensieri... ti direi di leggere i miei. Ho quasi timore di svenire... in tal caso dovrai sorreggermi... -

- In genere me la cavo bene con questo genere di lettura. Ma ho scelto tanto tempo fa di non violare i tuoi segreti. Ed io mantengo le promesse. -

- Comprendo... oh, che disdetta! Volevo offrirti questo in dono di nozze... ma sembra tu non voglia, sei un uomo che... mantiene le promesse! -

- Violare significa andar contro la tua volontà... se sei tu ad offrirti... l' Oscuro Signore mantiene sempre le promesse... ma sa anche come aggirarle, se lo vuole. -

- Allora... leggi nel mio cuore e nei miei pensieri... è il mio piccolo dono... -

Voldemort si avvicinò alla donna. Ma rimase immobile come paralizzato.
- Potrei dirti che non è opportuno che io usi la mia magia qui. Non sarebbe una menzogna. Eppure non sarebbe nemmeno la verità. -

La Dama sorrise mestamente - Non credevo che lo avresti fatto comunque. Nè qui nè altrove. -

- L' amore può uccidermi, letteralmente mia Dama Verde. Poichè la magia che ha dato vita a questo mio corpo è l' opposto dell' amore. Detesto ammettere che ho paura. Ma se non altri i miei non sono timori infondati. Spero tu comprenda. -

- Comprendo... allora temo di doverti delle scuse... - mormorò Mac "anche se forse tra noi due sarà prima la mancanza d'amore ad uccidere me... che l'amore ad uccidere te... e non saprai mai quanto io... ma non importa" - Cosa avresti visto nel mio cuore? Un uomo nell'ombra, spiato da un cespuglio, la paura e l'attesa... petali neri di velluto... in un giardino silenzioso, sangue dolce quanto miele, le onde ipnotiche di una voce seducente... non importa però. Non conta... - sorrise - Non ho portato molto dal mio mondo. Se non puoi avere quello che è dentro di me, prendi questo... sono i miei piccoli portafortuna... a me hanno portato molta fortuna, adesso tienili tu. - disse, sfilandosi la collana con i due ciondoli che portava sempre, un occhio ed uno scarabeo alato - Puoi gettarli o tenerli, fa lo stesso... - sorrise e si voltò a guardare altrove, per non piangere - Sono felice! -

 

Winky camminava lentamente per il castello. Si sentiva triste, molto triste. Già l' umiliazione di essere stata scacciata dalla sua casa era stata dura da sopportare, e adesso sembrava che anche il buon Silente fosse svanito nel nulla. Non le piaceva la gente che girava per il castello. Non le piaceva. Poi vide qualcosa che le fece sgranare gli occhi dalla sorpresa. E sorrise. Sorrise.

Barthemius sbadigliò... moriva di fame e stava dirigendosi in cucina, poi alzò gli occhi e vide.
- Non ci credo! - e corse verso l'elfa.

- Padroncino Barthy! Padroncino Barthy! - l' elfa aveva le lacrime agli occhi - Io credeva lei... -
Nella testa dell' elfa si affacciò il vago ricordo del Padroncino che diceva di avere... il Padrone... ma non poteva essere, e l' elfa per poco non prese a sbattersi la testa contro il muro.
- Padroncino! -
Disse ancora con la voce piena d' amore.
- Winky! Fedele Winky! - gli occhi di Barthy erano luminosi... - Sei qui! Così potrai servirmi ancora... muoio di fame! -
- Padroncino seguire me... o vuole che io porta cibo qui? -

-No, io... ti seguo... ho parecchia fame... meglio andare in cucina!- sorrise Barthy.

- Padroncino segue... padroncino segue... -

- Si, si... ti seguo Winky... tranquilla... adesso non ho bisogno di... scappare... - disse cupamente Barthy.

- Il padroncino è triste... il padroncino vuol dire qualcosa a Winky? -

- Nulla Winky... solo... ricordavo... -

- Cucine... cucine! -

- Le cucine! - Barthemius era estasiato. Si sedette, mentre Winky gli portava cibo per un esercito (e che lui divorò tutto). Poi gli venne in mente che non aveva ancora dato all'elfa la notizia-bomba:

- Sono padre, Winky! - disse, allegro - Ho una figlia! Si chiama Rebecca... ma ora è con sua   madre! -

- Padroncina piccola! - strillò l' elfa deliziata - Io spera vedere presto padroncina piccola... lei è bella come Padroncino Barthy piccolo? Lei è bella...

-Lei è bellissima, Winky!- disse sognante Barthy - E' bellissima! Anche sua madre è stupenda... anche se è di un altro uomo... -

- Di un altro uomo... -
Winky tratteneva a stento le lacrime.

- No... Winky... stai buona!- disse Barthy, trattenendo anche lui a stento le lacrime - Sono cose che... succedono... -

Winky scoppiò in un pianto dirotto.
- Padroncino perdona me... Winky cattiva... -

- Perchè Winky?! Basta... stai buona!- disse Barthemius.

- Perdona padroncino, perdona. -
Poi asciugandosi le lacrime cercò di fare un timido sorriso.
- Ora io prende qualcosa di buono da ghiacciaia, e... -
La frase dell' elfa si interruppe con un urlo stupito.
Mentre parlava aveva aperto la ghiacciaia in questione. E solo per ritrovarci dentro un ragazzino grassoccio e intirizzito dal freddo.

- Santi Numi! - fece Barthy - Un sopravvissuto! - E lo fissò ad occhi sgranati -Tiriamolo fuori di   lì! -

- Ti...tiger e Goyle.. - mormorò il ragazzo battendo i denti - mi hanno chiuso lì dentro. Devono essere passati dei giorni, credo. Per fortuna... c' era cibo abbastanza lì dentro. -

Il figlio di Frank Paciock... stava pensando Barthy... proprio lui! Fummo presi e condannati proprio dopo aver... torturato... i suoi genitori...
- Neville? - disse - Neville? Portiamolo in camera mia, Winky... con qualche coperta dovrebbe riprendersi... - sospirò. Di tutti... di tutti... proprio lui. -
-E... Winky... cauta... che nessuno lo veda! Soprattutto... Tiger e Goyle o i loro genitori... -
- Co... cosa succede? - fece il ragazzo - Questa non è la strada per l' infermeria... -

- Stai calmo Neville... ti spiegherò tutto dopo. L'infermeria... non è sicura, non adesso. Spicciati Winky! -
Ma in quel momento una figura si parò di fronte a loro. Era Victor Lestrange che gettò un' occhiata al ragazzo che faceva capolino dalle coperte, e impallidì.
- Dentro, nel mio laboratorio. - disse soltanto - Presto i corridoi saranno popolati di studenti. Non è questa l' ora... ma posso sapere cosa è successo? -

Barthemius si morse un labbro - Tiger e Goyle... i figli di Tiger e Goyle lo hanno chiuso nel frigorifero... Victor, non vuoi... vero? -

- Per il momento voglio soltanto dare al ragazzo qualcosa che lo riscaldi. - disse bruscamente l' uomo - E che lo faccia dormire. Deve essere stanco, e spaventato. -
Neville balbettò appena qualcosa. Certo Victor aveva un' espressione cupa nel suo sguardo, e tutt' altro che rassicurante. Paciock bevve comunque senza proteste il calice che l' altro gli porgeva. Poco dopo russava sonoramente.
- Adesso possiamo parlare senza mezze parole, Barthy. -

- Senza mezze parole? Come abbiamo inutilmente distrutto il marito e la moglie... io non intendo distruggere il figlio. Questo è quanto. E... non è tradimento. -

- No. Non è tradimento. Non è mia intenzione fare del male al ragazzo... anche se ci sono molti modi di distruggere una persona. L' ultima parola tuttavia non spetta nè a me nè a te. E lo sai. -

- Victor... abbiamo fatto molte cose. Sappiamo entrambi... che abbiamo fatto molte cose. Non ne rimangio nessuna... ma ho capito una cosa in assoluto: io non voglio fare nulla che sia superfluo. Uccidere a freddo un ragazzo che non c'entra nulla... è superfluo. Io non lo farò, nè ti permetterò di farlo. Posso rimettermi al giudizio di Voldemort. Solo al suo... e se mi dirà di uccidere il ragazzo... io gli esporrò le mie ragioni. Per adesso mi preoccupo che stia bene. E che nessuno che ha tanto poco cervello da divertirsi ad uccidere lo trovi! Ricordi... cosa abbiamo fatto a Frank Paciock ed a sua moglie? Erano inermi... ma era tempo di guerra, ed erano il nemico. E noi eravamo sbandati e disperati... volevamo ritrovare Voldemort... adesso la situazione è diversa. -

- Ricordo. - disse l' altro mordendosi un labbro - Ho avuto quindici interminabili anni per ricordare. Ma io non credo comunque che il nostro Signore ordinerà la morte del ragazzo. Non senza un buon motivo almeno. Il problema è che non ci vorrà molto a trovarne un per lui, se sarà questo il suo desiderio. -

- E non è detto che sia il suo desiderio... - rifletté Barthy.

- C' è un' altra alternativa. Un' alternativa che mi sembra tuttavia meno improbabile. Potrebbe regalare al giovane lo stesso destino di Perceval Weasley. -

- Non credo, Victor... spero di non ingannarmi. E se... lo mandassimo al sicuro? -
L' altro sospirò:
- Questo già inizia ad essere pericolosamente vicino ad un tradimento... Barthy. -

- No. Non credo... del resto adesso... non mi sembra che il Signore Oscuro sia qui.. .quindi, dobbiamo rimetterci al nostro giudizio! -

- Come preferisci. D' altronde... non esiste luogo che possa tenere il ragazzo lontano dal nostro Signore... se lui vorrà ritrovarlo... e in questa scuola ci sono anche altri pericoli per lui.

- Però... - valutò Barthemius - C'è una cosa. Io... voglio dirgli chi sono. Hai capito? Chi sono... e glielo dirò, che tu sia o non sia d'accordo. E questo forse lo aiuterà... a non finire casomai come Perceval Weasley. -

- Li serberò con cura. -
Mormorò l' Oscuro.

- Lo spero... - Mac sorrise - Lo spero... -

Comparvero delle giovani vestite d' azzurro cupo.
- Lady Morgana ci ha chiesto di occuparti di te. -

Mac sorrise e cercò lo sguardo di Voldemort.
"Respira... non dimenticarti di respirare..."
- Si... -

- Io ti aspetterò. -
Promise l' Oscuro Signore. E sorrise.
E la Dama Verde ricambiò il sorriso e seguì le fanciulle vestite d'azzurro.

La giovane venne portata in un luogo circondato da colonne, i resti sembrava di un chiostro in abbandono. E sospesi nell' aria degli specchi riflettevano i raggi solari.
Una delle ancelle portava tra le mani una lunga tunica del color della luna, priva di qualsiasi decorazione.
- Devi indossarla. -

Mariacarla prese la veste ed assentì.

Le ancelle indicarono alla donna di sedersi, una volta che fu vestita, poi presero a pettinarle i lunghi capelli, intrecciandoli di foglie e di fiori. Le mani delle giovani erano agili, e Mariacarla poteva vedere riflessi negli specchi come il risultato della loro opera potesse apparire semplice e complicato al tempo stesso.

"Io non penso di essere più padrona dei miei pensieri..." rifletteva Mac "Non può essere vero... deve essere un sogno..." ed osservava l'opera delle giovani, stupendosi.
Ma quello che la stupì più di tutto... fu lo scintillio dei suoi occhi riflessi negli specchi... scintillio di pura gioia.

- E' un dono raro quello che avevi offerto al tuo Signore. - disse una voce alle sue spalle, ed era la voce di Morgana - Mi chiedo tuttavia se l' ha rifiutato perché temeva davvero di morire... o se non aveva paura piuttosto di sopravvivere. -

- Non importa. Per adesso mi basta che sappia che gli avrei offerto un simile dono... forse, un giorno imparerà ad accettarlo. E' per questo che sono qui, dopotutto. -

 - Vedi, mia giovane sposa, se il tuo amore avesse trovato anche solo una pallida eco dentro il suo animo, allora non avrebbe potuto ucciderlo. E questo per Voldemort sarebbe una rivelazione peggiore della morte, forse. Ma forse un giorno tu conoscerai la risposta. -

- Si, forse un giorno conoscerò la risposta... in ogni caso, qualunque essa sia... io lo amo, e questo basta. Basta a tutti e due. -

- Non sarebbe la prima volta d' altronde che questo sentimento è la causa della rovina di un uomo, o di un mago. La storia di Merlino lo insegna. -

- Ma la storia non deve ripetersi! E non si ripeterà. E ne sono io la prova... proprio io... - Mac scosse la testa - Non c'è nulla di ordinario... nè di ciclico nella mia presenza qui. Non so se riesco... a spiegarlo. Tutto questo però, lo sento, avrà esiti che non possono essere previsti, e perdonami se lo dico, non potrai essere certo tu a fare previsioni sul mio futuro, che già più di una volta ha virato verso l'imprevisto totale... -

- Non era una previsione la mia - disse la donna con un vago sorriso - solo un ricordo. -

- Solo un ricordo... capisco. Tutte le vostre storie... ci appartengono... io vengo da un posto dove voi... siete... ma non importa. Adesso conta solo il futuro. Perdonerai la mia dabbenaggine...ma io la penso così. E sono certa di me. -

- So delle leggende fiorite al di là di quest' isola. -disse soltanto la donna, e sorrise - dove si rimescolano verità e menzogna. E se tu sei il futuro questo luogo è il passato. Forse è per questo che ti senti tanto a disagio. -

- Non mi sento a disagio... - valutò Mariacarla - Ma questo luogo mi ricorda la sensazione che si prova in sogno... e... provo un impulso terribilmente forte a mettermi a saltare e gridare per la gioia... per essere sincera. Sto cercando di dominarmi. -

- Qui lui non c' è. E se lo desideri... -

E la Dama Verde molto poco elegantemente... scoppiò in una risata di soddisfazione pura, e quasi cantava dalla felicità...

- Vuoi rimanere sola, forse? -

- Sola, in compagnia... è uguale! Credo che resterò in questo stato... per tutta la vita. Oh, confesso che... non mi sono mai sentita tanto... completa. -

- Capisco. - disse la donna, e sorrise - Ma presto vedremo sorgere la luna... il tempo su quest' isola scorre diversamente che sul resto del mondo. E' ora di andare... -

- La luna...non m'è mai stata tanto gradita, Signora. E non ho mai tanto desiderato andare... per raggiungere il padrone del mio cuore. Il mio solo Signore. -

 

- La vocina può fare quello che vuole. - rispose Draco con una smorfia - Io se l' ascolto è solo per fare il contrario di quel che mi dice. Se l' ascolto. L' unico problema è che lei ha quindici anni io... - il ragazzo scrollò le spalle - forse dovrei smetterla con questa personificazione... e assumermi la responsabilità dei miei pensieri. -

- Mi sembra che tu stia prendendo già la responsabilità dei tuoi pensieri! - valutò Fred.
- Esattamente... -
Dobby, intanto era estasiato - Padroncino buono... - continuava a ripetere.

- Non lo sopporto... - sibilò Draco - quando fa così non lo sopporto. Ma sbaglio o la casa è questa? -

- Casa! - fece Dobby - Nuova casa padroncino buono? -
- Si, proprio lei! - rise George.

- Io penso. - stava dicendo Gwillion  - Ma cos' è quel rumore che viene da fuori? -
Aprì la porta e videro la piccola comitiva guidata da Draco che faceva ritorno. Carica di pacchi di ogni tipo. E con un elfo domestico al seguito.
- Draco! Ma che... - Piton rimase a fissarli - Dove siete stati? -

- Abbiamo fatto tante piccole cose utili. - disse l' altro senza scomporsi - Innanzitutto prelevato dei fondi per la causa. E poi... -
Draco sapeva di non aver bisogno di spiegare all' altro cosa fossero il fascio di carte e gli antichi libri che passava all' altro. La presenza di Voldemort sembrava aleggiare su di loro come una maledizione.
- Capisco... - disse Piton lentamente. Aveva occhi ardenti, notarono Fred e George, e persino Dobby deglutì.
Come per rompere quel momento di tensione, George parlò
- Dovremmo dirgli anche il resto... -
- Certo che dobbiamo. - ammise Draco - Non ho mai pensato il contrario. -
In quel momento Raistlin comparve sulla soglia della sua stanza. E l' espressione con cui si fermò a guardare i volumi di magia e le carte di Voldemort era... inquietante. O almeno tale apparve agli occhi di Gwillion.
- Io direi che i ragazzi hanno fatto un buon lavoro. Forse non sono stati del tutto prudenti... ma è anche vero che loro corrono pur sempre meno rischi di voi. E poi hanno l' età in cui non si è più bambini... non in mondi come il mio... o in quello che il vostro rischia di diventare. -

- Raistlin... - ma Piton venne interrotto da Fred e George che raccontarono tutto il resto, dello spettro di Harry che comunicava con Dobby e Draco... e tutto il resto.
Alla fine, Piton era pensoso.
- Adesso andate in camera vostra... - e fissò Raistlin.

- Sembra che io sia stato scoperto. - disse il mago dorato... giacchè aveva riassunto il suo aspetto originario - Ma adesso che lo sappiamo, non è detto che non si possa rivolgere la cosa a nostro vantaggio. Non chiedermi come tuttavia, ancora non lo so. -

- Beh... ci verrà un'idea. Intanto... prima ho notato... la tua espressione famelica... -

- Qualcosa in contrario? -
Fece l' altro con un sogghigno.
- Potrei avere qualcosa in contrario... si. - valutò Severus - Tuttavia l'occasione è grave... ed io devo mettere a tacere i miei dubbi. -

- Non metterli a tacere invece - disse l' altro con un sorriso - ma tienili ben svegli. Solo non fare in modo che ti impediscano di compiere la scelta più... sensata. -

- Come tutti e due sappiamo, Raistlin, io non mi fido di te. Non ti metterei in mano la possibilità di... misurare la tua ambizione con il mio mondo. Perchè sei ambizioso, e spregiudicato, fino ad un certo punto. Ma... sembra che Gwillion si fidi di te, ed io mi fido del suo giudizio. Quindi possiamo esaminare questo materiale... insieme. - Severus sorrise storto.

- Vorrei tanto sapere CHI è realmente quell' uomo. -
Sussurrò Draco, che stava con l' orecchio attaccato alla porta.
- Forse dovremmo fare NOI un salto nella Londra Babbana... per comprare i libri di cui parlava la Dama Verde. -
- Tu dici? - chiese George.
Intanto Severus parlava con Raistlin...
- Io dico. - ripetè Draco - E di certo non vorremo rimanercene con le mani in mano. Solo che... ecco cosa ho dimenticato. Abiti babbani... comunque non è questo il momento. Intanto abbiamo qualcos' altro di cui occuparci. -
Fece il ragazzo indicando gli ingredienti sparsi sul letto più vicino.
 
- Sirius... - disse Silvia dopo aver sistemato per bene la piccola - Innanzi tutto non ti ho ancora salutato come si deve... Buongiorno... - e lo baciò appassionatamente.
- Poi volevo chiederti una cosa, sperando che tu non ti arrabbi... - chiese incerta.

- Io non mi arrabbio, ma tu stai buona... altrimenti rischiamo la mia morte... o una mutilazione permanente. -

- Non ha nulla a che vedere con quello... - sorrise la ragazza maliziosa - è solo che... volevo portare un po' Lily da Barthy... credo che abbiano diritto a stare un po' insieme... - disse quasi in un sussurro.

- Comprendo il tuo desiderio ma... lasciami riflettere un attimo. Perchè se ci infiliamo nella tana del lupo... dovremmo anche avere la ragionevole certezza di poterne uscire... vivi. -
Ok, fai pure con calma... - gli accarezzò piano la guancia - Mi dispiace di metterti in queste situazioni, ma sento che è una cosa che devo fare... -

- Potrei trasportare te e la bambina... Barthy impedirebbe senza dubbio che vi venga torto un capello... ma io non potrei venire... no, sarebbe troppo pretenderlo... i mangiamorte e l' Oscuro Signore... -

- Per me va bene, non voglio assolutamente che tu corra alcun rischio a causa mia!- disse Silvia, con un accenno di ansia nella voce.

- E se poi non riuscissi più a tornare indietro?

- Non preoccuparti, vedrai che saremo di ritorno prima che tu ti possa accorgere che siamo partite... mica ti metterai a fare l'apprensivo adesso? - sorrise Silvia. 
- Apprensivo? Mi sembra che ci siano tutti i motivi per preoccuparsi, invece. In realtà è un po' folle quello che stiamo per fare. E Severus mi mangerà vivo credo... a parte il fatto che non aspetta che una scusa per farlo. Ma dobbiamo farlo, e lo faremo. -

 

Fred e George sorrisero - Vieni, Draco! Ci serve un assistente... -

- Come temevo. -
Mormorò Draco. E aveva una strana espressione di rassegnazione sul viso.
- D' altronde è stata mia l' idea, no? -
- Si... ma, Draco, non è che rischi... troppo... al massimo ti troverai in bocca una lingua lunga tre metri... o cose di questo genere... - sorrise innocentemente George.
- Vorrà dire che poi mi sdebiterò... mostrandovi alcuni trucchetti imparati... dai libri di famiglia. -

- Wow! - Fred era estasiato - Trucchi da maghi oscuri... assolutamente... affascinante! Dovrai erudirci davvero sull'argomento! Ma adesso si lavora! -
George si grattò la testa - Da tempo stiamo sperimentando una bomba ragnatelosa... esplode e ti avvolgi in ragnatele appiccicose... Draco, qui ci servi! Dovremo testare... la resistenza della ragnatela! -
- E ovviamente vedere se la ragnatela multicolore non muta improvvisamente in un'orrida cosa grigiastra... -

- L' importante è che io non riesca a liberarmi. - ribattè Draco - Per il resto... non credo che i mangiamorte avranno da obbiettare sull' aspetto estetico della ragnatela. Forse però prima farei meglio a mettermi gli abiti vecchi... non credete? -

- Si... forse faresti meglio... -
- Oh, accidenti! E poi abbiamo da provare i fuochi artificiali che ti infiammano il fondoschiena... Draco... rinforzati le vesti... -

Il ragazzo gettò un' occhiata verso Hermione e Ginny, poi agitò la bacchetta e fece apparire un paravento per cambiarsi.
- Siete fortunati che io sia in una fase di profonda crisi... - disse poi da là dietro - e che tenda a considerare le vostre sevizie come la punizione delle mie passate colpe, altrimenti... -

- Sevizie! - sbottò George - Con questa roba ci arricchiremo... un giorno! E potremo... ripagarti! -
- E poi dovresti sentirti onorato di aiutare il progresso! .

Draco rispose con una smorfia appena.
- Sono pronto. - disse mentre il paravento svaniva - Ma dobbiamo ricordare anche che i mangiamorte non saranno così docili a farsi colpire. Dunque alla prossima... risponderò al colpo, o almeno cercherò di farlo. -

- Prova pure... Draco... - e Fred e George risero di gusto.

- Allora che aspettate... Grifondoro? -

Fred e George si guardarono... e con espressione folle tempestarono Draco di bombe ragnatelose... ridendo.

Passarono diversi minuti. Draco provò a dipanarsi da quella robaccia. Invece riuscì solo a cadere a terra.
- Ah! Guardalo! - esplose Fred - Sembra un involtino di ragnatele... proviamo a tirargli un fuoco artificiale! .

E' SLEALE! Pensava una parte della mente di Draco. Ed un simile pensiero provocò delle risa forsennate nel resto del suo cervello. Tu che parli di slealtà, Draco? Questa è follia pura...
Ma non poteva muoversi, e non poteva parlare. E questo lo metteva in una posizione di deciso svantaggio.
- No, non è ancora finita! Ora il pezzo forte! - strillò George... I fuochi artificiali di Fred e George esplodevano con una specie di... grugnito. E poi infiammavano per un attimo l'aria, e, prendendo forma di lumache grasse e grosse... saltavano ad azzannare il posteriore della "vittima"...
Un grosso lumacone di fuoco... si avventò su Draco...
- Non stiamo esagerando?! -
- Prende fuoco! -
-Acqua!- ed una cascata d'acqua cadde sul ragazzo biondo
- Stai... bene... Draco?- chiesero timidamente i gemelli, e poi sorridendo... - Siamo forti, eh? -
Draco aveva un sguardo cupo. Molto cupo. Sentiva che ridere in quel momento sarebbe stata la cosa giusta da fare... e non aveva invece la benché minima voglia di ridere. Aveva voglia di avere un coltello... ed usarlo. E quel pensiero lo fece star male. Il giovane divenne pallido, e si nascose il volto tra le mani.

- Senti Draco... - disse Fred - Non ti andrebbe di provare la nostra biglia storci collo? Non fa nulla di grave... ti dovresti solo trovare con la testa girata al contrario... stiamo cercando ancora l'incantesimo per rimettere tutto a posto, ma... che c'è? -
- Cosa ti succede... Draco? -
- Io non... non credo di sentirmi bene. -

- Ti abbiamo... causato qualche danno? -
- Oddio! Portalo sul letto! -
- Vuoi bere? -
- Vuoi mangiare? -
- Vuoi un dottore? -

- Ci sono troppe ombre nella mia mente. E per un istante una di esse ha preso il sopravvento. Non è stato piacevole, ecco tutto. Ho avuto paura. -

- Se volevi... potevamo scacciarla con un altro fuoco artificiale - fece Fred.
- Ma ora... è a posto? - chiese George.

- No. Non è a posto. Non sarà mai a posto temo. -

-Oh, si, invece! Razza di stupido di un Malfoy! Insomma.. basta! Prendi la vita con maggiore ottimismo! -
- Per un istante ho desiderato di accoltellarvi! Dannazione! Ottimismo! Dove lo trovo questo ottimismo, sepolto sotto una roccia?

- Accoltellarci?! Ma tu credi che sia facile accoltellare due gemelli Weasley?! -

Draco fece il gesto di puntare la bacchetta.
- Petrificus! Non ci vuol molto come vedete. Specie se fate l' errore di considerarmi... un amico. Certo adesso la stanza è un po' troppo affollata. Sono solo contro quattro. Ma non lo sarei in eterno. E poi... si tratta di una cosa che ho già fatto. -
E il ragazzo aveva chiuso gli occhi nel dire quelle ultime parole.

I gemelli guardarono Draco, poi George gli diede un colpetto sulla spalla - Ehi, ragazzo... siamo amici. Lo capisci? Io credo che ti sfugga qualcosa, ma imparerai! -

Draco non disse nulla. Riuscì a malapena ad accennare un sorriso.
- Ehi, Draco... mangia questa... ti tirerà su... - e Fred infilò in bocca al ragazzo una crostata canarina...

Gli effetti della temibile crostata si fecero presto sentire. Ma non c' è molta differenza tra un ragazzo canarino e un ragazzo normale... fino a quando c' è solo un cupo silenzio nei loro volti.

- George... è grave! - valutò Fred.
- Si... polvere ridente... - disse George... ed annaffiarono il ragazzo di polvere rallegrante.

Un canarino che ride è qualcosa di tremendo. Draco lo stava scoprendo personalmente. E sperava davvero che quella strana tortura finisse presto. Anche se era ovvio, si sentiva innaturalmente... divertito.

- Fratello! Guarda... ride... - George scoppiò a piangere, commosso.
Draco rideva ancora. Per lo meno i cinguettii stavano terminando. E rimaneva la risata... a suo modo liberatoria.

- Draco, sei uno schianto! - fece Fred - Ad un concorso di volatili vinceresti il primo premio... -
Draco sospirò.
- C' è ancora molto da sperimentare? - disse soltanto - Anzi no, riproviamo con le ragnatele, voglio vedere se riesco a schivarle. Ma non due contro uno. Perchè dobbiamo vedere se le nostre armi improprie funzionano nelle condizioni più sfavorevoli... e anzi sarebbe opportuno vedere quanto ci sta un mangiamorte libero a sciogliere il compagno... io credo. -

- Ok, Draco... io contro te e Fred!- fece George - State pronti... -

Draco non capì bene quel che era successo. Sapeva solo che pochi minuti dopo c' erano ragnatele dappertutto. Ma lui riusciva a muoversi ancora... più o meno.
E George intensificò il tiro...


- Sì. E' giusto. E se ci dimentichiamo della giustizia allora non meritiamo davvero di vincere. - Victor sorrise - Ovviamente la giustizia a cui mi riferisco non è quella dei nostri avversari... ma è pur sempre una forma di giustizia. 

- Già... - Barthy sorrise - Appena il ragazzo si desta... saprà... anche se ammetto... di aver timore... -

- Timore di che? - ribattè Victor con una smorfia - Cosa può farci l' odio di quel ragazzo? Se non te la senti comunque posso addossarmi io il ruolo del cattivo. In fin dei conti... in fin dei conti sono più responsabile di te. E lo sappiamo entrambi.

- No, no...non è l'odio del ragazzo che temo, Victor. All'odio... ho fatto l'abitudine. E' altro... e dimentichi che io ho vissuto qui per un anno... e lo... conosco. -
- Cosa temi, dunque? -
Mormorò l' altro.
- Vedi Victor... Neville è cresciuto con la paura, che avrebbe dovuto renderlo vigliacco, o... crudele, come sono stato io. Eppure non è così. E' per questo che... non voglio che gli venga fatto del male. Tutti lo deridono... lo deridevano, voglio dire. Ma non s'è mai fatto scudo con la storia dei suoi genitori. E' in gamba... io credo. In potenza è in gamba. - disse Barthy.

- Ma il destino di un singolo ragazzo non può diventare più importante per noi di... - Victor scosse la testa - è difficile, mi rendo conto che è difficile. E la storia cancellerà molte crudeltà... ma noi viviamo nel presente... non in un futuro ancora a venire. -

- Sai, ho sempre trovato difficile non identificare il presente con il futuro... - sorrise Barthy -Vedremo... -

- Cosa intendi dire esattamente al ragazzo? -

- Io sono l'uomo che ha partecipato alla... tortura dei tuoi genitori. Ammetto che è stato un gesto inutile, e me ne dolgo. Ma voglio aiutarti, adesso... qualcosa del genere... suppongo... -

Victor aveva taciuto a lungo, pensieroso.
- Forse prima dovremmo spiegare al ragazzo la situazione attuale. Perchè DOPO non è detto che stia ad ascoltarci. -

- E' vero... tra quanto credi che si svegli, Victor? -
- Presto. Molto presto. -

- Allora... presto, molto presto... dovrò parlargli... -

- Dovremo. Non eri solo quella notte. Non sarai solo nemmeno adesso. -
- Senti Victor... sei sicuro? Non sarà piacevole... io credo... - fece Barthy, pensoso.

- No, non sarà piacevole. Ma credi davvero che io sia incapace di affrontare qualcosa... solo perché non è piacevole? -

- Lo so, Victor... - disse Barthy.
In quell' istante comparve un foglio che galleggiava nell' aria. E si poggiò sulle mani di Barthy.
Silvia e tua figlia presto si troveranno ai margini di Hogwarts. Se per qualche motivo ritieni inopportuna la loro apparizione... dillo ora, e ad alta voce! S. B.

- Victor! Devo allontanarmi... tornerò presto... prestissimo!- e corse verso il limitare del confine del Castello.

Silvia era al limitare della foresta, con la piccola Lily in braccio e stava aspettando Barthy... e nel vederlo arrivare di corsa e trafelato sorrise....

- Silvia! Rebecca! - strillò Barthy, e quasi inciampò nel mantello... per la fretta. - Come sono felice che siate qui! Venite! Venite! Fatemi abbracciare mia figlia! -

Silvia rise... Barthy era così maldestro a volte, ma sapeva essere così dolce..
- Ciao Barthy... ti abbiamo fatto una bella sorpresa eh? Sai, avevamo voglia di salutare papino e così... eccoci qui! - e passò la bambina al giovane mangiamorte.

-Ma che sorpresa! Winky morirà di gioia nel vedervi.. .ma Silvia... poteva essere pericoloso! Sei stata sconsiderata! Black vi lascia andare... così? Per fortuna che c'ero io qui... oh, mi farete stare in pena! -

- Winky? c'è anche Winky qui? - domandò silvia stupita - comunque non preoccuparti non c'è nessun pericolo, anche se Sirius come te non era molto convinto di questo viaggetto... -

- Silvia... ma tu sai cosa è successo qui? - chiese Barthy cupo, stringendo la bambina, e iniziarono ad avviarsi al castello.

Silvia seguì Barthy verso il castello - Sì che lo so... - disse piano... e gli occhi le si velarono di lacrime.

- E non ti sembra pericoloso, essere qui, adesso? Vi metterò Winky alle calcagna... potreste finire nei guai... ed io non me lo perdonerei mai! -

- Credo che finchè siamo con te non potrebbe succederci nulla di male, e poi il Signore sa che tu hai una figlia, quindi non dovrebbe essere un grosso problema... -

 - Non è lui... il problema. Ma qui ci sono individui come Tiger e Goyle... i padri, non i figli... e... fammi un favore, restami vicina... -

Silvia cominciava a sentire la sua sicurezza vacillare un po'... accidenti si era cacciata in un covo di mangiamorte, e con sua figlia oltretutto... ma dall'altra parte la piccola doveva stare un po' con Barthy, era giusto...
Si ripeté cento volte che non avrebbe corso nessun rischio...

- Adesso vi porto al castello, vi alloggerò in una camera attigua alla mia... per sicurezza, Silvia, non... attenterò alla tua virtù! - sorrise - Tra poco avrò un po' da fare... Winky vi farà compagnia.

Silvia rise... - In effetti sono stata io quella che ha attentato alle tue virtù per prima... - e posò lo sguardo sulla loro piccola... - però devo dire che il risultato ne vale la pena... che ne dici? - e prendendo Barthy sottobraccio lo seguì...

- Oh, si... ne è valsa la pena in tutti i sensi! - Barthy sorrise.
Intanto avevano raggiunto la camera del Mangiamorte.
- Entra... e fammi sapere tutto quello che ti serve... -

 

La Signora delle Nebbie sorrise.

Mac era... pronta, in tutti i sensi. 

L' Oscuro Signore aspettava, in riva al lago incantato, e l' argento brunito delle sue vesti sembrava un riflesso delle acque. 

Quando la giovane sposa vide il Signore Oscuro fermo, a contemplare il lago... fu assalita da un impeto di... di ammirazione. Perchè era così bello, e così forte, e così imponente. Come un Dio. 

Lord Voldemort avanzò e prese tra le sue mani le mani dell' altra.
- Sei bellissima, - sussurrò – Bellissima. -

Mac sorrise, ed abbassò gli occhi. Consapevole d'essere arrossita.
- Spero d'essere degna di te... -
 In quel momento un canto parve sollevarsi dalle profondità del lago. E l' Oscuro Signore sorrise.

- Cosa accade? - chiese piano Mariacarla.

Ma l' altro sorrideva e rimaneva in silenzio.
Poi Lady Morgana venne avanti.
- E' un antico canto dedicato alla luna... in una lingua che non conosci. E la luna veglierà su di te stanotte, fanciulla. -

La sposa si lasciò riempire dalla bellezza di quel canto... era come se la musica parlasse direttamente alla sua mente... era meravigliosa.

Poi Morgana tornò a parlare.
- Le vostre mani sono giunte,
come sarà la vostra vita
lo sposo alla sposa
la sposa allo sposo
volge il suo sguardo
un unico istante
un' unica luna
le vostre mani sono giunte
come lo è la vostra vita. -

Mac ascoltava Morgana... ma fissava Voldemort negli occhi... suo marito. "Marito" pensò "Marito... che splendida parola...".

Improvvisamente Lord Voldemort e la Dama Verde erano rimasti soli. La Signora ed il suo corte sembravano essere svaniti nel nulla.

La Dama socchiuse gli occhi, scrutando tutto intorno. Poi posò lo stesso sguardo interrogativo su Voldemort.

 - Siamo soli. La cerimonia è terminata. E noi siamo soli. -
Poi la strinse a sè. E la baciò.

La Dama baciò Lord Voldemort, e poi lo osservò, sorridendo
- Lascia che ti guardi... sposo mio... -

- Lascia che ti guardi... mia sposa... -

 La Dama accarezzò il volto di Voldemort.
- Se ripenso a tutto... a tutto, sin dall'inizio, non vorrei essere altrove che qui... ma qualsiasi parola non potrebbe rendere... quello che vorrei dire per ringraziarti. -

- Allora... non parlare. -

- Se non devo parlare... baciami... -

E fu molto facile... obbedire.
Poco dopo la Dama Verde scoppiò a ridere...e non sapeva bene nè come, nè perchè... ma ridendo, saltò al collo di Voldemort, stringendolo.
- Hai una sposa... e non sai neanche quanti anni ha la donna che hai sposato... sei un folle! Ma ti amo per questo, oh, e per tutto il resto... ma stringimi, stringimi, stringimi! -

Voldemort la strinse. E poi...
- Quanti anni hai? Devi proprio farmi sentire... vecchio? -

- Ma per te il tempo... non scorre in maniera diversa? E comunque, ne ho solo… ventiquattro, mio   sposo... -

Voldemort sorrise. E depose un bacio sulle labbra dell' altra. Poi un altro e poi un altro ancora. Sino ad arrivare a ventiquattro.

La Dama Verde sorrise - Ed io... vuoi che ti ricambi? Ci metterò un po' di tempo.. ma io non mi affatico... proprio no... -

- Attenta a non sbagliare però... potrei irritarmi parecchio. Potrei diventare... crudele. -
Disse, anche se il suo sorriso diceva il contrario.

- Allora, confondiamo tutti questi baci... e te ne darò uno... cumulativo. Uno che non dimenticherai... mai... -  disse la Dama, e si accostò all'altro... per dargli un bacio lungo una vita...

- Confondiamo tutti questi baci... - ripetè Voldemort - adesso magari alla maniera di Catullo...

- Era quello che pensavo... Dammi cento, mille baci... mi prenderesti tra le tue braccia? Ho questo folle impulso...e credo che dovrai sopportarmi a lungo... per tutt'oggi almeno... ma non credo che tu abbia mai dato tanta felicità, o tenuto una persona così lieta tra le braccia... -

- Sei già fra le mie braccia... mia sposa! -
E la afferrò sorridendo.

La Dama Verde rise, e rise.
- Ah... che bello essere sposati... ha i suoi vantaggi! -

- Dovresti illustrarmeli... allora. -

- Beh, per prima cosa... almeno il giorno delle nozze si può tormentare il marito ridendo e scherzando, si possono chiedere tutti i baci che si vuole, e farsi prendere in braccio. E poi... ce ne sono altri, ma non posso illustrarteli, non ora... non qui... -

- Avalon ti mette troppa soggezione? -

- Oh,no... è solo che qualcuno mi ha recentemente dato della donna lasciva.. .ed io non vorrei confermare quest'idea.. .anche se mi tenta, invece, confermarla... e poi c'è un certo signore anziano che forse preferisce stare comodo... -

- Dopo un altare di pietra credi che le mie antiche ossa possano spaventarsi per la riva di un lago? -

- E l'accusa di lascivia?! - Mac inarcò un sopracciglio - Beh, è vero... io sono lasciva... ma anche tu... - sorrise, e baciò il suo Signore.

 

 

 

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